Academic literature on the topic 'Cappella di San Petronio'

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Journal articles on the topic "Cappella di San Petronio"

1

Barnett, G. "Review: Music and liturgy at San Petronio: Marc Vanscheeuwijck, The cappella musicale of San Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95)." Early Music 32, no. 4 (November 1, 2004): 616–19. http://dx.doi.org/10.1093/em/32.4.616.

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2

Hodges, Richard, Sheila Gibson, and Andrew Hanasz. "Campo la Fontana: a late eighth-century triconch chapel and the Ponte Latrone at the entrance to the territory of San Vincenzo al Volturno." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 273–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011673.

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Abstract:
CAMPO LA FONTANA: UNA TRICORA DEL TARDO VIII SECOLO D.C. E IL PONTE LATRONE ALL'INGRESSO DEL TERRITORIO DI SAN VINCENZO AL VOLTURNOUna tricora altomedievale è stata identificata da Franco Valente nel 1985 accanto al Ponte Latrone (una costruzione romana che attraversa il fiume Volturno presso Venafro). La tricora, che evidenzia numerose similarità con la Chiesa della Cripta a San Vincenzo al Volturno, presenta tre fasi principali. La prima è costituita da una cappella con corto nartece che porta a un abside ben costruita. La cappella aveva un'ampia porta, una piccola finestra strombata nel lobo dell'abside centrale e un tetto a cupola. La malta rinzaffata sui muri esterni e la costruzione stessa dell'abside riportano alla tecnica di lavorazione adottata a San Vincenzo nella fase 3c (ca 780–800 d.C). Nella seconda fase la cupola viene sostituita da un tetto voltato. Nel corso della terza, durante il XVIII e XIX secolo, il nartece fu ristrutturato per accogliere nel primo piano un fienile, mentre l'abside fu adattata a stalla. È probabile che questa cappella sorgesse al limite meridionale del territorio di San Vincenzo al Volturno.
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3

Mackie, Gillian. "Abstract and vegetal design in the San Zeno chapel, Rome: the ornamental setting of an early medieval funerary programme." Papers of the British School at Rome 63 (November 1995): 159–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010229.

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Abstract:
DECORAZIONE ASTRATTA E FLOREALE NELLA CAPPELLA DI SAN ZENO, ROMA: PREPARAZIONE ORNAMENTALE DI UN PROGRAMMA FUNERARIO ALTO MEDIEVALELa cappella di San Zeno è notevole, non soltanto per il suo coerente programma iconografico, ma per le decorazioni astratte e floreali che la abbelliscono. Queste includono volute animate, decorazioni tessili, scuri a due teste, fiori, scudi, elaborati contorni multipli e ghirlande floreali. Tutto ciò è analizzato in questo studio, alla ricerca della loro possibile fonte e del loro significato simbolico. Uno degli scopi principali era scoprire se le fonti degli ornamenti fossero identiche a quelle del programma figurale, ovvero se, essendo indipendenti dalle figure, potessero essere associate ad esercizi di laboratorio.Sembrerebbe che alcune delle decorazioni provenissero da Ravenna tramite un libro di motivi, ora perduto insieme alle decorazioni monumentali originali. Altri motivi, invece, sebbene si riferiscano in termini generali a forme decorative passate, usano come modelli per i dettagli i materiali raggruppati a Santa Prassede da Papa Pasquale I; questi erano disegnati sulla base di sculture medievali e classiche tuttora esistenti a Santa Prassede. Viene anche suggerito che i tessuti che Pasquale donò alla Chiesa potrebbero essere stati copiati dai mosaicisti.Un significato simbolico è stato trovato in molte componenti dell'ornamento. Ad esempio, lo strano nome medievale della Cappella di Zeno, Hortus Paradisi, può essere soddisfacentemente spiegato dalla lussureggiante componente floreale dei muri superiori, che rappresenta in termini simbolici il Paradiso.
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4

Getz, Christine. "Simon Boyleau and the Church of the ‘Madonna of Miracles’: Educating and Cultivating the Aristocratic Audience in Post-Tridentine Milan." Journal of the Royal Musical Association 126, no. 2 (2001): 145–68. http://dx.doi.org/10.1093/jrma/126.2.145.

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Abstract:
The cappella musicale at Santa Maria presso San Celso in Milan, also known as the church of the ‘Madonna of Miracles’, was originally charged with the performance of individual plainchant Masses on specified feasts, Vespers as a choir daily in the summer and on those specified feasts, and Compline as a choir during Lent. In 1535, however, its duties were expanded to include a High Mass and a Vespers service on the first Sunday of each month. With Carlo Borromeo's ascension to the seat of archbishop of Milan in 1560, the cappella's Vespers service became central to public worship, and attracted foreign visitors as well as the Milanese aristocracy. As a result, public worship services featuring the cappella were expanded to include a Compline service on Saturday evenings. Simon Boyleau, the first documented maestro di cappella at Santa Maria presso San Celso, was a madrigalist familiar to the Milanese aristocracy. His compositions for Santa Maria presso San Celso reflect not only Borromeo's attempts to shape the Milanese liturgical style according to Tridentine aims, but also Borromeo's desire to spiritualize and theologically educate the Milanese aristocracy. Boyleau's tenure at Santa Maria presso San Celso, which featured the cultivation of sacred and secular audiences alike, defined the activities of the church's composers for the next 50 years.
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5

Benelli, Francesco. "Review: La Basilica Incompiuta. Progetti Antichi per la Facciata di San Petronio." Journal of the Society of Architectural Historians 61, no. 2 (June 1, 2002): 212–13. http://dx.doi.org/10.2307/991840.

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6

Desmas, Anne-Lise. "Pierre de L'Estache (1688 ca.-1774) : un sculpteur français à Rome entre institutions nationale et grands chantiers pontificaux." Studiolo 1, no. 1 (2002): 105–48. http://dx.doi.org/10.3406/studi.2002.1094.

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Abstract:
Pierre de L’Estache (1688 ca.-1774) : uno scultore francese a Roma, fra istituzioni nazionali e grandi cantieri pontifici. Lo scultore Pierre de L'Estache giunto a Roma nel 1715 come pensionnaire dell' Accademia di Francia, si sposò e rimase tutta la vita nella città papale. Pur rimanendo attaccato alle istituzioni nazionali come l'Accademia di Francia e la Congregazione di San Luigi dei Francesi, riuscì a integrarsi nell'ambiente artistico romano, partecipando alla decorazione scolpita dei cantieri avviati dai papi Clemente XII e Benedetto XIV (il portico della Basilica lateranense, la cappella Corsini, la facciata di Santa Croce in Gerusalemme). Questo studio monografico tenta di comprendere in che misura questo artista francese abbia potuto svolgere ima così lunga carriera nella Roma pontificia e cerca di definire e di spiegare la peculiarità del suo stile, poco paragonabile a quello dei contemporanei francesi o italiani.
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7

Cresci, Edoardo. "Oton Jugovec. Copertura per i ritrovamenti archeologici di Otok pri Dobravi, Slovenia." Firenze Architettura 26, no. 1 (September 26, 2022): 126–37. http://dx.doi.org/10.36253/fia-13941.

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Abstract:
Nel 1973, in qualità di direttore dell’Istituto regionale per la protezione dei monumenti, Oton Jugovec progetta la copertura per i ritrovamenti archeologici della cappella di San Michele a Otok pri Dobravi, nella Bassa Carniola. Lavorando con tipo, archetipo e spazio l’architetto sloveno è capace di erigere una nuova, iconica, ‘capanna’ che emana la forza e la purezza di una poesia scritta per questa terra. In 1973, in his role as director of the Regional Institute for the Protection of Monuments, Oton Jugovec designed the floating roof for the archaeological findings at the chapel of Saint Michael in Otok pri Dobravi, in Lower Carniola. Working with type, archetype and space, the Slovenian architect erected a new, iconic ‘cabin’ that emanates the force and purity of a poem written for this land.
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8

De, Franceschi. "I mosaici della cappella di Sant'Isidoro nella basilica di San Marco fra la tradizione bizantina e le novita' di Paolo Veneziano." Zograf, no. 32 (2008): 123–30. http://dx.doi.org/10.2298/zog0832123d.

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9

Mamy, Sylvie, Francesco Passadore, and Franco Rossi. "San Marco, Vitalita di una tradizione. Il fondo musicale e la Cappella dal Settecento ad oggi." Revue de musicologie 85, no. 2 (1999): 368. http://dx.doi.org/10.2307/947094.

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10

Johnson, Mark J. "Review: La cappella di Sant’Aquilino in San Lorenzo Maggiore a Milano: Storia e restauro." Journal of the Society of Architectural Historians 82, no. 2 (June 1, 2023): 204–5. http://dx.doi.org/10.1525/jsah.2023.82.2.204.

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Dissertations / Theses on the topic "Cappella di San Petronio"

1

BERGAMO, MARIA. "Giorgio Spavento : la cappella di San Teodoro e la sacrestia di San Marco." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/11578/278371.

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2

BREGANT, VALENTINA. "Il desiderio di autopromozione dei Benavides a Baeza. Il palazzo di Jabalquinto e la cappella nel convento di San Francisco." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319887.

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Abstract:
La tesi studia la famiglia Benavides e la sua promozione artistica tra la fine del XV secolo e la seconda metà del XVI secolo nella città di Baeza. Si tratta di un periodo di trasformazioni, in cui assistiamo al passaggio dall’architettura “a lo moderno” a quella “a lo romano” che si esprime in diverse sfaccettature grazie alla circolazione degli architetti, alle influenze arrivate dal nord Europa e dall’Italia. Casi studio specifici sono la costruzione del palazzo di famiglia, denominato palazzo di Jabalquinto, e della cappella funeraria nella chiesa del convento di San Francesco, voluta da Diego de Benavides. La tesi si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo vengono prese in considerazione le origini della famiglia Benavides e il suo insediamento nella regione di Jaén, in cui si trova per l’appunto la cittadina di Baeza. Nel secondo capitolo viene analizzato l’avvio dell’ammodernamento del palazzo di Jabalquinto, con la realizzazione della facciata sulla via San Gil risalente al XV secolo. All’inizio del Cinquecento si avviano i lavori al nuovo prospetto “a lo moderno” sulla piazza di Santa Cruz. Una svolta si sarebbe tuttavia verificata nel corso del XVI secolo, in cui accanto a questo indirizzo architettonico si sarebbe propagato anche il nuovo linguaggio “a lo romano”, derivato dagli antichi che gli spagnoli ebbero modo di vedere in Italia durante la guerra per la conquista del Regno di Napoli (capitolo terzo). La sua applicazione nel completamento dei lavori al palazzo di Jabalquinto e nella realizzazione della cappella funeraria di famiglia nella chiesa del convento di San Francesco sono oggetto del quarto capitolo. Nell’ultimo capitolo della tesi, infine, vengono presentate le vicende del palazzo e della cappella in seguito alla perdita di interesse da parte dei Benavides per Baeza.
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3

Spitaleri, Gabriella <1983&gt. "Le storie di san Francesco nella cappella dei conti di Celano a Castelvecchio subequo, un racconto di immagine e parole." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14316.

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Abstract:
La chiesa francescana di Castelvecchio Subequo, in provincia dell’Aquila, conserva all’interno un ciclo murale con le storia di san Francesco d’Assisi che decorano interamente le pareti della cappella dedicata al santo. Il ciclo, corredato da didascalie in volgare oggi particolarmente danneggiate, fu realizzato sullo scorcio del XIV secolo, costruita in un contesto rurale ma legata alla commissione dei potenti signori locali i conti Celano. Le storie della vita del santo mostrano elementi innovativi che, pur non essendo possibile ricondurre con certezza al movimento rinnovatore dell’Osservanza , attingono pienamente al ciclo della Basilica Superiore di Assisi, fin nel numero dei riquadri, ventotto, ma allo stesso tempo innovano la narrazione visiva della vita di s. Francesco includendo scene che almeno a livello monumentale, non è errato definire degli unicum. Il messaggio che gli affreschi trasmettono inizialmente è quello della glorificazione del Francesco delle origini e della sua primitiva fraternitas, ma le immagini nel loro insieme si caricano di significati aggiuntivi.
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4

Kim, Hae-Jeong. "Liturgy, Music, and Patronage at the Cappella di Medici in the Church of San Lorenzo in Florence, 1550-1609." Thesis, University of North Texas, 1995. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc278255/.

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Abstract:
This dissertation describes the musical and religious support of the Medici family to the Medici Chapel in Florence and the historical role of the church of San Lorenzo in the liturgical development of the period. During the later Middle Ages polyphony was allowed in the Office services only at Matins and Lauds during the Tenebrae service, the last three days of Holy Week, and at Vespers anytime. This practice continued until the end of the sixteenth century when more polyphonic motets based on the Antiphon and Responsory began to be included in the various Office hours during feast days. This practice is documented by the increased number of pieces that appear in the manuscripts. Two of the transcriptions from the church of San Lorenzo included in the appendix are selected from this later repertoire.
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5

Soini, Maria. "La modellazione parametrica per la valutazione degli stati deformativi delle capriate lignee. Analisi della copertura della Basilica di San Petronio a Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si colloca all'interno di un collaudato percorso di ricerca sulle capriate lignee di grandi luci, in particolare in riferimento a chiese ed edifici di significativa valenza storica presenti sul territorio bolognese. Il metodo adottato è frutto di successive approssimazioni e correzioni date dall'applicazione dello stesso a diversi casi di studio ed è tuttora in continuo aggiornamento. Tale progetto di tesi punta a verificare la validità e il buon funzionamento dell’ultimo aggiornamento del metodo quando applicato ad un caso diverso da quello per cui è stato ideato, ed eventualmente ad adattarlo e implementarlo. Il preciso caso di studio è quello della Basilica di San Petronio, per valutare innanzitutto lo stato attuale e le deformazioni delle singole capriate ed in secondo luogo fornire una lettura del coperto nel suo complesso. Dalla nuvola di punti dell'intero sottotetto si estrapolano le singole capriate; per ognuna di esse, attraverso un programma di modellazione parametrica, vengono generate le curve di specifiche sezioni poi utilizzate per la creazione di modelli tridimensionali. Questi consistono in particolare nella configurazione dello stato attuale e del modello teorico della capriata al momento della posa in opera. Il confronto tra i modelli generati e la nuvola di punti iniziale permette di analizzare in maniera approfondita ed esauriente le deformazioni e gli scostamenti subiti dagli elementi della capriata nel corso del tempo. La comparazione del comportamento delle varie capriate permette di trarre informazioni di carattere locale e globale sullo stato di salute dell'intero sottotetto e, se necessario, prevedere eventuali interventi di recupero e rinforzo strutturale. Si estende inoltre il confronto alle capriate oggetto di studio delle precedenti esperienze, con conformazioni diverse da quelle in questione, per ampliare l’analisi sul comportamento delle capriate lignee seicentesche.
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6

Venturi, Elisa. "anticipi di restauro conservativo in bologna all’epoca delle commissioni ausiliari: unita' di metodo nel progetto degli interni e la “lezione” del completamento della facciata nella Basilica petroniana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il progetto si pone l'obiettivo di analizzare criticamente e filologicamente lo sviluppo del pensiero di restauro conservativo negli ambienti delle Accademie della città di Bologna attraverso il progetto di restauro degli interni e dei tentativi di il completamento della facciata della Basilica di San Petronio. Si analizza la nascita di una cultura del restauro tramite la definizione di metodologie che si sviluppano nei diversi ambiti del restauro analizzando in maniera critica la discussione riguardo al compimento della facciata della Basilica nell'800 e il ruolo della Commissione Ausiliare e delle Accademie di Belle Arti e il loro modo di approcciarsi al pensiero del restauro, la "lezione" sul metodo che Viollet Le Duc dispensa nel suo giudizio, fino ad arrivare ai restauri di epoca moderna che hanno determinato la nascita di una nuova impostazione scientifica multidisciplinare per la conservazione dei materiali lapidei, assumendo un significato storico. Si è dunque diviso il lavoro in tre parti: 1- La prima parte riguarda la ricerca delle fondi edite e inedite, per analizzare attraverso una ricerca dei documenti archivistici, con la consultazione degli archivi della città di Bologna, quello di Stato di Roma e l' Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze per riuscire a ricostruire filologicamente ed approfondire in maniera critica le questioni riguardo ai restauri degli interni e le proposte di progetto per il compimento della facciata per compiere ciò si approfondisce anche il ruolo delle Accademie di Belle Arti Europee. 2 – Si è approfondito lo studio della Basilica tramite la realizzazione di un rilievo critico: geometrico e architettonico dell'interno e dell'esterno della Basilica e analisi tematiche. 3 –Si sono analizzati tutti gli interventi di restauro compiuti. E' avvenuta in maniera critica al fine di sottolineare l'avanguardia che la città di Bologna ha avuto sulla conservazione dei materiali lapidei e la nascita delle normal.
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7

Leist, Marnie. "The Virgin and Hell: An Anomalous Fifteenth-Century Italian Mural." Cincinnati, Ohio : University of Cincinnati, 2005. http://www.ohiolink.edu/etd/view.cgi?acc%5Fnum=ucin1120757484.

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8

Cerini, Umberto. "Musica e costume liturgico in San Lorenzo e in Santa Maria del Fiore durante il Granducato di Cosimo III." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1262463.

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Abstract:
Il lavoro indaga sugli aspetti salienti della musica liturgica e del suo rapporto con la liturgia e la ritualità sacra nei contesti della Basilica di San Lorenzo e della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze nei decenni a cavallo tra Sei e Settecento, ovvero gli anni del lungo governo del Granduca Cosimo III de’ Medici.
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Books on the topic "Cappella di San Petronio"

1

Italy) Basilica di San Petronio (Bologna. La cappella di San Petronio (cappella Aldrovandi) e il suo restauro. Bologna: Costa, 2002.

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2

Guidotti, Carmen Ravanelli. Il pavimento della Cappella Vaselli in San Petronio a Bologna. Bologna: Grafis edizioni, 1988.

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3

Vanscheeuwijck, Marc. The Cappella musicale of San Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95): History, organization, repertoire. Bruxelles: Institut historique belge de Rome, 2003.

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4

Kloten, Ilka. Wandmalerei im grossen Kirchenschisma: Die Cappella Bolognini in San Petronio zu Bologna. Heidelberg: [I. Kloten], 1986.

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5

Calore, Vittorio. La cappella di San Carlo nell'Arcivescovado di Milano. [Milano]: Silvana, 2002.

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6

Maso, di Banco, 14th cent., Acidini Luchinat Cristina 1951-, and Neri Lusanna Enrica, eds. Maso di Banco: La Cappella di San Silvestro. Milano: Electa, 1998.

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7

Dovere, Ugo. La Cappella del tesoro di San Gennaro. [Naples]: Arcidiocesi di Napoli, 2003.

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8

Lodi, Enzo. San Petronio: Patrono della città e Diocesi di Bologna. Bologna: Renografica, 2000.

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9

Lodi, Enzo. San Petronio: Patrono della città e Diocesi di Bologna. Bologna: Renografica, 2000.

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10

Giovanni, da Modena, approximately 1379-1454 or 1455 and Museo civico medievale di Bologna, eds. Giovanni da Modena: Un pittore all'ombra di San Petronio. Cinisello Balsamo (Milano): SilvanaEditoriale, 2014.

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Book chapters on the topic "Cappella di San Petronio"

1

Leonardi, Lino. "Un nuovo testimone della Vita bolognese di san Petronio." In L’épaisseur du temps, 501–14. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.stmh-eb.5.125850.

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2

Vio, Ettore. "La basilica di San Marco da cappella ducale a cattedrale della città: storia, procuratori, proti e restauri." In Matematica e cultura 2011, 11–31. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1854-9_2.

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3

Aresti, Alessandro. "Per la conoscenza della terminologia delle arti fuori di Toscana fra Tre e Quattrocento. Con alcune spigolature da documenti bolognesi e ferraresi." In Proceedings e report, 23–32. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-364-2.04.

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Abstract:
The article is divided into three parts. In the first part, after referring to an ongoing project of an online re-release of artistic documents coming mainly from Tuscany (and Siena in particular) dating back to the XIVth and XVth centuries, and of creation of a glossary of the artistic and architectural terminology contained therein, the author announces his intention to expand the investigation to the extra-Tuscan terminologies in use in the centres or areas that played an important role in the domain of figurative arts in the period under consideration, to study the timeframe and means of their emergence and diffusion. For this purpose, the author believes that the archives of the Fabbricerie, related to the construction of large churches, could be fertile ground for documentary investigation. In the second part, the results of a first survey in the Archivio della Fabbrica di San Petronio, in Bologna, are followed by the examination of a few words extracted from two documents dating back to the end of the XIVth century. In the third part, the focus is on a rich anthology of artistic documents made available to experts by Adriano Franceschini, Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale, through which it is possible to know better the artistic vocabulary in Ferrara; also in this case, some lexical examples are provided.
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4

Aresti, Alessandro. "Per la conoscenza della terminologia delle arti fuori di Toscana fra Tre e Quattrocento. Con alcune spigolature da documenti bolognesi e ferraresi." In Proceedings e report, 23–32. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-364-2.04.

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Abstract:
The article is divided into three parts. In the first part, after referring to an ongoing project of an online re-release of artistic documents coming mainly from Tuscany (and Siena in particular) dating back to the XIVth and XVth centuries, and of creation of a glossary of the artistic and architectural terminology contained therein, the author announces his intention to expand the investigation to the extra-Tuscan terminologies in use in the centres or areas that played an important role in the domain of figurative arts in the period under consideration, to study the timeframe and means of their emergence and diffusion. For this purpose, the author believes that the archives of the Fabbricerie, related to the construction of large churches, could be fertile ground for documentary investigation. In the second part, the results of a first survey in the Archivio della Fabbrica di San Petronio, in Bologna, are followed by the examination of a few words extracted from two documents dating back to the end of the XIVth century. In the third part, the focus is on a rich anthology of artistic documents made available to experts by Adriano Franceschini, Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale, through which it is possible to know better the artistic vocabulary in Ferrara; also in this case, some lexical examples are provided.
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5

Crowther, Victor. "Musical Institutions in Bologna." In The Oratorio in Bologna (1650-1730), 35–41. Oxford University PressOxford, 1999. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198166351.003.0004.

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Abstract:
Abstract Bologna’s prestige as a musical centre in the Baroque era rested upon the reputation of two of the city’s oldest institutions: the cappella musicale in San Petronio founded in 1436, and the Concerto Palatino,2 the town band, whose origins can be traced back to the work of town criers in the thirteenth century. They were state institutions, regulated and financed by Senate. The affairs of San Petronio were governed by a Fabbriceria comprising six elected senators, five serving in rotation whilst the sixth, a president, normally served for life. The constitution and conditions of service of the Concerto Palatino were also determined by Senate, advised by the magistrature.
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6

Crowther, Victor. "The Perti Era, 1696-1730." In The Oratorio in Bologna (1650-1730), 114–19. Oxford University PressOxford, 1999. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198166351.003.0013.

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Abstract:
Abstract The death of Colonna in November 1695 gave the Fabbriceria in San Petronio a breathing-space in which to review the organization of the cappella. Constrained by the urgent need to repair the roof of the basilica, the senators decided to disband the regular cappella and hire musicians on an occasional basis. The only salaried musicians employed from 1696 to 1700 were the organist, Domenico Scabazzi (at L20 per month), and the newly elected maestro, Giacomo Perti (at L50 per month). During these years of austerity Perti continued to hire as many as fifty musicians for the patronal festival, but he had to wait until 1701 for the reinstatement of a regular cappella. Twenty four musicians (i.e. fourteen singers and ten instrumentalists) were appointed or reappointed. Salaries were greatly reduced from those enjoyed by musicians under Colonna, cutting total monthly expenditure on the cappella from L458 (1695) to L200 (1701).
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7

Sapienza, Valentina. "Capitolo 2. La cappella del Santissimo sacramento in San Zulian." In La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 33–77. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37667.

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