Academic literature on the topic 'Co-produzione'

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Journal articles on the topic "Co-produzione"

1

VIGNIERI, VINCENZO. "Co-produzione di valore nei servizi museali e performance multidimensionali: un approccio dinamico a supporto del management culturale." Sinergie Italian Journal of Management 38, no. 3 (January 15, 2021): 215–37. http://dx.doi.org/10.7433/s113.2020.12.

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Abstract:
Contesto della ricerca: nei piccoli centri urbani la co-produzione di servizi museali può essere una leva per la generazione di valore pubblico. Obiettivi del paper: lo scritto mira ad illustrare come un approccio multidimensionale di performance governance sia in grado di offrire una prospettiva sistemica per l’identificazione degli outcome gestionali, organizzativi e di comunità nonché di evidenziare leve per il miglioramento dei processi di generazione di valore nei musei e a beneficio della comunità. Metodologia: dapprima si è proceduto alla revisione della letteratura sul tema della co-produzione di servizi pubblici. Per analizzare le performance di tali contesti collaborativi si è costruito un framework multidimensionale, poi applicato ad un caso di studio. Infine, si è proceduto al riscontro delle proposizioni avanzate. Risultati: l’articolo evidenza in che modo la co-produzione sia in grado di apportare risorse aggiuntive rispetto a quelle in possesso all’organizzazione istituzionalmente responsabile del servizio. Inoltre, dall’applicazione del modello al caso emergono misure di performance gestionali, organizzative e di comunità. Limiti della ricerca: le limitazioni attengono alla reperibilità di informazioni quantitative per valutare gli effetti della iniziativa. Implicazioni pratiche: l’identificazione di performance driver fa emergere gli effetti della disponibilità di risorse sui diversi livelli di performance, evidenziando le connessioni causali che rivelano il contributo della co-produzione agli outcome. Originalità del paper: l’articolo sviluppa il framework analitico Dynamic Multidimensional Performance Governance ed evidenzia il contributo che la co-produzione offre ai processi di generazione di valore nei piccoli centri.
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2

Musolino, Elena. "Le Iniziative di Transizione. Per un patto di cura con i territori." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 64–78. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099007.

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Abstract:
Nell'articolo l'autore si concentra su un'interpretazione analitica del movimento per la Transizione, inserendolo tra le iniziative di movimento per il cibo agite secondo una dinamica locale. Dimostra poi come le Iniziative di Transizione innescano dei processi di crescita della coscienza di luogo: un esercizio comunitario in cui si concretizza un patto di cura con il territorio e l'ambiente. Le IdT sembrerebbero colmare la tradizionale distanza tra consumo e produzione in un rinnovato rapporto tra cittŕ e campagna, basato su nuove strategie di alleanza, dove leggere rapporti di co-produzione, in cui si disegnano nuovi progetti di spazi aperti.
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Sorrentino, Daniela, Pasquale Ruggiero, and Riccardo Mussari. "Performance e co-produzione dei servizi pubblici: la problematica della misurazione." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (September 2021): 115–41. http://dx.doi.org/10.3280/maco2021-002-s1006.

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4

Tricarico, Luca, and Lorenzo De Vidovich. "Imprenditorialità, Inclusione o Co-produzione? Innovazione sociale e possibili approcci territoriali." CRIOS, no. 21 (November 2021): 34–45. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021004.

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Abstract:
L'articolo nasce dalla necessità di trovare una rinnovata chiave interpretativa univoca sul concetto di innovazione sociale negli approcci territoriali, osservando le diverse declinazioni di ricerca e prospettive metodologico/disciplinari. A tal fine, l'analisi proposta nel contributo è basata su una systematic review: da un lato considerandola presenza della keyword innovazione sociale abbinata a i concetti di imprenditorialità, inclusione e co-produzione; dall'altro la presenza o meno di una prospettiva territoriale o urbana. L'obiettivo dell'articolo è fornire un'analisi su quali aspetti comuni sono presenti nell'attuale panorama accademico, cercando nuove direzioni verso cui i diversi approcci necessitano una attenta applicazione ad importanti questioni territoriali.
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Agrimi, Daniela, Giuseppe Barbieri, Denita Cepiku, Filippo Giordano, and Piernicola Garofalo. "Valutare la co-produzione. Il caso delle politiche di profilassi iodica." MECOSAN, no. 96 (March 2016): 33–58. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2015-096003.

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Decataldo, Alessandra, Anna Grimaldi, Daniela Luisi, and Mara Tognetti Bordogna. "Social work education e valutazione delle politiche pubbliche." Sinappsi 12, no. 2 (2022): 94–105. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-7.

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Abstract:
Il contributo si propone di analizzare gli usi della ricerca e della valutazione per qualificare il fare professionale degli/delle assistenti sociali e migliorare gli strumenti del welfare locale. Buone programmazioni territoriali necessitano di migliorare le scelte di policy e definire i contenuti del lavoro sociale come policy practice. La social work education, come ambito formativo e di ricerca, può veicolare temi rilevanti quali la partecipazione, l’advocacy, la co-produzione (co-progettare e co-programmare) e la ricerca valutativa applicata alle politiche di welfare locale.
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7

Lo Piccolo, Francesco. "Crisi globali, nuove diseguaglianze e co-produzione di spazi: una prospettiva di ricerca." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 62–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098010.

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Abstract:
L'articolo propone una riflessione critica sul rischio di negazione sostanziale di diritti di cittadinanza a partire dalle forme di discriminazione nell'uso e fruizione dello spazio pubblico introdotte dalle crisi globali. La co-produzione di nuovi spazi alla micro-scala e alla scala di quartiere (a partire dagli spazi pubblici o semipubblici spesso privatizzati o sottoutilizzati) può divenire l'occasione per la generazione di nuovi luoghi di condivisione e socialità che rispondano alla richiesta di nuovi servizi e definiscano al contempo il profilo di una pratica urbanistica innovativa, fondata sul pieno riconoscimento del diritto alla città e sul patto istituzionicittadini.
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Cepiku, Denita, Filippo Giordano, Antonio Magi, and Elisa Aloisantoni. "Dall'ospedale alla co-produzione collettiva: come attivare la comunità per il contrasto al Covid-19." MECOSAN, no. 113 (June 2020): 279–89. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-113032.

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9

Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract:
Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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Carducci, Michele. "LE PREMESSE DI UNA “ECOLOGIA COSTITUZIONALE”." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 17, no. 37 (May 13, 2020): 89–111. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v17i37.1760.

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Abstract:
L’articolo discute il tema del rapporto tra diritto e approccio ecosistemi-co nella prospettiva dei limiti del diritto costituzionale di fronte alla con-dizione attuale di “deficit ecologico” del Pianeta (“tirannia delle piccole decisioni”, disfunzionalità dei poteri, irresponsabilità). Questi limiti sono la conseguenza del carattere “fossile” del diritto moderno, definitivamente separato dai bisogni naturali di sopravvivenza della specie umana. Attual-mente esistono due tentativi di superamento di questi limiti in nome della “conversione ecologica” degli stili di vita e della “transizione ecologica” del sistema di produzione: il metodo “ottativo”, strutturato per obiettivi e regole secondarie; il metodo “prescrittivo”, fondato su regole primarie di nuovi doveri verso la natura.
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Dissertations / Theses on the topic "Co-produzione"

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Festa, Daniela Anna. "Battiti di città : Esperienze di co-produzione dello spazio urbano." Paris 10, 2011. http://www.theses.fr/2011PA100094.

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Abstract:
Cette recherche se propose d'examiner, dans un optique transcalaire, des expériences de budget participatif effectuées dans deux arrondissements romains sous l'impulsion des politiques régionales. Les expériences sont examinées en termes à la fois de politiques urbaines et de processus de mobilisation de la société civile et des pratiques socio-territoriales qui s'inscrivent dans la vie quotidienne. La recherche qui a bénéficié des théories issues de la géographie politique de la ville, s’insère de manière plus cohérente dans le débat développé en France et plus récemment en Italie au sein de la géographie sociale pour la méthodologie interdisciplinaire adoptée, pour la place accordée au travail sur le terrain et au rôle du chercheur. Le champ de l'enquête se concentre sur l'impact de la participation active des citoyens dans la co-production des politiques urbaines. Avec le concept de co-production, je fais référence autant aux processus de construction de sens résultant de l'échange des perceptions et des représentations qu’ aux changements d'utilisation et d’attentes dont les espaces et les politiques de proximité sont investis suite aux expériences de participation directe des citoyens aux choix publiques. L’échelle de l'enquête se situe à l’échelle intra-urbaine. Le choix de cette échelle répond à une double question thématique et méthodologique. Toutefois, une analyse de l'expérience a donné lieu à de nombreux changements d’échelle, pour analyser des formes d'agrégation spontanée au niveau du quartier, qui interagissaient fortement avec le déroulement des processus, et pour mettre en perspective les politiques plus larges qui se situaient en rapport de synergie ou d’antagonisme significatif avec les expériences en objet. La recherche, menée en équipe pluridisciplinaire, s’est concentrée en particulier sur l’analyse des modalités d’interaction entre savoirs et pouvoirs divers mobilisés autour des deux expériences. Notre première hypothèse concerne la posture du chercheur. Un des traits majeurs de la géographie sociale est la nécessite d’envisager comme suite naturelle de l’action de recherche l’impulsion vers un changement visant l’équité socio-spatiale. Cette impulsion peut se concrétiser comme un apport critique ou, dans le long terme, dans la formation professionnelle. Toutefois, en accord avec la mutation du cadre global, avec la compétitivité croissante entre recherche public et secteur prive et avec l’urgence d’une changement radical des modèles qui règlent la ville (cas de Rome), nous avançons l’hypothèse que la méthode de recherche-action participée peut constituer une modalité d’interaction entre science et société particulièrement pertinente pour les thématiques concernant la co-production de la ville. Sur le plan thématique, nous avançons l’hypothèse que le développement d’un modèle (variable, adaptable et implémentable) d’interaction entre les acteurs, leurs besoins, leurs savoirs, est indispensable pour réaliser un projet urbain démocratique et durable en rupture avec un modèle de négociation éminemment politique et avec une model technocratique élitiste et dépassé. Le modelé de recherche-action proposé s’est étendu, sur le terrain, de la diffusion territoriale aux stratégies de consultation et d’évaluation multi-acteurs des propositions citoyennes en faisant face progressivement aux interrogations majeures de la pensée sur la démocratie participative : de la création du « microcosme représentatif » des intérêts en jeu à la garantie de transparence et de prise de parole paritaire par les citoyens, de la circulation des divers savoirs mobilises aux modalité de codécision, jusqu’à l’accompagnement vers des formes stables de participation. Les conclusions qui émergent sont orientées vers un examen critique de ces expériences. La réalisation d’un processus techniquement correct de co-production de connaissances et du projet urbaines permet un avancement des questions en débat et une réappropriation collective des problématiques territoriales, le rôle des institutions de proximité reste, d’autre part, encore incertain et ambigu. Par contre, ces expériences, réaffirment la capacité d'auto-organisation des romains et l'importance des processus de reterritorialisation comme pratiques possibles de résistance à des modèles de développement chaotiques, hétéronomes et éminemment spéculatifs
This research project employs a cross-scale approach to examine experiences concerning participatory budgets in two districts of Rome promulgated through regional policy. The experiences are examined in terms of both urban policy and processes of mobilisation of civil society and socio-territorial practices that form part of the fabric of daily life. The project, which draws upon theories belonging to urban political geography, is in fact closer to the debate initiated in France, and more recently in Italy, in the domain of social geography as regards the interdisciplinary methods used, the relative importance of field work, and the role of the researcher. The field of enquiry focuses on the impact of active participation by citizens in the coproduction of urban policy. In this study, the notion of coproduction refers equally to processes involving the construction of meaning that results from the exchange of views and representations, and to changes in use and expectations concerning spaces and local policy that arise following experiences of direct citizen participation in public decision-making. The enquiry deliberately encompasses an intra-urban scale on both thematic and methodological grounds: however, analysis of the experience led to numerous changes of scale, accommodating investigation of forms of spontaneous aggregation within quarters of the town, which displayed a strong interaction with the conduct of the processes in question, but also of more wide-ranging policies displaying either significant synergy or conflict with the experiences in question. The research, which was conducted by a multidisciplinary team, concentrated in particular on analysis of the modes of interaction between the various levels of knowledge and power mobilised within the two experiences. Our initial hypothesis concerns the position of the researcher. A key trait of social geography is the need to view a desire for change in favour of socio-spatial equity as a natural consequence of research. This desire may take the form of critical input, or in the long term, professional training. However, in accordance with shifts in the general framework, with increasing competition between research and the private sector, and with the urgent need for a radical change in the prevailing models for the town (in the case of Rome), we postulate the hypothesis that the research-participatory action method may constitute a mode of interaction between science and society that is of particular relevance for the themes concerning urban co-production. Regarding themes, we suggest that it is vital to develop a model (variable, adaptable and readily usable) of interaction between the various actors, their needs and their expertise, in order to ensure a democratic and sustainable urban project, in contrast with both the model based on predominantly political negotiation and the outmoded and elitist technocratic model. The proposed research-action model ranged in the field from territorial diffusion to multi-actor strategies of consultation and evaluation of citizens' proposals, with a gradual increase in consideration of the core issues of participatory democracy: from the creation of the "representative microcosm" of interests involved to guarantees of transparency and of an equal say for citizens, from the circulation of the various levels of expertise implicated in the joint decision-making process through to accompaniment towards stable forms of participation. The conclusions emerging from this study point towards a critical examination of these experiences. The creation of a technically acceptable process of coproduction of knowledge and of urban projects allows questions to be interjected into the debate as well as the assumption of local responsibility for territorial policy, although the role of local institutions continues to be uncertain and ambiguous. However, these experiences reaffirm the capacity of Roman citizens for self-organisation and the importance of territorial planning processes as a potential means of resistance to chaotic, heteronomous and highly speculative models of urban development
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Tamburrini, Simone. "Produzione e caratterizzazione di componenti in WC-Co mediante selective laser melting." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Uno dei temi chiave della ricerca sull’Additive Manufacturing (AM) è l’accrescimento del campo di materiali processabili. La tecnologia garantisce diversi vantaggi rispetto alle normali tecniche di lavorazione ma richiede esperienza nella lavorazione e conoscenza del materiale. Nello studio oggetto di questa dissertazione si mostrano i risultati di un primo approccio alla lavorazione di WC-Co (carburo di tungsteno in matrice di cobalto) attraverso Selective Laser Melting (SLM). Lo scopo è di gettare le basi per un processo che permetta la produzione di utensili da taglio in WC-Co. Lo studio si è incentrato su un’attenta analisi microstrutturale di diversi gruppi di campioni processati attraverso SLM e prodotti a partire da due polveri a diverso contenuto di Co (9% e 17%). Le densità, le durezze e le microstrutture ottenute sono state confrontate con quelle relative a prodotti sinterizzati industriali. Lo studio ha portato a nuove conoscenze sulla microstruttura del materiale derivante dalla lavorazione ed ha permesso di stabilire relazioni tra parametri di processo e densità del prodotto finale. Per l’ultimo gruppo di campioni prodotto (17% di Co) si è ottenuto un miglioramento in termini di qualità del materiale prodotto, nel particolare si è incrementata la densità e ridotta l’estensione di difetti microstrutturali quali cricche e porosità.
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Magalotti, Lorenzo. "Ottimizzazione dell'utilizzo di Yarrowia lipolytica come co-starter per la produzione di formaggi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21954/.

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Abstract:
Il formaggio è un alimento dalle origini antiche e rappresenta una delle prime trasformazioni biotecnologiche adoperate dall'uomo. È il risultato di una serie di processi tecnologici (attività enzimatica, microbica e maturazione) che vanno a definire il processo finale. La maturazione dei formaggi va a caratterizzare aroma, texture e corpo del prodotto finale, questi parametri sono il risultato di una cascata di eventi biochimici e microbiologici, mediati dal metabolismo di starter, co-starter e microrganismi ambientali in sinergia con enzimi del latte e del caglio. È un processo lento, complesso, ed economicamente oneroso, pertanto, risulta importante trovare strategie volte a velocizzare il tempo di maturazione, riducendo anche i costi di produzione, senza impattare sugli attributi sensoriali dei formaggi. In questo elaborato è stata valutata l’aggiunta di co-starter all’esterno del formaggio, favorendo una maturazione superficiale. Le prove effettuate hanno riguardato Yarrowia lipolytica, un lievito non convenzionale, dalle caratteristiche industrialmente molto interessanti. Inizialmente sono state ottimizzate le condizioni di inoculo superficiale (tempo e modalità) della biomassa microbica sui formaggi. Successivamente è stata valutata l’influenza di un covering (E201+E235) sulla crescita di diversi ceppi di Y. lipolytica. Il campionamento microbico ha permesso poi di identificare la migliore modalità di inoculo, ovvero l’immersione rapida del formaggio nel terreno contenente il lievito e, in base ai dati ottenuti, si è effettuata una prima prova preliminare in azienda dove si è andati a valutare carica microbica, profilo volatile e acidi grassi generati. Y. lipolytica ha dimostrato, nei campioni trattati, di inibire la crescita dei lieviti indigeni e di modificare positivamente la composizione della sostanza grassa del formaggio in superficie, favorendo il rilascio di acidi grassi liberi insaturi e composti volatili, capaci di modulare l’aroma del prodotto.
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SCHIAULINI, SILVIA. "Designing with non-designers : esperienze laboratoriali di co-design finalizzate alla produzione di artefatti comunicativi." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/11578/278321.

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Del, Vigna Alessandro. "Co-produzioni internazionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Questo elaborato si pone come obiettivo l’analisi della pratica delle co-produzioni internazionali (ufficiali), attraverso i suoi strumenti principali (diretti e indiretti) a livello sovranazionale, nazionale e subnazionale, evincendo i vantaggi di tale impostazione in termini di circolazione e di legittimazione dei film. Cercheremo di andar oltre l’aspetto puramente manualistico dell’argomento, per mettere in chiaro il nostro particolare approccio da produttore che sta muovendo i primi passi nell'industria. Ci confronteremo con la fortunata tradizione esterofila dei produttori italiani che ci precede, per cercare di riportarla in auge ai giorni nostri e superare quella che definiamo come "disillusione co-produttiva", che riteniamo affligga il panorama produttivo italiano contemporaneo. Dedicheremo inoltre un capitolo al tema del networking. Tratteremo i principali mercati europei e i vari programmi di training, confrontandoci a tal riguardo con il produttore americano Lawrence Davin. Ci soffermeremo poi sulle co-produzioni minoritarie, una pratica sempre più riconosciuta nel panorama europeo e italiano, come dimostra l'apposito fondo istituito nel 2019 dal MIC. Prenderemo come caso di studio l'esempio di Coproduction Office di Philippe Bober: paradigma di un produttore europeo capace di perseguire sia obiettivi d'impresa che di valorizzazione culturale, esclusivamente attraverso prestigiose co-produzioni internazionali. Infine indagheremo il ruolo fondamentale di un'emittente televisiva transnazionale come ARTE, capace di alimentare in modo significativo l'ecosistema co-produttivo europeo ed extra-europeo. Cercheremo così nel corso dell'elaborato di far emergere aspetti generali e particolari per descrivere nel complesso la prospettiva della visione internazionale che ci caratterizza.
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Rossi, Melissa. "Realizzazione di un protocollo di coltura in vitro di tessuto endometriale equino e studio dell'espressione di geni correlati alla produzione di citochine infiammatorie dopo co-coltura dei campioni con due diverse dosi di cellule staminali mesenchimali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426786.

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Abstract:
Despite the presence of an intense research in the field of the equine reproduction over recent decades, there has been no significant increase in the population's fertility. To date, few therapeutic protocols are available for the treatment of equine reproductive disorders because of the peculiarities of species but also for the ethical, clinical and economical reasons adressed to the in vivo tests. An easily obtainable sample for performing reliable in vitro tests is the endometrial biopsy; however, the lack of studies regarding the maintenance of the vitality for this sample is still an obstacle. For this purpose, the first aim of the present work has been the creation of a protocol for the culture of equine endometrial biopsies; moreover, we assessed the survival of two different kind of biopsy (incisional and excisional) by the estimation of mitochondrial activity, DNA quantity and the histology of the samples at 3 and 7 days of in vitro culture at 37°C and 5% CO2. Results show that incisional biopsies maintain an adequate level of vitality up to 3 days, representing a valid sample to be used for in vitro testing. In addition, the method allows the evaluation of innovative therapies such as mesenchymal stem cells (MSCs). MSCs have been shown to support tissue regeneration and to modulate inflammatory processes. For these reasons, MSCs could be used in equine endometritis and/or endometrosis, inflammatory-based pathologies that represent one of the major reproductive diseases for horse because of reducing the fertility of the animal and increasing costs for breeders. However, further insights are needed to improve the knowledge about their mechanism of action and their practical use. On the light of that, the second aim of this project has been the evaluation of the expression of genes related to the production of inflammatory cytokines after co-culture for 3 days of incisional endometrial biopsies with two different doses of adipose derived stem cells (ADSCs) (1x10^5 and 3 x 10^5 cells). The preliminary results allow us to hypothesize that the presence of ADSCs modifies the expression of genes involved in the production of cytokines with an immunomodulatory effect and possible activation of anti-bacterial and anti-fibrotic mechanisms that could be the starting point for the restoration of damaged endometrium. In addition, for some cytokines this immunomodulatory effect seems to be dose-dependent and deserves further studies.
Negli ultimi decenni, nonostante si sia registrata un'intensa attività di ricerca nell'ambito della riproduzione equina, non si è verificato un significativo aumento della fertilità della popolazione. A oggi, le terapie disponibili per il trattamento di patologie della sfera riproduttiva sono limitate a pochi protocolli sia per le peculiarità di specie ma soprattutto per le difficoltà etiche, cliniche ed economiche che si devono affrontare per la sperimentazione di nuovi trattamenti in vivo. Un campione facilmente reperibile per eseguire tests da utilizzare in ambito riproduttivo è la biopsia endometriale; tuttavia, la mancanza di studi riguardanti il mantenimento della vitalità di questo tipo di campione quando coltivato in vitro rappresenta ancora un ostacolo. A questo scopo, il presente lavoro si è posto come primo obiettivo l’ideazione di un protocollo di coltura di tessuto endometriale equino e la valutazione della sopravvivenza di due diversi tipi di biopsia endometriale (incisionale ed escissionale) mediante stima dell'attività mitocondriale, della quantità di DNA e dell'aspetto istologico del campione a 3 e 7 giorni di coltura in vitro a 37°C e 5% CO2. I risultati dimostrano che con il protocollo testato le biopsie incisionali mantengono un livello adeguato di vitalità fino ai 3 giorni rappresentando un campione valido da utilizzare per prove in vitro. Inoltre, la metodica consente la valutazione di innovativi fronti terapeutici come quello delle cellule staminali mesenchimali (MSCs). Tali cellule si sono dimostrate capaci di favorire la rigenerazione tissutale e modulare i processi infiammatori. In quest’ottica le MSCs potrebbero trovare impiego nella terapia di cavalle affette da endometrite e/o endometriosi, patologie su base infiammatoria che rappresentano uno dei principali problemi in ambito riproduttivo andando a ridurre la fertilità dell'animale e ad aumentare i costi per gli allevatori. Tuttavia, le conoscenze riguardanti il loro meccanismo d'azione e il loro impiego pratico richiede ulteriori approfondimenti. A tal scopo, la seconda parte di questo progetto ha valutato l'espressione di geni correlati alla produzione di citochine infiammatorie dopo co-coltura per 3 giorni di biopsie incisionali endometriali con due diverse dosi di cellule staminali equine di origine adiposa (ADSCs) (1x10^5 e 3 x 10^5 cellule). I risultati, seppur preliminari, permettono di ipotizzare che la presenza delle ADSCs modifichi l'espressione di geni coinvolti nella produzione di citochine con effetto finale immunomodulante e con possibile attivazione di meccanismi anti-batterici e anti-fibrotici che potrebbero essere alla base del ripristino della funzionalità endometriale. Inoltre, per alcune citochine questo effetto immunomodulatorio sembra essere dose-dipendente e merita ulteriori approfondimenti.
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Rendine, Andrea. "Analisi numerica di un innovativo sistema “Power-to-Gas” per l’accumulo energetico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16333/.

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Abstract:
In questo lavoro si vuole effettuare lo studio di un particolare sistema di accumulo energetico, di tipo "Power-to-Gas" (P2G). Nel Capitolo 1, dopo una breve introduzione sulle fonti rinnovabili, -alle quali si desidera abbinare un sistema di accumulo al fine di far accoppiare domanda e offerta nel mercato dell'energia - segue una trattazione generale sui vari tipi di sistemi di accumulo esistenti. Nel paragrafo finale si introduce il sistema P2G. Nel Capitolo 2 si descrivono i componenti del sistema, dunque essenzialmente il co-elettrolizzatore e il metanatore. Ci si sofferma sugli elementi innovativi di questi sottosistemi, quali l'utilizzo di un co-elettrolizzatore ad alta temperatura (co-SOEC) e di un metanatore composto da 4 step di metanazione -uno step di reattore Sabatier sperimentale, seguito da tre step componenti un reattore Sabatier commerciale (TREMP). Si prosegue descrivendo i modelli di questi componenti, a cui si aggiunge il sottosistema di compressione del gas uscente dal metanatore. Si descrivono infine i parametri prestazionali che saranno utilizzati per valutare sistemi di questo tipo. Nel Capitolo 3 si esegue un'analisi di pressione: si vogliono studiare le prestazioni del sistema nel momento in cui si introduce una pressurizzazione in una determinata zona dell'impianto. Si prendono in esame diversi casi, oltre a quello base descritto nel Capitolo 2. Questi corrispondono ad una pressurizzazione ante co-SOEC a 60 ba, pressurizzazione post reattore Sabatier sperimentale a 60 bar (interrefrigerata a 200°C e a 25°C), pressurizzazione mista, con due sottocasi, cioè ante co-SOEC (30 bar)+ pre TREMP(si arriva a 60 bar) e ante co-SOEC (30 bar)+ post-TREMP (si arriva a 60 bar). Si descrivono i nuovi tipi di layout (come cambia il caso base) e si scrivono i parametri prestazionali per le diverse configurazioni. Nel Capitolo 4 si opera un confronto tra parametri prestazionali delle diverse configurazioni, e si traggono le conclusioni.
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Lanfranchi, Alice <1996&gt. "Fermentazione di rifiuti organici in miscela con fanghi di depurazione per la produzione di acidi grassi volatili e valutazione delle rese dopo pretrattamento di cavitazione Co-fermentation of organic waste and sewage sludge for volatile fatty acids production and evaluation of the yields after cavitation pretreatment." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19205.

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Abstract:
I rifiuti organici e i fanghi di depurazione rappresentano i due maggiori flussi di scarto del metabolismo urbano. L’obiettivo di questo lavoro di tesi consiste nella loro valorizzazione attraverso l’ottimizzazione della produzione di acidi grassi volatili (AGV) mediante fermentazione e successivamente attraverso la produzione di biogas mediante digestione anaerobica dell’effluente della fermentazione. Entrambi i processi di fermentazione e biometanazione sono stati condotti in condizioni mesofile, a T=37°C e T=42°C rispettivamente. I rifiuti organici e i fanghi di depurazione sono stati miscelati in rapporto 1:1 su base TVS e sottoposti a cavitazione. La resa di AGV è stata determinata per la miscela cavitata e non cavitata su un primo test batch con un carico organico (OL) pari a 21,4 kgtCOD/m3 e 22,4 kgtCOD/m3 per la miscela cavitata e non cavitata rispettivamente. Nel secondo test batch è stato applicato un carico organico pari a 33,4 e 34,8 kgtCOD/m3 rispettivamente per la miscela cavitata e non cavitata. Dopo aver raggiunto il picco della concentrazione dei VFA, i due reattori sono stati alimentati in semi-continuo con un tasso di carico organico (Organic Loading Rate, OLR) pari a 8 kgTVS/m3*d ed un tempo di ritenzione idraulica (Hydraulic Retention Time, HRT) pari a 5 d e 6,6 d per il substrato cavitato e non cavitato rispettivamente. I test di biometanazione sono stati condotti sui substrati singoli (rifiuti organici e fanghi di depurazione), sulla miscela di rifiuti organici e fanghi cavitata e non cavitata in rapporto 1:1 su base TVS, sull’effluente della fermentazione di queste due miscele e sulla sua frazione solida. Organic waste and biological sludge produced from wastewater treatment plants are the two major waste streams of the urban metabolism. The aim of this thesis is their valorization by optimizing the production of volatile fatty acids (AGVs) through fermentation and subsequent biogas production through the anaerobic digestion of the fermentation effluent. Both processes of fermentation and biomethanation were conducted under mesophilic conditions, with T=37°C and T=42°C respectively. Organic waste and biological sludge were mixed at a 1:1 ratio on TVS basis and then cavitated. The VFAs yield was determined for the cavitated and untreated mixture by carrying out a batch test with an organic loading (OL) of 21,4 kgtCOD/m3 and 22,4 kgtCOD/m3 for the cavitated and untreated mixture respectively. A second batch test was conducted, with an OL of 33,4 and 34,8 kgtCOD/m3 for the cavitated and untreated mixture respectively. After reaching the peak in VFAs production, both reactors were fed in a semi-continuous manner with an organic loading rate (OLR) of 8 kgTVS/m3*d and a hydraulic retention time (HRT) of 5 d and 6,6 d for the cavitated and untreated mixture respectively. The biochemical methane potential (BMP) tests were conducted on the single substrates (organic waste and biological sludge), on the mixture of organic waste and biological sludge cavitated and untreated in a 1:1 ratio on TVS basis, and finally on the fermentation effluent of the two mixtures and on its solid fraction.
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Puzzo, Giuseppe. "Fermentazione batterica e sintesi chimica assistita dalla microonde per la produzione di polimeri biodegradabili e biocompatibili utilizzabili in campo farmaceutico." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1178.

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Abstract:
Sono state sviluppate due metodiche per l ottenimento di nuovi polimeri che, nel settore farmaceutico, possiedano caratteristiche di biodegradabilità e di biocompatibilità con più ampia possibilità d impiego rispetto al poli(3-idrossibutirrato) (PHB), il capostipite più noto e diffuso tra i poli(idrossialcanoati) (PHA). La prima ha riguardato lo studio sulla capacità di Pseudomonas aeruginosa di crescere e sintetizzare PHA utilizzando come sorgente di carbonio acidi grassi a numero dispari di atomi di carbonio, dall eptadecanoico all eneicosanoico e di esplorare sistematicamente le variazioni delle proprietà fisiche di questi PHA paragonandoli a quelli ottenuti da sorgenti a carboni pari. E stata anche accertata la capacità dello stesso batterio di produrre PHA utilizzando olio di Brassica carinata, acido oleico, erucico o nervonico, come substrati fermentativi in medium privo di azoto. Il PHA da olio di B. carinata è un materiale trasparente, completamente amorfo con una Tg di -47 °C, che reticola molto velocemente all aria e alla luce. La presenza di doppi legami nella struttura ne consente la funzionalizzazione e la derivatizzazione. I PHA da acido erucico e nervonico sono anch essi trasparenti, parzialmente cristallini con caratteristiche simili alla gomma e quindi utilizzabili come scaffold nell ingegneria dei tessuti o per la produzione di drug delivery system (DDS). La seconda metodica sviluppata ha riguardato la sintesi chimica di copolimeri P(HB-co-CL) utilizzando PHB e poli(epsilon-caprolattone) (PCL) come reagenti, oppure terpolimeri P(HB-co-HV-co-CL) utilizzando il copolimero (PHB-co-24%mol HV) e PCL, mediante la reazione di transesterificazione catalizzata dall acido p-toluensolfonico. I copolimeri e terpolimeri ottenuti sono random o a microblocchi a seconda della durata della reazione, della quantità di catalizzatore e del tipo di riscaldamento utilizzati. Essi sono in grado di formare micro- e nanosospensioni colloidali utilizzabili nel DDS. I polimeri ottenuti sia per fermentazione batterica che per sintesi chimica sono stati caratterizzati mediante GPC per la determinazione dei pesi molecolari, 1H e 13C-NMR per per la determinazione della struttura, GC per la composizione comonomerica, DSC per le proprietà termiche ed ESI MS o MALDI-TOF MS rispettivamente per la sequenza delle unità ripetitive o dei gruppi terminali.
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Lo, Iacono Andrea. "Ruolo della reazione di Water Gas Shift nella produzione di gas di sintesi da bio gas." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15806/.

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Abstract:
The reaction of Water Gas Shift (WGS) plays a key role in the production of H2 or syngas, widely employed in the chemical industry. More than 90% of the H2 is currently produced by Steam Reforming (SR) of the natural gas or low molecular weight hydrocarbons, with an increasing role of its production from alternative sources such as the clean biogas (CBG), mixture of CH4 and CO2 obtained by elimination of S- and N-containing compounds from the gas mixture obtained by anaerobic fermentation of biomass. Compared to the mixture obtained in the SR of the natural gas, that obtained from CBG shows more hard conditions related to a higher CO concentration and a lower Steam/Dry Gas (S/DG) ratio. By hypothesizing a 2 steps process, the tests at high temperature (HTS, 350-450 °C) performed feeding the mixture obtained from CBG showed that Cu/Zn/Al catalysts (Cu 4 wt%) doped with small amount of Ga (Al/Ga = 50) can be usefully employed considering the higher activity and stability in comparison to a reference un-doped catalyst. The H2/CO ratio depended on the amount of the CO in the feed mixture and amount of steam fed. The best performances of the catalyst doped by Ga can be attributed to a higher dispersion and stability of the active phase, such as evidenced by a study of model catalysts and by the DRIFTS analysis in the adsorption/desorption of CO. An alternative to the two steps process is a single step process operating at medium temperature (MTS, 250-350 °C) using only one reactor. On the basis of previous studies, Cu/Zn/Al catalysts (Cu 20 wt%) have been investigated doped with small amounts of promoters (Al/Ce or Al/Zr 50), using a S/DG = 0,55 ratio. At 350°C Ce and Zr improve the catalityc activity, with a deactivation in presence of Zr only of 4%. On the contrary the catalyst containing Ce was stable at increasing reaction temperature.
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Books on the topic "Co-produzione"

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Calò, Daniela Zorzi. Parlare insieme: La co-produzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese. Bologna: CLUEB, 1990.

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Calò, Daniela Zorzi. Parlare insieme: La co-produzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese. Bologna: CLUEB, 1990.

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Calò, Daniela Zorzi. Parlare insieme: La co-produzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese. Bologna: CLUEB, 1990.

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