Academic literature on the topic 'Campioni Stratificat'

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Journal articles on the topic "Campioni Stratificat"

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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Adriano Aletti, Giosue Belotti, Paola Bevilacqua, Anna Luisa Delle Femine, et al. "Family burden in schizophrenia: effects of socio-environmental and clinical variables and family intervention." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 178–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007375.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Descrizione del carico, degli atteggiamenti e degli interventi ricevuti da un campione di familiari di pazienti con schizofrenia reclutati in otto DSM stratificati per area geografica e per densità di popolazione. Disegno - Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico. Valutazione delle: a) relazioni tra carico e caratteristiche cliniche del paziente, socio-demografiche del nucleo familiare, atteggiamenti del familiare nei confronti del paziente, sostegno professionale e sociale ricevuto dalla famiglia; b) differenze nei carico, negli atteggiamenti e nell'aiuto professionale in relazione all'area geografica e alia densità di popolazione. Setting - 8 DSM stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (urbana vs. rurale).Principali misure - a) dello stato clinico e del funzionamento sociale del paziente: BPRS e ADC; b) del carico, degli atteggiamenti e del sostegno ricevuto: QPF.Risultati - Sono stati raccolti dati relativi a 144 pazienti con schizofrenia e altrettanti familiari. Il carico è risultato correlato positivamente con i livelli di disabilita e di sintomi BPRS positivi e di mania/ostilita, e con il numero di ore trascorse dal familiare a contatto quotidiano col paziente, e negativamente con il livello di aiuto professionale ricevuto dalla famiglia. Il carico è risultato maggiore tra i familiari reclutati nei due centri meridionaii. Gli interventi offerti ai familiari dei pazienti sono piu frequenti e differenziati al Nord e al Centro rispetto al Sud. Solo una minima parte dei familiari ha ricevuto interventi psicoeducativi.Conclusioni - 1 risultati di questo studio sottolineano la necessita di assicurare un'assistenza psichiatrica integrata per i pazienti con schizofrenia che comprenda sia programmi riabilitativi per gli utenti sia interventi informativi e psicoeducativi per le loro famiglie.
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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja, and Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Di Napoli, Anteo. "Qualche spunto per la riflessione." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (August 10, 2013): 266–68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1051.

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Abstract:
Lo studio EVOLVE ha messo in evidenza diverse criticità. La bassa potenza statistica non ha consentito di mettere in evidenza differenze statisticamente significative negli esiti tra i due gruppi (Cinacalcet vs placebo). L'elevata incidenza di eventi avversi nel braccio sperimentale, superiore a quella del gruppo di controllo conplacebo, ha fatto sì che una quota rilevante di soggetti ha sospendesse la terapia. I dati sono stati correttamente analizzati secondo la “intention to treat”, ma, essendo stati numerosi i fenomeni di “crossover” e di “drop-out”, si impone particolare cautela nella loro interpretazione. EVOLVE intendeva studiare l'effetto del Cinacalcet su pazienti sottoposti a dialisi ed è particolarmente sorprendente, in termini di generalizzabilità dei risultati, il dato di un'età media del campione studiato di circa 55 anni, molto più bassa di quella comunemente registrata tra i dializzati. Si è riscontrato uno sbilanciamento dell'età tra i due gruppi, nonostante la randomizzazione, che, per cautelarsi, poteva essere condotta utilizzando una metodica stratificata per l'età. Nel 2001, fu definito il CONSORT Statement, un elenco di informazioni rilevanti (con gli ultimi aggiornamenti ha raggiunto i 25 item) che gli Autori di una pubblicazione sono tenuti a fornire per consentire ai lettori di comprenderne il disegno, la conduzione, l'analisi e l'interpretazione e di valutarne la validità dei risultati.
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Dissertations / Theses on the topic "Campioni Stratificat"

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ORSILLI, JACOPO. "AR-XRF Techniques for the Analysis of Cultural Heritage layered samples." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/403656.

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Abstract:
L’analisi scientifica è da un po’ di tempo entrata nel mondo dei beni culturali, non sono più solo gli archeologi e gli storici dell’arte a occuparsi dello studio dei reperti archeologici e storici, ma anche gli scienziati sono entrati a gamba tesa portando le loro conoscenze al servizio di questa vasta gamma di materiali. Lo studio di reperti botanici e zoologici, le competenze chimiche e mineralogiche, lo studio di fenomeni fisici, ha permesso di porre e rispondere a nuove domande, colmando così lacune sulla storia dell’umanità. Reti commerciali, migrazioni, tecniche produttive, molte sono state le scoperte avvenute grazie anche all’intervento scientifico, oltre a fornire strumenti utili al restauro e alla conservazione dei reperti. Nei miei tre anni di dottorato mi sono occupato dell’applicazione dell’analisi in Fluorescenza a Raggi X (XRF) per analizzare campioni metallici e ceramici. Questa tecnica ha il vantaggio di poter essere applicata in maniera non invasiva e non distruttiva su un reperto per ottenere informazioni sulla sua composizione elementare. In particolare, il nostro obiettivo è quello di ottenere informazioni sui diversi strati che compongono un campione. Spesso, infatti, i manufatti presentano una struttura stratificata causata dal passaggio degli anni o dalla natura stessa dell’oggetto, che presenza una serie di decorazioni superficiali. L’impiego di tecniche non invasive permetterebbe quindi di ottenere informazioni più dettagliate anche su campioni al momento inaccessibili, in quanto troppo fragili o troppo preziosi. Lo studio si è quindi avvalso di tecniche a scansione angolare, per cui il segnale di fluorescenza caratteristica dipende sia dalla posizione dell’analita all’interno del campione, sia dalla struttura e composizione dello stesso, sia dalla geometria di analisi. Per valutare l’applicabilità delle tecniche sono stati analizzati tre casi diversi: campioni metallici preparati ad hoc in laboratorio, un campione ceramico, e un campione di lustro. Per i primi due campioni è stata applicata l’XRF a Risoluzione Angolare (AR-XRF) per cui il campione è stato ruotato con uno step angolare inferiore a un grado, e misurato ad ogni step. Nel caso dei campioni metallici i profili misurati sono stati confrontati direttamente con i profili calcolati usando il metodo dei Parametri Fondamentali. Nel caso del campione ceramico invece, sono stati confrontati i rapporti dei profili, in quanto la geometria del campione era piuttosto complessa. Nello studio sui campioni metallici, composti da una doratura depositata su una lamina di rame, è stato possibile calcolare lo spessore dello strato superficiale. Nel caso del campione di Majolica sono invece state studiate le varie decorazioni, valutando così anche diversi limiti della tecnica, in particolar modo nel caso in cui la composizione della decorazione sia simile alla composizione dello strato sottostante, o nel caso in cui avvengano processi di diffusione a lunghe distanze. In casi in cui invece lo spessore della decorazione era limitato e ben separato dallo strato sottostante, è stato possibile ottenere informazioni sua sulla composizione della decorazione che sul suo spessore. Infine, lo studio delle ceramiche lustrate è stato effettuato presso la linea XRF del Sincrotrone di Elettra, impiegando tecniche di analisi in radenza. In questo caso stato possibile solo evidenziare come il nano-strato di nano-particelle di argento, caratteristico di questa tipologia di campioni, sia effettivamente distinguibile applicando queste tecniche, in quanto il profilo di fluorescenza di tale elemento è molto diverso dagli altri. Rimangono comunque dei problemi, legati soprattutto all’analisi dati e all’allineamento che vanno ancora risolti, rendendo necessari ulteriori studi a riguardo.
In the last decades scientific analysis has been deeply employed in the world of cultural heritage, thus, archaeologists and art historians are no more the sole front line workers of this field. Scientists, and science, have joined the team, giving new inputs and tools for the study of historical and archaeological samples, allowing to explore new paths and receive new answers, collecting information otherwise inaccessible on human history and culture. New discoveries have been made on the trade networks, migrations and on the technologies employed; besides, science also gave precious inputs on conservation and restoring procedures, allowing to better preserve fragile and sensitive artifacts. In my three years as a PhD student, I worked on the application of X-Ray Fluorescence (XRF) analysis to analyze ceramic and metal samples. XRF is a non-invasive technique that retrieves the elemental composition of a sample. In particular the aim of my PhD project is to obtain information on the layered structure of an unknown sample, distinguishing and characterizing the different layers. Indeed, artifacts usually concerning the field of Cultural Heritage present a layered structure; sometimes it is due to the presence of alteration layers, other times, instead, the objects are made of different layers from the principle, for example in the case of a glazed ceramic or of a painting. The possibility to get this information in a non-invasive way will give the possibility to analyze objects that are nowadays unattainable, because they cannot be sampled. My project has, thus, focused on the analysis of three kinds of samples employing angular dependent techniques (Angle Resolved-XRF, Grazing Emission-XRF}, Grazing Incidence-XRF}); indeed, the fluorescence signal of an analyte depends on its position inside the sample, on the sample composition and on the geometry of analysis. The chosen specimens allowed to verify the feasibility of this analytical method in an increasing complexity: a gilded laboratory-made sample, a ceramic Majolica sherd, and an Italian renaissance lustered fragment. The first two samples have been analyzed through AR-XRF where the measure is performed while tilting the sample, one spectrum is collected for each tilting angle. In the case of the gilded sample the measured profiles have been compared directly with the calculated profiles employing the Fundamental Parameters method. For the ceramic Majolica sample, instead, we studied the ratio of the profiles, as the sample surface is not flat. In the study of the metallic samples, made of gilded copper plate, we could infer the thickness of the top-layer. While in the case of the Majolica sample, we studied the different decorations, evaluating the limits of the technique, in particular in the case that the top-layer composition is similar to the underling layer, or in the case of a long-range diffusion. Instead, in the case of two well-separate layers we could retrieve information on both the composition and the thickness of the layer. Finally, the study of the lustered ceramic has been carried out at the XRF beamline of the Elettra Synchrotron of Trieste, employing grazing techniques. In this case we could only highlight and distinguish the presence of the silver nanoparticles in the luster nanolayer, which is the peculiar feature of this kind of artifacts. However, there are still many questions left, especially concerning the data analysis and the alignment of the sample, which requires more investigations.
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Saluci, Ettore. "Caratterizzazione di campioni stratificati sabbia/argilla mediante tecniche a risonanza magnetica nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3742/.

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Abstract:
Questo lavoro ha l’obbiettivo di valutare i risultati ottenuti su campioni stratificati sabbia/argilla attraverso l’applicazione della risonanza magnetica nucleare e di confrontare la risposta ottenuta tramite uno strumento di misura di laboratorio con quella di una sonda geofisica normalmente utilizzata per le analisi in pozzo. Tale lavoro si è reso necessario per comprendere le cause per cui la sonda CMR-Tool realizzata da Schlumberger non sia in grado di mettere in evidenza la stratificazione sabbia/argilla che caratterizza il bacino sedimentario dell’Adriatico in cui è presente un importante bacino di coltivazione di gas naturale. La tipica risposta NMR su una formazione stratificata sabbia/argilla è costituita da una distribuzione bimodale dei tempi di rilassamento che la sonda suddetta, nel caso specifico, non è in grado di produrre. Pertanto, per conoscere le cause per cui tale bimodalità della distribuzione non si presenti, è stato necessario confrontare i risultati derivanti dalla sonda CMR-Tool e quelli ottenuti con un rilassometro a basso campo (0,2T) presente nei laboratori LAGIRN della Facoltà di Ingegneria di Bologna. Le misure sono state eseguite su diversi campioni, stratificati e non, realizzati ad hoc con conformazioni diverse per i due strumenti. Si sono inoltre eseguite misure su 4 sabbie a diversa granulometria, per valutare l’andamento dei tempi di rilassamento in funzione della dimensione dei grani. A tal fine, il lavoro di tesi si struttura in cinque capitoli principali. Nei primi due capitoli si sono discusse in breve le metodologie e le tecniche di valutazione delle georisorse fluide e si sono introdotti i principi fisici della risonanza magnetica nucleare ed i meccanismi che regolano tale fenomeno nei mezzi porosi. Nel terzo e quarto capitolo sono descritte le applicazioni petrofisiche, le tecniche e le metodologie di indagine comunemente usate allo scopo di ricavare alcune grandezze fisiche di interesse e gli strumenti adoperati per ottenere le misure geofisiche in pozzo. Nell’ultimo capitolo sono invece esposti, in maniera completa e schematica, le prove sperimentali eseguite sia presso il laboratorio LAGIRN dell’Università di Bologna e presso quello Schlumberger di Pescara. Nella sua impostazione, il lavoro è stato sviluppato per essere studiato e compreso in maniera chiara, cercando di rendere la lettura la più semplice possibile, in relazione con la complessità caratteristica del fenomeno NMR. I risultati ottenuti hanno una valenza importante e di estrema attualità nell’ambito della valutazione delle georisorse fluide ed arricchiscono ancor di più le conoscenze riguardanti le applicazioni delle tecniche a risonanza magnetica nucleare sui mezzi porosi.
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