Dissertations / Theses on the topic 'Bisogno'

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1

Bonente, Valentina <1993&gt. "Swachh Bharat: il bisogno di un'India pulita." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12648.

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Abstract:
Il 2 ottobre 2014 il neo-Primo Ministro indiano Narendra Modi lancia l’accattivante campagna chiamata Swachh Bharat, che letteralmente significa “India pulita”, con la quale inizia il suo progetto di governo. Riprendendo la visione gandhiana che poneva la pulizia e l’igiene come cardine fondamentale per raggiungere una completa indipendenza nazionale, Modi incita con clamore tutti i cittadini a unire le forze per ripulire le strade indiane. Oltre alla raccolta dei rifiuti, questa campagna comprende tra i suoi obiettivi quello di fornire bagni pubblici in tutta l’India e l’educazione al loro utilizzo. Da una campagna con scopi politico – governativi, in questi tre anni lo Swachh Bharat è sicuramente diventato un progetto di massa nazionale attraverso il quale è avvenuto un graduale coinvolgimento popolare. Questo è dovuto anche alla propaganda con un forte impatto visivo come la trasmissione di pubblicità con la partecipazione di star di Bollywood o le famose fotografie che rappresentano proprio il Primo Ministro intento a pulire le strade. Nel complesso l’attenta analisi di questa campagna ha chiaramente dimostrato che il progetto politico di Narendra Modi ha fatto sì che emergesse come necessità fondamentale il bisogno di un’India pulita.
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2

Leardini, Alex. "Macchinario per il disimballo di bobine: dal bisogno al progetto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/5039/.

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Abstract:
Ho progettato un sistema semi automatico per il disimballo di bobine di film plastico formato da una rulliera motorizzata, una catenaria a denti di cane, un dispenser di euro pallet e una pinza end-effector. Inoltre mi sono concentrato sullo studio della logistica dei carrelli elevatori dell'azienda, producendo una mappatura dettagliata per individuare percorsi anomali o inefficienze. Prima di dedicarmi a modellazione 3D e calcoli, ho cercato di reperire più informazioni possibili che mi potessero aiutare ad ottenere un prodotto che rispondesse a tutte le specifiche richieste. Per individuare le caratteristiche progettuali su cui concentrarmi ho elaborato delle tabelle QFD, compilate assieme agli operatori addetti al disimballo, ottenendo così un’oggettiva priorità sulle funzioni necessarie. La progettazione ha portato ad un macchinario sicuramente competitivo che risponde a pieno alle funzioni richieste, nei tempi e nei modi dettati dall’azienda.
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3

Tonello, Anna <1995&gt. "Da “green” a “pink”: il futuro delle società ha bisogno delle donne." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17512.

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Abstract:
Il tema su cui si concentrerà la mia tesi riguarda le quote rosa, più precisamente nell’elaborato si andrà ad analizzare come le imprese comunicano la loro attenzione verso l’empowerment femminile. Nel primo capitolo verrà esposta la questione della disparità di genere mettendo in luce ricerche, sondaggi, indagini e studi condotti dai vari esperti. I dati riportati fanno riferimento al contesto europeo e più nello specifico alla realtà italiana. Si illustrerà la legislazione attuata nei vari paesi europei e gli interventi politici a confronto con la situazione italiana (L.120/2011). Questa prima parte risulterà essere più teorica volta ad inquadrare la problematica tramite un’attenta analisi della letteratura. Di particolare aiuto sono state le ricerche e gli studi portati avanti dalla docente dell’Università della Bocconi Paola Profeta molto attenta alla tematica. Nel secondo capitolo ci si soffermerà sugli strumenti da utilizzare per l’analisi pratica, nel dettaglio si andrà a distinguere le diverse tipologie di comunicazione aziendale con riferimento agli studi personali seguiti in questi due anni accademici. L’ultimo capitolo invece mette in pratica le osservazioni effettuate nei due capitoli precedenti. Verranno analizzati e messi a confronto due settori fra loro differenti, da un lato il comparto farmaceutico, dall’altro il settore della moda e del lusso. Partendo da un campione di società quotate nella Borsa valori di Milano si restringerà il campo a quelle aziende veramente propense ad enfatizzare il loro profilo “pink”.
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4

MASCINO, LAURA. "Spazi abitabili: declinazione in spazi e misure delle idee di bisogno e benessere." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/11578/278512.

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5

Ceppa, Viviana <1981&gt. "Il bisogno di dire: la questione dell'indicibile nella filosofia di Adorno e Wittgenstein." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/943.

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6

CAPPELLETTI, ERIKA ROSA. "Comunicare la salute: bisogno informativo e comunicazione tailored in pazienti coronaropatici e ipertesi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/102731.

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Abstract:
This thesis is devoted to the analysis of the role of communication in the management of cardiovascular diseases. It is made up by two theoretical chapters and four empirical studies. The first chapter presents a brief description of cardiovascular diseases and it introduces the importance of primary and secondary prevention through optimal self-management and health behaviors. It also describes the main theoretical models of health behavior. The second chapter analyzes the concept of health communication, with the description of the history, the techniques and the practical applications of this growing field of research. In this chapter it is explained the importance of identifying patients’ information needs to enhance the quality of chronic disease management and to lead health-care systems to move toward more patient-tailored care. The concept and practice of tailoring health messages are also introduced. In the third chapter it is reported a longitudinal observational study aimed at exploring the information needs and perceived relevance of different information sources among patients affected by acute coronary syndrome and hypertension. The second study was designed to examine whether information needs and situational coping responses influence each other over time in a sample of hypertensive patients. A three-wave longitudinal design that allows for examining potential reciprocal relationships among study variables was adopted for this study, and two main hypotheses were tested. The first hypothesis was that patients’ strategies to cope with their hypertension would affect their need for specific information related to their illness. The second hypothesis was that the relationships between coping and the need for information would be bi-directional. Consequently, a greater need for information at baseline would also foster a greater adoption of active coping strategies in the following months, while patients less interested in information would adopt more disengagement strategies of coping. The third study describes the development and the initial evaluation of a theory-based tailored print message intervention to improve compliance with the self-care regimen recommended for patients with hypertension. The intervention was initially evaluated by assessing patients’ exposure and reading of the material, their reaction to the appearance and the content of the health brochures and the perceived relevance and usefulness of the information provided. Finally, the aim of the fourth study was to evaluate if the theory-based tailored intervention described in study three was effective in promoting changes in behavioral habits among patients with essential hypertension. The hypothesis was that the intervention group who had received the tailored health brochure would change wrong lifestyle habits more significantly than a comparison group in a usual care condition.
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7

Iannone, Silvia Rita. "Il bisogno di tradurre poesia. Proposta di traduzione in italiano di "Lacura" di Emilia Pesqueira." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21302/.

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Abstract:
Il presente elaborato prevede l'analisi della poesia "Lacura" della poetessa messicana Emilia Pesqueira e la proposta di traduzione del componimento in lingua italiana. Nel primo capitolo verrà svolto un approfondimento teorico sulla traduzione poetica e la sfida che essa comporta. Nel secondo capitolo verrà presentato il testo originale: partendo da una breve descrizione della raccolta Huele a sol, sabe a luna, si passerà ad un’analisi dello stile e dei temi in esso contenuti. Particolare rilevanza assumerà l’analisi del testo su cui si centra il presente elaborato. Il terzo capitolo conterrà la proposta di traduzione definitiva e le possibili varianti e alternative proposte durante il processo traduttivo. Il quarto verterà sul commento alla traduzione: innanzitutto verrà illustrata la metodologia adottata, quindi verranno elencati e discussi i problemi riscontrati durante il processo traduttivo, quali la traduzione del titolo, il ritmo, gli aspetti grafici del testo e i giochi di parole. Il quinto e ultimo capitolo, infine, conterrà una proposta di traduzione intersemiotica, ovvero una sorta di esperimento che vede confluire linguaggio verbale e linguaggio musicale in una versione molto più libera e distaccata dall’originale.
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8

Foni, Fabrizio. "" I lettori hanno bisogno di sale,di droghe,di eccitanti ". Nero, fantastico e bizzarrie varie nella Domenica del Corriere (1899-1909)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2606.

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Abstract:
2006/2007
Per quanto riguarda il primo Novecento italiano, sulla scorta di quanto affermato da Calvino, la critica letteraria si è solitamente limitata ad esaminare una produzione fantastica di stampo «intellettuale», anziché «emozionale». In realtà, per il nostro paese, è proprio la nascita di svariate riviste di taglio popolare (e dalle larghe tirature) a contribuire alla diffusione d’un racconto fantastico finalizzato alla meraviglia o al raccapriccio del lettore. “La Domenica del Corriere”, oltre ad essere la più venduta, offre un perfetto esempio di come questo tipo di narrativa acquisti sempre più spazio, contribuendo alla creazione di una scuola di autori prolifici, seppur ai limiti del dilettantismo, e proponendo – spesso per la prima volta – le traduzioni a puntate dei romanzi esteri polizieschi, fantastici o semplicemente avventurosi più noti all’epoca. La citazione nel titolo riprende la risposta, all’interno dell’anonima rubrica “Piccola Posta”, fornita a un lettore che aveva inviato un racconto giudicato dalla redazione «troppo semplice». Il "sale", le "droghe", gli "eccitanti" su cui viene posto l’accento, ben esemplificano il favore accordato dalla testata alla narrativa di genere. È in questi anni che, all’interno dei giornali, il fantastico nostrano diviene una specifica e organizzata espressione della cultura di massa, e non una curiosa e occasionale presenza, e “La Domenica del Corriere” ne rappresenta senz’altro il modello più riuscito.
XX Ciclo
1980
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CICERO, LAVINIA. "Il modello di analisi della leadership secondo la teoria dell'identità sociale: verifica del modello e analisi del ruolo del bisogno di riduzione dell'incertezza." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917259.

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Abstract:
La ricerca si è proposta di verificare in contesto italiano il modello di analisi della leadership basato sulla teoria dell’identità sociale (SIMOL) e di verificare il ruolo mediatore del desiderio/bisogno di ridurre l’incertezza (quale differenza individuale definita tramite il costrutto di Bisogno di Chiusura Cognitiva) rispetto alla Prototipicalità del leader nel predire l’Efficacia del leader. Tramite il primo studio sperimentale svolto con 124 soggetti (disegno fattoriale tra i soggetti 2 x 2) è stata. verificata l’esistenza dell’effetto di interazione tra il livello di Identificazione dei membri del gruppo e la Prototipicalità del capo nel predire la percezione di Efficacia del leader. Tramite lo studio 2 , correlazionale svolto con 242 dipendenti di tre aziende è stata verificata l’esistenza dell’effetto di interazione BCC x Prototipicalità del leader nel predire l’Efficacia del leader (Efficacia percepita dai collaboratori, Soddisfazione lavorativa, livello di Prestazione autovalutata e Desiderio di cambiare lavoro). Tramite lo studio 3, correlazionale svolto su 104 dipendenti di un’azienda attraversata da un cambiamento, è stata verificata l’ipotesi dell’esistenza dell’effetto di interazione tripla Identificazione con il gruppo x Prototipicalità del capo x BCC nel predire la Reazione al cambiamento organizzativo: ad alti livelli di Identificazione con il gruppo, alti livelli di Prototipicalità percepita del capo e alti livelli di BCC corrisponde una reazione al cambiamento positiva (apertura al cambiamento).
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SCHIAVETTA, MARCO. "Il bisogno sociale di orientamento permanente come risposta al fenomeno dei NEET. Una teoria emergente per un “modello di orientamento permanente ed inclusivo”." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/934711.

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Fava, Elena <1993&gt. "Il sé e l’altro nella Descrizione di Parigi di Rifāʿa Aṭ-Ṭhṭawī (Perché abbiamo bisogno dell’altro (del diverso da me) per conoscere noi stessi e definirci?)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20706.

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Abstract:
Rifāʿa Aṭ-Ṭhṭawī mostra attraverso le descrizioni nel suo compendio una perpetua operazione di allontanamento e avvicinamento tra il sé e l’altro che serve all’autore per auto-identificarsi mediante le differenze che incontra durante la sua permanenza in Francia. Verrà utilizzato il testo originale in lingua araba per dimostrare attraverso la traduzione in italiano, come esso serva all’autore per vedersi e rappresentarsi. Questa operazione di “definizione del sé attraverso lo specchio dell’altro” è una pratica millenaria e non circoscritta ad un’area specifica del mondo. Nei primi due capitoli proporrò un excursus sulle tematiche di identità e alterità, mostrando a sostegno di esse alcuni passaggi tradotti in lingua italiana del suo resoconto di viaggio in Francia: “Taẖlīs al-Ibrīz fī Talẖīs Bārīz” avvenuto tra gli anni 1826-1831. Il terzo e ultimo capitolo tratterà la macro-dialettica Oriente e Occidente, per dimostrare come questi due poli diametralmente opposti secondo la narrativa comune, in realtà, non siano poi così tanto diversi nelle rappresentazioni “dell’altro”.
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Rutley, Bruce David. "Management, growth and performance of bison (Bison bison) on seasonal pastures." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1998. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp02/NQ34828.pdf.

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MILITO, Francesco. "Educazione alla cittadinanza e Bisogni Educativi Speciali: un incontro necessario." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/61894.

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Contiero, Isabel <1994&gt. "La Sindrome di Asperger: una correlazione tra genialità e bisogni educativi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17015.

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Abstract:
La Sindrome di Asperger, che prende il nome dal suo studioso più importante Hans Asperger, negli ultimi anni ha assunto il significato di una correlazione tra deficit e genio. Si tratta di persone che generalmente possiedono un quoziente intellettivo superiore alla media, ma allo stesso tempo vengono emarginati da una società insensibile alle loro problematiche. Partendo da un'analisi dettagliata dell'impronta diagnostica, il presente elaborato si prefigge di approfondire i tratti identificativi di questa sindrome. Essendo soggetti "particolari", con evidenti difficoltà nell'apprendimento e nel comportamento, rientrano a far parte della macro-categoria dei BES (Bisogni Educativi Speciali). Come si vedrà nella parte finale, verranno prese in considerazione le strategie metodologiche-didattiche più consone per affrontare e gestire al meglio le evidenti difficoltà delle persone con Sindrome di Asperger.
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Bidinotto, Anna <1996&gt. "I bisogni emergenti e l’operato del servizio sociale durante la Pandemia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19719.

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Abstract:
Da più di un anno tutto il mondo sta convivendo con la malattia da Coronavirus, la quale ha destato molte preoccupazioni ed incertezze. Se prima della pandemia potevamo avere già un’idea delle problematiche che possono affliggere una popolazione, ora ci troviamo di fronte ad una situazione completamente nuova. Molte persone che prima riuscivano in modo autonomo a gestire la loro situazione economica, ora riscontrano momenti di difficoltà. Tantissimi giovani si trovano in uno stato lavorativo sempre più precario; gli anziani soli, a seguito del lockdown, stanno vivendo ancor più in uno stato di abbandono. La presente tesi si pone l'obiettivo di analizzare i bisogni della popolazione emersi a causa della malattia da covid-19. Al fine di realizzare l’elaborato sono state analizzate all’incirca 850 domande pervenute al servizio sociale di Jesolo rispetto ai buoni spesa e al Fondo straordinario per il Covid-19, durante un tirocinio di ricerca svolto tra agosto e ottobre 2020. Per realizzare la seconda parte della tesi è stato auspicabile intervistare telefonicamente 14 lavoratori con famiglie annesse, che stanno affrontando una difficoltà socio-economica a causa della crisi sanitaria in atto. La terza e ultima parte constaterà di un’analisi rispetto al lavoro svolto dagli operatori sociali durante la pandemia e delle misure economiche da loro erogate per la cittadinanza, approfondendo anche le difficoltà e le preoccupazioni principali di quest’ultimi in questo periodo di crisi mondiale.
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BOLIS, MICHELA. "L'ABITAZIONE TRA BISOGNI E DESIDERI. "METTER SU CASA" NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/292.

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Abstract:
La tesi analizza il significato dell'abitazione nella società contemporanea, dove il processo di individualizzazione e la crescente importanza dell'esperienza quotidiana come spazio in cui i soggetti costruiscono il senso del loro agire, rendono la casa un oggetto di studio privilegiato. La trattazione si apre con un'analisi dell'abitare che prende in considerazione i principali significati legati alla casa, riconducibili essenzialmente alle due sfere semantiche dei termini inglesi house e home, e traccia una breve storia dello spazio domestico italiano dagli anni cinquanta fino ai giorni nostri. Successivamente, l'analisi viene contestualizzata nella cultura italiana contemporanea; innanzitutto, l'attenzione è puntata sulla house, con la descrizione del quadro abitativo attuale da un punto di vista quantitativo e strutturale. Poi, ci si sofferma sulla home, con l'analisi della relazione tra la casa, i bisogni e la cultura nella società contemporanea e, in particolare, viene approfondito il ruolo dell'abitazione come strumento di comunicazione dell'identità. Dopo questo inquadramento generale, il focus si sposta sulle giovani coppie: con riferimento ai risultati della ricerca empirica, vengono descritte le tappe del processo del “metter su casa” e il modo in cui oggi si caratterizza il rapporto tra le giovani coppie e l'abitazione.
The thesis analyses the meaning of the couple house/home in contemporary society. The actual social context is characterized by a process of individualization and by the increasing importance of daily experience as a space where individuals try to build the meaning of their behaviour: these elements make house/home an interesting subject of study. The thesis starts with an analysis of inhabiting and of its main meanings, which are essentially linked to the two semantic areas of house and home, and describes a short history of Italian domestic space from fifties to our days. Then, the analysis focuses on contemporary Italian culture; first, the reasoning points attention towards the house, with the description of the actual dwelling situation from a quantitative and structural point of view. Then, the treatment examines the home, with the analysis of home-needs-culture relation, and, in particular, analyses the home role as an identity communication tool. After the analysis of the general situation, the focus moves to young couples: with reference to the empiric research, the treatment describes the steps of the “step up house” process and the particular relation between young couples and their home.
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BOLIS, MICHELA. "L'ABITAZIONE TRA BISOGNI E DESIDERI. "METTER SU CASA" NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/292.

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Abstract:
La tesi analizza il significato dell'abitazione nella società contemporanea, dove il processo di individualizzazione e la crescente importanza dell'esperienza quotidiana come spazio in cui i soggetti costruiscono il senso del loro agire, rendono la casa un oggetto di studio privilegiato. La trattazione si apre con un'analisi dell'abitare che prende in considerazione i principali significati legati alla casa, riconducibili essenzialmente alle due sfere semantiche dei termini inglesi house e home, e traccia una breve storia dello spazio domestico italiano dagli anni cinquanta fino ai giorni nostri. Successivamente, l'analisi viene contestualizzata nella cultura italiana contemporanea; innanzitutto, l'attenzione è puntata sulla house, con la descrizione del quadro abitativo attuale da un punto di vista quantitativo e strutturale. Poi, ci si sofferma sulla home, con l'analisi della relazione tra la casa, i bisogni e la cultura nella società contemporanea e, in particolare, viene approfondito il ruolo dell'abitazione come strumento di comunicazione dell'identità. Dopo questo inquadramento generale, il focus si sposta sulle giovani coppie: con riferimento ai risultati della ricerca empirica, vengono descritte le tappe del processo del “metter su casa” e il modo in cui oggi si caratterizza il rapporto tra le giovani coppie e l'abitazione.
The thesis analyses the meaning of the couple house/home in contemporary society. The actual social context is characterized by a process of individualization and by the increasing importance of daily experience as a space where individuals try to build the meaning of their behaviour: these elements make house/home an interesting subject of study. The thesis starts with an analysis of inhabiting and of its main meanings, which are essentially linked to the two semantic areas of house and home, and describes a short history of Italian domestic space from fifties to our days. Then, the analysis focuses on contemporary Italian culture; first, the reasoning points attention towards the house, with the description of the actual dwelling situation from a quantitative and structural point of view. Then, the treatment examines the home, with the analysis of home-needs-culture relation, and, in particular, analyses the home role as an identity communication tool. After the analysis of the general situation, the focus moves to young couples: with reference to the empiric research, the treatment describes the steps of the “step up house” process and the particular relation between young couples and their home.
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Smith, David L. "The impacts of wood bison (Bison bison athabascae) grazing on a sub-hygric shrub meadow plant community type, Mackenzie Bison Sanctuary, Northwest Territories /." PURL, 1990. http://www.arlis.org/docs/vol1/A/70345940.pdf.

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Abstract:
Thesis (M. Sc.)--University of Alberta, 1990.
Submitted to the Faculty of Graduate Studies and Research in partial fulfilment of the requirements for the degree of Master of Science, Department of Botany. Includes bibliographical references. Available also in electronic format on the Internet.
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Da, Ros Riccardo Giovanni <1994&gt. "La Disabilità ed i nuovi bisogni. un'esperienza innovativa nell'area del Nord-Est." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14177.

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Abstract:
Il mondo si sta avviando verso una profonda fase di cambiamenti demografici ed epidemiologici. Con la scomparsa delle più pericolose malattie infettive, le innovazioni tecnologiche ed i nuovi metodi di cura, la vita media dei cittadini si è allungata enormemente, facendo emergere nuove problematiche che mettono fortemente in crisi la sostenibilità del sistema socio-sanitario e richiedono trasformazioni ideologiche e organizzative. È questo il punto di partenza del mio studio, il quale propone un’analisi di come, sia a livello internazionale che nel caso particolare dello stato italiano, si cerchi di risolvere una delle grandi criticità che sta emergendo: la disabilità e l’accesso alle cure. È stato infatti riscontrato come, sia in Italia che in altri paesi, l’accesso alle cure e la qualità delle stesse sia, per le persone con disabilità, nettamente inferiore rispetto al resto della popolazione; tale mancanza è dovuta a diversi fattori, quali fattori ideologici nella considerazione della disabilità stessa e la mancanza di conoscenze degli stessi medici sul trattamento ed i diversi bisogni che questa categoria di persone necessitano. Verranno dunque esposte le caratteristiche del Progetto DAMA di Sacile, che propone un nuovo modello organizzativo che permetta l’accesso alle cure da parte delle persone con disabilità, in particolare quella intellettiva; l’obiettivo è non solo quello di dimostrare come tale progetto innovativo si inserisca perfettamente nelle linee strategiche internazionali e nazionali, ma anche come la versatilità di tale modello possa essere facilmente riprodotta in moltissime realtà italiane e non solo, rendendolo idoneo alla possibile risoluzione di una delle criticità emergenti nella nostra società.
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Fortin, Marie-Ève. "Effets de la taille du groupe sur la sélection de l'habitat à plusieurs échelles spatio-temporelles par le bison des plaines (Bison bison bison)." Thesis, Université Laval, 2007. http://www.theses.ulaval.ca/2007/24404/24404.pdf.

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Prior, Stephanie Victoria. "Human dimensions of European bison (Bison bonasus) management and conservation." Thesis, University of Strathclyde, 2006. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.426369.

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Shoemaker, Margaret Elizabeth. "The Effect of Stress on the Ecology of Neospora caninum in Bison Bison bison ." The Ohio State University, 2014. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=osu1399033528.

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Crisan, Monica <1989&gt. "L’abilità dell’assistente sociale nel leggere i bisogni del territorio e trasformarli in servizi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12551.

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Abstract:
Lo scopo di questa ricerca di tesi è di identificare le abilità che un professionista del servizio sociale deve possedere per riuscire a leggere i bisogni che il territorio in cui opera ha per poi poterli trasformare in servizi utili a garantire il miglio benessere possibile. Nel raggiungere tale obiettivo, e anche per capire meglio come ciò è possibile, ho analizzato il caso dell’assistente sociale di Torri di Quartesolo che dopo aver identificato il bisogno di alcuni minorenni del territorio, di un supporto educativo/ricreativo, ha messo in piedi dei progetti che hanno portato all'apertura di due centri diurni.
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Ranglack, Dustin H. "American Bison Ecology and Bison-Cattle Interactions in an Isolated Montane Environment." DigitalCommons@USU, 2014. https://digitalcommons.usu.edu/etd/3853.

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Abstract:
As bison are considered to be ecologically extinct, and negative interactions between bison and cattle are perceived to limit bison restoration and cattle production, I designed a series of studies to test for potential competition between bison (Bison bison) and cattle (Bos taurus) for forage on the Henry Mountains in southern Utah. These studies provide insight into key information gaps previously identified by the Utah Division of Wildlife Resources (UDWR), Bureau of Land Management, and the local grazing association. The results indicate that bison and cattle are not strong competitors for forage on the Henry Mountains. Jackrabbits (Lepus californicus) emerged as the strongest competitive threat to cattle, consuming more than twice the amount of forage consumed by bison. Further, bison habitat preferences did not match with cattle habitat needs as reported by a survey of the local ranching community. This suggests that negative impacts on cattle due to bison have been overstated. Still, any potential negative impacts of bison will be felt by a small group of local individuals. This prompted me to design a new management scheme, which has the potential to increase the number of bison on the Henry Mountains while also compensating local ranchers for reducing the number of cattle they graze in the area. This system should be mutually beneficial for the local ranching community and the UDWR, and easily implemented by taking advantage of the currently exiting conservation license program.
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Caleffi, Nicole <1988&gt. ""Non mi bisogna e non mi basta". L'armonia prestabilita nel dibattito filosofico del tempo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10830.

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Abstract:
Sulla base del carteggio avvenuto tra Leibniz e Lady Masham si andrà ad analizzare il Sistema dell'Armonia prestabilita contestualizzandolo nel dibattito filosofico del tempo ed in particolare con quello cudworthiano delle Nature plastiche.
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BELLUTO, Martina. "Prendersi cura. Un'analisi antropologica dei bisogni di salute nelle cure intermedie e di prossimità." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2488243.

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Abstract:
L’esigenza di saper raccogliere i bisogni degli attori sociali e il loro mutamento è un tema all’ordine del giorno nel campo delle politiche sociali e sanitarie contemporanee, resosi ancora più evidente con l’avanzare della pandemia di Covid-19. Con l’insorgenza di bisogni di salute sempre più complessi legati all’aumento delle malattie croniche, delle disuguaglianze e delle trasformazioni che investono i rapporti sociali, i sistemi sanitari si trovano oggi ad affrontare un profondo processo di rinnovamento, che richiede di sviluppare sia strategie per far fronte all’imprevisto in termini di preparedness, quanto diversi modi di pensare, fare e costruire la cura. Nell’ambito dei servizi sociali e territoriali, il personale medico-sanitario incontra una molteplicità di interazioni e informazioni che attraversano diversi campi di forza, in molte situazioni entrando in tensione con l’“istituito” della macchina amministrativa. In questo campo, la valutazione dei bisogni di salute dei pazienti chiama in causa una pluralità di professionisti che si muovono nella rete di cura e la sostanziano con un lavoro “vivo”, il quale difficilmente trova uno spazio di riconoscimento a livello istituzionale. Sebbene il concetto di bisogno sia assunto come riferimento costante, sono rari i casi in cui questo tema venga esplorato in modo approfondito nelle sue dimensioni relazionali, pratiche e soggettive. All’interno della biomedicina, le molteplici dimensioni del bisogno tendono piuttosto a essere misurate e categorizzate per fini diagnostici. Una modalità diversa da come spesso questi sono vissuti, narrati e significati all’interno dell’esperienza di malattia, sia da parte dei pazienti che dei loro caregiver, operatori sociosanitari inclusi. Attraverso un’analisi etnografica delle cure intermedie e di prossimità realizzata tra la Regione Emilia-Romagna e il Brasile, la ricerca intende offrire una riflessione antropologica dei bisogni di salute in quanto “fatti biografici e sociali”, con l’obiettivo di avanzare alcuni strumenti e proposte metodologiche riguardanti l’innovazione nei processi di lavoro nel campo dei servizi sociosanitari, in un’ottica centrata sulla dinamicità relazionale e collettiva delle pratiche di cura. Nel testo sono trattati, in particolare, casi studio raccolti nel corso della collaborazione con le professioniste e i professionisti degli Ospedali di Comunità. Queste strutture, nate solo recentemente nel contesto italiano, sono dedicate alle cure intermedie, una forma di assistenza integrata tra l’ospedale e il domicilio, volta a coordinare al meglio azioni longitudinali di intervento sul territorio.
The need to identify the needs of social actors and their change is a current topic in contemporary social and health policies, even reinforced by the spread of the Covid-19 pandemic. With the emergence of complex health needs related to chronic diseases, new inequalities, and the transformations of social relations, health systems face a renovation process that requires strategies to cope with preparedness and different ways of thinking, doing and building care. Health professionals deal with varying interactions and communications, often in tension with what is "established" by welfare administrations. In this field, assessing patients'health needs requires a plurality of professionals, who dynamically move in the network of care. Professionals substantiate it with living labour, rarely finding the space for it to be recognised at the institutional level. Although health policies made constant references to the concept of need, there are only a few cases in which this issue is explored in-depth in its relational, practical, and subjective dimensions. The multiple dimensions of need in the biomedical domain tend to be measured and categorised for diagnostic purposes, not converging with the way they are lived and experienced by patients and their caregivers – professional ones included. The research aims to offer an anthropological analysis of health needs as "biographical and social facts" through an ethnographic analysis of intermediate and proximity care between Emilia-Romagna and Brazil. It aims to observe and reflect on health needs as "biographical and social facts", advancing methodological tools and proposals for professionals based on a relational and collective approach to health. The case studies here observed deal in particular with Community Hospitals and their workers. These are structures for intermediate care, recently adopted in the Italian context, promoting integrated forms of health care, and providing coordinated and community-based interventions.
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ENTILLI, LORENZA. "IL LUTTO DOPO UNA PERDITA TRAUMATICA: ESPERIENZE, BISOGNI E APPLICAZIONI PRATICHE DEL SUPPORTO ONLINE." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3458738.

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Abstract:
The way of providing psychological support is changing, fast approaching the advantages provided by digitalization, particularly in light of the recent global upheavals. Also bereavement support is dealing with the implementation of different ways of reaching grieving people, and mental health professionals must investigate the possibilities offered by telematic tools, as well as the limits that online communication entails, especially for this specific population. The aim of the present study is to identify the practical implications, strengths, and limitations of the use of online bereavement support tools. In order to accomplish this aim, three studies were conducted and two specific bereavement experiences have been investigated: suicide losses and COVID-19 losses. Study 1 explored cross-sectionally the psychological state and perceived social support of Italian suicide survivors, and investigated differences in gender, kinship, help-seeking behavior, employing a rule-based system (RBS) analysis, an inference engine system able to identify implications among a set of variables. One-hundred and thirty-two (103 females and 29 males) suicide survivors answered an anonymous online survey. RBS analysis identified different help-seeking behaviors: survivors experiencing low level of social support may avoid going to a psychologist and resolve to GPs, look for advice in online forums and rely on people out of their narrower informal network such as coworkers. These unique study’s results offer insight to identify which specific areas would be fruitful to investigate while assessing social support in bereaved individuals. In Study 2, a thematic qualitative analysis was carried out on 30 live-chat transcripts of conversations between anonymous suicide survivors and a trained operator from a major Italian association providing online bereavement support. Five themes were identified to understand live-chat users’ experience with the service and their specific needs: meaning-making, reactions to the loss, resources, needs, and interactions with the operator. Suicide survivors showed to use the live-chat as a safe space in which to disclose nonsocially desirable details (included suicidal ideation) and to make sense of suicide through the reconstruction of events and the deceased's motivations. Study 3 explored qualitatively the bereavement experiences of twenty-five (23 females and 2 males) Italian family members who have lost a significant other to COVID-19 writing on a dedicated online support group. Thematic analysis of the posts showed five themes: group’s uses to respond to needs, shared crisis narrative, responses to grief, retelling narrative of death, and the context of the mourning process. Users were aware of the existence of the research and were also directly asked what they found particularly useful about the group. Participants used the group not only for memorialization purposes but also to share their loss experience and to find a community of other grievers equally shocked by the apparent unjustness of the death of their loved ones. The findings of this research might provide useful avenues for future research in order to fully capture the experience and consequences of Italian mourners’ uses of online tools.
The way of providing psychological support is changing, fast approaching the advantages provided by digitalization, particularly in light of the recent global upheavals. Also bereavement support is dealing with the implementation of different ways of reaching grieving people, and mental health professionals must investigate the possibilities offered by telematic tools, as well as the limits that online communication entails, especially for this specific population. The aim of the present study is to identify the practical implications, strengths, and limitations of the use of online bereavement support tools. In order to accomplish this aim, three studies were conducted and two specific bereavement experiences have been investigated: suicide losses and COVID-19 losses. Study 1 explored cross-sectionally the psychological state and perceived social support of Italian suicide survivors, and investigated differences in gender, kinship, help-seeking behavior, employing a rule-based system (RBS) analysis, an inference engine system able to identify implications among a set of variables. One-hundred and thirty-two (103 females and 29 males) suicide survivors answered an anonymous online survey. RBS analysis identified different help-seeking behaviors: survivors experiencing low level of social support may avoid going to a psychologist and resolve to GPs, look for advice in online forums and rely on people out of their narrower informal network such as coworkers. These unique study’s results offer insight to identify which specific areas would be fruitful to investigate while assessing social support in bereaved individuals. In Study 2, a thematic qualitative analysis was carried out on 30 live-chat transcripts of conversations between anonymous suicide survivors and a trained operator from a major Italian association providing online bereavement support. Five themes were identified to understand live-chat users’ experience with the service and their specific needs: meaning-making, reactions to the loss, resources, needs, and interactions with the operator. Suicide survivors showed to use the live-chat as a safe space in which to disclose nonsocially desirable details (included suicidal ideation) and to make sense of suicide through the reconstruction of events and the deceased's motivations. Study 3 explored qualitatively the bereavement experiences of twenty-five (23 females and 2 males) Italian family members who have lost a significant other to COVID-19 writing on a dedicated online support group. Thematic analysis of the posts showed five themes: group’s uses to respond to needs, shared crisis narrative, responses to grief, retelling narrative of death, and the context of the mourning process. Users were aware of the existence of the research and were also directly asked what they found particularly useful about the group. Participants used the group not only for memorialization purposes but also to share their loss experience and to find a community of other grievers equally shocked by the apparent unjustness of the death of their loved ones. The findings of this research might provide useful avenues for future research in order to fully capture the experience and consequences of Italian mourners’ uses of online tools.
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CARRUBA, MARIA CONCETTA. "Accessibilità per includere: tecnologie educative per rispondere ai bisogni degli allievi presenti in classe." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/56638.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca, condotto in cotutela con l’Università di Pittsburgh, ha lo scopo di riflettere rispetto all’uso delle tecnologie come strumento per l’inclusione in classe. Il framework teorico: - la gestione della classe; - la differenziazione didattica; - l’uso della tecnologia per includere. Da un punto di vista metodologico, la ricerca utilizza un approccio quali-quantitativo. Sono state condotte sperimentazioni su tre differenti aree: - scuole di ogni ordine e grado dell’area nord, centro e sud sulla base di indicatori ben precisi; - Università (UCSC) coinvolgendo studenti con DSA o disabilità; - un gruppo di studenti con disabilità severa che non possono accedere all’Università. La ricerca prende avvio con l’analisi della legislazione italiana che può giustificare l’uso della tecnologia in classe; procede con un approfondimento circa le neuroscienze per cogliere i cambiamenti generati dalla tecnologia sul processo di apprendimento; presenta il potere inclusivo della Differenziazione Didattica, dell’Universal Design for Learning e della gestione della classe; predispone e presenta due spazi digitali: un corso per insegnanti e uno spazio con mappatura qualitativa delle più recenti soluzioni inclusive. La tecnologia rivoluziona il processo di insegnamento-apprendimento e, se usata bene, permette di includere tutti gli allievi, nessuno escluso.
Accessibility for inclusion, a research in co-supervision with Pitt University, focuses on technology solutions for inclusion in the classroom. Nowadays every, generally, schools use technology in the classroom. Every student needs a specific approach to have a good experience at school and the role of teachers is central to promote inclusion, access and creativity for all. Schools and teachers encourage well-being for all and work for social equity when learning process meet every students’ need. In this research the focus is based on: - Classroom management; - Differentiation and Universal Design for Learning; - Special needs, Technology and inclusion in the classroom. Goals of the study: - Analysis of education technology policies in Italy; - Analysis of teacher digital competences for increased inclusive education; - Know-how Neuroscience: how technology impacts on the whole learning process and the perception of self-competence in students; - Analysis of recent accessible technology solutions. In today’s complexity technology solutions allows all students, also with special needs, to differentiate and to customize the contents as they deserve and allows all teachers to identify more ways to engage the students. When students are more ingaged they are more motivated and, consequently, they perform and fell better.
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CARRUBA, MARIA CONCETTA. "Accessibilità per includere: tecnologie educative per rispondere ai bisogni degli allievi presenti in classe." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/56638.

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Il presente lavoro di ricerca, condotto in cotutela con l’Università di Pittsburgh, ha lo scopo di riflettere rispetto all’uso delle tecnologie come strumento per l’inclusione in classe. Il framework teorico: - la gestione della classe; - la differenziazione didattica; - l’uso della tecnologia per includere. Da un punto di vista metodologico, la ricerca utilizza un approccio quali-quantitativo. Sono state condotte sperimentazioni su tre differenti aree: - scuole di ogni ordine e grado dell’area nord, centro e sud sulla base di indicatori ben precisi; - Università (UCSC) coinvolgendo studenti con DSA o disabilità; - un gruppo di studenti con disabilità severa che non possono accedere all’Università. La ricerca prende avvio con l’analisi della legislazione italiana che può giustificare l’uso della tecnologia in classe; procede con un approfondimento circa le neuroscienze per cogliere i cambiamenti generati dalla tecnologia sul processo di apprendimento; presenta il potere inclusivo della Differenziazione Didattica, dell’Universal Design for Learning e della gestione della classe; predispone e presenta due spazi digitali: un corso per insegnanti e uno spazio con mappatura qualitativa delle più recenti soluzioni inclusive. La tecnologia rivoluziona il processo di insegnamento-apprendimento e, se usata bene, permette di includere tutti gli allievi, nessuno escluso.
Accessibility for inclusion, a research in co-supervision with Pitt University, focuses on technology solutions for inclusion in the classroom. Nowadays every, generally, schools use technology in the classroom. Every student needs a specific approach to have a good experience at school and the role of teachers is central to promote inclusion, access and creativity for all. Schools and teachers encourage well-being for all and work for social equity when learning process meet every students’ need. In this research the focus is based on: - Classroom management; - Differentiation and Universal Design for Learning; - Special needs, Technology and inclusion in the classroom. Goals of the study: - Analysis of education technology policies in Italy; - Analysis of teacher digital competences for increased inclusive education; - Know-how Neuroscience: how technology impacts on the whole learning process and the perception of self-competence in students; - Analysis of recent accessible technology solutions. In today’s complexity technology solutions allows all students, also with special needs, to differentiate and to customize the contents as they deserve and allows all teachers to identify more ways to engage the students. When students are more ingaged they are more motivated and, consequently, they perform and fell better.
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Douglas, Kory C. Baker Lori E. Adams Robert P. "Comparing the genetic diversity of late Pleistocene Bison with Modern Bison bison using ancient DNA techniques and the mitochondrial DNA control region." Waco, Tex. : Baylor University, 2006. http://hdl.handle.net/2104/4871.

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Toselli, Alice <1989&gt. "La prospettiva del Social Investment nelle politiche educative. Bisogni Educativi Speciali e il caso italiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10172.

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Abstract:
Il social investment si fonda sul concetto di knowledge-based economy per raggiungere un pieno sviluppo economico e sociale. L'economia basata sulla conoscenza sottolinea l'importanza dell'educazione e della formazione quali fattori decisivi per creare una forza lavoro altamente preparata che possa adattarsi velocemente ai cambiamenti repentini a cui sono soggette le società odierne. Investire nel capitale umano dei cittadini, nell'educazione e nella formazione di ogni individuo è la condizione sine qua non per raggiungere lo sviluppo desiderato. L'intento di questo elaborato è quello di analizzare quali iniziative siano state intraprese a livello europeo per garantire un'equa educazione tenendo in considerazione che alcuni alunni, per una serie di motivazioni, sono portatori di bisogni educativi speciali. Si cercherà di definire il concetto di BES, il significato che assume a livello europeo e quali azioni siano state intraprese a loro favore concentrando, infine, l'attenzione su un gruppo specifico: gli alunni con background migratorio. In base alla prospettiva di social investment si cercherà di indagare quanto sia importante investire in questo gruppo sempre meno ristretto, quali siano i loro bisogni e come possono essere corrisposti. Infine, ci si soffermerà sul caso italiano per conoscere lo stato dell'arte dei lavori intrapresi a favore di questa categoria.
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Fabbian, Maruska <1996&gt. "L’evoluzione delle strutture organizzative: la nascita di nuovi paradigmi per rispondere ai bisogni delle persone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17543.

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Abstract:
Il contesto socio-economico in cui le aziende si trovano ad operare è in continua evoluzione. Le imprese hanno dovuto adeguare le proprie strutture organizzative per rispondere alle nuove esigenze del consumatore in modo agile. Rispetto al passato in cui si prediligevano delle forme organizzative gerarchiche e burocratizzate, nel XXI secolo la gran parte delle aziende ha iniziato a ricercare delle forme alternative che permettessero di essere al contempo stabili e flessibili. Holacracy è uno dei nuovi paradigmi "people-centred" scelti dalle aziende per ri-organizzare il lavoro e il capitale umano. Il terzo capitolo della tesi è bastato sulle interviste di alcune aziende estere che adottano il sopraccitato modello.
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Novak, Karolina Noemi Art College of Fine Arts UNSW. "The bison in the room." Awarded By:University of New South Wales. Art, 2009. http://handle.unsw.edu.au/1959.4/44980.

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Abstract:
Living with two cultures can be like living with the proverbial elephant in your living room. In my case, being born in Sydney and never having visited the country of my parents?? origin, it feels more like living with Wittgenstein??s rhinoceros. Except that my rhinoceros is a bison. What is this living, breathing beast of an ancestry, this culture, this sometimes palpable sense of history? How real is it? Is it really there? Is whether or not it is there relevant? Is it itself relevant? How do you, and how can you interact with it? How do you grapple with these questions surrounding its ontology, especially when they are so closely tied to your own sense of being? What impact does it have on how you construct yourself, when the rhinocero-bison that you live with is invisible, when you can only access it through description, when you have no choice but to trust a kooky European philosopher with a quick temper and a thick accent who only refuses to admit that it is not there. As a child, you embrace this animal for all its mystery, splendour, adventure, majesty, and because through it you feel affirmed, connected, and somehow, perhaps ironically, real. Though as you grow older and learn and understand more and more, you may realise the philosopher, and his mathematician friend, had more tricks up his sleeve, more secrets to hide, than you ever knew. And this animal may begin to fade like the colour in sun-worn fabric, diminish in depth and presence like an evaporating puddle. It may begin to resemble a ghost of something that may have never even been, little more than some kind of benevolent phantom that the light passes right through, leaving only the feint whisper of a shadow. But is this because it is no longer real, or you no longer believe in it? Is it because you can now see through the romantic notions you attached to it as a child? Did it ever even exist, or was its image imprinted on the surface of your childhood rose-coloured glasses? Is it dead? Have you killed it? Can you bring it back to life? These are some of the questions addressed in my Masters of Fine Arts theoretical and studio research. The body of work presented in conjunction with this exegesis addresses some of my personal experience of the convergence of two worlds and the dilemma of imagination afforded by this convergence, particularly as located in childhood. It investigates some of the properties of this location, and its transmutation over time from something very real and tangible to a memory, and from a memory to a fondly, meticulously preserved fabrication. This paper serves firstly to provide exegesis for my studio practice. It also touches on recent tendencies in contemporary artistic practices with which my studio research perhaps aligns itself, and certain recent and historical social and cultural phenomena that inform and inspire it. This component of my research provides the secondary impetus for this paper, which is an investigation into some of these tendencies as illustrative of more significant trends in cultural attitudes and the artmaking that reflects them.
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Hofling, Annika. "Do enclosure characteristics affect anti-predator behaviour in the European bison (Bison bonasus)?" Thesis, Linköpings universitet, Institutionen för fysik, kemi och biologi, 2009. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:liu:diva-19942.

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Abstract:
Animals raised in captivity often fail to express appropriate anti-predator behaviour when reintroduced into the wild. The European bison (Bison bonasus) is a species that was close to extinction in the early 20th century but was saved in the last moment by intense captive breeding and subsequent reintroduction into the wild. In this study, seven groups of European bison living in different locations in Sweden were studied to investigate whether there was any difference in the anti-predator behaviour depending on the type of enclosure they were kept in. Olfactory and auditory stimuli from moose, as a control, and from two predators, wolf and bear, and visual stimulus (silhouette of a wolf) were presented to the animals and their response to them and behaviour following presentation were analysed. The results showed that European bison kept in barren enclosures responded stronger to auditory stimuli than those that were kept in naturalistic enclosures. The results further showed that the animals had a stronger response to the visual stimulus than to the auditory stimuli. The animals changed their behaviour after stimuli presentations compared to a pre-test baseline. They moved, stood still and ate for a significantly longer period of time and they rested for a shorter period of time after being presented olfactory, auditory and visual stimuli than during pre-test baseline.
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Boyd, Delaney P. "Conservation of North American Bison : status and recommendations." Connect to this title online, 2003. http://www.notitia.com/bison/Members/PDF%20Files/Library/Thesis%20Document%20-%20Conservation%20Status%20of%20Bison%20-%20BOYD.pdf.

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SQUEGLIA, MICHELE. "La «previdenza contrattuale»: un modello di nuova generazione per la tutela dei bisogni previdenziali socialmente rilevanti." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30728.

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Abstract:
The subject of this research is the extension to a scheme pension unit, in particular to define «contractual security», decentralised and self-managed forms of protection, designed as much to income support and employment in the sectors excluded from the scope of public social safety nets for the provision of supplementary pensions compulsory system and administration of superior health benefits, minimum levels (and uniform) to those guaranteed by the national health service.
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VANZETTA, MARINA. "Cittadini, istituzioni sanitarie, professionisti e web 2.0: quali risposte ai bisogni informativi sanitari attraverso la rete?" Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/211152.

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Abstract:
Il web 2.0 è uno spazio virtuale al quale chiunque può accedere per condividere informazioni, creare nuova conoscenza, e in cui le persone sono fruitori ma allo stesso tempo produttori di informazioni. I cambiamenti avvenuti con il web 2.0 configurano una vera e propria rivoluzione nel campo della comunicazione. Esso gioca un ruolo importante nella vita quotidiana di un gran numero di persone. Di fatto Internet, offre possibilità di comunicazione diretta non implementabili con altri mezzi di comunicazione più tradizionali e ciò, fa di questo strumento il più grande mezzo di comunicazione e di collegamento per milioni di persone in tutti i Paesi. Sempre più spesso il Web viene utilizzato dalle persone anche per comunicare e/o trovare informazioni di tipo sanitario. Nei paesi in cui l’uso di Internet è molto diffuso, la percentuale di persone che cerca informazioni sanitarie sul web è pari, in alcuni paesi superiore, alla percentuale di persone che richiedono assistenza sanitaria. Lo sviluppo esponenziale e trasversale del web coinvolge inevitabilmente anche i professionisti della salute sia a livello personale, sia a livello professionale. Non utilzzarlo anche in ambito sanitario significherebbe rimanere un passo indietro rispetto alla realtà e perdere i vantaggi offerti da questi nuovi mezzi di comunicazione. Lo scopo del percorso dottorale è stato quello di analizzare il contesto italiano focalizzando l’attenzione sulle aziende sanitarie e sui professionisti infermieri. Nello specifico gli obiettivi sono stati: (1) analizzare la rispondenza dei siti delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle Aziende Ospedaliere (AO) italiane ai criteri contenuti nelle linee guida del Ministero della Salute per la valutazione dei siti web sanitari; (2) verificare quante Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Aziende Ospedaliere (AO) pubbliche sono presenti e come, nei social media più diffusi nel nostro Paese: Facebook, Twitter, You Tube e il loro grado di diffusione tra la popolazione; (3) analizzare la comunicazione online tra professionisti infermieri e cittadino; (4) individuare e descrivere le corrette modalità di accesso e gestione dei social media da parte degli infermieri. Metodi I disegni dei primi tre studi, corrispondenti ai primi tre obiettivi del percorso dottorale sono stati osservazionali: nel primo e nel secondo studio il campione era costituito da 245 Aziende sanitarie pubbliche (149 Aziende Sanitarie Locali e 96 Aziende Ospedaliere). I dati sono stati raccolti analizzando i siti di ciascuna azienda. Per il primo studio è stata utilizzata la scheda di autovalutazione contenuta nelle linee guida elaborate dal Ministero della salute. Per il secondo studio, sono stati visitati i siti delle aziende sanitarie per ricercare il banner dei social media considerati e, successivamente, analizzati i dati pubblici disponibili accedendovi (FB: data di iscrizione, fascia di età di maggior popolarità, i “mi piace”; Twitter: numero di tweet, di follower, di following; You Tube: data di iscrizione, numero di video caricati, di visualizzazioni, video caricati, di iscritti). Nel terzo studio il focus è stata l’attività delle sezioni della pagina “Peri il cittadino” (Clik salute, ABC salute, l’infermiere risponde) del sito della Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri (IPASVI) e i dati sono stati raccolti utilizzando i rapporti di Google Analytics (il servizio gratuito di statistiche di Google che permette di monitorare in modo dettagliato le visite di ogni sito). Nel quarto studio, relativo al quarto obiettivo del percorso dottorale, sono state condotte una revisione non sistematica della letteratura, tramite l’utilizzo delle principali banche dati biomediche e di linee guida e, una ricerca sui siti di agenzie sanitarie nazionali e governative e attraverso i motori di ricerca generici. In tutti e quattro gli studi i dati sono stati analizzati utilizzando la statistica descrittiva. Risultati Nel primo studio è emersa una rispondenza relativamente bassa dei siti delle Aziende sanitarie ai criteri analizzati (relazionalità, trasparenza amministrativa, disponibilità e qualità del servizio online, utilizzabilità e qualità tecnologica). Erano 32 (18%) le strutture che riportavano nell’area link siti di interesse professionale, 142 (58%) i siti che non offrivano informazioni di carattere sanitario, 53 (22%) i siti che offrivano un menù di servizio articolato secondo gli eventi della vita. Nel secondo studio si è evidenziata una scarsa presenza delle Aziende sanitarie sui social media: quelle con un account attivo erano 18 (7,34%) e distribuite al nord e al centro. Le ASL e AO con un account sui social media: 8 aziende avevano un account su tutti e tre i social media considerati nell’indagine: Facebook, Twitter e You Tube. Le Aziende ASL e AO con account su Twitter erano 10 (4,1%) e quelle con account su You Tube erano 8 (3,3%). Nel terzo studio è emerso che, nell’intero periodo considerato (maggio 2011 – dicembre 2012), la pagina è stata visitata complessivamente 306.674 volte (85.600 nel 2011 e 221.074 nel 2012) con 133.826 visite alla rubrica Click salute (rispettivamente 23.658 e 110.168), 125.424 alla sezione ABC salute (42.048 e 83.376) e 17.073 a L’infermiere risponde (7.244 e 9.829). Nel quarto studio la ricerca bibliografica ha prodotto 88 risultati; di questi solo nove documenti avevano raggiunto i criteri di inclusione (eleggibilità e pertinenza). Tutte le linee guida e le raccomandazioni trovate sottolineavano le grandi potenzialità dei social media, i potenziali rischi e offrono indicazioni basilari per utilizzare in maniera corretta questi nuovi strumenti. Conclusioni Il percorso dottorale ha permesso di tracciare con buona approssimazione un quadro del contesto italiano relativamente all’uso del web 2.0 da parte delle aziende sanitarie pubbliche, dei professionisti in senso lato e degli infermieri nello specifico. L’uso del web 2.0 da parte delle aziende sanitarie pubbliche italiane è limitato rispetto all’orientamento in tal senso che, invece, emerge dalla letteratura e ai numerosi studi che ne documentano l’uso più diffuso negli altri Paesi europei e non. Nel mondo, ma anche nel nostro Paese, l’utilizzo del web 2.0 da parte dei cittadini è esponenziale. Per la ricerca di informazioni sulla salute gli strumenti del web 2.0 vengono utilizzati dai cittadini in modo inversamente proporzionale rispetto all’uso che ne fanno, invece, le aziende sanitarie pubbliche italiane per offrire informazioni e favorire la partecipazione dei cittadini. La partecipazione e l’empowerment non possono prescindere dalla possibilità di accedere a informazioni che siano mirate, accurate, validate e di qualità. Gli strumenti del web 2.0 offrono l’opportunità ai professionisti e alle organizzazioni di incontrare il cittadino dove ad oggi è più probabile trovarlo, soddisfare il suo bisogno informativo e fidelizzarlo. Non usarli significherebbe perderne i vantaggi non solo in termini di relazione con il cittadino ma anche con gli altri professionisti e di diffusione di informazione, di formazione, di aggregazione, di confronto. Per sfruttare al meglio le potenzialità di questi strumenti bisogna conoscerli bene e usarli correttamente.
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Anghetti, Dalila <1994&gt. "ASD in Giappone tra inclusione e stigma: un focus sul sistema educativo per i bisogni speciali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16396.

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Abstract:
Il Disturbo dello Spettro Autistico (自閉症スペクトラム障害, Jiheishō supekuto-ramu shōgai, da Autism Spectrum Disorder, ASD) è un disturbo del neuro-sviluppo caratte-rizzato da un deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale che mina la capacità di un individuo di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente circostante, risultando profondamente invalidante nel campo per-sonale, familiare, sociale, educazionale e occupazionale. Nel caso del Giappone, il tasso di prevalenza di ASD risulta essere tra i più alti documentati a livello globale; inoltre, il Paese vanta una forte tradizione di ricerca sull’autismo, dimostrando grande familiarità della comunità scientifica con il disturbo. Tuttavia, alcuni studi rivelano che tra la popo-lazione generale persistono profonde lacune e convinzioni errate riguardo il disturbo e le sue cause- Tali pregiudizi hanno origine da una profonda stigmatizzazione delle malattie mentali e comportamentali nella società giapponese derivanti principalmente da fattori socio-culturali, i quali giocano un ruolo primario nell’esperienza di vita quotidiana dell’individuo e nel suo sviluppo, nonché nella maniera in cui la malattia viene concepita e affrontata dal singolo e dalla comunità. Tale stigmatizzazione ha comportato non solo avversità e distanza sociale ma anche ritardi nello sviluppo di un sistema di supporto per l'ASD. In particolare, il sistema educativo per i bisogni speciali (特別支援教育 Tokubetsu shien kyōiku) riflette le stesse dinamiche sociali. Nello specifico, il sistema educativo per i bisogni speciali in Giappone si è sviluppato separatamente dal contesto scolastico regolare, secondo una tendenza generale all’istituzionalizzazione che rende la presenza delle persone con disabilità invisibile alla società. Solo dall’inizio degli anni 2000 il governo ha iniziato a promuovere una serie di riforme per la creazione di un si-stema educativo di tipo inclusivo, culminate nel 2014 con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Tuttavia, nonostante le ri-forme, nella pratica persistono barriere sociali e culturali che ostacolano l'effettiva in-clusione dei bambini con disabilità nelle classi regolari. In particolare, nel caso dell’ASD, molto spesso il sistema scolastico giapponese sembra essere inflessibile, con una forte pressione per la conformità e una riluttanza a tenere in considerazione i bisogni specifici dell’individuo: circostanze che risultano essere incapaci di accogliere i bambini con ASD senza estraniarli dal contesto sociale. Tale studio vuole indagare quali sono tali fattori socio-culturali e come questi ostacolano l’ inclusione dei bambini con ASD nella scuola giapponese.
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Bernardi, Ilaria <1994&gt. ""Per li presenti, et urgenti bisogni di peste: la Congregazione di Sanità di Senigallia nel Seicento"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17155.

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Abstract:
L’obiettivo dell’elaborato è analizzare in che modo la città di Senigallia affrontò le pestilenze del 1630 e del 1656. Si accede ad un’ampia tradizione storiografica sul tema della “peste” per poter ripercorrere l’andamento delle epidemie nei diversi secoli e comprendere l’entità del pericolo, così come percepito dagli uomini nei vari momenti storici. Dal contesto italiano si giunge poi ad indagare quello strettamente territoriale della città marchigiana. Lo spiccato carattere storico dell’elaborato è dovuto alla lettura delle fonti presenti nell’Archivio Storico di Senigallia, con l’obiettivo di ricostruire quali furono le reazioni alla peste, sia al livello sociale che organizzativo ed economico. Nello specifico i fondi relativi ai Negotia Sanitatis e alla Congregazione di Sanità ci permetteranno di confrontare per la prima volta l’organizzazione senigalliese con quella di altre città italiane, individuarne le misure condivise e quelle invece che furono proprie solo di alcune realtà specifiche. La ricerca dedica un’attenta riflessione soprattutto all'organismo istituzionale della Congregazione di Sanità individuandone la composizione, il ruolo, gli obiettivi e i limiti. Tale elaborato permette dunque alla comunità senigalliese di riportare alla memoria alcuni eventi che hanno interessato la città nel XVII secolo e che potrebbero dare vita a nuovi studi, come quelli relativi alla rilevanza del pericolo di peste nelle attività portuali o nei rapporti commerciali.
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Giantin, Giovanni <1997&gt. "Nuove imprese per nuovi bisogni sociali: dalla Corporate Social Responsibility alle Società Benefit e B-Corp." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20180.

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Abstract:
A partire da un’indagine sui motivi che hanno portato all’emergere del nuovo bisogno di autorealizzazione contestuale, la tesi indaga le metodologie utilizzate dalle aziende per creare valore (valore contestuale) in grado di soddisfare questo nuovo bisogno, con l’analisi anche di uno specifico caso aziendale. Il valore contestuale nasce dalla presa d’atto che nessuno sviluppo economico o aziendale è possibile a prescindere dal contesto sociale, umano e ambientale circostante. Da ciò discende una nuova percezione del valore aziendale che comprende oltre al valore economico anche il valore sociale, umano e ambientale. Tale argomento viene approfondito nel primo capitolo. Questa nuova definizione di valore ha dato vita a nuove pratiche e strumenti aziendali il cui obiettivo è rendere queste dimensioni sempre più interiorizzate e applicate nella pratica aziendale. La tesi illustra dunque alcune pratiche che sono state create proprio per sostenere e misurare la produzione di questo nuovo valore all’interno dell’azienda. Vengono quindi approfonditi i temi della Corporate Social Responsibility e dello Shared Value (cap. 2) e successivamente delle Società Benefit e B-Corp (cap. 3). Infine (nel cap. 4) si è analizzato il caso aziendale di E.di.C (Economia di Comunione) S.p.A. Società Benefit e B- Corp per confrontare un caso studio di azienda reale con la letteratura sul tema ed evidenziare potenzialità ed aspetti critici traendone alcuni utili suggerimenti per nuovi futuri sviluppi per le B-Corp. Nel complesso emerge un quadro incoraggiante in continua espansione che pone nuovi interrogativi sulle finalità dell’impresa tracciando, di fatto, nuove direzioni.
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Roganti, Daniele <1980&gt. "Il monitoraggio della qualità di vita e dei bisogni di pazienti oncologici e caregiver: il caso ANT." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6379/1/Roganti_-_Il_monitoraggio_della_qualit%C3%A0_di_vita_e_dei_bisogni_di_pazienti_oncologici_e_caregiver%3A_il_caso_ANT.pdf.

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Abstract:
La Fondazione ANT rappresenta una delle più ampie esperienze al mondo di assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai malati di tumore, tramite équipe di specialisti costituite da medici, psicologi e infermieri. La patologia oncologica ha un enorme impatto sul benessere dei pazienti. Un modo per raggruppare i diversi sintomi di disagio psicologico è utilizzare il concetto di distress, che sarebbe importante monitorare in modo semplice e veloce. Primo studio: 66 pazienti oncologici (40% uomini; età media 54 anni) in cure palliative domiciliari. Il 79% dei pazienti ha mostrato livelli clinicamente significativi di distress. Il 55% dei partecipanti allo studio ha riportato alti livelli di ansia, e l'81% dei pazienti ha riportato alti livelli di depressione. Dall'analisi delle curve ROC il singolo item del Distress Thermometer, con un cut-off maggiore o uguale a 4, è stato in grado di rilevare il 97% dei soggetti con punteggi clinici di ansia e depressione, quindi può essere utilizzato anche come uno strumento di screening precoce rapido ed affidabile per i disturbi dell'umore. I familiari sono la prima risorsa dei malati di tumore, e l'identificazione dei loro bisogni è utile per individuare chi ha maggiore necessità di aiuto ed in quali aree. Secondo studio: 115 caregiver di pazienti oncologici (37% uomini; età media 52 anni). Di seguito i bisogni più frequenti. Salute psicofisica: “preoccupazioni circa il/la paziente” (72%), ansia (53%) e rabbia (52%). Informazioni: “come prendersi cura del paziente” (64%), “terapie alternative e/o complementari” (64%) e “come gestire lo stress” (57%). Servizi e strutture sanitarie: “un operatore di riferimento”, (65%), “cure infermieristiche a domicilio” (62%), “indicazioni su servizi ospedalieri” (57%), ed “assistenza per caregiver, ad esempio consulenza psicologica” (55%). Il monitoraggio dei bisogni consentirebbe un'ottimizzazione dell'assistenza, prevenendo situazioni che potrebbero compromettere il benessere della famiglia e la qualità dell'assistenza fornita al paziente.
ANT Foundation provides free medical and psychological home care for cancer patients, with team of phisicians, psychologists and nurses. Cancer has a huge impact on patients' wellbeing. Emotional distress is a concept used to group and describe different symptoms of psychological disorders, but it is important to assess it in a quick and simple way. First study: 66 cancer patients (40% men; mean age 54 years) in palliative home care. 79% of patients showed high levels of distress. 55% reported high anxiety scores, and 81% showed high levels of depression. ROC curves analysis showed that the Distress Thermometer single item, with a cut-off of 4, was capable of detecting 97% of subjects with clinical levels of anxiety and depression, and therefore it can be used as a early screening instrument, both quick and reliable, for mood disorders. Caregivers are the first resource of cancer patients, and it is important to detect and assess their needs in order to know who needs more help and in which specific areas. Second study: 115 caregiver of cancer patients (37% men; mean age 52 years). Most frequent needs are presented as following. Psychological and physical health: “worries about patient” (72%), anxiety (53%) and anger (52%). Informations: “how to take care of the patient” (64%), “alternative or complementary therapies” (64%) and “how to manage stress” (57%). Services and hospital facilities: “a designated staff member”, (65%), “nurse service at home” (62%), “indications on hospital services” (57%), and “specific help for caregivers, i.e. psychological counselling” (55%). The monitoring of needs could optimize home care, avoiding the risk of psychological, practical and physical problems and helping supporting patients' and families' wellbeing and quality of life.
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Roganti, Daniele <1980&gt. "Il monitoraggio della qualità di vita e dei bisogni di pazienti oncologici e caregiver: il caso ANT." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6379/.

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Abstract:
La Fondazione ANT rappresenta una delle più ampie esperienze al mondo di assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai malati di tumore, tramite équipe di specialisti costituite da medici, psicologi e infermieri. La patologia oncologica ha un enorme impatto sul benessere dei pazienti. Un modo per raggruppare i diversi sintomi di disagio psicologico è utilizzare il concetto di distress, che sarebbe importante monitorare in modo semplice e veloce. Primo studio: 66 pazienti oncologici (40% uomini; età media 54 anni) in cure palliative domiciliari. Il 79% dei pazienti ha mostrato livelli clinicamente significativi di distress. Il 55% dei partecipanti allo studio ha riportato alti livelli di ansia, e l'81% dei pazienti ha riportato alti livelli di depressione. Dall'analisi delle curve ROC il singolo item del Distress Thermometer, con un cut-off maggiore o uguale a 4, è stato in grado di rilevare il 97% dei soggetti con punteggi clinici di ansia e depressione, quindi può essere utilizzato anche come uno strumento di screening precoce rapido ed affidabile per i disturbi dell'umore. I familiari sono la prima risorsa dei malati di tumore, e l'identificazione dei loro bisogni è utile per individuare chi ha maggiore necessità di aiuto ed in quali aree. Secondo studio: 115 caregiver di pazienti oncologici (37% uomini; età media 52 anni). Di seguito i bisogni più frequenti. Salute psicofisica: “preoccupazioni circa il/la paziente” (72%), ansia (53%) e rabbia (52%). Informazioni: “come prendersi cura del paziente” (64%), “terapie alternative e/o complementari” (64%) e “come gestire lo stress” (57%). Servizi e strutture sanitarie: “un operatore di riferimento”, (65%), “cure infermieristiche a domicilio” (62%), “indicazioni su servizi ospedalieri” (57%), ed “assistenza per caregiver, ad esempio consulenza psicologica” (55%). Il monitoraggio dei bisogni consentirebbe un'ottimizzazione dell'assistenza, prevenendo situazioni che potrebbero compromettere il benessere della famiglia e la qualità dell'assistenza fornita al paziente.
ANT Foundation provides free medical and psychological home care for cancer patients, with team of phisicians, psychologists and nurses. Cancer has a huge impact on patients' wellbeing. Emotional distress is a concept used to group and describe different symptoms of psychological disorders, but it is important to assess it in a quick and simple way. First study: 66 cancer patients (40% men; mean age 54 years) in palliative home care. 79% of patients showed high levels of distress. 55% reported high anxiety scores, and 81% showed high levels of depression. ROC curves analysis showed that the Distress Thermometer single item, with a cut-off of 4, was capable of detecting 97% of subjects with clinical levels of anxiety and depression, and therefore it can be used as a early screening instrument, both quick and reliable, for mood disorders. Caregivers are the first resource of cancer patients, and it is important to detect and assess their needs in order to know who needs more help and in which specific areas. Second study: 115 caregiver of cancer patients (37% men; mean age 52 years). Most frequent needs are presented as following. Psychological and physical health: “worries about patient” (72%), anxiety (53%) and anger (52%). Informations: “how to take care of the patient” (64%), “alternative or complementary therapies” (64%) and “how to manage stress” (57%). Services and hospital facilities: “a designated staff member”, (65%), “nurse service at home” (62%), “indications on hospital services” (57%), and “specific help for caregivers, i.e. psychological counselling” (55%). The monitoring of needs could optimize home care, avoiding the risk of psychological, practical and physical problems and helping supporting patients' and families' wellbeing and quality of life.
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Gardipee, Florence Marie. "Development of fecal DNA sampling methods to assess genetic population struction of Greater Yellowstone bison." CONNECT TO THIS TITLE ONLINE, 2007. http://etd.lib.umt.edu/theses/available/etd-05312007-141703/.

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Godoy, Erika. "Effects of the captive environment and enrichment on the daily activity of European Bison (Bison bonasus)." Thesis, Linköpings universitet, Institutionen för fysik, kemi och biologi, 2009. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:liu:diva-19925.

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Abstract:
When breeding wild species in captivity, the animals may gradually become more adapted to captivity and therefore less suited for reintroduction which is the ultimate goal for some species. This study measured the activity budget of European bison (Bison bonasus) in six enclosures in Sweden with the aim to find out how the characteristics of the enclosures – with and without pasture - influenced the activity budget. The results show that there were significant differences in the activity budget, i.e. the activity was higher in the enclosures with pasture than in enclosures with barren ground. However, since barren enclosures were smaller than naturalistic, it was not possible to exclude the effect of size. Judged from observations of bison in the wild, there seems to be a direct correlation between food availability and ranging, indicating that enclosure characteristics affect activity more than size. The bison foraged differently in the two enclosure categories, but the total amount of time spent on feeding did not differ. A feeding enrichment experiment showed to have more positive effects in the barren enclosures than in the naturalistic ones, as the amount of time of inactivity decreased in the former. Since the genetic characteristics of all Swedish bison are very similar, the differences between the two enclosure groups indicate that the animals still have the ability to respond appropriately to improved environmental quality. Hence the next step in the assessment of the suitability of these bison for release would be to study them during an acclimatisation program.
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Church, John Scott. "The effects of production practices on the behaviour of ruminant animals, Bos taurus, Bison bison and Cervus elaphus." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1997. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk3/ftp04/nq21557.pdf.

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Magnac, Marie-Pierre. "Etude comparative de l'ontogenèse sociale précoce chez trois espèces d'ongulés en captivité : Bison bison, Rangifer tarandus, Ovis vignei." Toulouse 3, 1995. http://www.theses.fr/1995TOU30090.

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Abstract:
Le developpement social d'un jeune lorsqu'il passe des la naissance par une periode de contact intense avec la mere, est generalement decrit en terme de construction d'une relation etroite avec celle-ci. Sa specificite, son caractere d'induction et de facilitation du developpement ontogenetique sont des faits communs a de nombreuses especes de mammiferes. Nous avons reconsidere l'ontogenese sociale de jeunes ongules, en exploitant certaines notions de la theorie de l'attachement (pour mesurer le comportement du point de vue d'un observateur externe aux individus etudies) puis en adoptant la position epistemologique suggeree par la theorie des systemes autonomes (pour tenter d'interpreter nos resultats du point de vue de l'animal lui-meme). A partir de couples mere-jeune (bison d'amerique, renne et urial) eleves en captivite, nous avons montre qu'un systeme en developpement (le jeune) devient progressivement independant d'un autre systeme (sa mere) et s'insere dans un systeme plus vaste (le groupe). L'observateur peut scinder ce processus en 3 etapes tres recouvrantes: 1) la formation du lien et de l'attachement conduisant a l'etablissement d'une relation privilegiee mere-jeune ; 2) son relachement progressif et l'ouverture a l'environnement social ; 3) l'integration du jeune dans le groupe social. Ce processus s'effectue par la singularisation respective des deux partenaires, du fait de l'independance croissante du jeune, de circulations de pregnances, et d'evenements qui constituent l'histoire particuliere de chacun. Le systeme couple se desagrege ainsi peu a peu, parallelement a l'insertion des deux partenaires dans le groupe
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Breslawski, Ryan P. "The Baker Cave Bison Remains: Bison Diminution and Late Holocene Subsistence on the Snake River Plain, Southern Idaho." DigitalCommons@USU, 2014. https://digitalcommons.usu.edu/etd/2300.

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Abstract:
The role of bison in the prehistoric subsistence in southern Idaho is not fully understood. Bison remains from Baker Cave, a late Holocene archaeological site dating to cal A.D. 1042-1265, however, provide evidence of pre-contact subsistence strategies in the region. This thesis focuses on the paleoecology of bison and their role in prehistoric subsistence on the Snake River Plain (SRP). The ecological study of bison focuses on the hypothesized trans-Holocene diminution in bison body size in southern Idaho, while a second study focuses on how these animals figured into prehistoric responses to seasonal fat scarcity. Although bison diminution and its ecological determinants are well understood on the Great Plains, the history of diminution west of the Rocky Mountains is less clear. Bison morphometrics from Baker Cave present the opportunity to assess bison diminution on the Snake River Plain. Bison morphometrics from Baker Cave are indistinguishable not only from other late Holocene bison on the Snake River Plain but iv also from late Holocene bison from the Great Plains. Further, the Baker Cave bison are smaller than early Holocene bison from the Great Plains and Snake River Plain. These results suggest morphological similarity between Snake River Plain bison and Great Plains bison through the Holocene, pointing to similar bottom up ecological constraints on body size. Although bison are common components of SRP archaeofaunas, their role in prehistoric subsistence is poorly understood. To shed light on this problem, I hypothesize that the Baker Cave bison assemblage resulted from hunters seeking skeletal fat. I test predictions drawn from this hypothesis with assemblage-level patterns in element representation, impact scar distribution, and fragmentation. These assemblage-level patterns track the skeletal fat utility of elements. These patterns, combined with winter procurement evidenced by fetal remains, support the hypothesis that fat-seeking behavior was a response to winter fat scarcity. A comparison with smaller bison assemblages from southern Idaho suggests that this fat-seeking behavior might have persisted as far back as the middle Holocene, although this requires confirmation from future studies.
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Leon, Luca. "Le bevande alcoliche: dalla definizione dei bisogni le indicazioni per la realizzazione di un ospedale promotore di salute." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10851.

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Abstract:
2013/2014
Diverse fonti autorevoli concordano che una parte rilevante dei decessi registrati nella popolazione generale e fra i giovani adulti siano riconducibili allo stile di vita agito - all’alimentazione, all’attività fisica, al fumo di tabacco ed alle bevande alcoliche - e da tempo le Istituzioni socio-sanitarie consapevoli del problema stanno promuovendo azioni di prevenzione e promozione della salute finalizzate alla riduzione del rischio ad essi correlato. Tuttavia, l’interpretazione di queste azioni di prevenzione e promozione della salute sono molteplici, frammentarie, poco verificate e verificabili ed a volte discordanti con la conseguenza che è difficoltoso riconoscere chiaramente le ricadute in termini di efficacia, efficienza e trasferibilità degli interventi proposti. Infatti, il più delle volte, contravvenendo alle indicazioni proposte dal Piano Nazionale della Prevenzione, risulta deficitaria, talvolta poco affidabile, l’analisi della situazione sulla quale si vuole intervenire con la conseguenza che: - la scelta degli interventi da mettere in atto viene lasciata all’interpretazione dei singoli operatori afferenti alle diverse istituzioni o strutture; - non viene resa possibile, qualora prevista, una corretta valutazione della efficacia degli interventi. Infine, le contraddizioni - culturali, professionali, di competenza…– condizionano la comunicazione e le relazioni tra gli operatori medici e non medici attori dell’intervento - medici, infermieri, assistenti sociali, educatori, insegnanti, psicologi…- ed i destinatari dell’azione - popolazione generale, in età pediatrica, adolescenti, gravide, genitori….- con il risultato che la mancata condivisione di saperi, comportamenti e atteggiamenti può, di fatto, limitare pesantemente l’efficacia dell’azione preventiva e di promozione della salute. Fra gli stili di vita l’uso delle bevande alcoliche viene riconosciuto da più parti15,16 come il più diffuso dei fattori di rischio evitabili per la salute, coinvolge la stragrande maggioranza della popolazione generale17 , una parte della quale consuma alcolici quotidianamente e il loro consumo “non eccessivo”, decisamente sottovalutato e confuso, è accettato e condiviso. A tal proposito questo studio si propone di descrivere, a partire dalla letteratura di riferimento, l’impatto delle bevande alcoliche sulla salute della popolazione italiana, le evidenze in merito ai modelli di consumo alcolico ed i rischi ad esso correlati, le politiche di contrasto e le buone pratiche messe in atto al fine di dar risposta a questo bisogno di salute. Così come consiglia il Piano Nazionale per la Prevenzione la ricerca sperimentale ha come obiettivo la definizione dei bisogni in merito alle abitudini alcoliche delle donne in gravidanza, della popolazione giovanile nell’arco di un ventennio (1989 -2013) e dei futuri operatori della salute in modo da definire le possibili linee di intervento attuabili nel contesto dell’ospedale promotore di salute. Vale la pena di puntualizzare che i programmi di prevenzione e promozione della salute si caratterizzano per un’iniziazione precoce, un’azione continua e monitorata nel tempo e supportata da conoscenze scientifiche aggiornate. Pertanto la scelta di coinvolgere nella ricerca le donne in gravidanza è motivata dal fatto che già dalla programmazione di una genitorialità responsabile genitori e famiglia devono rendersi conto, in maniera critica e responsabile, che il loro stile di vita condizionerà quello del nascituro e che uno stile di vita scorretto è un rischio sia per loro che per i figli. Per quanto riguarda gli adolescenti questi risentono dei comportamenti degli adulti significativi e sono i possibili utenti di un intervento di promozione della salute. Si può pertanto ipotizzare che la valutazione dei bisogni di questa popolazione consenta di definire l’eventualità di un intervento di prevenzione e promozione della salute mirato a correggere conoscenze comportamenti, abitudini ed atteggiamenti scorretti e/o mantenere e potenziare uno stile di vita più favorevole alla salute. In fine, avendo chiaro che i futuri operatori della salute, nell’ambito dell’esercizio della loro professione, saranno chiamati a programmare ed attuare interventi di prevenzione e promozione della salute è richiesto loro, per il fatto che ricoprono un ruolo educativo, di possedere competenze – sapere - coerenti con i loro comportamenti – saper fare e saper essere -. La ricerca su questa particolare popolazione - futuri operatori della salute - darà risposte in merito al loro back ground culturale, ai comportamenti ed agli atteggiamenti nei confronti delle bevande alcoliche e fornirà indicazioni sulle specifiche competenze e le eventuali criticità presenti al termine del percorso di formazione. Queste informazioni costituiranno il patrimonio culturale di base da spendere al fine di intervenire in maniera mirata sulla programmazione didattica dei Corsi di Laurea per rispondere ai bisogni culturali evidenziati. Lo studio vuole descrivere le caratteristiche delle popolazioni contattate - gravide, adolescenti, futuri promotori della salute -, i bisogni rilevati in merito alle bevande alcoliche e la correlazione tra le abitudini alcoliche delle popolazioni coinvolte e quelle del contesto famigliare di provenienza. Tutto ciò per comprendere le eventuali azioni di promozione della salute che si potrebbero proporre per rispondere in maniera efficace e verificabile nell’ambito di un ospedale promotore di salute.
XXVII Ciclo
1983
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Gagliardini, Tommaso <1992&gt. ""Verso l'italiano L2/LS in campo musicale. Utenza e bisogni formativi nel caso del Conservatorio Rossini di Pesaro."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13991.

Full text
Abstract:
Experimental research thesis on the teaching and learning of Italian as an L2/FL based on the data collected through a case study at the Conservatorio Rossini of Pesaro. This thesis aims at investigating the peculiarities of the Italian language and culture – as a vehicular language, as a study language, and as a language for specific purposes – to non-Italian mother tongue speakers in a culturally thick context such as that of a Conservatorio paying particular attention to the users’ needs – i.e. mostly the needs of the non-native Italian-speaking learners, on the other hand those of the Italian-speaking teachers), and to their profiles.
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Tarantino, Vittoria. "Bisogni clinici insoddisfatti dei linfomi indolenti: come identificare i pazienti ad alto rischio e come adattare la terapia." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1288759.

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Abstract:
Tra i linfomi indolenti, il linfoma follicolare è il sottotipo più comune e rappresenta circa il 20% dei linfomi non-Hodgkin (NHL). Secondi per frequenza, i linfomi della zona marginale (MZL) sono più rari ma non infrequenti, rappresentando circa il 10% del NHL. Solitamente, come prototipi di malattie indolente, sono caratterizzati da una crescita lenta, spesso non richiedono un trattamento immediato e, quando è necessaria una terapia , si ottengono ottimi tassi di risposta. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti anche con linfoma indolente recidiva dopo terapie iniziali o successive. Oggigiorno la disponibilità di terapie attive e di strumenti diagnostici più accurati ha contribuito a un significativo miglioramento della sopravvivenza di questi pazienti riducendo l'impatto della malattia sull'aspettativa di vita. Nonostante ciò i FL e i MZL sono tuttora considerati incurabili con un atteggiamento tipicamente remittente- recidivante. Inoltre, il comportamento clinico di una piccola ma significativa porzione di pazienti riflette le caratteristiche di una malattia più aggressiva presentando una progressione precoce della malattia, entro due anni dalla diagnosi, o una trasformazione in un linfoma aggressivo. Questi pazienti non si avvantaggiano della lunga storia naturale dei linfomi indolenti e sono spesso designati come “ad alto rischio” per gli esiti meno favorevoli rispetto ai casi di recidiva oltre i due anni. Negli ultimi anni sono stati studiati diversi fattori e indici prognostici. Oltre agli indici prognostici consolidati, l'uso di predittori molecolari, la durata della remissione e l'imaging con la PET, e la loro combinazione, stanno guadagnando attenzione come metodi più accurati per identificare un sottoinsieme di pazienti ad alto rischio. Tuttavia ci sono ancora questioni da affrontare relative all'identificazione precoce dei pazienti ad alto rischio e attualmente non sono disponibili dati per comprendere come una diversa definizione di rischio possa essere efficacemente tradotta in uno strumento decisionale clinicamente utile. La chiave di ricerca del mio progetto di dottorato è la popolazione di pazienti affetti da linfoma indolente ad alto rischio. L'obiettivo è identificare questi soggetti il prima possibile e definire strategie adeguate al rischio per guidare le scelte terapeutiche nell’ambito di un approccio personalizzato sul paziente. Le popolazioni di studio analizzate comprendono i pazienti arruolati negli studi della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) FOLL05 (504 pazienti), FOLL12 (807), PETRA (175) per linfoma follicolare e NF10 per MZL (785 pts). L'intero progetto di dottorato è stato condotto in tre campi principali: Primo: descrivere le caratteristiche cliniche, molecolari e metaboliche dei linfomi indolenti con l'obiettivo di convalidare le caratteristiche prognostiche note e identificare nuovi fattori prognostici sia per i pazienti naïve al trattamento che per quelli recidivati. Secondo: studiare la possibilità di integrare nuovi strumenti prognostici come la scansione della risposta molecolare (MRD) e della risposta metabolica (MR) e correlarli con la sopravvivenza. Terzo: identificare la possibilità di utilizzare i fattori prognostici disponibili per definire strategie adattate al rischio per FL. Uno sforzo continuo nel trattamento di prima linea dell'iNHL è l'identificazione precoce dei pazienti ad alto rischio prima di iniziare la terapia e la determinazione di strategie adattate al rischio. I risultati di questo progetto forniranno chiarimenti su quando e come utilizzare al meglio diversi strumenti prognostici e predittivi al fine di gettare le basi per i prossimi studi prospettici in cui questo sottogruppo di pazienti potrebbe essere indirizzato a una terapia di induzione adattata al rischio migliorando l'efficacia della terapia senza provocare tossicità non necessaria.
Among indolent lymphoma, Follicular Lymphoma is the most common subtype accounting for about 20 % of non- Hodgkin lymphoma ( NHL). Second for frequency, marginal zone lymphomas (MZL) are more rare but non uncommon , representing about 10% of NHL. Usually, as prototypes of indolent diseases, they are characterized by slow growth, often do not require immediate treatment and, when treatment is needed, excellent response rates are achieved. Nevertheless most patients with indolent lymphoma relapse after initial or subsequent therapies. Nowadays the availability of active therapies and more accurate diagnostic tools contributed to a meaningful improvement in survival for these patients reducing the impact of the disease on life expectancy. Despite that fact FL and MZL are still considered incurable with a typically relapsing remitting attitude. Moreover, the clinical behavior of a small but significant portions of patients reflects the characteristics of a more aggressive disease experiencing an early progression of disease, usually within two years from diagnosis, or a transformation into an aggressive lymphoma. These patients do not share the long natural history of indolent lymphomas and are often designated as “high risk,” owing a less favorable outcomes compared with the cases of relapse beyond two years. Several prognostic factors and indexes, including baseline and post induction tools, have been studied during the last years. Beside the well-established prognostic indices, the use of molecular based predictors, the duration of remission and functional imaging with PET scan, and their combination, are gaining attention as more accurate methods to identify the a subset of high risk patients. However there are still issues to be addressed related to earlier identification of high risk patients and no data are currently available to understand how a different definition of risk could be effectively translated into a clinically useful decisional tool. The key research priority of my research PhD project is about the population of high risk indolent lymphoma patients. The aim is identify these subjects as early as possible and to define a risk adapted strategies to guide treatment choices towards a personalized approach to the patient. The study populations analyzed comprising patients enrolled in Fondazione Italiana Linfomi (FIL ) Trials FOLL05 ( 504 patients ) , FOLL12 (807) , PETRA (175) for follicular lymphoma and NF10 for MZLs (785 pts) . The entire PhD project has been conducted in three main fields: First: describe the clinical , molecular and metabolic characteristics of indolent lymphomas with the aim of validating the known prognostic features and to identify novel prognostic factors both for treatment naïve patients and for the relapsed ones Second: to investigate the possibility to integrate novel prognostic tools such as molecular response ( MRD) and metabolic response ( MR) scan and to correlate them with survival. Third : to identifiy to possibility to use available prognostic factors to define risk adapted strategies for FL. A continued effort in the frontline treatment of iNHL is early identification of high risk patients prior to starting therapy and to determine risk adapted strategies . The results of this project will provide clarification as to when and how to best use different prognostic and predictive tools in order to led the basis for next prospective trials in which this subset of patients could be address to a risk-adapted induction therapy improving the efficacy of therapy without elicting unnecessary toxicity
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