Academic literature on the topic 'Beccafumi'

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Journal articles on the topic "Beccafumi"

1

Maurer, Emil. "„Maniera” und „Gotico Internazionale”. Notizen zu Beccafumi und Ghiberti." Wiener Jahrbuch für Kunstgeschichte 46-47, no. 2 (June 1994): 489–94. http://dx.doi.org/10.7767/wjk.1994.4647.2.489.

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2

Gorse, George L. "The Villa of Andrea Doria in Genoa: Architecture, Gardens, and Suburban Setting." Journal of the Society of Architectural Historians 44, no. 1 (March 1, 1985): 18–36. http://dx.doi.org/10.2307/990058.

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Abstract:
This paper reconsiders Andrea Doria's 16th-century villa in Genoa as an architectural and garden monument in relation to its original suburban setting. The villa has thus far been discussed primarily as a decorative monument, with scholars focusing their attention upon the interior fresco and stucco decorations of Perino del Vaga and façade paintings by Perino, Beccafumi, and Pordenone. However, these paintings have not been understood fully in terms of the architectural, garden, and suburban context of the villa, which serves as the focus of this study. A biographical sketch of Doria is followed by a building history of his villa, tracing its classical and Renaissance prototypes, the development of the building plan, and phases of construction. Giovanni Angelo Montorsoli's gardens of the 1540s are reconstructed from visual and literary sources, then related to the villa architecture and its suburban environs. A discussion of urban planning around the villa during the 1530s and 1540s shows how the villa functioned as a ceremonial entry monument into Genoa. Concluding remarks on the triumphal receptions of Emperor Charles V and Philip II at the Villa Doria during the mid-16th century underscore the importance of the villa's architecture, gardens, and suburb as a unified work of art.
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3

BERETTA, MARCO. "Pubblichiamoquidiseguitoleconsiderazionidi MinoGabriele sulla schedadi MarcoBerettaaM.Gabriele, Le incisioni Alchemico-Metallurgiche di Domenico Beccafumi («Nuncius», V, fasc. 2). Ad esse segue la replica di Marco Beretta." Nuncius 6, no. 2 (1991): 467–93. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x01578.

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4

Dubus, Pascal. "Politiques de la représentation de la mort : la république, le peintre, l'empereur. Les fresques de Domenico Beccafumi au Palais public de Sienne (1529-1535)." Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 99, no. 2 (1987): 1127–41. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1987.2947.

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5

Wenderholm, Iris. ""Diligite iustitiam qui iudicatis terram". Domenico Beccafumis Paulus-Tafel." Marburger Jahrbuch für Kunstwissenschaft 29 (2002): 79. http://dx.doi.org/10.2307/1348736.

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6

Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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7

Gordley, Barbara Pike. "A Dominican Saint for the Benedictines: Beccafumi's "Stigmatization of St. Catherine"." Zeitschrift für Kunstgeschichte 55, no. 3 (1992): 394. http://dx.doi.org/10.2307/1482589.

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8

Medicus, Gustav. "Some Observations on Domenico Beccafumi's Two "Fall of the Rebel Angels" Panels." Artibus et Historiae 24, no. 47 (2003): 209. http://dx.doi.org/10.2307/1483767.

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9

LEE Jiyeon. "A Study of the Image of Man from a Hermetic Perspective - Domenico Beccafumi’s Fall of the Rebel Angels." Korean Journal of Arts Studies ll, no. 18 (December 2017): 251–71. http://dx.doi.org/10.20976/kjas.2017..18.012.

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Dissertations / Theses on the topic "Beccafumi"

1

NICCOLI, VALLESI RAFFAELE. "Peruzzi, Salviati, Vasari e Beccafumi: percorsi insoliti della Maniera tosco-romana tra i libri stampati veneziani." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1040048.

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Abstract:
Grandi artisti della Maniera italiana come Peruzzi, Salviati, Vasari e Beccafumi hanno fornito i loro disegni per le illustrazioni a stampa dell'editoria veneziana nel Cinquecento. La ricerca ha inteso ricostruire il quadro di questi interventi ancora poco analizzati dagli studi ed evidenziare i rapporti con stampatori e poligrafi come Pietro Aretino
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Books on the topic "Beccafumi"

1

Torriti, Piero. Beccafumi. Milano: Electa, 1998.

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2

Louvre, Musée du, ed. Domenico Beccafumi. Milan: 5 continents, 2009.

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3

Beccafumi, Domenico. Domenico Beccafumi: Annunciazione. Milano: Capolavoro per Milano, 2003.

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4

1486-1551, Beccafumi Domenico, ed. The life of Beccafumi. London: Pallas Athene, 2007.

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5

Chiesa di Sant'Agostino (Siena, Italy) and Pinacoteca nazionale di Siena, eds. Domenico Beccafumi e il suo tempo. Milano: Electa, 1990.

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6

Dubus, Pascale. Domenico Beccafumi. Adam Biro, 2000.

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7

Dubus, Pascale. Domenico Beccafumi. Vilo International, 2000.

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8

Ein Kunstwerk Im Dienst Der Republik: Die Fresken Der Sala del Concistoro Des Domenico Beccafumi (1529-1535) Im Sienesischen Stadtpalast. Peter Lang Publishing, 2005.

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9

Publishers, Museum. Notebook: Pagan Child Couple, C. 1546, Circle of Domenico Beccafumi, Called il Mecarino , or Marco Pino , or Taddeo Zuccaro , Italy, Pen and Brown Ink with Brush and Brown Wash. Independently Published, 2020.

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Book chapters on the topic "Beccafumi"

1

Sliwka, Jennifer. "“Armet se duritia”: Domenico Beccafumi and the Politics of Punishment *." In Art as Politics in Late Medieval and Renaissance Siena, 163–93. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315096933-9.

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2

"2. What the Apostles Taught: Domenico Beccafumi’s Chiaroscuro Woodblock Prints." In The Invention of the Italian Renaissance Printmaker. Yale University Press, 2000. http://dx.doi.org/10.37862/aaeportal.00148.005.

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