Journal articles on the topic 'Città moderna'

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Giulio, Rosa. "LA CITTÀ MODERNA IN SABA, CAMPANA, CARDARELLI: L'ARCHETIPO BAUDELAIRE." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 45, no. 1 (March 2011): 32–54. http://dx.doi.org/10.1177/001458581104500102.

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Muurling, Sanne. "Anna Bellavitis, Il lavoro delle donne nelle città dell’Europa moderna." TSEG/ Tijdschrift voor Sociale en Economische Geschiedenis/ The Low Countries Journal of Social and Economic History 14, no. 4 (April 17, 2018): 141. http://dx.doi.org/10.18352/tseg.998.

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Fanti (book author), Mario, and Nicholas Terpstra (review author). "Confraternite e città a Bologna nel medioevo e nell'età moderna." Confraternitas 13, no. 2 (July 1, 2002): 26–27. http://dx.doi.org/10.33137/confrat.v13i2.12631.

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4

Carrino, Annastella. "Il feudatario nelle "quasi-città" della Puglia di età moderna." SOCIETÀ E STORIA, no. 165 (November 2019): 503–22. http://dx.doi.org/10.3280/ss2019-165007.

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Luni, M. "Il Forum–Caesareum di Cirene e la moderna riscoperta." Libyan Studies 25 (January 1994): 191–210. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006348.

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Abstract:
Agli inizi dell'Ottocento si assiste al sorgere e al diffondersi di particolare interesse da parte di esponenti della cultura e della diplomazia internazionale verso gli imponenti resti archeologici di Cirene e di altre città della Tripolitania e della Cirenaica, che diventano meta di visita. Nella circostanza vengono in genere compilati diari di viaggio e relazioni, spesso illustrati da disegni di monumenti antichi e talvolta anche da preziose carte topografiche in cui sono evidenziate ampie aree di affioramento di ruderi e tracce superstiti di viabilità cittadina ed extraurbana.Si tratta generalmente di documentazione poco omogenea, talvolta occasionale e frutto di osservazioni del tutto personali. Di estrema rilevanza sono comunque i dati che è possibile desumere da questo tipo di ‘fonte’, spesso dovuti allo spirito di osservazione di personaggi dai vasti interessi e anche a casualità, ma sempre assai utili a comprendere il clima di indagine pionieristica della prima metà dell'Ottocento e le tappe decisive della riscoperta di Cirene.La città, per altro, era nota alla cultura storico-archeologica dell'epoca attraverso la documentazione costituita dalle fonti letterarie classiche (una delle prime sintesi è in Thrige, 1819). Esse costituiscono un valido supporto di base che accompagna vari viaggiatori nella ricerca del sito su cui sorgeva Cirene e della sua antica conformazione. Gli appunti di viaggio in seguito vengono ulteriormente elaborati e prendono corpo in opere che hanno avuto in qualche caso ampia fortuna in Europa e che hanno costituito il primo fondamento della moderna conoscenza e del rifiorire degli studi e delle ricerche sulla ‘Atene d'Africa’.
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Licordari, Mariangela. "Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto." Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (December 22, 2018): 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

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Abstract:
Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
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Fazio, Ida. "Magazzini, luoghi di sbarco e personale dell’annona della città di Messina in età moderna." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 120, no. 2 (2008): 503–20. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2008.10561.

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Salerno, Rossella. "Il 'Buon Governo' Dello Spazio Pubblico: Rappresentazioni di Città e Paesaggi all'Inizio dell'Età Moderna." Italian Studies 62, no. 2 (September 2007): 161–74. http://dx.doi.org/10.1179/007516307x227631.

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9

Palazzo, Anna Laura. "The Early Global Vocation of Rome. Worship, Culture and Beyond." Humanities 10, no. 3 (September 14, 2021): 103. http://dx.doi.org/10.3390/h10030103.

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Abstract:
In all likelihood, Rome was the first global city, holding such primacy for around two thousand years since the time when the Empire built strong integration and interdependence relationships with the whole oecumene. Against the backdrop of long-term beliefs powered by the Papacy, this paper highlights the main features of the global Rome as the very core of Christianity and, after several disruptive events from the Early Renaissance onwards, as a main destination of the Grand Tour. Making use of primary and secondary literature sources as well as of a substantial iconography, the paper investigates the interplay between power strategies and urban morphology—permanence/change—through two main lenses: (i) the ‘inertia’ over time of the radiocentric pattern of the Forma Urbis citywide, according to the old saying all roads lead to Rome; and, (ii) the relentless reuse processes over built-up areas and sense-making dynamics coupling tangible and intangible assets. Accordingly, the Città Antica and the Città Moderna would be intertwined in residents’ and visitors’ everyday experiences until the Age of Enlightenment, when a new sense of history was to require protection measures setting antiquities apart from city life. However, this is another story.
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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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Abstract:
ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Raviola, Blythe Alice. "«Dalla città e curia romana molto distanti»: Montafia, Roatto e Maretto nella prima età moderna." CHEIRON, no. 2 (October 2017): 89–113. http://dx.doi.org/10.3280/che2016-002005.

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Giusto, Rosa Maria. "Gli ospedali degli incurabili a Roma e Napoli." Revista Eviterna, no. 10 (September 28, 2021): 67–84. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.13119.

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Abstract:
Il contributo ricostruisce la storia fondativa di due complessi ospedalieri destinati agli Incurabili, ripercorrendone le relazioni. Di fondamentale importanza per l’evoluzione dei sistemi sanitari e lo sviluppo urbano e territoriale delle rispettive città, l’Arciospedale di san Giacomo in Augusta a Roma e il complesso di santa Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli furono caratterizzati in Età Moderna da una comune organizzazione e struttura dovute al ruolo esercitato dal notaio genovese Ettore Vernazza, fondatore della compagnia del Divino Amore, che ne coadiuvò e promosse le iniziative e da personalità del calibro di Gaetano da Thiene e Filippo Neri. Attualmente dismessi e in condizioni fatiscenti, tali edifici testimoniano, per la qualità delle loro architetture e il ruolo assunto nei secoli, l’importanza e la centralità che i temi dell’accoglienza e della cura rivestirono sin dall’Età Moderna sollecitati dall’azione aggregante e solidale svolta dalle confraternite quali istituzioni caritatevoli in grado di contribuire attivamente al miglioramento della società e alla qualità e ai servizi degli spazi di vita quotidiani.
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Zendri, Christian. "Marino Berengo, L’Europa delle città. Il volto della società urbana europea tra Medioevo ed Età moderna." Laboratoire italien, no. 2 (October 1, 2001): 201–3. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.263.

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Rotondi, Armando. "La promenade literature napoletana di Silvio Perrella tra ricordi letterari, voyance e fiaba." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 15, 2018): 492–504. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818764113.

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Abstract:
Il contributo si focalizza sulla figura intellettuale di Silvio Perrella, scrittore palermitano di nascita, ma trasferitosi a Napoli nel 1973, che rappresenta un unicum nella scena letteraria napoletana odierna. In opposizione ad un contesto contemporaneo caratterizzato fortemente dalla letteratura di genere, Perrella dà vita a una narrazione post-moderna e anti-narrativa in cui si mescolano situazioni reali del suo vissuto, ricordi intellettuali e sezioni saggistiche, con al centro il rapporto spaziale e temporale con la città di Napoli. Nei suoi volumi Giùnapoli e Doppio scatto, così come nelle fiabe urbane L’Aleph di Napoli, L’alfabeto del mare e L’ombra della Gaiola, Perrella si muove in quella che si potrebbe definire una “promenade literature”, creando connessioni tra le differenti realtà di Napoli—caratterizzata dall’alto e dal basso—attraverso influenze che vanno da Jorge Luis Borges sino a Italo Calvino e Gilles Deleuze.
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Manivit, Jean-Michel. "Donatella Calabi, ll mercato e la città. Piazze, strade, architetture d'Europa in età moderna, Venise, Marsilio, 1993, 270 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 52, no. 5 (October 1997): 1187–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900048307.

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Montègre, Gilles. "Maria Antonietta Visceglia. La città rituale. Roma e le sue cerimonie in età moderna. Rome, Viella, 2002, 335 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 59, no. 4 (August 2004): 871–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900019892.

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Lukehart, Peter M. "Andrea Caracausi . Dentro la bottega: Culture del lavoro in una città d'età moderna. Venice : Marsilio . 2008 . Pp. 271. €26.00." American Historical Review 114, no. 5 (December 2009): 1561–62. http://dx.doi.org/10.1086/ahr.114.5.1561.

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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 20, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10266.

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Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 22, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10294.

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Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Duszyński, Wojciech, and Bartosz Jan Kołoczek. "Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale." Classica Cracoviensia 22 (October 29, 2020): 47–77. http://dx.doi.org/10.12797/cc.20.2019.22.02.

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Abstract:
Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale Ificrate di Atene (c. 420 – c. 350 a.C.) è un comandante militare greco che sembra essere un esempio di una figura famosa nell’antichità, ma quasi completamente dimenticata nei tempi successivi. Ha ricoperto più volte l’incarico di stratega nella sua città natale e nel 390 ha vinto gli Spartani nella battaglia di Lecheo. È stato condottiero al servizio dei sovrani traci e del re di Persia. Molto probabilmente ha apportato innovazioni negli armamenti di fanteria: conosciute come “la riforma di Ificrate”. La sua fama è andata ben oltre il mondo greco, come dimostrano i riferimenti conservati nella letteratura latina, sovente molto utili per la ricostruzione della sua biografia. Pertanto, l’Ateniese apparteneva ai personaggi piuttosto noti tra i Romani, che probabilmente attirarono l’attenzione su aspetti notevolmente diversi dal suo ritratto nelle fonti greche. I riferimenti sorprendenti su Ificrate si trovano anche nella letteratura moderna (sia neo–latina, che sviluppata in lingue nazionali). Lo scopo di que to articolo è quello di identificare quegli elementi della biografia del comandante ateniese, che erano di particolare interesse per gli autori latini e moderni basati sulla antica letteratura latina, di determinare le fonti che hanno usato e specificare le ragioni del loro fascino.
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Bresc, Henri. "Marco Moroni Nel medio Adriatico. Risorse, traffici, città fra basso Medioevo ed età moderna Naples, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012, 401 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 69, no. 03 (September 2014): 808–10. http://dx.doi.org/10.1353/ahs.2014.0153.

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Setaro, Paola. "Una città in fermento. Gli intellettuali napoletani e il ruolo del viceré Francisco de Benavides, IX conte di Santisteban (1688-1696)." Pedralbes. Revista d'Història Moderna 41 (December 21, 2021): 255–98. http://dx.doi.org/10.1344/pedralbes2021.41.8.

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Abstract:
Aquest treball se centra en la renovació cultural de Nàpols els últims anys del segle XVII, en particular en la relació que s’estableix entre cultura i vida civil. Es perfila la posició que assumeix Francisco de Benavides, virrei a Nàpols del 1688 al 1696, en la llarga i complicada polèmica anticurial, a través de la defensa de la filosofia moderna professada pels membres de l’anomenada Acadèmia dels Investiganti, especialment Francesco d’Andrea i Giuseppe Valletta. El virrei no només va freqüentar assíduament la riquíssima biblioteca de Giuseppe Valletta, sinó que va defensar Francesco d’Andrea d’algunes acusacions injustes.Unes cartes, conservades a la seu toledana de l’Arxiu Ducal de Medinaceli i fins ara inèdites, entre el virrei, el secretari espanyol Manuel Francisco de Lira, el president del Sacre Regio Consell Feliç de Lanzina i Ulloa i el regent del Collateral Diego Sòria de Morales, són un testimoni de la difícil paràbola política de D’Andrea i destaquen el suport que li va oferir Benavides.
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Carlucci, Claudia, Maria Anna De Lucia Brolli, Simon Keay, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of the Faliscan settlement at Vignale, Falerii Veteres (province of Viterbo)." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 39–121. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003524.

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Abstract:
UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DELL'INSEDIAMENTO FALISCO A VIGNALE, FALERII VETERES (PROVINCIA DI VITERBO)L'articolo presenta i risultati di una ricognizione geofisica condotta a Vignale nel 2001–2 come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. Il sito costituisce una parte importante dell'insediamento topograficamente complesso di Falerii Veteres (moderna Civita Castellana) nella provincia di Viterbo. Il sito ebbe una lunga e complessa occupazione che si estese dall'età del bronzo al basso medioevo, benché il suo principale periodo di vita sia stato l'età del ferro.Le caratteristiche di questo sito particolare necessitavano di una ricognizione topografica dettagliata, associata all'uso della magnetometria, della resistività e di un programma di campionatura geochimica. I risultati di simili approcci hanno gettato nuova luce sull'organizzazione spaziale del pianoro di Vignale. Inoltre, i dati sono stati integrati con quelli raccolti in passato sulla stessa Vignale da Raniero Mengarelli tra il 1895 e il gennaio del 1896. Le evidenze emerse, insieme al riesame delle terrecotte raccolte sul sito, suggeriscono che a Vignale si trovasse uno dei santuari falisci principali di Falerii Veteres e che esso si sia sviluppato tra il V e il III secolo a.C.
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Russo, Gianluca. "Un robusto apparato di segni. Quattrocento fiorentino e costruzione della sovranità. Rappresentazioni e linguaggi." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 39–77. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19250.

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Abstract:
Ispirato alle ricerche di Riccardo Fubini e alla sua proposta interpretativa e di metodo, originale e spesso alternativa al dibattito storiografico recente sui percorsi italiani alla statualità fra tardo Medioevo e prima età moderna, il saggio elegge il Quattrocento fiorentino a caso di studio e ne ripercorre il suggestivo itinerario di costruzione della sovranità, non tanto nel senso di prassi e concreto governo del territorio, quanto di una forma alta di legittimità del potere, capace di rendere Firenze sempre meno debitrice verso il riconoscimento delle due entità universali (sovrane per il Medioevo) di Chiesa e Impero. Prediligendo dunque il piano delle rappresentazioni e dell’elaborazione politico-giuridica, la sovranità di Firenze città dominante viene ripercorsa proponendo una rassegna dei suoi segni: tangibili, come ad esempio le celebri Pandette pisane, o carsici, come certe strategie penali in via di egemonizzazione gravitanti intorno al nesso maiestas/crimen laesae maiestatis. A itinerario tracciato sarà, forse, possibile domandarsi se – al di là del caso specifico – il tempo quattrocentesco abbia ancora molto da dire, ora che una singolare vicenda giudiziaria italiana oggetto di un recente studio parrebbe riesumare le antiche vestigia maiestatiche, quasi a segnare l’epifania di un potere sovrano postmoderno dai tratti inconsueti.
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Maitte, Corine. "Andrea Caracausi, Dentro la bottega. Culture del lavoro in una città d'età moderna, Venezia, Marsilio, 2008, 271 p., ISBN 978-88-317-95112." Revue d’histoire moderne et contemporaine 57-2, no. 2 (2010): 238. http://dx.doi.org/10.3917/rhmc.572.0238.

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Bernhardt, Elizabeth. "Il lavoro delle donne nelle città dell’Europa moderna. Anna Bellavitis. Storia delle donne e di genere 6. Rome: Viella, 2016. 248 pp. €26." Renaissance Quarterly 71, no. 2 (2018): 704–6. http://dx.doi.org/10.1086/699063.

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Bruun, Christer. "Frontinus, Pope Paul V and the Aqua Alsietina/Traiana confusion." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 299–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001847.

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Abstract:
FRONTINO, PAPA PAOLO V E LA CONFUSIONE TRA AQUA ALSIETINA E TRAIANAL'iscrizione sulla Fontana dell'Acqua Paola del Gianicolo, a Roma, contiene un errore significativo. Secondo l'iscrizione, infatti, Papa Paolo V ristorò l'acquedotto augusteo dell'Aqua Alsietina, mentre in realtà i suoi ingegneri usarono l'Aqua Traiana per migliorare il rifornimento idrico della città (c. 1610). Questo errore non è semplicemente casuale. L'amministrazione papale era a conoscenza della presenza dell'Aqua Alsietina sulla sponda destra del Tevere dal trattato De aquae ductu urbis Romae di Frontino, ma non sapeva che i Romani avevano costruito anche un altro acquedotto sulla stessa sponda, poiché questo non veniva invece menzionato da Frontino. In questo articolo si sostiene che Frontino († c. 100 d.C.) doveva essere universalmente conosciuto tra gli ingegneri idraulici e gli amministratori delle risorse idriche in età rinascimentale e barocca (come Vitruvio tra gli architetti). La ‘riscoperta’ moderna dell'Aqua Traiana non avvenne che nel 1680 con Raffaele Fabretti, che fece uso di fonti antiche disponibili anche alla cancelleria di Paolo V, se solo fossero state condotte altre ricerche oltre Frontino. Furono necessari altri 150 anni prima che le conclusioni di Fabretti divennero generalmente note. Per la prima volta, inoltre, questo articolo prende in esame tutta l'evidenza antica e medievale in cui viene nominata l'Aqua Traiana.
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Forclaz, Bertrand. "Maria Antonietta Visceglia, La città rituale. Roma e le sue cerimonie in età moderna, Roma, Viella, 2002 (La corte dei papi, 8), 335 p." Histoire urbaine 7, no. 1 (2003): 242. http://dx.doi.org/10.3917/rhu.007.0242.

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MINIATI, MARA. "AMELIO FARA, Il sistema e la città. Architettura fortificata dell'Europa moderna dai trattati alle realizzazioni 1464-1794. Genova, Sagep Editrice 1989, 267 pp., fig." Nuncius 5, no. 1 (1990): 317–18. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x01038.

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Absalom, Roger. "Dentro la bottega. Culture del lavoro in una città d'età moderna by Andrea Caracausi, Venice, Marsilio Editori, 2008, 271 pp., €26.00, ISBN 978-88-317-95112." Modern Italy 15, no. 2 (May 2010): 238–39. http://dx.doi.org/10.1080/13532941003701690.

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Iglesias Rodríguez, Juan José. "Calabrese, Maria Concetta, Figli della città. Consoli genovesi a Messina in età moderna, Milán, Franco Angeli, 2018, 186 pp. ISBN: 978-88-917-7816-1. 24€." Memoria y Civilización 21 (November 1, 2018): 822–23. http://dx.doi.org/10.15581/001.21.35227.

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Tejero, Eloy. "VV. AA., Catedrale, città e contado tra Medioevo ed età moderna. «Atti del Seminario di Studi», Modena, 15 - 16 novembre 1985, a cura di G. Santini, Dott. A. Giuffrè Editore, Milano 1990, 210 pp." Ius Canonicum 34, no. 68 (February 6, 2018): 742–50. http://dx.doi.org/10.15581/016.34.17782.

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Artigas, M. "Thomas F. TORRANCE, Senso del divino e scienza moderna, traducción e introducción de Giuseppe del Re, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, 395 pp., 16 x 23,5." Scripta Theologica 24, no. 3 (February 20, 2018): 1065–68. http://dx.doi.org/10.15581/006.24.17862.

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Rossi, Paolo L. "Reviews : Donatella Calabi, Il mercato e la città: Piazze, strade, architetture d'Europa in età moderna, Venice, Marsilio, ISBN 88-317-5833-9, 1993; 270 pp., 120 illus.; Lire 48.000." European History Quarterly 27, no. 2 (April 1997): 257–59. http://dx.doi.org/10.1177/026569149702700205.

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Rinne, Katherine Wentworth. "Hydraulic infrastructure and urbanism in early modern Rome." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003020.

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Abstract:
INFRASTRUTTURE IDRAULICHE E URBANISMO AGLI INIZI DELLA ROMA MODERNATra il 1570 e il 1620, Roma fu trasformata da una città essenzialmente medievale in una città barocca. Durante questo periodo, papi, cardinali e altri cittadini infiuenti restaurarono antichi acquedotti e costruirono nuove fontane con l'intento di usare le infrastrutture idriche come strumento per riportare Roma alla sua antica grandezza, solidificare il prestigio papale, cambiare l'assetto urbano esistente, stimolare lo sviluppo economico e accrescere la salute pubblica. Tre acquedotti a caduta furono costruiti per servire Roma: l'Acqua Vergine (1562–70), l'Acqua Felice (1585–7) e l'Acqua Paola (1607–12). Dopo un migliaio di anni di risorse limitate Roma fu rifornita di acqua e dal 1625 fu dotata di 80 nuove fontane pubbliche. In questo articolo tratterò queste fontane al fine di dimostrare come lo sviluppo urbano fu ottimizzato nelle aree in cui l'acqua poté essere distribuita. Si dimostrerà che le fontane erano molto più che ornamenti urbani; esse erano realmente le strutture più visivamente prominenti di un nuovo, benché perlopiù nascosto, ordine fisico, costruito sopra un sistema integrato di infrastrutture idriche che includeva acquedotti, condotti, distribuzione di cisterne e cloache, che nell'insieme verranno discusse in questa sede. Tale ordine esisteva in proporzione nelle vicinanze e nella città in quanto l'infrastruttura idrica forniva un'armatura per organizzare e effettivamente controllare lo spazio pubblico, forse per la prima volta dall'antichità.
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di Gennaro, Francesco, Orlando Cerasuolo, Cecilia Colonna, Ulla Rajala, Simon Stoddart, and Nicholas Whitehead. "Recent Research on the City and Territory of Nepi (VT)." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 29–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002105.

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Abstract:
NUOVE RICERCHE SULLA CITTÀ E IL TERRITORIO DI NEPI (VT)In questo articolo si rendono noti i risultati dei lavori nella città e nel territorio di Nepi (VT). Vengono dati un resoconto ccmpleto dei reperti di superficie rinvenuti da Torre Stoppa e da Il Pizzo, datati all'età del bronzo, e la relazione finale del piccolo scavo vicino San Tolomeo, dentro la stessa città, che ha riportaio alia luce un mosaico di prima eta imperiale. Vengono inoltre presentate altre due relazioni in forma preliminare. La prima fornisce uno schema della sequenza stratigrafica dello scavo dell'area compresa tra il palazzo vescovile e la cattedrale di Nepi, una serie di stratificazioni che va dal settimo secolo a.C. fino al periodo moderno, con un resoconto più accurato del deposito del quinto—quarto secolo. Viene inoltre fornita una relazione preliminare delle recenti indagini sistematiche del territorio di Nepi. In conclusione viene presentato un modello per lo sviluppo del territorio e della topografla della città di Nepi dall'età del bronzo fino al periodo tardo romano.
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Pasini, Roberto. "Continuità e discontinuità tra ordinamenti spaziali e regimi sociopolitici nel Paseo de la Reforma e nel Messico." CRIOS, no. 23 (October 2022): 28–41. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023004.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce trasformazioni spaziali che si registrano nella struttura urbana di Parigi tra la Rivoluzione francese e la Comune mettendole in relazione con la successione dei regimi che governano la città e il paese nello stesso periodo. Si stabilisce così un modello inter- pretativo replicabile applicato alle trasformazioni spaziali che consolidano l'asse urbano del Paseo de la Reforma della Città del Messico in relazione alla successione d i governi e regimi tra Segundo Imperio e dictadura porfiriana. L'analisi è poi estesa all'evoluzione territoriale del paese tracciando un sintetico profilo dalle origini precolombiane fino alla costituzione dello stato nazionale moderno. Momenti di continuità e discontinuità degli ordinamenti spaziali sono identificati in relazione alle continuità e discontinuità dei regimi sociopolitici che si susseguono. L'articolo traccia infine conclusioni in merito alla manifestazione di aspirazioni transstoriche capaci di consolidarsi nello spazio di luoghi, città e territori utilizzando nel corso del tempo lo strumento di regimi apparentemente opposti.
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Barzaghi, Ilaria M. P. "Milano 1881: l'Esposizione industriale nazionale, la cittŕ, la vita moderna." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (September 2012): 49–68. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-003004.

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Abstract:
L'Esposizione industriale nazionale di Milano del 1881 venne realizzata a vent'anni dall'Unitŕ d'Italia, per affermare un modello di sviluppo in grado di trasformare l'Italia in un paese industriale moderno. Milano č la sede elettiva di questo evento in quanto autentico laboratorio della modernitŕ del paese. In Italia la modernitŕ, che viene prevalentemente testimoniata nell'Esposizione milanese del 1881 e rappresentata soprattutto sui mezzi di comunicazione non specialistici, ha eminentemente a che fare con le "immagini della vita moderna" (ovvero urbana) di matrice baudelairiana, piů che con l'esaltazione del progresso scientifico e tecnico, segnatamente industriale e meccanico.
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Birolli, Viviana. "Antonio Sant’Elia et La Città Nuova : représenter la ville moderne." Livraisons d'histoire de l'architecture, no. 32 (December 31, 2016): 89–104. http://dx.doi.org/10.4000/lha.641.

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Meneghini, Roberto. "L’Arco di Traiano partico nel Medioevo." Veleia, no. 35 (June 13, 2018): 179. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.19539.

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Abstract:
L’ipotesi dell’esistenza di un arco dedicato a Traiano Partico in corrispondenza del settore meridionale di palazzo Valentini, ora della Provincia o Città Metropolitana di Roma, sembra imporre una revisione dei dati medioevali e moderni a nostra disposizione relativi alla presenza di più di un arco in questa zona.
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Zanlungo, Claudia. "Paesaggi urbani sull'Elba. la ricostruzione di Magdeburgo e Dresda." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 87–119. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129004.

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Abstract:
Le cittŕ di Dresda e Magdeburgo, insieme a poche altre, rappresentano casi eccezionali in cui, nella ricostruzione postbellica, la Repubblica democratica non mise in scena il suo rifiuto della storia. Probabilmente, per via della fama acquisita nel tempo, di cittŕ caratterizzate dalle atmosfere affascinanti dei loro paesaggi urbani, gli sforzi, nei due casi, furono rivolti alla conservazione e la ricostruzione degli "accenti architettonici" e delle "dominanti urbane" storiche, con lo scopo di restituire a queste cittŕ il loromonumentale di valore nazionale e con l'intenzione di includervi, in maniera armoniosa sia da un punto di vista urbanistico che sociale, le nuove costruzioni secondo le piů moderne concezioni di sviluppo della cittŕ, della nazione e della societŕ socialiste. Nei due casi, dunque, lungi dal risolversi con un completo rinnovamento urbano, la ricostruzione rimase legata al ricordo dell'immagine urbana storica e all'effetto che i monumenti, come testimonianze del passato e spesso come simboli urbani, potevano avere sullofuturo, quasi a volere ricostruire con essi non solo la forma ma anche l'identitŕ e ildella cittŕ.
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Correa, L. M., and D. J. N. M. Chalhub. "COMPARISON BETWEEN SINGLE AND DOUBLE INTEGRAL TRANSFORMATION SOLUTIONS OF HEAT CONDUCTION IN SOLID-STATE ELECTRONICS." Revista de Engenharia Térmica 18, no. 2 (December 16, 2019): 62. http://dx.doi.org/10.5380/reterm.v18i2.70795.

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Abstract:
The design of modern electronic devices has been dealing with challenges on thermal control. In this work, it is proposed two different ways of modeling the temperature field in Solid State Electronics (SSE) using integral transforms, with several heat generations in the domain of the microchip and external convection. Two proposed approaches solve the heat conduction formulation on the SSE using the Classical Integral Transform Technique (CITT): One performing a single transformation (CITT-ST) and the other performing a double transformation (CITT-DT). Both methodologies are compared and achieved similar results. The simpler analytical solution by CITT-DT contrasts with a complex and cumbersome analytical manipulation of CITT-ST. The results show that CITT-ST is more efficient to obtain the solution, requiring a lower truncation order, for the problem of heat conduction in Solid State Electronics even though it has a more complex formulation.
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Gasparini, Alberto. "Editoriale. Muri che dividono, muri che uniscono. La pace nella fusione, la pace nella separazione." FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003002.

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Abstract:
L'Autore sviluppa un'analisi dei muri, sia nei loro aspetti negativi che positivi e nei loro rapporti con il confine. Apre il discorso sul confine estroverso e il confine introverso, e piů in particolare analizza alcuni caratteri specifici del muro che divide. Confine e muro vengono poi considerati nelle loro dimensioni storiche: nello stato feudale e nelle cittŕ-stato, nello stato nazionale, nel confine dell'Impero come fine del mondo, nella comunitŕ tradizionale, nello stato moderno e nella modernitŕ, entro gli stati moderni. Inoltre vengono considerati i confini e i muri tra le organizzazioni. Infine l'Autore considera la pace che puň venire dai muri e dai confini; la pace nella fusione e la pace nella separazione.
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Salanitro, Maria. "La difficile "ars" epigrammatica di Marziale." Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos 39, no. 1 (June 26, 2019): 29–41. http://dx.doi.org/10.5209/cfcl.64890.

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Abstract:
Marziale è un epigrammista molto acuto e la sua raffinata arguzia, unita alla sinteticità dello stile, può trarre in inganno i moderni interpreti. Così le traduzioni che rivelano, senza possibilità di dubbio, le interpretazioni, si trasformano in un tradimento nei confronti del poeta. Questo accade nel gruppo di epigrammi del decimo libro in cui il poeta annuncia ai suoi lettori l’intenzione di ritornare a Bilbilis, la città spagnola in cui era nato. Particolarmente sorprendenti sono gli errori di interpretazione di 10.37 e 10.104.
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Muto, Giovanni. "Le tante cittŕ di una capitale: Napoli nella prima etŕ moderna." STORIA URBANA, no. 123 (October 2009): 19–54. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-123002.

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Abstract:
- The many cities of a capital: Naples in early modern history History of Naples (16th-17th cent.) Spanish presence in Naples (16th-17th cent.) Neapolitan civic administration Neapolitan aristocracy Spanish viceroys in Naples Naples represents an interesting case study within the context of Spanish territories in Italy. More than elsewhere, in Naples the orders issued in Madrid, and carried by the viceroys, needed to be negotiated with the prerogative of the local authorities, aristocracy in particular. During Spanish domination important works were made not only to improve city conditions, but also to ensure security and visibility to Spanish power. The demographic growth, the afflux of nobles from the rest of the Kingdom, the increasing number of ecclesiastics were all factors that concurred to increase in Naples conflicts and tensions, in which local institutions, both civic and ecclesiastical, played an important role.
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Martinat, Monica. "Il Consolato e l'Annona. La gestione dell'approvvigionamento alimentare a Lione in etŕ moderna: tra interessi particolari e pubblica utilitŕ." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 95–113. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134006.

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Abstract:
Approvvigionamento Lione, secc. XVI-XVIII Mercato Storia urbana L'articolo analizza il sistema di rifornimento cerealicolo e di gestione del mercato del grano adottato dalle autoritŕ lionesi nel corso del Seicento. Le tappe della faticosa costruzione di tale sistema, che comporta regole specifiche relative all'acquisto e allo smercio di grano in cittŕ, e la messa a punto di un particolare sistema di stoccaggio di grani pubblici, sono messe in relazione con il dibattito relativo alle questioni annonarie che si svolge in parallelo e che coinvolge tanto i poteri locali quanto i poteri economici della cittŕ. Le discussioni che qui si sviluppano intorno alla soluzione della «questione annonaria» permettono infatti di mettere in luce temi e argomenti, nonché pratiche politiche specifiche individuate dall'élite mercantile e destinate a modellare piů profondamente rapporti sociali e politici piů larghi. Se l'Annona č una necessitŕ politica, č perň anche un'opportunitŕ per far fruttare risorse private e pubbliche di cui i gruppi dirigenti - che troppo si confondono con le gerarchie economiche - non intendono privarsi.
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Treccani, Gian Paolo. "Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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Abstract:
All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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Burroughs, Charles, and Amelio Fara. "Leonardo a Piombino e l'idea della citta moderna tra quattro e cinquecento." Sixteenth Century Journal 31, no. 3 (2000): 860. http://dx.doi.org/10.2307/2671125.

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PIZZOLATO, NICOLA. "‘I Terroni in Città’: Revisiting Southern Migrants’ Militancy in Turin's ‘Hot Autumn’." Contemporary European History 21, no. 4 (September 20, 2012): 619–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0960777312000409.

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Abstract:
AbstractThis article proposes a revision of the predominant view of southern Italians during the ‘Hot Autumn’ of 1969 in Turin, one of the most remarkable moments of working-class mobilisation in modern European history. The representation of southern Italians as ‘primitive rebels’ and ‘spontaneous’ radicals has its roots in an earlier notion of southerners as social deviants and has obscured a much more complex historical reality. This image, endorsed by historians and popularised in fictional accounts, contradicts contemporary evidence which points to southerners’ singular mix of radicalism and conservatism, resistance and integration.
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Hernández González, Mª Belén. "EL PENSAMIENTO DE MARÍA ZAMBRANO TRADUCIDO EN ITALIA." TRANSFER 17, no. 1-2 (December 28, 2021): 161–84. http://dx.doi.org/10.1344/transfer.2022.17.161-184.

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Abstract:
María Zambrano residió en Roma durante la segunda parte de su exilio, entre 1953 y 1964, junto a un nutrido grupo de escritores españoles republicanos que encontraron acogida en Italia al tiempo que promovían en la ciudad eterna organismos internacionales como la FAO. Elena Croce introdujo a Zambrano en los círculos literarios italianos y juntas promovieron la cultura española desde la tribuna de distintas y editoriales. Así, el ensayo de la filósofa Spagna: pensiero, poesia e una città (Florencia, 1964) fue editado directamente en italiano. En estas páginas afrontamos la particular traducción e intratraducción del pensamiento de María Zambrano en Italia desde aquellos años hasta la actualidad, con especial atención a las modernas ediciones de Elena Laurenzi.
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