Academic literature on the topic 'Bilancio stato'

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Journal articles on the topic "Bilancio stato"

1

Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Abstract:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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2

Villani, Marianicola. "M. Crescini - L. Robotti, Il Bilancio dello Stato." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 2 (October 1, 1995): 202–4. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540183.

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3

Pasquariello, Domenico. "La penalitŕ nella crisi economica: white collar, no crime?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 42–57. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005004.

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4

Wakefield, Jerome C. "Le risposte. Un bilancio: commenti sullo stato attuale della psicoanalisi." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2016): 625–31. http://dx.doi.org/10.3280/pu2016-003061.

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Bisogno, Marco, and Gaetano Matonti. "La disclosure del bilancio in forma abbreviata delle piccole imprese." FINANCIAL REPORTING, no. 1 (March 2012): 45–73. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-001003.

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Abstract:
La letteratura che si è occupata di disclosure da un lato ha analizzato il comportamento dei redattori del bilancio rispetto al grado di dettaglio delle informazioni in esso incluse (cd. disclosure level evaluation), dall'altro ha tentato di individuare le motivazioni che spingono talune imprese a fornire maggiori informazioni rispetto ad altre (cd. disclosure determinants analysis). Mentre la letteratura si è occupata prevalentemente di imprese quotate, il lavoro intende esaminare il livello di disclosure e le sue determinanti rispetto alle piccole imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata. Inoltre, il lavoro intende valutare la differenza esistente tra piccole imprese in crisi e "sane" riguardo al livello di disclosure, ipotizzando un'incidenza dello stato di crisi su tale livello.
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6

Bignami, Marco. "Il crocefisso nelle aule scolastiche dopo Strasburgo: una questione ancora aperta." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 22–41. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005003.

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Abstract:
1. Invaliditŕ delle norme che impongono l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche / 2. Il limite della sentenza/ 3. Insufficienza della soluzione bavarese / 4. Muro bianco o muro barocco? / 5. Una proposta minore 004 1. Piů mercato e meno Stato: un sommario bilancio / 2. Diritto penale societario / 3. Diritto penale fallimentare / 4. Conclusioni.
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Hassemer, Chiara. "Ambiente e territorio in una prospettiva europea e italiana." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 12, no. 23 (October 30, 2015): 17. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v12i23.462.

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Abstract:
La produzione normativa in materia di politiche ambientali e territoriali della attuale legislatura italiana è prevalentemente contenuta in decreti legge e decreti legislativi, emanati anche al fine di adeguare l'ordinamento nazionale alla legislazione europea.Le tematiche ambientali sono presenti anche nei documenti di bilancio (eco bilancio ed eco rendiconto) e nell'ambito dei documenti di economia e finanza (DEF), che recano specifiche sezioni dedicate proprio allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (cd. Allegato "Kyoto").Inoltre nella nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020 è presente una particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione dei beni ambientali, nonché alla promozione di interventi e azioni per favorire l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi.
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8

Foro, Philippe. "Sguardi francesi sulla storia d'Italia: lineamenti di un bilancio storiografico." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 119–32. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001005.

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Abstract:
La storiografia francese sull'Italia contemporanea raccoglie una serie di storici la cui attivitŕ č rilevante giŕ da una trentina d'anni. Al seguito di Pierre Milza, che ha svolto un ruolo importante di stimolo, diversi studiosi francesi hanno dato il loro contributo alla comprensione dell'Italia del Risorgimento, del periodo fascista e della democrazia repubblicana. Sono stati affrontati diversi generi storiografici: la biografia (Mazzini, Cavour, Mussolini), le istituzioni (la classe politica fascista), il fenomeno totalitario fascista (la persecuzione antisemita, il controllo dello Stato e dell'economia), oltre che solide sintesi (l'Italia repubblicana). Di conseguenza, l'Italia č oggi uno dei grandi paesi europei che incontra un vivo interesse nella scuola storica francese e presso il pubblico francese. Questo articolo prova a proporne un panorama.
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Senon, Jean-Louis. "Un bilancio con luci ed ombre dell'interfaccia sanitŕ giustizia." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2011): 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002005.

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Abstract:
L'autore traccia un bilancio a dieci anni di distanza dalla promulgazione in Francia della legge relativa alla prevenzione e alla repressione dei reati sessuali e alla protezione dei minori di dieci anni. In questa legge č stato introdotto l'obbligo di cura su mandato giudiziario per gli autori di violenze sessuali. Dopo aver descritto i principali riferimenti teorici di area francofona, l'autore affronta alcuni aspetti peculiari del trattamento di autori di violenze sessuali, in particolare alla luce delle problematiche relative alla applicazione dell'obbligo di cura su mandato giudiziario previsto dalla legge del 1998.
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Izzo, R., M. Muto, G. Fucci, and S. Simpatico. "Le stenosi del canale lombare: Stato dell'arte." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 4 (August 1995): 557–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800410.

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Abstract:
Molti casi di sciatalgie o cruralgie artrosiche, non discali, sono dovuti a restringimenti patologici dei recessi o dei forami. Le manifestazioni cliniche variano a seconda della causa, della sede, dell'estensione e dell'entità della stenosi. Le stenosi del canale lombare possono essere presenti alla nascita o svilupparsi nel periodo evolutivo, in associazione ad altre anomalie scheletriche o in forma isolata, oppure possono essere la conseguenza di processi patologici acquisiti, soprattutto di tipo degenerativo-artrosico. Le stenosi lombari sono classicamente divise in 3 gruppi a seconda della localizzazione anatomica nel canale centrale, nei recessi laterali o nei forami e possono interessare uno solo o tutti questi settori contemporaneamente. La TC e la RM permettono un completo e preciso bilancio delle alterazioni ossee e delle parti molli in causa, con il contributo di ciascuna di esse alla stenosi ed alla sintomatologia.
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Dissertations / Theses on the topic "Bilancio stato"

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Fassina, Alice <1993&gt. "L'inquinamento fiscale nel bilancio d’esercizio: genesi, evoluzione e stato attuale del fenomeno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14236.

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Abstract:
Attraverso tale elaborato si è inteso analizzare l’evoluzione del fenomeno delle interferenze fiscali nel bilancio di esercizio, dalle origini fino all’attualità. In particolar modo, sono state affrontate le seguenti fasi normative: - D.P.R. n.597 del 1973: attraverso tale riforma fiscale, si è consolidato il principio di dipendenza della determinazione del reddito imponibile dal bilancio di esercizio, infatti attraverso l’art.52 del TUIR si è stabilito che l’utile civilistico costituisse la base di partenza per il risultato fiscale, mentre l’art.72 al comma terzo del TUIR prevedeva che i componenti negativi potessero essere dedotti previa imputazione al conto dei profitti e delle perdite. – D.P.R. n.917 del 1986: come emerge dall’art. 52 del TUIR, si è affermato il principio della dipendenza rovesciata dal momento che il reddito d’impresa doveva essere determinato apportando le variazioni derivanti dalle disposizioni tributarie. – IV Direttiva CEE: nel recepimento della stessa, il legislatore italiano ha introdotto la cosiddetta “appendice fiscale”, nella quale era prevista l’evidenziazione in conto economico delle variazioni effettuate al bilancio civilistico in seguito all’applicazione della normativa tributarie. -Legge 8 agosto 1994, n.503: si è proceduto alla abolizione dell’appendice fiscale e all’introduzione del secondo comma dell’art.2426 del Codice Civile, attraverso il quale è stato consentito di effettuare rettifiche di valore ed accantonamenti esclusivamente in applicazione di norme tributarie, decretando nuovamente la legittimità delle interferenze fiscali. – D.LGS.6/2003 (Riforma del diritto societario): in tale contesto è stato operato il disinquinamento fiscale del bilancio d’esercizio, ripristinando il principio della true and fair view, mediante l’abrogazione del secondo comma dell’art.2426 del Codice Civile e la riformulazione del punto n.14 dell’art.2427. – D.LGS. 344/2003 (Riforma fiscale): per una realizzazione esaustiva dell’eliminazione delle interferenze fiscali, si è reso necessario un coordinamento del precedente decreto con la riforma tributaria, attuato attraverso l’estensione della deducibilità extracontabile agli ammortamenti, alle rettifiche di valori e agli accantonamenti per i quali è stata esclusa la previa imputazione al conto economico (art.109, quarto comma, lett. b) del TUIR). – D.LGS.38/2005: in forza dell’art.83 del TUIR, ai fini della determinazione della base imponibile, gli adopters dei principi contabili internazionali IAS/IFRS sono stati soggetti all’obbligo di assumere come base di partenza il solo risultato di conto economico, di apportare successivamente delle variazioni allo stesso sulla base delle regole degli standards contabili internazionali per, infine, modificare il risultato ottenuto applicando le regole fissate dalla disciplina tributaria. Si è in tal modo perpetuato il principio di dipendenza della grandezza tributaria da quella civilistica. – Legge n.244/2007 (legge finanziaria 2008): è stata sancita l’eliminazione della possibilità di dedurre extracontabilmente taluni componenti negativi di reddito non imputati a conto economico, in linea con la volontà di avvicinare l’imponibile fiscale e il risultato civilistico (ritorno ad una soluzione monorotaia). – D.LGS. 244/2016: il principio di derivazione rafforzata introdotto dalla Legge finanziaria 2008 ed esteso ai soggetti adottanti esclusivamente i principi contabili nazionali ha confermato la riduzione delle discordanze tra reddito imponibile e risultato civilistico, prevedendo che ai fini della determinazione del reddito imponibile, rilevino i componenti patrimoniali e reddituali iscritti in bilancio in base al principio della prevalenza della sostanza sulla forma. - A conclusione dell'iter normativo si pone il D.M. 3 agosto 2017, che reca con se le regole applicative della derivazione rafforzata, riperimetrandola.
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Gaetan, Nicole <1995&gt. "La crisi aziendale e l'analisi di bilancio come strumento di monitoraggio dello stato di salute dell'impresa : analisi del caso Sergiolin spa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15321.

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Abstract:
L'impresa è da considerarsi un sistema complesso in continua evoluzione dato il dinamismo e la mutevolezza dell'ambiente di riferimento. Una scorretta percezione della realtà aziendale potrebbe comportare il verificarsi della patologia della crisi aziendale. Dapprima sarà necessario cogliere i sintomi di crisi per capire poi le cause che li hanno provocati e cercare di attuare interventi in grado di garantire la continuità aziendale. La protezione della continuità aziendale viene perseguita con l'introduzione della riforma fallimentare ex decreto legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 che introduce un sistema di allerta per evitare il raggiungimento della liquidazione dell'impresa. Si vede nell'analisi di bilancio un utile strumento che permette al management di monitorare costantemente lo stato di salute aziendale evitando di prender atto della crisi in corso in una fase troppo avanzata in cui la vitalità è del tutto compromessa. Si procede infine a verificare il peggioramento degli equilibri tramite l'analisi di bilancio della società fallita Sergiolin spa.
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Spennati, Pietro. "Three essays on state budget rules and procedures." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1549.

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Abstract:
2012-2013
In Common pool models fiscal outcomes are determined by the decision-making rule that is used to aggregate conflicting interests into a single budget. The rules according through which the budget is prepared, approved and carried out can affect spending bias. The idea is that the common pool problem may manifest itself during different phases of the budgetary process. This thesis analyzes a model in which the Ministry of Finance internalizes the Common pool externality of the budget. From an institutional point of view this assumption is realistic because it takes into account the budget institutional equilibrium. Formally, this is reflected in the assumption that the Ministry of finance maximizes his utility function à la Stackelberg. In Stackelberg equilibrium leader’s expenditures choice is grater than in Cournot-Nash result, while the deficit bias is lower due to agenda setting power over spending ministries. [edited by author]
X ciclo n.s.
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CENSI, Damiano. "POTERE DI SPESA E VINCOLI DI BILANCIO TRA UEM E STATI MEMBRI Le possibilità di una stabilizzazione economico-finanziaria in una prospettiva giuridico-costituzionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2488085.

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Abstract:
La presente tesi si pone l’obiettivo di approfondire due temi di ricerca. Il primo indaga se, a seguito delle riforme correlate al rafforzamento della governance economica europea conseguente alla crisi del 2008-2009, i poteri di spesa degli Stati membri, a partire da quello italiano, abbiano tuttora la possibilità di ottemperare agli obblighi di garanzia del nucleo inviolabile di diritti e libertà (e quindi del principio democratico). Il secondo discende dalla scelta, in risposta alla crisi economica del 2008-2009 ed economico-sanitaria del 2020, di approfondire il processo di integrazione europea esternalizzando parte degli strumenti serventi i poteri di spesa nazionali. Porta, quindi, l’indagine qui esposta a ricostruire il quadro giuridico della gestione delle finanze pubbliche dell’Uem. Ovvero, ad individuare e vagliare i singoli strumenti della governance economica europea e di concerto a domandarsi se questi siano in grado non tanto e non solo di ottemperare quantitativamente ai compiti affidati ai poteri di spesa nazionali, quanto se siano regolati da un sistema di pesi e contrappesi capace di veicolarne le risorse all’ottemperanza dei fini di eguaglianza sostanziale e partecipazione democratica. Su quest’ultimo punto si ricongiungono, dunque, i temi finora esplicitati, e affrontati separatamente lungo i primi capitoli della trattazione, manifestando il loro essere parte di un interrogativo unitario: possono le Costituzioni degli Stati membri (in particolare di Italia e Germania) coesistere con la cessione ad un potere di spesa europeo dell’assolvimento dei compiti di garanzia di diritti e libertà, e conseguentemente del principio democratico, senza che si incorra in una rottura costituzionale? A partire da Next Generation EU, infatti, sembra che la rotta per l’altra sponda dell’ormai famoso guado sia stata individuata nell’approfondimento della governance economica europea e nello strumento del debito. Tuttavia, tale percorso ha già portato alla forzatura dei limiti disposti dalle Costituzioni e dai Trattati fondamentali dell’Ue, sia secondo la giurisprudenza che la dottrina costituzionale di molti tra gli Stati membri. Diversamente dalla rotta del ricorso al debito si ritiene che scegliere quella del rafforzamento, quantitativo e qualitativo, del sistema fiscale dell’Ue possa evitare di accrescere le probabilità dell’avverarsi della rottura precedentemente paventata senza esigere necessariamente una previa riforma complessiva dei Trattati fondamentali.
This PhD Thesis explores whether the Constitutions of the Member States of the European Union, in particular that of Italy and Germany, can coexist with the transfer a) of the tasks of guaranteeing social rights and b) of democratic control over the spending power, to a centralized European spending power without leading to a constitutional break. It does so through the study of two key issues. The first one is whether, following the reforms related to European economic governance implemented as a consequence of the 2008-2009 crisis, national spending powers, significantly the Italian one, still have the chance to comply with their obligations to guarantee the inalienable core of fundamental rights and freedoms and therefore of the democratic principle. The second issue considered is the response given to the economic crisis of 2008-2009 and to economic-health crisis of 2020, which is furthering the process of European integration by outsourcing part of the instruments serving national spending powers. Therefore, this PhD Thesis reconstructs the legal framework of the management of public finances of the EMU, identifying and studying the individual instruments of European economic governance. It then explores whether these are able not only to comply quantitatively with the tasks originally entrusted to national spending powers, but also if they are regulated by a system of checks and balances capable of channeling those resources to the fulfillment of the aims of substantial equality and democratic participation. Starting from Next Generation EU, hitherto the route to the other side of the river crossing has been identified in the strengthening of European economic governance via the debt instrument. However, this process has already led to testing the limits laid down by Constitutions and fundamental EU Treaties according to jurisprudence and constitutional doctrine of many of the Member States. Instead of following the debt route, this Thesis argues that it is through strengthening the EU fiscal system that the possibility of the rupture outlined above can be avoided without needing a comprehensive reform of the founding Treaties of the European Union.
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Olianti, Beatrice. "Analisi socio-idrologica sullo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Questo studio mira ad analizzare lo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna prendendo in considerazione un caso studio di riferimento, le cui caratteristiche sono sufficientemente rappresentative delle problematiche generali che caratterizzano il corpo idrico. Il caso studio consiste nel "V bacino" in zona ravennate, del quale si sono esaminati i processi che regolano il ciclo idrologico, concentrandosi sulle loro dinamiche di cambiamento in relazione all'evoluzione delle attività antropiche, testimoniata dalle variazioni di uso del suolo occorse negli ultimi decenni. La redistribuzione delle principali classi di uso del suolo nel tempo guida la valutazione dello stato di qualità dell’acquifero, con particolare riferimento alla disponibilità di acqua dolce in falda minacciata dal fenomeno dell’intrusione salina. L’area di studio risente di una fragilità intrinseca imputabile ad un precario equilibrio determinato dalla morfodinamica naturale attiva e dalla perdita dei caratteri paesaggistico-ambientali originari a causa delle attività antropiche. La complessità di tale area ha richiesto semplificazioni modellistiche a partire dalla descrizione dell’acquifero attraverso un modello di tipo aggregato. Inoltre, essendo l’area depressa e conseguentemente soggetta a drenaggio, la determinazione delle regole di pompaggio riveste un ruolo cruciale per la corretta interpretazione dei bilanci idrici. I pochi dati di pompaggio disponibili non hanno consentito l’estrapolazione e validazione di tali regole e pertanto, questo aspetto richiederà ulteriori approfondimenti oltre lo scopo di questa tesi. Analogamente, la modellazione del processo di intrusione salina richiederà analisi aggiuntive vista la non univoca direzione del flusso idrico all’interno dell’acquifero e il forte impatto, nel medio-lungo termine, di processi quali la subsidenza o l’innalzamento del livello del mare.
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CABAZZI, Riccardo. "La tecnocrazia in luogo della politica: la procedura per squilibri macroeconomici e le riforme negli Stati membri dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488151.

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Abstract:
La presente tesi pone in evidenza le ragioni per cui l’attuale assetto dell’Unione economica e monetaria europea non è stato in grado di fronteggiare efficacemente gli effetti della crisi economico finanziaria globale, scoppiata negli USA nel 2008. Tali squilibri sono stati infatti occultati, fino al momento dell’esplosione della crisi, dal sostanziale pareggio dei saldi Target 2. Tuttavia, quando questa dispiegò i suoi effetti, si registrò il c.d. sudden stop, ovvero un significativo deflusso di risorse dagli Stati GIPSI agli Stati core tale da determinare il crollo dei più importanti istituti creditizi dei secondi, a causa di una loro chiara sovraesposizione creditizia. Il salvataggio di tali banche, da parte delle finanze pubbliche statali, tramutò quindi la crisi dei debiti del settore privato nella c.d. crisi dei debiti sovrani. La procedura per squilibri macroeconomici, prevista dai Regolamenti UE 1174/2011 e 1176/2011, fu quindi istituita con la finalità di monitorare anche gli squilibri degli Stati membri afferenti al settore privato. Tuttavia, talune soglie degli indicatori di cui lo scoreboard di tale procedura si compone manifestano un’evidente asimmetria di fondo. Emblematico, a tale riguardo, è l’indicatore sul saldo delle partite correnti. Mentre infatti la soglia per i surplus è fissata al 6%, quella per i deficit è al 4%, a riprova del fatto che, rispetto ai primi, i secondi sono ritenuti più pericolosi per la stabilità macroeconomica di uno Stato. Ne deriva, tuttavia, che la procedura, non considerando in maniera simmetrica debiti e crediti, finisce con l’imputare agli Stati membri debitori i maggiori sforzi di correzione macroeconomica. Tale asimmetria pare quindi porsi in contrasto con il principio di parità tra Stati membri dell’Unione come sancito dall’art. 4 TUE e previsto dallo stesso art. 11 della nostra Costituzione. Inoltre, gli esecutivi degli Stati membri GIPSI nell’adottare le più rilevanti riforme nazionali post 2011 sembrano essersi sostanzialmente conformati alle raccomandazioni nell’ambito della procedura. Tale correlazione ha quindi due diverse implicazioni, entrambe rilevanti dal punto di vista costituzionalistico: per un verso, è stato infatti inciso il rapporto tra comunità politica e organi costituzionali, con riflessi sulla funzionalità della rappresentanza politica intesa quale rapporto e non come mera posizione; per l’altro, si è assistito ad un ampliamento surrettizio delle competenze delle istituzioni dell’Unione, al di fuori del perimetro tracciato dal principio di attribuzione ex art. 5 TUE. Proprio in riferimento a tale principio, si può quindi osservare come le raccomandazioni MIP vertano su settori che sarebbero riservati alla competenza esclusiva dei singoli Stati membri quali: pubblica amministrazione, ricerca e sviluppo, previdenza, fisco, sanità, politiche sociali, fino a spingersi addirittura a sviluppare un giudizio con riguardo alle riforme costituzionali. Diversamente, invece, le raccomandazioni MIP non sembrano aver significativamente condizionato gli organi politico-legislativi degli Stati in surplus, Germania su tutti, quanto a progettazione delle politiche nazionali. Emblematica, a tal riguardo, la mancata implementazione, da parte dei Governi tedeschi, delle ripetute raccomandazioni sollecitanti maggiori investimenti pubblici e un generale aumento dei salari, ai fini di un riequilibrio della relativa bilancia commerciale nazionale, in costante ed eccessivo surplus. Tale situazione è verosimilmente attribuibile al diverso peso politico dell’asse franco tedesco rispetto a quello, ben più debole, degli Stati periferici. Pare quindi potersi concludere per un’intrinseca politicità nell’enforcement della Procedura, il cui grado di coercitività delle raccomandazioni, benché giuridicamente queste siano sul medesimo piano, sembra legarsi all’esposizione creditoria o debitoria dei diversi Stati membri.
This thesis highlights the reasons why the current structure of the European Economic and Monetary Union has not been able to cope effectively with the effects of the global financial and economic crisis that broke out in the USA in 2008. In particular, since the introduction of the euro as single currency, there have been significant trade imbalances in the balance of payments of the EU Member States. However, until the outbreak of the crisis, these imbalances were concealed by the substantial break-even of Target 2 balances. Nevertheless, once the crisis broke out, a so-called sudden stop caused the collapse of the most important credit institutions of the peripheral States, which showed a clear over-exposure to credit. The rescue of these banks by public finances turned the private sector debt crisis into the so-called sovereign debt crisis. The procedure for macroeconomic imbalances, provided for by EU Regulations 1174/2011 and 1176/2011, was therefore established with the aim of monitoring also the imbalances relating to the private sector in Member States. However, certain thresholds of the indicators used for the scoreboard of this procedure show a clear underlying asymmetry. In this respect, the indicator on the current account balance is particularly significant. While the threshold for surpluses is set at 6%, the threshold for deficits is set at 4% proving that, compared to the former, the latter are considered more dangerous for the macroeconomic stability of a State. It follows, however, that, by considering debts and credits symmetrically, the procedure ends up attributing the greatest efforts at macroeconomic correction to the debtor Member States. This asymmetry therefore seems to contrast to the principle of equality among the Member States of the Union, as enshrined in Article 4 of the TEU and provided for in Article 11 of our Constitutional Charter. Moreover, the executives of PIGS Member States in adopting the most important national reforms post-2011 seem to have mainly complied with the recommendations of the procedure. This correlation therefore has two different implications, both of which are relevant from a constitutionalist point of view: on the one hand, the relationship between the political community and constitutional bodies has been affected, with repercussions on the functionality of political representation understood as a relationship and not merely as a position; on the other hand, there has been a surreptitious extension of the competences of the Union institutions, beyond the limits outlined by the principle of attribution pursuant to Article 5 TEU. With reference to this principle, it can therefore be seen that MIP recommendations relate to areas which would fall within the exclusive competence of the individual Member States, such as public administration, research and development, social security, taxation, health and social policy, and even go so far as to provide judgment on constitutional reforms. On the other hand, MIP recommendations do not seem to have significantly conditioned the political-legislative bodies of the surplus states, Germany above all, in developing their national policies. In this regard, there is the clear failure of the German governments to implement the repeated recommendations calling for greater public investment and a general increase in wages, in order to rebalance the relative national trade balance. This situation can probably be ascribed to the different political weight of the French-German axis compared to the much weaker one of the peripheral states. It therefore seems possible to conclude that the enforcement of the Procedure is intrinsically political, as the coercive degree of the recommendations, which are legally on the same level, seems to be linked to the credit or debt exposure of the various Member States.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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Books on the topic "Bilancio stato"

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D'Alessio, Lidia. Il budget nel sistema di bilancio dello Stato. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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Empoli, D. Da. Il bilancio dello stato: La finanza pubblica tra Governo e Parlamento. 2nd ed. Milano: Sole 24 ore, 1995.

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Modolo, Mirco. Nuove fonti per la storia d'Italia: Per un bilancio del "secolo breve". Roma: De Luca editori d'arte, 2018.

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Senato, Italy Parlamento. Rapporto 2000 sugli aiuti statali alle imprese: Analisi dei flussi dal bilancio di Stato. [Italy]: Senato della Repubblica, 2000.

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5

Fazio, Giuseppe. Il bilancio dello Stato: La funzione e la gestione del bilancio nel sistema giuridico ed economico : in appendice, le norme di contabilità di Stato nel testo integrale, coordinato ed aggiornato al 31 dicembre 1984. 3rd ed. Milano: A. Giuffrè, 1985.

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Italy. Parlamento. Senato. 5. commissione permanente programmazione economica, bilancio, partecipazioni statali. Relazione generale della 5a Commissione permanente (programmazione economica, bilancio) sui disegni di legge, disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (legge finanziaria 2001) (n. 4885). Roma: Tipografia del Senato, 2003.

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Pierluigi, Consorti, Dal Canto Francesco, and Rossi Emanuele, eds. Il servizio civile tra stato e regioni: Bilancio e prospettive a cinque anni dalla Legge n. 64/2001. Pisa: PLUS-Pisa University Press, 2007.

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Trapani, Ferdinando. Lo stato della pianificazione comunale e l'immagine territoriale della Sicilia sud orientale: Bilancio di attuazione della L. r. n. 15/1991. [Palermo]: Gulotta, 2001.

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Fazio, Giuseppe. Il bilancio dello Stato: Controlli, responsabilità e giurisdizione nella gestione finanziaria pubblica : realtà e prospettive dopo la Legge 639 del 20 dicembre 1996. Milano: Giuffrè, 1997.

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10

Santucci, Dante. La legge finanziaria 2004: Note e commenti alla l. 24 dicembre 2003, n. 350, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004). Livorno: Edizioni Prime Note, 2004.

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