Academic literature on the topic 'Bosnia ed Erzegovina'

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Dissertations / Theses on the topic "Bosnia ed Erzegovina"

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Bulian, Francesca. "Analisi geochimica ed ambientale di sedimenti ed acque del lago di Veovaca (Vares- Bosnia ed Erzegovina)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9047/.

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Abstract:
Il lavoro svolto nella zona di Vareš, in particolare nella zona del lago di Veovača ha investigato diverse matrici ambientali (sedimenti, suoli, acque) per valutare le loro caratteristiche e la loro qualità. Nella zona è stata presente in passato attività estrattiva e di lavorazione dei minerali estratti, da qui la necessità di questo studio esplorativo. Il lavoro svolto si divide in tre fasi: campionamento, svolto in quattro giorni passati in campagna; analisi dei campioni raccolti e interpretazione dei risultati. Sono state campionate acque e sedimenti in punti interni al lago, altri in corrispondenza delle sue sponde e punti lungo la diga. Sul materiale solido sono state svolte analisi di spettrometria di fluorescenza a raggi X, mentre sulle acque sono state applicate tecniche di spettrometria di assorbimento atomico (AAS), spettrometria di emissione al plasma induttivamente accoppiato (ICP-AES) e cromatografia ionica oltre che a misure di parametri chimico-fisici in campo. Sono stati poi valutati i risultati, attraverso il confronto con banche dati di riferimento ed elaborazioni statistiche e grafiche. Si tratta di uno studio preliminare effettuato su un piccolo numero di campioni e perciò solo indicativo e non in grado di fornire risposte definitive sulla condizione ambientale dell'area. Tuttavia queste prime informazioni consentono di delineare un quadro nel quale future indagini potranno approfondire aspetti e problemi critici per la qualità ambientale.
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Pasini, Vittoria <1993&gt. "La guerra in Bosnia ed Erzegovina e il conflitto dell’heritage. Il caso di Sarajevo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17996.

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Abstract:
L’elaborato di tesi esplora le diverse espressioni dell’heritage nello spazio urbano di Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina. Lo studio ha voluto essere un approfondimento delle dinamiche politiche e sociali proprie della capitale bosniaca post-Dayton e della loro manifestazione nella costruzione del patrimonio culturale, storico e memoriale, così come pensato ed espresso dai molteplici attori che costituiscono oggi la società sarajevese. In Bosnia ed Erzegovina l’heritage ha assunto un ruolo fondamentale, sia durante la guerra che nella successiva fase di ricostruzione, a causa della sua stretta relazione con la memoria e le dinamiche di costruzione identitaria dei gruppi sociali. In particolare, la capitala bosniaca per la sua tradizione fondata sul pluralismo e sulla convivenza multietnica è stata un obiettivo privilegiato, così come il suo patrimonio, distrutto nel tentativo di portare a termine un progetto di “pulizia etnica” ai danni della comunità musulmana del Paese. Dopo aver ripercorso le tappe della storia della Bosnia ed Erzegovina, dall’insediamento degli Slavi al crollo della Jugoslavia, e dopo aver passato in rassegna i fatti dal 1992 al 1995, con un focus sull’assedio di Sarajevo, attraverso il metodo d’indagine etnografica ho cercato di ricostruire i diversi ambiti in cui l’heritage trova oggi espressione a Sarajevo. Ho rintracciato il patrimonio nei musei, nel paesaggio urbano e nella produzione artistica e ho cercato di comprendere il suo ruolo politico e sociale, tenendo conto della compresenza di narrative storiche contrastanti sul conflitto e sull’assedio ancora presenti dopo 25 anni dalla fine del conflitto.
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Jeleč, Petar. "La Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina e lo Stato indipendente croato : 1941-1945 : lo studio secondo la storiografia e le fonti ecclesiastiche e civili, principalmente di matrice bosniaco-erzegovese, croata e serba /." Roma : Pontificia università gregoriana, 2006. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41169726t.

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Abstract:
Extr. de: Dissertazione per il dottorato--Facoltà della Storia e dei Beni Culturali della Chiesa, Dipartimento Storia della Chiesa--Roma--Pontificia università gregoriana, 2006.
Bibliogr. p. 245-263.
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4

CANDIANI, GIANLUCA. "HLJEB SA SEDAM KORA ovvero IL PANE DALLE SETTE CROSTE. Lavoro e identità tra i minatori illegali di carbone di Zenica (BiH): etnografia di una realtà post-socialista." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/305212.

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Abstract:
Una vasca da bagno risale lentamente, come sospinta dal soffio di Madre Terra, dalle viscere di una collina metallifera nei pressi di Zenica, nella Bosnia centrale. Un carico di carbone fumante appena estratto è pronto per essere setacciato e caricato su un vecchio camion dell’esercito jugoslavo dalla squadra di minatori che opera in superficie. È così che, dalle profondità della terra dove trovano lavoro centinaia di minatori illegali bosniaci, nasce un florido commercio parallelo di carbone che andrà ad alimentare caldaie e cucine di migliaia di famiglie in tutto il Paese. Ciò avviene in totale assenza di contratti, norme di sicurezza, tutele assicurative o garanzie di alcun tipo per i lavoratori. Nella città considerata una «Jugoslavia in miniatura», modello del socialismo reale, trainata dalla sua acciaieria (Željezara Zenica) e dall’indotto metallurgico-minerario (più di 50.000 operai), fino agli inizi degli anni Novanta a inebriare l’ambiente economico e socio-culturale era il senso di sigurnost (sicurezza) e di fiducia nel futuro, sprigionate da un paradigma lavorativo fondato sulla Samoupravljanje (Autogestione). Questo metteva al centro la figura dell’uomo-operaio, autentico simbolo del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita e lavoro avvenuto nel secondo Dopoguerra. La dissoluzione della Jugoslavia e la Guerra che ne è seguita, ha portato al collasso del sistema-vita in cui gli abitanti di Zenica hanno vissuto per 50 anni. I lavoratori dell’acciaieria e delle miniere statali sono stati espulsi in massa dal mercato del lavoro senza alternative valide a livello occupazionale, sfavoriti da un contesto economico che orbitava intorno a una sola cometa: l’industria pesante. Alla luce dei profondi mutamenti occorsi in Bosnia ed Erzegovina nelle ultime decadi, come sono andati riconfigurandosi dal punto di vista lavorativo e sociale, le traiettorie esistenziali degli abitanti di Zenica? Ho cercato di avvicinarmi a questo interrogativo analizzando il prisma dell’economia sommersa che, negli anni dell’ultimo Dopoguerra e dei piani di aggiustamento strutturali in chiave neoliberista (apertura al libero mercato, privatizzazione delle proprietà sociali, deregolamentazione finanziaria, de-sindacalizzazione delle imprese), ha guadagnato un ruolo di primo piano nell’intero panorama economico-produttivo bosniaco (Divjak & Pugh, 2013). Attraverso l’etnografia e l’esperienza di lavoro con i minatori illegali di Zenica, ho cercato di indagare la situazione inerente al mercato del lavoro (in particolare l’estrazione abusiva del carbone) e i temi ad esso correlati quali disoccupazione, emigrazione, diritti dei lavoratori, corruzione, sfruttamento, genere e processi di produzione di illegalità in questo particolare contesto post-industriale, post-bellico e post-socialista. L’estrazione illegale dell’oro nero bosniaco, unitamente all’interesse per le questioni che riguardano il complesso e sfaccettato quadro economico-sociale e politico-culturale del Paese, mi ha portato ad intercettare il filone di studi delle Artisanal and Small Scale Mining (ASM), da cui la presente tesi ha attinto parte dell’impalcatura teorica. Come primo progetto di studi in ambito europeo sulle ASM il lavoro non gode di una letteratura d’area cui appoggiarsi, pertanto l’impianto teorico prenderà spunto da più fonti, rinunciando ad ogni pretesa di esaustività. La speranza è semmai quella di contribuire al dibattito accademico cercando di rendere, attraverso l’etnografia, da un lato la complessità delle nuove relazioni sociali ed economiche legate ad un mutato universo di significati in cui agiscono gli attori del panorama estrattivo artigianale zeničano, dall’altro di presentare le prospettive future di un vasto mondo del lavoro illegale, connesso a scelte politiche ed economiche non solo di carattere locale ma soprattutto federale, nazionale e globale.
A bathtub rises slowly, as pushed by the Mother Earth’s breath, from the bowels of a metallic hill near Zenica, in central Bosnia. A cargo of freshly extracted steaming coal is ready to be sieved, stowed in 50 kg bags, and loaded into an old Yugoslav army truck by the miners working outside. Here, from the depths of the earth where hundreds of Bosnian illegal miners find work, a thriving parallel coal trade is born, in order to feed stoves, boilers and kitchens for thousands of families across the country. This occurs in the total absence of contracts, any kind of safety regulations, insurance protections or guarantees for the workers. During the Tito period, this city was considered a «miniature Yugoslavia», a true model of real socialism, driven by both its steel mill (Željezara Zenica) and the metallurgical-mining industries (which employed more than 50,000 workers). Until the beginning of the nineties, the economic and socio-cultural environment was enhanced by the pervasive sense of sigurnost (security) and the confidence in the future, released by a work paradigm based on Samoupravljanje (Self-management). This was focused on the man-worker, an authentic symbol of progress and improvement of living and working conditions, which took place in the second post-war period. The dissolution of Yugoslavia and the consequent war led to the collapse of this life-system, known by the inhabitants of Zenica for 50 years. The steel mill and State mines workers were all expelled from the labor market without valid alternatives in terms of employment. They were also penalized by an economic context based on a single, great and bright direction: the “heavy” industry, fundamental and everlasting point of reference for thousands of workers and citizens. Considering the deep changes occurred in Bosnia and Herzegovina in the last few decades: how the lives of the Zenica (the "Incandescent City") inhabitants have been set up again from a working and social point of views? I tried to approach this question by analyzing the condition of the underground economy. During the last postwar period and throughout the structural adjustment plans in a neoliberal view (for example, the opening to the free market, privatization of social property, financial deregulation, de-unionization of companies), this hidden economy has gained a leading role in the entire Bosnian economic-productive landscape (Divjak & Pugh, 2013). Considering the ethnography and my experience working with the illegal miners in Zenica, I wanted to investigate the situation of the labor market (in particular illegal coal mining) and the related issues, such as unemployment, emigration, rights of workers, corruption, exploitation, gender, conflicts, cooperative methods and illegal production processes in this particular post-industrial, post-war and post-socialist context. The illegal "private" extraction of Bosnian black gold, together with my interest in issues like the complex and diverse economic-social and political-cultural framework of the Country, led me to the specific studies of the Artisanal and Small Scale Mining (ASM), from which the theoretical framework of this thesis is based. As the first European study project on ASM, this work does not have a literature background to rely on, therefore the theoretical framework will be inspired by different sources, without claiming to be exhaustive. My aim (and hope) is to contribute to the academic debate. Through ethnography, I am trying to explain the complexity of the new social and economic relationships connected to the changed life meanings in which the artisanal miners of Zenica are working now. Also, I want to present the future possibilities for the large world of illegal work, deeply linked to political and economic choices, not only local but especially the federal, national and global ones.
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5

Florian, Diego. "Valutazione degli impatti dell'internazionalizzazione dell'industria italiana del legno e del mobile nei Balcani. Definizione del fenomeno, analisi dei processi e degli impatti socio-economico ed ambientali in Italia e nei paesi presi in esame (Romania, Serbia, Bosnia Erzegovina)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425116.

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Abstract:
The internationalization of commercial and productive activities of industrial companies is a phenomenon which characterized, in the last decades, the economic development of many countries. Also Italian companies have been actively involved in such processes, especially regarding the "made in Italy" traditional sectors, with wood processing and furniture production among these. Direct foreign investments (especially to the Eastern European country) and the delocalisation of some productive stages of the sectors mentioned above imply a number of impacts both on Italian and the foreign territory. These impacts concern the way and intensity in harvesting of local forests, the spatial and productive organization of the local industrial systems (also called industrial districts), the quantitative and qualitative adjustment in employment and the change in trading channels of wood products. Significant impacts have also been measured in the development and economic competitiveness of the sectors referred above. In this paper we present the theoretical paradygms and the instruments for the economic evaluation of internationalization processes. A list of indicators is proposed to assess the impacts, both at macro (impacts on the territory) and at micro scale (impacts of single enterprises through the appraisal of the implemented social responsibility level).
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Books on the topic "Bosnia ed Erzegovina"

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Scritti sulla pietra: Voci e immagini dalla Bosnia ed Erzegovina fra Medioevo ed età moderna. Udine: Forum, 2005.

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Woelk, Jens. La transizione costituzionale della Bosnia ed Erzegovina: Dall'ordinamento imposto allo Stato multinazionale sostenibile? Padova: CEDAM, 2008.

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Ferrari, Tamara. Il confine sminato: Cronache da Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, Sud Sudan, Bosnia ed Erzegovina, Italia. Santa Maria Capua Vetere (CE) [i.e. Caserta, Italy]: Spartaco, 2014.

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5

Vukšić, Tomo. I rapporti tra i cattolici e gli ortodossi nella Bosnia ed Erzegovina dal 1878 al 1903: Uno studio storico-teologico. Roma: Pontificio Collegio Croato di San Girolamo, 1991.

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Kushnir, Ivan. Economia Della Bosnia Ed Erzegovina. Independently Published, 2021.

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Pubblicazione, Bosnia Ed Erzegovina. Mio Diario Di Viaggio Bosnia Ed Erzegovina: 6x9 Diario Di Viaggio I Taccuino con Liste Di Controllo Da Compilare I un Regalo Perfetto per il Tuo Viaggio in Bosnia Ed Erzegovina e per Ogni Viaggiatore. Independently Published, 2019.

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Pubblicazione, Bosnia Ed Erzegovina. Benvenuti a Bosnia Ed Erzegovina Diario Di Viaggio per Bambini: 6x9 Diario Di Viaggio e Di Appunti per Bambini I Completa e Disegna I con Suggerimenti I Regalo Perfetto per il Tuo Bambino per le Tue Vacanze in Bosnia Ed Erzegovina. Independently Published, 2019.

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Pubblicazione, Bosnia Ed Erzegovina. Mio Diario Di Viaggio per Bambini Bosnia Ed Erzegovina: 6x9 Diario Di Viaggio e Di Appunti per Bambini I Completa e Disegna I con Suggerimenti I Regalo Perfetto per il Tuo Bambino per le Tue Vacanze in Bosnia Ed Erzegovina. Independently Published, 2019.

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Bosnia Ed Erzegovina Travel Publishing. Bosnia Ed Erzegovina Diario Di Viaggio: Pianificatore Di Viaggio I Pianificatore Di Viaggio Su Strada I Diario a Griglia a Punti I Taccuino I Diario Tascabile I Regalo per Backpacker. Independently Published, 2020.

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