Dissertations / Theses on the topic 'Città moderna'

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Salvatori, Nicolo. "Architettura e forma urbana. L'isola di Cavezzo tra città storica e città moderna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8679/.

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VIALE, GIULIA. "Una moderna città per le masse di sciatori. Sestriere 1929-1975." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. http://hdl.handle.net/11583/2971990.

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BERNASCONI, EDOARDO LUIGI GIULIO. "Verso un'antica lingua moderna : la città Agadir e l'opera di Jean Francois Zevaco." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278704.

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ANGARANO, CLAUDIA. "L'ordine del vuoto. Principi di composizione per i luoghi collettivi della città moderna." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306106.

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Abstract:
Il vuoto è un tema difficile da precisare. Per la sua generalità e vastità esso può essere letto in modi diversi a seconda del piano da cui viene indagato. Questa tesi non guarda al problema sul piano concettuale e filosofico ma lo lega al problema della definizione dello spazio, e più precisamente dello spazio urbano quindi al valore che il vuoto assume nella sua costruzione. Infatti, questa è una ricerca sulla città. Il tema così assunto riguarda la costruzione dei suoi luoghi più che delle singole architetture, secondo l’idea che architettura e città siano unite da un legame profondo per cui ogni architettura – anche un piccolo edificio – debba essere in grado di restituire rapporti di senso con la città, rispetto al luogo in cui si colloca e al luogo che costruirà con la sua presenza. Nello specifico, la ricerca riguarda i modi di costruzione possibili per i luoghi collettivi della città moderna, intesi come cosa urbana per eccellenza. Luoghi in cui la città in maggior misura rappresenta se stessa, e in cui – analogamente a quanto accade nelle piazze della città storica – l’architettura della città si mette in scena. Al fine di precisare il tema, attingere dal materiale della storia, rimandando le questioni affrontate alla concretezza delle opere, è stato un passaggio necessario. Tuttavia, parlare ancora di piazza in relazione alla città moderna senza assumerne la variazione appare inappropriato. Nel riconoscimento di questa variazione, l’attenzione è rivolta al valore del vuoto, e nella definizione dei singoli luoghi e nella costruzione della città, inteso come possibile elemento d’ordine della struttura urbana. Nel suo darsi come discontinuità all’interno della forma della città moderna, il vuoto assume quel valore “intervallare” imprescindibile per vedere la città dall’interno e riconoscere i propri luoghi significativi. Una ricerca sul tema della costruzione dello spazio collettivo, per la sua ampiezza e generalità, affronta un problema così complesso da essere impossibile da sistematizzare all’interno di un insieme di regole prestabilite. Infatti questo studio non vuole avere la pretesa di essere affermativo di una regola, ma circoscrive il campo di indagine ad una idea, quella della costruzione di luoghi per vuoti attraverso il fare-spazio, nella misura in cui si ritiene che una riflessione sul tema proposto possa mettere in campo delle questioni universali poste dall’architettura e dalla città in ogni tempo, nella storia come nella contemporaneità. L’acropoli, l’agorà, il foro, il campo, le piazze delle città medievali o rinascimentali e barocche, cosa sono se non la costruzione dello spazio collettivo, in forme diverse e adeguate ai temi specifici e al tempo a cui si riferiscono? Nello scenario in cui, per diverse ragioni - dalla dispersione alla dismissione di ampie aree -, si pone il problema dei vuoti urbani, intesi come spazi senza qualità eppure occasione per definire nella città contemporanea senza misura i suoi luoghi centrali, il tema risulta estremamente rilevante. Il suo approfondimento procede attraverso l’analisi di alcuni progetti di Gianugo Polesello e Antonio Monestiroli, due esponenti delle scuole di Venezia e di Milano rispettivamente, che hanno avuto un ruolo importante all’interno della stagione italiana sugli studi urbani e che merita di tornare centrale all’interno del dibattito architettonico attuale. Le questioni che si sono presentate all’interno della tesi non hanno risposte univoche. I diversi modi di intendere il tema da parte dei due autori, con le conseguenti diverse declinazioni nei modi di definizione dello spazio urbano, sono eloquenti in questo senso. Eppure in questa forse solo apparente diversità c’è un tema comune che rappresenta la chiave di lettura di tutta la ricerca: la costruzione del vuoto e delle sue forme all’interno della città moderna.
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Crivellaro, Elisabetta <1995&gt. "Le città portuali del Mediterraneo: centri di approdo dell’immigrazione tra attenzione mediatica e dibattito pubblico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19096.

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Abstract:
The aim of this dissertation is to focus on the development of the global phenomenon of Free Ports linked to the phenomenon of migration in the Early Modern Age and in the present. Firstly, this work focuses on the historical context: it deals with the birth, the structure and the expansion of this new institution which spread in Italy, secondly in the Mediterranean and then worldwide, Significant examples of this phenomenon are the free ports of Livorno (1591) and Trieste (1719) which met not only an economic success, but also a cultural one. Secondly, this work will analyse the differences of the foreign communities in the free ports by making a significant comparison between the past and the current situation. Moreover, it will discuss the reasons why foreign merchants were positively accepted in foreign countries in the past and why, instead, nowadays there is a shared sense of refusal in the European citizens ’minds. Furthermore, it will explain why migrants try to land to Europe at all costs even risking to lose their lives and what the linking causes of mass migration are, due to the fact that this phenomenon has dramatically increased in recent years. However, the presence of refugees in Europe has positive effects, because migrants contribute to the increase of GDP (economic development) and they also avoid a rapid ageing of the population (demographic development). What is more, European countries have introduced many restrictive migration policies and created new systems of security to respond to this terrifying scenario, for example reinforcing or constructing new metal barriers. The third part deals with a journalistic and linguistic analysis of websites’ articles of the most important Italian newspapers and TV reports which provide a list of contradictory and opposite images and expressions against migrants. This study clearly reflects that these persuasive techniques diffuse dangerous conceptions and distortions of reality. In conclusion, many solutions and projects will be revealed to solve the problems of mass migration in the European ports. To this end, this work shows that it is essential that all the Euro-Mediterranean countries (not only Spain and Italy) should work together in order to find common integration policies and to improve the migrants’ quality level of life in Europe.
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Boschini, Alessia. "Ricostruire l'isolato: morfologia urbana e tipologia edilizia nella Bogotá moderna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Da anni le questioni relative ai centri storici sono divenute un tema di dibattito e discussione fondamentale in America Latina rappresentando un punto nodale di polemica sul tema della città. Il motivo di questa tendenza risiede principalmente nella compresenza e nel progressivo affermarsi di fenomeni sociali, economici e territoriali che hanno rivelato la questione portando alla luce tutte le controversie. È in questo panorama che si inserisce il Centro storico di Bogotá, che nelle ultime decadi ha subìto processi di deterioramento, perdita del patrimonio architettonico, degrado e cambi del profilo urbano come conseguenza dei rapidi processi di urbanizzazione e della conseguente comparsa di nuovi centri urbani. Il dislocamento delle funzioni tradizionali dal centro storico ai centri civici costruiti appositamente per concentrare gli uffici di governo, ha accentuato la condizione di marginalità di quest’ultimo. Con l’obiettivo di ristabilirne l’importanza e la gerarchia, per la ricerca in questione si è scelto di partire dal quesito lasciato aperto da Carlo Aymonino alla fine del suo libro Lo studio dei fenomeni urbani: “il rapporto tipologia-morfologia è ancora rintracciabile nella struttura urbana di una città che abbia subìto le trasformazioni dovute all’attuale espansione di settori socio-economici prima inesistenti? ” Indagando quindi, se il rapporto tra la morfologia urbana e la tipologia edilizia è ancora riscontrabile a Bogotá, attraverso questo studio si è cercato di dare delle soluzioni che mirassero alla scala metropolitana a densificare e limitare l’espansione periferica; alla scala urbana al ripristino e al rafforzamento dell’identità del centro storico collocando funzioni che garantiscano lo scambio continuo di beni e servizi; e alla scala locale a contribuire al rinnovamento urbano con un progetto che ricostruisca l’isolato superandone la frammentazione; intendendo questo come punto di connessione tra il singolo edificio e la città.
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Mazzon, Martino <1972&gt. "Il processo Onigo (Treviso, autunno 1592). Signori e sudditi in una città mediocre e nel suo distretto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18488.

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Abstract:
La tesi è dedicata a un’indagine sul ceto nobiliare del Trevigiano (e in particolare sugli appartenenti al Collegio dei Nobili di Treviso) fra fine ‘500 e inizi ‘600, un periodo cruciale anche nell’evoluzione del rapporto fra istituzioni centrali degli stati e gruppi e ceti del territorio. Si tratta di un’aristocrazia all’apparenza modesta, ma che presenta caratteri singolari, interessanti anche per la storia delle emozioni. L’analisi si concentra sulle dinamiche di inimicizia (o, meno precisamente, di faida), allora centrali nella vita dei ceti nobiliari (e non solo), nelle quali si evidenziano con chiarezza alcune specifiche caratteristiche dei nobili trevigiani. Si utilizza come caso di studio la vicenda di Leonello da Onigo (1567-1609), che fra 1592 e 1597 accumulò ben tre bandi capitali e perpetui da parte del supremo tribunale veneziano, il Consiglio dei Dieci, più uno del Luogotenente di Udine. La tesi comprende la trascrizione ed edizione di un processo per omicidio (1592) a carico di Leonello, istruito dal podestà di Treviso con la sua Corte, avendo ricevuto la delegazione dei Dieci all’utilizzo delle proprie specifiche e molto incisive facoltà (Rito). Il processo, conclusosi con uno dei bandi sopracitati, è uno dei pochissimi sopravvissuti fra quelli allora istruiti col Rito, e la vicenda ha un interesse speciale poiché, all’epoca, l’aspetto “giurisdizionale” era ancora determinante nel definire il rapporto fra potere centrale e sudditi.
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Farina, Arianna <1985&gt. "«La città più ornata di tutto il mondo» : facciate decorate a Roma fra XV e XVI secolo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8364.

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Abstract:
Il progetto si propone di indagare una diffusa pratica decorativa della Roma rinascimentale: l’uso cioè di dipingere le facciate di edifici civili del centro storico con apparati iconografici e tecniche variegate. La ricostruzione documentaria delle decorazioni dei prospetti, andati in gran parte perduti, andrà integrata con uno studio topografico, con documenti su modelli, genealogie e committenze per far luce su fenomeni e prospettive artistiche, storiche e macro-culturali ancora ‘aperte’ alla ricerca. Inoltre, si analizzeranno le possibilità di ripristino mnemonico e visivo di questo patrimonio: dalle fonti bibliografiche e iconografiche reperite alle possibilità offerte dalla nuove tecnologie applicate all'arte con i suoi molteplici strumenti.
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Tosi, Brandi Elisa <1971&gt. "Il sarto tra Medioevo e prima Età moderna a Bologna e in altre città dell’Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5079/1/TOSIBRANDI_ELISA_TESI.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di Elisa Tosi Brandi riguarda il mestiere del sarto nel basso Medioevo e si sviluppa utilizzando due prospettive differenti. Da un lato, infatti, si è deciso di seguire una tradizione di studi oramai consolidata, che privilegia l’indagine degli aspetti economici e politici, dall’altro si è scelto di non trascurare la storia dei prodotti degli artigiani. L’approccio utilizzato in questa tesi tiene insieme entrambe le prospettive di ricerca, tentando dunque di indagare i produttori e i prodotti così come le fasi e i metodi di lavoro. Ciò senza ignorare, da un lato, indagini di tipo politico, economico e sociale, poiché tali oggetti sono lo specchio della società che li ha ideati e creati e da cui non si può prescindere e, dall’altro, indagini di tipo tecnico, poiché gli oggetti sono rivelatori del complesso patrimonio di conoscenze artigianali. Partendo dal caso di studio della Società dei sarti della città di Bologna, la tesi di Elisa Tosi Brandi ricostruisce questo mestiere confrontando tra loro fonti inedite (statuti corporativi, matricole, estimi) e studi effettuati su altre aree italiane. La ricca documentazione conservata ha consentito di mettere in luce l’organizzazione di questo lavoro, di collocare abitazioni e botteghe nell’area del mercato e nel più ampio tessuto cittadino, di individuare i percorsi commerciali e di approvvigionamento. L’ultima parte della tesi offre l’analisi di alcune fonti materiali al fine di ricostruire le tecniche sartoriali medievali intrecciando tutte le fonti consultate: dai documenti scritti si passa pertanto agli abiti che offrono informazioni dirette sulle tecniche di taglio ed assemblaggio.
The work of Elisa Tosi Brandi concerns the tailor's craft in the late Middle Ages and it develops using two different perspectives. On the one hand, it was decided to follow a tradition of studies now consolidated, which gives priority to the investigation of economic and political aspects, on the other hand, it has chosen not to forget the history of the artisans products. The approach used in this thesis holds together both research perspectives, trying to investigate the manufacturers and products as well as the steps and methods of work. Starting from the case of study of the Tailor’s Guild in Bologna, the thesis of Elisa Tosi Brandi reconstructs this craft by comparing unpublished sources (statutes, matricole, estimi) and studies on other areas of Italy. The rich documentation preserved has allowed to highlight the organization of this work, to collocate houses and shops in the area of the market and in the broader fabric of the town, and to locate the commercial and supply routes. The last part of the thesis offers analysis of some materials sources in order to reconstruct the medieval tailoring techniques: from written records it goes therefore to the clothes that offer direct information on the techniques of cutting and assembling.
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Tosi, Brandi Elisa <1971&gt. "Il sarto tra Medioevo e prima Età moderna a Bologna e in altre città dell’Emilia Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5079/.

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Abstract:
Il lavoro di Elisa Tosi Brandi riguarda il mestiere del sarto nel basso Medioevo e si sviluppa utilizzando due prospettive differenti. Da un lato, infatti, si è deciso di seguire una tradizione di studi oramai consolidata, che privilegia l’indagine degli aspetti economici e politici, dall’altro si è scelto di non trascurare la storia dei prodotti degli artigiani. L’approccio utilizzato in questa tesi tiene insieme entrambe le prospettive di ricerca, tentando dunque di indagare i produttori e i prodotti così come le fasi e i metodi di lavoro. Ciò senza ignorare, da un lato, indagini di tipo politico, economico e sociale, poiché tali oggetti sono lo specchio della società che li ha ideati e creati e da cui non si può prescindere e, dall’altro, indagini di tipo tecnico, poiché gli oggetti sono rivelatori del complesso patrimonio di conoscenze artigianali. Partendo dal caso di studio della Società dei sarti della città di Bologna, la tesi di Elisa Tosi Brandi ricostruisce questo mestiere confrontando tra loro fonti inedite (statuti corporativi, matricole, estimi) e studi effettuati su altre aree italiane. La ricca documentazione conservata ha consentito di mettere in luce l’organizzazione di questo lavoro, di collocare abitazioni e botteghe nell’area del mercato e nel più ampio tessuto cittadino, di individuare i percorsi commerciali e di approvvigionamento. L’ultima parte della tesi offre l’analisi di alcune fonti materiali al fine di ricostruire le tecniche sartoriali medievali intrecciando tutte le fonti consultate: dai documenti scritti si passa pertanto agli abiti che offrono informazioni dirette sulle tecniche di taglio ed assemblaggio.
The work of Elisa Tosi Brandi concerns the tailor's craft in the late Middle Ages and it develops using two different perspectives. On the one hand, it was decided to follow a tradition of studies now consolidated, which gives priority to the investigation of economic and political aspects, on the other hand, it has chosen not to forget the history of the artisans products. The approach used in this thesis holds together both research perspectives, trying to investigate the manufacturers and products as well as the steps and methods of work. Starting from the case of study of the Tailor’s Guild in Bologna, the thesis of Elisa Tosi Brandi reconstructs this craft by comparing unpublished sources (statutes, matricole, estimi) and studies on other areas of Italy. The rich documentation preserved has allowed to highlight the organization of this work, to collocate houses and shops in the area of the market and in the broader fabric of the town, and to locate the commercial and supply routes. The last part of the thesis offers analysis of some materials sources in order to reconstruct the medieval tailoring techniques: from written records it goes therefore to the clothes that offer direct information on the techniques of cutting and assembling.
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Vilain, Michelle <1991&gt. "La decorazione pittorica del soffitto dell’oratorio dei ‘Rossi’: uno sguardo all'arte locale di Chioggia, una piccola città lagunare dai grandi capolavori artistici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10428.

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Abstract:
Il corpo centrale della tesi tratterà in modo approfondito la pagina pittorica del soffitto dell’oratorio della Chiesa della Santissima Trinità di Chioggia i cui dipinti, che appartengono alla fine del 1500 e inizi del 1600, raffigurano i misteri principali della fede cristiana. Si procederà, dapprima, con la contestualizzazione di tali dipinti attraverso una panoramica che tratterà brevemente dell’apparato decorativo di Chiesa e Sacrestia a cui seguirà una descrizione sui vari artisti che contribuirono alla realizzazione dei dipinti della sala oratoriale con una sorta di breve monografia che presterà particolare attenzione ai fatti e agli aspetti salienti in cui furono coinvolti, per poi spostarsi sul tema principale del capitolo, il ciclo pittorico del soffitto. Vi sarà un capitolo dedicato alla città di Chioggia, contesto nel quale fu edificato il complesso della Trasfigurazione un insieme di arte, storia e cultura, a cui seguirà un capitolo sulla confraternita del Santissimo Crocifisso dei Battuti grazie alla quale venne realizzata la chiesa come propria sede in onore della Santissima Trinità e del Salvatore e un capitolo che tratterà l’edificazione del complesso chiesastico: chiesa, oratorio e sacrestia a cui seguirà una breve trattazione sull’ultimo grande restauro a cui furono sottoposte le varie sale. Infine l’ultimo capitolo verterà sull'ambito gestionale, organizzativo ed economico della chiesa-pinacoteca in relazione alla mostra organizzata in occasione del primo centenario dalla morte di Aristide Naccari un artista locale, di cui una parte di disegni e opere vennero esposte nelle sale della SS. Trinità. Lo studio, risultato di una attenta analisi e consultazione di testi e documenti d’archivio, sarà dunque un connubio tra ramo storico, artistico, gestionale ed economico.
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Carminati, Erika Ottavia. "Rituali e cerimoniali civici nella Terraferma veneziana. Il caso della città di Bergamo (secc. XVII-XVIII)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424829.

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Abstract:
The present thesis investigates the ritual and the ceremonial dimension of an urban reality of the Venetian Mainland: the city of Bergamo. The point of departure of the analysis is constituted by the “Book of the Ceremonials” compiled by the chancellors starting from the end of the XVII century. The investigation follows three directives: the first one considers the defining aspects of the cultural and ritual identity of the City of Bergamo and it has for objective to reconstruct the festive civic calendar and to investigate some of the more recurrent ritual occasions in their socio-political implications. The second one aims to individualize the uses and the functions of the public devotional rituality during the XVIII century and to reconstruct some disputes which arose between the ecclesiastical institution and the City in the management of the "immaterial patrimony". Finally, the third one, intends to clarify the cultural and political relationship between the civic institution and the republican one: for this purpose, some of the principal ceremonies that were constituted around the “Rectors” are considered, such as the ceremonials entrances and exits from the City, the ceremonies of baptism of their children, the elections to the "patronage", as well as the cases in which some of these ceremonies were disturbed in order to express contestatory positions.
La presente tesi indaga la dimensione rituale e cerimoniale di una realtà urbana della Terraferma veneziana: la città di Bergamo. Il punto di partenza dell’analisi è costituito dal "Libro de’ Cerimoniali" della città, redatto dai cancellieri bergamaschi a partire dalla fine del secolo XVII. L’analisi viene quindi condotta secondo tre direttive, tra di esse intrecciate. La prima considera gli aspetti definenti l’identità culturale e rituale della Città di Bergamo e ha per obiettivo quello di ricostruire il calendario civico festivo e quello di indagare alcune delle occasioni rituali più frequenti, nelle loro implicazioni sociopolitiche. La seconda, invece, mira ad individuare gli usi e le funzioni della ritualità devozionale- pubblica e collettiva - durante il secolo XVIII, ricostruendo alcune delle vicende concorrenziali sorte tra l’istituzione ecclesiastica e quella municipale nella gestione del “patrimonio immateriale” cittadino. La terza, infine, intende chiarire la relazione politico- culturale dispiegatasi tra l’istituzione civica bergamasca e quella repubblicana. A tale scopo, si prendono in considerazione alcune delle cerimonie principali che si costituirono attorno ai Rettori di Terraferma, quali le entrate e le uscite cerimoniali dalla Città, le cerimonie di battesimo dei loro figli, le elezioni al “patronato”, nonché i casi in cui alcune di queste cerimonie furono alterate in funzione dell’espressione di istanze contrarie o contestatorie.
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RUBELLO, Noemi. "Il re, il papa, la città. Francesco I e Leone X a Bologna nel dicembre del 1515." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389466.

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Abstract:
This research focuses on the meeting between Pope Leo X and Francis I, King of France in December 1515 in Bologna. The event sets in a very critical moment for Italy’s fate – France won the battle of Marignano (13 and 14 September 1515). This battle was one of the most cruel ones during a long period of wars (1494-1559) in which Italy was a battlefield for the fights between French and Spanish monarchies. Our purpose is to reconstruct - by a thorough analysis - the short stay in Bologna of both King Francis I and the Pope and the context in which it set. This context is not just political and diplomatic, but also ceremonial and logistical. We tried to analyse thoroughly the way in which the city of Bologna managed to respond to such an important and sensitive occurrence, both for the economy of the city and for the political internal stability. The first fifteen years of XVI Century were actually crucial for Bologna’s history. Despite the fact that Pope Julius II expelled the historical Bentivoglio family in 1506 so that the Papal States could rule over the city, the Bentivoglio family managed to govern again the city for a short period between May 1511 and June 1512. When in 1513 Giovanni de’ Medici became Pope Leo X the process of political and institutional stabilisation began, in the form of a mixed government – the power of the papal legate coexisted with the one of public offices. In December 1515 Pope Leo X visited officially Bologna for the first time and this fact was the opportunity to solve the matter of Bentivoglio’s family readmission, after three years of indecision. One of the most remarkable episodes connected with the meeting was the ritual of the ‘touch’ of the scrofula. In fact, during his first trip to Italy, the young Valois used the healing power, that was attributed to the French kings, three times: on October 31st and November 3rd in Vigevano, near Milan, when the negotiations to meet the Pope were still underway, and on December 15th, his last day of stay in Bologna. As a result, the most popular element of the sacredness of the French monarchy ended up merging with the exotic political context of the Italian wars.
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Peretti, Veronica <1996&gt. "Sguardi sulla “città moderna non identificata” tra arte, architettura e società. Brescia fotografata da Gabriele Basilico e Dan Graham." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19385.

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Abstract:
La riflessione circa la dilatazione dello spazio, già a partire dai Futuristi e dai Dadaisti, assume un ruolo cruciale nel corso del Novecento, per poi diventare punto chiave delle ricerche artistiche a partire dagli anni Sessanta. In un contesto di democratizzazione dell’arte, gli artisti tendono a uscire dalle mura delle gallerie e dei musei per invadere lo spazio della realtà ed è proprio la rinnovata attenzione verso le forme del reale a imporre un nuovo contesto di ricerca, che fuoriesce dai limiti imposti dalle pareti espositive. Questo avvicinamento al reale, inoltre, porta gli artisti a indagare anche la materia umana e sociale, indagine che trova piena espressione nel lavoro di due figure molto differenti tra loro, oltre che molto distanti geograficamente parlando, ovvero Gabriele Basilico e Dan Graham. Se da una parte Basilico con le sue indagini fotografiche lavora sulle architetture della città, in modo particolare della sua città natale, Milano, Graham crea strutture architettoniche, installazioni che occupano un certo spazio. Basilico riflette sul cambiamento del paesaggio postindustriale e la sua opera diventa una guida per capire il percorso compiuto in particolare da Milano nel momento della sua trasformazione da città moderna a città postmoderna. Per questo volgere lo sguardo soprattutto alla periferia, con le sue fabbriche, che raccoglie e cataloga nel suo celebre Milano Ritratti di fabbriche. Nei suoi scatti, il paesaggio vuoto, deserto, si presenta sospeso, come se fosse in attesa di una nuova ondata di cambiamento. All’indagine della città di Basilico, caratterizzata dall’assenza dell’uomo, (cor)risponde il lavoro di Dan Graham. Nel 1966, sulla rivista “Arts Magazine”, pubblicò il suo celebre Homes for America, un’indagine sulle case modulari della periferia americana che lo impegnò per due anni. Graham sfruttò diversi media artistici, non solo la fotografia ma anche la televisione, il video, le architetture, la musica o gli specchi, al fine di esaminare l’uomo, i suoi comportamenti, il suo ruolo nella società. Tra i suoi lavori più significativi, ci sono i padiglioni completamente vetrati, che studiano in modo inedito la relazione tra spazio pubblico e spazio privato, proponendo un nuovo modo di vedere il mondo e la realtà, che spesso destabilizza lo spettatore. L’indagine sociale e spaziale di Graham e di Basilico ha trovato un particolare momento di confronto in occasione di Unidentified modern city. Globalized Brescia, mostra organizzata nel 2011 presso la galleria di Massimo Minini. Tra le mura della galleria bresciana, un fotografo italiano e un artista americano espongono scatti di una “città moderna non identificata”, grazie ai quali architetture senza una precisa identità acquistano senso attraverso gli occhi dei suoi abitanti.
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COSTANZO, Cristina. "L’Europeismo di Ettore De Maria Bergler. Ettore De Maria Bergler maestro delle Arti Decorative in Sicilia e ‘grande pittore dell’Italia meridionale’ all’Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91225.

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Vallesi, Alessandra <1987&gt. "Dalla corte di Urbino alla città di Verona: Claudio Ridolfi e la pala di San Tomio, un'opera e il suo contesto nella Verona del Seicento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2425.

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Abstract:
La mia tesi si sviluppa intorno ad un'opera, la "Circoncisione" di Claudio Ridolfi, eseguita nel 1617 a Verona,la quale viene analizzata all'interno del suo contesto storico - artistico e attraverso lo studio dei documenti reperiti in archivio.
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Zucchello, Lia <1997&gt. "Il ruolo del museo nelle città: un'indagine alla Spezia, il Museo Amedeo Lia e il Centro Arte Moderna e Contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21300.

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Abstract:
La storia della città della Spezia, dai suoi inizi fino ai giorni nostri, attraverso le sue stagioni artistiche e le fondazioni dei suoi musei, fa da cornice alle riflessioni relative al ruolo delle istituzioni museali nelle città, capaci di generare potenziali ricadute positive sul territorio sia in termini economici che culturali, luogo di accrescimento individuale e rilancio delle economie. Valutando la genesi del museo civico e l’istituirsi di una nuova accezione del museo quale azienda culturale, analizzeremo le principali problematiche delle istituzioni culturali in Italia, riconoscendo l’importanza del turismo culturale e della capacità di generare categorie di utenza coscienti e consapevoli di fronte all’offerta museale. Focalizzandosi sui due musei di arti visive più visitati della Spezia, quali il Museo Amedeo Lia e il Centro di Arte Moderna e Contemporanea della città, analizzeremo le loro prestazioni in termini di incassi, rapporto con le scuole, numero di visitatori, eventi organizzati e inserimento in politiche del territorio, proponendo anche considerazioni rispetto ai possibili margini di miglioramento. Infine, l’indagine statistica sui risultati del questionario somministrato alla comunità spezzina ci permetterà di comprendere se gli abitanti della città e provincia, conoscono i propri luoghi della cultura, se ne sono attratti o meno, perché non vi si recano e cosa desidererebbero da essi.
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Galeazzo, Ludovica <1985&gt. "Dinamiche di crescita di un margine urbano: l'insula dei Gesuiti a Venezia dalle soglie dell'età moderna alla fine della Repubblica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4601.

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Abstract:
The research focuses on one of the peripheral area of Venice, the insula of Gesuiti, and analyses its long and gradual urban transformations from the late fifteenth century until the end of the eighteenth century. The study uses two different ways of communication: the traditional text and the multimedia processing. This work aims at investigating the entire urban fabric as a nodal site for major trades and economical activities which religious complexes, patricians, and rich citizens were involved in. They gained a leading role in the processes of urban redevelopment which materialized in the end of the sixteenth century when the Fondamente Nuove were carried out. Three sections investigate the insula as a social and cultural construction: the first analyses the gradual process of land reclamation, and the second focuses on the estate, urban and architectural operations. The last section enhances, through different virtual representations, new ways to communicate the urban space.
La ricerca studia una delle aree di margine della città di Venezia, l’insula dei Gesuiti, ripercorrendone le dinamiche di sviluppo e organizzazione urbano-sociale dalla seconda metà del Quattrocento alla fine del Settecento. L’indagine si snoda attraverso due modalità comunicative: un testo scritto e alcune elaborazioni multimediali. Questo lavoro intende indagare l’intero tessuto urbano come spazio nodale di attività di tipo economico e immobiliare. Esse videro impegnati sia gli istituti religiosi sia famiglie patrizie e cittadine, operatori nelle scelte espansive di tipo urbano che si concretizzarono, alla fine del Cinquecento, con la realizzazione delle Fondamente Nuove. Tre sezioni si propongono di leggere l’insula come costruzione sociale e culturale: la prima ne ripercorre il graduale processo di occupazione del suolo, la seconda analizza invece le pratiche economiche, fondiarie e architettoniche in esso insistenti. All’ultima sezione è affidato il compito, attraverso differenti rappresentazioni virtuali, di ricercare nuove modalità per raccontare lo spazio urbano.
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Forapani, Elena. "Tra edificio e città: progetto di un nuovo Centro per l'Arte e la Cultura lungo la Carrera Septima di Bogotá." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20211/.

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Abstract:
L’obiettivo della trattazione è la progettazione di un Centro per Arte e Cultura lungo la Carrera Septima di Bogotà. Il progetto di tesi si basa sull’analisi dell’evoluzione del tessuto urbano e sullo studio dell’architettura moderna della capitale colombiana. Gli studi di carattere storico, urbanistico e compositivo a diverse scale, da quella urbana a quella architettonica, hanno posto le basi per il progetto. Il Centro per l’Arte e la Cultura vuole rispondere all’esigenza di un disegno di continuità per una porzione di città fortemente diversificata negli anni. Un edificio e un sistema di verde si fondono nella generazione di spazi differenti con lo scopo di dare vita ad un’area attualmente in disuso. Il progetto tratta l’aspetto tecnologico della costruzione che fonda le proprie radici nelle tradizioni costruttive della capitale colombiana.
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ALBERTI, SILVIA. "L’ISOLATO APERTO. Elementi storici per l’interpretazione e la composizione spaziale di un dispositivo architettonico e urbano per la città occidentale moderna e contemporanea." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/248617.

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Abstract:
Starting with the problem of the urban block in the transition from the historic city to the modern city, and especially the role it has had in reconstructing the contemporary city, research has focused on the question of the opening of the urban block, profiting from a scientific approach borrowed from typomorphology studies. My research hypothesis is that the proneness of the urban block to ‘open up’ characterizes not only of the contemporary world but also the history of the ancient and modern city. The first topic of my hypothesis considers the open block (îlot ouvert) as an episodic but recurrent trait of western cities, and investigates traces of open urban block configuration in certain premodern and modern instances. The second topic analyzes the permanence of the îlot ouvert in the work and urban theory of Christian de Portzamparc through a critical analysis of a series of case projects of varying scale spanning a 40-year period. My conclusions shed light on how, in the history of cities, it has manifested itself in varied, changeful fashion yet following certain fixed principles, and how, in taking on the role of a social space, which in the old city was absolved by the street, it has become a mechanism of recurrent spatial configuration in contemporary urban design.
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Finocchi, Valeria <1982&gt. "Venezia tra esperienza e rappresentazione : criteri e strategie per la fruizione della città." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3054.

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Abstract:
Il progetto di ricerca si pone come obiettivo l’elaborazione di proposte di fruizione dello spazio urbano della città di Venezia, realizzate sfruttando le possibilità offerte dalle tecnologie multimediali e interattive e finalizzate a una piena e corretta interpretazione della città. Le proposte si basano su specifiche forme di rappresentazione e percezione dello spazio urbano veneziano elaborate tra la fine del XVII e i primi decenni del XIX secolo, che vengono messe a fuoco attraverso l’analisi di diverse tipologie di fonti iconografiche e testuali (diari di viaggio, guide della città, vedute) e confrontate successivamente con gli studi critici e le esperienze espositive dedicate a Venezia dal secondo dopoguerra. Viene altresì condotta una disamina di attuali esperienze in musei e mostre dedicati alla città, che fungono da termine di confronto con le proposte elaborate.
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Minotti, Luca. "A modern Eden: tra città e natura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
“A modern Eden” riguarda la città in relazione alla sua evoluzione storica e alla sua situazione attuale. L’approccio progettuale si rifà volutamente alle esperienze radicali degli anni Sessanta e Settanta: l’architettura perde i suoi connotati più concreti divenendo, semplicemente, veicolo di un messaggio. L’esasperazione della forma e le immagini utopiche diventano, quindi, parte integrante di questo procedimento. “A modern Eden” è un progetto che s’inserisce al centro di 16 metropoli del mondo: un grande recinto delimita un gigantesco spazio naturale nel cuore di queste città. Il recinto, alto 110 metri, è un muro abitato che perimetra un’area verde larga 770 metri e suddivisa, tramite terrazzamenti, in porzioni agricole, giardini e un bosco centrale. Questo segno, così forte, insiste principalmente su due temi: quello della natura e quello del limite. Una volta la città era confinata da mura, era riconoscibile, forniva riparo e sicurezza di fronte a un intorno disomogeneo e dominante come la natura. Oggi a essere diventata incontrollata e spaventosa è proprio la città, in particolare nella sua forma metropolitana, a sfavore, chiaramente, dell’aspetto ambientale. L’inquinamento, il consumo di suolo e di risorse sono tematiche tanto attuali quanto preoccupanti. Inserire uno spazio naturale abitabile all’interno di un recinto in mezzo a una metropoli sovverte, in qualche modo l’idea di città, portandoci a chiedere se è possibile, paradossalmente, trovare un nuovo equilibrio di vita nella natura. Allo stesso modo il tema del limite si contrappone agli sviluppi che i nostri sistemi urbani stanno raggiungendo, dimensioni che si estendono oltre i connotati contingenti coinvolgendo flussi economici, dinamiche commerciali, arrivando ai rapporti interpersonali che, ormai, hanno superato il diretto contatto fisico.
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MAGGIO, Francesco. "Il rilievo del moderno. Palermo architettura e città 1948-1962." Doctoral thesis, università degli Studi di Palermo, 1992. http://hdl.handle.net/10447/73121.

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Abstract:
Il lavoro è una riflessione relativa al disegno delle proposte architettoniche che hanno investito la città dal secondo dopoguerra agli anni sessanta. Osservare queste opere attraverso i loro disegni originali e il ridisegno costituisce un'operazione che tende a mettere in evidenza il rapporto, sempre costante, tra mestiere e ricerca intellettuale.
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Fiorentini, Francesca Romana <1991&gt. "MODENA FIRMISSIMA ET SPLENDIDISSIMA. Un Duomo, una Città, un Popolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19991.

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Abstract:
la tesi intende dimostrare che nel Medioevo a città di Modena ha il suo centro nel Duomo: con il reimpiego di materiali romani e la posizione, esso rappresenta un segno di innovazione ma anche di continuità con il mondo antico.
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Mirri, Francesco. "La citta nella cuadra. L'interpretazione dell'isolato nella bogota moderna: Progetto di un centro polifunzionale sulla carrera decima." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9946/.

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Abstract:
Il titolo della mia tesi é “La città nella Cuadra”. Con questo titolo intendo anticipare quello che, a seguito di un lungo periodo di studi, analisi e ricerche, andrà a costituire, a conclusione di un percorso durato sei anni, la sintesi del lavoro svolto per redigere un progetto architettonico cosciente, in una porzione di città le cui caratteristiche e peculiarità saranno illustrate nel dettaglio in questo breve volume. Ho svolto una ricerca sugli elementi costanti nelle città coloniali del Sud America e, una volta appresi e consolidati quelli che sono stati le tipologie e i tipi che hanno caratterizzato l’evoluzione architettonica del Paese, li ho analizzati in relazione al contesto specifico della città metropolitana di Bogotà per poi, in un secondo momento, rileggerli in chiave moderna ed inserirli all’interno del programma del mio progetto di tesi: un centro polifunzionale che si propone come obiettivo quello di riqualificare un isolato molto degradato in una porzione di città dalla forte valenza storica e architettonica come il Centro Storico.
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Bartoli, Alberto. "Simulazione quali-quantitativa della rete fognaria della città di Modena e dimensionamento di invasi per la mitigazione dell'impatto degli scaricatori di piena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/157/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi ci si è occupati dello studio del comportamento idraulico-ambientale della rete di drenaggio a servizio della città di Modena. In particolare si è condotta una valutazione dell’effetto che gli scaricatori della rete fognaria in oggetto hanno sul complesso dei corpi idrici riceventi. Tale lavoro si prefigge anche lo scopo di individuare e dimensionare i più efficaci sistemi di controllo degli sversamenti, operati dagli scaricatori stessi, ed infine supportare analisi costi-benefici in vista della realizzazione delle opere di risanamento ambientale necessarie per ottemperare ai vincoli imposti dalla vigente normativa regionale in merito alla gestione delle acque di prima pioggia (Deliberazione G.R. Emilia Romagna 286/2005). Lo studio si è articolato in fasi successive: • analisi dello stato di fatto; • catalogazione degli scaricatori in esercizio nella rete di drenaggio; • determinazione ed analisi dei bacini idrografici e delle superfici scolanti; • implementazione di un modello numerico della rete di drenaggio; • individuazione e valutazione delle criticità idraulico-ambientali del sistema, mediante simulazioni in continuo delle serie pluviometriche degli anni 2005 e 2006. L’attività che ha portato al conseguimento dei risultati che sono raccolti in questa “nota” è stata svolta in collaborazione con la società HERA Modena s.r.l. a cui compete, fra le altre, la gestione dell’intera rete di drenaggio urbano del Comune di Modena. La fase di analisi dello stato di fatto e delle superfici scolanti afferenti ai singoli sottobacini è stata condotta utilizzando lo strumento GIS Arcview; il quale è di supporto, anche ai fini di un’appropriata definizione delle caratteristiche specifiche del territorio. Lo studio è stato sviluppato mediante la realizzazione di un modello numerico di simulazione quali-quantitativa con l’ausilio del software InfoWorks CS 8.05, distribuito dalla Wallingford Software Ltd UK.
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Minafra, Claudia. "Il ruolo del verde per la salute e la sostenibilità urbana. Un caso studio sulla demenza a esordio precoce nella città di Modena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La tesi si colloca all’interno delle ricerche sui determinanti ambientali della salute, focalizzandosi sulla relazione tra aree verdi e salute urbana e in particolare sul contributo del verde al rallentamento del declino cognitivo nei pazienti affetti da demenza. Lo studio si è concentrato sulla demenza giovanile, patologia con un impatto rilevante anche a livello sociale, poiché coinvolge persone ancora attive dal punto di vista lavorativo, con responsabilità finanziarie e familiari. La correlazione tra vegetazione, misurata attraverso l’NDVI, e localizzazione dei pazienti affetti da demenza nella provincia di Modena ha evidenziato come l’incidenza della malattia sia inferiore nei luoghi dove i valori di NDVI risultano più alti, confermando quindi la stratta relazione tra verde e salute. Quindi, si è scelto di focalizzarsi sulla città di Modena, comune più urbanizzato della provincia e città che, appartenendo alla rete delle Città Sane e Sostenibili dell'OMS, ha assunto la salute come obiettivo trasversale da attuare all’interno di tutte le politiche dell’Amministrazione. Attraverso uno studio socio ambientale del territorio, e tenuto conto della coerenza con le strategie urbanistiche previste dal nuovo Piano Urbanistico Generale, si è individuata un’area di progetto nella zona sud ovest della città, tra due dei principali parchi urbani. Nell’ottica di una rigenerazione urbana sostenibile, il progetto prevede la realizzazione di interventi che rendano più fruibile e sicuro il percorso ciclopedonale ad oggi incompleto, garantendo, oltre ad una ricucitura del tessuto urbano, una maggiore accessibilità ai parchi stessi. Il progetto prevede sia micro-azioni di agopuntura urbana e di implementazione del verde, sia la riqualificazione di un’area in disuso per realizzare un giardino terapeutico sensoriale, in cui, grazie al contatto diretto con la natura, i pazienti affetti da demenza e i cittadini possano accrescere il loro livello di benessere e di salute.
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VERATTI, GIORGIO. "Sviluppo di un sistema ad alta risoluzione spaziale per la previsione della qualità dell'aria urbana tramite approccio modellistico multi-scala e sua applicazione alla città di Modena." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200723.

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Abstract:
La Pianura Padana, situata nella parte settentrionale dell'Italia, è una delle aree più critiche del paese per livelli d’inquinamento. La ragione di questo problema non è solo legata all'elevata densità di popolazione con relative attività antropiche, ma è anche dovuta alla conformazione orografica del territorio, delimitato dalla catena alpina ad ovest e a nord e dagli Appennini a sud. Queste caratteristiche geografiche determinano condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione atmosferica, quali: velocità medie annue del vento inferiori a 2 m s-1, inversioni termiche ricorrenti nei primi strati di atmosfera a contatto con il suolo, ridotte altezze dello strato rimescolato e persistenti nebbie durante il periodo invernale. Uno degli inquinanti atmosferici più rilevanti per effetti critici sulla salute umana è il biossido di azoto (NO2), i cui livelli negli ultimi anni hanno superato i limiti nazionali e dell’OMS in molte aree urbane della Pianura Padana, esponendo la popolazione al rischio di patologie legate all’inquinamento. L’obiettivo principale di questo studio è stato lo sviluppo di un sistema di modellazione multi-scala in grado di fornire campi di concentrazione oraria di NOx (NO + NO2) sulla città di Modena ad una scala spaziale in grado di risolvere gli effetti dovuti alla presenza degli edifici, al fine di supportare politiche ambientali, studi epidemiologici e di aiutare la pianificazione della mobilità urbana. Il sistema di modellazione si basa su due diversi tool: il modello euleriano di chimica e di trasporto WRF-Chem, in grado di calcolare campi di concentrazione su un dominio regionale considerando specifici scenari di emissione, e Parallel Micro SWIFT e SPRAY (PMSS) suite modellistica sviluppata per risolvere i fenomeni di dispersione all'interno di ambienti urbani. PMSS è stato utilizzato per simulare la dispersione di NOx prodotta dai flussi di traffico urbano nella città di Modena, mentre il modello WRF-Chem è stato applicato per stimare le concentrazioni di NOx di fondo su più domini innestati fra loro, utilizzando emissioni a scala regionale ed escludendo allo stesso tempo le fonti di emissioni da traffico entro la città di Modena. Nella prima parte del lavoro il sistema di modellazione è stato impiegato per riprodurre le concentrazioni comprese nell’arco temporale tra il 28 ottobre e l'8 novembre 2016, corrispondente al periodo in cui è stata condotta una campagna di rilevazione dei flussi di traffico, attraverso radar Doppler su una strada di Modena a quattro corsie, al fine di riprodurre una modulazione temporale delle emissioni il più possibile realistica. Nella seconda parte dello studio lo stesso sistema di modellazione è stato utilizzato per produrre previsioni orarie delle concentrazioni di NO2 e NO, fino ad un giorno in avanti, per tutto il mese di febbraio 2019 sulla città di Modena. Le concentrazioni orarie simulate e osservate mostrano un andamento molto concorde fra loro, specialmente per il sito di traffico urbano, dove le stime dettagliate sulle emissioni del traffico si sono dimostrate molto efficaci nel riprodurre la tendenza osservata. Nella stazione urbana di fondo, nonostante una generale sottostima delle concentrazioni osservate, la combinazione di WRF-Chem con PMSS ha fornito comunque un andamento medio giornaliero in linea con le osservazioni. Infine, l'analisi statistica ha mostrato che il sistema di modellazione, in entrambi i siti urbani (di traffico e di fondo), soddisfa i criteri di accettazione standard per la valutazione dei modelli di dispersione urbana, confermando che tale sistema può essere impiegato come strumento per verificare gli effetti delle politiche locali riguardanti il traffico e a supporto di valutazioni di impatto sulla salute umana.
In Europe, emissions of many air pollutants have decreased substantially over the past decades, resulting in improved air quality across the region. However, air pollutant concentrations are still too high, and air quality problems persist. The Po Valley, located in the northern part of Italy, is one of the most critical area of the country in terms of pollution level. The reason to this problem is not only related to the high population density with its related activities, but it is also due to the orographic conformation of the territory which appears surrounded by mountains on three sides: the Alps to the west and to the north and the Apennines to the south. These geographical characteristics lead to meteorological conditions unfavorable to the atmospheric dispersion: average annual wind speed less than 2 m s-1, recurrent thermal inversions at low altitude, low mixing layer heights and persistent foggy and hazy events during winter time. One of the main critical air pollutants in terms of health effects is nitrogen dioxide (NO2), whose levels in the last years exceeded national and WHO (World Health Organization) standards in many urban areas across the Po Valley, exposing urban population to the risk of pollution-related diseases and health conditions. The main goal of this study was to develop a multi-scale modelling system able to provide hourly NOx (NO + NO2) concentration fields at a building-resolving scale in the urban area of Modena, a city in the middle of the Po Valley, in order to support environmental policies, epidemiological studies and urban mobility planning. The modelling system relied on two different models: the Weather Research and Forecasting model coupled with Chemistry (WRF-Chem), which is able to compute concentration fields over regional domain by considering specific emission scenarios, and the Parallel Micro SWIFT and SPRAY (PMSS) modelling suite accounting for dispersion phenomena within the urban area. The PMSS modelling suite was used to simulate at building-scale resolution the NOx dispersion produced by urban traffic flows in the city of Modena. Conversely, the WRF-Chem model was selected to estimate the NOx background concentrations on multiple domains with a nesting technique, in order to take into account emissions both at regional and local scale by excluding traffic emissions sources over the city of Modena. In the first part of the work the modelling system was performed for the period between 28 October and 8 November 2016, the same period whereby a direct vehicle flow measurement campaign was carried out continuously with 4 Doppler radar counters in a four-lane road in Modena, in order to reproduce emission hourly modulation rates. In second section of the study the modelling system was set-up with the aim of produce hourly forecast of NO2 and NO concentrations, up to one day ahead, for the city of Modena for the entire month of February 2019. Simulated and observed hourly concentrations exhibited a large agreement in particular for urban traffic site where detailed traffic emission estimations proved to be very successful in reproducing the observed trend. At urban background stations, despite a general underestimation of the observed concentrations, the combination of WRF-Chem with PMSS provided daily pattern in line with observations. Finally, the statistical analysis showed that PMSS combined with WRF-Chem at both traffic and background sites fulfilled standard acceptance criteria for urban dispersion model evaluation, confirming that the proposed multi-modelling system can be employed as a tool to support human exposures and health impact assessments as well as the effects of local traffic policies on urban air quality.
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Bettazzi, Maria Beatrice. "Le città dipinte: iconografia urbana murale nei palazzi del potere italiani in epoca moderna." Tesi di dottorato, 2008. http://www.fedoa.unina.it/2031/1/Bettazzi_Storia_Architettura_Citt%C3%A0.pdf.

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DAVICO, PIA. "Il disegno per la rappresentazione dei segni del potere nell'architettura e nella città moderna: i casi della Russia e dell'Italia." Doctoral thesis, 2000. http://hdl.handle.net/11583/2658094.

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Abstract:
L’idea per la tesi nasce da una mostra all’Accademia Albertina di Torino «L’URSS anni ’30. Paesaggi dell’utopia staliniana» in cui la ricca raccolta di disegni interpretava fedelmente dal punto di vista storico il binomio monumentalità-potere che diverrà l’esito della ricerca. Il mio studio analizza anzitutto i disegni, del Costruttivismo russo e del Futurismo, movimenti entrambi contrari al potere costituito, nei quali le forme dell’architettura e quelle della rappresentazione alternano fasi di accenni monumentalistici a fasi di sperimentalismo astratto. Situazione opposta viene poi verificata durante il regime staliniano in Russia e quello mussoliniano in Italia. Nella grafica la ricerca espressiva si concentra nell’esaltare i simboli del potere, caricando di valori simbolici le architetture, che trovano la loro principale valenza espressiva nella monumentalità. Attraverso due realtà contemporanee, confrontabili sia per alcuni aspetti legati al potere politico, sia per le manifestazioni espressive dei disegni d’architettura, dalla tesi sono emerse dinamiche fenomenologiche che hanno portato a verificare veri e propri canoni ideologico-stilistici adottati dai vari architetti, che definiscono il legame tra il potere e la rappresentazione, esaltando alcuni specifici caratteri estetici voluti dai detentori del potere.
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GALIZIA, Edmondo. "L’EDIFICIO INA NELLA PALAZZATA A MARE DI MESSINA (1936-1938) UN RESTAURO DEL MODERNO IN UNA CITTÀ DI RICOSTRUZIONE." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/100834.

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Guadagno, Vincenzo. "Le porte della città moderna come elementi di trasformazione urbana. La cinta daziaria di Napoli, tutela e conservazione di un patrimonio debole." Tesi di dottorato, 2008. http://www.fedoa.unina.it/4002/1/Guadagno_Vincenzo_tesi_dottorato.pdf.

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Costa, Joana Carreira. "Le dodici città ideali." Master's thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10316/23273.

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Abstract:
Dissertação de Mestrado Integrado em Arquitectura, apresentada ao Departamento de Arquitectura da F. C. T. da Univ. de Coimbra.
As revoluções estudantis italianas levadas a cabo durante o controverso ano de 68 ficaram, sobretudo, marcadas pela batalha do Valle de Giulia no dia 1 de Março. A Faculdade de Arquitectura de Roma, ocupada pelos estudantes já desde o início de Fevereiro, presenciou, neste dia, um dos muitos confrontos entre as forças de autoridade e os estudantes que se revoltavam contra os sistemas de educação autoritários e hierárquicos. Este ano, não só em Itália, mas em toda a Europa, com o principal epicentro em Paris, foi marcado por uma grande crise revolucionária que tomou grandes proporções, indo desde as ocupações estudantis, tanto no ensino superior, como no secundário, às lutas de classes e greves gerais. Estas revoluções vieram agravar o panorama italiano que se mantinha instável desde o final da segunda Guerra Mundial. Apesar de no final dos anos 40 a arquitectura italiana estar no centro da atenção crítica e, finalmente liberta do fascismo, Itália pudesse ser a génese do desenvolvimento do movimento moderno europeu, tal não sucedeu, uma vez que a reconstrução do pós-guerra se deu muito tardiamente e as condições políticas e económicas com que o país se debatia não permitiam este progresso1. A crise do modernismo fazia-se sentir por toda a europa, surgindo duas fortes e antagónicas vertentes europeias que discutiam o seu futuro: por um lado os arquitectos britânicos – muito impulsionados pelo Team X formado nos encontros finais dos CIAM – que propuseram reinterpretações modernas e mais tecnológicas, deixando de parte a cidade tradicional; e por outro os arquitectos italianos que procuraram dar continuidade à cidade histórica, defendendo a tradição e memória – que é o caso de Bruno Zevi, Giulio Carlo Argan e Ernesto Nathan Rogers. É neste panorama de desenvolvimento incerto do movimento moderno, numa revolução de princípios sociais, políticos, económicos e ideológicos, e das revoluções nas universidades, que surgiram vários grupos que se propuseram a dar hipóteses e soluções radicais, notoriamente utópicas, para esta crise moderna. Durante os anos 60, aparecem vários grupos de estudantes italianos, que desafiaram e subverteram as metodologias funcionalistas dos modernistas do início do século. A cidade de Florença serviu como génese deste fenómeno particular, ao qual Peter Lang vai denominar geração Superarchitecture2. Este é o caso dos Superstudio, um grupo de estudantes finalistas de arquitectura formado em 1966, que desenvolveram “propostas radicais que tomavam as contribuições tecnológicas como referência conceptual e crítica”3. O trabalho dos Superstudio acaba por oscilar incertamente entre propostas radicais de teorias tecnológicas e socialistas para a cidade moderna, e a produção de objectos de mobiliário, próprios de uma sociedade de consumo. Os Superstudio nascem então no seio de uma sociedade italiana ansiosa por uma revolução, inundada não só pelo rio Arno, mas também por valores historicistas e racionais, ansiando uma reformulação ideológica dos princípios da arquitectura moderna. Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Roberto Magris, Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessando Poli são os membros do grupo em questão, que vão tomar um papel preponderante num movimento reformista, utilizando a ironia, a crítica e a utopia como língua oficial. Desde o pós-guerra, com a necessidade de reconstrução de grande parte das cidades europeias, muitas utopias urbanísticas do início do movimento moderno tentaram passar do papel para a concretização, e pela europa fora surgiram cidade histórica defendida pelos mestres italianos. As vanguardas desenvolvidas durante estes anos estavam destinadas a transformar o que até aqueles tempos era considerado um elemento perturbador e confuso em possibilidades criativas, trabalhando ao redor de hipóteses de a arquitectura funcionar como um meio crítico, usando sistematicamente a metáfora, demonstratio quia absurdum4 e outros recursos retóricos de forma a ampliar a discussão sobre a disciplina.5 Nesta dissertação pretende-se estudar o trabalho deste grupo no âmbito das propostas urbanísticas tecnológicas e mega estruturalistas que desenvolveram numa abordagem contra utópica e provocativa com o texto Le Dodici Dittà Ideali, em 1971. Aqui, Piero Frassinelli, descreve doze cidades ideais, “isolando um número de particularidades do urbanismo moderno, como a industrialização da construção, zoning, uniformidade”6, oferecendo a cada cidade uma versão extrema de cada característica. Pretende-se também compreender de que forma é que as vanguardas europeias que surgem pela europa dos anos 60, com propostas utópicas que agem também de forma crítica em relação ao panorama vivido, serviram de influência ao grupo italiano. Alimentava-se uma época em que as utopias político-sociais se desenvolviam em paralelo com a vontade de conceber uma cidade ideal, para o usufruto de uma sociedade também ideal. Deste modo, será possível concluir como é que a sociedade acolheu estas propostas radicais, que representavam imagens de um futuro melhor e mais desenvolvido, e que graças ao seu carácter chamativo e imagético, chegavam mais facilmente e de forma directa ao cidadão comum. Assim, num primeiro capítulo, que se pretende como um enquadramento da investigação, percorre-se a história das revoluções estudantis italianas nas panorama do ensino historicista e conservador da Itália do pós-guerra e pelas tendências modernistas da arquitectura italiana da época. Então, faz-se também uma pequena revisão do panorama arquitectónico italiano e os resultados das reuniões finais dos CIAM – Congrès International de Architecture Moderne. O segundo capítulo foca-se nas características da arquitectura radical de sessenta, remetendo para a particularidade do grupo em estudo e a forma como progrediram os seus trabalhos junto da sociedade italiana e no panorama da arquitectura. Desta forma, assimila certos movimentos que tiveram modos de acção semelhantes aos Superstudio, com projectos e utopias que procuravam uma cidade ideal, juntamente com críticas à evolução da arquitectura da época. O último capítulo pretende ser um estudo mais genérico da crítica à cidade e sociedade modernas por parte dos Superstudio, fazendo uma análise do texto das Doze Cidades Ideais, tentando perceber as bases que os levaram à execução da obra e o resultado que as suas propostas tiveram, ou poderiam ter. “As Dodici Città Ideali não eram, de todo, cidades ideais, mas uma espécie de pesadelo científico baseado nalgumas tendências já existentes, exageradas ao máximo.”7 O estudo deste tema pareceu estimulante pelo facto de despontar num contexto social que teve resultados semelhantes por toda a europa, inclusive em Portugal, mas que no entanto não resultou uma repercussão deste género, um movimento díspar de carácter radical, que entrava em ruptura com o que tinha sido feito até então, fazendo uso da arquitectura para a crítica social. A análise deste tipo de propostas é também pertinente tendo em conta o actual panorama de crise que se arrasta pela europa. Permite-nos questionar sobre a viabilidade de um revivalismo do pensamento utópico e radical característico dos anos 60, de modo a criar espectativas de um futuro favorável, não só na arquitectura, mas também a nível social, político e económico.
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VALERIANI, ANDREA. "La città di latta e la città di vetro. Utopie e distopie della metropoli brasiliana contemporanea." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1448511.

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Abstract:
La tesi proposta tratta principalmente due temi: la promessa dell’utopia e il tradimento della stessa. Essendo la città la protagonista della ricerca, è dall’essenza stessa di città del III Millennio che l’indagine trae i propri spunti fondamentali. Il necessario assioma alla base della linea di pensiero seguita consiste in primo luogo nel qualificare la città contemporanea come luogo del conflitto. Conflitto tra crescita ed equità sociale, tra sostenibilità e insostenibilità ambientale (Finocchiaro, 1999). Essa è un’entità pachidermica, inquinata e sovrappopolata, matrice di diseguaglianze e di tensioni tra classi. In particolare, le grandi metropoli dei cosiddetti “Paesi Emergenti” mostrano, dagli anni Ottanta ad oggi, una certa irrequietezza, decisamente più marcata rispetto a quelle occidentali, che invece si possono considerare - tutto sommato - “consolidate”. Ancora più nel dettaglio, le città brasiliane costituiscono uno stimolante affresco degli effetti che l’obesità patologica della città contemporanea ha sulla società e sui suoi spazi. Il principio cardine della tesi proposta è che l’attuale stadio di sviluppo delle più grandi (e problematiche) metropoli brasiliane è dovuto sostanzialmente a un processo evolutivo costantemente altalenante tra aspirazioni ideali e utopie disattese. Nella ricerca, l’evoluzione urbana di alcune delle metropoli più popolose del mondo (São Paulo, 20 milioni di abitanti; Rio de Janeiro, 12,1 milioni; Fonte: IBGE) - che non riescono a smettere di crescere - viene imputata sostanzialmente a due fenomeni diametralmente opposti, l’uno la nemesi dell’altro: da una parte un processo di gentrificazione e dall’altro uno di favelizzazione. Ad opulenti quartieri (metaforicamente chiamati “città di vetro”) fatti di luce, di spazi dilatati e di ampie aree verdi, fanno da contraltare sterminati insediamenti a-gerarchici, gigantesche baraccopoli (favelas) incancrenite sulle alture tipiche del paesaggio carioca (morros). Questa tipologia viene invece metaforicamente definita “città di latta”. Le forti diseguaglianze alla base della difficile convivenza tra queste due città - l’una contro l’altra armata - hanno portato nel corso della seconda metà del XX secolo all’emergere e all’acuirsi di un forte rancore urbano, che sfocia ogni giorno in una forte incidenza della microcriminalità da parte degli abitanti dei quartieri più poveri, con conseguenti contromisure di autodifesa da parte della gentry (condomini iperprotetti, alti muri con filo spinato, guardie private…). Nella prima parte della tesi si fa un’analisi critica dell’evoluzione storico-politica del Brasile dell’ultimo secolo, attraverso alcune selezionate tappe fondamentali (Guerra di Canudos, Riforma urbana di Pereira Passos, Dittatura Militare e “Lulismo”), seguendo un filo conduttore comune. Si intende infatti dimostrare che l’attuale assetto urbano e sociale delle metropoli carioca è il risultato di un’irrequieta alternanza tra aspirazioni ideali e utopie disattese (la città di vetro tende all’utopia mentre quella di latta viene trascinata verso la distopia da un sistema iniquo e corrotto). Ma l’evoluzione stessa della città risente anche dell’avvicendamento tra utopia e ideologia (Mannheim, 1957), come durante il ventennio di dittatura (1964-1985). Gli eventi storico-politici cui si è fatto cenno vengono integrati con alcuni casi-studio di utopie e distopie urbane (Belo Horizonte, Brasilia, Rio de Janeiro). Nell’corso dell’analisi si opera una riflessione sulle problematiche che hanno portato all’acuirsi delle eclatanti disparità alla base dell’evoluzione urbana recente, soffermandosi in particolare sull’individuazione e sulla riflessione intorno al ruolo di tre attori fondamentali: lo Stato, il popolo e il capitalismo finanziario. Nella seconda parte, la ricerca si addentra ad un livello più profondo di indagine dell’assetto urbanistico e dell’aspetto figurativo delle due metropoli più significative e “problematiche”: São Paulo e Rio de Janeiro. L’adozione di un metodo di osservazione e di percezione dell’ambiente urbano (che prende spunto dagli studi di Kevin Lynch; gestalt) porta all’assunzione come dato di fatto dell’immagine estremamente variegata delle spazialità delle città prese in esame. La tesi propone una tassonomia di tali spazialità che si differenzia da altri tipi di classificazioni rese disponibili dallo stato dell’arte (come per esempio le ricerche di Françoise Choay, anni Settanta) in quanto difficilmente corrispondenti alla sfaccettata realtà di São Paulo e di Rio. Le tre “urbanità” che vengono di conseguenza definite sono:  Lo spazio di difesa. Dei tre attori individuati nella Parte I (Stato, popolo, capitalismo finanziario), questo è lo spazio che afferisce al popolo. Si tratta della città a-gerarchica (favela). Questa definizione intende sottolineare la stretta connessione tra forma e funzione: nel caso della favela brasiliana la configurazione urbana compatta e tortuosa è legata sia a necessari “adattamenti orografici” sia al controllo e alla gestione di un territorio che vive in un’altra legalità, in larga parte al di fuori del controllo statale (spesso dominato dalla criminalità organizzata, tranne che in alcuni casi di favelas “pacificate”). La pianificazione non è data dall’applicazione di convenzioni e strumenti urbanistici ma dalle peculiarità territoriali. Il tessuto è estremamente fitto e non ci sono piazze. La sua dimensione spaziale è di conseguenza il vicolo; l’esplicitazione architettonica è l’edificio autocostruito. L’edificato è immediato e disallineato: la percezione visiva è stimolata da prospettive accidentali. È un tipo di urbanità trascinata verso il distopico (casi studio: favela Tiquatira a São Paulo e favela/conjunto di Cidade de Deus a Rio de Janeiro). La figura retorica di riferimento è la sineddoche (la parte per il tutto).  Lo spazio d’immagine. Dei tre attori definiti nella Parte I, questo è lo spazio che afferisce al capitalismo industriale/finanziario. È la città gentrificata, avida consumatrice di suolo, pianificata e sviluppata su di un tracciato urbano razionale e regolare, che non sempre tiene conto dell’orografia (a differenza delle favelas che “si adattano” a ogni dislivello). La sua dimensione spaziale è il viale, quindi le grandi assialità nelle quali la ricca borghesia glorifica se stessa attraverso i propri feticci (l’esplicitazione architettonica di tale urbanità è il grattacielo). È uno spazio in cui il simulacro (Baudrillard, 1981) prende il sopravvento: iconico, l’immagine esteriore è tutto; il materiale, le forme e le insegne sono una forma di alterazione della realtà per scopi propagandistici (casi studio: Avenida Paulista a São Paulo; Avenida presidente Vargas, Rio de Janeiro). La percezione visiva è stimolata dalla prospettiva a quadro inclinato, che esalta il verticalismo. La figura retorica è l’allitterazione (la ripetitività delle immagini e degli slogan per enfatizzare, promuovere e invogliare al consumo).  Lo spazio di dottrina (o d’autorità). Dei tre attori definiti nella Parte I, questo è lo spazio che afferisce alle istituzioni (lo Stato ma anche l’autorità ecclesiastica, molto forte in Brasile). È il tipo di urbanità che più tende all’utopia, trovandosi di conseguenza esattamente agli antipodi della città a-gerarchica. È lo spazio di celebrazione del Sistema ma anche dei principi e dei valori comuni della Nazione ed è pertanto caratterizzato da una forte carica simbolica e figurativa. La percezione visiva non può che essere stimolata dalla prospettiva centrale, che esalta simmetria e solennità. La sua dimensione spaziale è la piazza, un vuoto ampio e solenne, che tende a valorizzare quella che è l’esplicitazione architettonica di una tale urbanità, ovvero il Monumento. Casi studio: Praça da Sé (São Paulo); Largo da Paço (Rio de Janeiro); Praça dos Tres Poderes (Brasilia). Figura retorica: allegoria (espressione di un concetto astratto tramite un’immagine concreta).
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MARIANO, Carmela. "La filosofia del partenariato come alternativa alla privatizzazione dello spazio pubblico. La separazione tra pubblico e privato rende più complessa, in Italia, la produzione e la gestione dello spazio pubblico rispetto all’esperienza della città moderna. Condizioni e innovazioni nelle pratiche italiane per l’affermazione di tale filosofia. Tesi di Dottorato di ricerca in Riqualificazione e Recupero insediativo XVIII ciclo, Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma, in padis@uniroma1.it." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/427882.

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Abstract:
Ripercorrendo la dinamica della trasformazione dello spazio pubblico, dalla città storica alla città contemporanea, la ricerca analizza i motivi della “crisi” dello spazio pubblico della città contemporanea e propone una lettura critica delle recenti esperienze di pianificazione in tema di spazi pubblici che si caratterizzano per il ricorso, da parte delle amministrazioni locali, a forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati (partenariato). L’obiettivo è quello di individuare una possibile procedura di realizzazione di spazio pubblico che garantisca, il raggiungimento della qualità del progetto e la sua efficacia nel tempo.
Going through the dynamics of transformation of public space, from the historical to the contemporany city, this study evaluates the reasons of the crisis of the public space in the contemporany city and suggests a critical interpretation of recent experiences in public space planning that consisted by a kind of collaboration between public Administration and private subject. The aim of this study is to individuate a new kind of public space and a possible procedure of development able to garantee quality and efficiency of the project during a long period of time
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MANGI, Eugenio. "Tra città reale e progetto incompiuto. Sondare i limiti del restauro del moderno applicato alla scala urbana: il caso dell'isolato di Cerda alle spalle dell'edificio per abitazioni operaie in carrer pallars di Oriol Bohigas e Josep Maria Martorell ( Barcellona 1958 - 1959)." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/100817.

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