Academic literature on the topic 'Benessere insegnanti'

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Journal articles on the topic "Benessere insegnanti"

1

Laura Mattera and Patrizia Granata. "Stare in benessere per un contesto di alleanza. Partiamo dallo “zerosei” per promuovere la salute futura." IUL Research 2, no. 4 (December 22, 2021): 110–19. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.148.

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Abstract:
Il presente contributo vuole essere una riflessione sull’importanza della promozione del benessere nei contesti educativi e nei servizi per l’infanzia. Punto focale è il contesto inteso come ambiente abitato non solo da bambini ma anche da educatori, insegnanti, operatori, genitori, nonni, figure significative che portano con sé insegnamenti, saperi, valori, e soprattutto emozioni. Promuovere una prospettiva globale favorendo un’alleanza tra le diverse figure significative che accompagnano il bambino nel suo percorso di sviluppo e tra i professionisti dello “zerosei” permette di co-costruire non solo nuovi saperi, ma anche nuovi contesti educativi. Visioni e competenze di professionalità differenti contribuiscono ad analizzare e interpretare situazioni, relazioni e attività.
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2

Gabola, Piera, and Antonio Iannaccone. "Elementi contestuali nella costruzione del benessere degli insegnanti in due casi studio italiani." Swiss Journal of Educational Research 37, no. 1 (September 20, 2018): 149–66. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.37.1.4948.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione su alcuni elementi critici della costruzione del benessere professionale degli insegnanti mettendo in luce, accanto alle note cause di insorgenza della sindrome del burnout quali fattori individuali, emotivi e relazionali, anche gli effetti che sembrano riconducibili alla condizione lavorativa nel suo complesso e dunque al sistema di attività nel quale viene svolto questo mestiere. Per dar conto di tali effetti l’articolo discute i risultati di due contributi empirici, realizzati in modo indipendente, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, nel sistema scolastico italiano. In particolare i due studi fanno riferimento alla condizione di benessere socio professionale di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria in due fasi distinte dell’evoluzione del sistema scolastico italiano (che nell’arco dei dieci anni intercorsi fra i due studi è stato interessato da continui tentativi di riforme, da un crescente precariato, da un progressivo indebolimento del riconoscimento della professione, dalla presenza diffusa in classe di bambini di differenti culture, dall’introduzione, largamente approssimativa, di nuove tecnologie, dalla scarsa corrispondenza tra lavoro effettivo ed aspettative dei futuri insegnanti). Senza la pretesa di fornire risposte definitive ad un problema evidentemente complesso la ri-lettura dei due studi sul burnout, realizzati in due distinte fasi dell’evoluzione del sistema scolastico, pur confermando, in parte, i risultati di altri lavori simili, solleva il problema complementare della contestualizzazione delle modalità di espressione del disagio degli insegnanti in relazione al più ampio tessuto identitario professionale nel quale essi operano. Tessuto che sembra mutare al mutare del posizionamento sociale e culturale dell’insegnamento.
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Ferritti, Monya, Anna Guerrieri, and Luca Mattei. "Adozione e scuola: individuare i punti critici e accrescere la consapevolezza di genitori e insegnanti." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 83–94. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002007.

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Abstract:
Dal 2000 al 2018, i minorenni adottati (AI e AN) sono stati più di 68.000. La ricerca internazionale rileva come l'adozione, intervento di recupero tra i più efficaci in ogni area di sviluppo dei bambini, non riesca tuttavia a garantire altrettanto nell'area della performance scolastica1. Per tale motivo, nel 2014 il Miur, in collaborazione con il Coordinamento Care, ha pubblicato le Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati. Osservandone una disomogenea conoscenza e attuazione, il Coordinamento Care ha promosso nel 2019 un'indagine qualitativa per esplorare il benessere scolastico degli alunni adottati attraverso la somministrazione in Cawi di questionari a insegnanti e genitori adottivi. Da tale indagine emerge che il 39,2% dei genitori dichiara di avere figli a cui è riconosciuto un Bes a fronte di una scarsa conoscenza e formazione degli insegnanti sul tema (21,1%). Il presente lavoro, approfondendo come la scuola sia significativa per i ragazzi e le ragazze adottati, analizza le principali criticità.
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Celata, Corrado, Massimo Miglioretti, Luca Vecchio, and Veronica Velasco. "Il benessere degli insegnanti: il ruolo del supporto sociale e delle dimensioni organizzative." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2013): 52–70. http://dx.doi.org/10.3280/pds2013-002005.

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5

Librandi, Brunella. "La formazione degli insegnanti per promuovere il benessere e prevenire il bullismo nella scuola." FOR - Rivista per la formazione, no. 79 (September 2009): 59–63. http://dx.doi.org/10.3280/for2009-079011.

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6

D'ambrosio, Mariangela. "Educare alle emozioni: l'approccio pedagogico dell'agire emotivo." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 504–19. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9292.

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Abstract:
Il benessere emotivo ed affettivo degli individui, soprattutto dei minori, diventa uno fra gli obiettivi primari, seppur sfidante, della comunità educativa adulta che ha il compito di ripensare il proprio ruolo in un'ottica sociologicamente e pedagogicamente orientata dove le emozioni rivendicano il proprio posto al centro della relazione. Utilizzare l'approccio pedagogico dell'agire emotivo consente ai docenti e agli educatori tutti, da un alto, di ri-leggere e ri-costruire nel discente gli stili e le diverse sue modalità di apprendimento, orientando il proprio lavoro in maniera più efficace ed efficiente; dall'altro, di collettivizzare il processo conoscitivo e di acquisizione di nuovi saperi, in un rispecchiamento dinamico. Per gli insegnanti e gli educatori, focalizzarsi sulla comprensione emotiva dei propri ragazzi attraverso modalità, strumenti e attività specifiche proposte, in coerenza con gli obiettivi prefissati, diventa strumento non solo di approfondimento di tematiche umane più ampie ma anche possibilità per intercettare e prevenire condotte devianti o a rischio, e stimolare il benessere complessivo. I minori, d'altra parte, focalizzandosi sulle emozioni, diventano protagonisti attivi della loro crescita e del loro divenire, nonché del processo formativo, motivando e orientando comportamenti. Ritornare all'agire umano come agire emotivo consapevole significa, dunque, educare le giovani generazioni alla complessità societaria sia come individui che come gruppo all'interno di una comunità sia reale che virtuale.
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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8

Miglioretti, Massimo, Luca Vecchio, and Veronica Velasco. "Presentazione sezione tematica. Gli insegnanti in una scuola che cambia: determinanti di malessere e benessere tra individuo e contesto." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2013): 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/pds2013-002002.

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Graziosi, Andrea. "Un Welfare State senza benessere: Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939). By Dorena Caroli. Macerata: EUM, 2008. 346 pp. Appendix. Notes. Bibliography. Index. €22.00, paper." Slavic Review 68, no. 4 (2009): 1003–4. http://dx.doi.org/10.2307/25593840.

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Dissertations / Theses on the topic "Benessere insegnanti"

1

GABOLA, PIERA. "Burnout degli insegnanti e fattori sociale, emotivo e cognitivo. Presentazione di due studi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/18767.

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Abstract:
Currently teachers are required to have many abilities which are not only confined to the didactic knowledge but they also involve other skills such as building significant educational relations with pupils, colleagues, the parents of the students. The success of the educational process and the personal and professional well-being of those who teach also depend on them. These skills bring to light the relational dimension of the role of the teacher, which is classified as a "helping profession". These aid related professions are based on helping, such as, those of nurses, doctors, and psychologists, who work in contact with the suffering and are subjected to constant events of stress (burnout risk). In national and international literature the risk of teachers to incur in the burnout syndrome during their career has been widely studied in relation to protection factors (Albanese et al., 2008; Greenglass, Burke, & Konarski, 1997; Brouwers, Will, & Welko, 2001; Hakanen, Bakker, & Schaufeli, 2006; Day & Qing, 2009; Doudin et al., 2009a). In this regard a decisive role is played by social factors (such as the support received in situations of difficulty), emotional factors (such as teachers’ emotional and relational competence) and cognitive factors (in particular, teachers’ conceptions and representations of the development of students’ intelligence and of the role played by the process of teaching-learning). The main results may be described as follows: concerning social factors the lack of support on the part of colleagues and managers have significant effects on burnout. In particular, the social support received in the work environment is a predictor of low levels of depersonalisation and high levels of professional fulfilment. In relation to emotional factors, teachers with low levels of burnout better regulate the emotions than those with high levels of burnout. Finally, in regards to the cognitive factor, some research about this subject focus on the conceptions of constructive intelligence which are related to high levels of professional fulfilment and low levels of emotional exhaustion and depersonalisation. Moreover, the burnout syndrome has also been analysed in relation to individual variables that characterize teachers (Sirigatti & Stefanile, 1993). The most investigated aspects refer to the role of age and the years of experience. However, the results obtained are not entirely clear. According to some data (Santiniello & Furlotti, 1992; Xin & MacMillan, 1999; Pellegrino, 2000; Baiocco, Crea, & Laghi, 2006), the years of teaching and age are positively related to the levels of burnout; according to others an inverse relationship appears (Maslach & Jackson, 1981b; Friedman & Faber, 1992; Yuen & Chan, 2005). Furthermore, the role played by the specific training for teaching and the university degree, on the risk of burnout is still largely unexplored. The studies that have dealt with the onset of burnout in the teachers’ careers have also shown that in all cultures, although at different levels, is probably due to the characteristics of their context. This professional group shows serious problems of stress and subsequent experience of burnout; as is shown in studies made in Europe (Pedrabissi, Rolland, & Santiniello, 1993; Lavanco, Novara, & Iacono, 2003; Sann, 2003; Schwarzer & Hallum, 2008; Doudin & Curchod-Ruedi, 2008; Aydogan, Dogan, & Bayram, 2009), Australia (Pillay, Goddard, & Wilss, 2005), Asia (Mo, 1991; Chan, 2006; Leung & Lee, 2006; Yong & Yue, 2007) and America (Gold, 1984; Alkhadher & Al-Naser, 2006; Kahn et al., 2006). Therefore, since those who teach, irrespective of their own culture, are exposed to continuous stress, the burnout can be considered as a possible outcome. In the light of what has just been said ”How can this syndrome be avoided or reduced and well-being promoted?” Two exploratory studies will be introduced: one made on 566 Italian teachers of all levels and another focused on a cultural comparison between 34 Italian and 34 Scottish primary school teachers.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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Books on the topic "Benessere insegnanti"

1

Un Welfare State senza benessere: Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939). Macerata: eum, 2008.

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2

Caroli, Dorena. Un Welfare State senza benessere: Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939). Macerata: eum, 2008.

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