Academic literature on the topic 'Carta dei diritti'

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Journal articles on the topic "Carta dei diritti"

1

Gambino, Silvio. "I diritti fondamentali fra ‘Carta dei diritti UE' e "costituzionalismo multilivello"." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 47–85. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001003.

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Abstract:
L'articolo esamina la protezione dei diritti fondamentali nella prospettiva del processo di in-tegrazione europea e delle sue relazioni con l'ordine costituzionale interno nel quadro del costituzionalismo multilivello. In tale contesto, recenti nuovi indirizzi della giurisprudenza costituzionale sottolineano come il giudice nazionale ordinario sia chiamato a occupare un ruolo di crescente importanza nei rapporti con il Giudice costituzionale e nel dialogo con il Giudice dell'Unione (CGUE). Tali indirizzi restituiscono una nuova centralità alla ‘dottrina dei controlimiti' rispetto alla dottrina della CGUE sul primato del diritto dell'Unione con riguardo alle disposizioni costituzionali in tema di principi e di diritti fondamentali. In tale prospettiva, il testo esamina sia il tema dei rapporti fra libertà fondamentali economiche e processo di integrazione europea sia solleva interrogativi sul livello di protezione giurisdi-zionale di tali libertà fondamentali fra costituzioni nazionali e diritto primario dell'Unione.
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Ziller, Jacques. "Il nuovo assetto dei Diritti nei trattati Europei dopo Lisbona." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 63–84. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001005.

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Abstract:
La problematica dei diritti č strettamente collegata alla natura pattizia della ‘costituzione' della Comunitŕ - ora Unione - europea come giŕ chiarito dalla Corte di giustizia nella sentenza Van Gend en Loos del 1963. Č su questa base che vanno quindi analizzate le novitŕ del trattato di Lisbona, per quanto riguarda diritti derivanti da obblighi degli Stati membri, che sono nuovi rispetto ai previgenti trattati CE e UE. L'autore esamina come si manifesta il carattere vincolante della Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea per tutti gli Stati membri, dato che il Protocollo sulla Polonia e il Regno Unito non rappresenta una deroga al sistema di diritto UE. Infine, l'autore presenta le tre piů importanti conseguenze del carattere ormai vincolante della Carta, cioč la differenziazione tra diritti fondamentali e altri diritti, l'applicabilitŕ di una riserva di legge e la possibilitŕ di ricorso alla procedura di rinvio pregiudiziale per l'interpretazione della Carta.
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Bompiani, Adriano. "La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea: aspetti etici." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 13–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.710.

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Abstract:
Al margine del “vertice” di Nizza, il 27 dicembre 2000 il Consiglio Europeo ha proposto al Parlamento Europeo ed alla Commissione di proclamare solennemente, insieme al Consiglio, la “Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea” (UE), elaborata da un Gruppo di lavoro in base al mandato ricevuto nel 1999 dal medesimo Consiglio. Il documento ha indubbia valenza “politica” per dotare l’UE di una più definita base giuridica e sotto alcuni aspetti “costituzionale”, proposta per rafforzare il consenso dei cittadini dei vari Stati europei che già fanno parte dell’UE ed orientare il sentire di quelli che – già - rappresentati in Consiglio d’Europa - saranno ammessi a farvi parte. La base dei fattori unificanti viene sostanzialmente individuata nei “diritti dell’uomo”, storicamente sviluppatisi sia nei riguardi della promozione della individualità che della socialità dell’uomo nel corso del XX secolo. L’articolo riprende attraverso l’esame della recente letteratura nazionale le opinioni espresse sulla “Carta”, ma si sofferma in particolare sugli aspetti bioetici emergenti dall’art. 1 (Dignità umana); art. 2 (Diritto alla vita); art. 3 (Diritto all’integrità della persona). Ciascuno di questi articoli, nell’annunciare i “valori” e corrispondenti “diritti”, si rifà alla concezione giuridica tradizionale della “persona”, dalla quale può derivare l’insufficiente tutela della fase prenatale della vita umana. Questo non può non suscitare preoccupazioni e riserve di fronte ad un documento che, per altri aspetti, sembra utile per consentire uno sviluppo europeo non limitato agli aspetti mercantili.
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Pennacchini, M., D. Sacchini, and A. G. Spagnolo. "Evoluzione storica delle “Carte dei diritti dei morenti”." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 651–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.729.

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Abstract:
L’intento perseguito dagli autori con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l’evoluzione negli ultimi decenni delle “carte” in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell’eutanasia. Tali “carte”, infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il right to death with dignity al right to death senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell’eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l’identificazione e l’analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all’elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l’evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli Usa in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della “review” storica, gli autori hanno voluto presentare la Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia elaborata nel 1999 all’interno del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
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Gerbasi, Giampaolo. "Il primato del diritto dell'Unione e la questione dei controlimiti: minaccia disgregativa o spinta integrativa nel processo di costituzionalizzazione dell'Unione europea." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 87–132. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001004.

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Abstract:
Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, da più parti è stata sottolineata l'obsolescenza del tema dei limiti costi-tuzionali al primato del diritto UE. Si assiste invece ad un ‘ritorno di attualità' della dottrina dei controlimiti e delle tensioni irrisolte che ruotano intorno alla tutela dei diritti fondamentali nel pluralismo costituzionale europeo. In tale contesto, il presente contributo mira a verifica-re se i crescenti conflitti interordinamentali costituiscano una minaccia per la tenuta dell'edificio europeo oppure se possano produrre anche una spinta propulsiva nel processo di costituzionalizzazione dell'Unione. A tal fine, saranno esaminati, da un lato, le tendenze osservabili nell'approccio (oppositivo vs. conciliativo) delle Corti costituzionali e della Corte di giustizia alle disarmonie nelle dinamiche relazioni tra ordinamenti, dall'altro, le eteroge-nee indicazioni emergenti dall'approccio orientato allo scontro o al confronto.
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Dammacco, Gaetano. "Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti." Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (December 30, 2020): 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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Abstract:
La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Costanzi, Roberto, Franco Brizzi, Giuseppe Iacovelli, Alessandra Nunzi, Gaspare Elios Russo, Anna Viola, Teresa Petrangolini, Francesca Diamanti, and Gianna D’Adamo. "Carta dei diritti della persona con malattia renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 27, no. 2 (May 14, 2015): 84–87. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2015.802.

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Marzario, Margherita. "La Carta dei diritti del bambino nato prematuro." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2012): 446–48. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-001040.

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Costanzi, Roberto, Franco Brizzi, Giuseppe Iacovelli, Alessandra Nunzi, Gaspare Elios Russo, Anna Viola, Teresa Petrangolini, Francesca Diamanti, and Gianna d'Adamo. "Carta dei diritti della persona con malattia renale." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 27, no. 2 (April 2015): 84–87. http://dx.doi.org/10.5301/gtnd.2015.14676.

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Calzolaio, Ermanno. "Europa dei diritti e giudice europeo." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

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Abstract:
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
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Dissertations / Theses on the topic "Carta dei diritti"

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Provenzano, P. "LA DISCIPLINA DEI VIZI PROCEDIMENTALI ALLA LUCE DELL'ART. 41 DELLA CARTA DEI DIRITTI DELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171329.

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Abstract:
The aim of this essay is to analyse, in light of the article 41 of the Charter of fundamental rights of the European Union, the italian discipline of procedural deficiencies in administrative law. The first part is devoted to the study of the case law of the European Courts reagarding the right of good administration. In the second part se will focus on the different theories about the importance of formal defects developed in Italy after the adoption of law n. 241/1990. In the final part of the essay we will analyse the art. 21-octies L. n. 241/1990, and we will underline how this provision should be construed to prevent the violation of EU law.
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Cecchetti, Lorenzo <1991&gt. "Il valore precettivo dei diritti sociali fondamentali previsti dal titolo IV della Carta." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9881/1/Cecchetti_Lorenzo_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il dibattito giuridico, politico ed economico in tema di protezione dei diritti sociali nel contesto del processo di integrazione europea risale alle origini stesse di tale processo. A circa dieci anni dall’attribuzione alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE dello stesso valore giuridico dei Trattati, sembra possibile tracciare un primo bilancio in termini di aspettative inverate ed aspettative non soddisfatte quanto alla giustiziabilità dei diritti sociali fondamentali contenuti nel Titolo IV direttamente o indirettamente al rapporto di impiego (articoli da 27 a 34). A questo fine, la tesi ha adottato una struttura tripartita capace di coniugare una metodologia di analisi pratica, in relazione alla giurisprudenza della Corte di giustizia UE post Lisbona (Capitolo III), con un’analisi dal carattere maggiormente teorico-ricostruttivo (Capitoli I e II). La ricerca cerca di dimostrare come tanto i più interessanti sviluppi quanto i limiti registratisi nella giurisprudenza della CGUE (rispettivamente, l’efficacia diretta, anche orizzontale, di alcuni di essi negli ordinamenti nazionali, e la determinazione del loro ambito di applicazione e delle modalità di interazione con il diritto secondario e primario) possano essere meglio compresi tenendo in debito conto il percorso ed il significato di ciascuno di tali diritti nel contesto del processo di integrazione europea. In breve, si sostiene che la “costituzionalizzazione” dei diritti sociali in esame abbia certamente un “valore aggiunto” che, tuttavia, riflette la natura sui generis e le finalità dell’Unione, il sistema di riparto di competenze tra Stati membri e Unione, ed il significato ultimo del sistema UE di tutela dei diritti fondamentali. Ciò non toglie che questi caratteri, con il tempo, possano infine mutare.
The legal, political, and economic debate on the protection of social rights in the context of the European integration process dates back to the very origins of this process. The Charter of Fundamental Rights of the EU acquired binding character in December 2009, and most notably it acquired the same legal value as the Treaties. Roughly ten years later, it seems possible to carry out a first assessment draw of the promises kept and the promises broken as for the justiciability of the fundamental social rights enshrined in Title IV which directly or indirectly relating to the employment relationship (Articles 27-34). To this end, the thesis is comprised of three parts. This tripartite structure allows combining two research methods, namely a case law analysis, in relation to the post-Lisbon case law of the Court of Justice of the EU (Chapter III), and a historical and theoretical analysis (Chapters I and II). The major goal of the research is to demonstrate that both the most interesting developments in the CJEU’s case law as well as the most significant open issues can be better understood by taking due account the trajectory and the role of each of these rights within the European integration process. In short, it is argued that the ‘constitutionalisation’ of social rights analysed in this thesis undoubtedly has an ‘added value’. The latter, however, reflects the sui generis nature and goals of the Union, its system of competences, and the ultimate function of the EU system of fundamental rights protection. Despite the fact that these characteristics may eventually change over time.
Le débat juridique, politique et économique sur la protection des droits sociaux dans le contexte du processus d’intégration européenne remonte aux origines mêmes de ce processus. Une dizaine d’années après l’attribution à la Charte des droits fondamentaux de l’UE de la même valeur juridique que les traités, il semble possible de dresser un premier bilan en termes d’attentes avérées et d’attentes non satisfaites en ce qui concerne la justiciabilité des droits sociaux fondamentaux contenus dans son Titre IV et directement ou indirectement liés à la relation de travail (articles 27 à 34). À cette fin, la thèse a adopté une structure tripartite capable de combiner une méthodologie d’analyse pratique, en rapport avec la jurisprudence de la Cour de justice de l’UE post-Lisbonne (Chapitre III), avec une analyse ayant un caractère plus théorique-reconstructif (Chapitres I et II). La recherche vise à montrer comment autant les développements les plus intéressants que les limites relevées dans la jurisprudence de la CJUE peuvent être mieux compris en prenant dûment compte du parcours et de l’importance de chacun de ces droits dans le contexte du processus d’intégration européenne. En somme, il est soutenu que la “constitutionnalisation” des droits sociaux analysés présente certainement une «valeur ajoutée» qui, toutefois, reflète la nature sui generis et les objectifs de l’Union, son système des compétences, et la fonction du système de protection des droits fondamentaux de l’UE. Ce qui précède n’implique pas que ces caractéristiques ne puissent pas éventuellement changer à l’avenir.
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Cappelletti, R. "ANTROPOLOGIE DEI DIRITTI UMANI. PERCORSI AFRICANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/150178.

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Abstract:
The Human Rights topic is increasing its relevance in the field of legal studies and in the agenda of inter/transnational actors. The Sociology of Law is deeply engaged in this dialogue, but some of its contributions seem to share a common lack of concern about the dimensions of cultural legitimacy and politics of imagination. Refusing the “simplistic” vision of «legal transplants», the approach in term of regionalization and the genealogical theories (i.e. the so called generations of human rights), the thesis aims to outline a multidisciplinary frame, trying to merge the anthropological and the socio-legal knowledge to shed light on the «anthropologies of human rights». The use of the plural suggests several orders of realities: firstly, it reflects the high fragmentation which characterizes the epistemological and methodological debate of contemporary anthropology, as a disciplinary field. An “internal” multiplication of points of view which becomes even more striking in its interactions whit the HR subject and its own kind of internal dissemination. Secondly (and consequently), it enlightens that the “pluralisation” of human rights discourse could be better understood as a proliferation of world-visions and axiologies. In this second meaning, the summoned «anthropologies» have to be intended in term of theories on human beings, on social reality and social order, shaped by cultural assumptions, taken-for-granted and (shared) symbolical repertoires. Deeply merged within every manifestation of the «humanitarian transnational narration», these world-versions need to be studied as sources of influence and inspiration for legal claims, texts and declarations that build the corpus of international humanitarian law. Lastly, this plurality which stems from the relationship between the macro-narrative of the International Bill of Human Rights and its situated appropriations points out the potentiality of a cultural analysis of the social life of (human) rights in avoiding the dichotomist models (universalism versus relativism, global versus local and so on) in favor of a representation in term of narrative encounters between different conceptions of human dignity, human beings, normative orders and social realities. To grasp this mutual and multilayered overlapping, the first part of the thesis builds an analytical framework destined to be applied, in the second part, to the specific context of the «African system of human rights». This choice was dictated by the peculiarities which seem to distinguish it from others regional systems: amongst these features, the African Charter on Human and Peoples’ Rights deserves a special place, considered its aspects of relevant innovation and creativity as well its signs of criticism and its lack of real efficacy. In the first chapter we start from the general liaison between Law and Culture, looking for a «relational paradigm» which rejects determinist or reductionist presentations of this organic link. Adopting a pluralist point of view (centered on the idea of «normative pluralism» preferred to the classical one in term of «legal pluralism»), we borrow some insights from early anthropological researches on «primitive law» and on the co-existence of plural normative orders in colonial settings. The second chapter deals with the concept of «legal culture», trying to discuss a cardinal notion of sociology of law that often pretend to exhaustively grasp the complexity of law/culture nexus. We explore the richness and the pitfalls of influent theorizations about this topic, sorting out three dimensions which seem to require a deeper engagement: the power, the (construction of the) collective identities and the pluralism. In strict dialogue with the studies on «legal consciousness» and «legal socialization», we move towards a textual description of culture. The third chapter sketches a theory of culture in term of cognitive and normative interface between men and the meaningful world they try to create (and to live in). Borrowing from Clifford Geertz the fundamental ideas about the «social traffic of meanings», the textual dimension of cultures and the law as a way of world-making – or better, of imaging the reality –, we keep developing our model in a more comprehensive perspective which dismisses the “literary” constraints entrenched in the idea of «text». The forth chapter deals with some assumptions of the so-called «narrative paradigm», trying to “dissolve” the persisting rigidities of the textual frame into a larger and (more) universal human ability: the narrative competence. We examine the coalescence between narrative attitude and normative attitude, stressing the similarities and the constitutive power of both of them. Starting from narration as a meta-model for the social construction of reality, we move towards the specificities of «legal narration» as expression of the legal construction of social reality. This narrative standpoint can be synthesized as follow: the human skill to produce, to understand and to manipulate tales (and other sources of narrative production) is the key that ensures the transmission and the socializations of cultural meanings, representations and symbols. Trough the narrativization of culture it becomes easier to conceive the narrativization of legal cultures as shared, contested, polyphonic repertories of legal and social ideas. In the fifth chapter we start applying our theoretical framework to the human rights topic. We begin with a preliminary set of issues regrouped under the label of «spatial problematic». It underlines the paradox of the Universalist project, with its claims of cultural independence and planetary applicability on the one hand, and the need of cultural resonance and local relevance on the other. We explore critical contributions about the «globalization talk», which stress some traps of this overriding way of representing social and socio-legal phenomena in the contemporary world. Aiming to reject monodimensional explanations, we merge the «rhetoric of flaws» with the sensibility for «friction events» generated by and trough the encounters between transnational narratives and specific local (and cultural) settings. The concept of «vernacularization» helps us to conceive these interactions/intersections between global flows and punctual frictions. The sixth chapter introduces the main elements of the African context, starting from a sketched portrait of what we define its «radical normative pluralism». In order to cope with the complex reality of the African human rights system, we outline a historical (and political) description of the events that preceded the creation of the Organization for the African Unity, the institutional body which had the main responsibility in the consolidation of the system itself. We also examine various “legal” precedents (the so-called Lagos Law, the Universal Declaration of the Rights of Peoples and so on) which influenced the elaboration of the African Charter with their moral and political authority. Whit the seventh chapter we finally land the heart of our topic: the narrative analysis of the African Charter of Human and Peoples’ Rights. After a quick identification of the focal features of the document, we approach the meaningful core of the Charter: the organic/holistic relationship between individual human rights and collective dimension of peoples’ (human) rights. We split our investigation in two different but related paths: the individual/people pole and the rights/duties pole, assuming they are two dissimilar strategies to arrange this underlying “cohabitation”. We also draw to several pronunciations of the African Commission of human and peoples’ rights exploring the potential meanings of people and peoples’ rights to clarify the official/institutional position on the subject. Anthropological and sociological studies on the ongoing modifications of collective frames of reference (the family, the ethnic group and other strategies of kinship allegiance) in contemporary Africa are employed to complete our inquiry. In the eighth chapter we (temporary) leave the African Charter in favor of other documents and protocols produced by the African system, strictly related to the «culture variable»: the Pan-African Cultural Manifesto, the Cultural Charter for Africa and the Charter for African Cultural Renaissance. After that, we approach three other texts more engaged on the promotion and protection of human rights for specific categories of people: the African Charter on the rights and welfare of the child, the Protocol to the African Charter on human and peoples’ rights on the rights of women in Africa and the African Youth Charter. Our aim is to show how cultural assumptions about the subjects concerned shape or influence the normative prescriptions designed to protect them. The ninth chapter, finally, outlines a general evaluation of our analytical model trough the exploration of its weakness and its points of strength. It shows the hermeneutical advantages provided by the «gius-narrative» key, which enabled us to trace and emphasize the links between myths and foundational narratives of social groups and theirs normative constructions. It also stresses the need for a cultural study of social life of human rights, to (try to) grasp the many faces that the struggle for human rights is showing in its continuous spread around the world.
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LATRONICO, NATALIA. "I DIRITTI DI DIFESA NEL PROCEDIMENTO ANTITRUST DINANZI ALLA COMMISSIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/616379.

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Abstract:
This thesis is aimed at assessing, through an in-depth analysis of the case law of the Court of Justice of the European Union, the current status of the rights of defence enjoyed by companies which are parties to proceedings before the European Commission for the enforcement of Articles 101 and 102 TFEU. Against this background, this thesis purports to suggest some proposals to reform the current design of EU antitrust proceedings, with a view to improving the procedural guarantees granted to the parties and, ultimately, the legitimacy of the whole system of EU antitrust enforcement. This topic, which has been for a long time the object of a heated academic debate, is relevant for a number of reasons. First, the functioning and organization of EU antitrust proceedings, in which the European Commission acts at the same time as investigator, prosecutor and decision-maker. Second – and more recently – the fact that the Charter of Fundamental Rights of the European Union now ranks as EU primary law. As a consequence, the role of the European Convention of Human Rights within the EU legal order has become more significant. With respect to this last point (and particularly in light of Article 6 ECHR), it must also be noted that antitrust fines are now largely acknowledged as having a criminal nature. Accordingly, it is even more important to ensure the respect of the rights of defence in the context of such proceedings. In light of the above, this thesis first provides an overview of the process through which the respect of the rights of defence has been gradually established at EU level, by analyzing its different stages, the role of the case law and the impact of the relevant legislative instruments providing for the protection of fundamental rights. The second chapter of this thesis examines some preliminary and cross-cutting issues, such as the applicability of fundamental rights to legal entities, the rationale (and limits) of granting rights to the parties of antitrust proceedings, and the issue of the criminal nature of antitrust fines in light of Article 6 ECHR. The core of this research is the assessment of the current status of the rights of defence in EU antitrust proceedings, through an analysis of the case law of the EU courts (as compared with the case law of the Strasbourg Court) as well as of the relevant legislation. Accordingly, the assessment focuses on the privilege against self-incrimination, the legal professional privilege, the right to be heard and the right to access the case file. Finally, a few conclusive remarks are drawn on the compatibility between the case law of the EU courts and of the Court of Strasbourg, on the one hand, and on the current level of protection of the rights of defence in EU antitrust proceedings, on the other hand. Against this background, an assessment is carried out with respect to the possible reforms that might be enacted in the context of EU antitrust proceedings, with a view to improving the role and impact of the parties’ procedural guarantees, with a particular focus on the role of the Hearing Officer and on the oral hearing.
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CHIODAROLI, BENEDETTA. "IL DIRITTO FONDAMENTALE ALLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI NELL'UNIONE EUROPEA E I TERRITORI DI CONFINE: RIFLESSIONI CRITICHE SULLA TUTELA DEI NON-EU CITIZENS." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/127987.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca approfondisce il tema del diritto alla protezione dei dati personali nell’Unione europea dei non-EU citizens, nell’ambito delle politiche UE di gestione dell’immigrazione e controllo delle frontiere. Muovendo dall’esame del quadro giuridico di riferimento, si evidenzia la natura di diritto fondamentale sancita dall’art. 8 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e meglio precisata dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE. La ricerca illustra, in seguito, l’applicazione del diritto in questione nel contesto settoriale prescelto ed approfondisce, in particolare, due principali tematiche: l’ampio e controverso utilizzo dei large-scale databases previsti dalla disciplina UE in tali ambiti – dal sistema Schengen, istitutivo del SIS, ai più recenti VIS, EURODAC, EES, ETIAS; il tema della prevista interoperabilità dei databases, la cui realizzazione, anche alla luce del Nuovo Patto UE sulla Migrazione e l’Asilo, sembra porre in discussione l’effettiva tutela dell’art. 8 Carta per i non-EU citizens. Infine, si propongono alcune riflessioni critiche sul bilanciamento degli interessi in gioco (tutela dei dati personali vs. gestione efficace del fenomeno migratorio, tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico), attraverso l’analisi di alcune pronunce della Corte di giustizia e dell’esempio concreto dei sistemi di riconoscimento facciale automatico.
The research focuses on the EU right to data protection of non-EU citizens in the fields of migration and borders control. Once outlined the current legal framework of such right in the EU, it is highlighted the nature of fundamental right enshrined by Article 8 of the EU Charter of Fundamental Rights and better defined by the EU Court of justice case law. The application of right to data protection in the mentioned fields is scrutinized from two different perspectives: the use of sectoral large-scale databases (SIS, VIS, EURODAC, EES, ETIAS); the controversial interoperability of such databases, which appears extremely challenging for the actual respect of Article 8 also within the framework of the EU New Pact on Migration and Asylum. Finally, some critical remarks on the balancing between data protection and other general interests of the EU (efficient management of migration and borders control) are offered, through the analysis of certain EU Court of Justice rulings and the case of automatic facial recognition techniques.
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Magli, Mia. "Giustizia penale e protezione dei minori nell’Unione europea." Thesis, Strasbourg, 2017. http://www.theses.fr/2017STRAA005/document.

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Abstract:
Aujourd'hui les droits des mineurs occupent une place de plus en plus importante dans l'agenda juridique et politique de l'UE. La promotion des droits de l'enfant représente maintenant un objectif de l'UE, consacré dans l'article 3, paragr. 3, du Traité sur l'Union européenne. Les droits de l'enfant sont également cristallisés dans l'article 24 de la Charte des droits fondamentaux de l'Union européenne. Actuellement l'Union européenne dispose de nombreux actes législatifs et de documents non législatifs relatifs aux droits des mineurs ou qui peuvent avoir des répercussions indirectes sur la vie des enfants. Ce travail analyse la nature, la portée et la valeur des mesures de l'UE dans deux domaines principaux : la protection des enfants et de leurs droits et la justice pénale des mineurs. Le but de la recherche a été d’examiner jusqu'à quel point on peut parler d’une valeur ajoutée de la promotion des droits des enfants au niveau de l'UE, par rapport au niveau national et international et également celui de proposer de nouvelles solutions pour améliorer la promotion et la protection des droits des enfants dans l’Union européenne
Today children’s rights occupy an increasingly prominent place on the EU legal and policy agenda. The promotion and protection of the rights of the child is now an objective of the EU as set out in Article 3.3 of the Treaty on European Union. The rights of the child are also enshrined in the article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. The EU has now many legislative documents and non-legislative acts related to children’s rights or that may have the potential to impact on children’s life. This Phd thesis analyzes the nature, scope and value of EU measures in relation to children in two main areas : child protection and juvenile criminal justice. It investigates if there is an added value of children’s rights at EU level and it also makes some suggestions to improve the promotion and protection of children’s rights in the EU
Al giorno d’oggi, i diritti dei minori occupano uno spazio sempre più importante nell’agenda giuridica e politica dell’Unione europea. Attualmente, infatti, la promozione dei diritti dei minori rappresenta un obiettivo dell’Unione, consacrato nell’articolo 3, par. 3, del Trattato sull’Unione europea. I diritti fondamentali dei minori sono poi sanciti esplicitamente nell’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Oggi, l’Unione europea può disporre di numerosi strumenti normativi (e non) dedicati espressamente ai diritti dei fanciulli e tanti altri possono avere delle ripercussioni indirette sulla loro vita. La presente ricerca analizza, pertanto, la natura, la portata e il valore delle misure intraprese dall’UE in due settori principali : la protezione dei minori e la giustizia penale. Lo scopo della tesi è esaminare in che termini si possa parlare di un valore aggiunto della promozione dei diritti dei minori a livello UE, rispetto alle normative già in vigore a livello nazionale e internazionale. A partire da tale analisi, essa cerca di proporre nuove soluzioni per migliorare la promozione e la protezione dei diritti dei minori nell’Unione europea
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Iannizzotto, Chiara <1984&gt. "La carta dei servizi nel settore dei trasporti e la tutela del passeggero." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7042/1/iannizzotto_chiara_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi si propone l’obiettivo di riconoscere e analizzare l’attuale ruolo delle carte dei servizi di trasporto pubblico nel contesto dell’ordinamento italiano, quale strumento di tutela dei passeggeri. Nella prima parte, viene analizzato il frammentario quadro normativo delle carte dei servizi pubblici, a partire dal d.P.C.M. del 27.01.1994, che rimane tutt’ora il principale riferimento normativo dell’istituto. Nella disamina del quadro normativo, viene posto in evidenza come, salvo per alcune specifiche modalità di trasporto, manchi attualmente una norma che imponga in modo esplicito e diretto l’adozione delle carte dei servizi da parte della generalità dei gestori dei servizi pubblici di trasporto, da cui si sviluppa una riflessione in ordine alla fonte dell’obbligo di adozione di tali carte da parte dei soggetti privati esercenti tale tipologia di servizi. Nella seconda parte, viene analizzato il tema della natura giuridica delle carte dei servizi pubblici di trasporto. Nella terza parte, è analizzato il ruolo attribuito alla neo-costituita Autorità dei Trasporti, di individuazione dei diritti minimi che debbono essere contenuti nelle carte dei servizi di trasporto pubblico. Lo studio analizza inoltre i possibili conflitti di competenze che possono sorgere in relazione ai poteri espressamente attribuiti all’Autorità dei Trasporti. Infine, nella quarta e ultima parte, viene approfondito il tema degli strumenti di tutela apprestati in favore dei passeggeri dalle carte dei servizi, diversi e ulteriori rispetto agli ordinari strumenti già contemplati dall’ordinamento italiano. Con riferimento alla suddetta tematica, vengono esaminati sia gli strumenti di tutela extra-giudiziale, tra cui le procedure di reclamo e gli indennizzi automatici forfettari, sia la tutela giurisdizionale, con un approfondendimento sullo strumento del ricorso per l’efficienza amministrativa introdotto col il D.Lgs. n. 198/2009.
The dissertation aims at providing the actual and potential role of the Italian "Transport services charter", related to passenger rights.
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Iannizzotto, Chiara <1984&gt. "La carta dei servizi nel settore dei trasporti e la tutela del passeggero." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7042/.

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Abstract:
La tesi si propone l’obiettivo di riconoscere e analizzare l’attuale ruolo delle carte dei servizi di trasporto pubblico nel contesto dell’ordinamento italiano, quale strumento di tutela dei passeggeri. Nella prima parte, viene analizzato il frammentario quadro normativo delle carte dei servizi pubblici, a partire dal d.P.C.M. del 27.01.1994, che rimane tutt’ora il principale riferimento normativo dell’istituto. Nella disamina del quadro normativo, viene posto in evidenza come, salvo per alcune specifiche modalità di trasporto, manchi attualmente una norma che imponga in modo esplicito e diretto l’adozione delle carte dei servizi da parte della generalità dei gestori dei servizi pubblici di trasporto, da cui si sviluppa una riflessione in ordine alla fonte dell’obbligo di adozione di tali carte da parte dei soggetti privati esercenti tale tipologia di servizi. Nella seconda parte, viene analizzato il tema della natura giuridica delle carte dei servizi pubblici di trasporto. Nella terza parte, è analizzato il ruolo attribuito alla neo-costituita Autorità dei Trasporti, di individuazione dei diritti minimi che debbono essere contenuti nelle carte dei servizi di trasporto pubblico. Lo studio analizza inoltre i possibili conflitti di competenze che possono sorgere in relazione ai poteri espressamente attribuiti all’Autorità dei Trasporti. Infine, nella quarta e ultima parte, viene approfondito il tema degli strumenti di tutela apprestati in favore dei passeggeri dalle carte dei servizi, diversi e ulteriori rispetto agli ordinari strumenti già contemplati dall’ordinamento italiano. Con riferimento alla suddetta tematica, vengono esaminati sia gli strumenti di tutela extra-giudiziale, tra cui le procedure di reclamo e gli indennizzi automatici forfettari, sia la tutela giurisdizionale, con un approfondendimento sullo strumento del ricorso per l’efficienza amministrativa introdotto col il D.Lgs. n. 198/2009.
The dissertation aims at providing the actual and potential role of the Italian "Transport services charter", related to passenger rights.
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ARTARIA, RICCARDO. "La proprietà fra Costituzione e carte europee." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/45606.

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Abstract:
La proprietà, al pari degli altri diritti costituzionalmente tutelati, si apre oggi ad una tutela articolata su molteplici livelli: in particolare, l’elaborato approfondisce lo studio della Costituzione italiana, della Cedu e del diritto comunitario (nel quale ha di recente assunto forza normativa la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione). Queste Carte compongono un sistema complesso di tutela della proprietà che, se contribuisce a incrementare le garanzie di effettività per il singolo, impone nuove riflessioni: può infatti creare problemi con riguardo tanto alla composizione delle varie fonti concorrenti quanto ai rapporti fra le relative giurisdizioni esclusive di legittimità e più in generale, impegna a ripensare al ruolo della dimensione sociale della proprietà. Lo studio è infatti stato condotto secondo la logica del rapporto fra prospettiva individuale e sociale nella configurazione della proprietà, al fine di verificare come il sapiente bilanciamento fra queste due dimensioni cristallizzatosi nella disciplina costituzionale si sia aperto alla europeizzazione dei diritti vivendo una profonda trasformazione. Partendo dallo studio dell’evoluzione storico-politica delle concezioni relative alla proprietà, l’elaborato si sofferma sull’analisi dell’art. 42 Cost. evidenziando come l’imprescindibile rapporto fra proprietà e comunità politica sia svolto dallo Stato sociale disegnato in Costituzione secondo un disegno singolare, che determina la perdita di centralità della proprietà in favore del valore della persona umana sintetizzato nel principio personalista e in quello solidarista, cristallizzato nella formula della “funzione sociale”: la Costituzione supera così la naturale tensione fra il principio di eguaglianza e il riconoscimento del diritto di proprietà, prescrivendo che l’integrazione sociale sia costruita anche attraverso una disciplina della proprietà capace di armonizzare l’interesse individuale con quello della comunità, secondo la prospettiva tipica dello Stato sociale. Per questo, su un diverso piano, si è considerato che in virtù della “funzione sociale” nemmeno può dirsi che l’art. 42, comma 2, Cost. intenda costituzionalizzare un diritto fondamentale dell’individuo. A chi scrive è quindi sembrato difficile accedere all’idea, che anima il diritto di matrice europea ed ora anche la nostra giurisprudenza costituzionale, della massimizzazione della tutela della proprietà, proprio in ragione della finalità redistributiva della ricchezza che è imprescindibile per lo Stato sociale In tale ottica, si è approfondito lo studio della tutela della proprietà disegnata dalla Cedu e dal diritto dell’Unione europea; per conseguenza, si è delineata la dimensione della distanza fra il modello sociale della nostra Costituzione e il modello liberale del diritto europeo, orientato verso la maggior soddisfazione delle ragioni della proprietà. Si è quindi affrontato il problematico nodo della composizione dei diversi livelli normativi alla luce dell’art. 117, comma 1, Cost. e della relativa giurisprudenza costituzionale, rilevando che la tutela multilivello della proprietà sembra ruotare in particolare attorno alla garanzia scolpita nell’art. 1 del Prot. n. 1 alla Cedu e nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo. Tuttavia, se la prospettiva che si adotta nel pensare alla tutela dei diritti è quella dell’ampliamento della tutela stessa, come vorrebbe la Corte costituzionale, l’elemento della «funzione sociale» che innerva lo statuto costituzionale della proprietà non può che trovarsi corrispondentemente dimidiato. A dimostrazione di ciò si è approfondita la rilevante influenza del diritto sovranazionale con riguardo a taluni temi specifici: la determinazione dell’indennizzo per l’espropriazione; l’espropriazione indiretta; il bilanciamento fra diritto all’abitazione e proprietà espresso dalla disciplina in materia di sfratti. In conclusione, si è rilevato che la recente giurisprudenza costituzionale sembra trascurare il necessario bilanciamento fra interessi costituzionalmente protetti: ad avviso di chi scrive, infatti, la prevalenza della norma internazionale, sul piano interpretativo o applicativo, non è assoluta, ma trova un limite nel bilanciamento fra il principio internazionalista e gli altri princìpi supremi dell’ordinamento costituzionale, fra i quali la funzione sociale della proprietà.
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TIEGHI, GIOVANNA. "I Taxpayers' Rights e il principio costiuzionale di responsabilità alle radici della forma di Stato costituzionale. Il contribuente customer." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423065.

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Abstract:
The analysis of the principles and institutes connected with the safeguard of the taxpayer in modern representative democracies has aimed at various objectives, logically linked and based on one single premise: the unquestionable importance and the absolute topical interest, from the constitutional point of view, of the question of the new role the taxpayer should take in the evolving present contemporary State, from Subject to Citizen, from Partner to Customer. The complexity of historical-economic events affecting present relationships between State and Citizens together with institutional implications of taxpayers’ rights enforces, more than ever before, new considerations on the role of the honest taxpayer and on his preferences, no longer to be disregarded. The constitutional perspective, through a comparative method, has led to an analysis of two different legislations on the matter, the U.S.A. and the Italian sets of laws. The study has been prompted on the basis of the importance Taxpayers’ Charters have acquired at an international level but has also had the collateral aim to evaluate the standards of best practice attained through the specific modernizing processes set up to update the relationship between Revenue Authorities and the Taxpayer. The comparative analysis has gone on to highlight the specific accomplishment modalities of the two different families of civil and of common law. (First Part: The Taxpayer’s Bills of Rights: mere enumeration of taxpayers’ rights or instruments of implementation of service standards?). From these considerations, the attempt to transpose the theme of the Taxpayer’s satisfaction and requirements to a context other than a specifically fiscal or commercial environment: the context of Constitutional Law. Or better, of Comparative Constitutional Law. The analysis of the two normative experiences has then focused on verifying their compatibility with the idea of a customer taxpayer and, in succession, with the possible implicit configuration of a particular subjective juridical situation of liberty. Some basic conditions have proved to be unavoidable. On one hand, a revisited interpretation of the principle of accountability in those who govern and operate in the field and the aim of creating a network of relationships (Part II, Towards new services and “quality politics” in view of the customer taxpayer’s satisfaction). On the other hand, an implementation of the involvement of the taxpayer and interaction with him through a protective approach of “liberty of choice” within a responsively organized set of rules (Part III, Towards an idea of liberty in the “Fiscal State”: Models of Taxpayers’ Choices in view of new horizons of a respectful approach and of the customer satisfaction). In this context, what emerges is the fundamental relationship between the Taxpayer’s Ombudsman and Tax Authorities in view of reaching both a valuable protection of taxpayers’ rights, and the achievement of models to be applied, with the taxpayer’s choice being taken into consideration (TCM Model 2012-2013).
L’analisi dei principi e degli istituti connessi alla tutela del contribuente nelle odierne democrazie rappresentative è stata orientata al raggiungimento di vari obiettivi, tra loro logicamente connessi e fondati su di un’unica premessa: l’indiscutibile importanza e l’assoluta attualità, sotto il profilo costituzionale, del tema riguardante il nuovo ruolo che il contribuente dovrebbe assumere come esito dell’evoluzione dello Stato costituzionale contemporaneo, da suddito a cittadino, da partner a customer. La complessità degli eventi storico-economici che oggi incidono direttamente nel rapporto tra Stato e cittadino e le implicazioni istituzionali degli ormai così noti taxpayers’ rights impongono, infatti, ora più che mai, nuove riflessioni sul ruolo stesso del contribuente onesto e sulle sue preferenze, divenute, oramai, non più sacrificabili. La prospettiva costituzionale, attraverso il metodo comparatistico, ha portato, innanzitutto, ad analizzare due diverse legislazioni in materia di diritti del contribuente, quella statunitense e quella italiana. Ciò, sia per l’importanza che le Taxpayers’ Charters hanno acquisito a livello internazionale, sia per lo scopo collaterale di valutarne gli standards di best practice raggiunti attraverso gli specifici processi di modernizzazione messi in atto per aggiornare relazione tra fisco e contribuente. L’analisi comparata ha messo, poi, in evidenza le specifiche modalità attuative delle due diverse famiglie, di civil e di common law. (Parte Prima, Le Carte dei Diritti del contribuente: mera enumerazione dei taxpayers’ rights o strumenti di implementazione di service standards?). Di qui il tentativo, consapevolmente arduo, di trasporre la tematica della soddisfazione del contribuente e delle sue esigenze, in contesto altro rispetto a quello strettamente tributario o, più precipuamente, commerciale: quello del diritto costituzionale. O meglio, del diritto costituzionale comparato. L’analisi delle due esperienze normative è stata dunque orientata alla verifica della compatibilità di esse con l’idea di contribuente-cliente e, quindi, con la configurabilità di una particolare situazione giuridica soggettiva di libertà in capo ad esso. Sono risultate imprescindibili determinate condizioni. Da un lato, la rivisitazione del principio di responsabilità in capo a chi governa e opera nel settore, e l’obiettivo di creare un network di relazioni (Parte Seconda, Verso nuovi servizi e ‘politiche di qualità’ nell’ottica della ‘soddisfazione’ del taxpayer customer). Dall’altro, la valorizzazione di forme di coinvolgimento e interazione del contribuente attraverso un approccio ampiamente garantistico della “libertà di scelta” all’interno di un ordinamento responsabilmente organizzato (Parte Terza, Per un’idea di libertà nello ‘Stato fiscale’ : modelli di taxpayers’ choice per i nuovi orizzonti del respectful approach e della customer satisfaction). In questo contesto, è emersa la centralità della relazione tra Garante del contribuente e fisco sia per l’individuazione di un punto di equilibrio nella tutela dei taxpayers’ rights, sia per la realizzazione di modelli applicativi fondati sulla scelta del contribuente (TCM Model 2012-2013).
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Books on the topic "Carta dei diritti"

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Bifulco, Raffaele, Alfonso Celotto, and Marta Cartabia. L'Europa dei diritti: Commento alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. [Bologna]: Il mulino, 2001.

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2

La Carta europea dei diritti: Forum. Genova: Facoltà di giurisprudenza di Genova, 2002.

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3

1933-, Manzella Andrea, ed. Riscrivere i diritti in Europa: La carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Bologna: Il mulino, 2001.

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4

Giovanni, Conso, and Saccucci Andrea, eds. Codice dei diritti umani: Nazioni Unite, Consiglio d'Europa : in appendice la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Padova: CEDAM, 2001.

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5

Stefania, Negri, ed. Spazio europeo e diritti di giustizia: Il capo VI della carta dei diritti fondamentali nell'applicazione giurisprudenziale. [Padova]: CEDAM, 2014.

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6

Vesperini, Giulio. La carta dei servizi pubblici: Erogazione delle prestazioni e diritti degli utenti. Rimini: Maggioli, 1997.

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7

Trione, Filiberto. La tutela dei diritti fondamentali in ambito comunitario: Dal silenzio dei trattati istitutivi alla Carta di Nizza. Napoli: Editoriale scientifica, 2004.

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8

Franco, Ferrari Giuseppe, ed. I diritti fondamentali dopo la carta di Nizza: Il costituzionalismo dei diritti : AIDC Taormina, giugno 2001, Sezione pubblicistica : estratto. Milano: Giuffrè, 2001.

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9

Antonio, Tizzano, ed. Codice dell'Unione europea: Con la Carta dei diritti fondamentali e il Trattato di Nizza. 3rd ed. Padova: CEDAM, 2002.

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10

Ruggiero, Antonio. Il bilanciamento degli interessi nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea: Osservazioni di diritto comparato a margine dell'art. 52. Padova: CEDAM, 2004.

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Book chapters on the topic "Carta dei diritti"

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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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