Academic literature on the topic 'Cartelli internazionali'

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Journal articles on the topic "Cartelli internazionali"

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Dorigoni, Susanna, and Federica Pontoni. "I mercati internazionali dell'energia." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (July 2009): 165–73. http://dx.doi.org/10.3280/efe2008-003008.

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Abstract:
- The paper analyzes recent market trends in the oil and natural gas sector. For the latter, a focus on the European gas market is then presented, whose consumption has grown considerably in these last ten years. As for the oil sector this paper investigates the key elements that have shaped its market in these years. As for oil consumption, we show that in these last 15 years China, India and the Middle East are the main responsible for the increase in World consumption. On the other hand, European OECD Countries have consistently reduced (almost 9%) their oil demand. This is due both to the dematerialization of their economy and their significant improvements in energy efficiency. As for energy intensity, in fact, Europe by far is the most efficient region in the World. On the other hand, OPEC has drastically raised its share of total production: at present the cartel accounts for more than 40% of overall production. OPEC members were the only producers to meet World's needs as oil demand expanded. The difficulties of other producers to keep up with the demand originated in the nineties, when no investment in new production capacity was brought about due to low oil prices. In the end of 2008, anyway, recession has eased the situation: for the first time in fifteen years, demand has not grown, compared to 2007 consumption. Recession has also shrunk prices, which, as soon as the demand started decreasing, have collapsed by almost 70%. As for the gas sector, the paper focuses on the European market where, after ten years from the beginning of the liberalization process, competition is still missing. In particular, the paper discusses whether LNG can bring about the competition so desperately needed. Unlike investments in pipelines, those in the LNG chain present a much lower degree of specificity, since the importer is not physically tied with the producer; moreover, it is getting increasingly common that part of the plant capacity is made available for spot transactions. It is also worth mentioning that for the time being LNG seems to represent the sole possibility for new competitors to enter the market according to the lack of capacity on international import pipelines. Long term import take or pay contracts held by gas incumbents play a pre-emption activity on transit pipelines and access can not be granted to third parties. Moreover, LNG could enable traditional European importers to widen their gas suppliers' portfolio, also considering that some producing countries (i.e. stranded gas) can be reached only via sea. Increased possibilities of choice for importers, the widening of the group of exporting countries, and the increased integration of the European market, thanks to the possibility of redirecting cargoes depending on single countries' supply-demand balance, would contribute decisively to security of supply, market globalization and competition in the industry. The paper presents also a cost plus comparison among different LNG supplies and those from new Russian fields, demonstrating that LNG will be even more convenient than those supplies coming from Eastern Siberia. Finally, it is important to highlight that the lack in new liquefaction capacity could undermine the growth of a florid LNG market.Key words: Oil and gas sector, liberalization, LNG.JEL classifications: Q40, Q41, Q43, Q48.Parole chiave: Mercato del petrolio e del gas, liberalizzazione e GNL.
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Howe, Martin. "Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
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Marini, Arianna, and Giovanni Salucci. "Flusso XML e InDesign per la realizzazione di edizioni digitali nelle Humanities." DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, no. 1 (March 23, 2022): 147–68. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3295.

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Abstract:
Abstract In questo articolo vengono presentate, in tutti i dettagli operativi e concettuali, la progettazione e la realizzazione di un flusso editoriale completo, per la realizzazione di un’edizione digitale a stampa dell’inventario dei manoscritti di Palazzeschi.Gli autori, insieme ad alcuni collaboratori specialisti di varia provenienza (archivisti, informatici, grafici editoriali), hanno elaborato un flusso editoriale in grado di realizzare un’edizione a stampa in formato PDF di qualità dell’inventario del fondo manoscritti, partendo dall’estrazione dei dati archivistici dalla piattaforma di schedatura che rispetta gli standard internazionali. Tale lavoro si è svolto seguendo le linee guida ANAI e le scelte editoriali del Centro Studi “Aldo Palazzeschi”. Il flusso è stato progettato anche per favorire le attività preliminari di revisione e adattamento dei dati, nell’ottica di ottimizzarne le procedure e i tempi. Il flusso descritto è stato adottato per realizzare il primo volume della nuova collana ad accesso aperto del Centro Studi “Aldo Palazzeschi”; altre edizioni sono in lavorazione per dare vita ad opere quali cataloghi di mostre, carteggi e guide archivistiche. Tutti questi volumi si basano sui dati contenuti nella piattaforma di Carte d’autore online, ma ognuno di essi viene realizzato con l’impiego di un template InDesign adattato al progetto specifico, a partire da quello descritto in questo articolo. The aim of this paper is to show the project and development of an entire editorial workflow, by focusing on all its practical and conceptual details. The workflow under analysis has been conceived to produce a to-be-printed digital edition of the inventory of the “Fond of manuscripts of Palazzeschi”. Both authors, in collaboration with archivists, developers and graphic designers, have been setting up an editorial workflow able to produce a quality PDF, starting from data stored in a cataloguing platform that complies with international standards. This work was carried out following both ANAI guidelines and Centro Studi Aldo Palazzeschi’s editorial rules. This flow is also meant to support some preliminary tasks, like data review and proofreding, in order to optimize their processes and time concerns. This workflow has been adopted to publish the first volume of the new Open Access series by Centro Studi “Aldo Palazzeschi”. Some other editions are still in progress so as to deliver exhibition catalogues, epistolary exchanges and archival guides. All these volumes take their data from "Carte d’autore online" database and each of them requires a settled template, set up on the basis of the specific one in the present article.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Coppola, Raffaele. "Santa Sede e debito illegittimo.Il cammino verso la Corte internazionale di giustizia (2015-2022)." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, June 23, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/18086.

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Abstract:
SOMMARIO: 1. Il discorso del Santo Padre Francesco (Santa Sede in senso proprio) ai membri dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite - 2. La posizione della Santa Sede in senso lato e dei vertici della Chiesa italiana - 3. Odierne prospettive nella linea di lavoro politico - 4. La via africana sul debito - 5. Argentina e Fondo Monetario Internazionale (FMI). Holy See and illegitimate debt. The path to the International Court of Justice (2015-2022) ABSTRACT: This work offers a synthesis of the main steps of the process towards the International Court of Justice, accomplished over a seven-year period by the Holy See and the Cartel of jurists inspired by the Charter of Sant’Agata de’ Goti – Declaration on Usury and International Debt (1997). The starting point is Holy Father Francis’ speech at the United Nations General Assembly (New York, September 25, 2015), where the devastating deviations of speculative finance were condemned. Next, the points of convergence with the positions taken on the matter by the Italian Bishops’ Conference (CEI) are described, as well as today’s perspectives on debt and the International Court of Justice, in the line of political engagement, with regard to the Gentiloni government and the first Conte government. Completing the discussion is a report on what the author calls the African way on debt and an in-depth look at the differences from a recent wide-ranging initiative aimed at resolving the long-standing issue of the Argentine debt.
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Dissertations / Theses on the topic "Cartelli internazionali"

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BERTILORENZI, MARCO. "Il controllo della sovrapproduzione. I cartelli internazionali nell’industria dell’alluminio in prospettiva storica, 1886-1945." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592644.

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Books on the topic "Cartelli internazionali"

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Carteggi e scritti di Camillo Togni sul Novecento internazionale. Firenze: L. S. Olschki, 2006.

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International Biennial of the Poster in Mexico (6th 2000 Mexico). Sexta Bienal Internacional del Cartel en México, 2000: International Biennial of the Poster in México = Biennale internazionale del cartello in Messico. [México, D.F.]: Trama Visual AC, 2000.

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Elio, D'Auria, and Comitato nazionale per le scienze storiche, filosofiche e filologiche (Italy), eds. Metodologia ecdotica dei carteggi: Atti del convegno internazionale di studi, Roma 23, 24, 25 ottobre 1980. Firenze: Le Monnier, 1989.

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Tampieri, D. La leggerezza dell'elefante: Guido Gallignani (1880-1974) concertista all'estero : carteggi, nostalgia e critica internazionale di un contrabbassista compositore. Faenza (Ra) [i.e. Ravenna, Italy]: Edit Faenza, 2004.

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5

Tampieri, Domenico. La leggerezza dell'elefante: Guido Gallignani (1880-1974) concertista all'estero : carteggi nostalgia e critica internazionale di un contrabbassista compositore. Faenza (Ravenna): Edit Faenza, 2004.

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studi, Centro di ricerca sugli epistolari del Settecento Convegno internazionale di. Le carte vive: Epistolari e carteggi nel Settecento : atti del primo Convegno internazionale di studi del Centro di ricerca sugli epistolari del Settecento, Verona, 4-6 dicembre 2008. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2011.

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