Academic literature on the topic 'Betocchi'

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Journal articles on the topic "Betocchi"

1

GUIDI, Remo L. "Un inedito di Carlo Betocchi." Giornale storico della letteratura italiana 188, no. 622 (April 2011): 259–67. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129050.

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2

Ramat, Silvio. "CARLO BETOCCHI, UNA LETTERA DEL 1965." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 40, no. 2 (September 2006): 512–15. http://dx.doi.org/10.1177/001458580604000219.

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3

Grubissich, Andrea. "LA POESIA TRA “PUREZZA” E “MITO”: RIMBAUD E CAMPANA-NELLA CRITICA DI CARLO BETOCCHI." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 26, no. 2 (September 1992): 307–21. http://dx.doi.org/10.1177/001458589202600201.

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4

Martínez Cantón, Clara Isabel. "Métrica y poética de Antonio Colinas." Rhythmica. Revista Española de Métrica Comparada, no. IV (December 1, 2021): 1–332. http://dx.doi.org/10.5944/rhythmica.32359.

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Abstract:
Antonio Colinas es una de las figuras más relevantes de la literatura española contemporánea. Poeta, narrador, ensayista, traductor y crítico, su obra abarca muchos géneros, aunque si alguno le define mejor como escritor ese es la poesía, género en el que más destaca y al que dedicamos el presente libro. Su obra ha sido reconocida con el Premio de la Crítica en 1975, el Premio Nacional de Literatura en 1982, el premio de Las Letras de Castilla y León en 1998, el Premio Internacional Carlo Betocchi en 1999 y el Premio de la Academia de Poesía de Castilla y León en 2001, entre otros. El objeto de este trabajo es estudiar un aspecto de la obra poética de Antonio Colinas que consideramos clave a la hora de entender su obra y al que quizás todavía no se le ha prestado la atención que merece: la métrica, fundamental como base productora del ritmo poemático y como elemento formal dotado de significación.
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5

Condini, Ned. "A Selection of Carlo Betocchi's Poetry." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 499–510. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100212.

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6

Menicacci, Marco. "Carlo Betocchi: eine Poetik der Humilitas." Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, no. 2 (December 14, 2018). http://dx.doi.org/10.37307/j.1866-5381.2018.02.08.

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Dissertations / Theses on the topic "Betocchi"

1

ZIGLIOLI, BENEDETTA. "CARLO BETOCCHI - GIOVANNI RABONI: CARTEGGIO 1953 - 1982. EDIZIONE CRITICA E COMMENTATA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42962.

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Abstract:
Il lavoro offre l’edizione critica e commentata del carteggio inedito tra Carlo Betocchi e Giovanni Raboni, disteso lungo un arco cronologico trentennale, fra il 1953 e il 1982. Esso consta di trecentododici lettere, centocinquantasei per ciascun corrispondente, e di un cospicuo numero di allegati: duecentotrentatre testi poetici (circa novanta inediti), quattro saggi e sette lettere, delle quali tre di Betocchi indirizzate ad altri destinatari e quattro a firma di Giambattista Vicari, Gianfranco Contini e Tommaso Landolfi. L’edizione critica presenta in calce a ogni documento un apparato suddiviso in tre fasce: la prima riporta le notizie materiali relative al documento stesso, la seconda accoglie le correzioni dell’autore e altre informazioni, come per esempio le lezioni originali corrette a testo, e la terza è riservata a essenziali note di commento necessarie per contestualizzare e interpretare il contenuto delle lettere. L’introduzione che precede la corrispondenza riporta la descrizione del carteggio, ne riassume i principali temi e propone riflessioni intorno al rapporto tra i due poeti, alla loro vita, alla produzione poetica. La corrispondenza permette di osservare da vicino, seguendone le fasi cronologiche, il rapporto tra un maestro e un discepolo (è stato proprio Betocchi infatti a ‘scoprire’ il giovanissimo Raboni e a farlo conoscere) e di approfondire la vicenda umana e letteraria di due importanti figure del panorama culturale novecentesco.
The paper offers a critical and commented edition of the unpublished over thirty years correspondence between Carlo Betocchi and Giovanni Raboni (1953-1982). It consists of three hundred and twelve letters, one hundred fifty-six for each correspondent, and a large number of attachments: two hundred and thirty texts (about ninety of which unpublished), four essays and seven letters. Three of them are written by Betocchi to other recipients and four are signed by Giambattista Vicari, Gianfranco Contini and Tommaso Landolfi. The apparatus at the end of each document is divided in three parts: (1) the material informations of the document itself; (2) the corrections of the author and other information, such as the original text-correct lessons; (3) essential commentary necessary to contextualize and interpret the content of the letters. The introductory chapters describe the correspondence, summarize the main themes and reflect on the relationship between the two poets, their life, poetic production. The center of this correspondence is the mentor-disciple relationship in its chronological development. The young Raboni indeed owes his reputation to Betocchi. Through their letters literary and human facets of two important figures of the Italian twentieth century cultural panorama are critically shown.
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2

ZIGLIOLI, BENEDETTA. "CARLO BETOCCHI - GIOVANNI RABONI: CARTEGGIO 1953 - 1982. EDIZIONE CRITICA E COMMENTATA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42962.

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Abstract:
Il lavoro offre l’edizione critica e commentata del carteggio inedito tra Carlo Betocchi e Giovanni Raboni, disteso lungo un arco cronologico trentennale, fra il 1953 e il 1982. Esso consta di trecentododici lettere, centocinquantasei per ciascun corrispondente, e di un cospicuo numero di allegati: duecentotrentatre testi poetici (circa novanta inediti), quattro saggi e sette lettere, delle quali tre di Betocchi indirizzate ad altri destinatari e quattro a firma di Giambattista Vicari, Gianfranco Contini e Tommaso Landolfi. L’edizione critica presenta in calce a ogni documento un apparato suddiviso in tre fasce: la prima riporta le notizie materiali relative al documento stesso, la seconda accoglie le correzioni dell’autore e altre informazioni, come per esempio le lezioni originali corrette a testo, e la terza è riservata a essenziali note di commento necessarie per contestualizzare e interpretare il contenuto delle lettere. L’introduzione che precede la corrispondenza riporta la descrizione del carteggio, ne riassume i principali temi e propone riflessioni intorno al rapporto tra i due poeti, alla loro vita, alla produzione poetica. La corrispondenza permette di osservare da vicino, seguendone le fasi cronologiche, il rapporto tra un maestro e un discepolo (è stato proprio Betocchi infatti a ‘scoprire’ il giovanissimo Raboni e a farlo conoscere) e di approfondire la vicenda umana e letteraria di due importanti figure del panorama culturale novecentesco.
The paper offers a critical and commented edition of the unpublished over thirty years correspondence between Carlo Betocchi and Giovanni Raboni (1953-1982). It consists of three hundred and twelve letters, one hundred fifty-six for each correspondent, and a large number of attachments: two hundred and thirty texts (about ninety of which unpublished), four essays and seven letters. Three of them are written by Betocchi to other recipients and four are signed by Giambattista Vicari, Gianfranco Contini and Tommaso Landolfi. The apparatus at the end of each document is divided in three parts: (1) the material informations of the document itself; (2) the corrections of the author and other information, such as the original text-correct lessons; (3) essential commentary necessary to contextualize and interpret the content of the letters. The introductory chapters describe the correspondence, summarize the main themes and reflect on the relationship between the two poets, their life, poetic production. The center of this correspondence is the mentor-disciple relationship in its chronological development. The young Raboni indeed owes his reputation to Betocchi. Through their letters literary and human facets of two important figures of the Italian twentieth century cultural panorama are critically shown.
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Giulietti, Annalisa. "Una preziosa testimonianza tra vita e letteratura.Il carteggio inedito Bo-Betocchi (1934-1985)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/258151.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è stato svolto a partire dalla trascrizione dei materiali inediti del carteggio fra Carlo Bo e Carlo Betocchi, databile fra il 1934 e il 1985. Le lettere di Betocchi, insieme ad alcune dei familiari, sono attualmente conservate presso l’Archivio della Fondazione Carlo e Marise Bo per la Letteratura Europea Moderna e Contemporanea di Urbino; a queste sono state aggiunte, nello studio, alcune missive, minute e copialettere del poeta, custodite presso l’Archivio Contemporaneo «Alessandro Bonsanti» del Gabinetto Scientifico-Letterario «G. P. Vieusseux» di Firenze, dove sono raccolte anche le lettere di Bo. La tesi è strutturata in maniera bipartita, con una prima parte critica e una seconda costituita dalla trascrizione del carteggio, un corpus cronologicamente esteso e quantitativamente rilevante che ha permesso di affrontare diversi punti nodali della letteratura italiana ed europea del Novecento. Mentre il capitolo primo si propone di sondare che cosa sia la lettera nella sua struttura di senso e quali siano forme e modi della scrittura epistolare, il secondo è stato pensato come un resoconto sullo svolgimento del carteggio e sull’evoluzione, negli anni, del rapporto fra i due corrispondenti. In un’epoca in cui la lettera era ancora l’unico, o comunque uno dei pochi, strumenti di comunicazione in absentia, il carteggio fra Bo e Betocchi affronta l’evolversi della situazione letteraria e culturale italiana (ed europea) dagli anni Trenta agli anni Ottanta. Il capitolo terzo e il quarto intendono ricostruire le figure di Bo e Betocchi attraverso questa «corrispondenza utilissima» . L’analisi dell’opera poetica dell’uno, e il ruolo dell’altro nel panorama culturale dell’epoca, vogliono mostrare come essi si siano dedicati completamente al lavoro, senza mai rinunciare alla ricerca di una «verità intangibile» e ‘nondimeno necessaria’ . Il quinto capitolo, infine, è dedicato alla stagione delle riviste letterarie e affronta le principali collaborazioni redazionali dei due corrispondenti: in primis, il «Frontespizio», all’interno del quale è nata l’amicizia fra Bo e Betocchi e che ha rappresentato una stagione «all’alba di ogni cosa possibile» ; nel secondo dopoguerra, il progetto biennale della «Chimera», pubblicata negli anni 1954-1955; dal 1958 al 1978, il ventennio caratterizzato dalla lunga esperienza multimediale dell’«Approdo» radiofonico, cartaceo e televisivo. Le conclusioni, dunque, mettono in luce come la teoria dell’epistolarità venga di volta in volta adattata alle corrispondenze prese in esame. Il carteggio Bo-Betocchi, infatti, rende testimonianza di una concezione di letteratura, e quindi di scrittura, che assume come primo dovere la ricerca della verità. L’analisi dei documenti dimostra come l’epistolarità faccia parte integrante dell’opera dei due corrispondenti e sia per loro uno strumento irrinunciabile di indagine sull’esistenza. La seconda parte della tesi è costituita dalla trascrizione dei documenti, ordinati cronologicamente per anno e suddivisi in capitoli: essa è corredata da un’iniziale nota al testo, dai necessari elenchi, compreso quello degli originali manoscritti e dattiloscritti, e da un’Appendice finale in cui sono riunite le lettere non datate, le lettere dei familiari di Betocchi e i materiali extratestuali allegati al carteggio. Trattandosi di circa 480 unità documentarie, il lavoro di decodifica e trascrizione ha richiesto un’attenta e lunga analisi basata sui principi della filologia d’autore : pur privilegiando l’aspetto contenutistico delle lettere, ho cercato di fornirne una trascrizione critica più possibile aderente all’originale, inserendo a fondo pagina un doppio apparato filologico ed esplicativo-esegetico. La forma intima e insieme socialmente, retoricamente, codificata della scrittura epistolare ha permesso l’utilizzo di una serie di conoscenze e competenze relative alla filologia, alla letteratura, alla teoria letteraria e alla storia culturale. Se poi la trascrizione di un carteggio non ha mai la pretesa di rendere il curatore un ‘esperto di letteratura’, essa di sicuro gli consente di attrezzarsi contro ciò che Bo e Betocchi hanno sempre scongiurato: «i pericoli sempre facili e mortali dell’estetismo e del sentimentalismo, della calligrafia e del compiacimento intellettuale, insomma contro tutte le forme, più o meno raffinate, che può assumere la nostra insincerità» .
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4

CHELLA, ANNA. "Giovanni Raboni poeta e lettore di poesia (1953-1966)." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1044302.

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Abstract:
Poeta, critico, traduttore di altissimo livello, Giovanni Raboni (1932-2004) è una delle voci più importanti del secondo Novecento italiano. Questa tesi è dedicata alla prima fase del suo lungo percorso poetico e critico. Il punto di partenza sono i suoi primi tentativi poetici, risalenti all’inizio degli anni ’50; quello di arrivo il suo esordio ufficiale come poeta in una delle sedi più prestigiose dell’epoca, la collana dello Specchio della casa editrice Mondadori, in cui, nella primavera del ’66, Raboni pubblica «Le case della Vetra», una raccolta dal titolo manzoniano e milanese, che non pochi critici considerano, ancora oggi, il suo libro più bello. Tredici anni prima, nel 1953, un Raboni poco più che ventenne aveva partecipato a un concorso per giovani scrittori indetto a Roma (presidente di giuria era Giuseppe Ungaretti) e si era aggiudicato il primo premio con un corposo dattiloscritto intitolato «Gesta Romanorum» in omaggio a una delle sue letture predilette, il «Doctor Faustus» di Thomas Mann. Quest’opera giovanile, in parte rimasta inedita, rappresenta la prima testimonianza pubblica di una tenace vocazione alla poesia. Tra il 1953 di «Gesta Romanorum» e il 1966 delle «Case della Vetra», si dipana una vicenda delicata e, per molti versi, avvincente: la tenace ricerca della propria voce portata avanti da un giovane poeta con singolare precocità, limpida perseveranza e una mite, ma al tempo stesso fermissima, chiarezza d’intenti. Raboni compie il suo esordio poetico in anni difficili ma straordinariamente fecondi per la poesia italiana, in un periodo di profonde, e talvolta traumatiche, mutazioni sociali ed economiche. «Le case della Vetra» nascono da un confronto coraggioso con le urgenze del proprio tempo, da una lunga e meticolosa ricerca stilistica e formale, da un dialogo appassionato con quella che Raboni ha sempre amato definire la “poesia in carne e ossa”, la “poesia che si fa”. Il presente lavoro di ricerca, che ha potuto giovarsi di preziosi materiali d’archivio in gran parte inediti, muove dal proposito di illuminare l’intreccio, davvero esemplare nel caso di Raboni, tra la critica e la poesia, particolarmente fecondo nei suoi primi anni di attività saggistica e pubblicistica. Nel corso del lavoro, partito dall’idea di una sorta di dualismo tra il “Raboni critico” e il “Raboni poeta”, una terza figura si è affiancata in modo sempre più evidente alle precedenti: quella del “Raboni lettore”, appartenente a quella straordinaria categoria rappresentata dai poeti lettori di poesia. La tesi è diventata così, in gran parte, una storia di lettori e di letture: non solo la storia di Raboni, lettore infaticabile alle prese ora con il modello decisivo degli anglosassoni Eliot e Pound, ora con l’eredità dei grandi “lombardi” (Porta, Parini, Manzoni), ora con ammirati compagni di strada quali Sereni, Giudici, Cattafi ecc.; ma anche la storia di alcuni straordinari lettori di Raboni, tra cui spetta un ruolo di primo piano a Carlo Betocchi, guida paterna, affettuosa e chiarificatrice, cui Raboni dovette i primi, decisivi incoraggiamenti. E, ancora, la tesi mostra un Raboni che, a più riprese, si rilegge e ripensa la propria storia: una storia di incontri rassicuranti con compagni di cammino ma anche di confronti, spesso ancor più fecondi, con percorsi distanti ed estranei. Se certamente, come ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo, Raboni va considerato a tutti gli effetti un “critico-critico”, più di una volta, nel caotico magma degli anni ’50 e ’60, la penna del critico, o meglio del “lettore di poesia”, sembra, se non guidare, almeno sorreggere, con la sua mite e severa fermezza, la mano libera e autonoma del poeta.
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Books on the topic "Betocchi"

1

Cieli di Betocchi. Firenze: Le lettere, 2006.

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2

Civitareale, Pietro. Betocchi: L'armonia dell'essere. Roma: Edizioni Studium, 1994.

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3

Chiara, Tarsi Maria, ed. Bibliografia di Carlo Betocchi. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2008.

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4

Chiara, Tarsi Maria, ed. Bibliografia di Carlo Betocchi. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2008.

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5

Stefani, Luigina. La biblioteca e l'officina di Betocchi. Roma: Bulzoni, 1994.

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6

Albisani, Sauro. Il cacciatore d'allodole per Carlo Betocchi. Genova: Marietti, 1989.

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7

Macrı̀, Oreste. La vita della parola: Da Betocchi a Tentori. Roma: Bulzoni, 2002.

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8

Macrí, Oreste. La vita della parola: Da Betocchi a Tentori. Roma: Bulzoni, 2002.

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9

Agnello, Nino. La poesia di Carlo Betocchi: Tra relativo e assoluto. Foggia: Bastogi, 2000.

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10

Betocchi, Carlo. Io son come l'erba: Epistolario Carlo Betocchi-Maria Pia Pazielli. Genova: San Marco dei Giustiniani, 2004.

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