Dissertations / Theses on the topic 'Bovini da latte'

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Mattachini, G. "SOLUZIONI TECNOLOGICHE INNOVATIVE E METODOLOGIE DI MONITORAGGIO DEL COMPORTAMENTO PER MIGLIORARE EFFICIENZA PRODUTTIVA E BENESSERE DI BOVINI DA LATTE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169985.

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Abstract:
Dairy farms have greatly evolved in recent years with the acquisition of new knowledge and the development of innovative technologies, with particular consideration to animal welfare and comfort. The housing for dairy cows, with their equipment, facilities and farm management have become a real production factor that can affect the results of enterprise. In this context, the study of animal behavior is considered an important indicator for the evaluation of the welfare animal in different types of housing and for the development of farming systems that allow combining high levels of production and animal welfare. The purpose of this research was to explore some relevant aspects of the influence of dairy housing and operational conditions on the comfort of dairy cows and livestock production efficiency. The activities performed during the research period were oriented to assess the behavioral reaction of different groups of dairy cows to environmental, structural and operational conditions and to evaluate several methodologies and technologies for monitoring the behavioral activities of dairy cows. In some of the case studies examined we analyzed the effects of feeding frequency and environmental conditions, and the influence of dimension and layout of functional spaces in free-stall housing. For this purpose, methods of analysis, based on video recording and post-image analysis have been developed. Moreover, some devices for automatic recording of behavior have been developed and validated. The main results confirm that the feeding frequency seems to affect in limited way the time spent on the different daily behavioral activities (lying, standing, and feeding) of dairy cows, but, the distribution of activities throughout the day was modified. It has also been confirmed as the most significant changes in behavior arise from the environmental conditions, especially related to THI, and the adequacy of functional spaces layout. The influence of the rest area layout has provided valuable indications for the design criteria to increase the time that the cows are lying down and to improve comfort and welfare of animal. The development of a simulation model, based on fuzzy logic, has allowed providing an integrated assessment tool of design solutions for free-stall dairy cow barns. This tool could help to verify the design criteria also considering the behavior of dairy cows and support the analysis of existing housing to assess the critical structural factors. The methods investigated, based on video recording and image analysis, have confirmed that reliable estimates of the daily behavior of individual animals, or the average behavior of the herd, can be generated using hourly scan sampling interval. The data loggers investigated, based on accelerometer sensors, have accurately measured lying and standing behaviors in lactating dairy cows kept in a highly automated loose-housing barn, confirming the validity of use of these devices to improve awareness of cow comfort. Moreover, the methodologies and technologies investigated have improved the level of automation of recording of the behavioral activities. In conclusion, the results obtained from the various research activities have provided useful information on criteria design and management operations in different farm conditions, highlighting the importance of these aspects in helping to create the optimum conditions to design dairy housing more appropriate to the needs of animals, improving their welfare.
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Pozzo, Gianluca. "Peculiarità qualitative del latte ottenuto da bovine di razza Jersey." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi si occupa di una delle principali razze bovine da latte: la razza Jersey, originaria dell’isola omonima, situata nel canale della Manica. Nonostante la piccola taglia di questa razza, la qualità del latte risulta molto elevata in relazione soprattutto al tenore proteico e lipidico, collocandola fra le migliori razze per la produzione di prodotti caseari. Queste peculiarità sono legate sia ai meccanismi di secrezione del latte, fortemente influenzati dall’azione degli ormoni ed in particolare, quello dell’accrescimento (GH) la cui concentrazione risulta maggiore nelle bovine di razza Jersey rispetto ad altre razze bovine da latte, sia alla presenza di peculiari geni quali quello DGAT1 che regola il contenuto di grasso e la tipologia di proteine presenti nel latte. A livello proteico le caseine sono quelle presenti in maggior quantità, tanto da influenzare la conversione del latte in formaggio, mentre a livello lipidico questo latte presenta un alto quantitativo di acidi grassi saturi. Tali caratteristiche hanno favorito anche in Italia la progressiva diffusione delle vacche di razza Jersey all’interno di aziende sia per la produzione di latte fresco che risulta dotato di proprietà nutrizionali idonee per l’alta qualità, che per la produzione di latte destinato alla caseificazione, tanto da essere impiegato anche per la produzione di Parmigiano Reggiano. In futuro si prospetta pertanto un aumento del numero di capi di vacche Jersey in tutto il Mondo, perché non solo il suo latte risolve molte problematiche aziendali, ma anche perché la sua piccola mole permette di essere introdotta in allevamenti di altre razze bovine da latte, senza dover sconvolgere l’intera struttura. La notevole qualità di questo latte, trasmessa poi ai formaggi, ha dato nascita al World Jersey Cattle Bureau, una rappresentativa che ha il compito di mettere in luce la razza Jersey, rendendola la migliore scelta sostenibile per gli allevatori.
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PREMI, MICHELE. "SVILUPPO DELL'INDICE DI BENESSERE SDIB PER BOVINE DA LATTE FINALIZZATO ALL'OTTIMIZZAZIONE DEGLI ALLEVAMENTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67852.

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Abstract:
Dalla panoramica dei sistemi di valutazione del Benessere Animale (BA) si evince che si basa su molteplici indicatori diretti ed indiretti, ma per tutti i sistemi esaminati non vi è mai la possibilità di confermare la stima di benessere con metodi di riferimento oggettivi ed indipendenti. Inoltre, i vari sistemi, pur volendo stimare un dato oggettivo del BA, rispondono a specifiche categorie sociali: opinione pubblica (es. Welfare Quality), politica amministrativa (es. IBA), allevatori (es. FARM, IBS e SDIB), consumatori (FARM, Welfare Quality). Un sistema realmente olistico al momento non esiste, in quanto in relazione all’esigenza principale che deve soddisfare, si tende a semplificare la valutazione omettendo alcuni aspetti significativi. Lo scopo generale di questa attività di ricerca è stato quello di evolvere un sistema di valutazione del BA (modello SDIB) realizzato presso il Dipartimento DIANA di Piacenza, rivolto agli allevamenti in prima istanza, quale strumento di innovazione dell’impresa zootecnica, ma nel pieno rispetto delle normative, della sensibilità sociale e delle istanze etiche. L’obiettivo principale è stato quello di sviluppare un software, denominato IDEAL, dedicato al modello di valutazione SDIB. È stata valutata l’eventuale ridondanza degli indicatori di benessere inclusi nel modello, entro una adeguata popolazione di allevamenti della pianura padana e dello stato dell’Oregon. Inoltre, SDIB ha mostrato incoraggianti risultati circa il suo utilizzo come strumento di valutazione di fattori sovra-aziendali, sono infatti state eseguite valutazioni in gruppi di allevamenti caratterizzati da differenze produttive, e gestionali (es. sistema biologico vs convenzionale; adesione al disciplinare del Grana Padano vs Parmigiano Reggiano; sistema padano vs sistema Oregon) per valutare l’eventuale incidenza sul livello di BA. Applicando questa metodologia l’investigazione di tali fattori esula dalle mode del momento; al contrario, privilegia la risposta degli animali per tali fattori. Nei confronti eseguiti, è stata riscontrata per tutti i gruppi di aziende una elevata variabilità relativa al livello di BA, dimostrando come disciplinari o sistemi di allevamento diversi, non siano da soli, sufficienti a garantire un ottimale livello di BA. Un secondo obiettivo del progetto si è concentrato sullo studio di valori di riferimento ematici nelle varie fasi di lattazione, per fornire una maggiore oggettività ai sistemi di valutazione del BA con dati indipendenti. Pertanto, si sono eseguiti prelievi ematici nelle categorie di allevamento più rappresentative delle bovine durante il ciclo produttivo (asciutta, immediato post-parto, fine del primo mese di lattazione e lattazione avanzata) appartenenti ad allevamenti con un buon livello di benessere in tutti i cluster di SDIB, una adeguata alimentazione in tutte le fasi ed ottimi standard di strutture ed attrezzature, con lo scopo di identificare i livelli di riferimento di vari indicatori fisiologici. Per le 4 fasi sono pertanto stati individuati nuovi range di riferimento che potranno essere usati per validare i vari sistemi di valutazione del BA.
The overview of Animal Welfare (AW) assessment systems shows that it is based on multiple direct and indirect indicators, but for all systems examined, there is never the possibility of confirming the welfare estimate with objective and independent reference methods. Even though the various systems want to estimate an objective data of animal welfare, they respond to specific social categories: public opinion (e.g., Welfare Quality), administrative policy (e.g., IBA), breeders (e.g., FARM, IBS and SDIB), consumers (FARM, Welfare Quality). At the moment, there is no truly holistic system; in relation to the main need to satisfy, there is a tendency to simplify the evaluation by omitting some significant aspects. The general aim of this research activity was to evolve an animal welfare evaluation system (SDIB model), that has been carried out at the DIANA Department of Piacenza. Firstly, this system is suggested for farms as a tool for innovation of the livestock enterprise, but in full compliance with the regulations, social sensitivity, and ethical requirements. The main objective was to develop a software, called IDEAL, dedicated to the SDIB evaluation model. The possible redundancy of the welfare indicators included in the model was evaluated within an adequate population of farms in the Po Valley and in the State of Oregon. In addition, SDIB has shown encouraging results about its use as a tool for the evaluation of extra company factors. In fact, some evaluations have been carried out in groups of farms characterized by differences in production and management (e.g., biological system vs. conventional, adherence to Grana Padano Disciplinary vs. Parmigiano Reggiano Disciplinary, Po Valley system vs. Oregon system) to assess the possible impact on the level of AW. Applying this methodology, the investigation of these factors goes beyond the current trends. On the contrary, it favors the animals' response to these factors. With regard to the comparisons carried out, a high variability relative to the level of animal welfare has been found for all groups of farms, demonstrating how different disciplines or farming systems are not sufficient to ensure an optimal level of AW, if not related to something else. A second objective of the project was to study blood reference values at the various stages of lactation in order to provide greater objectivity to the AW assessment systems with independent data. Therefore, blood samples were taken from the most representative categories of cows during the production cycle (dry, immediate post-partum, end of the first month of lactation and advanced lactation) belonging to herds with a good level of welfare in all SDIB clusters, adequate feeding at all stages and excellent standards of facilities and equipment, with the aim of identifying the reference levels of various physiological indicators. For the 4 phases, new reference ranges have been identified, and they can be used to validate the various assessment systems of the AW.
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PREMI, MICHELE. "SVILUPPO DELL'INDICE DI BENESSERE SDIB PER BOVINE DA LATTE FINALIZZATO ALL'OTTIMIZZAZIONE DEGLI ALLEVAMENTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67852.

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Abstract:
Dalla panoramica dei sistemi di valutazione del Benessere Animale (BA) si evince che si basa su molteplici indicatori diretti ed indiretti, ma per tutti i sistemi esaminati non vi è mai la possibilità di confermare la stima di benessere con metodi di riferimento oggettivi ed indipendenti. Inoltre, i vari sistemi, pur volendo stimare un dato oggettivo del BA, rispondono a specifiche categorie sociali: opinione pubblica (es. Welfare Quality), politica amministrativa (es. IBA), allevatori (es. FARM, IBS e SDIB), consumatori (FARM, Welfare Quality). Un sistema realmente olistico al momento non esiste, in quanto in relazione all’esigenza principale che deve soddisfare, si tende a semplificare la valutazione omettendo alcuni aspetti significativi. Lo scopo generale di questa attività di ricerca è stato quello di evolvere un sistema di valutazione del BA (modello SDIB) realizzato presso il Dipartimento DIANA di Piacenza, rivolto agli allevamenti in prima istanza, quale strumento di innovazione dell’impresa zootecnica, ma nel pieno rispetto delle normative, della sensibilità sociale e delle istanze etiche. L’obiettivo principale è stato quello di sviluppare un software, denominato IDEAL, dedicato al modello di valutazione SDIB. È stata valutata l’eventuale ridondanza degli indicatori di benessere inclusi nel modello, entro una adeguata popolazione di allevamenti della pianura padana e dello stato dell’Oregon. Inoltre, SDIB ha mostrato incoraggianti risultati circa il suo utilizzo come strumento di valutazione di fattori sovra-aziendali, sono infatti state eseguite valutazioni in gruppi di allevamenti caratterizzati da differenze produttive, e gestionali (es. sistema biologico vs convenzionale; adesione al disciplinare del Grana Padano vs Parmigiano Reggiano; sistema padano vs sistema Oregon) per valutare l’eventuale incidenza sul livello di BA. Applicando questa metodologia l’investigazione di tali fattori esula dalle mode del momento; al contrario, privilegia la risposta degli animali per tali fattori. Nei confronti eseguiti, è stata riscontrata per tutti i gruppi di aziende una elevata variabilità relativa al livello di BA, dimostrando come disciplinari o sistemi di allevamento diversi, non siano da soli, sufficienti a garantire un ottimale livello di BA. Un secondo obiettivo del progetto si è concentrato sullo studio di valori di riferimento ematici nelle varie fasi di lattazione, per fornire una maggiore oggettività ai sistemi di valutazione del BA con dati indipendenti. Pertanto, si sono eseguiti prelievi ematici nelle categorie di allevamento più rappresentative delle bovine durante il ciclo produttivo (asciutta, immediato post-parto, fine del primo mese di lattazione e lattazione avanzata) appartenenti ad allevamenti con un buon livello di benessere in tutti i cluster di SDIB, una adeguata alimentazione in tutte le fasi ed ottimi standard di strutture ed attrezzature, con lo scopo di identificare i livelli di riferimento di vari indicatori fisiologici. Per le 4 fasi sono pertanto stati individuati nuovi range di riferimento che potranno essere usati per validare i vari sistemi di valutazione del BA.
The overview of Animal Welfare (AW) assessment systems shows that it is based on multiple direct and indirect indicators, but for all systems examined, there is never the possibility of confirming the welfare estimate with objective and independent reference methods. Even though the various systems want to estimate an objective data of animal welfare, they respond to specific social categories: public opinion (e.g., Welfare Quality), administrative policy (e.g., IBA), breeders (e.g., FARM, IBS and SDIB), consumers (FARM, Welfare Quality). At the moment, there is no truly holistic system; in relation to the main need to satisfy, there is a tendency to simplify the evaluation by omitting some significant aspects. The general aim of this research activity was to evolve an animal welfare evaluation system (SDIB model), that has been carried out at the DIANA Department of Piacenza. Firstly, this system is suggested for farms as a tool for innovation of the livestock enterprise, but in full compliance with the regulations, social sensitivity, and ethical requirements. The main objective was to develop a software, called IDEAL, dedicated to the SDIB evaluation model. The possible redundancy of the welfare indicators included in the model was evaluated within an adequate population of farms in the Po Valley and in the State of Oregon. In addition, SDIB has shown encouraging results about its use as a tool for the evaluation of extra company factors. In fact, some evaluations have been carried out in groups of farms characterized by differences in production and management (e.g., biological system vs. conventional, adherence to Grana Padano Disciplinary vs. Parmigiano Reggiano Disciplinary, Po Valley system vs. Oregon system) to assess the possible impact on the level of AW. Applying this methodology, the investigation of these factors goes beyond the current trends. On the contrary, it favors the animals' response to these factors. With regard to the comparisons carried out, a high variability relative to the level of animal welfare has been found for all groups of farms, demonstrating how different disciplines or farming systems are not sufficient to ensure an optimal level of AW, if not related to something else. A second objective of the project was to study blood reference values at the various stages of lactation in order to provide greater objectivity to the AW assessment systems with independent data. Therefore, blood samples were taken from the most representative categories of cows during the production cycle (dry, immediate post-partum, end of the first month of lactation and advanced lactation) belonging to herds with a good level of welfare in all SDIB clusters, adequate feeding at all stages and excellent standards of facilities and equipment, with the aim of identifying the reference levels of various physiological indicators. For the 4 phases, new reference ranges have been identified, and they can be used to validate the various assessment systems of the AW.
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CATTANEO, LUCA. "Comprendere la messa in asciutta nella bovina da latte: approfondimenti su metabolismo e infiammazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/131852.

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Abstract:
La messa in asciutta sta diventando una fase sempre più importante del ciclo di lattazione. Rappresenta un evento stressante per la bovina da latte perché comporta diversi cambiamenti nella gestione e nella fisiologia degli animali. Eventi infiammatori in questa fase possono avere anche sulla lattazione successiva. Inoltre, l'elevata produzione di latte che viene raggiunta dalle vacche moderne in tarda gestazione può influenzare l'adattamento al periodo di asciutta e potrebbe compromettere la futura produttività e lo stato di salute degli animali. Inoltre, le forti richieste di ridurre l'uso di antibiotici nell’allevamento e la diffusione della terapia selettiva all’asciutta sollevano ulteriori preoccupazioni riguardo a questa fase. Nella presente tesi è stato indagato l'effetto di condizioni infiammatorie sistemiche alla messa in asciutta sull'adattamento al successivo periparto. Quindi, è stato valutato un approccio di messa in asciutta selettiva, concentrandosi in particolare sulle risposte immunometaboliche e sulle implicazioni sulla successiva lattazione. Inoltre, è stata valutata con un approccio simile l'integrazione con un nutraceutico (Aloe arborescens Mill.). Successivamente, è stata analizzata l'espressione genica dei leucociti circolanti all’asciutta, per capire cosa accade a livello molecolare, confrontando vacche con diversa produzione di latte, e confermando gli effetti negativi dell'elevata produzione sulla risposta infiammatoria. Negli anni sono state proposte diverse strategie per ridurre gradualmente la produzione di latte prima dell'asciutta, favorendo l'avvio del processo di involuzione mammaria. Pertanto, sono stati valutati gli effetti della restrizione alimentare su produzione e metabolismo.
The dry-off is an important phase of the lactation cycle. It represents a stressful event for dairy cows because it includes several changes in animal management and physiology. Inflammatory events in this phase seem to have a carryover effect on the ensuing lactation. Moreover, the high milk yield still achieved by modern cows in late gestation can affect the adaptation to the non-lactating period and might impair future performance and health. Furthermore, the public demand to reduce antibiotic use in livestock and the spread of selective dry-cow therapy raise additional concerns about this phase. In this thesis, the effect of systemic inflammatory conditions at dry-off on the adaptation to the subsequent calving has been investigated. Then, a selective dry-cow therapy approach was evaluated, particularly focusing on the immunometabolic responses and the implications on the ensuing early lactation. Moreover, to optimize this strategy, the supplementation of a nutraceutical (Aloe arborescens Mill.) has been tested with a similar approach. Furthermore, circulating leukocyte gene expression was analyzed at the turn of the dry-off, to understand what happens at a molecular level, comparing cows with different yields, and confirming the detrimental effect of high yield on the inflammatory response. Several strategies have been proposed over the years to gradually reduce milk yield before dry-off, promoting the beginning of the mammary involution process. Thus, we evaluated the effects of feed restriction on performance and metabolism.
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Bonfante, Elena <1988&gt. "Studio dei fattori che influenzano la digeribilità della fibra nella bovina da latte: approcci dinamici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8183/1/Bonfante_Elena_Tesi.pdf.

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Abstract:
I ruminanti sono altamente specializzati nella digestione della fibra. In condizioni di ottima funzionalità digestiva, sono le particelle di foraggio ad essere trattenute per lungo tempo nel rumine dove possono essere degradate dai batteri cellulosolitici. Nonostante queste conoscenze, la stima della degradabilità ruminale delle porzioni potenzialmente degradabili delle fibre è stata notevolmente sottostimata da taluni modelli dinamici di razionamento. Studi più recenti realizzati da Krizsan, Ahvenjarvi e Huhtanen, hanno sostanzialmente rivisto gli assunti relativi alle percentuali di fibra digerita nel rumine. Le tecniche di valutazione in vivo della digeribilità della pdNDF utilizzando come marker l’uNDF240 hanno consentito di valutare in campo questo parametro. Gli studi fatti si sono proposti di valutare come la digeribilità della fibra della razione potesse essere modificata in funzione di una diversa granulometria della dieta e di diversi tassi di degradazione oraria (kd, %/h) di foraggi di medica. I risultati hanno evidenziato che: -l’utilizzo di razioni ricche di foraggi a granulometria ridotta non compromette lo stato di salute delle manze e consente comunque che la pdNDF sia ampiamente digerita; ciò avvalora l’ipotesi che la granulometria dei foraggi giustifica solo in parte la capacità di ritenzione selettiva del rumine che è legata anche ad altri fattori (peso specifico e capacità di galleggiamento); - nelle bovine in lattazione l’utilizzo di foraggi con un contenuto di fibra rapidamente degradabile e meno ricchi di uNDF consente di esaltare l’ingestione di sostanza secca oltre che la produzione di latte; la digeribilità complessiva della fibra non è invece sostanzialmente mutata in funzione del parametro “costante di degradabilità oraria” della pdNDF del foraggio; ancora una volta il risultato può essere spiegato alla luce della grande capacità di ritenzione selettiva del rumine nei confronti della fibra; - le equazioni proposte dal sistema di razionamento NorFor appaiono più adeguate nel predire la digeribilità della fibra.
It has been known that ruminants are highly specialized in fiber degradation. In normal conditions, the forage particles are the ones that are retained, more than others, for a long time in the rumen to be digested by the bacteria. However the prediction of the rumen digestibility of potentially digestible fiber has been underestimate in some models. More recent studies made by Krizsan, Ahvenjarvi e Huhtanen, have modified the values related to fiber digestibility in the rumen. The introduction of uNDF240 as internal marker to evaluate the pdNDF digestibility, allowed studying the digestibility in the field. The studies conducted in this thesis had the aim to evaluate the factors that can affect digestibility of the diet such as fiber particle size and the use of forages with different digestibility (kd, %/h). The results of this thesis showed that the reduction in fiber particle size increase the DMI without affect rumen health of growing heifers. Diet with short fiber particle size reached high level of digestion; this evaluation confirms the hypothesis that forage particle size is only one of the factor affecting the retention time in the rumen, and that other factors like particle density and buoyancy can be involved. In lactating cows the inclusion of highly digestible fiber and low in uNDF allows to increase the intake and performances; however the total digestibility didn’t change significantly. Again, these results can be justified by the different retention time in the rumen that can compensate the slow digestibility of some forage. Evaluating the pdNDF digestibility observed in this research with the models available, NorFor equations appears to predict the fiber behavior in the rumen.
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Bignami, B. "INDAGINE SULLA PRESENZA DI PATOGENI ZOONOSICI IN ALLEVAMENTI DI BOVINE DA LATTE DEL COMPENSORIO LOMBARDO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150091.

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Abstract:
Milk bacterial quality at farm gate has gradually improved in the last decades in Italy, and in Lombardia. Further more raw milk consumption is raising public concern about the risk of foodborne disease by emerging pathogens. The aim of the present study is to evaluate the real presence of such bacteria in different dairy herds. Two groups of dairy were analized: 22 were located in Milano-Lodi area, and chosen based on bulk milk total bacterial count registred during the last 3 years; they were visited 3 times in different seasons. The second group were 42 dairy located in Como-Lecco area. In all of these herd cows are housed in cubicles and milked in herringbone parlours. The following samples were taken: bulk milk, milk machine filters and 3 environmental samples. Each samples was microbiologically tested for the presence of S.aureus, Salmonella spp., L.monocitogenes, Campyloacter spp.,EHEC,Yersinia enterocolitica and MAP. The presumptive isolation was confirmed by PCR.The presence of MAP was investigaqted by Real-Time PCR. Only S.aureus positive milk samples was higher in the herds. MAP showed similar frequency, but a random distribution. With the exeption of Y.entercolitica, that was isolated in 1 herd, all the other pathogens were never detected in the milk or in the filter. Frequentely we isolated EHEC and MAP in environmental samples, while neither Salmonella spp. Nor Campylobacter spp.. were demonstrated. When proper hygienic procedures during milking are applied, the risk of milk contamination by foodborne pathogens in very low.
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SORIANI, NAZZARENO. "SVILUPPO DI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL WELFARE NELLE AZIENDE DI BOVINE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1744.

Full text
Abstract:
Il benessere degli animali è uno dei temi più discussi temi delle scienze animali. Molti ricercatori hanno provato a darne una definizione e a sviluppare strumenti utili alla sua valutazione negli allevamenti di vacche da latte. Nel presente lavoro viene discussa la possibilità di valutare il benessere degli animali, attraverso sistemi di innovazione da diversi punti di vista: scientifico, economico e zootecnico. Quattro differenti ricerche sono state sviluppate per confrontare i risultati sulla valutazione del benessere degli animali negli allevamenti da latte ottenuti con: indici fisiologici, modello SDIB e un sistema di monitoraggio della ruminazione.
Animal welfare is one of the most discussed topic in the animal science. Many researchers have been proving to define animal welfare and to develop tools useful to assess its levels in dairy farms. In the present issue it is discussed with different point of view (scientific, economical and zootechnic) the opportunity to assess the animal welfare through innovations system. Our different research was develop to compare the results about animal welfare in dairy herds obtained by physiological indices as well as blood variables, a model for animal welfare assessment as well as IDSW model, a rumination monitoring system.
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SORIANI, NAZZARENO. "SVILUPPO DI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL WELFARE NELLE AZIENDE DI BOVINE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1744.

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Abstract:
Il benessere degli animali è uno dei temi più discussi temi delle scienze animali. Molti ricercatori hanno provato a darne una definizione e a sviluppare strumenti utili alla sua valutazione negli allevamenti di vacche da latte. Nel presente lavoro viene discussa la possibilità di valutare il benessere degli animali, attraverso sistemi di innovazione da diversi punti di vista: scientifico, economico e zootecnico. Quattro differenti ricerche sono state sviluppate per confrontare i risultati sulla valutazione del benessere degli animali negli allevamenti da latte ottenuti con: indici fisiologici, modello SDIB e un sistema di monitoraggio della ruminazione.
Animal welfare is one of the most discussed topic in the animal science. Many researchers have been proving to define animal welfare and to develop tools useful to assess its levels in dairy farms. In the present issue it is discussed with different point of view (scientific, economical and zootechnic) the opportunity to assess the animal welfare through innovations system. Our different research was develop to compare the results about animal welfare in dairy herds obtained by physiological indices as well as blood variables, a model for animal welfare assessment as well as IDSW model, a rumination monitoring system.
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Tessaro, I. "LA BOVINA DA LATTE COME MODELLO PER LO STUDIO DEL PRECOCE INVECCHIAMENTO OVARICO: ASPETTI MORFOLOGICI E MOLECOLARI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150039.

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Abstract:
Several studies in women indicate that precocious ovarian aging is a disorder characterized by an accelerated decline of reproductive potential. We demonstrated that ovaries recovered from 4-8 years old dairy cows with a low antral follicle count generate oocytes with low developmental competence, high aneuploidy rate after maturation, a reduced amount of active mitochondria and a lower glutathione synthesis capability. Interestingly, these ovaries have a reduced volume, show a low proportion of healthy primordial follicles and an increased stromal tissue. Moreover this is accompanied by reduced perifollicular vessels and endothelial nitric oxide (NO) synthase concentration. Interestingly, the administration of NO donor molecules partially reverse the defective oocyte developmental capability in vitro. Finally, follicular fluids recovered from these ovaries have a high progesterone concentration, low estrogen/progesterone ratio and low Anti-Mullerian hormone concentration, which accounts for a low follicle reserve. Altogether, morphological changes, ovarian and endocrine functions consistently indicate a condition of precocious ovarian failure in young adult dairy cows and validate the use of this population as an animal model to study the accelerated decline of fertility in women.
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VALSECCHI, CLAUDIO. "SOSTENIBILITA' NUTRIZIONALE ED ECONOMICA: SVILUPPO DI INDICI AGGREGATI PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITA' IN ALLEVAMENTI DI VACCHE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95712.

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Abstract:
Gli allevamenti di vacche da latte puntano alla massimizzazione della produzione di latte credendo di migliorare così il profitto attraverso l’effetto di diluizione dei costi di mantenimento. Diventa però importante avere sotto controllo i costi di produzione, ma soprattutto la reale efficienza aziendale. Il principale obiettivo di questo lavoro di ricerca è quello di trovare un sistema di monitoraggio dell’efficienza aziendale, sia economica che nutrizionale, utile per i tecnici che visitano le aziende zootecniche di vacche da latte per poter supportare le scelte imprenditoriali dell’allevatore. Sono stati misurati indici tecnici ed economici in 90 allevamenti di vacche da latte per valutare l'efficienza nutrizionale ed economica degli allevamenti. Un approccio multivariato è stato utilizzato per aggregare gli indicatori parziali in nuove strutture latenti. Un secondo obiettivo è stato quello di predire, attraverso le caratteristiche aziendali ed altre informazioni relative alla gestione dell’azienda, gli indici aggregati di efficienza aziendale ricavati, ovvero: efficienza economica, efficienza energetica e punto di pareggio. Ottantanove aziende di vacche da latte sono state visitate e intervistate per raccogliere informazioni sulla consistenza della mandria, la produzione e la qualità del latte, le prestazioni riproduttive, il benessere delle vacche allevate, la formulazione della dieta e i costi di alimentazione. Infine sono state caratterizzare le diverse strategie alimentari adottate nelle aziende visitate. Sono state raccolte informazioni sulle performances della mandria, sui costi di alimentazione e sulle differenti razioni formulate. Sono state caratterizzate la composizione chimica delle diete, il profilo fermentativo delle diete e la produzione di metano, l'efficienza alimentare della mandria, la produzione e la qualità del latte e il profilo fermentativo fecale.
Dairy cow farms aim to maximize milk production believing that this will improve profit through the dilution effect of maintenance costs. However, it becomes important to have under control the feed production costs, but above all the effective business efficiency of whole herd. The main objective of this research work is to find a monitoring system of farm efficiency, both economic and nutritional, useful for technicians who visit dairy farms in order to support the entrepreneurial choices of the farmer. Technical and economic indices were measured on 90 dairy cow farms to assess the nutritional and economic efficiency of the farms. A multivariate approach was used to aggregate partial indicators into new latent structures. A second objective was to predict, through farm characteristics and other farm management information, the aggregate farm efficiency indices derived: economic efficiency, energy efficiency, and break-even point. Eighty-nine dairy cow farms were visited and interviewed to collect information on herd size, milk production and quality, reproductive performance, cow welfare, diet formulation and feeding costs. Finally, the different feeding strategies adopted on visited farms were characterized. Information was collected on herd performance, feeding costs and different formulated rations. The chemical composition of the diets, the fermentative profile of the diets and methane production, feeding efficiency of the herd, milk production and quality and fecal fermentative profile were characterized.
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VALSECCHI, CLAUDIO. "SOSTENIBILITA' NUTRIZIONALE ED ECONOMICA: SVILUPPO DI INDICI AGGREGATI PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITA' IN ALLEVAMENTI DI VACCHE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95712.

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Abstract:
Gli allevamenti di vacche da latte puntano alla massimizzazione della produzione di latte credendo di migliorare così il profitto attraverso l’effetto di diluizione dei costi di mantenimento. Diventa però importante avere sotto controllo i costi di produzione, ma soprattutto la reale efficienza aziendale. Il principale obiettivo di questo lavoro di ricerca è quello di trovare un sistema di monitoraggio dell’efficienza aziendale, sia economica che nutrizionale, utile per i tecnici che visitano le aziende zootecniche di vacche da latte per poter supportare le scelte imprenditoriali dell’allevatore. Sono stati misurati indici tecnici ed economici in 90 allevamenti di vacche da latte per valutare l'efficienza nutrizionale ed economica degli allevamenti. Un approccio multivariato è stato utilizzato per aggregare gli indicatori parziali in nuove strutture latenti. Un secondo obiettivo è stato quello di predire, attraverso le caratteristiche aziendali ed altre informazioni relative alla gestione dell’azienda, gli indici aggregati di efficienza aziendale ricavati, ovvero: efficienza economica, efficienza energetica e punto di pareggio. Ottantanove aziende di vacche da latte sono state visitate e intervistate per raccogliere informazioni sulla consistenza della mandria, la produzione e la qualità del latte, le prestazioni riproduttive, il benessere delle vacche allevate, la formulazione della dieta e i costi di alimentazione. Infine sono state caratterizzare le diverse strategie alimentari adottate nelle aziende visitate. Sono state raccolte informazioni sulle performances della mandria, sui costi di alimentazione e sulle differenti razioni formulate. Sono state caratterizzate la composizione chimica delle diete, il profilo fermentativo delle diete e la produzione di metano, l'efficienza alimentare della mandria, la produzione e la qualità del latte e il profilo fermentativo fecale.
Dairy cow farms aim to maximize milk production believing that this will improve profit through the dilution effect of maintenance costs. However, it becomes important to have under control the feed production costs, but above all the effective business efficiency of whole herd. The main objective of this research work is to find a monitoring system of farm efficiency, both economic and nutritional, useful for technicians who visit dairy farms in order to support the entrepreneurial choices of the farmer. Technical and economic indices were measured on 90 dairy cow farms to assess the nutritional and economic efficiency of the farms. A multivariate approach was used to aggregate partial indicators into new latent structures. A second objective was to predict, through farm characteristics and other farm management information, the aggregate farm efficiency indices derived: economic efficiency, energy efficiency, and break-even point. Eighty-nine dairy cow farms were visited and interviewed to collect information on herd size, milk production and quality, reproductive performance, cow welfare, diet formulation and feeding costs. Finally, the different feeding strategies adopted on visited farms were characterized. Information was collected on herd performance, feeding costs and different formulated rations. The chemical composition of the diets, the fermentative profile of the diets and methane production, feeding efficiency of the herd, milk production and quality and fecal fermentative profile were characterized.
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Gianesella, Matteo. "Subacute rumen acidosis in Italian dairy herds: occurence and diagnostic tools." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425013.

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Abstract:
Subacute rumen acidosis (SARA) represent one of the most important metabolic disorders in intensive dairy farms that affects rumen fermentations, animal welfare, productivity and profitability. Many are the factors that can increase the possible occurrence of SARA in dairy farms and in particular in intensive dairy farms: food type, food administration modality, rumen ability in absorbing short chain fatty acids (SCFA), year period, ingestion frequency, dry-lactation transition period and others conditions able to contribute to the SARA onset. SARA is possibly under diagnosed because of lack of pathognomonic signs, diurnal fluctuations in rumen metabolism, and problems in obtaining representative rumen fluid samples. Clinical signs of SARA include decreased dry matter intake (DMI), laminitis, rumenitis, liver abscesses, pulmonary bacterial emboli and, furthermore, displacement of the abomasums, mastitis and metritis, low fertility. These problems are linked to rumen pathology because of the exceptional osmotic capacity shown by the rumen and the increase in the adsorption rate of ruminal products, which may have toxic and vasomotor effects. Considering the above statement it is impractical to base the diagnosis of SARA only on the outcome of a clinical sign, but the only way to obtain an early and correct diagnosis is to observe and correlate multiple aspects of the condition: a thorough collection of the history in the farm; evaluation of the diet; evaluation of the ruminal fluid. The determination of ruminal pH is a key factor for the diagnosis of SARA. Different methods are available for the collection of rumen fluid for pH analysis. According several researcher rumenocentesis may be useful for the collection of rumen fluid for pH determination. A group of at least 12 cows (early or middle lactation) is defined as having SARA when more than 30% of them show a ruminal pH lower than 5.5. Anyway rumenocentesis remains a mildly invasive diagnostic method so it results hardly used by freelancer veterinarian and poorly accepted by farmer. A practical need for Veterinarians and Food practitioner, is to have a simple and economic method of diagnosis of SARA, in order to implement in a timely manner the appropriate corrective diet, eliminate the causes of arrival of this disorder and avert the danger of progress in the same very high levels. In response to these requests, the aim of this PhD thesis, was to lead three different studies related to each other but, in order to evaluate the occurrence of subacute rumen acidosis in intensive Italian dairy herds to determine the relationship among diet composition, ruminal pH and short chain fatty acids (SCFA) concentration, to evaluate the effect of the subacute ruminal acidosis on some blood parameters in lactating dairy cows and finally to evaluate the effects of rumenocentesis on the health and welfare status of lactating dairy cows, evaluated by physical examination, blood analysis, milk production and superficial temperature on the area of rumenocentesis using infrared thermography. Trial 1: The aim of the present study was to study the occurrence of subacute rumen acidosis in intensive Italian dairy herds and to determine the relationship among diet composition, ruminal pH and SCFA concentration. Ten commercial dairy herds were investigated; twelve cows in good body condition, between 5 and 60 DIM and without clinical signs of disease were selected randomly from each herd, to perform rumenocentesis and obtain rumen fluid. Ruminal pH was determined immediately after sampling and concentration of SCFA in ruminal fluid was determined on samples after storage. We further studied the effects of rumenocentesis on animal health. Our data confirm the extreme validity of this technique as ruminal sampling. Results were subject to ANOVA and correlation analysis using SIGMA STAT 2.03. The results indicated the presence of SARA in 3 herds (more than 33% cows with rumen pH < 5.5), a critical situation (more than 33% cows with rumen pH < 5.8) in 5 farms and a normal rumen pH condition in 2 herds. In particular dairy herds show an average SCFA concentration of 150, 145, 123 mmol/L for low pH, critical pH and normal pH herds, respectively. The differences among diet composition were not significant even if herds with SARA showed a light discordance between initial composition and residual feed. In the affected herds it was not possible to understand the exact causes of SARA. Animal management seems to be one of the most important factor in developing SARA, including total mixed ration preparation. Trial 2: The aim of this study was to evaluate the effect of subacute ruminal acidosis on some blood parameters in lactating dairy cows. The study was carried out on ten highly productive farms, stationed in different zones throughout northern Italy. In all farms, ruminal fluid was collected through rumenocentesis from 12 dairy cows in early lactation, and ruminal pH was measured with a pH meter. Blood samples for hematochemical and hematological profiles were obtained from the same cows that had rumenocentesis performed by jugular venipuncture. The herds were divided into three groups depending on the mean rumen pH: group A counted farms with average ruminal pH > 5.8 (normal), group B included farms with average ruminal pH between 5.6 and 5.8 (risk), and in group C, dairy farms presented an average ruminal pH < 5.6 (acidosis). Data were statistically analyzed by analysis of variance to verify the effect of the group. The Bonferroni test was applied to determine statistical significances between the three groups. Statistically significant differences (p < 0.05) were observed for various parameters. It was concluded that during subacute ruminal acidosis in dairy cows, modifications of the concentrations of some blood parameters can be observed. Trial 3: The aim of this study was to evaluate the effects of rumenocentesis on the health and welfare status of lactating dairy cows, evaluated by physical examination, blood analysis, milk production and superficial temperature on the area of rumenocentesis using infrared thermography. Two groups of 6 cows either underwent ruminocentesis (GA) or sham (GB) procedures. Data were statistically analyzed by analysis of variance to verify the effect of the group. No effect was observed on white blood cell count, haptoglobin, total protein, and electrophoretic fractions between GA and GB groups. Milk yield was not affected by rumenocentesis. On the region of rumenocentesis in group GA, skin temperature increased 1.0°C immediately following rumen fluid collection, returned to the baseline after 48 h, and remained constant till the end of the study. This study suggested that ruminocentesis used to diagnose subacute ruminal acidosis has no negative impact on animal health and welfare of lactating cows.
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Agosta, Graziana. "Definizione di una metodologia di analisi del comportamento di bovine da latte allevate a stabulazione libera in relazione al microclima." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1320.

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Abstract:
Lo studio ha riguardato l analisi del comportamento di un gruppo di bovine da latte allevate a stabulazione libera in relazione alle condizioni climatiche interne all edificio di allevamento. A tal fine è stata svolta una prova sperimentale nel periodo compreso tra l 1 agosto 2011 e il 31 luglio 2012 in una stalla ubicata in provincia di Ragusa dotata di zona di riposo a cuccette e di due differenti impianti di raffrescamento per la mitigazione degli effetti dello stress da caldo: un impianto di raffrescamento evaporativo dell aria, costituito da erogatori d acqua nebulizzata e ventilatori, localizzato nella zona di riposo a cuccette, e un impianto di bagnatura diretta del corpo delle bovine associato a ventilazione forzata installato nella corsia di alimentazione. Il comportamento delle bovine è stato analizzato mediante indicatori comportamentali scelti fra quelli più comunemente adottati in letteratura. In particolare, nella ricerca sono stati calcolati il Cow Lying Index (CLI), il Cow Standing Index (CSI) e il Cow Feeding Index (CFI). I dati necessari per la valutazione di tali indici sono stati ottenuti mediante l analisi di videoriprese realizzate all interno della stalla. Al fine di mettere in evidenza l influenza delle condizioni microclimatiche interne all edificio sul comportamento degli animali, gli indici comportamentali sono stati messi in relazione con indici di stress termico, anch essi scelti fra quelli più frequentemente impiegati in letteratura per la valutazione del livello di stress da caldo delle bovine da latte. In particolare, sono stati calcolati il Temperature Humidity Index (THI) e il Black Globe Humidity Index (BGHI). I dati necessari per la valutazione di tali indici sono stati ottenuti installando una stazione microclimatica per la misurazione delle principali variabili climatiche esterne e microclimatiche all interno della stalla. Una prima analisi dei dati, condotta considerando dati medi settimanali, ha rivelato come il comportamento degli animali osservati sia stato coerente con quanto ampiamente riscontrato il letteratura. Tuttavia, tale analisi non ha consentito di mettere in evidenza l influenza degli impianti di raffrescamento sul comportamento delle bovine. Pertanto, è stata svolta un ulteriore analisi impiegando dati più puntuali ottenuti effettuando la media, per ogni giorno di ciascuna settimana analizzata nella ricerca, dei valori degli indici comportamentali e di stress termico calcolati ad intervalli di 10 minuti per l intero periodo di osservazione. In particolare, sono stati confrontati i dati relativi alle settimane autunnali/invernali/primaverili con quelle prettamente estive. Da tale analisi è emerso che l impianto di raffrescamento evaporativo ha influenzato positivamente l attività di decubito delle bovine nel periodo estivo, mentre l impianto di bagnatura diretta del corpo degli animali non ha di fatto consentito di migliorare l attività di alimentazione determinando, invece, un interruzione dell attività di decubito e un incremento dell attività di stazionamento in piedi nella corsia di alimentazione. Considerando che in stalle confortevoli le bovine da latte trascorrono circa il 60% del giorno in posizione di decubito, le condizioni microclimatiche estive all interno della stalla esaminata potrebbero determinare, a causa di una non appropriata gestione degli impianti di raffrescamento condizioni di disagio per le bovine con possibili conseguenze negative sulla loro produzione di latte e sul loro stato di salute.
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CARE', SARA. "RICERCHE SU TALUNI INDICATORI DI TIPO BIOCHIMICO FISIOLOGICO ATTI A VALIDARE I MODELLI DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/782.

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Abstract:
La valutazione oggettiva del benessere negli allevamenti di bovine da latte, risulta peraltro molto complessa e controversa. I principali problemi riguardano la scelta degli indicatori da utilizzare nel modello e l’aggregazione dei risultati ottenuti con ciascun indicatore in un punteggio globale che sia espressione del benessere reale. Alla luce di queste considerazioni, è evidente che un modello applicativo di valutazione del benessere necessita di una validazione scientifica. I nostri risultati hanno mostrato che sono soprattutto i valori di fruttosamina riscontrati fra la 3a e la 5a settimana di lattazione quelli che maggiormente riflettono la glicemia media delle settimane precedenti, quindi l’entità del deficit energetico e della riduzione delle condizioni nutrizionali degli animali Nella valutazione del benessere animale un altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’individuazione di un eventuale status di stress cronico, ricorrendo ad esempio alla cortisolemia plasmatica. Tra gli indicatori di tipo fisiologico che sono sembrati molto importanti per la validazione dei modelli di valutazione del benessere animale, troviamo i parametri relativi a fatti infettivo-infiammatori (proteine positive della fase acuta, tra cui si ricordano l’aptoglobina e la ceruloplasmina, e quelle negative, specialmente le albumine e il colesterolo). Viceversa, l’utilizzo contemporaneo di una serie di indicatori di tipo biochimico-fisiologico, potrebbe fornire indicazioni per una valutazione più completa dei diversi aspetti del benessere. Ciò al fine di accertare se i suddetti parametri possano fungere da indicatori “assoluti” per ottenere indicazioni più oggettive delle reali condizioni di benessere/malessere degli animali allevati, costituendo pertanto un valido “riferimento” per i modelli di campo. Le informazioni prodotte con questo tipo di analisi possono fornire utili indicazioni sia in termini teorici di validazione del benessere (soprattutto per meglio precisare i vari aspetti che lo compongono e che confluiscono nel benessere globale) e sia in termini applicativi di miglior ridefinizione dei pesi relativi con cui aggregare i diversi aspetti del benessere nel modello di campo. Altri parametri fisiologici utilizzati come riferimento, e risultati molto importanti, sono il cortisolo e la fruttosamina. In particolare, i risultati ottenuti con questo approccio multivariato, applicato ai parametri biochimico-fisiologici hanno mostrato un parziale accordo fra la valutazione del benessere ottenuta con il modello SDIB.
The objective assessment of lactating dairy cows welfare is complex and controversial. The main concerns are the choice of the model indicators and the aggregation of obtained results in a global score that represents the effective welfare. According to these considerations, the animal welfare determination needs a scientific validation. Our results shows that the value of fructosamine between the third and fifth week in lactation strongly reflects the average blood glucose in the previous weeks, therefore it shows the energetic deficit and the low nutritional status. The determination of chronic stress is also fundamental to determine the animal welfare, it can be measured by the plasmatic cortisolemic value. Some indicators of inflammators-infective stress, such as the positive proteins of acute phase (aptoglobins and ceruloplasmin) and the negative ones (albumins and cholesterol) are some of the best physiological indicators capable of validating the determination of animal welfare. On the contrary, the contemporary utilisation of different biochemical-physiological indicators could give more comprehensive determination of animal welfare. The latter could be used as “absolute” indicators to obtain more objective indications of the real conditions of breeding animals' welfare, therefore, being a valid “reference” for field models. These kind of analysis can give useful theorical indication to validate the welfare (above all considering the global view of it), and also in practical applications capable of defining the relative scores aggregating several aspects of welfare in field models. Also cortisol and fructosamine are very important physiological indicators. Particularly, the results obtained by this multivariate approach, which was applied to biochemical and physiological parameters, showed partial agreement between the welfare evaluation by SDIB model.
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CARE', SARA. "RICERCHE SU TALUNI INDICATORI DI TIPO BIOCHIMICO FISIOLOGICO ATTI A VALIDARE I MODELLI DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINE DA LATTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/782.

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Abstract:
La valutazione oggettiva del benessere negli allevamenti di bovine da latte, risulta peraltro molto complessa e controversa. I principali problemi riguardano la scelta degli indicatori da utilizzare nel modello e l’aggregazione dei risultati ottenuti con ciascun indicatore in un punteggio globale che sia espressione del benessere reale. Alla luce di queste considerazioni, è evidente che un modello applicativo di valutazione del benessere necessita di una validazione scientifica. I nostri risultati hanno mostrato che sono soprattutto i valori di fruttosamina riscontrati fra la 3a e la 5a settimana di lattazione quelli che maggiormente riflettono la glicemia media delle settimane precedenti, quindi l’entità del deficit energetico e della riduzione delle condizioni nutrizionali degli animali Nella valutazione del benessere animale un altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’individuazione di un eventuale status di stress cronico, ricorrendo ad esempio alla cortisolemia plasmatica. Tra gli indicatori di tipo fisiologico che sono sembrati molto importanti per la validazione dei modelli di valutazione del benessere animale, troviamo i parametri relativi a fatti infettivo-infiammatori (proteine positive della fase acuta, tra cui si ricordano l’aptoglobina e la ceruloplasmina, e quelle negative, specialmente le albumine e il colesterolo). Viceversa, l’utilizzo contemporaneo di una serie di indicatori di tipo biochimico-fisiologico, potrebbe fornire indicazioni per una valutazione più completa dei diversi aspetti del benessere. Ciò al fine di accertare se i suddetti parametri possano fungere da indicatori “assoluti” per ottenere indicazioni più oggettive delle reali condizioni di benessere/malessere degli animali allevati, costituendo pertanto un valido “riferimento” per i modelli di campo. Le informazioni prodotte con questo tipo di analisi possono fornire utili indicazioni sia in termini teorici di validazione del benessere (soprattutto per meglio precisare i vari aspetti che lo compongono e che confluiscono nel benessere globale) e sia in termini applicativi di miglior ridefinizione dei pesi relativi con cui aggregare i diversi aspetti del benessere nel modello di campo. Altri parametri fisiologici utilizzati come riferimento, e risultati molto importanti, sono il cortisolo e la fruttosamina. In particolare, i risultati ottenuti con questo approccio multivariato, applicato ai parametri biochimico-fisiologici hanno mostrato un parziale accordo fra la valutazione del benessere ottenuta con il modello SDIB.
The objective assessment of lactating dairy cows welfare is complex and controversial. The main concerns are the choice of the model indicators and the aggregation of obtained results in a global score that represents the effective welfare. According to these considerations, the animal welfare determination needs a scientific validation. Our results shows that the value of fructosamine between the third and fifth week in lactation strongly reflects the average blood glucose in the previous weeks, therefore it shows the energetic deficit and the low nutritional status. The determination of chronic stress is also fundamental to determine the animal welfare, it can be measured by the plasmatic cortisolemic value. Some indicators of inflammators-infective stress, such as the positive proteins of acute phase (aptoglobins and ceruloplasmin) and the negative ones (albumins and cholesterol) are some of the best physiological indicators capable of validating the determination of animal welfare. On the contrary, the contemporary utilisation of different biochemical-physiological indicators could give more comprehensive determination of animal welfare. The latter could be used as “absolute” indicators to obtain more objective indications of the real conditions of breeding animals' welfare, therefore, being a valid “reference” for field models. These kind of analysis can give useful theorical indication to validate the welfare (above all considering the global view of it), and also in practical applications capable of defining the relative scores aggregating several aspects of welfare in field models. Also cortisol and fructosamine are very important physiological indicators. Particularly, the results obtained by this multivariate approach, which was applied to biochemical and physiological parameters, showed partial agreement between the welfare evaluation by SDIB model.
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Fiore, Enrico. "Risposta del test da carico del glucosio sul profilo metabolico e valutazione isto-patologica di campioni bioptici in bovine da latte nel periodo di transizione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423650.

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Abstract:
Objectives of this study were to determine effects of time relative to calving and health status on blood metabolite concentrations after glucose tolerance test (GTT) and to investigate on the severity and on the distribuition of periparturient fatty change liver (FCL). Metabolic profiles were performed on plasma samples collected from 40 cows selected from 2 dairy farms. GTT and Blood sampling was carried out 7±5 d before and 7±5 d after the calving. Glucose was administrated intravenously in a 50% solution at a dose of 0,25 g/Kg. Blood samples were collected before (T0) and after the beginning of the test at different times (T2, T5, T10, T15, T20, T30, T40, T60, T80, T100, T120, T140, T160). Beta-Hydroxybutyrate (BHB), Non-Esterified Fatty Acids (NEFA), Glucose(Glu), Insuline (Ins), Aspartate Aminotransferase (AST-GOT), Alanine Transaminase (ALT-GTP), total proteins (TP), globulins(Gb), albumins(Alb) and Urea were analized. Histologic examinations by light microscopy and classifications of samples according to the severity of FCL and Inflammatory infiltrations were done. The collected data were statistically analyzed by the analysis of variance (ANOVA), using SIGMA STAT 3.7 to evaluate the effect of the period (pre-partum and post-partum) and the farm (farm A and farm B) on the hematic, clinical and productive parameters. Pearson’s coefficients were also calculated between the collected data; finally the AUC (Area Under Curve) of glucose, insulin, NEFA and BHB were calculated. The result proved that in the post-partum period cows show insulin resistance that causes a reduction of the levels of glucose and insulin (P<0,005) and a consequent increase of the levels of NEFA and BHB(P<0,05); this mechanism permits to spare glucose (and so energy) for the mammary gland for the lactation. All the cows had mild or moderate FCL degree. Results show correlations between lipidic and inflammatory infiltration of hepatocites in prepartum and levels of NEFA and AST in postpartum. NEFA and AST activity are increased from the prepartum to the postpartum period. High levels of TP and Gb are present in both periods. These data suggest statistically significant differences (P<0,05) between BHB, NEFA, AST and ALT and period. NEFA and AST are parameters of diagnostic value, also if AST is not a liver specific enzyme. Finally it was also proved that there is a correlation between hematic parameters in the pre-partum and the pathologies of the first days of lactation; imbalances in the energetic metabolism during the pre-partum predispose to developing of clinical disease
Gli obiettivi di questo studio sono di determinare gli effetti del test di tolleranza al carico di glucosio (GTT) sulle concentrazioni dei metaboliti ematici e di indagare sulla gravità e la distribuitione di patologie epatiche (FCL) nel periodo del periparto . I profili metabolici sono stati effettuati su campioni di plasma prelevati da 40 vacche da latte di razza Frisona selezionate da due aziende Zootecniche in regione Veneto. GTT e campionamento ematico sono stati effettuati 7±5 giorni prima e 7±5 giorni dopo il parto . Il glucosio è stato somministrato per via endovenosa in una soluzione al 50% alla dose di 0,25 g/Kg. I campioni di sangue sono stati raccolti prima (T0) e dopo l'inizio della prova in tempi diversi (T2, T5, T10, T15, T20, T30, T40, T60, T80, T100, T120, T140, T160). Beta-idrossibutirrato (BHB), Acidi Grassi non Esterificati (NEFA), glucosio (Glu), Insulina (Ins), aspartato aminotransferasi (AST-GOT) , alanina transaminasi (ALT-GTP) , proteine totali (TP), globuline (Gb), albumine (Alb) e Urea sono state analizzate. Esami istologici al microscopio ottico e le classificazioni dei campioni sono state fatte in base alla gravità della FCL e infiltrazioni infiammatorie. I dati raccolti sono stati analizzati statisticamente mediante l'analisi della varianza (ANOVA), utilizzando SIGMA STAT 3.7 per valutare l'effetto in funzione del periodo (pre-parto e post-partum), azienda (Azienda A e Azienda B), profilo ematico e parametri clinici e produttivi. I coefficienti di Pearson sono stati calcolati anche tra i dati produttivi e, infine, l'AUC (area sotto la curva) di glucosio, insulina, NEFA e BHB sono stati calcolati. Il risultato attesta che gli animali nel periodo post-partum mostrano resistenza all'insulina che causa una riduzione dei livelli glicemici e insulinemici (p <0,005), con un conseguente aumento dei livelli di NEFA e BHB (P <0,05); questo meccanismo permette di glucosio libero (aumento energia disponibile) per la ghiandola mammaria durante l'allattamento. Inoltre, tutte le vacche avevano lieve o moderato grado FCL. I risultati mostrano correlazioni tra infiltrazione lipidica e infiammatoria di epatociti in preparto e livelli di NEFA e AST elevati in post-partum(P<0,05). L’ attività dei NEFA e AST (GOT) sono aumentati dal preparto al periodo post-partum. Alti livelli di TP e Gb sono presenti in entrambi i periodi. Questi dati suggeriscono differenze statisticamente significative (P <0,05) tra BHB, NEFA, AST e ALT e periodo. NEFA e AST sono parametri di valore diagnostico, anche se quest’ultimo non è un enzima specifico del fegato. Infine, è stato anche dimostrato che esiste una correlazione tra i parametri ematici nel pre-parto e le patologie dei primi giorni di lattazione, squilibri nel metabolismo energetico durante la pre-parto predispongono allo sviluppo della malattia clinica
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BAKUDILA, MBUTA ANSELME. "Trattamenti atti a modulare la risposta infiammatoria della bovina da latte nel periparto per migliorare le condizioni di benessere e le performance." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/272.

Full text
Abstract:
Il periparto della bovina da latte è caratterizzato da processi infiammatori, che aumentano la vulnerabilità delle vacche alle malattie tipiche peripartali, spesso dovute a patogeni occasionali. In tale periodo, si hanno notevoli variazioni metabolico-fisiologiche, che si evidenziano con la tipica risposta “di fase acuta”, caratterizzata dall’aumento delle proteine positive di fase acuta (es. aptoglobina) e di alcuni specifici metaboliti (es. metaboliti reattivi all’ossigeno) ma anche dalla diminuzione delle proteine negative di fase acuta (es. albumina, colesterolo, PON). In queste prove si è cercato di attenuare e/o modulare tali fatti infiammatori mediante trattamenti specifici caratterizzati dalla somministrazione di: una citochina antinfiammatoria (interferon-alfa) due settimane dal parto per via orale con 1000 UI/Kg (1° prova), 0,5 UI/Kg (2° prova), un antibiotico (tilosina) a circa 10 giorni prima del parto per via intramuscolare, in tre giorni consecutivi ed un farmaco antinfiammatorio (acido acetilsalicilico) nel pre e post parto per via orale con un dosaggio di 30g/d a giorni alterni. L’interferone-alfa ha mostrato un effetto pro-infiammatorio, verosimilmente dovuto alla persistenza della citochina nel rumine (confermata dalla prova in vitro); di qui il ritorno in bocca con il bolo ed una reiterazione dell’effetto, quale fosse un alto dosaggio. La tilosina non ha modificato i processi infiammatori, probabilmente per l’effetto limitato nel tempo degli antibiotici. L’unico trattamento che ha modulato i fatti infiammatori e migliorato talune performance delle bovine trattate è stato quello con l’acido acetilsalicilico.
The transition period in dairy cows is characterized by inflammatory processes, which can contribute to the of their increased susceptibility to periparturient diseases, health disorders and lowered performance. During that phase, dairy cows show metabolic and physiological changes characterized by the rise of positive acute phase proteins (i.e. haptoglobin) and some specific metabolite (i.e. ROS), besides a reduction of negative acute phase proteins (i.e albumin, lipoproteins, PON, etc.). The aim in this study was the attempt to reduce and/or to prevent inflammations, with specific treatment: an antinflammatory cytokine (interferon-alfa) before calving about 1000 UI/Kg/day (1st trial), 0.5 UI/Kg (2st trial) per os, an antibiotic parenterally (tylosin) 10 days before calving and a conventional antinflammatory drug (acetylsalicylic acid), about 30 g/day orally before and after calving. Interferon- increased inflammatory response maybe due to a high-dose, because the cytokine (whom activity site is oral cavity) showed to be persistent in the rumen and renewed the cytokine effect with rumination. The use of an antibiotic (tylosin) did not change the inflammatory status of the dairy cows. The oral administration of Acetylsalicylic acid has otherwise reduced the inflammatory effect and improved the performance of treated dairy cows.
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BAKUDILA, MBUTA ANSELME. "Trattamenti atti a modulare la risposta infiammatoria della bovina da latte nel periparto per migliorare le condizioni di benessere e le performance." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/272.

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Abstract:
Il periparto della bovina da latte è caratterizzato da processi infiammatori, che aumentano la vulnerabilità delle vacche alle malattie tipiche peripartali, spesso dovute a patogeni occasionali. In tale periodo, si hanno notevoli variazioni metabolico-fisiologiche, che si evidenziano con la tipica risposta “di fase acuta”, caratterizzata dall’aumento delle proteine positive di fase acuta (es. aptoglobina) e di alcuni specifici metaboliti (es. metaboliti reattivi all’ossigeno) ma anche dalla diminuzione delle proteine negative di fase acuta (es. albumina, colesterolo, PON). In queste prove si è cercato di attenuare e/o modulare tali fatti infiammatori mediante trattamenti specifici caratterizzati dalla somministrazione di: una citochina antinfiammatoria (interferon-alfa) due settimane dal parto per via orale con 1000 UI/Kg (1° prova), 0,5 UI/Kg (2° prova), un antibiotico (tilosina) a circa 10 giorni prima del parto per via intramuscolare, in tre giorni consecutivi ed un farmaco antinfiammatorio (acido acetilsalicilico) nel pre e post parto per via orale con un dosaggio di 30g/d a giorni alterni. L’interferone-alfa ha mostrato un effetto pro-infiammatorio, verosimilmente dovuto alla persistenza della citochina nel rumine (confermata dalla prova in vitro); di qui il ritorno in bocca con il bolo ed una reiterazione dell’effetto, quale fosse un alto dosaggio. La tilosina non ha modificato i processi infiammatori, probabilmente per l’effetto limitato nel tempo degli antibiotici. L’unico trattamento che ha modulato i fatti infiammatori e migliorato talune performance delle bovine trattate è stato quello con l’acido acetilsalicilico.
The transition period in dairy cows is characterized by inflammatory processes, which can contribute to the of their increased susceptibility to periparturient diseases, health disorders and lowered performance. During that phase, dairy cows show metabolic and physiological changes characterized by the rise of positive acute phase proteins (i.e. haptoglobin) and some specific metabolite (i.e. ROS), besides a reduction of negative acute phase proteins (i.e albumin, lipoproteins, PON, etc.). The aim in this study was the attempt to reduce and/or to prevent inflammations, with specific treatment: an antinflammatory cytokine (interferon-alfa) before calving about 1000 UI/Kg/day (1st trial), 0.5 UI/Kg (2st trial) per os, an antibiotic parenterally (tylosin) 10 days before calving and a conventional antinflammatory drug (acetylsalicylic acid), about 30 g/day orally before and after calving. Interferon- increased inflammatory response maybe due to a high-dose, because the cytokine (whom activity site is oral cavity) showed to be persistent in the rumen and renewed the cytokine effect with rumination. The use of an antibiotic (tylosin) did not change the inflammatory status of the dairy cows. The oral administration of Acetylsalicylic acid has otherwise reduced the inflammatory effect and improved the performance of treated dairy cows.
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Visentin, Giulio. "Genetic and nongenetic variation of milk processing characteristics in Irish and Italian dairy cattle." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3427153.

Full text
Abstract:
Milk processing characteristics describe the aptitude of milk to be transformed into different dairy products. Milk intended for cheese production should coagulate early in order to generate a strong curd; cheesemaking is favored by low milk pH, small casein micelle, and high content of minerals such as Ca, P, and Mg. Small casein micelle, high milk pH, and low inorganic Ca2+ favor the stability of milk protein to heat treatments, which is a fundamental characteristic for the production of dried milk. The quantification of such milk quality traits is important at the dairy industry level in order to define more precisely the best use of milk prior to processing. The overall objectives of the present thesis were: i) to develop mid-infrared spectroscopy (MIRS) prediction models for a fast and on-line measurement of milk processing characteristics; ii) to study the effect of stage of lactation, parity, breed, heterosis and recombination loss on a large number of predicted processing phenotypes; and iii) to estimate (co)variance components of milk technological aspects in order to potentially breed for improved milk processability. The effectiveness of MIRS as a fast and cost-effective technique to predict rennet coagulation time, curd-firming time, curd firmness at 30 and 60 min after rennet addition (milk coagulation properties), heat coagulation time, casein micelle size, pH and minerals (Ca, K, Mg, Na, and P) was evaluated. The proportion of variance explained by the prediction models in external validation ranged from 13% (casein micelle size) to about 70% (minerals, with the exception of Na, and pH). Factors associated with the phenotypic variation of MIRS-predicted milk coagulation properties, heat coagulation time, casein micelle size, and pH, and minerals was evaluated on large spectral datasets. Milk coagulation properties were more favorable (i.e., short rennet coagulation time and strong curd firmness) for cheese manufacturing in early lactation, concurrent with the lowest values of both pH and casein micelle size, and the greatest milk mineral content; milk was more stable to heat in mid-lactation. Milk yielded by primiparae was more adapted for both cheese and milk powder production. Jersey cows, on average, yielded milk more suitable for cheese rather than milk powder production. Simmental cows produced milk with the greatest content of Ca and Na, and milk of Holstein-Friesian had the lowest P content. Genetic parameters for milk processing characteristics were studied. Heritability estimates ranged from 0.16 (heat coagulation time) to 0.54 (Ca). Within-trait genetic correlations were weaker than 0.40 only at the peripheries of the lactation. On average, more than 80% of the additive genetic variation in each trait was associated with the height of the lactation profile for all traits. Milk processing traits were generally antagonistically correlated with milk production suggesting that emphasis should be placed to milk processability to halt any deterioration.
Le qualità tecnologiche del latte descrivono l’attitudine di questa materia prima ad essere trasformata in prodotti lattiero-caseari. Il latte destinato alla produzione di formaggio dovrebbe coagulare in tempi relativamente brevi e generare un coagulo consistente; in quest’ambito la coagulazione del latte è favorita da valori bassi di pH ed alta acidità titolabile, micelle caseiniche piccole e alto contenuto di minerali come Ca, P e Mg. Micelle caseiniche piccole, valori di pH alti e un basso contenuto di Ca2+ favoriscono la stabilità del latte a trattamenti termici, una caratteristica fondamentale per la produzione di latte in polvere. La determinazione delle caratteristiche tecnologiche del latte è un aspetto rilevante nell’industria lattiero-casearia al fine di definire in maniera più efficiente la destinazione e l’utilizzo dello stesso durante la trasformazione. Gli obiettivi generali della presente tesi sono: i) sviluppare modelli di predizione utilizzando la spettroscopia nel medio-infrarosso (MIRS) per la determinazione routinaria di caratteri tecnologici del latte; ii) studiare l’effetto di stadio di lattazione, ordine di parto, razza, eterosi e ricombinazione su un elevato numero di fenotipi predetti; iii) stimare le componenti di (co)varianza degli aspetti tecnologici del latte al fine di verificare la possibilità di migliorarli geneticamente. È stata valutata l’efficacia del MIRS quale tecnica rapida e relativamente economica per predire il tempo di coagulazione, il tempo di rassodamento e la consistenza del coagulo a 30 e 60 minuti dall’aggiunta del caglio (proprietà coagulative del latte), la stabilità al calore, la dimensione delle micelle caseiniche, il pH e i minerali (Ca, K, Mg, Na e P). La proporzione di varianza spiegata dai modelli di predizione in validazione esterna varia dal 13% per la dimensione delle micelle caseiniche a circa il 70% per i minerali (con l’eccezione di Na e pH). I fattori associati alla variazione fenotipica delle predizioni MIRS delle proprietà coagulative del latte, della stabilità al calore, della dimensione delle micelle caseiniche, del pH e del contenuto di minerali sono stati valutati utilizzando dataset di spettri di popolazione. Le proprietà coagulative del latte sono più favorevoli (breve tempo di coagulazione e elevata consistenza del coagulo) per la produzione di formaggio all’inizio della lattazione, contestualmente a valori bassi di pH e della dimensione delle micelle caseiniche, e ad alte concentrazioni di minerali; la stabilità risulta più elevata a metà lattazione. Il latte prodotto da bovine primipare è maggiormente adatto alla produzione sia di formaggio sia di latte in polvere. Soggetti di razza Pezzata Rossa producono un latte con i più alti contenuti di Ca e Na, mentre il latte di Frisona ha i valori più bassi di P. Infine, sono stati determinati i parametri genetici per i caratteri tecnologici menzionati in precedenza. Le stime di ereditabilità variano da 0.16 (stabilità al calore) a 0.54 (Ca). Le correlazioni genetiche entro carattere sono inferiori a 0.40 solamente ad inizio e fine lattazione. In media, più dell’80% della varianza genetico-additiva risulta associata con l’altezza del profilo di lattazione di tutti i caratteri studiati. In generale, i caratteri tecnologici del latte sono correlati antagonisticamente con la produzione di latte. Alla luce dei risultati si ritiene opportuna una concreta applicazione di tali caratteri negli attuali programmi di miglioramento genetico.
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DA, DALT L. "Caratterizzazione delle AOPP (Advanced Oxidation Protein Products) come indicatori di stress ossidativo e processi infiammatori nella bovina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427417.

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Abstract:
The aim of this study was to characterize markers of oxidation of proteins in cattle, developing the assay method of AOPP (advanced oxidation protein products). Using standard commercial proteins (Bovine serum Albumin, bovine g-Globuline), oxidations In vitro were performed with chlorinated oxidant (hypochlorous acid) and hydroperoxide (cumene hydroperoxide) determining the relationship between AOPP and carbonyl groups by spectrophotometric and Western blotting analysis. The conformational changes of the standards were observed by one-dimensional electrophoresis kept in non-reducing conditions. In the second part of this project, we have studied the relationship between inflammation indicators and AOPP in both healthy cow and in animals with inflammatory processes, supporting the hypothesis that AOPP are specific indicators of protein oxidation by chlorinated oxidants produced by neutrophilis. The third part of the work has focused on the production of oxidative standard protein (AOPP-BSA) for the development of ELISA systems to detect autoantibodies directed against epitopes of oxidized proteins.
Lo scopo del presente studio è stato quello di caratterizzare indicatori dell’ossidazione delle proteine nella specie bovina, sviluppando la metodica del dosaggio delle AOPP (advanced oxidation protein products). A partire da standard proteici commerciali (Albumina bovina e g-Globuline bovine) sono state eseguite delle ossidazioni in vitro con ossidante clorurato (acido ipocloroso) ed idroperossido (Cumene idroperossido) determinando la relazione tra AOPP e gruppi carbonilici tramite analisi spettrofotometriche e densitometriche tramite Western blotting. Le modificazioni conformazionali degli standard sono state osservate mediante elettroforesi monodimensionali mantenute in condizioni non riducenti. La seconda parte del progetto sono state studiate le relazioni tra indicatori del processo infiammatorio e le AOPP in animali sani e/o con processi infiammatori in atto, avvalorando l’ipotesi che le AOPP siano degli indicatori specifici dell’ossidazione proteica da parte di ossidanti clorurati di origine neutrofilica. La terza parte del lavoro si è focalizzata sulla produzione di standard proteici ossidati (AOPP-BSA) per la messa a punto di sistemi ELISA per l’individuazione di autoanticorpi diretti contro epitopi ossidati delle proteine.
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SEGNALINI, MARIA. "Caratterizzazione del bacino del Mediterraneo in funzione dell'indice bioclimatico "Temperature Humidity Index" (THI) e relazioni tra THI e mortalità nella bovina da latte." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1305.

Full text
Abstract:
Condizioni meteorologiche e clima influenzano fortemente il settore delle produzioni animali. Lo stress da caldo determina una significativa riduzione dell'attività metabolica, della produzione, della capacità riproduttiva e una maggiore predisposizione alle malattie. Nel contesto biologico, la temperatura dell’aria è sicuramente considerata il principale fattore di stress, tuttavia, un’elevata umidità peggiora l'effetto della temperatura riducendo le perdite di calore per evaporazione e ostacolando quindi l’eliminazione del calore in eccesso. Scopi principali della ricerca sono stati la caratterizzazione dell’area del Mediterraneo in termini di Temperature Humidity Index (THI) e stabilire le relazioni tra stagione/THI e mortalità nella bovina da latte allevata in un’area geografica Italiana altamente vocata per questo tipo di allevamento. I risultati suggeriscono che, allevatori e politici che operano nell’area Mediterranea, dovrebbero tenere nella dovuta considerazione variabilità e scenari del THI nella pianificazione degli investimenti nel settore delle produzioni animali. Conoscere in anticipo il verificarsi di condizioni climatiche avverse permetterebbe agli allevatori di metter in atto misure di contrasto sugli effetti negativi delle condizioni climatiche. Inoltre, dovrebbero venire sviluppate misure di adattamento appropriate per contesti specifici in termini di cultura, società, o sistemi politici, che possano contribuire alla sostenibilità ambientale, nonché allo sviluppo economico e alla lotta alla povertà.
Weather and climate strongly influence the field of animal production. Heat stress causes a significant reduction in metabolic activity, production, reproductive capacity, and increases susceptibility to diseases. In the biological context, the air temperature is definitely considered the main factor of stress, however, high humidity worsens the effect of temperature by reducing the evaporation heat loss and thus preventing the removal of excess heat. The main purposes of the research were the characterization of the Mediterranean basin in terms of Temperature Humidity Index (THI) and to establish relationships between season/THI and mortality in dairy cattle bred in an Italian geographic area with a high concentration of dairy farms. THI variability and scenarios should be taken into careful consideration by farmers and policy makers operating in Mediterranean countries when planning investments. Investments should at least partially be directed to implementation of adaptation measures, which may support farmers in the transition to climate-smart agriculture and help them to alleviate the impact of hot extremes on animal welfare, performance and health. In addition, measures should be developed appropriate adaptation to the specific contexts in terms of culture, society, or political systems, which can contribute to environmental sustainability and economic development and fighting poverty.
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SEGNALINI, MARIA. "Caratterizzazione del bacino del Mediterraneo in funzione dell'indice bioclimatico "Temperature Humidity Index" (THI) e relazioni tra THI e mortalità nella bovina da latte." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1305.

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Abstract:
Condizioni meteorologiche e clima influenzano fortemente il settore delle produzioni animali. Lo stress da caldo determina una significativa riduzione dell'attività metabolica, della produzione, della capacità riproduttiva e una maggiore predisposizione alle malattie. Nel contesto biologico, la temperatura dell’aria è sicuramente considerata il principale fattore di stress, tuttavia, un’elevata umidità peggiora l'effetto della temperatura riducendo le perdite di calore per evaporazione e ostacolando quindi l’eliminazione del calore in eccesso. Scopi principali della ricerca sono stati la caratterizzazione dell’area del Mediterraneo in termini di Temperature Humidity Index (THI) e stabilire le relazioni tra stagione/THI e mortalità nella bovina da latte allevata in un’area geografica Italiana altamente vocata per questo tipo di allevamento. I risultati suggeriscono che, allevatori e politici che operano nell’area Mediterranea, dovrebbero tenere nella dovuta considerazione variabilità e scenari del THI nella pianificazione degli investimenti nel settore delle produzioni animali. Conoscere in anticipo il verificarsi di condizioni climatiche avverse permetterebbe agli allevatori di metter in atto misure di contrasto sugli effetti negativi delle condizioni climatiche. Inoltre, dovrebbero venire sviluppate misure di adattamento appropriate per contesti specifici in termini di cultura, società, o sistemi politici, che possano contribuire alla sostenibilità ambientale, nonché allo sviluppo economico e alla lotta alla povertà.
Weather and climate strongly influence the field of animal production. Heat stress causes a significant reduction in metabolic activity, production, reproductive capacity, and increases susceptibility to diseases. In the biological context, the air temperature is definitely considered the main factor of stress, however, high humidity worsens the effect of temperature by reducing the evaporation heat loss and thus preventing the removal of excess heat. The main purposes of the research were the characterization of the Mediterranean basin in terms of Temperature Humidity Index (THI) and to establish relationships between season/THI and mortality in dairy cattle bred in an Italian geographic area with a high concentration of dairy farms. THI variability and scenarios should be taken into careful consideration by farmers and policy makers operating in Mediterranean countries when planning investments. Investments should at least partially be directed to implementation of adaptation measures, which may support farmers in the transition to climate-smart agriculture and help them to alleviate the impact of hot extremes on animal welfare, performance and health. In addition, measures should be developed appropriate adaptation to the specific contexts in terms of culture, society, or political systems, which can contribute to environmental sustainability and economic development and fighting poverty.
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GUBBIOTTI, ALESSANDRA. "Ricerche sulle conseguenze degli stati infiammatori nel periparto. Effetti a livello dell'ingestione di alimenti, delle riserve corporee, della produzione quanti-qualitativa di latte e dell'efficienza alimentare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/271.

Full text
Abstract:
L'ampia letteratura sul periodo di transizione delle bovine richiama sempre più ai rapporti negativi fra problemi di salute e performance delle bovine. Dimostrazioni sempre più numerose confermano l'instaurarsi, soprattutto nel primo mese di lattazione, di una condizione di “stress da malattia”, non sempre associata a manifestazioni cliniche, ma con le stesse conseguenze: i fenomeni infiammatori. I principali obiettivi dei nostri studi, sono stati quelli di meglio caratterizzare gli stati infiammatori puntando l'attenzione su due aspetti: 1°) le cause di variazione della risposta infiammatoria alla infezione microbica e i suoi rapporti con la produzione di latte, 2°) le conseguenze che i fenomeni infiammatori hanno a livello di ingestione degli alimenti, delle riserve corporee, della produzione quanti-qualitativa e quindi dell'efficienza alimentare. relativamente al primo aspetto, nelle bovine sottoposte ad analoga infezione si è osservata una risposta infiammatoria di intensità diversa e che pare in buona relazione con precedenti fenomeni infiammatori in atto o pregressi; inoltre la risposta più intensa ha portato ad un maggior calo produttivo. Le conseguenze sulla efficienza energetica sono state studiate comparando due gruppi di bovine caratterizzate da minori (Lo-lfi) o maggiori (UP-lfi) valori di un indice di funzionalità epatica (lfi). Da ciò è emerso che, nel primo mese di lattazione, specie dopo avvenuta correzione per l'energia mobilizzata delle riserve corporee, l'efficienza è minore nei soggetti con basso lfi per il probabile aumento dei costi del sistema immunitario, aumento che pare prolungarsi ben oltre il fenomeno infiammatorio.
The extensive literature on transition period of the cows suggests the growing frequency of negative relationship between health problems and performance. Many evidences confirm during the first month of lactation, the presence of a particular condition named “stress disease”, which is not always associated to clinical symptoms but has the same consequences: the inflammatory processes. The principal objective of this study was to better characterize the inflammatory processes with particular attention to: 1) cause of the changes in inflammatory response to a bacterial infection and its relationship with the milk production, 2) consequences of the inflammatory processes on feed intake, body reserves, quantity and quality of milk production and then on feed efficiency. relatively to the first, we have observed a different intensity of the inflammatory response (in bovine submitted at the same infection), and this response seems correlated to previous inflammatory processes, probably not resolved; moreover, the higher intensity in the inflammations response can be responsible of the milk production decline. The consequences on feed efficiency have been studied through the comparison between two groups of cows characterized by higher (up-lfi) or low (lo-lfi) values of the liver functionality index; from that was demonstrated that during the first month of lactation, the cows with low lfi had lower efficiency values, probably caused increased charge of the immunitary system and prolonged beyond the inflammatory status itself.
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GUBBIOTTI, ALESSANDRA. "Ricerche sulle conseguenze degli stati infiammatori nel periparto. Effetti a livello dell'ingestione di alimenti, delle riserve corporee, della produzione quanti-qualitativa di latte e dell'efficienza alimentare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/271.

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Abstract:
L'ampia letteratura sul periodo di transizione delle bovine richiama sempre più ai rapporti negativi fra problemi di salute e performance delle bovine. Dimostrazioni sempre più numerose confermano l'instaurarsi, soprattutto nel primo mese di lattazione, di una condizione di “stress da malattia”, non sempre associata a manifestazioni cliniche, ma con le stesse conseguenze: i fenomeni infiammatori. I principali obiettivi dei nostri studi, sono stati quelli di meglio caratterizzare gli stati infiammatori puntando l'attenzione su due aspetti: 1°) le cause di variazione della risposta infiammatoria alla infezione microbica e i suoi rapporti con la produzione di latte, 2°) le conseguenze che i fenomeni infiammatori hanno a livello di ingestione degli alimenti, delle riserve corporee, della produzione quanti-qualitativa e quindi dell'efficienza alimentare. relativamente al primo aspetto, nelle bovine sottoposte ad analoga infezione si è osservata una risposta infiammatoria di intensità diversa e che pare in buona relazione con precedenti fenomeni infiammatori in atto o pregressi; inoltre la risposta più intensa ha portato ad un maggior calo produttivo. Le conseguenze sulla efficienza energetica sono state studiate comparando due gruppi di bovine caratterizzate da minori (Lo-lfi) o maggiori (UP-lfi) valori di un indice di funzionalità epatica (lfi). Da ciò è emerso che, nel primo mese di lattazione, specie dopo avvenuta correzione per l'energia mobilizzata delle riserve corporee, l'efficienza è minore nei soggetti con basso lfi per il probabile aumento dei costi del sistema immunitario, aumento che pare prolungarsi ben oltre il fenomeno infiammatorio.
The extensive literature on transition period of the cows suggests the growing frequency of negative relationship between health problems and performance. Many evidences confirm during the first month of lactation, the presence of a particular condition named “stress disease”, which is not always associated to clinical symptoms but has the same consequences: the inflammatory processes. The principal objective of this study was to better characterize the inflammatory processes with particular attention to: 1) cause of the changes in inflammatory response to a bacterial infection and its relationship with the milk production, 2) consequences of the inflammatory processes on feed intake, body reserves, quantity and quality of milk production and then on feed efficiency. relatively to the first, we have observed a different intensity of the inflammatory response (in bovine submitted at the same infection), and this response seems correlated to previous inflammatory processes, probably not resolved; moreover, the higher intensity in the inflammations response can be responsible of the milk production decline. The consequences on feed efficiency have been studied through the comparison between two groups of cows characterized by higher (up-lfi) or low (lo-lfi) values of the liver functionality index; from that was demonstrated that during the first month of lactation, the cows with low lfi had lower efficiency values, probably caused increased charge of the immunitary system and prolonged beyond the inflammatory status itself.
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Bisaglia, C. "AUTOMAZIONE DELLA PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE DI RAZIONI COMPLETAMENTE MISCELATE (TMR) O UNIFEED PER BOVINE DA LATTE: POSSIBILITA' TECNOLOGICHE E RICADUTE PRODUTTIVE, GESTIONALI ED ECONOMICHE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217573.

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Abstract:
Feeding Total Mixed Rations (TMR) has become a common practice for dairy cows as a result of the benefits for the animals and the labour savings for farmers. Characteristic for this feeding system are the man-operated mechanical mixers. Besides the advantages of the TMR technique, it has the same drawback as most traditional ad-libitum feeding systems that the discharge of feed is limited to once, maximum twice a day. During the last 5-8 years, technologies for automatically feeding cows with TMR have grown in popularity. Almost 20 manufacturers are working worldwide on different designs for automatic feeding systems (AFS) while an estimated 400-500 farms have adopted this technology, mostly located in Northern Europe, Canada and Japan. The different manufacturers offer a wide range of technical solutions. Some of the most important aspects that characterize these systems include the possibility of a high frequency to distribute the ration, to control the feeding times, to stimulate the cow activity and to manage the composition of the total daily ration with the objective to control the feed intake. The management possibilities and the quality of work seem to be strongly affected by the concepts of the technical solutions that are now available. The thesys discusses, in Chapter 1, the physiologic aspects affecting the possibility of mechanize the feeding operations of dairy cows. In Chapter 2 the different automatic feeding technolgies have been analyzed and classified for the first time. In Chapter 3 the results of a survey involving the Wageningen University and carried out in 22 Dutch farms that use automatic systems for milking and feeding cows have been described. In Chapter 4 an assessment of the main functional parameters of AFSs such as mixing uniformity, physical composition of the ration and cows behaviour has been reported. In Chapter 5 the thesis reports the economic analisys related to the introduction of AFS and the first problems encountered leading to propose further research actions.
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DE, MATTEIS LUISA. "Studio dei processi infiammatori nel periodo di transizione e dopo LPS "Challenge" in bovine sottoposte a diversi stressmetabolici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1311.

Full text
Abstract:
Il processo infiammatorio è un meccanismo di difesa aspecifico innato, che costituisce una risposta protettiva dell’organismo a vari tipi di insulto (infezione, danno tissutale, trauma, stress, malattie autoimmune,). Esso comporta il rilascio in circolo di mediatori pro-infiammatori (es. citochine) and anti-infiammatori (es lipossine ed alcune citochine). Le citochine pro-infiammatorie inducono effetti infiammatori (es. anoressia e febbre) e stimolano la risposta di fase acuta (APR). Invece, le lipossine e le citochine anti-infiammatorie tendono ad attenuare l’infiammazione. Gli scopi di questa ricerca erano due: distinguere i soggetti in base al grado di severità della APR dopo il parto, e dopo stimolazione intramammaria con lipopolisaccaride (LPS) in bovine da latte sottoposte a diversi stress metabolici (NaCl, BHB, EuG e IpoG). I soggetti EuG e BHB hanno mostrato una APR più severa rispetto a IpoG e NaCl. Un ulteriore scopo è stato proposto un indice composto da alcune proteine di fase acuta al fine di stimare i processi infiammatori e le conseguenze epatiche (PICE). Le bovine con PICE più basso prima del parto, avevano più alti livelli plasmatici di citochine pro-infiammatorie e lipossine prima del parto (e mostravano una APR più severa dopo il parto), anche in assenza di sintomi clinici.
Inflammation is the innate, non-specific response of the host to disturbances in his homeostasis caused by infection, tissue injury, stress, trauma, neoplastic growth, immunological disorders. It involves pro- (e.g. cytokines) and anti-inflammatory mediators (e.g. lipoxins, some cytokines). The pro-inflammatory cytokines induce inflammatory effects (e.g. anorexia, fever) and play key roles in the stimulation of acute phase response (APR). The lipoxins and anti-inflammatory cytokines tend to mitigate the inflammation. Two were the aims of this research: to investigate in dairy cows the severity of APR at calving time as well as after intramammary lypopolysaccharide (LPS) administration in cows challenged with hyperinsulinemic hypoglycemic (HypoG, n=4), hyperinsulinemic euglycemic (EuG, n=5), hyperketonemic (BHB, n=4) and control (NaCl, n=6) clamps. Plasma samples were assayed for a wide metabolic and inflammatory profile. With respect to HypoG and NaCl animals, more severe APR was observed in EuG and BHB. A further aim was the proposal of an Index, composed by several acute phase proteins, to estimate Inflammatory Processes and Hepatic Consequences (IPHC). The dairy cows with lower IPHC after calving, had higher plasma levels of pro-inflammatory cytokines and of lipoxins before calving (and showed a stronger APR after calving); this was seen also in absence of clinical symptoms.
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DE, MATTEIS LUISA. "Studio dei processi infiammatori nel periodo di transizione e dopo LPS "Challenge" in bovine sottoposte a diversi stressmetabolici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1311.

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Abstract:
Il processo infiammatorio è un meccanismo di difesa aspecifico innato, che costituisce una risposta protettiva dell’organismo a vari tipi di insulto (infezione, danno tissutale, trauma, stress, malattie autoimmune,). Esso comporta il rilascio in circolo di mediatori pro-infiammatori (es. citochine) and anti-infiammatori (es lipossine ed alcune citochine). Le citochine pro-infiammatorie inducono effetti infiammatori (es. anoressia e febbre) e stimolano la risposta di fase acuta (APR). Invece, le lipossine e le citochine anti-infiammatorie tendono ad attenuare l’infiammazione. Gli scopi di questa ricerca erano due: distinguere i soggetti in base al grado di severità della APR dopo il parto, e dopo stimolazione intramammaria con lipopolisaccaride (LPS) in bovine da latte sottoposte a diversi stress metabolici (NaCl, BHB, EuG e IpoG). I soggetti EuG e BHB hanno mostrato una APR più severa rispetto a IpoG e NaCl. Un ulteriore scopo è stato proposto un indice composto da alcune proteine di fase acuta al fine di stimare i processi infiammatori e le conseguenze epatiche (PICE). Le bovine con PICE più basso prima del parto, avevano più alti livelli plasmatici di citochine pro-infiammatorie e lipossine prima del parto (e mostravano una APR più severa dopo il parto), anche in assenza di sintomi clinici.
Inflammation is the innate, non-specific response of the host to disturbances in his homeostasis caused by infection, tissue injury, stress, trauma, neoplastic growth, immunological disorders. It involves pro- (e.g. cytokines) and anti-inflammatory mediators (e.g. lipoxins, some cytokines). The pro-inflammatory cytokines induce inflammatory effects (e.g. anorexia, fever) and play key roles in the stimulation of acute phase response (APR). The lipoxins and anti-inflammatory cytokines tend to mitigate the inflammation. Two were the aims of this research: to investigate in dairy cows the severity of APR at calving time as well as after intramammary lypopolysaccharide (LPS) administration in cows challenged with hyperinsulinemic hypoglycemic (HypoG, n=4), hyperinsulinemic euglycemic (EuG, n=5), hyperketonemic (BHB, n=4) and control (NaCl, n=6) clamps. Plasma samples were assayed for a wide metabolic and inflammatory profile. With respect to HypoG and NaCl animals, more severe APR was observed in EuG and BHB. A further aim was the proposal of an Index, composed by several acute phase proteins, to estimate Inflammatory Processes and Hepatic Consequences (IPHC). The dairy cows with lower IPHC after calving, had higher plasma levels of pro-inflammatory cytokines and of lipoxins before calving (and showed a stronger APR after calving); this was seen also in absence of clinical symptoms.
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MINUTI, ANDREA. "Studio dei processi digestivi nei ruminanti e negli erbivori monogastrici in relazione ai rischi di turbe digestive e ad anomalie degli indici ematici di stati infiammatori." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/270.

Full text
Abstract:
Per studiare le ripercussioni metaboliche e produttive di alterazioni della funzionalità del digerente sono state condotte tre sperimentazioni. Nella prima sono state controllate le condizioni di acidosi ruminale in bovine di allevamenti commerciali: in essi non si sono riscontrati valori di ph capaci di indurre seri effetti negativi a livello digestivo-metabolico, ma certamente a rischio. In tali condizioni, i più bassi valori di ph ruminali sarebbero soprattutto indice di una maggiore ingestione di alimenti, favorita anche da migliori condizioni generali di salute delle bovine. Nella seconda sperimentazione, l'applicazione di stress acuti a bovine in lattazione ha prodotto un rallentamento nel transito ruminale, soprattutto in animali in lattazione avanzata, confermando la possibilità che lo stress acuto rappresenti un fattore di rischio per anomalie digestivo/fermentative. Nella terza prova, relativa alla funzionalità del grosso intestino di conigli esposti a diete con diversi livelli di amido, performance produttive leggermente più favorevoli si sono registrate con la dieta più alta in fibra digeribile. A fronte di analoghe caratteristiche del digerente tra le tesi, alcuni parametri ematici ,soprattutto con riferimento allo status ossidativo, hanno permesso di porre in evidenza un quadro metabolico più favorevole associato all'uso di diete meno amidacee. Quindi, alterazioni dei processi fermentativi, possono avere conseguenze sul livello produttivo e sullo stato di salute dell'animale. Per una migliore interpretazione dei dati della funzionalità del digerente appare utile il supporto di taluni parametri ematici.
Three experiments were carried out to study the metabolic and productive effects of some changes of the digestive functionality. In the first experiment, the degree of ruminal acidosis was controlled on dairy cows from commercial farms: the low observed ph values were indices of risks but not so low to have serious adverse effects at digestive-metabolic level. However in these circumstances, the lower ph would be especially indices of a greater feed intake, in turn favoured by a better general animal health. In the second experiment, the application of acute stress to lactating cows showed digesta rumen passage rate of digesta, especially in late lactation, confirming the possibility that the acute stress could be a risk factor for digestive abnormalities. In the third one, on the large intestine functionality of rabbits exposed to diets with different levels of starch, some slightly better performances were obtained with the diet richer in digestible fibre. Though main digestive traits were unaffected by treatments, some blood parameters, particularly those linked to the oxidative status, revealed a more favourable metabolic situation associated with the use of less starchy diets. Hence, alteration of the fermentative processes may impair animal production and/or the animal health conditions. For a better interpretation of the parameters of the digestive system functionality the support of some specific blood parameters appears useful.
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MINUTI, ANDREA. "Studio dei processi digestivi nei ruminanti e negli erbivori monogastrici in relazione ai rischi di turbe digestive e ad anomalie degli indici ematici di stati infiammatori." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/270.

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Abstract:
Per studiare le ripercussioni metaboliche e produttive di alterazioni della funzionalità del digerente sono state condotte tre sperimentazioni. Nella prima sono state controllate le condizioni di acidosi ruminale in bovine di allevamenti commerciali: in essi non si sono riscontrati valori di ph capaci di indurre seri effetti negativi a livello digestivo-metabolico, ma certamente a rischio. In tali condizioni, i più bassi valori di ph ruminali sarebbero soprattutto indice di una maggiore ingestione di alimenti, favorita anche da migliori condizioni generali di salute delle bovine. Nella seconda sperimentazione, l'applicazione di stress acuti a bovine in lattazione ha prodotto un rallentamento nel transito ruminale, soprattutto in animali in lattazione avanzata, confermando la possibilità che lo stress acuto rappresenti un fattore di rischio per anomalie digestivo/fermentative. Nella terza prova, relativa alla funzionalità del grosso intestino di conigli esposti a diete con diversi livelli di amido, performance produttive leggermente più favorevoli si sono registrate con la dieta più alta in fibra digeribile. A fronte di analoghe caratteristiche del digerente tra le tesi, alcuni parametri ematici ,soprattutto con riferimento allo status ossidativo, hanno permesso di porre in evidenza un quadro metabolico più favorevole associato all'uso di diete meno amidacee. Quindi, alterazioni dei processi fermentativi, possono avere conseguenze sul livello produttivo e sullo stato di salute dell'animale. Per una migliore interpretazione dei dati della funzionalità del digerente appare utile il supporto di taluni parametri ematici.
Three experiments were carried out to study the metabolic and productive effects of some changes of the digestive functionality. In the first experiment, the degree of ruminal acidosis was controlled on dairy cows from commercial farms: the low observed ph values were indices of risks but not so low to have serious adverse effects at digestive-metabolic level. However in these circumstances, the lower ph would be especially indices of a greater feed intake, in turn favoured by a better general animal health. In the second experiment, the application of acute stress to lactating cows showed digesta rumen passage rate of digesta, especially in late lactation, confirming the possibility that the acute stress could be a risk factor for digestive abnormalities. In the third one, on the large intestine functionality of rabbits exposed to diets with different levels of starch, some slightly better performances were obtained with the diet richer in digestible fibre. Though main digestive traits were unaffected by treatments, some blood parameters, particularly those linked to the oxidative status, revealed a more favourable metabolic situation associated with the use of less starchy diets. Hence, alteration of the fermentative processes may impair animal production and/or the animal health conditions. For a better interpretation of the parameters of the digestive system functionality the support of some specific blood parameters appears useful.
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GROSSI, PAOLO. "Il periodo di transizione della bovina da latte e l'infiammazione: un nuovo indice per valutare la risposta individuale, trattamenti pre-parto finalizzati alla sua riduzione e conseguenze sulle prestazioni produttive e riproduttive." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1309.

Full text
Abstract:
Il periparto è la parte più critica della vita della bovina da latte. I cambiamenti importanti ed improvvisi nel metabolismo e nelle condizioni di vita possono favorire l’insorgenza di problemi di salute e di uno stato infiammatorio. Una risposta eccessiva dell’organismo all’infiammazione può sottrarre risorse fondamentali, causando un peggioramento delle condizioni di salute e un calo della produzione di latte. Nella prima parte della tesi si propone un nuovo indice basato su alcuni parametri plasmatici utile a descrivere meglio la risposta all’infiammazione nel post-parto. Una identificazione rapida degli animali caratterizzati da una risposta eccessiva all’infiammazione, specialmente quelli senza sintomi esterni, permette un intervento efficace per evitare ulteriori conseguenze negative. La seconda e terza parte della tesi descrivono due prove sperimentali finalizzate a ridurre la risposta all’infiammazione impiegando acidi grassi ω-3 e/o acido acetilsalicilico. La somministrazione di acidi grassi ω-3 a cavallo del parto ha ridotto la risposta all’infiammazione e migliorato il bilancio energetico, mentre la loro somministrazione esclusivamente prima del parto ha evidenziato alcuni leggeri miglioramenti nella risposta all’infiammazione e nel bilancio energetico. La somministrazione prima del parto di acido acetilsalicilico ha causato l’insorgenza di alcuni problemi e pertanto dovrebbe essere somministrata solo dopo il parto.
The peripartum period is the most critical stage of the dairy cows. The sudden and major changes in metabolism and life conditions may favor the onset of health problems together with an inflammatory status. An excessive response by the organism to inflammation may subtract primary resources, resulting in a worsening of health status and in a lower milk yield. In the first part of the thesis a new index based on some plasma parameters is proposed to better describe the response to inflammation in the post-calving of dairy cows. An early identification of the animals characterized by a severe response to inflammation, especially without any external symptom, allows an effective intervention in order to avoid further negative consequences. The second and the third part of the thesis describe two experiments aiming to reduce the response to inflammation using ω-3 fatty acids and/or acetylsalicylic acid. The administration of ω-3 fatty acids around calving reduced the inflammatory response and improved the energy balance, while their pre-calving only administration highlighted some slight improvements in inflammatory response and energy balance. The pre-calving administration of acetylsalicylic acid caused the onset of some problems and should be used only after calving.
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GROSSI, PAOLO. "Il periodo di transizione della bovina da latte e l'infiammazione: un nuovo indice per valutare la risposta individuale, trattamenti pre-parto finalizzati alla sua riduzione e conseguenze sulle prestazioni produttive e riproduttive." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1309.

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Abstract:
Il periparto è la parte più critica della vita della bovina da latte. I cambiamenti importanti ed improvvisi nel metabolismo e nelle condizioni di vita possono favorire l’insorgenza di problemi di salute e di uno stato infiammatorio. Una risposta eccessiva dell’organismo all’infiammazione può sottrarre risorse fondamentali, causando un peggioramento delle condizioni di salute e un calo della produzione di latte. Nella prima parte della tesi si propone un nuovo indice basato su alcuni parametri plasmatici utile a descrivere meglio la risposta all’infiammazione nel post-parto. Una identificazione rapida degli animali caratterizzati da una risposta eccessiva all’infiammazione, specialmente quelli senza sintomi esterni, permette un intervento efficace per evitare ulteriori conseguenze negative. La seconda e terza parte della tesi descrivono due prove sperimentali finalizzate a ridurre la risposta all’infiammazione impiegando acidi grassi ω-3 e/o acido acetilsalicilico. La somministrazione di acidi grassi ω-3 a cavallo del parto ha ridotto la risposta all’infiammazione e migliorato il bilancio energetico, mentre la loro somministrazione esclusivamente prima del parto ha evidenziato alcuni leggeri miglioramenti nella risposta all’infiammazione e nel bilancio energetico. La somministrazione prima del parto di acido acetilsalicilico ha causato l’insorgenza di alcuni problemi e pertanto dovrebbe essere somministrata solo dopo il parto.
The peripartum period is the most critical stage of the dairy cows. The sudden and major changes in metabolism and life conditions may favor the onset of health problems together with an inflammatory status. An excessive response by the organism to inflammation may subtract primary resources, resulting in a worsening of health status and in a lower milk yield. In the first part of the thesis a new index based on some plasma parameters is proposed to better describe the response to inflammation in the post-calving of dairy cows. An early identification of the animals characterized by a severe response to inflammation, especially without any external symptom, allows an effective intervention in order to avoid further negative consequences. The second and the third part of the thesis describe two experiments aiming to reduce the response to inflammation using ω-3 fatty acids and/or acetylsalicylic acid. The administration of ω-3 fatty acids around calving reduced the inflammatory response and improved the energy balance, while their pre-calving only administration highlighted some slight improvements in inflammatory response and energy balance. The pre-calving administration of acetylsalicylic acid caused the onset of some problems and should be used only after calving.
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Moretti, Riccardo. "Predictive modelling for dairy cow welfare assessment." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1121250.

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Abstract:
Animal welfare is a rather complex concept. It includes various different facets that make it difficult for scientists to produce an ultimate definition. Leaving out ethical discussions, science aims at finding key concepts that could work as objective indicators for the welfare status of farmed animals. Among the commonly accepted indicators, disease presence in dairy farms is of main importance. The negative impact of diseases on animal welfare and productive performances is straightforward. Recently, however, great attention has been given to the environmental conditions where the animals are reared. Specifically, the heat stress issue has been addressed in different papers available in scientific literature. In this PhD thesis, rumination fills a key role in animal welfare definition. This physiological process, which differentiates and characterises ruminants from the rest of the mammals, has been thoroughly studied. Mechanisms involved in rumination are well known, as well as the diseases that strike the rumen. However, rumination is still poorly considered in the general context of welfare in dairy cows. In the papers produced during this PhD project and presented in Part II (some of them already published on international journals), rumination relationships with the main factors influencing animal welfare were studied. In the first paper, heat stress effects on rumination time were described. The paper shows that rumination decreases when discomfort caused by heat stress increases. In the second paper, rumination was hypothesised as a predictor for various diseases groups, commonly affecting dairy farms. Other results are presented as drafts of papers that will be submitted to international journals as soon as ready. The first draft explores the heritability of rumination and its genetic correlation with milk production traits. Only few studies can be found in literature about rumination heritability, and none of them evaluated the same genetic relationships we investigated. Lastly, in the second draft a first rough attempt to build a predictive model for diseases prediction was made. Fine tuning is still needed to improve the obtained results. Minor results are presented as abstracts (oral presentations at two international meetings) in the last section of Part II.
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