Academic literature on the topic 'Capacità umane'

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Journal articles on the topic "Capacità umane"

1

Maletta, Sante. "Vulnerabilità umana e razionalità pratica. Una prospettiva bioetica macintyriana." Medicina e Morale 68, no. 3 (October 15, 2019): 297–312. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.588.

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Abstract:
Questo articolo prende in esame alcuni testi di Alasdair MacIntyre, compresi in un arco temporale di circa trent’anni, a partire dai quali si può ricostruire una prospettiva bioetica che fa perno su un’etica delle virtù. Tale prospettiva “ricentra” la bioetica sulla medicina come pratica sociale e quindi sul rapporto paziente/medico considerato all’interno della concreta trama sociale nella quale agiscono forme di dipendenza tanto alienanti quanto liberanti. Il perseguimento del bene umano non passa quindi attraverso un’utopica emancipazione da ogni forma di dipendenza ma bensì attraverso la pratica delle virtù etiche e dianoetiche resa possibile dai rapporti di dipendenza biologica e razionale. L’esercizio della razionalità pratica indipendente, che costituisce un fattore importante della realizzazione del bene, non viene intesa come autonomia assoluta ma piuttosto come capacità di dar conto delle proprie scelte e azioni dal punto di vista narrativo. In tale prospettiva bioetica la disabilità, in quanto manifestazione della dipendenza e della vulnerabilità umane, diviene un’opportunità per l’esercizio delle “virtù del dare e del ricevere” che realizzano il bene individuale e il bene comune e quindi spinge nella direzione di un ripensamento della condizione umana e della natura del legame sociale e dei suoi criteri di giustizia.
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Piliu, Salvatore. "Il diritto delle comunità umane intenzionali: nuovi ordinamenti giuridici?" Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 28, 2020): 349–56. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.349-356.

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Abstract:
Il presente intervento si propone di analizzare dal punto di vista giuridico il nuovo fenomeno, oramai globalizzato, delle comunità umane intenzionali, con l’intento di comprendere se queste nuove tipologie di aggregazione di individui possano essere considerate come forme alternative di collettività organizzate produttive di modelli giuridici differenti rispetto a quelli tradizionali, ovvero capaci di dar vita a nuovi ordinamenti giuridici, partendo dall’assunto ubi societas, ibi ius. Partendo dalle definizioni elaborate nel campo della sociologia giuridica di comunità e di comunità intenzionali, si è poi analizzata la problematica inerente la capacità delle comunità intenzionali di produrre regole giuridiche da applicare ai componenti delle comunità. È stata poi esaminata l’organizzazione giuridica della Comunità di Damanhur, situata in Piemonte (Italia), in cui vi sono norme interne di diritto privato e di diritto pubblico che regolano la vita dei consociati, un vero e proprio sistema giuridico interno della Comunità, che pone non pochi problemi nel rapporto con il diritto italiano. Il nuovo progetto di legge presentato nel 2017 al Parlamento italiano, in merito al riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali, potrebbe regolare in maniera definitiva questa materia, ovvero i rapporti tra Comunità e Stato di appartenenza, con il conseguente riconoscimento della esistenza di ‘ordinamenti giuridici autonomi’ facenti capo alle Comunità intenzionali.
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Calcaterra, Rosa M. "John Dewey e la fede laica." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 35 (September 2009): 7–20. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035001.

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Abstract:
- Lo sfondo religioso del pensiero di John Dewey ha una forte incidenza sulla sua concezione della democrazia, la quale tuttavia prevede espressamente l'affrancamento dalle credenze nel soprannaturale. Il carattere ‘quasi-religioso'che egli assegna agli ideali democratici č un'espressione peculiare di un ‘naturalismo umanistico' che valorizza la capacitÀ immaginativa e la conoscenza scientifica, quali strumenti basilari per sviluppare le migliori possibilitÀ umane, prescindendo dall'individualismo e da ogni forma di dogmatismo. La complessitÀ del pensiero deweyano, delle sue fonti di ispirazione cosě come delle sue istanze piů originali, sembra offrire sufficienti motivi tanto per mitigare i rischi di un incauto scientismo quanto per lasciare spazio a un ulteriore approfondimento del problema delle credenze religiose, problema che, nel nostro tempo, appare tutt'altro che secondario.
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Marossi, Walter. "Paolo Valera, il cantore dei bassifondi." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 19, 2020): 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Abstract:
Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Michel Franca, Guy, Silvia Reggi, Alessia Salvatori, and Laura Pieroni. "La metodologia dell'etica delle relazioni umane: uno studio di valutazione dell'effetto sugli stati dell'umore." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 747–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002013.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio è quello di offrire una prima analisi quantitativa ap-profondita della formazione ERH etica delle relazioni umane per valutare i pos-sibili cambiamenti dell'umore nei soggetti coinvolti prima e dopo la formazione. Abbiamo utilizzato il Profile of Mood State Test con 51 soggetti (Età: M = 45,32) prima e dopo un corso di formazione per dirigenti ed insegnanti scolastici. I risultati mostrano una riduzione significativa dei fattori di tensione-ansia, depressione-deiezione, rabbia-ostilità, in linea con l'ipotesi sperimentale. I soggetti coinvolti nella formazione acquisiscono strumenti per cambiare in-ternamente i loro stati di ansia, rabbia e ostilità in uno stato di coscienza che è l'espressione del Vero sé: non è solo una questione di comprensione cognitiva o auto-persuasione, ma della capacità di regolazione di ciò che la persona speri-menta internamente. Nella nostra ipotesi il processo avviene grazie all'attivazione dello spazio di lavoro neuronale globale (Global Neuronal Workspace, GNW). L'attivazione del GNW consente la disponibilità globale dell'informazione proveniente dai centri sensoriali in concomitanza alle informazioni provenienti dal sistema limbico e le rende accessibili alla coscienza, grazie all'attivazione di neuroni ad assoni lunghi diffusi, particolarmente presenti nelle zone prefrontali e parietali. È grazie a que-sto processo che l'individuo è in grado non solo di percepire, ma anche di elabo-rare ed integrare consapevolmente quanto ha sperimentato internamente.
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Galli, Pier Francesco, and Alberto Merini. "Logica dell'interpretazione in psicoterapia (1964)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (August 2022): 477–90. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-003006.

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Abstract:
Dopo una introduzione che inquadra storicamente questa relazione che fu tenuta nel 1964, vengono fatte alcune riflessioni sulla logica dell'interpretazione in psicoanalisi e più in generale nell'attività clinica. Tra gli aspetti che vengono discussi vi è il ruolo dell'intuizione nella clinica e quello della capacità di previsione in termini di probabilità. Viene anche accennato al rapporto tra attività clinica e ricerca in psicoterapia. (Questo testo è la trascrizione della registrazione di una relazione tenuta a braccio al Quarto corso di aggiornamento del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia - che dagli anni 1970 si chiamerà Psicoterapia e Scienze Umane - dal titolo "Problemi teorici e casi clinici", Milano, 1-4 maggio 1964; dopo la relazione è riportato il dibattito con gli interventi di Silvano Arieti, Enzo Codignola, Franco Fornari, Luigi Frighi, Pier Francesco Galli, Mario Moreno, Diego Napolitani ed Enzo Spaltro).
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Lima Bianchi, Patrícia Nunes, and Lino Rampazzo. "LA LEGITTIMITÀ DELL’ADEGUATEZZA DEGLI APPALTI PUBBLICI A NUOVI PARAMETRI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE." Novos Estudos Jurí­dicos 25, no. 3 (December 31, 2020): 595–617. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v25n3.p595-617.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è dimostrare la legittimità dell’adeguatezza degli appalti della Pubblica Amministrazione ai nuovi parametri di sostenibilità. Lo scopo è quello di evidenziare la natura dello sviluppo sostenibile, sulla base dell’analisi di una sentenza emessa dalla Corte dei Conti dell’Unione. Si conclude, in questo studio, che gli appalti pubblici hanno un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi costituzionali del benessere e dello sviluppo, fungendo da veicolo per la promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso il potere d’acquisto dello stato, che incoraggia comportamenti e modifica abitudini all’interno del mercato. In questo contesto, lo sviluppo non deve essere inteso come una mera crescita economica, ma come un processo continuo per migliorare il benessere della collettività, anche se più costoso dal punto di vista economico, risultando in un’efficace espansione delle libertà e delle capacità umane. Per lo sviluppo di questo studio, si è fatto ricorso al metodo induttivo, con procedimento monografico, attraverso unaricerca bibliografica e documentale.
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Bignamini, Angelo A. "La persona centro e misura di ogni sistema sanitario." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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Abstract:
L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate, and Matteo Mazzoni. "Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Abstract:
Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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Tibaldeo, Roberto Franzini. "Animale, "transanimale" e umano nel pensiero di Hans Jonas." Pensando - Revista de Filosofia 6, no. 11 (July 27, 2015): 415. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3606.

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Abstract:
Il pensiero di Hans Jonas, specie per quel che riguarda la cosiddetta “biologia filosofica”, tratta indirettamente del rapporto tra essere umano e animale. A questo riguardo, Jonas rifiuta sia l’approccio dualistico, sia quello monistico-riduzionistico e propende al contrario per una complessiva reinterpretazione del fenomeno della vita nei termini di quel che egli definisce una “rivoluzione ontologica”. In virtù di ciò, il pensatore rintraccia lo specifico del fenomeno della vita e individua nelle forme viventi una scala naturae di complessità, auto-trascendimento e libertà via via crescenti, le cui tappe significative sono la vita organica, quella animale e quella umana. Per quel che concerne la forma animale, varie specie presentano “potenzialità trans-animali”, che evidenziano un ponte biologico e ontologico verso l’essere umano. In altre parole, l’animale è in qualche modo in grado di prefigurare la forma di vita specificamente umana. Tuttavia, sostiene Jonas, non appena quest’ultima fa la propria comparsa, essa è tale per cui se ne evidenzia al tempo stesso anche lo “iato metafisico” rispetto alla vita animale. La specificità umana si manifesta nella propria capacità di essere responsabile e di preservare le condizioni basilari per una vita autentica sul pianeta.
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Dissertations / Theses on the topic "Capacità umane"

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BENFANTE, CHIARA. "RISCOPRIRE E COLTIVARE LE CAPACITA' UMANE COME STRUMENTO DI DISAUTOMATIZZAZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA NELL'ERA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/114594.

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Abstract:
Nella "società automatica" la tecnologia è l’elemento dominante. Il filosofo francese Bernard Stiegler la definisce "pharmakon", connotandone la duplice valenza: è "rimedio" utile a supportare gli individui e incrementarne le abilità, ma può anche essere "veleno", qualora impiegata come alternativa all’Umano. L’automazione in campo industriale è una realtà consolidata da diversi decenni, ma il progressivo estendersi dei campi di applicazione dell’Intelligenza artificiale giunge oggi a interessare ogni ambito produttivo, mettendo in crisi il ruolo dell’essere umano in una molteplicità di contesti. Occorre pertanto interrogarsi sulla natura e il valore di quelle capacità umane non replicabili dai dispositivi artificiali. Nella prima parte della tesi si propone una riflessione sul progresso tecnico-scientifico attraverso l'analisi del pensiero di Stiegler. Nella seconda parte si traccia un percorso di riscoperta delle capacità umane, partendo dal tema dell’Intelligenza fino ai teorici del capability approach. Il caso di studio è stato svolto presso la società di consulenza Deloitte US e lo Interfaith Ministries of Greater Houston, allo scopo di esplorare le modalità di applicazione del progetto "Enduring Human Capabilities", una metodologia innovativa di gestione e valutazione del personale basata sul parametro delle capacità umane intangibili e trasversali, anziché su criteri di tipo quantitativo.
In the "Automatic Society" technology is crucial. The defining notion of "pharmakon", according to Bernard Stiegler, implies a double meaning: on one hand technology is a useful "remedy" to support individuals and increase their abilities, on the other hand it is a poison, a threat to human agency. Automation in Manufacture has been introduced since decades, however, the range of applicability of Artificial Intelligence is currently widening in every industry, potentially undermining the role of human beings in all contexts. It is therefore necessary to analyse the nature and the value of those human capabilities that cannot be borrowed or replicated by technological devices. The first section of this work is focused on the discourse about scientific-technical progress and the thought of Bernard Stiegler. Part Two is about the rediscovery of Human Capabilities, starting from the notion of Intelligence up to the "capability approach". The case study was carried out at the consulting firm Deloitte US and the Interfaith Ministries of Greater Houston, Texas, with the aim of exploring the implementation of a HR project named "Enduring Human Capabilities", an innovative methodology for managing and evaluating personnel, based on the assessment and development of intangible human capabilities rather than quantitative parameters.
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Chioato, Tatiana. "Studio delle capacità differenziative e della potenzialità terapeutica di cellule staminali mesenchimali umane isolate da cordone ombelicale e sangue cordonale nelle malattie epatiche acute." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427456.

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Abstract:
Liver transplantation remains the only therapeutic option for most of acute and chronic end-stage liver diseases, but its use is limited by a severe shortage of donor organs for transplantation. In this contest the use of stem cells in cell therapy can be considered a promising therapeutical approach instead of liver transplantation. In particular, mesenchymal stem cells (MSCs) can be obtained from several adult tissues and from fetal-derived tissues, such as umbilical cord (UC), umbilical cord blood (UCB) and placenta, and they can be induced to differentiate into several cell types. Nevertheless, proliferative and differentiative potential of these cells has not yet been explained; particularly differentiative potential of fetal-derived tissue cells remains to be investigated. In this study, umbilical cord blood (UCB) and umbilical cord (UC) have been evaluated as potential sources of MSCs. For this purpose, the proliferative potential and plasticity of MSC isolated from UC and UCB to differentiate into adipogenic and osteogenic lineages in vitro were been investigated. After establishing of MSCs plasticity, the cells were differentiated in vitro towards hepatocyte-like cells, evaluating different biological supports for cell growth and differentiation. Finally, in view of clinical applications, the engraftment of these cells in a model of acute CCl4-induced liver injury has been verified. MSCs were capable of differentiating into hepatocyte-like cells as demonstrated by progressive up-regulation of mature hepatocyte markers. In particular the MSCs isolated from UC seem to acquire the features of mature hepatocyte as demonstrated by glycogen storage and albumin secretion. All finding suggested that these cells can grow and differentiate into functional hepatocyte-like cells without any biological support, whereas mature hepatocytes need a three-dimensional scaffold in order to maintain their viability and functional features. Finally the MSCs from human UC seem to contribute to liver regeneration by enhancing the reparative activity of hepatocytes that spontaneously occurs after injury, even if the mechanism of their action is not known. The establishment in vitro of the plasticity of UCB and UC not only towards mesodermal lineage cells but also towards endodermal lineage cells and the in vivo contribution of these cells to regenerate liver tissue, support their future application for cell therapy in acute and chronic liver disease. Moreover, due to availability, safety in the collection and lack of ethical issues, UCB and UC may become elective sources of multipotent MSC
Il trapianto di fegato rappresenta l’unica opzione terapeutica per malattie croniche del fegato in fase terminale e in casi selezionati di insufficienza epatica acuta. Esiste ancora tuttavia un notevole divario fra le donazioni d’organo ed il numero di pazienti in lista d’attesa, divario che ha portato alla ricerca di terapie alternative. In questo contesto le cellule staminali potenzialmente potrebbero svolgere un ruolo di primaria importanza nella terapia cellulare. Tra i vari tipi di cellule staminali, le cellule mesenchimali risultano particolarmente interessanti, in quanto possono essere isolate non solo da vari tipi di tessuti adulti, ma anche da tessuti di derivazione fetale, quali cordone, sangue cordonale e placenta, e possono essere indotte a differenziarsi in numerosi tipi cellulari diversi. Tuttavia, soprattutto per quanto riguarda le cellule isolate da tessuti di derivazione fetale, non è ancora completamente chiarito il reale potenziale proliferativo e differenziativo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di isolare una popolazione di cellule con caratteristiche mesenchimali da cordone ombelicale (UC) e sangue cordonale umano (UCB). Una volta verificata in vitro la loro capacità di differenziare in cellule di origine mesodermica (adipociti e osteoblasti), è stata testata la loro capacità di differenziare verso la linea epatocitaria utilizzando un terreno contenente fattori di crescita epatogenici e come supporto per le colture due diverse matrici extracellulari o la plastica non trattata. Infine è stata valutata la capacità di engraftment in vivo delle MSC isolate da UC in un modello di danno acuto indotto da CCl4. Le cellule staminali mesenchimali isolate hanno mostrato la capacità di rispondere agli stimoli differenziativi epatogenici sovraregolando l’espressione di marcatori epatici. In particolare le cellule isolate da UC hanno evidenziato la capacità di differenziare in cellule simil-epatocitarie funzionali come dimostra la positività alla colorazione PAS per l’accumulo di glicogeno e il saggio ELISA per la produzione di albumina. I risultati ottenuti dimostrano che il differenziamento non necessita dell’utilizzo di nessuna matrice extra-cellulare come supporto per la crescita delle cellule e il mantenimento della loro funzionalità nel tempo come invece avviene per gli epatociti maturi messi in coltura. Inoltre le MSC da UC somministrate ad animali sottoposti a danno epatico acuto da CCl4, hanno dimostrato di contribuire alla rigenerazione completa dell’organo, anche se il meccanismo d’azione resta ancora da indagare. La dimostrazione in vitro della plasticità delle MSC da UC e UCB non solo verso la linea mesodermica ma anche verso la linea endodermica e la loro capacità in vivo di contribuire alla rigenerazione epatica, rappresenta un risultato utile sulla futura applicazione di tali cellule nella terapia delle malattie epatiche acute e croniche. Inoltre, essendo completamente accessibili, privi di qualsiasi implicazione etica e di rischio nella raccolta, il sangue cordonale e il cordone ombelicale potrebbero diventare due fonti di elezione per l’ottenimento di cellule staminali multipotenti
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Musmeci, Eliana. "Batteri del microbiota intestinale umano capaci di degradare la mucina." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1276566.

Full text
Abstract:
Il muco è un colloide viscoso che costituisce una barriera fisica in tutte le superfici epiteliali del corpo umano, inclusi il tratto gastrointestinale, respiratorio, riproduttivo e urinario (Alemao et al., 2020; Bansil & Turner, 2018). É secreto dalle cellule mucipare che producono uno strato protettivo completo già dopo pochi giorni dalla nascita (Bunesova et al., 2018). La barriera mucosa è coinvolta in più funzioni come ad esempio l’assorbimento di cofattori e nutrienti, la lubrificazione ed inoltre svolge un ruolo fondamentale in correlazione con il sistema immunitario (Anthony P. Corfield, 2015). Le mucine sono glicoproteine e sono le maggiori costituenti del muco (Bansil & Turner, 2018). Queste ultime sono caratterizzate da un alto livello di glicosilazione, sono composte da oligosaccaridi quali N-acetilglucosammina (GlcNAc), N-acetilgalattosamina (GalNAc), fucosio, galattosio e acido sialico, i quali rappresentano fino all’80% della massa molecolare (Bansil & Turner, 2006). Lo scopo di questo lavoro è stato quello di identificare, attraverso un approccio cultura dipendente e indipendente, la popolazione batterica intestinale isolata in soggetti sani che fosse in grado di degradare la mucina. Le feci di cinque adulti sani sono state sottoposte a tre step successivi di arricchimento in un terreno di crescita contenente la mucina come unica fonte di carbonio e azoto. La popolazione batterica è stata confrontata prima e dopo l’arricchimento mediante la metodica del 16S rRNA gene profiling. Sono state isolate solamente tre specie di anaerobi capaci di sviluppare su mucina: Clostridium celatum, Clostridium tertium e Paraclostridium bifermentans. Di queste tre specie è stata effettuata l’analisi genomica e in parallelo un’analisi comparativa con altri genomi presenti nella banca dati NCBI GenBank, in modo da approfondire gli aspetti funzionali e metabolici, oltre che determinare la loro capacità di utilizzo della mucina. In tutti i genomi analizzati, sono stati identificati geni codificanti glicosidasi (GH) coinvolte nella degradazione della mucina, con un massimo di 25 GH riscontrate nel genoma di C. celatum. I geni coinvolti nei pathway di utilizzo dei singoli monosaccaridi quali Gal, GlcNAc and GalNAc, sono stati riscontrati in tutti i tre genomi, mentre solo C. celatum è in grado di utilizzare il fucosio. I tre ceppi oggetto di studio sono stati inoltre caratterizzati dal punto di vista fisiologico. In tutti i ceppi è stata registrata crescita batterica in un intervallo di pH fra 5.5 e 8, con un optimum di crescita di pH 6.5-7, producendo etanolo, acido acetico, propionico, formico e idrogeno. È stata osservata una propensione a formare biofilm solamente in C. celatum e P. bifermentans. Come altri membri della classe Clostridia, i tre clostridi sono in grado di produrre spore, attraverso le quali resistere a condizioni di stress. Per testare se la formazione di spore aumentasse la sopravvivenza, sono stati effettuati dei trattamenti di esposizione all’ossigeno e alle alte temperature. In seguito all’esposizione all’ossigeno tutti i ceppi sono stati in grado di ripristinare lo sviluppo delle cellule vegetative, sebbene in C. celatum sia stata osservata una maggiore sensibilità allo stress indotto da ossigeno. Diversamente, il trattamento con temperature fino a 80°C ha causato una riduzione massima di circa un ordine logaritmico in tutte le specie analizzate. Infine, sono in corso test in vivo su modelli murini Balb/c, per testare la capacità dei tre isolati di colonizzare la mucosa intestinale e di produrre effetti sul sistema immunitario. Per determinare il loro impatto sul modello murino a seguito del trattamento, verrà valutata l’espressione di interleuchine come IL-1β e IL-10.
Mucus is a viscoelastic gel barrier that covers wet epithelial surfaces throughout the body including gastrointestinal (GI), respiratory, reproductive, and urinary tracts (Alemao et al., 2020; Bansil & Turner, 2018). It is secreted by goblet and mucous cells and achieves a complete layer already several days after birth (Bunesova et al., 2018). Different roles and functions are carried out by mucus barrier such as gaseous exchange, nutrient and cofactor adsorption, lubrification, chemical sensing and an important relationship with the immune system (Anthony P. Corfield, 2015). The major building block of mucus are represented by mucins glycoproteins (Bansil & Turner, 2018). Mucins are characterised by an high level of glycosylation, oligosaccharides such as N-acetylglucosamine (GlcNAc), N-acetylgalactosamine (GalNAc), fucose, galactose and sialic acidic, constitute up to 80% of their molecular mass (Bansil & Turner, 2006). The aim of this study was to investigate gut mucin degraders of healthy subjects through a culture dependent and independent approach. The faeces of five healthy adults were subjected to three steps of enrichment in a medium with only mucins as carbon and nitrogen sources. The bacterial community was compared before and after the enrichment by 16S rRNA gene profiling. Only three species of strict anaerobes able to grow on mucin were isolated: Clostridium celatum, Clostridium tertium, and Paraclostridium bifermentans. Genome analysis of the strains was carried out and compared with other available genome present on NCBI GenBank database to better understand their metabolic and functional potential, and to determine their ability to use mucin. Genes coding for glycoside hydrolases (GHs) involved in mucin degradation were found in all the genomes, with a higher abundance in C. celatum that possess at least 25 GHs. The distribution of genes required for utilization of Gal, GlcNAc and GalNAc were widespread among all the strains, while only C. celatum degrades fucose. The three strains were investigated also in terms of physiological characterization and functional properties. They all were able to grow in a pH range between 5.5 and 8, with an optimum of pH 6.5-7, producing ethanol, acetic, propionic, formic acids, and hydrogen. Biofilm-forming ability was observed in C. celatum and P. bifermentans. Like other members of Clostridia class, the three clostridia produced spore that resisted to stress conditions. To evaluate whether spore formation improve survival, tolerance to oxygen and high temperature exposure were checked. The three strains were able to resume vegetative growth after exposure to oxygen, albeit C. celatum resulted more susceptible to oxygen stress, whereas heat treatment up to 80°C caused a decrease of maximum one Log. In vivo experiment on Balb/c mice are in progress, to test the ability of the three strains to colonize intestinal mucus and to exert some effect on immune system. To assess their impact, the expression of IL-1β and IL-10 will be measured after the treatment.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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Viani, M. B. "ACCRESCIMENTO CORPOREO E CAPACITÀ COORDINATIVE NEI BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/215125.

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Abstract:
BODY GROWTH AND COORDINATION SKILLS IN PRIMARY SCHOOL CHILDREN. A longitudinal investigation on body growth in primary school children was performed during a 2yr life span. Body sway and eye-hand coordination were also studied in cross-sectional investigations. On October 2009, weights and standing heights of 261 (116 girls; 145 boys), 261 (116; 145), and 253 (108; 145) respectively 6, 7, and 8yr-old primary school-children were measured in Voghera (Pavia, Italy). Body Mass Indices (BMI) were calculated. The measurements were repeated 1 and 2 years later. For each age group, descriptive statistics of each parameter were computed within age, sex and session of measurements. Comparisons were performed by ANOVA (F1, factor 1, sex; F2, factor 2, age; F1×F2 interaction). Statistical significance was set at 5% for all comparisons. Frequencies and percentages of school-children relatively under (<3rd percentile), and overweight (>97th percentile) were computed, while comparing BMI to reference data for Italian children (1, 2). On average, weight, height, and BMI were larger in boys than in girls. Differences between sexes were significant (F1, p<0.001) in 8yr-old group. Boys and girls significantly grew with age (F2, p<0.001 for all comparisons). In 6yr-old group, the effects of age on height increments were larger in boys than in girls (F1×F2 interaction, p=0.017). In the 6 and 8yr-old groups, overweight was more frequent in boys than in girls. In the 6yr-old group, underweight was more frequent in girls than in boys, and increased with age. In the 7 and 8yr-old groups, this distribution decreased with age in both boys and girls. School-based anthropometric investigations represent a useful approach to address children and their families to correct life habits. Further investigations on this matter should be extended to adolescents, and prolonged as much as possible. The postural sways of 337 boys and 355 girls in bipedal standing position were measured. All participants had normal or corrected to normal vision. On week-days, they performed a standardized 30sec postural test (PT) on a portable baropodometrical platform (Winpod, Medicapteurs, Toulouse, F). Length and area variations of the center of foot pressure (COP) position during time were measured. Latero-lateral (LLV) and antero-posterior (APV) velocities of COP were also assessed. PT was performed with open and closed eyes. Descriptive statistics of each postural parameter were computed within sex, age, and visual conditions (open, closed eyes). Comparisons were performed by ANOVA. In both sexes, body sways were larger with closed than with open eyes, and decreased with age (p<0.01, for all comparisons). In both visual conditions, boys swayed more than girls (p<0.01, for all comparisons). The age-related differences of body sways were similar in boys and in girls, either with open or with closed eyes (sex × age interaction, p > 0.05 for all comparisons). The ability to maintain balance in standing position significantly improved with age. Postural control should be particularly pursued to favor the learning of several motor skills. The sex related differences should be studied more in detail, investigating also the effects of physical and sport activities. The detection of balance impairments could contribute to the diagnostic evaluation of neuromotor disorders in children, and could allow the intervention of a proper rehabilitation program. Further investigations into this matter could be performed in children younger than those participating in the present study. The accuracy of underhand ball-throwing task was studied in 538 girls and 583 boys with normal or corrected-to-normal vision aged 6-10 yr. A standardized underhand ball-throwing test (UBT), consisting in 10 underhand tennis ball throws into the floor area delimited by a 40 cm radius wooden hoop lying on the floor 9 m apart the standing pupil, was performed and scored. Descriptive statistics of UBT scores were calculated within age and sex group. Correlation coefficients were calculated between UBT scores and anthropometric variables (body mass, standing height, BMI). The effects of age and sex on UBT scores were compared by ANOVA (factor 1, sex; factor 2, age; sex x age interaction). UBT scores significantly increased with age (p=0.003). Boys obtained larger UBT scores than girls of the same age (p=0.002). The age-related differences of UBT scores were similar in boys and girls (p>0.05). In both sexes, UBT scores were significantly related to body mass (p<0.05) and standing height (p<0.01). No relations between BMI and UBT scores were found (p>0.05).
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Turetta, Michela. "Studio in vitro e in vivo della capacità differenziativa di cellule CD105 positive da cordone ombelicale e da sangue cordonale umano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425165.

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Abstract:
Stem cells have become worldwide interesting because they can be potentially employed for the treatment of many different types of deseases; moreover, they can be manipulated representing a promising tool for genetic therapy. Mesenchymal stem cells (MSC) can be obtained from several adult tissues and from fetal-derived tissues, such as umbilical cord, umbilical cord blood and placenta, and they can be induced to differentiate into several cell types. Nevertheless, proliferation and differentiation potential of these cells has not yet been explained; particularly differentiative potential of fetal-derived tissue cells remains to be investigated. In this study, umbilical cord blood (UCB) and umbilical cord (UC) have been evaluated as potential sources of MSC. For this purpose, a subpopulation of cells expressing CD105, a membrane antigen well known as marker of MSC, has been isolated from UCB and UC. The proliferative potential and plasticity of CD105-positive cells have been investigated in vitro by means of synthetic or natural supports and/or using differentiative media containing inductive factors. Finally, in view of clinical applications, the engraftment of these cells in a model of chemical-induced liver injury has been verified. Collectively, our data have demonstrated in vitro the plasticity of UCB and UC CD105-positive cells not only towards mesodermal lineage cells (osteogenic and adipogenic lineage) but also towards endodermal lineage cells (hepatogenic lineage). These results suggest that CD105-positive cells could be usefully employed in regenerative medicine. In fact, due to availability, safety in the collection and lack of ethical issues, UCB and UC may become elective sources of multipotent MSC.
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BONINI, BALDINI SIMONA. "Il valore e il ruolo dello storytelling nell'accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo. Il punto di vista dello sviluppo umano e del potenziamento delle capacità." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/949209.

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Abstract:
Il quadro dell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo in Europa delinea una costellazione di metodologie e politiche dove ogni Paese e ogni regione risponde diversamente, costruendo muri o al contrario attuando campagne di sensibilizzazione e sperimentando pratiche di accoglienza centrate sulla persona per far fronte ad un fenomeno che sembra mettere in crisi la natura stessa dell’Europa. Dall’analisi delle procedure di riconoscimento dello status di titolare di protezione internazionale e in tutte le fasi di accoglienza risulta determinante il ruolo del racconto delle memorie personali dei richiedenti asilo. La centralità delle narrazioni personali nell’ambito dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati è stata indagata sia all’interno della teoria della narrazione, approfondendo l’uso del termine Storytelling, sia nell’ambito del paradigma dello sviluppo umano.
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FICCADENTI, Valerio. "A rank-size approach to the analysis of socio-economics data." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251181.

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Abstract:
Questa tesi è volta ad investigare due importanti fenomeni, uno naturale ed uno umano. Il primo riguarda i terremoti, mentre il secondo è legato al contenuto dei discorsi ufficiali dei presidenti americani. Per il primo caso, il nostro obiettivo è quello di definire un indicatore dei danni economici causati dai terremoti, proponendo un indice calibrato su una lunga serie di magnitudo rilevate in lunghi periodi di tempo. Mentre per il caso dei discorsi presidenziali, vogliamo quantificare il loro impatto sul mercato finanziario, in particolare studiamo l’effetto che essi hanno sull’indice “Standard and Poor’s 500”. Il nostro obiettivo principale è quello di contribuire nell’ambito delle scelte di politica economica prendendo in considerazione tali fenomeni ed analizzandoli con un approccio diverso ed innovativo. L’analisi esposta in questa tesi è sviluppata per mezzo di strumenti econofisici strettamente collegati all’ambito dell’analisi “rank-size”. Tale analisi consiste nell’uso di una serie di funzioni particolarmente utili per l’esplorazione delle proprietà di grandi dataset, anche quando essi sono distribuiti nel tempo e hanno bande di errore non perfettamente definite per via di particolari condizioni di campionamento. Nei capitoli che riguardano i terremoti così come in quelli dedicati all’analisi dei discorsi dei presidenti americani sono mostrati e commentati i risultati di regressioni non lineari impiegate per stimare i coefficienti di varie leggi “rank-size”. Tali stime sono state manipolate in modo tale da poter giungere a conclusioni dal rilievo economico. I risultati più robusti sono stati raggiunti grazie alla straordinaria capacità di interpretare i dati da parte delle leggi “rank-size”. Nell’ambito della valutazione dell’impatto economico dei discorsi presidenziali, un’analisi aggiuntiva è stata svolta valutando diverse distanze tra serie storiche. In particolare considerando la serie storica delle parole semanticamente legate all’economica e pronunciate dai presidenti americani nel corso della storia e le serie storiche del volume, dei prezzi e dei rendimenti dell’indice “Standard & Poor's 500”. Per questa analisi abbiamo impiegato un approccio probabilistico ed anche uno meramente topologico. Infatti abbiamo misurato l’entropia delle serie storiche e comparato le conclusioni valutando le differenze fra diverse misure di distanza vettoriale.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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Books on the topic "Capacità umane"

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Gramolati, Alessio, and Giovanni Mari, eds. Il lavoro dopo il Novecento: da produttori ad attori sociali. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-930-6.

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Abstract:
Il volume, cui hanno collaborato ben trentaquattro studiosi ed esponenti sindacali, ha un duplice scopo: riproporre, nell’attuale fase di trasformazioni sociali e incertezze teoriche, le analisi e le tesi sul significato umano e politico del lavoro contenute nel principale libro di Bruno Trentin, La città del lavoro (II ed., Firenze University Press, 2014); e, nella convinzione che le pagine composte nel 1997 da uno dei massimi esponenti della storia della Cgil rappresentino un ‘classico’ del pensiero politico-sociale del Novecento, promuovere una riflessione che ne saggi la fecondità e attualità al fine di un approfondimento dei processi che hanno aperto il XXI secolo. Il risultato che emerge, per molti versi sorprendente, è la straordinaria ricchezza e capacità di indirizzo politico e sindacale del progetto di Trentin. MARTEDI' 17 MAGGIO Sede Nazionale della CGIL (Sala Santi)- Corso d'Italia 25 - Roma Presentazione del libro Bruno Trentin e il lavoro dopo il Novecento
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Turi, Nicola, ed. Ecosistemi letterari. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-993-1.

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Abstract:
Cosa ci dice il crescente interesse della critica letteraria per la rappresentazione della natura e per le sue implicazioni etiche? In quali pieghe del discorso narrativo, poetico o cinematografico si collocano le manifestazioni di una sensibilità continuamente rinnovata per le contraddizioni del progresso, per la precaria convivenza tra agenti umani, animali e vegetali? E che tipo di relazioni può instaurare con l’ecocritica la semantica dei luoghi e dei paesaggi che si spiega in un mondo di finzione? Sedici saggi sospesi tra analisi del ‘testo’ e teoria della critica, sollecitati e raccolti da Nicola Turi, tentano di rispondere a questi e altri interrogativi che investono la funzione e gli orientamenti della critica contemporanea, la sua capacità di restituire le forme del linguaggio artistico, e insieme la sua ricorrente tentazione di confrontarsi, come direbbe la Bradamante di Calvino, con «la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro».
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Volpe, Andrea. Profezia e Scienze Umane: Bibbia e Rivelazione Interpretate Dalle Capacità Umane. Independently Published, 2017.

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Conrad, Joseph, and jose manquel. Linea D'ombra: Un Resoconto Psicologico Di Conrad, Che Mostra un'incredibile Capacità Di Descrivere la Condizione Umana. Independently Published, 2021.

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Book chapters on the topic "Capacità umane"

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Nosari, Sara. "L’«attitudine persona» o della capacità di trasformare: una prospettiva pedagogica." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 66–75. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10305.

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Conference papers on the topic "Capacità umane"

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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Abstract:
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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