Academic literature on the topic 'Bilancio di società'

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Journal articles on the topic "Bilancio di società"

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Romano, Giulia, and Andrea Guerrini. "L'efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quotate italiane: un'analisi delle impugnative di bilancio effettuate dalla Consob." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 49–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004003.

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Abstract:
L'oggetto di indagine del presente lavoro è costituito dal sistema dei controlli sull'informativa contabile diffusa dalle società quotate, con particolare riferimento al bilancio di esercizio e consolidato. Attraverso l'analisi dei casi in cui la Consob ha esercitato il potere di impugnativa sui bilanci, gli Autori effettuano un'indagine sull'efficacia dei principali presidi di controllo previsti dalla normativa vigente, rappresentati dal collegio sindacale1 e dalla società di revisione, nominati entrambi dall'assemblea dei soci. Le evidenze empiriche segnalano alcune criticità rilevanti che caratterizzano le attività di controllo ed i "giudizi" sull'informativa contabile dei due organi.
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2

Lucianetti, Lorenzo, Alfonso Cocco, and Gianfabio Minunno. "La rilevazione degli investimenti in R&S e la significatività dell'utile e del capitale netto." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (October 2011): 45–73. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003003.

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Abstract:
La letteratura internazionale ha ampiamente indagato la significatività dell'informativa contabile di bilancio attraverso lo studio delle relazioni tra grandezze di derivazione contabile e valori dei mercati di borsa. A livello internazionale, infatti, si è rilevata una tendenza alla progressiva perdita di significatività delle grandezze di derivazione contabile dovuta, in linea principale, alla mancata e/o insufficiente rilevazione delle risorse immateriali. Nel contesto italiano, però, non si rinvengono studi specifici sull'argomento. Con questo lavoro ci si propone, pertanto, di percorrere questa via procedendo, innanzitutto, ad effettuare un'analisi descrittiva dell'incidenza dei beni e delle attività immateriali nei bilanci delle società italiane quotate. Successivamente, si procederà a fornire elementi empirici al fine di evidenziare la significatività dell'informativa contabile di bilancio. Infine, si procederà a verificare come le differenti modalità di rilevazione degli investimenti in R&S influiscano sulla significatività dell'utile e del capitale netto.
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Semproni, Antonio. "Responsabilità del liquidatore che trasferisce il patrimonio sociale in trust solo per cancellare la società dal registro delle imprese (Trib. Milano, 30 aprile 2022)." settembre-ottobre, no. 5 (October 6, 2022): 879–82. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.187.

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Abstract:
Massima L’ex liquidatore di una S.r.l. il quale abbia trasferito l’intero residuo patrimonio sociale in trust al solo fine di esibire un bilancio di liquidazione che consenta la cancellazione della società dal registro delle imprese onde far decorrere il termine annuale per la dichiarazione di fallimento risponde dei danni arrecati al fallimento della società.
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D'Alauro, Gabriele. "L'avviamento nei bilanci aziendali: impairment test e disclosure." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (October 2011): 11–43. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003002.

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Abstract:
L'applicazione all'avviamento dell'test costituisce uno dei temi maggiormente dibattuti in ambito internazionale, in relazione ai molteplici profili di soggettività insiti nei criteri di valutazione previsti dallo IAS 36 e al conseguente rischio che detta procedura possa costituire un potenziale strumento di politiche di bilancio. Attraverso un'indagine comparata dei bilanci di società quotate italiane e inglesi dal 2005 al 2008, si intende verificare il trattamento contabile dell'avviamento, in particolare nel caso di segnali di perdite di valore, nonché la corrispondentefornita al riguardo. Nella ricerca sono analizzate le relazioni intercorrenti tra entità della svalutazione dell'avviamento, valutazione dell'azienda riflessa dalle corrispondenti quotazioni di borsa, e grado disull'avviamento. Presumendo che la qualità dellaesprima il livello di attendibilità con cui si sono applicate le disposizioni dello IAS 36, si verifica l'ipotesi che la mancata effettuazione di svalutazioni, pur in presenza di indicatori di perdite di valore dell'avviamento, conduca le aziende a fornire unasull'non completa né soddisfacente.
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Pappalardo, Adriano. "CRISI ECONOMICA, ISTITUZIONI E RENDIMENTO IN 17 DEMOCRAZIE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 3 (December 1997): 519–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025090.

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Abstract:
IntroduzioneAlla metà degli anni settanta, la prima di una serie di crisi economiche colpiva le democrazie occidentali, sottoponendo a sfide più o meno severe le loro strutture e le loro capacità politico-istituzionali. Del tema si è occupata un'intera letteratura, che ha fornito ragguardevoli contributi alla conoscenza del contenuto e dell'efficacia delle risposte di singoli paesi o gruppi di paesi e degli adattamenti/mutamenti subiti dalle società e dagli attori interessati. In questo articolo, viene tracciato un bilancio della materia, aggiornato con informazioni e spiegazioni che si estendono fino alla metà degli anni novanta e coprono diciassette paesi.
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6

Liberatore, Giovanni, Tommaso Ridi, and Filippo Di Pietro. "Rilevanza ed affidabilità del valore contabile dell'avviamento e dei beni immateriali sul mercato italiano." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (November 2012): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003003.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di indagare quale sia la rilevanza e l'affidabilità percepita dal mercato finanziario sul valore espresso nel bilancio d'esercizio sui beni immateriali e l'avviamento delle società quotate. Lo studio ha analizzato le aziende quotate al FTSE Italia All-share, nel periodo fra il 2002 ed il 2008. Attraverso un modello di regressione a più variabili si è verificato che: a) il valore contabile dei beni immateriali e dell'avviamento sono correlati positivamente al valore di mercato del capitale, b) la transizione agli IAS/IFRS non ha comportato un incremento della rilevanza ed affidabilità percepita dal mercato dei beni immateriali e avviamento.
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7

Veltri, Stefania, and Olga Ferraro. "La value relevance incrementale dell'other comprehensive income rispetto al net income. Un'analisi sulle società quotate in Italia." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (November 2012): 9–29. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003002.

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Abstract:
L'obiettivo principale dello studio è quello di testare l'assunzione, validata da una parte della letteratura, che l'Other Comprehensive Income (OCI) items reporting sia value relevant per gli investitori in misura incrementale, ossia che fornisca loro informazioni aggiuntive rispetto al reddito netto. La rassegna della letteratura evidenzia risultati contraddittori. Gli autori ipotizzano che una delle principali cause dell'inconsistenza dei risultati dipenda dall'utilizzo di dati che si riferiscono a periodi precedenti l'introduzione degli standard contabili sul Comprehensive Income (CI). Di conseguenza, hanno testato l'ipotesi di ricerca utilizzando dati relativi a periodi successivi allo IAS 1 revised 2007, in cui è esplicitamente richiesto alle aziende di presentare le componenti in bilancio. Il campione è costituto dai gruppi quotati alla borsa valori di Milano. L'analisi di regressione fornisce evidenza della value relevance incrementale dell'OCI rispetto al reddito netto.
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8

Buchanan, J. M. "The Economic Consequences of the Deficit*." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 3 (October 1, 1986): 149–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117417.

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Abstract:
Abstract Le conseguenze economiche di un deficit di bilancio finanziato con debito pubblico sono equivalenti, nei loro termini più semplici, alle conseguenze del finanziamento con debiti per ogni unità economico-finanziaria, sia essa una persona, una famiglia, una società, un club, una chiesa o un sindacato.Il finanziamento della spesa pubblica mediante debito è equivalente a «mangiare” il capitale della Nazione. Ciò è vero sia se il debito è sottoscritto all’interno, sia se lo è all’estero.Questo aspetto fondamentale viene spesso trascurato, dato che si preferisce soffermarsi sull’effetto di «crowding out», che è pure importante, ma molto meno del primo.Non è dubbio che il governo federale si sia immesso in un meccanismo di spesa e debito che non può essere sostenuto in permanenza. Perchè il sistema sia modificato è, tuttavia, necessario che le regole siano cambiate. Vi sono alcuni sintomi che fanno sperare che ciò possa avvenire prima che sia troppo tardi.
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Romanazzi, Grazia. "Piccole "femmine" crescono. La donna nella pop-modernità." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 596–614. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9679.

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Abstract:
A partire dai pesanti condizionamenti culturali che gravavano sull'educazione dei bambini e delle bambine nella società patriarcale, fortemente ancorata alle differenze di genere, l'autore si chiede se e in quale misura persistano, oggi, tali stereotipi. A tal fine, viene analizzata, e, talvolta, smascherata, la logica subliminale sottesa alla pubblicità, ai giocattoli, ai cartoni animati: dai classici ai più recenti, e, finanche, ai libri di testo scolastici. In molti casi, emerge un vero e proprio processo di induzione e allenamento dei più piccoli ad assumere, nel futuro, i tradizionali ruoli stereotipati. Seppure non trascurabili sono i danni causati ai bambini, castrati soprattutto nell'emotività, il bilancio risulta nettamente a sfavore delle bambine. Queste, infatti, vengono avviate a una precoce iperfemminilizzazione e persuase che la seduttività sia l'unico potere di cui dispongano. In chiave pedagogica, questo fenomeno viene colto anche come conseguenza dell'assenza o carenza della figura paterna, in quanto luogo di promozione della differenza. Pertanto, l'apertura progettuale si dà in una inedita paternità tenera. La riflessione si conclude nel segno della speranza, testimoniata da alcune principesse pop-moderne che, emancipandosi, si sono salvate da sole.
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Scarantino, Anna. "Da scuola del popolo a scuola fascista della nazione? Un bilancio dell'istruzione elementare in Italia a dieci anni dalla riforma Gentile." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 117–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001005.

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Abstract:
Nel gennaio 1932, a quasi dieci anni dalla riforma più importante e più discus-sa del fascismo, quella della scuola, l'ispettore scolastico Renato Moro preparò una dettagliata relazione sulla condizione della scuola elementare lontana da fina-lità propagandistiche e destinata ad uso interno del ministero dell'Educazione na-zionale. Ponendo a confronto la pubblicazione ufficiale prodotta pochi mesi dopo dal ministero con la relazione preparata da Moro, che qui viene riprodotta inte-gralmente, il saggio mette in luce il divario esistente tra gli obiettivi dichiarati dal fascismo e la realtà, tra i risultati propagandati e quelli effettivamente conseguiti. Ne emerge, tra l'altro, l'immagine di una società meridionale ancora arretrata ma non immobile, che anche nei suoi strati medio-bassi chiedeva allo Stato più istru-zione e la possibilità di accesso alle scuole medie, che la riforma aveva ostacolato in molti modi. Il regime, impegnato ad ottenere una più decisa fascistizzazione del-la scuola, sottovalutò gli effetti negativi prodotti dalla presenza invadente del par-tito e dell'Opera nazionale Balilla, e dal disordine normativo che ne accompagnò costantemente l'azione. Il succedersi continuo di provvedimenti, ripensamenti e adattamenti minò l'immagine di solidità e coerenza che il regime voleva dare di sé nel suo progetto di radicale trasformazione degli italiani.
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Dissertations / Theses on the topic "Bilancio di società"

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STORTONE, STEFANO. "VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/800.

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Abstract:
Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile.
Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.
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STORTONE, STEFANO. "VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/800.

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Abstract:
Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile.
Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.
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De, Luca Enrico <1992&gt. "Impatto degli impianti sportivi di proprietà sul bilancio delle società professionistiche di calcio europee e i relativi risultati sportivi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14450.

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Abstract:
Lo scopo dell’elaborato è quello di indagare quale impatto possa avere la realizzazione di uno stadio di proprietà sul bilancio di una società di calcio professionistica e se esista una relazione diretta tra l’impianto sportivo di proprietà e un progressivo miglioramento dei risultati sportivi della società stessa. L’elaborato sarà strutturato in tre distinti capitoli. Nel primo capitolo verrà proposto un confronto tra l’azienda tradizionale e quella sportiva focalizzando l’attenzione sui relativi modelli di business. Nei successivi capitoli verrà introdotta una breve cronistoria degli stadi sportivi, seguita da una analisi di come oggi dovrebbero essere progettati e realizzati per essere all’avanguardia e sostenibili in termini strutturali, commerciali ed economici. Verranno infine trattati alcuni casi pratici, italiani ed europei, valutando come l’impianto di proprietà vada ad impattare sul bilancio delle società ed i relativi risultati sportivi.
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Indiani, Andrea <1990&gt. "L'evoluzione delle tecniche di gestione del rischio e di risk disclosure nel bilancio d'esercizio : Analisi empirica sulle società quotate italiane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12073.

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Abstract:
Questo elaborato mira a presentare l'evoluzione delle tecniche di gestione dei rischi aziendali, in particolare sottolineando il differente approccio tra il tradizionale risk management e l'enterprise risk management (ERM). Si vuole inoltre descrivere il cambiamento della comunicazione economico finanziaria, orientata ad ampliare le informazioni espresse dal bilancio d'esercizio attraverso la relazione degli amministratori sulla gestione,ad esso allegato. Si cercherà inoltre, di dimostrare attraverso un'analisi empirica la capacità delle società quotate italiane di offrire una più trasparente comunicazione dei rischi affrontati nello svolgimento della loro attività economica, attraverso le informazioni espresse nella relazione sulla gestione.
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Vitale, Francesca. "I principi contabili IAS/IFRS e le fonti del diritto: impatto sistematico e riflessi sulla disciplina del bilancio." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200780.

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Abstract:
Il sistema delle fonti del diritto italiano. Il sistema delle fonti del diritto comunitario. La contabilità, il bilancio e la posizione dei principi contabili nazionali all'interno del sistema delle fonti. Il sistema IAS/IFRS: origine, struttura e rapporti con il diritto comunitario. Principi contabili nazionali, IAS/IFRS e teoria delle fonti: un primo tentativo di ricostruzione del sistema.
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Peverini, Luca. "Soggettività tributaria e capacità contributiva nel consolidato nazionale." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200768.

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Abstract:
I principi cardine della riforma IRES con particolare riferimento all'introduzione del consolidato. La questione della soggettività giuridica delle società consolidate. Consolidato nazionale e principio di capacità contributiva.
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7

Liace, Gianfranco. "Le operazioni con parti correlate." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200760.

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Abstract:
Le operazioni con parti correlate. Le operazioni con parti correlate nel regolamento emittenti e nel tub. I codici di autodisciplina. Il confine tra il conflitto di interessi e operazioni con parti correlate.
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Perin, Paolo <1995&gt. "L'effetto del Covid-19 sui bilanci delle società sportive di calcio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18612.

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Abstract:
L'elaborato tratterà nel primo capitolo della natura delle attività immateriali secondo i principi contabili internazionali e nazionali per poi andare ad applicarli in relazione ai diritti pluriennali alle prestazioni sportive. Si andrà dunque a rilevare le analogie e le differenze tra le due discipline in relazione all'argomento trattato. L'elaborato continuerà andando ad analizzare le riduzioni di valore e l'impairment test in relazione a quanto previsto nella disciplina nazionale e internazionale, l'applicazione delle CGU e l'applicabilità delle CGU ai diritti pluriennali alle prestazioni sportive. La tesi continuerà tramite lo svolgimento di un Impairment test applicato al caso di studio andando dunque ad evidenziare l'effetto del covid-19 nei bilanci delle società sportive professionistiche in relazione al loro asset principale.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

Full text
Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

Full text
Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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Books on the topic "Bilancio di società"

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Zanotti-Bianco, Umberto. Economia e società nel Mezzogiorno nell'ultimo quarantennio: Un bilancio nel ricordo di Umberto Zanotti Bianco. Manduria [Taranto]: P. Lacaita, 2005.

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2

Pontani, Franco. Il bilancio di esercizio delle società di capitali: Accounting philosophy e conceptual framework : la clausola generale (art. 2423 c.c.) ed i principi di redazione (art. 2423 bis c.c.). Padova: CEDAM, 2011.

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3

Piergiorgio, Donatelli, and Floridi Luciano, eds. Filosofia analitica 1993: Bilanci e prospettive. Roma: Lithos, 1993.

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4

La struttura finanziaria e i bilanci delle società di capitali: Studi in onore di Giovanni E. Colombo. Torino: G. Giappichelli, 2011.

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5

Visentini, Gustavo. Principi di diritto commerciale: Introduzione, imprenditore-società di persone, per azioni, a responsabilità limitata, cooperative, bilancio e revisione. Padova: CEDAM, 2006.

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6

La certificazione di bilancio nelle società cooperative. Roma: Editrice Cooperativa, 1985.

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7

Le società di capitali: Il bilancio d'esercizio e il bilancio consolidato. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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8

Pasquale, Villani, Università di Napoli. Centro studi per la storia comparata delle società rurali in età contemporanea., and Congresso internazionale sul tema "Trasformazioni delle società rurali nei paesi dell'Europa occidentale e mediterranea (sec. XIX-XX)" (1982 : Naples, Italy and Sorrento, Italy), eds. Trasformazioni delle società rurali nei paesi dell'Europa occidentale e mediterranea (secolo XIX-XX): Bilancio degli studi e prospettive di ricerca : atti del Congresso internazionale svoltosi a Napoli e Sorrento dal 25 al 28 ottobre 1982. Napoli: Guida, 1986.

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