Academic literature on the topic 'Carattere'

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Journal articles on the topic "Carattere"

1

Finizio, F. S. "Aspetti clinici e neuroradiologici dei meningiomi negli adolescenti e nei giovani." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 3 (June 1996): 349–54. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900314.

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Abstract:
Vengono descritti gli aspetti neuroradiologici di 4 meningiomi infanto-giovanili, tutti verificati istologicamente. L'incidenza di tale patologia è molto rara (1% circa). Alla TC e alla RM essi presentano caratteri atipici: ampie dimensioni, aspetti emorragici, potenziamento dopo mdc eterogeneo, formazione di cisti e margini poco definiti. Hanno tendenza a un comportamento aggressivo (in 2 pazienti su 4 si sono avute 2 recidive rispettivamente). Anche l'esame istologico ha confermato la presenza di caratteri di malignità: in un caso la neoplasia aveva carattere papillare e in un altro carattere anaplastico. Non sono peraltro stati riscontrati alcuni fattori descritti come tipici nella letteratura nelle forme infanto-giovanili quali la sede intraventricolare, la degenerazione sarcomatosa e l'associazione con forma centrale delle neurofibromatosi (NF2).
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2

Dipace, Anna, and Pierpaolo Limone. "Il carattere ludiforme dell'apprendimento." CADMO, no. 2 (December 2019): 48–54. http://dx.doi.org/10.3280/cad2019-002007.

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3

Berti, Enrico. "Il carattere dialettico del cogito." Enrahonar. Quaderns de filosofia 1 (December 1, 1999): 451. http://dx.doi.org/10.5565/rev/enrahonar.1135.

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4

Reichlin, Massimo. "L'eutanasia nella bioetica di impostazione utilitaristica. Analisi critica dei testi di J. Rachels e H. Kuhse." Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 331–61. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1068.

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Abstract:
Vengono analizzate le critiche portate da Rachels e Kuhse, autorevoli esponenti dell'utilitarismo anglosassone, alla teoria della sacralità della vita in relazione al problema dell'eutanasia. In entrambi questi autori si mostra in maniera evidente un fraintendimento radicale della natura dell'etica, fondamentalmente dovuto al carattere rigidamente consequenzialista del loro approccio. L'utilitarismo mostra di non essere attrezzato per il discernimento dei caratteri moralmente rilevanti nelle situazioni complesse proposte dalle fasi terminali della vita. L'autore mostra poi come i tradizionali principi del duplice effetto e della proporzionalità delle cure si prestino ad una più adeguata interpretazione dell'esperienza concreta dell'agire morale.
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5

Apollonio, Simona. "Dottrina del carattere e conoscenza di sé. Il giovane Nietzsche interprete di Schopenhauer a partire dai Beiträge zur Charakterologie di J. Bahnsen." Voluntas: Revista Internacional de Filosofia 12 (December 28, 2021): e09. http://dx.doi.org/10.5902/2179378666978.

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Abstract:
Il presente saggio mette in evidenza come i Beiträge zur Charakterologie (1867) di Bahnsen abbiano rappresentato un primo filtro interpretativo per la ricezione in Nietzsche di alcuni importanti temi della filosofia di Schopenhauer. Il giovane Nietzsche condivide non solo la critica di Bahnsen al radicale dualismo posto da Schopenhauer tra volontà e intelletto, ma anche la tesi che le inclinazioni intellettuali derivino dalla peculiarità del carattere individuale. Le osservazioni di Bahnsen sulla dottrina del carattere di Schopenhauer rappresentano la chiave interpretativa con cui Nietzsche spiega la sua adesione alla filosofia di Schopenhauer. Dal punto di vista di Nietzsche l’affinità con Schopenhauer è prova di un carattere incapace di soddisfare il suo bisogno metafisico attraverso il ricorso alla religione. Nietzsche concorda anche con Bahnsen sul fatto che l'eccessiva auto-riflessione inibisca l'azione e l'espressione autentica del carattere individuale e, di conseguenza, che la voce dell'istinto sia preferibile alla guida dell'intelletto.
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6

Peri, Vitiorio. "Sul carattere sinodale dell’Unione di Brest." Annarium Historiae Conciliorum 27-28, no. 2 (February 16, 1995): 769–826. http://dx.doi.org/10.30965/25890433-02702802009.

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7

Cristina Fiorentino, Caterina. "Storia di una firma: carattere Olivetti." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 1 (March 8, 2009): 21–26. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2009.v1i.12729.

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Abstract:
Questo articolo, che si concentra sul Progetto di Ballmer per il logo Olivetti, ha come punto di partenza due documenti conservati presso l'Archivio Storico Olivetti a Ivrea. L'articolo si basa sui testi di Fortini, il cui approccio collega il logotipo alla storia della scrittura, all'evoluzione dei segni e agli scopi pubblicitari. e agli scopi pubblicitari. Il lavoro di Fortini e Ballmer collega infatti l'attuale logotipo alla memoria della Olivetti e, quindi, ai temi dell'innovazione dei caratteri tipografici e al loro significato come trasmissione del messaggio. caratteri tipografici e al loro significato di trasmissione del pensiero, considerato come passaggio necessario per la formulazione dell'identità.
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8

Di Franco, Andrea. "Il carattere della cittŕ delle relazioni." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 22 (December 2011): 45–61. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022005.

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Abstract:
La natura della cittŕ e i suoi processi di formazione dalle origini a oggi esprimono una primaria qualitŕ della nostra specie, quella umana, contesa tra l'appartenenza ad una collettivitŕ e l'affermazione del proprio carattere individuale. La bellezza e la bontŕ, la giustizia e la sicurezza, la libertŕ e la concordia vanno di volta in volta patteggiate, per quanto ne concerne il significato, la specifica formalizzazione, l'orizzonte di condivisibilitŕ. Sembra essere chiaro che nulla č frequentabile in campo urbano, in quanto settore principe del campo umano, al di fuori di un principio di relazionalitŕ. In questo orizzonte di senso, l'idea della tradizione come enciclopedia entro cui trovare o riscrivere una grammatica per la traduzione dei nuovi termini della cittŕ ecologica, del paesaggio urbano e della sostenibilitŕ abitativa, č la base del progetto comune, del progetto di un'architettura delle relazioni.
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9

Schroeter, Vincentia. "Revisione della struttura del carattere borderline." GROUNDING, no. 1 (June 2011): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001007.

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Abstract:
Nel rivisitare la personalitŕ borderline, l'autrice riporta il pensiero di vari teorici sulla dinamica e l'eziologia del disturbo borderline. Esamina le insufficienze nel materiale didattico dell'Iiba. Riconsidera alcuni aspetti incluso la dinamica genitore-figlio: gli aspetti corporei includendo una nuova teoria sul perché non ci sia un solo tipo caratteriale su cui convenire. L'etŕ della ferita borderline, includendo una nuova teoria sia sull'etŕ sia sui blocchi corporei principali. Adatta il borderline sullo schema evolutivo della Mahler e della Horner. Avvertenze per il trattamento del paziente borderline sono dare la prioritŕ al respiro, al grounding e all'energia. Cita una nuova ricerca che conferma alcuni tratti del Bpd cui seguono interventi specifici per affrontare gli aspetti relazionali nel trattamento da un punto di vista bioenergetico.
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10

Pinotti, Andrea. "Questione di carattere. Empatia, espressione, analogia." Rivista di estetica, no. 48 (December 1, 2011): 133–51. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1543.

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Dissertations / Theses on the topic "Carattere"

1

DI, BENEDETTO CARMINE. "Il carattere creativo dell'opera dell'ingegno." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1453469.

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2

CARDANI, LUCA. "John Hejduk: la "fabbricazione" del carattere." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/11578/278740.

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3

BOSIO, MONICA. "Carattere e luogo nel progetto dell'edificio publico." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2004. http://hdl.handle.net/11578/278481.

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4

BARBI, SIMONE. "Il carattere civile dell'Architettura: Raffaello Fagnoni Architetto." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/11578/278739.

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5

Giovinetto, Roberta Maria Cristina. "I tumori della mammella a carattere eredofamiliare." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1146.

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Abstract:
L'IDENTIFICAZIONE DEI GENI BRCA I E II HA STIMOLATO GLI STUDI DI GENETICA MOLECOLARE E INCREMENTATO LE CONOSCENZE RELATIVAMENTE A QUEL 7% DI TUMORI MAMMARI A CARATTERE EREDITARIO. SI TRATTA DI GENI ONCOSOPPRESSORI LA CUI MUTAZIONE è PRESENTE IN TUTTE LE CELLULE COMPRESE LE GERMINALI.LA MODALITA' DI TRASMISSIONE è AUTOSOMICA DOMINANTE. LATESI SI PROPONE DI FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE TRAMITE UNA RAPIDA REVISIONE DELLA LETTERATURA PIù RECENTE .
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6

Dell'osso, Antonio. "L'individuazione successiva del carattere sociale di un'impresa." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1467.

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Abstract:
Il lavoro affronta il problema relativo alla portata sistematica della norma di cui all articolo 147, comma quinto, della legge fallimentare, introdotto con la riforma delle procedure concorsuali di cui al d.lgs. n. 5/2006; secondo l interpretazione maggioritaria, tale norma ha reso diritto positivo l orientamento giurisprudenziale favorevole all assoggettamento a fallimento della società occulta. Nel primo capitolo, sulla base del materiale giurisprudenziale in materia di rapporti sociali di fatto ed in parallelo con l evoluzione della normativa, si desume come l aggettivo occulto sia stato utilizzato in un senso duplice, ovvero sia come sinonimo di soci e società mai esteriorizzate nei confronti dei terzi che di soci e società in fatto operanti, senza vincolo di occultamento (c.d. esteriorizzazione sfuggita); si legittima l ipotesi di lavoro per cui l ambito applicativo della nuova norma comprende entrambe tali ipotesi. Il secondo capitolo si apre con l analisi delle tesi formulate dai commentatori della norma in esame; si propende quindi per un interpretazione secondo cui la norma si riferisce ad una fattispecie che potrebbe chiamarsi individuazione successiva del carattere sociale di un impresa, e comprende al suo interno tanto l ipotesi di una società costituita con l intento di celarne l esistenza e di palesare all esterno solo un socio, nella veste di imprenditore individuale, quanto le ipotesi in cui risulti la sussistenza di una struttura sociale laddove sembrava esserci solo un impresa individuale, ma ciò indipendentemente dalla volontà di tenere celato l esercizio in comune dell attività economica (c.d. esteriorizzazione sfuggita). Il terzo ed ultimo capitolo è dedicato all analisi degli ulteriori aspetti rilevanti della norma, in particolare del concetto di riferibilità. L interpretazione della norma di cui al quinto comma dell art. 147 l.fall. cui si è aderito in precedenza rende possibile, anzitutto, giungere alla conclusione per cui il requisito della riferibilità assume valenza eminentemente probatoria, quale prova dell effettiva esistenza di un attività svolta in senso sociale. E poi evidenziata la centralità assegnata dalla norma alla rilevanza giuridica dell attività espletata; il concetto di riferibilità serve allora come criterio necessario per l imputazione di un capitolo dello statuto dell imprenditore, e cioè per l attribuzione della titolarità dell impresa sotto l angolatura ed ai fini del diritto fallimentare. La norma viene infine analizzata nella sua collocazione nell ambito del controverso istituto del fallimento del socio illimitatamente responsabile, considerando le peculiarità di esso, che lo avvicinano, sotto alcuni aspetti, ad un microsistema normativo. Anche la norma in esame presenta un esigenza che risponde a logiche proprie, nel senso che se è vero che la legge realizza in sede fallimentare il principio della responsabilità illimitata dei soci di società personali, è anche vero che tale risultato è raggiunto oltrepassando gli indici formali della spendita del nome, tanto nel caso della c.d. esteriorizzazione sfuggita quanto in quello della società occulta vera e propria. La conclusione cui si perviene è quella per cui la norma analizzata si giustifica, per un verso, per il perseguimento della finalità c.d preventiva del fallimento dell impresa sociale; e, in rapporto con il quarto comma del medesimo articolo 147 l. fall., in quanto elimina una disparità di trattamento difficilmente giustificabile tra soci parimenti occulti. Essa esprime una deroga (per eccezione) rispetto alla regola, da considerarsi di perdurante valore generale, della spendita del nome quale criterio di imputazione dell attività di impresa, giustificata alla luce delle peculiarità dell istituto del fallimento del socio illimitatamente responsabile.
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7

DAL, POS LORIS. "Composizione e carattere Erik Gunnar Asplund : i progetti urbani." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/11578/278198.

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8

CAVALLO, CLAUDIA. "IGNAZIO GARDELLA. COSTRUIRE NEL COSTRUITO: dialettica della storia, carattere dell'architettura." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319401.

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Abstract:
Costruire nel costruito è un’attitudine intellettuale e una ricorrente e paradigmatica condizione del progetto, che la tesi indaga attraverso una riflessione operativa e non esaustiva sull’opera di Ignazio Gardella. La ricerca si concentra sul tema del rapporto tra antico e nuovo e, nello specifico, sulla dialettica che si instaura nel progetto con il corpo della città e dell’architettura esistente, in termini fisici e di significato. L’architettura di Gardella è portatrice di un approccio critico e dialogico al costruito, capace di coinvolgere edifici, parti di edifici e oggetti antichi, come elementi attivi della composizione. La ricerca muove dallo scavo analitico di alcune opere selezionate – un progetto urbano, un progetto architettonico, nove progetti di interni –, con la convinzione che l’interrogazione diretta del ‘testo’ architettonico, la sua scomposizione in parti e categorie significative e la sua successiva ‘ricomposizione’, permetta di appropriarsi delle tecniche compositive di un autore, o delle sue strategie progettuali, e di sprigionare il loro valore attuale. La struttura della tesi si articola in tre parti, che corrispondono a tre diverse ‘scale’ del progetto e del confronto con le preesistenze: un’esplorazione transcalare, che origina dallo studio del piano per il centro antico di Genova e procede, a ritroso, dalla città all’architettura del museo, agli interni, attraverso una lettura diacronica che porta in rilievo le questioni ‘teoriche’ e i temi generalizzabili del progetto. Il primo capitolo affronta lo studio di una genealogia di progetti per la città di Genova, che mettono in discussione le categorie consolidate della conservazione dei centri storici, attraverso la selezione e l’utilizzo dei frammenti del nucleo antico, sopravvissuti ai bombardamenti. Nel Piano Particolareggiato di S. Donato e S. Silvestro (1969-74), Gardella costruisce il vuoto come spazio della vita collettiva che nasce dalla memoria di antiche topografie, e costruisce il vuoto come spazio di rappresentazione, dove selezionati personaggi nuovi e antichi, si fronteggiano su nuovi suoli. La Facoltà di Architettura (1975-89), trattiene nella sua figura una evocazione mutevole dei diversi mondi radicati nella memoria collettiva. Unico frammento realizzato del piano, emerge a scala urbana come simbolo di rifondazione e assume un valore dimostrativo rispetto all’intendimento vitale della conservazione insito nel progetto urbano. Nel secondo capitolo, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1948-54), inteso come opera emblematica del linguaggio di Gardella, è oggetto di una riflessione intrecciata tra la processualità progettuale e i principi espressi nella didattica allo Iuav, che riannoda questioni teoriche depositate nella prassi progettuale. La costruzione del carattere si rivela determinante per evocare il significato della vita nel luogo e manifesta la strategia di quell’architettura come metafora della costruzione, in cui l’espressione si fa corpo attraverso l’invenzione degli elementi costruttivi. Il terzo e ultimo capitolo raccoglie una esplorazione di allestimenti e ‘riordini’ realizzati dal giovane Gardella negli anni ’30-40 che percorre la genesi delle sue strategie per costruire nel costruito (e non solo), parallelamente all’affermazione di un autonomo linguaggio. Un’occasione per registrare l’importanza della teatralità negli interni gardelliani, ai fini del coinvolgimento di spazialità, oggetti ed opere antiche. L’utilizzo dei materiali della storia, invece della loro negazione – in termini di distruzione o, all’opposto, di separazione astratta dalla contingenza del reale – costituisce una via più complessa, ma estremamente interessante, per dispiegare la vita latente nelle cose.
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9

Scaturro, Agnese <1988&gt. "Questione di "carattere": uno studio sul Brand Naming in Cina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3207.

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Abstract:
Il brand name costituisce una componente fondamentale della marca. Esso rappresenta l'azienda e contribuisce a rafforzarne l'immagine determinando, in molti casi, il successo o il fallimento del prodotto sul mercato. Il brand name è strettamente legato all'ambiente e alla cultura in cui è inserito; pertanto, è necessario essere consapevoli delle implicazioni culturali e sociali connesse al brand name nel momento in cui esso viene trasferito in altri contesti, soprattutto quando la realtà di destinazione presenta differenze di ordine sociale, culturale e linguistico particolarmente spiccate. In questo studio si prende in esame il contesto cinese dal punto di vista economico, con un focus sul profilo del consumatore e della sua crescente attenzione al brand registrata negli ultimi anni. Viene anche tracciato un breve quadro sulle principali caratteristiche culturali e sociali legate alla realtà cinese. Nella seconda parte viene analizzato l'elemento del brand name nel marketing in generale e in relazione al particolare contesto cinese, con un piccolo accenno alle caratteristiche del sistema linguistico cinese. Infine, vengono riportati i risultati di una piccola analisi condotta sui brand name di varie aziende italiane operanti in Cina, verificando se le premesse poste nello studio siano o meno confermate, e vengono presentati alcuni casi ritenuti particolarmente significativi.
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10

Pagliara, Federica <1989&gt. "Il settore turistico: sostenibilità e certificazioni ambientali a carattere volontario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9626.

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Abstract:
Lo scopo dell’elaborato è quello di porre in evidenza come recentemente siano stati previsti degli strumenti verso una politica di turismo sostenibile nel rispetto delle località che necessitino di una maggior tutela ecologica, quali gli strumenti volontari di certificazione ambientale. Si tratta di norme europee per la gestione degli impatti ambientali da parte delle aziende come la certificazione ISO 14001, la registra¬zione EMAS e, in particolare, il marchio Ecolabel per il settore turistico. Nella presente tesi sono state analizzate queste norme in maniera analitica, per trovare applicabilità all’interno di questo delicato settore. Mi sono inizialmente focalizzata sulla nascita del turismo, ho spostato poi l’attenzione sull’enorme carico che il nostro territorio è costretto a sopportare quotidianamente a causa della notevole presenza di essi. In seguito ho individuato le principali convenzioni che hanno non solo introdotto, ma anche attuato quei principi di sostenibilità che per molti anni hanno fatto discutere le maggiori cariche del nostro pianeta. Successivamente mi sono concentrata sui principali tipi di marchi ecologici: ISO 14001, EMAS, Ecolabel, con necessario approfondimento in merito all’adesione delle stesse da parte delle strutture e, in particolare, sul marchio Ecolabel poiché, tra le certificazioni citate fino ad ora, è quello che meglio si applica al settore turistico. Infine, ho illustrato l’attuale situazione di utilizzo delle certificazioni all’interno del territorio italiano, con un'analisi specifica del settore turistico dell’ultimo anno.
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Books on the topic "Carattere"

1

Editore, Alberto Tallone. Carattere Tallone. Parigi: Alberto Tallone, 1994.

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2

1955-, Cuomo Vincenzo, ed. Carattere e stile. Roma: Aracne, 2011.

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3

Un uomo di carattere. Milano: Bompiani, 1996.

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4

Analisi bioenergetica del carattere psicosomatico. Roma: Alpes, 2010.

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5

Croce, Benedetto. Il carattere della filosofia moderna. Napoli: Bibliopolis, 1991.

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6

Carattere nazionale e identità italiana. Roma: Nuova cultura, 2008.

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7

Il carattere relazionale dell'ispirazione biblica. Città del Vaticano: Urbaniana University Press, 2017.

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8

Stefania, Canepa, ed. Il carattere delle arti marziali. Genova: Liberodiscrivere, 2009.

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9

Natoli, Salvatore. Guida alla formazione del carattere. Brescia: Morcelliana, 2006.

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10

Aliberti, Giovanni. Carattere nazionale e identità italiana. Roma: Nuova cultura, 2008.

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Book chapters on the topic "Carattere"

1

Serra, Giuseppe. "«Azione» e «carattere»." In Da ›tragedia‹ e ›commedia‹ a ›lode‹ e ›biasimo‹, 35–47. Stuttgart: J.B. Metzler, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02879-2_6.

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2

Nacci, Michela. "Il carattere di Jules Michelet." In Studi e saggi, 123–43. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-160-0.08.

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Abstract:
The article deals with the national character in Jules Michelet. Michelet supports an essentialist version of the character. According him, it is caused by natural elements: geography, food and the various regions that make up France. These elements are spiritualized over time: it is the history that gave rise to the character of the French. The result is the complete fusion of all differences in a nation-individual: a generous person towards humanity. The French character is contrasted with the English character: selfish, greedy, all devoted to work and earnings. It is precisely because of their different characters that France has given the world the Revolution and England the Industrial Revolution, a phenomenon that mechanizes work, that destroys the body and soul of the workers.
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3

Riccardo, Martinelli. "Kant e il carattere dei popoli." In Studi e saggi, 71–84. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-160-0.05.

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Abstract:
Kant deals with national characters in the second part of his Anthropology from a pragmatic point of view of 1798. Firmly rejecting the climatic theory, he advocates an anti-naturalistic stance. However, Kant is skeptical of Hume’s tenet that nations owe their characters to their different forms of government. In Kant’s view, the most civilized nations are England and France: their characters have to do with purely cultural factors. Complementing each other, the characters of those nations broadly correspond to a masculine and feminine principle, as analyzed by Kant in the previous chapter of his Anthropology. The remaining European and Extra-European nations have a less defined – and, in some cases, mixed – character, that owes something more to the natural dispositions. Yet Kant still manages to avoid naturalistic explanations. In many nations, natural dispositions do prevail over cultural ones, but this simply means that less (and sometimes, nothing) can be said about their characters.
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4

Emilio, Mazza. "Aria di casa. Du Bos e il carattere delle piante-nazione." In Studi e saggi, 49–70. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-160-0.04.

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Abstract:
Plants-Nations have very different characters in different countries or in different ages in the same country; like wines, in every terroir they have a particular taste and always preserve it, though some years are better than others. Everything depends upon the air and its qualities. It is a home air, but it is not always the same. National characters are the product of a (changeable) balance between identity and diversity, permanent general elements and variations in time. Jean-Baptiste Du Bos’ Réflexions critiques sur la poésie et sur la peinture, first published in 1719, attempt to keep this balance and present themselves as an indispensable reading for those who want to discuss national characters and their causes even in 1748, when Montesquieu published the Esprit des lois and Hume Of National Characters.
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5

Mannori, Luca. "Da Verri a Cuoco. Il dibattito sul carattere degli Italiani tra Sette e Ottocento." In Studi e saggi, 85–101. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-160-0.06.

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Abstract:
Even today, Italians tend to adopt a double imagine of their national character, played on the contrast between an evolved and conscious minority (‘us’) and a backward and typically pre-modern majority (‘them’). As Giulio Bollati has shown better than any other in a famous essay, this self-representation draws its origins first of all from the period between the late Enlightenment and the early Napoleonic age, in which for the first time the Peninsula was called to deal with the models imposed by the great European modernization. The paper aims to reconstruct the process that led some of the most prominent political thinkers of this years (Baretti, Verri, Gioia, Botta, Cuoco) to adopt the image mentioned above - and this privileging the approach of the constitutional history.
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6

Marmo, Costantino. "Carattere dell'oratore e recitazione nel commento di Giovanni di Jandun al terzo libro della Retorica." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 17–31. Turnhout: Brepols Publishers, 1994. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00403.

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7

Kujawiński, Jakub. "Correzioni di copista o correzioni di traduttore? Indizi del carattere autografo del ms. Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 688." In Bibliologia, 447–52. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.bib.1.101497.

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8

Piergiovanni, Luciano, and Sara Limbo. "Caratteri generali e terminologia." In Food, 1–7. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1457-2_1.

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9

Cuccurullo, Corrado, Luca D’Aniello, and Maria Spano. "Thematic atlas of Italian oncological research: the analysis of public IRCCS." In Proceedings e report, 109–14. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-304-8.22.

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Abstract:
This paper has been developed in the frame of the research project “V:ALERE 2019” focused on Italian public-owned Academic Medical Centers. The main aim of the project is to provide evidence, advice, and remarks to help the agents of the public health system to address the many challenges that they face. In recent years, there is an increasing recognition of the potential value of research evidence as one of the many factors considered by policymakers and practitioners. Even more, in the case of medical science, the analysis of research and its impact is indispensable, in light of its implications for public health. The starting point for mapping a research area is to review the related scientific literature because by synthesizing past research findings, it is possible to effectively use the existing knowledge base and advance lines of future researches. In this sense, bibliometrics becomes useful, by providing a structured analysis to a large body of information, to infer trends over time, themes researched, and to show the “big picture” of extant research. In particular, in this work, we focus our attention on the scientific production of the last 20 years of the Scientific Institutes for Research, Hospitalization, and Healthcare (IRCCS “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”) specialized in the oncology research. IRCCS are biomedical institutions of relevant national interest that drive clinical assistance in strong relation to research activities. They are committed to being a benchmark for the whole public health system for both the quality of patient care and the innovation skills in the field of the organization. All the analyses were carried out by using the Bibliometrix, an open-source tool for quantitative research in scientometrics and bibliometrics that includes all the main bibliometric methods of analysis.
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Capasso, F. "I diversi caratteri delle droghe vegetali." In Farmacognosia, 27–31. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1652-1_3.

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Conference papers on the topic "Carattere"

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Capitoni, Bruno, E. Giordano, L. Maffei, Fabio Recanatesi, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, A. Tinelli, and L. Troiani. "Problemi di rinnovazione delle pinete di carattere estetico e paesaggistico nella Tenuta di Castelporziano." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.015.

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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Zerbi, Andrea, and Giorgia Bianchi. "Un HGIS per lo studio dei catasti storici della città di Parma." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7981.

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Abstract:
Già da alcuni decenni le discipline che si occupano di storia urbana possono avvalersi delle potenzialità legate allo sviluppo delle tecnologie informatiche. L’impiego dei GIS sviluppati su cartografia storica, in grado di archiviare grandi quantità di dati e riferirli alle rispettive coordinate spaziali, permette oggi di riconsiderare alcuni fenomeni nella loro distribuzione territoriale. In questa direzione all’interno del DICATeA dell’Università degli Studi di Parma sul finire del 2012 ha preso avvio un progetto multidisciplinare che prevede la realizzazione di un HGIS sui catasti storici figurativi della città. La presenza di ben quattro catasti geometrici storici, realizzati a partire dalla seconda metà del Settecento e basati sulla stessa matrice territoriale, permette di impostare un sistema a più soglie e di effettuare una lettura regressiva della storia urbana dalla fine del XVIII secolo ad oggi. La scelta di lavorare su fonti di tipo catastale, oltre a essere legata alla quantità e alla qualità dei dati presenti, è altresì favorita dalla duplice struttura dei catasti moderni che, abbinando descrizioni di carattere cartografico a descrizioni di carattere testuale, ben si prestano ad essere analizzati sfruttando appieno le potenzialità offerte dalle strumentazioni GIS. La rappresentazione zenitale dei catasti geometrici-particellari consente di ottenere, grazie a operazioni di georeferenziazione, la sovrapposizione tra diverse mappe (anche realizzate in diversi periodi storici) e una lettura geometricamente e dimensionalmente corretta. Con la realizzazione del GIS sarà quindi possibile studiare alcuni fenomeni storici da un punto di vista spaziale e operare letture sincroniche e diacroniche sulla storia della città. Already for several decades disciplines that are involved in urban history can take advantage of the potential offered by the development of information technology. Nowadays the use of GIS developed on historical maps, able to store large amounts of data and relate them to their spatial coordinates, allows to reconsider some phenomena in their spatial distribution. In this direction within the DICATeA of the University of Parma at the end of 2012 started a multidisciplinary project that provides for the construction of a HGIS on historic figurative cadastres of the city. The presence of four historical geometric cadastres, made from the second half of the eighteenth century and based on the same territorial matrix, allows to realize a multi-thresholds system and a regressive reading of urban history from the late eighteenth century to today. The choice to work on this type of sources, in addition to be linked to the quantity and quality of data present, is also encouraged by dual structure of modern registers that, combining cartographic descriptions with textual descriptions of characters, lend themeselves to be analyzed by exploiting the full potential offered by GIS. The zenithal representation of the detailed-geometric maps allows to obtain, thanks to georeferencing operations, the overlap between different maps (also made in different historical periods) and a geometrically and dimensionally correct reading. With the implementation of GIS will be possible to study some historical phenomena from a spatial point of view and operate synchronic and diachronic readings on the history of the city.
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Cimino, Antonio, Giuseppe De Marco, and Stefano Magaudda. "L’informatizzazione e la divulgazione del Catasto Gregoriano e della cartografia storica di Roma." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7993.

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Abstract:
Il progetto d’informatizzazione del Catasto Gregoriano Urbano di Roma è stato avviato circa dieci anni fa, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo, ed è ora nella sua fase conclusiva. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Studi Urbani dell’università di Roma Tre, dall’Archivio di Stato di Roma, dalla Sovrintendenza Capitolina e dall’Archivio Capitolino e l’attività di ricerca ha permesso di ricostruire l'immagine urbana ed archeologica della Roma preunitaria e post-unitaria. Le mappe del Catasto Gregoriano e i relativi brogliardi costituiscono la base del Sistema Informativo Geografico (GIS) al quale sono stati collegati altri documenti cartografici e documentali: la pianta di Roma di G.B. Nolli del 1748; un consistente numero di schede relative a documenti di archivio in materia di architettura urbana e archeologia; documenti iconografici sulla architettura della città storica. Il progetto intende conseguire un duplice obiettivo: realizzare un sistema informativo geografico in grado di contenere, gestire e divulgare i dati sulla città storica provenienti da fonti diverse; creare uno strumento web a carattere partecipativo e didattico destinato ad un’ampia platea di utenti e non solo a ricercatori e studiosi del settore. La piattaforma web e la banca dati geografica sono state integralmente realizzate con prodotti e software Open Source. The digitization of the Gregorian Urban Cadastre of Rome (Catasto Gregoriano Urbano di Roma) has started about ten years ago thanks to the funding by the Cariplo Foundation, and it is now in its final stage. The project has been implemented by the Department of Urban Studies of the “Roma Tre” University, the Archivio di Stato di Roma, the Sovrintendenza Capitolina and the Archivio Capitolino. The research has allowed to reconstruct the archaeological and urban image of Rome in the pre- and post-unification periods. The maps and registers of the Gregorian Cadastre represent the basis of the Geographic Information System (GIS), which has been linked to maps and documents from other sources: the 1748 map of Rome by G. B. Nolli, a substantial number of datasheets from archive documents related to buildings and archeology, other iconographic documents concerning the architecture of the old town. The project has a dual purpose: on the one hand, the implementation of a GIS able to store, manage and disseminate data about the historic city from different sources; on the other, the activation of a participatory and educational web tool open to a wide audience, not only to researchers and scholars of this particular field. The web platform and the geographic database have been fully implemented with Open Source products and software.
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Errico, Fernando. "Le torri “tipiche del regno” in Terra d’Otranto: caratteri morfologici e differenze costruttive." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11438.

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Abstract:
The “typical towers of the kingdom” in Terra d’Otranto: characteristics and constructive differencesTo those who travel through Puglia from the Gargano down to Capo di Leuca and from here to the Bradano, it impossible not to appreciate the variety of the coastal landscape that is characterized, from north to south, by the almost constant presence of fortifications. In particular, this presence becomes more concentrated and more perceptible in Terra d’Otranto, where the coastal cities are reduced to only the fortified strongholds –Brindisi, Otranto, Gallipoli and Taranto– while the landscape is characterized by the persistence of traces of over 80 towers. However, they cannot all be traced back to the same age and present themselves with different dimensions, materials and construction techniques. These differences are attributable to not only factors concerning when they were constructed, but above all related to the coastal orography where they are located as well as to the availability and ease of finding materials. In Terra d’Otranto there are five different types: a polygonal plan; “A priest’s hat”, circular towers, some of which are known as “towers of the Otranto series”, quadrangular-based towers with monumental stairs identified as towers of the “Nardò series” and, the most numerous, quadrangular-based towers noted as “typical of the Kingdom” towers. The latter, in particular, are recognizable by the formal and constructive styles adopted not only in the census towers in Terra d’Otranto and/or in the rest of Puglia, but on all the Mediterranean coasts affected by the general fortification plan ordered by Carlo V implemented by the Viceroy Don Parafan de Ribera, Duke of Alcalá. The proposed study intends to elaborate on the morphological characteristics and the constructive differences of this widely diffused typology and in particular to investigate the peculiarities of the “typical of the Kingdom” towers present along the coasts of Terra d’Otranto, the problems of conservation and use, as well as the relationship with the inland organisms and the role played in defining the landscape.
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Zucchi, Giovanni. "Nuovi dispositivi spaziali per la rigenerazione urbana: il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello di Secondigliano a Napoli." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7909.

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Abstract:
Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea. Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti posizionali. Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città. Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della rigenerazione urbana. In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università Federico II di Napoli. In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di Napoli.
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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno, and Davide Marino. "Nutrire Roma: il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Abstract:
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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