Academic literature on the topic 'Città europea'

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Journal articles on the topic "Città europea"

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Piccinato, Giorgio. "Sul futuro della città europea." Ciudades, no. 05 (February 1, 2018): 179. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.05.1999.179-184.

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Abstract:
Este artículo enuncia y explica brevemente las ideas de varios documentos referidos al conjunto del territorio de la Unión Europea y llega a la conclusión de que todos ellos son documentos políticos y, por tanto, demasiado generalistas que emplean una extrema cautela en la identificación de las posibles líneas de acción. Frente a e llo se plantea la necesidad de responder a una serie de cuestiones para afrontar la estrategia espacial de Europa, para construir la identidad de la ciudad europea no contentándonos con proposiciones demasiado genéricas, pero además, sin ignorar cuanto ha sido ya hecho.
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2

Barioglio, Caterina, and Daniele Campobenedetto. "Coding Turn. Regole, forme e funzioni nella città contingente." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 18–19. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098002.

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Abstract:
Questa introduzione presenta i contributi del servizio e descrive il contesto di ricerca nel quale gli studi qui presentati sono stati sviluppati. I contenuti sono elaborati da ricercatori del Future Urban Legacy Lab, centro interdipartimentale del Politecnico di Torino, coinvolto nella revisione al Piano regolatore generale della Città di Torino. Il servizio descrive alcuni esiti di questa ricerca, che si pone in relazione con soggetti pubblici e privati nel campo della trasformazione dello spazio fisico, includendo riflessioni sulla stratificazione di alcune regole urbane nella storia della città europea e sulla codifica della città ordinaria e delle sue modificazioni, ma anche esempi di applicazione delle azioni proposte per il miglioramento del sistema di regolazione.
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Lepratto, Fabio, and Paolo Mazzoleni. "Il disegno urbano nella trasformazione della città europea contemporanea." TERRITORIO, no. 87 (June 2019): 58–68. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-087010.

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4

Maletta, Rosalba. "Durs Grünbein in cerca d’Europa tra scomparsa delle piazze e genius loci." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 404–37. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19187.

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Abstract:
Programmata su basi tecno-scientifiche, la città europea del terzo millennio rischia di dimenticare o banalizzare le distruzioni e i massacri di massa provocati dalla Seconda guerra mondiale. La poetica del frottage di Durs Grünbein mostra quanto i camouflages che addobbano le nostre città sconfessino l’unicità del vivente, suscettibile di emergere in ogni pietra e piazza d’Europa. Il cosmopolitismo perseguito da Grünbein lo radica a Dresda e a Hellerau come luoghi in cui per un breve periodo si realizzarono progetti di Lebensreform, tra i quali un’architettura e un’istruzione che comprendesse le classi meno agiate e gli esclusi. Fantasticate e fantasmatizzate come possibilità per il futuro, le immagini dell'infanzia e dell'adolescenza di Grünbein punteggiano la sua poetica urbana. Insieme alla senese Piazza del Campo e alla ricerca del genius loci, l'isola che non c'è diventa per tanto, nell’opera dell'autore di lingua tedesca, la cornice di una rappresentabilità della cittadinanza europea nutrita delle istanze ideali del Manifesto di Ventotene (1941) e dei Colloqui di Hertenstein (1946).
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Nuti, Lucia. "L'immagine della città europea nell'opera di Matthäus Merian (1593–1650). By Maria Iaccarino." Imago Mundi 63, no. 2 (June 2011): 232–33. http://dx.doi.org/10.1080/03085694.2011.568769.

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Colafranceschi, Daniela, and Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Abstract:
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

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Abstract:
L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
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8

Zendri, Christian. "Marino Berengo, L’Europa delle città. Il volto della società urbana europea tra Medioevo ed Età moderna." Laboratoire italien, no. 2 (October 1, 2001): 201–3. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.263.

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9

Huerta-Gaytán, Jesús-Eduardo. "Kiril Plamen Kartaloff (ed.), Identità europea e radici cristiane, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2018, 247 pp." Anuario de Historia de la Iglesia 31 (April 22, 2022): 612. http://dx.doi.org/10.15581/007.31.42881.

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10

Putz, Hannelore. "Bayerische Blicke auf den römischen Kunstmarkt (1790–1815)." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 264–89. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0013.

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Abstract:
Riassunto A partire dal Rinascimento, Roma fu il centro europeo del mercato delle antichità e delle opere d’arte, nonché dell’attività artistica. L’importanza politica e culturale, assunta dalla città quasi senza soluzione di continuità fin dai tempi antichi, aveva fatto nascere, nel corso dei secoli, straordinarie collezioni di opere d’arte. Al contempo gli artisti producevano nuove opere, e giovani artisti confluivano in questa „metropoli europea dell’arte“ per studiare, per imparare dai grandi, per raccoglierne gli impulsi in maniera creativa, per riportare in patria le cognizioni acquisite. I rivolgimenti e le crisi politiche, economiche e belliche, che verso la fine del XVIII secolo scuotevano tutta l’Europa, ebbero dirette consequenze sul delicatissimo mercato d’arte romano, cambiandone radicalmente le condizioni complessive che sarebbero rimaste critiche fino al riordinamento dell’Europa dopo le guerre napoleoniche. Nel 1810 il principe ereditario bavarese, Lodovico, mandò a Roma lo scultore Johann Martin von Wagner che nella qualità di agente d’arte doveva rappresentare i suoi interessi in loco. L’intensa corrispondenza tra i due, che durò fino alla morte di Wagner sopravvenuta nel 1858, getta una luce particolare sul mercato romano dalla prospettiva del committente e nell’ottica professionale dell’artista. Si apre così uno squarcio singolare sulle condizioni e sui meccanismi del mercato e i suoi attori durante gli ultimi anni dell’età napoleonica a Roma.
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Dissertations / Theses on the topic "Città europea"

1

Meineke, Eva-Tabea. "I Misteri della città nella narrativa europea." Paris 8, 2004. http://www.theses.fr/2004PA082323.

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Abstract:
Within the English, German and French prose of the first half of the nineteenth century, mystery turns out to be a fundamental element in the imagery of the city. It does not only reflect the anxiety of the individual who has to confront himself with the new context, but it represents a new method for attracting the reader's attention. The images of urban mystery are here analysed within a series of works (Balzac, Sue, Dickens, Tieck and Grillparzer) and distinguished in three categories: the city as a labyrinth, as a woman and as a monster. Within these categories, some traditional images are adapted to the new context of the metropolis. The authors' intention is, on the one hand, to take advantage of the sense of mystery in order to awake the reader's curiosity. On the other hand, he reassures the reader by providing points of reference in the form of recurrent images and possible interpretations
Dans la prose anglaise, française et allemande de la première moitié du XIXe siècle le mystère apparaît comme élément fondamental de l'imaginaire urbain. Non seulement il reflète l'angoisse de l'individu confronté au contexte nouveau, mais il correspond aussi aux nouveaux moyens employés pour attirer l'attention du lecteur. Les images de mystère urbain sont analysées à l'intérieur d'un corpus d'ouvrages (Balzac, Sue, Dickens, Tieck et Grillparzer) et distinguées en trois catégories: la ville comme labyrinthe, comme femme et comme monstre. A l'intérieur de ces catégories, des images traditionnelles sont adaptées au contexte nouveau de la métropole. L'intention des auteurs est, d'un côté, de profiter du sens du mystère afin de réveiller la curiosité du lecteur et, de l'autre, de rassurer le lecteur en lui proposant des points de repère sous la forme des images récurrentes et des interprétations possibles
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Manenti, Claudia <1968&gt. "Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3630/1/CLAUDIA_MANENTI_-_TESI.pdf.

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Abstract:
A fronte della frammentarietà e della confusione semantica della città contemporanea, la ricerca sui ‘Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea’ ha inteso affrontare il tema della morfologia urbana in termini di significato. La focalizzazione sui temi dell’identità e del sacro nella città odierna è stata intesa quale modalità per tentare di andare alla radice dell’irrisolto problema di mancanza di senso che affligge la compagine urbana contemporanea e per cercare di individuare le cause e, quindi, le possibili azioni necessarie a riportare il costruito nell’ambito della relazione significante. Il campo di indagine è quello delle aree periferiche europee, ma la ricerca si muove da considerazioni di ordine generale relativamente alle reti di relazioni che l’essere umano instaura con il mondo circostante. Il lavoro sviluppa un primo inquadramento del tema di carattere generale, con un riferimento sistematico alla letteratura scientifica, individuando attraverso un sintetico excursus storico, i principi fondamentali della costruzione dell’immagine spaziale e del suo evolversi nel tempo. Su questa base i tre concetti di ‘centralità’, ‘identità’ e ‘sacro’, sono intesi come i cardini del discorso circa gli ambiti di significato e, sulla base di studi di alcune esperienze europee ritenute particolarmente esemplificative, la trattazione di questi tre temi arriva a proporre alcune considerazioni in merito alle caratteristiche che il contesto urbano deve avere per manifestarsi come luogo di costruzione di una identità personale e comunitaria. Nella consapevolezza che l’ampiezza dei temi considerati non ne consente una trattazione esaustiva, le considerazioni fatte sono da intendersi quali spunti di riflessione a riguardo dei metodi e delle modalità di relazione che sono ritenute necessarie per la costruzione di spazi di riferimento orientativo, identitario e socializzante.
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Manenti, Claudia <1968&gt. "Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3630/.

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Abstract:
A fronte della frammentarietà e della confusione semantica della città contemporanea, la ricerca sui ‘Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea’ ha inteso affrontare il tema della morfologia urbana in termini di significato. La focalizzazione sui temi dell’identità e del sacro nella città odierna è stata intesa quale modalità per tentare di andare alla radice dell’irrisolto problema di mancanza di senso che affligge la compagine urbana contemporanea e per cercare di individuare le cause e, quindi, le possibili azioni necessarie a riportare il costruito nell’ambito della relazione significante. Il campo di indagine è quello delle aree periferiche europee, ma la ricerca si muove da considerazioni di ordine generale relativamente alle reti di relazioni che l’essere umano instaura con il mondo circostante. Il lavoro sviluppa un primo inquadramento del tema di carattere generale, con un riferimento sistematico alla letteratura scientifica, individuando attraverso un sintetico excursus storico, i principi fondamentali della costruzione dell’immagine spaziale e del suo evolversi nel tempo. Su questa base i tre concetti di ‘centralità’, ‘identità’ e ‘sacro’, sono intesi come i cardini del discorso circa gli ambiti di significato e, sulla base di studi di alcune esperienze europee ritenute particolarmente esemplificative, la trattazione di questi tre temi arriva a proporre alcune considerazioni in merito alle caratteristiche che il contesto urbano deve avere per manifestarsi come luogo di costruzione di una identità personale e comunitaria. Nella consapevolezza che l’ampiezza dei temi considerati non ne consente una trattazione esaustiva, le considerazioni fatte sono da intendersi quali spunti di riflessione a riguardo dei metodi e delle modalità di relazione che sono ritenute necessarie per la costruzione di spazi di riferimento orientativo, identitario e socializzante.
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Sazzini, Jacopo, and Blerta Koci. "La città europea come modello. Progetto per l'area della stazione di Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Qual’ è il volto della città di domani? Può la città compatta essere antidoto al consumo di territorio e alla dispersione degli insediamenti? Questi sono i quesiti che accompagnano l’intero lavoro di ricerca condotto all’interno del percorso di tesi. Percorso che ritiene l’analisi del fenomeno urbano momento conoscitivo obbligato e fondamentale a fini progettuali. In questo senso è stato condotto un ampio lavoro di ricerca articolato su due livelli: l’analisi della città di Rimini dal punto di vista urbanistico, culturale, e sociale; e, parallelamente, un’indagine sul tema della città europea e della propria cellula costitutiva: l’isolato urbano. Il tema è sviluppato attraverso l’analisi dei passaggi fondamentali che hanno portato alla definizione del fenomeno urbano contemporaneo, con particolare attenzione al passaggio tra il modello della città industriale del XIX e la concezione Moderna di urbanistica. Ulteriore articolazione del lavoro è rappresentata da una sezione di analisi delle proposte progettuali contemporanee che rileggono, e, reinterpretano l’isolato urbano. Il tema di ricerca è declinato inoltre, a livello progettuale, all’interno dell’area della stazione di Rimini, liberata attraverso la dismissione di strutture inutilizzate appartenenti a Ferrovie dello Stato. Il progetto a scala urbana prevede l’elaborazione di linee guida verificate attraverso la composizione di un Masterplan ed un successivo approfondimento a scala architettonica dei comparti residenziali. Il progetto riflette sul delicato equilibro tra spazi aperti e chiusi, tra sfera pubblica e privata, proponendo un nuovo sistema di residenze in grado di dialogare con la città e, allo stesso tempo, assolvere ai bisogni spaziali della società contemporanea. Obiettivo che si intende raggiungere non dimenticando gli aspetti di sostenibilità dell’intervento, in ambito ecologico, economico e sociale.
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5

SPINELLI, QUIRINO. "Asylum : lo spazio dei rifugiati nella città europea : il caso di Torino." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/11578/282359.

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Mastropietro, E. "Ripensare l'immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/69460.

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Abstract:
La ricerca, dal titolo "Ripensare l’immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa", ha come obiettivo principale l’analisi di alcune problematiche relative ai processi di riqualificazione dello spazio urbano che interessano le città europee contemporanee. Il punto di partenza dell’analisi si concentra sulla constatazione di come la crisi del modello industriale tradizionale, abbia determinato un processo di trasformazione del tessuto fisico e del paesaggio delle città, a cui le amministrazioni pubbliche locali hanno dovuto rispondere promuovendo programmi ed interventi di riqualificazione urbana. Al centro dello studio condotto sui processi di rivalorizzazione di quelle che sono definite come "aree di crisi del tessuto urbano", si pone l’analisi del paesaggio, interpretato da una prospettiva sistemica e quindi inteso come la rappresentazione delle dinamiche territoriali. Tema centrale della ricerca è lo studio delle politiche e delle pratiche promosse dall’Unione Europea nell’ambito della progettazione e riqualificazione urbana, osservate come fattori di riorganizzazione delle città. Presupposto teorico che muove la ricerca in questo senso è la visione delle policy territoriali come fattori determinati nei processi di mutamento dello spazio costruito. Si è scelto, quindi, di indagare la problematica della riqualificazione urbana in Europa ponendo al centro dell’Indagine il Programma di Iniziativa Comunitaria Urban, che ha avuto nelle sue due edizioni (Urban I 1994-1999; Urban II 2000-2006) un’applicazione diffusa su tutto il territorio europeo e ha posto in evidenza una molteplicità di problematiche e di potenzialità proprie dei programmi di riqualificazione urbana. L’analisi è supportata con l’approfondimento di due casi di studio in Italia.
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Pigozzo, Anna. "Premio "Capitale verde europea". Studio di una politica dell'Unione europea in tema di sostenibilità ambientale con approfondimento terminologico sul minieolico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8910/.

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Abstract:
This dissertation is divided into four chapters and combines the study of the European Green Capital Award with a terminology research on small wind turbines, a technical subject in the macro-area of sustainable cities. Chapter I aims at giving an overview of the development of environmental policies and treaties both at the international and European level. Then, after highlighting the crucial role of cities for the global environment, the chapter outlines the urban dimension of the EU environmental policies and defines the vision of a sustainable city promoted by the European Union. Chapter II contains an in-depth analysis of the European Green Capital Award and illustrates its aims, the entire designation process, its communication campaign and its evolution. Chapter III focuses on applicant, finalist and winning cities in order to study the aspect of participation in the competition. It also contains a detailed analysis of two European Green Capitals, i.e. Nantes and Bristol, who respectively won the title in 2013 and 2015. Based on a variety of sources, this chapter examines the successful aspects of their bids and communication campaigns during their year as Green Capitals. Chapter IV presents the terminology research in the field of small wind turbines and the resulting bilingual glossary in English and Italian. The research was carried out using two terminology tools: TranslatorBank and InterpretBank. The former is composed by two software programmes, CorpusCreator and MiniConcordancer DB, which were used to semi-automatically create specialized corpora from the Web and then extract terminology and occurrences of terms from the collected texts. The latter is a software which has been specifically designed for interpreters in order to help them optimize their professional workflow, from gathering information and creating glossaries on a specific subject to the actual interpreting task at a conference. InterpretBank’s tool TermMode was used to create a glossary with term equivalents and additional information such as definitions and the contexts of use.
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Finotto, Gloria <1994&gt. "Indice di sostenibilità per le città italiane candidate al titolo di capitale europea della cultura nelle sue tre dimensioni: People, Planet e Profit." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15527.

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Abstract:
La tesi si pone l'obiettivo di creare un indice di sostenibilità specifico per le città europee della cultura, che possa essere utilizzato per comparare città candidate dello stesso stato per un certo anno e per comprendere se la scelta di nominare una città sia legata o meno al concetto di sostenibilità. L’analisi verrà effettuata mediante l'osservazione dei programmi ufficiali di candidatura al titolo di Capitale Europea della Cultura. Si tratterà, quindi, di città che hanno superato la prima selezione, ovvero il gruppo finale di città tra cui viene poi nominata la città vincitrice. In particolare, si considereranno le sei città italiane candidate a tale titolo per il 2019 (Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena). L'importanza data alla sostenibilità verrà esaminata prendendo in considerazione tre sue dimensioni, people, planet e profit, e realizzando per ognuna di queste un dizionario collegato al tema della sostenibilità. Successivamente, si procederà con la realizzazione di una serie di indici che consentano di misurare l'importanza delle tre dimensioni e della sostenibilità nei programmi di candidatura.
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CALAFATI, LUCA. "How to make European cities work in the 21 century? A comparison between radical and moderate approaches to urban sustainability." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263134.

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Abstract:
Le città europee sono presentate di frequente come un modello di sostenibilità per la loro capacità di unire la coesione sociale alla prosperità economica. Tuttavia, l’alto impatto ambientale e la persistenza delle diseguaglianze sociali solleva dei dubbi sulla capacità dell’urbanesimo europeo di essere sostenibile nel futuro. Questo lavoro esamina gli approcci moderati e gli approcci radicali alla sostenbilità urbana con lo scopo di valutare quale ha più potenziale rendere le città europee sostenbili sotto il profilo sociale e ambientale. L’analisi si concentrata sull’Inghilterra, utilizzando una base empirica sfaccettata su diverse scale spaziali. L’analisi include trend nazionali sul consumo di risorse naturali, trend regionali di welfare materiale, uno studio sulla strategia di sviluppo della regione urbana di Swansea e un esperimento in rigenerazione di quartiere. La tesi principale è che le città Europee hanno bisogno di una transizione strutturale – e non solo di aggiustamenti strategici – per diventare veramente sostenibili.
European cities are often presented as a model of sustainability for their capacity to reconcile social cohesion with economic prosperity. However, high environmental impact and persistence in social inequalities raises questions about the capacity of European urbanism to be sustainable in the future. This work analyses moderate and radical approaches to urban sustainability in Europe with the aim of assessing which has the most potential making European cites social and environmentally sustainable. The analysis focuses on the UK using a nuanced empirical base at different spatial scales. The analysis includes national trends in environmental impact, regional trends in material welfare, a study of the development strategy the Swansea City Region and an experiment in neighbourhood regeneration. The main argument is that European cities require a structural transition – and not just strategic adjustment – to become truly sustainable.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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Books on the topic "Città europea"

1

Marco, Folin, ed. Città italiana e città europea: Ricerche storiche. Reggio Emilia: Diabasis, 2010.

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2

Burrascano, Marco. I frammenti della città europea: Città, architettura, progetto. Firenze: Alinea, 2008.

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3

Leonardo, Benevolo, and Romano Sergio 1929-, eds. La città europea fuori d'Europa. Milano: Libri Scheiwiller, 1998.

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4

Associates, Arup, ed. La Città europea: Nuove città e vecchi luoghi di lavoro. [Bologna]: E.A. Fiere di Bologna, 1989.

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5

Ascesa e declino della città europea. Milano: R. Cortina, 2010.

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6

Romano, Marco. Ascesa e declino della città europea. Milano: R. Cortina, 2010.

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7

Corrado, Beguinot, and Fondazione Aldo Della Rocca, eds. Città di genti e culture: Da Megaride 94 alla città interetnica (Europea). Napoli: Giannini, 2003.

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8

Torino città internazionale: Storia di una vocazione europea. Roma: Donzelli, 2012.

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9

Carolina, Pacchi, ed. La macchina del tempo: Leggere la città europea contemporanea. Milano: C. Marinotti, 2011.

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10

Ruggiero, Vincenzo. Movimenti nella città: Gruppi in conflitto nella metropoli europea. Torino: Bollati Boringheri, 2000.

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Book chapters on the topic "Città europea"

1

Perathoner, Christoph. "La smart mobility nell’ordinamento giuridico dell’UE e le potenzialità di sviluppo nelle città europee." In Bibliothek des Wirtschaftsrechts, 131–55. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-63635-0_6.

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Abstract:
ZusammenfassungL’emergenza epidemiologica da COVID-19, che, partendo dalla Cina, in poche settimane si è propagata in tutti i continenti di questo pianeta, mettendone in ginocchio la popolazione, ha legittimato i governi di molti Paesi ad emanare provvedimenti restrittivi, conferendo di fatto agli Stati il potere di comprimere le libertà e i diritti fondamentali dei singoli in maniera del tutto inedita per le nostre generazioni.
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Grillo, Paolo. "La città e il vulcano. Il comune di Como e le conseguenze dell’eruzione del Samalas (1257-1260)." In Reti Medievali E-Book, 147–61. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-423-6.09.

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Abstract:
The essay examines some measures taken by the commune of Como between 1257 and 1260, relating to the maintenance of roads and rivers and the food supply of the city, reinterpreting them as timely and effective responses to the wave of bad weather caused throughout Europe by the eruption of the Indonesian volcano Samalas.
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"Parte 1. Introduzione." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/001.

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Abstract:
Nell’Introduzione sono discusse e per la prima volta formalizzate le ragioni della presenza di pezzi ciprioti nella Biblioteca Marciana di Venezia. Forse non del tutto esaustiva, essa lascia il testimone a quanti in futuro intenderanno approfondire un ambito di ricerca determinante per comprendere le vicende della città lagunare, delle sue istituzioni culturali e del suo ruolo nella storia mediterranea ed europea.
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"Parte 1. Introduzione." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/001.

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Abstract:
Nell’Introduzione sono discusse e per la prima volta formalizzate le ragioni della presenza di pezzi ciprioti nella Biblioteca Marciana di Venezia. Forse non del tutto esaustiva, essa lascia il testimone a quanti in futuro intenderanno approfondire un ambito di ricerca determinante per comprendere le vicende della città lagunare, delle sue istituzioni culturali e del suo ruolo nella storia mediterranea ed europea.
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Paolo Giandebiaggi and Chiara Vernizzi. "Gli organismi religiosi nella trasformazione della città europea: dal rilievo alla definizione di una identità urbana." In CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.65.

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Bonello, Valentina, Claudia Faraone, Luca Nicoletto, and Giulio Pedrini. "Un laboratorio europeo per le politiche urbane." In Città e lavoro, 92–99. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xhz.12.

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Del Duca, Maria Paola. "LE NOBIL STANZE ALLA GRAN SALA INTORNO – UN TEATRO PER IL SIGNORE DELLA CITTÀ:." In Theatre Spaces for Music in 18th-Century Europe, 409–24. Hollitzer Verlag, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv15d7z24.18.

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MUñOZ, S. FORNER. "DEGRADAZIONE DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE DELLA CITTA DI ALCOY: ALTERNATIVE PER IL RECUPERO E PER LA SUA UTILIZZAZIONE PER FINI CULTURALI ED EDUCATIVI." In Science, Technology and European Cultural Heritage, 916–19. Elsevier, 1991. http://dx.doi.org/10.1016/b978-0-7506-0237-2.50167-2.

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Conference papers on the topic "Città europea"

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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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Ballarin, Matteo, and Nadia D'Agnone. "Paesaggio, suolo, tempo: la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.

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Abstract:
Parlare di tempo geologico è un modo di contestualizzare i processi materiali della terra nella sua storia. La scala dei tempi geologici suddivide la lunga storia della terra in eoni, ere, periodi ed epoche, non omogenei tra loro, ma in relazione l'un l'altro a seconda di ciò che emerge dall'analisi dei dati stratigrafici o dallo studio della stratificazione dei diversi livelli della crosta terrestre. Recentemente negli studi relativi a territorio e paesaggio è stata introdotta l'idea che l'epoca dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa, sia terminata e che sia stata sostituita da una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, ovvero, 'l'era della razza umana'. Per confermare o meno questa ipotesi, siamo partiti da due categorie concettuali di paesaggio: il paesaggio terrestre ed il paesaggio costruito. Il caso studio della città di Catania, in Sicilia, ben si applica a questa ricerca: il suolo della città si è costruito sia tramite l'intensa opera dell'uomo -negli ultimi 40 anni fino a risalire al XVII secolo ed al nucleo greco antico- sia tramite una non indifferente attività geologica, rappresentata dalle molteplici eruzioni vulcaniche e dai frequenti terremoti che hanno colpito la conurbazione nel corso dei secoli. L'analisi -tramite sezioni e carotaggi- della stratigrafia storica ha evidenziato come la forma non solo della città ma del paesaggio di Catania abbia risentito in maniera eccezionale delle mutazioni geologiche intercorse, più di ogni altra città europea, e la rende un oggetto di studio privilegiato per esaminare la correlazione tra paesaggio, tempo ed usi. Geologic time is a way of contextualizing the material processes of the Earth within its long history. The geologic time scale divides the long history of the earth in eons, eras, periods and epochs, not separately, but in relation to each other depending on what emerges from the analysis of stratigraphic data and the different levels of the crust of the earth.Recently, studies related to territory and landscape have introduced the idea that the current Holocene epoch that began 11,700 years ago has ended and has been replaced by a new geological epoch called the Anthropocene, or, 'the era of human race'. To confirm or reject this hypothesis, we started from two conceptual categories of landscape: the terrestrial landscape and the constructed landscape. We apply this research using the case study of Catania, Sicily. The soil of the city of Catania is built is through both the intense work of man – in the last 40 years going back to the seventeenth century and to antiquity with the ancient Greeks – and, through substantial geological activity – by the many volcanoes and frequent earthquakes over the centuries. The analysis is defined by a sectioning and dissection of the historical stratigraphy of the ground of Catania. It reveals how the form of the city and landscape of Catania has undergone exceptional change and mutation evolving slowly in geologic time, more so than any other European city. It is therefore an interesting object of study to examine the relationship between landscape, time and use.
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Gorgo, Letizia, and Gloria Riggi. "URBAN TRACES: revitalization strategies for abandoned villages." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Abstract:
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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Fava, Federica. "Il progetto intermedio come luogo dell’empowerment: esempi di nuove pratiche nelle città europee." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7904.

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Abstract:
‘Città in attesa’ sono il risultato fisico e concettuale dei profondi cambiamenti che coinvolgono la nostra società. Nel secolo dell’urbanità, lo spopolamento di molte città occidentali la mancanza delle risorse necessarie al completamento di grandi piani urbani producono un numero crescente di spazi vacanti. Rimandando la sua trasformazione ad un futuro indefinito, la città viene quindi ridotta a un paesaggio amorfo, riflesso dell’altrettanto disagio sociale che investe un’ampia fascia della cittadinanza media. In questo scenario di incertezza il progetto temporaneo diviene strumento efficace ad abilitare lo spazio urbano al suo uso evitandone un ulteriore degrado. Attraverso pratiche intermedie le ‘pause temporali’ in cui è costretta la città possono essere trasformate in momenti di sperimentazione diventando inoltre opportunità di riflessione sui mezzi e sulle modalità del progetto stesso. Questo lavoro propone dunque una riflessione sul concetto di tempo basata sull’idea di durata reale introdotta da Bergson. ‘Attivando’ sequenze temporali solitamente inutilizzate, il progetto intermedio diventa mezzo dinamico di riqualificazione urbana basato sull’’empowerment delle comunità locali. Obiettivo di questo scritto è infine sintetizzare le caratteristiche che rendono il progetto intermedio capace di innescare una trasformazione della città basata su un modo nuovo di partecipare, orientato al rafforzamento delle capacità resilienti degli abitanti coinvolti. A questo scopo vengono raccolti e classificati in quattro categorie dimensionali diversi progetti realizzati in ambito europeo dimostrandone l’adattabilità a tutti i livelli della pianificazione. The physical and conceptual result of the great changes which affect our society is a city in ‘stand-by’. Even if the XXI century is considered to be an ‘urban century’, many Western cities are shrinking and lack the resources which are necessary to complete planned masterplans. By postponing the transformation of the city to an indefinite future, the number of vacant spaces is increasing. This situation reduces the city into an amorphous landscape that also reflects the social problems concerning a wide number of citizens. In this uncertain scenario, the temporary project becomes an effective tool to open the urban space toward its use as well as to avoid a further degradation of the landscape. Through interim practices the 'forced breaks', to which the city is constrained, can be transformed into moments of experimentation, becoming an opportunity to reflect on the means and methods of the project itself. This work proposes a reflection on the concept of time based on the idea of real duration introduced by Bergson. 'Activating' usually unused sequences of time, the interim project works as a dynamic means of urban regeneration based on the empowerment of local communities. Finally, the aim of this paper is to summarize the features that make the intermediate project able to trigger a transformation of the city based on a new way to participate, attempting to strengthen the resilient capacity of the people involved. For this purpose several European projects are collected and classified into four dimensional categories, showing the adaptability of the temporary project at all scales and levels of planning.
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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Ortolani, Chiara. "Morfologia urbana, trasporti, energia: indicatori di impatto." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7910.

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Abstract:
La mobilità svolge un ruolo vitale per il mercato interno, per l’occupazione e, più in generale per la qualità della vita dei cittadini. Rivolgendo l'attenzione al contesto mondiale, europeo e nazionale si vede come sia divenuta una necessità sempre crescente: la mobilità media per persona in Europa, misurata in passeggeri-chilometro per abitante, è aumentata del 7% tra il 2000 e il 2008 e si prevede che nel 2050 i passeggeri-km nell’Europa OECD saranno il doppio rispetto al 2000. Per ciò che riguarda il trasporto merci la domanda ha continuato a crescere oltre il PIL negli ultimi dieci anni (EC, 2011). L’attuale modello di trasporto è basato però sull'uso dei combustibili fossili e sul predominio del trasporto su strada, sia per le merci che per i passeggeri (EC, 2011) e inoltre una larga parte della mobilità oggi esistente potrebbe essere evitata (McLellan & Marshall, 1998). Di conseguenza, tale modello è responsabile del 23% dell’energia consumata in Europa. Circa i tre quarti dipendono dal trasporto su strada (IPCC, 2007) e il consumo energetico, in questo settore, si stima che aumenterà circa dell’80% entro il 2030. In conseguenza del fatto che l’energia consumata in questo settore proviene per il 96% dal petrolio e dai suoi derivati (IPCC, 2007; EC, 2011) questo stesso è responsabile di elevate emissioni di CO2 e altre sostanze clima-alteranti, dell'aumento della temperatura e di rilevanti problemi di salute nelle popolazioni esposte (U.S. EPA, 2010). La forte dipendenza dal petrolio potrebbe inoltre portare a conseguenze severe sulle possibilità di approvvigionamento di merci e spostamento dei cittadini, sulla sicurezza economica e la competitività globale ed europea nei decenni futuri (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). La maggior parte degli spostamenti sono interni alle aree urbane e, per il settore dei trasporti, queste sono le aree che influiscono di più sui cambiamenti climatici e sui consumi energetici globali. La città può essere assimilata ad un organismo (Samaniego & Moses, 2008) e gli spostamenti che si compiono in essa, affinché siano efficaci, devono avvenire attraverso una rete che rappresenti una configurazione ordinata di relazioni -o connettività- (Capra, 1996) che implica una certa forma, una struttura definita (con il rispettivo schema) e uno o più processi specifici (Samaniego & Moses, 2008). Le caratteristiche che osserviamo oggi negli organismi sono il risultato di milioni di anni di evoluzione verso l’ottimizzazione delle strutture: minimizzazione dell’energia spesa per la distribuzione delle risorse e massimizzazione del rendimento. Tendono quindi a minimizzare il loro grado di entropia. Per arrivare ad una configurazione del tessuto connettivo urbano che possa minimizzare il suo grado di entropia è necessario innanzi tutto individuare un insieme di indicatori sulla base dei quali sia possibile caratterizzare lo spazio stesso e che rendano possibili analisi dinamiche della morfologia urbana. In quest’ottica, questo contributo si pone quindi come obiettivo quello di individuare un primo set di indicatori significativi derivati dal confronto tra le caratteristiche delle reti vascolari di un organismo e il tessuto connettivo urbano. The mobility plays a very important role for the internal market, employment and, more generally, the citizens’s life quality that takes great advantages from an effective and sustainable transport system. In the last twenty years, mobility has become an ever increasing necessity: the average mobility per capita in Europe, measured in passenger-kilometres per capita, is increased by 7% between 2000 and 2008 and it is expected that in 2050 the passenger-km OECD Europe will double compared to 2000. Furthermore demand for resources and food is continued to grow well beyond the GDP over the past decade (EC, 2011), enhancing thus the freight. The current transport model that responds to this mobility demand, which also includes a large part of trips that could be avoided (McLellan & Marshall, 1998), is based on the dominance of road transport and use of fossil fuels (EC, 2011), both for freight and transport of passengers. As a conseguence this transport model is accountable for 23% of energy consumed in Europe, and about three quarters of which depends on road transport (IPCC, 2007) It is estimated that energy consumption in this sector will increase by around 80% for 2030. In this sector, the energy consumed originates of 96% from oil and its products (IPCC, 2007; EC, 2011; Lerch, 2011). Therefore, the transport sector is responsible for high emissions of CO2 and other climate-altering gases, for the temperature increase and for significant health problems in population directly exposed to oil-derived pollutants(U.S. EPA, 2010). The strong dependence on oil may also have important consequences on the resource supply and mobility of citizens for the next decades (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). The majority of trips are internal to the urban areas that are affected by this congestion, local air pollution, road accidents and social harms. Finally, urban trips have a major influence on climate change and energy consumption at the global level. Samaniego & Moses (2008) show the similarities existing between cities and organisms. Urban trips are effective if are done through a network representing an ordered configuration of relationships -connectivity-(Capra, 1996) which implies a particular shape, definite structure and one or more specific processes. The characteristics that are observed in organisms today are the result of millions of years of evolution that led to optimized structures that tend to minimize the energy cost for resource allocation thus maximizing their productivity. Therefore, the organisms tend to minimize their degree of entropy. To arrive at a configuration of urban connective tissue that can minimize its level of entropy is first necessary to identify a set of indicators on the basis of which it is possible to characterize the space and make possible dynamic analysis of urban morphology. In this context, the aim of this contribution is to identify a first set of meaningful indicators derived from a comparison of the characteristics of the vascular networks of an organism with the urban connective tissue.
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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Abstract:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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