Academic literature on the topic 'Bilanci pubblici'

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Journal articles on the topic "Bilanci pubblici"

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Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Abstract:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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Lombrano, Alessandro. "Dall'armonizzazione alla standardizzazione contabile. Quale via per la riforma degli ordinamenti contabili europei." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003001.

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Abstract:
Gli Stati membri dell'Unione Europea condividono la politica monetaria e sono indirettamente responsabili del debito complessivo dell'eurozona. Da ciò l'importanza di bilanci omogenei e trasparenti nonché l'adozione di politiche di finanza pubblica condivise che, da ultimo, hanno portato all'ipotesi di emanare principi contabili pubblici comuni (EPSAS - European Public Sector Accounting Standard). Attraverso l'analisi del caso italiano, questo contributo propone alcune riflessioni critiche sull'opportunità di una regolamentazione contabile unitaria di rango eu-ropeo alla luce, da una parte, degli specifici obiettivi della ventilata riforma (il coordinamento e il controllo) e, dall'altra, degli inevitabili costi che essa produr-rebbe, anche in termini di incoerenza o ridondanza delle soluzioni individuate. Le implicazioni di ricerca e di policy sono rilevanti. Il rischio che sotto l'etichetta dell'armonizzazione passino soluzioni tecniche tanto complesse quanto inutili, che ne snaturino il senso e la portata, è concreto e va allontanato dall'agenda politica europea. Al tempo stesso va recuperato un chiaro rapporto tra gli stru-menti contabili delle riforme e risultati attesi dalle stesse, distinguendo, anche sul piano concettuale degli studi, il piano delle contabilità nazionali da quello delle contabilità per il governo.
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La Torre, Mario, Lorenzo Semplici, and Jenny Salazar Zapata. "Un Modello di Impact Finance per i Comuni: il Piano Strategico di Mandato BES-Oriented." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2021): 141–70. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10591.

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Abstract:
Il presente lavoro propone un modello di Impact Finance per i Comuni italiani, utile a coniugare le politiche di bilancio delle amministrazioni locali con gli obiettivi sociali ed ambientali riconducibili agli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile. Nello specifico, il Piano Strategico di Mandato BES-Oriented prevede: (i) un'analisi di contesto utile a definire il posizionamento BES del Comune, (ii) un'analisi di bilancio pubblico BES-Oriented, utile a definire l'impatto diretto delle politiche di bilancio sui temi sociali ed ambientali (iii) una matrice che consente una lettura combinata del posizionamento e del bilancio, (iv) l'utilizzo delle interazioni fra domini BES per valutare gli impatti indiretti delle politiche di bilancio sugli aspetti sociali ed ambientali. Il modello proposto consente alle Amministrazioni locali di definire priorità strategiche ed obiettivi di impatto ed in particolare di: adottare delle strategie di welfare in relazione ad un benchmark; collegare l'attivazione di specifiche progettualità in maniera sinergica, riferendole ad una o più voci di spesa pubblica ed al relativo dominio BES che ad esse viene associato; valutare l'impatto diretto che la pianificazione comunale ed i singoli progetti hanno sui conti pubblici; individuare ulteriori dimensioni di benessere sulle quali un investimento impatterà indirettamente, offrendo un quadro complessivo dell'impatto in termini di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini; calcolare gli impatti diretti ed indiretti sulla spesa pubblica (effetto moltiplicatore).
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Ferri, Vittorio. "Il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo: tre strumenti per il finanziamento della città pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1003.

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Abstract:
La costruzione della città pubblica richiede il finanziamento di politiche, progetti urbani e opere pubbliche. L'obiettivo principale di questo contributo è di richiamare l'attenzione su tre strumenti poco utilizzati dai comuni italiani per finanziare gli investimenti: il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo. Questi strumenti sono importanti per aumentare e migliorare il finanziamento della città pubblica.
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Santoro, Patrizia. "Mercato del lavoro pubblico e mancato sviluppo locale: il caso della Regione Sicilia." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 29–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001002.

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Abstract:
Ormai da decenni, sappiamo che, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, l'offerta di lavoro č assorbita quasi esclusivamente dal settore dei servizi. Ma l'aspetto piů rilevante - non ancora sondato dalle statistiche ufficiali - č che questo settore č costituito per larga parte da organizzazioni direttamente o indirettamente finanziate con risorse pubbliche. Con la conseguenza che la maggioranza degli occupati meridionali sono a carico dei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Come si riflette questa anomalia del mercato del lavoro sulle capacitŕ e/o modalitŕ con cui le pubbliche amministrazioni meridionali accompagnano i processi di sviluppo? Per provare a rispondere a questa complessa domanda, l'autore, dopo avere avanzato una definizione del mercato del lavoro pubblico che va oltre il concetto di "settore pubblico allargato", tradizionalmente inteso, ricostruisce con una ricerca empirica l'entitŕ del fenomeno utilizzando come caso studio l'indotto della Regione siciliana come nucleo generatore.
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Trupiano, Gaetana. "I vincoli economici e fiscali europei: il rigore di bilancio e l'esigenza della crescita." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 79–92. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002003.

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Abstract:
La governance europea ha accelerato i suoi interventi con il Semestre europeo del 2010, il six pack del 2011 per giungere, da ultimo, al fiscal compact del 2012. Il fiscal compact rappresenta la piů recente decisione europea in tema di controllo della stabilitŕ delle finanze pubbliche con l'introduzione di rigide regole sulla riduzione del deficit di bilancio e del debito pubblico. Il lavoro si sofferma sulle misure relative ai vincoli di bilancio e, in particolare, sulle regole e gli effetti del fiscal compact. Lo studio si occupa anche del problema della crescita da affrontare accanto alle decisioni sul rigore di bilancio, illustrando anche gli stessi strumenti europei a favore dello sviluppo economico.
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Muraro, Gilberto. "Sui fondamenti della finanza di progetto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002009.

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Abstract:
L'articolo, dopo una concisa classificazione delle vecchie e nuove applicazioni della finanza di progetto, esamina le basi di questa peculiare relazione tra pubblico e privato. Descrive pertanto i motivi del ricorso alle tariffe anziché alle imposte nel finanziamento di un progetto pubblico e poi le ragioni per l'operatore pubblico dello scambio tra "tariffe e rischio" con gli investitori privati. Tali ragioni sono note e si compendiano nel vincolo di bilancio per l'ente pubblico e/o in una visione piů ottimistica da parte degli investitori privati, la quale puň discendere da una maggiore efficienza attesa nella costruzione e gestione dell'opera e/o da piů elevate entrate tariffarie attese e/o da una maggiore propensione al rischio. L'autoritÀ pubblica deve tuttavia sapere che il ricorso alla finanza di progetto non la libera interamente dal rischio perché in varie circostanze essa rimane comunque l'investitore di ultima istanza. In vari casi, inoltre, essa deve consapevolmente accettare di configurare il progetto in modo da renderne il valore atteso accettabile per privati, e perciň deve valutare e scegliere il trade- off tra benessere sociale e fattibilitÀ dell'opera.
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Padovano, Fabio. "The Budget Deficit in the Soviet Economic System: Origins and Perspectives*." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 1 (April 1, 1991): 41–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345199.

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Abstract:
Abstract Il deficit del bilancio dello Stato nelle economie a pianificazione centralizzata (in questo articolo, si prende in particolare considerazione quella dell’URSS) appare legato soprattutto alia crisi del settore produttivo. Questo settore costituisce, al tempo stesso, la principale fonte di entrate fiscali ed il destinatario del maggior volume di spese pubbliche; è quindi evidente che un calo della redditività delle imprese comporta per il bilancio un assottigliamento delle poste attive e un maggior esborso per spese a sussidio dell’economia. È proprio questo meccanismo che si suppone stia alia base del disavanzo, e i dati statistici sembrano confermare questa tesi.L’articolo, inoltre, esamina brevemente le cause principali della crisi del settore produttivo, individuate in una struttura dei diritti di proprietà che favorisce pratiche gestionali non efficienti ed in una politica di «credito facile» che consente di mantenere in vita le imprese non produttive.La constatazione della facilità con cui le aziende ricevono prestiti dalle banche fa inoltre supporre che il deficit pubblico sia stato finanziato in massima parte tramite emissione di moneta. L’andamento divergente del gettito fiscale rispetto al deficit ed il fatto che i titoli del debito pubblico non sono uno strumento finanziario diffuso nelle economie a pianificazione centralizzata sembrano dimostrare questa supposizione.La conclusione è che la monetizzazione del disavanzo - e la presenza stessa del disavanzo - pongono seri vincoli al processo di trasformazione delle economie a pianificazione centralizzata in economie di mercato.
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Pallante, Francesco. "Il problema costituzionale dell’attuazione dei diritti sociali." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 1, no. 1 (December 13, 2018): 70–82. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v1n1.2018.p70-82.

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Abstract:
L’articolo si interroga sul problema dell’attuazione dei diritti costituzionali, e in particolare dei diritti sociali, nel quadro di una costituzione pluralista. Considerando i diritti costituzionali vincoli all’esercizio dei pubblici poteri – in quanto contenuto del patto costituente, prima ancora che per via della loro collocazione gerarchica –, si argomenta che, pur nell’ambito della loro discrezionalità politica, i pubblici poteri stessi hanno il dovere di realizzare interventi volti all’attuazione dei diritti (e di astenersi dal compiere interventi ostativi alla loro attuazione). Ciò vale anche per la decisione di bilancio, che deve rispettare le priorità costituzionali, privilegiando le «spese costituzionalmente vincolate» rispetto alle «spese costituzionalmente facoltative» (ed evitare le «spese costituzionalmente vietate»). In vista del raggiungimento di questo obiettivo, si suggerisce la configurazione di vincoli, costituzionalmente giustiziabili, non di ma al bilancio, vale a dire in favore della destinazione di risorse certe agli interventi pubblici volti a dare concretezza al contenuto minimo dei diritti costituzionali.
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Buchanan, J. M. "The Economic Consequences of the Deficit*." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 3 (October 1, 1986): 149–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117417.

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Abstract:
Abstract Le conseguenze economiche di un deficit di bilancio finanziato con debito pubblico sono equivalenti, nei loro termini più semplici, alle conseguenze del finanziamento con debiti per ogni unità economico-finanziaria, sia essa una persona, una famiglia, una società, un club, una chiesa o un sindacato.Il finanziamento della spesa pubblica mediante debito è equivalente a «mangiare” il capitale della Nazione. Ciò è vero sia se il debito è sottoscritto all’interno, sia se lo è all’estero.Questo aspetto fondamentale viene spesso trascurato, dato che si preferisce soffermarsi sull’effetto di «crowding out», che è pure importante, ma molto meno del primo.Non è dubbio che il governo federale si sia immesso in un meccanismo di spesa e debito che non può essere sostenuto in permanenza. Perchè il sistema sia modificato è, tuttavia, necessario che le regole siano cambiate. Vi sono alcuni sintomi che fanno sperare che ciò possa avvenire prima che sia troppo tardi.
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Dissertations / Theses on the topic "Bilanci pubblici"

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STENTELLA, DANILO. "GLI EFFETTI DELLE PRIVATIZZAZIONI SULL’EQUILIBRIO DEI BILANCI E SULLA SOSTENIBILITÀ DEI SERVIZI PUBBLICI." Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1057928.

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Abstract:
The first section of the research develops from the study of political and institutional dynamics and constraints affecting privatization, together to the regulatory reforms that accompany its evolution, its sectorial distribution and the methods of privatization processes. In a second part i analyze the interactions between public and private property and the control of companies, with particular reference to the influence that such interaction exerts on public budgets and, indirectly, on the well-being of the most direct stakeholders, individuals and families. In particular, in this part of the research, I analyzed the financial statements of those privatized companies. The companies that still allow us to make comparative calculations on the dynamics of reporting, in order to calculate ex post the actual economic and financial advantage of the divestments. In a third section, I examined the possibility of the development of a model of dynamic equilibrium between the properties of public assets and the objectives of the current budget, thus maintaining fiscal equilibrium.
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NARDINI, MASSIMO. "Il principio di "equilibrio" del bilancio nel quadro della governance europea dei conti pubblici." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2014. http://hdl.handle.net/11385/200956.

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Abstract:
La decisione di bilancio, tra teoria economica ed aspetti istituzionali: l'art. 81 della Costituzione. Il progressivo adattamento dell'ordinamento nazionale ai vincoli europei in materia di bilancio. La costituzionalizzazione del principio dell'"equilibrio" di bilancio: la Legge costituzionale n. 1/2012 e la Legge "rinforzata" n. 243/2012. Il nuovo diritto del bilancio: verso l'introduzione di vincoli contenutistici o una diversa conformazione dei procedimenti decisionali nazionali? Obbligo di copertura o “pareggio” di bilancio? Quale significato attribuire al principio di "equilibrio" nella nuova governance europea dei conti pubblici.
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Sala, Antonio. "Il giudice delle risorse pubbliche." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422982.

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Abstract:
This study intends to deal with the activity of the italian Court of Auditors as the guardian of public resources. The dissertation is divided into two sections: the first one deals with some important constitutional principles concerning public resources (public property and undertaking, cultural heritage, public budget), whereas the second one is more specific on the Court’s functions as auditor and judicial body. The essay aims to affirm that the role of the Court of Auditors in our legal system is essential, because monitoring the use of public goods and funds in order to prevent or sanction activities that, in different ways, cause damage to the public is a function with constitutional rank. The Court grants citizens-taxpayers the right to see the public money legitimately and efficiently employed for the public welfare. A special attention is drawn to recent reforms, such as the constitutional amendments of April 2012 concerning public budget and the various special forms of administrative liability with sanctionary purpose, which the legislator has introduced alongside the general regulation provided by law 20/1994.
La ricerca si propone di trattare il tema dell’attività della Corte dei conti come custode delle risorse pubbliche. La tesi si divide in due parti: la prima è dedicata ad alcuni importanti principi costituzionali in tema di risorse pubbliche (la proprietà e l’impresa pubbliche, il patrimonio culturale, il bilancio pubblico); la seconda, più specificamente, alle attribuzioni - di controllo e giurisdizionali – della Corte dei conti. L’idea sottesa a questo lavoro è che la presenza della Corte dei conti nell’ordinamento sia necessaria, in quanto la funzione di controllo nell’uso delle risorse e di repressione delle attività che, in vario modo, danneggiano il patrimonio collettivo ha carattere costituzionale. La Corte garantisce il diritto dei cittadini-contribuenti ad un impiego accurato ed alla custodia delle risorse pubbliche. Particolare attenzione è stata riservata alle novità normative, quali la riforma costituzionale del bilancio pubblico dell’aprile 2012 e le numerose ipotesi speciali di responsabilità amministrativa con finalità sanzionatoria che il legislatore ha affiancato alla disciplina generale di cui alla l. 20 del 1994.
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BARONE, Michele. "Le Autorità indipendenti nell’amministrazione pubblica dell’economia. Bilanci e prospettive nell’evoluzione del contesto italiano ed europeo." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/105599.

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Abstract:
La ricerca affronta la questione, ancora controversa, della natura e delle funzioni delle autorità amministrative indipendenti. Attraverso l’analisi delle condizioni strutturali alla base dell’affermazione del modello di regolazione indipendente del mercato, l’obiettivo primario è di suggerire una chiave di lettura dei principali problemi che pone, a partire proprio da quelli relativi allo status di indipendenza delle autorità regolatorie. In secondo luogo, l’indagine ha lo scopo di individuare possibili orizzonti di riforma, alla luce dell’evoluzione dell’approccio al tema dell’intervento pubblico nell’economia assunto nel contesto nazionale e sovranazionale. Viene anzitutto esaminato il dibattito sui principi in materia di rapporti economici tenutosi in seno all’Assemblea costituente, da cui emerge chiaramente la critica, pressoché unanime, al laissez-faire, espressione del tradizionale Stato liberale. Era radicata la consapevolezza, fondata su evidenze storiche, che il mercato, lasciato a se stesso, non è in grado di generare utilità sociale, ma che anzi tende a favorire dinamiche di prevaricazione dei soggetti che si trovano in una situazione di fattuale debolezza da parte di quelli che ricoprono, invece, una posizione di forza. Gli obiettivi che la Costituzione assegna inderogabilmente alla politica economica – garanzia del pieno sviluppo della persona umana e della realizzazione dell’utilità sociale – possono dunque essere perseguiti alla sola condizione che il mercato sia sottoposto a rigorosi limiti e controlli (artt. 41 ss. Cost.). L’indagine si focalizza quindi sul paradigma regolatorio, che comincia ad affermarsi in Italia in coincidenza con l’ampliamento degli spazi del mercato, stimolato in particolare dal processo di integrazione europea. Tale paradigma, lungi dall’essere intrinsecamente connesso alla logica del laissez-faire, può potenzialmente rappresentare una forma di attuazione dei principi costituzionali persino più compiuta rispetto ad un modello di intervento pubblico nell’economia in cui lo Stato sia direttamente implicato nei processi produttivi. Infatti il paradigma regolatorio, in base al quale l’intervento statale consiste essenzialmente in un’attività di vigilanza sulle dinamiche economiche, sembra possa rientrare più propriamente nell’ambito dei «controlli» di cui parla l’art. 41 Cost. Vengono messi in luce, tuttavia, i problemi che caratterizzano la regolazione per come realizzatasi concretamente, che si riconducono proprio alla circostanza che essa è stata intesa, in effetti, non come una nuova forma di limitazione e controllo delle dinamiche economiche, ma, al contrario, come una via per “liberarle” dalle interferenze dei poteri pubblici. Questo approccio ha condotto ad una disciplina squilibrata dello status di indipendenza (talvolta eccessivo, talaltra difettoso), che presenta meccanismi di “protezione” del mercato nei confronti organi politici per certi aspetti ancora più intensi rispetto a quelli che la Costituzione riserva alle libertà e ai diritti inviolabili della persona. Tali forme di garanzia si fondano, però, su presupposti discutibili: una rinnovata “fede” nel mercato e un conseguente ritorno alla logica del laissez-faire. Non è dunque considerata condivisibile l’idea della regolazione come funzione di garanzia: essa è invece ritenuta una funzione amministrativa in senso pieno, finalizzata, cioè, alla cura di interessi pubblici nell’ambito del mercato. In tale ottica, si evidenzia come lo status di indipendenza delle autorità, anziché rappresentare un ausilio per la realizzazione del modello regolatorio, costituisca un ostacolo alla sua attuazione, minandone la piena compatibilità con i principi costituzionali. Vengono dunque indicate linee direttrici per possibili riforme tese a conferire una dimensione pienamente pubblicistica alla regolazione amministrativa del mercato, che la renda davvero in grado di porre rimedio ai suoi ineluttabili “fallimenti”.
The work addresses the still controversial question of the nature and functions of the Independent Regulatory Commissions. Through the analysis of the structural conditions underlying the affirmation of the independent regulation of the market, the primary aim is to suggest a key to understanding the main problems it poses, starting with those relating to the independent status of Regulatory Commissions. Secondly, the work aims to identify possible horizons for reform, in light of the evolution of the approach to the issue of public intervention in the economy assumed in the national and supranational context. First of all, the debate on the principles of economic relations, held in the Constituent Assembly, is examined, from which the almost unanimous critique of laissez-faire, expression of the traditional liberal state, clearly emerges. There was a deep-rooted awareness, based on historical evidence, that the market, left to itself, is not capable of generating social utility: on the contrary, it tends to favor dynamics of abuse of subjects who are in a position of factual weakness by subjects who are, instead, in a position of factual power. The purposes that the Constitution assigns to economic policy - guaranteeing the full development of the human person and the realization of social utility - can therefore be pursued on the sole condition that the market is subjected to strict limits and controls (clauses 41 and following of Italian Constitution). Therefore, the work focuses on the ‘regulatory paradigm’, which begins to rise in Italy to coincide with the expansion of market’s spaces, stimulated particularly by the process of European integration. This paradigm, far from being intrinsically connected to the logic of laissez-faire, can potentially represent an even more complete form of implementation of constitutional principles than a model of public intervention in the economy in which the state is directly involved in production processes. In fact, the regulatory paradigm, according to which state intervention essentially consists of a supervisory activity on economic dynamics, seems to fall more properly within the "controls" referred to in clause 41 of Italian Constitution. Nevertheless, the problems that characterize regulation in terms of how it actually developed in Italy are highlighted and attributed precisely to the fact that it was considered, in fact, not as a new form of limitation and control of economic dynamics, but, conversely, as a way to "free" them from the interference of the public powers. This approach has led to an unbalanced discipline of the status of independence (sometimes excessive, sometimes defective), which presents mechanisms of "protection" of market’s spaces towards political bodies in some respects even more intense than those that Constitution reserves for freedoms and inviolable rights of the person. Such guarantees, although, are based on questionable assumptions: a renewed "faith" in market’s virtues and a consequent return to the logic of laissez-faire. Therefore, the concept of regulation as a guarantee function is not considered acceptable: it is instead considered an administrative function in the full sense, namely aimed at the care of public interests within the market. In this perspective, it is highlighted that the independent status, rather than representing an aid for the implementation of the regulatory paradigm, constitutes an obstacle to it, undermining its full compliance with constitutional principles. Guidelines for possible reforms are therefore indicated, aimed at giving a fully “public-power attitude” to the market’s administrative regulation, in order that it is made truly capable of remedying its inevitable "failures".
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Paiuscato, Marco <1994&gt. "La rendicontazione sociale come rappresentazione del bene pubblico bilancio. Concetti, norme e prassi applicative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16724.

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Abstract:
La tesi verte attorno ad un nuovo strumento che sta prendendo sempre più il largo nella pubblica amministrazione italiana: il Bilancio sociale. Dopo una breve introduzione sulla rendicontazione sociale e sulla stakeholder theory, lo scritto prova ad affrontare nello specifico il suddetto strumento sfruttando soprattutto il lavoro della Direttiva ministeriale del 2006 e dell'Osservatorio per la finanza e la contabilità negli enti locali. L'analisi ruota attorno sia ai concetti teorici che pratici, provando a fornire una spiegazione completa sulla realizzazione del bilancio sociale all'interno di un contesto pubblico locale. Il tutto si concluderà con un'analisi più specifica riguardante un caso particolare, ovvero il Comune di Este (in provincia di Padova) dove ho personalmente collaborato alla stesura del Bilancio sociale di metà mandato.
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Cavedagna, Stefano <1989&gt. "Le ricadute dei vincoli di bilancio europei sugli Enti territoriali. Nuove norme per la stabilità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10380/1/Cavedagna_Stefano_tesi.pdf.

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Abstract:
La disciplina del pareggio di bilancio è in continua evoluzione, soprattutto a fronte delle nuove esigenze finanziarie per contrastare la pandemia. Questo elaborato, studiando la governance economica strutturata dopo la crisi dei debiti, le derivanti scelte italiane in materia di costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e le conseguenze sulle autonomie locali, dimostra come il sistema di gestione delle finanze pubbliche a livello comunitario si stia completando, generando un rapporto normativo ciclico tra il livello europeo e quello locale. Ne è emersa una conflittualità tra le Regioni e lo Stato, che è analizzata al fine di comprendere la giustiziabilità costituzionale del pareggio di bilancio, osservando le esigenze di bilanciamento tra l’equilibrio finanziario e la tutela dei diritti sociali. La Corte Costituzionale ha recentemente conferito, in via giurisprudenziale, alla Corte dei Conti la potestà di svolgere un controllo diretto di costituzionalità del rispetto dell’equilibrio di bilancio degli enti nazionali e territoriali. Particolare attenzione viene data, poi, a seguito degli effetti della pandemia da Covid-19 sui bilanci degli Stati. A fronte della crisi pandemica, per la prima volta dall’approvazione del TSCG, la Commissione ha attivato la clausola di salvaguardia generale per sospendere il Patto di Stabilità (c.d. escape clause). Questa clausola ha permesso ai Paesi di ricorrere agli scostamenti di bilancio. Viene infine analizzato il piano “Next Generation EU”, che centralizza i prestiti verso gli Stati membri nel bilancio dell’Unione ed attinge dal mercato dei capitali le risorse necessarie per finanziare un totale di 750 miliardi, attraverso l’emissione di obbligazioni “Eu Bills”. Per la prima volta nella storia, l’Unione, nelle parole della Commissione, agisce sui mercati come se fosse uno Stato. La portata straordinaria del NGEU, con l’emissione di titoli europei, porta ad una sostanziale mutualizzazione dei debiti ed appare come un passo fondamentale verso il completamento dell’UEM e di un sistema federale.
The discipline of the balanced budget is constantly evolving, especially in the face of the new financial needs to combat the pandemic. This paper, studying the structured economic governance after the debt crisis, the resulting Italian choices regarding the constitutionalisation of the balanced budget and the consequences on local autonomies, demonstrates how the public finance management system at EU level is being completed, generating a cyclical regulatory relationship between the European and local levels. A conflict emerged between the Regions and the State, which is analyzed in order to understand the constitutional justice of a balanced budget, observing the need for balancing the financial balance and the protection of social rights. The Constitutional Court has recently conferred on the Italian Court of Auditors, the power to carry out a direct control of the budget balance of national and territorial bodies. Particular attention is given following the effects of the Covid-19 pandemic on the budgets of the States. In the face of the pandemic crisis, for the first time since the approval of the TSCG, the Commission activated the general safeguard clause to suspend the Stability Pact (so-called escape clause). This clause allowed countries to resort to budget variances. Finally, the "Next Generation EU" plan is analyzed, which centralizes loans to Member States in the Union budget and draws the necessary resources from the capital market to finance a total of 750 billion, through the issue of "Eu Bills" ". For the first time in history, the Union, in the words of the Commission, acts on the markets as if it were a state. The extraordinary scope of the NGEU, with the issuance of European bonds, leads to a substantial mutualisation of debts and appears as a fundamental step towards an europeam federal system.
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Macias, Alzola Pastora <1975&gt. "La materialità nel bilancio di sostenibilità: best practices di un'azienda pubblica applicate a una PMI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17206.

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Abstract:
Il lavoro percorre l'analisi del processo di individuazione dei temi materiali in un'azienda a capitale pubblico per definire le best practices ed applicarle all'individuazione della materialità di una piccola impresa privata che vuole predisporre per prima volta il bilancio di sostenibilità. Il lavoro ha richiesto preliminarmente un'analisi bibliografica specifica per individuare i filoni di pensiero di ricerca relativamente al tema della materialità. Successivamente è stata condotta un'analisi dettagliata del bilancio di sostenibilità dell'azienda ETRA S.p.A., una multiutility del bacino del fiume Brenta. Sulla base delle analisi svolte e in funzione dei parametri individuati nell'analisi di letteratura, è stata proposta una procedura per la definizione delle materialità applicabili all'azienda ENEREN S.r.l. attiva nel settore dell'impiantistica ai fini dell'efficienza energetica. A tal fine sono stati individuati gli stakeholder ed è stato proposta un'indagine comprensiva di incontri e questionari nonché l'analisi dei contenuti dei documenti emanati dall'azienda. Tale lavoro costituisce la base per un ulteriore sviluppo del bilancio di sostenibilità.
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Guercio, Salvatore. "La rendicontazione sociale: Aziende Private e Amministrazione Pubblica a confronto. Cos'è e come si redige un Bilancio Ambientale per un Ente Locale: la sostenibilità dei Comuni dell'Unione Terre di Castelli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La presente tesi è stata incentrata sulla rendicontazione sociale e sulle tipologie di rendicontazione sociale esistenti oltre che sulla redazione del Bilancio di Sostenibilità dell'Unione Terre di Castelli. Nel Libro Verde della Commissione, l'Unione Europea nel 2001 ha definito il Bilancio Sociale come:"Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate". Dal primo gennaio 2017 data la Direttiva n.95 del 2014 del Parlamento e del Consiglio dell'Unione Europea, redigere il Bilancio Sociale è divenuto obbligatorio per tutte le "imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico egli enti di interesse pubblico che sono imprese madri di un gruppo di grandi dimensioni, le cui caratteristiche sono deninite nella Direttiva n.95 del 2014 del Parlamento e del Consiglio dell'Unione Europea. Scorrendo l'elaborato si troverà il confronto tra cinque bilanci di sostenibilità redatti da altrettanti multinazionali, per poi passare a focalizzarsi sul significato che ha la rendicontazione sociale nella Pubblica Amministrazione, anche qui non mancano dei confronti tra Bilanci di Sostenibilità redatti da alcuni Comuni italiani di varie dimensione. Si passerà poi sul core della tesi ovvero la redazione del Bilancio di Sostenibilità Ambientale dell'Unione Terre di Castelli, un'Unione di otto Comuni della Provincia di Modena che conta circa 90000 abitanti. Per redigere il Bilancio si è fatto uso del metodo CLEAR, metodo che è frutto di un progetto Life; come prima redazione del Bilancio, di concerto con le Amministrazioni dell'Unione, si è deciso di rendicontare su solo due aree di competenza previste dal CLEAR, Rifiuti e Risorse Energetiche. La tesi arriva a conclusione presentando i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030 dell'ONU e calcolando la Sostenibilità dei Comuni dell'Unione in accordo a essi.
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CHIAF, ELISA. "LE IMPRESE SOCIALI DI INSERIMENTO LAVORATIVO E LA CREAZIONE DI VALORE: MODELLI DI VALUTAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/752.

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Abstract:
La ricerca considera il tema della valutazione del risultato delle imprese - in termini di impatto economico-sociale dell’attività svolta - e il settore delle imprese sociali di inserimento lavorativo (WISE), analizzandolo dal punto di vista degli strumenti di valutazione e rendicontazione. Obiettivo del lavoro è presentare la realtà delle WISE, per proporre un modello di valutazione che consenta di misurare il valore creato e distribuito alla Pubblica Amministrazione e quindi, indirettamente, alla collettività. Questo valore deriva dall’inserimento di soggetti che sono normalmente esclusi dal mercato del lavoro e che sarebbero supportati da interventi pubblici di tipo oneroso. Il lavoro offerto diventa quindi un mezzo di integrazione sociale e di riduzione delle diversità, ma anche una garanzia di risparmio per la Pubblica Amministrazione, che riduce gli interventi di tipo socio-assistenziale e sanitario. Una volta definiti gli obiettivi di valutazione e i metodi utilizzabili, è stato sviluppato uno strumento che consente una migliore accountability esterna. Per giungere a questo risultato, sono state coinvolte alcune cooperative sociali e soggetti impegnati nell’inserimento lavorativo. È stato creato uno strumento che permette alle imprese di mostrare in maniera completa il valore economico creato e distribuito sul territorio, e lo si è fatto in maniera condivisa e partecipata.
Work Integration Social Enterprises (WISEs) are very well known in Europe and they are recognized as important actors to promote the active inclusion of disadvantaged people, disabled, homeless, migrants, unemployed, people with disadvantages and minorities, to avoid their discrimination both in work labour and in the society. Work Integration issue is nowadays a relevant theme that considers social matters together with human rights’ respect, equality, freedom and self-determination. There is the lack of a complete evaluation scheme that could give a whole perspective of WISEs' results. For them there are features and management ties that require methods wider than the economic ones disclosed in the financial report, in order to measure the created value for the Public Administration and community. The PhD work focuses on the creation of a possible evaluation model to apply to WISE. A WISEs’ sample has been selected to understand which elements were difficult to measure and, after the definition of the model it has been directly tested. Local WISEs and institutions have been actively involved in the executions. The main result is the participative creation process of an instrument that evaluates WISEs’ value for the community, through the analysis of their external effect on public budget.
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CHIAF, ELISA. "LE IMPRESE SOCIALI DI INSERIMENTO LAVORATIVO E LA CREAZIONE DI VALORE: MODELLI DI VALUTAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/752.

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La ricerca considera il tema della valutazione del risultato delle imprese - in termini di impatto economico-sociale dell’attività svolta - e il settore delle imprese sociali di inserimento lavorativo (WISE), analizzandolo dal punto di vista degli strumenti di valutazione e rendicontazione. Obiettivo del lavoro è presentare la realtà delle WISE, per proporre un modello di valutazione che consenta di misurare il valore creato e distribuito alla Pubblica Amministrazione e quindi, indirettamente, alla collettività. Questo valore deriva dall’inserimento di soggetti che sono normalmente esclusi dal mercato del lavoro e che sarebbero supportati da interventi pubblici di tipo oneroso. Il lavoro offerto diventa quindi un mezzo di integrazione sociale e di riduzione delle diversità, ma anche una garanzia di risparmio per la Pubblica Amministrazione, che riduce gli interventi di tipo socio-assistenziale e sanitario. Una volta definiti gli obiettivi di valutazione e i metodi utilizzabili, è stato sviluppato uno strumento che consente una migliore accountability esterna. Per giungere a questo risultato, sono state coinvolte alcune cooperative sociali e soggetti impegnati nell’inserimento lavorativo. È stato creato uno strumento che permette alle imprese di mostrare in maniera completa il valore economico creato e distribuito sul territorio, e lo si è fatto in maniera condivisa e partecipata.
Work Integration Social Enterprises (WISEs) are very well known in Europe and they are recognized as important actors to promote the active inclusion of disadvantaged people, disabled, homeless, migrants, unemployed, people with disadvantages and minorities, to avoid their discrimination both in work labour and in the society. Work Integration issue is nowadays a relevant theme that considers social matters together with human rights’ respect, equality, freedom and self-determination. There is the lack of a complete evaluation scheme that could give a whole perspective of WISEs' results. For them there are features and management ties that require methods wider than the economic ones disclosed in the financial report, in order to measure the created value for the Public Administration and community. The PhD work focuses on the creation of a possible evaluation model to apply to WISE. A WISEs’ sample has been selected to understand which elements were difficult to measure and, after the definition of the model it has been directly tested. Local WISEs and institutions have been actively involved in the executions. The main result is the participative creation process of an instrument that evaluates WISEs’ value for the community, through the analysis of their external effect on public budget.
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Books on the topic "Bilanci pubblici"

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Cadeddu, Lucia Cavallini. Linee di riforma dei bilanci pubblici: Atti del Convegno tenutosi a Cagliari il 7-8 giugno 2002. Torino: G. Giappichelli, 2003.

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2

Ioanna, Paolo De. Parlamento e spesa pubblica: Profili istituzionali del bilancio pubblico in Italia. Bologna: Il Mulino, 1993.

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3

Il bilancio nell'economia pubblica. Milano: Giuffrè, 1985.

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4

Vegas, Giuseppe. Il nuovo bilancio pubblico. Bologna: Il Mulino, 2010.

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5

Tullio, Jappelli, ed. Bilancio pubblico e risparmio privato. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1991.

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6

Visaggio, Mauro. Politiche di bilancio e debito pubblico. Roma: NIS, 1997.

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7

1942-, Bosi Paolo, Lugaresi Sergio, and Istituto di studi per la programmazione economica., eds. Bilancio pubblico e redistribuzione: Teorie, modelli, riforme. Bologna: Il Mulino, 1992.

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8

Fabio, Corno, Lombardi Stocchetti Gianluca, and Libero istituto universitario Carlo Cattaneo., eds. Dal bilancio pubblico alla determinazione del reddito imponibile. Milano: Guerini studio, 1998.

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9

Celesia, Lamberto Jona. Il bilancio degli enti pubblici: Il bilancio degli enti istituzionali non economici e delle unità sanitarie locali. Torino: G. Giappichelli - Editore, 1986.

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10

Sciullo, Girolamo, and Marco Cammelli. Pubblica amministrazione e privatizzazioni dopo gli anni '90, un primo bilancio. Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2004.

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Book chapters on the topic "Bilanci pubblici"

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"5 Il bilinguismo delle Nuove scienze." In Galileo in Europa La scelta del volgare e la traduzione latina del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-450-9/005.

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Abstract:
5.1 L’inizio della terza giornata: stupire il lettore? – 5.2 Motivo redazionale: la fretta. – 5.3 Un significato profondo? Fisica e matematica. – 5.4 Due pubblici? – 5.5 Due giornate diverse? – 5.6 Risposta a due obiezioni. – 5.7 Bilancio: ritorno al motivo redazionale.
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"6 Testualità e pubblico della scienza. Per un bilancio delle scelte galileiane." In Galileo in Europa La scelta del volgare e la traduzione latina del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-450-9/006.

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