Academic literature on the topic 'Basso sviluppo umano'

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Journal articles on the topic "Basso sviluppo umano"

1

Giannola, Adriano. "Energia, crescita e sviluppo." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 1 (April 2011): 39–63. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001008.

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Abstract:
Il presente lavoro esamina il complesso rapporto tra energia e sviluppo, proponendo tre diversi livelli dai quali analizzare il problema. Il primo livello focalizza l'attenzione su cosa sia l'energia che chiediamo alle fonti energetiche. Il secondo livello, superando il vizio della segmentazione del problema dei "limiti alla crescita" distingue tra una crescita possibile del sistema e l'inevitabile necessitŕ di sviluppo di sottoinsiemi del sistema. Infine, il terzo livello di analisi, si concentra sullo specifico caso Italia, ove il tentativo di conciliare sviluppo e crescita č da sempre imposto dal persistente dualismo economico e sociale. L'autore conclude l'analisi sottolineando l'urgenza di una svolta per uscire dal circolo vizioso per cui una bassa offerta di capitale umano, modello di specializzazione e bassa domanda di capitale umano si alimentano a vicenda.
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2

Castillo, Juan José, and Calle Pablo Lňpez. "La qualitŕ del lavoro e dell'occupazione in Spagna: una valutazione critica sul "miracolo economico spagnolo" degli ultimi trent'anni." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 177–94. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127011.

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Abstract:
La Spagna, come altri Paesi della denominata semiperiferia europea, ha basato i propri alti indici di crescita economica degli ultimi trent'anni su un modello di sviluppo di via bassa, centrato sull'intensificazione del lavoro e sulla riduzione dei costi lavorativi. La prima parte del testo analizza le trasformazioni nell'ambito della regolazione del mercato del lavoro e nell'ambito dell'organizzazione del lavoro che hanno dato luogo a questo modello. In secondo luogo, si analizzano gli effetti sulla qualitŕ del lavoro di questo modello produttivo, a partire da indicatori come la precarizzazione dell'impiego, l'intensificazione del lavoro e la dequalificazione media delle occupazioni. Arrivando infine alla conclusione che il denominato miracolo economico spagnolo si č sorretto su un sovrasfruttamento di risorse tecniche e umane del sistema, in particolare sul prosciugamento di una generazione, che ha limitato le possibilitŕ attuali di sviluppo a medio e lungo termine.
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3

Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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4

Silva, Agnaldo Plácido da, Eloá Jessica Mendes dos Santos Plácido, and Walber Breno de Souza Moraes. "Miiasi umana: Caso clinico." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 10, 2020, 39–46. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/miiase-umana.

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Abstract:
La miiasi è considerata un’infestazione di dermatozoonosi causata dall’infestazione di larve di dipteran nei tessuti o negli organi, che depongono le loro uova negli esseri umani o negli animali, che per un certo periodo si nutrono di tessuti vivi o morti dell’ospite la presenza di miiasi nella cavità orale può essere considerata una cosa rara. Questo tipo di malattia colpisce più spesso persone di basso status socioeconomico, immunocompromato, anziani costretti a letto e con disturbi psichiatrici. Grazie al suo grande potenziale distruttivo, una prevenzione e un trattamento appropriati tempestivi e importanti, c’è anche poca conoscenza del professionista dentale per la diagnosi e il trattamento di tale patologia, Per questo motivo, il presente studio riporta un caso clinico di miiasi orale in una persona anziana costretta a letto con una storia di lesione maligna laringe/glottal neoplasia, presentando debolezza fisica e mentale e inadeguata igiene del corpo e mancanza di tenuta delle labbra che ha portato all’infestazione della lingua. La diagnosi è stata clinicamente stabilita sulla base dell’osservazione del sanguinamento della lingua, del distacco del tessuto e della presenza di larve che erano tra il secondo e il terzo fase dello sviluppo. Il trattamento è stato avviato come ricovero in ospedale del paziente per debridement dei tessuti necrotici e rimozione di larve e prescrizione di ivermectina. I pazienti costretti a letto con debolezza fisica e metallica costituiscono un gruppo di rischio per la miiasi orale, ed è di grande importanza guidare gli operatori sanitari e i familiari in relazione alle cure dentistiche al fine di prevenire questa patologia. Tuttavia, la mancanza di un consenso sul miglior approccio terapeutico per i casi di miiasi orale è stata presa come condotta terapeutica per la malattia la rimozione meccanica delle larve e l’istituzione dell’uso orale dell’ivermectina.
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Santo, Victor Martins do Espirito, Fabio Hideki Fernandes Komyama, Felipe Kenzo Nonaka Ojima, and Renato Ferreira Abreu. "Macchina di riempimento basso costo accessibile per i piccoli produttori." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, January 29, 2021, 96–127. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ingegneria-meccanica-ingegneria/riempimento-basso-costo.

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Abstract:
Attualmente il mercato delle bevande è un ramo in cui si affermano grandi nomi, e in questa rigidità imposta dai grandi marchi, i piccoli marchi vedono grandi difficoltà nel loro inserimento nel mercato, e anche nel classificarsi come un particolare competitor di tali colossi. Tuttavia, il ramo della cachaça, bevanda genuinamente brasiliana, è contrario a questa logica, con i piccoli produttori a dominare il mercato, come sottolinea la rivista Pegn Affari Globo* (2019). Águante 4 Pontes è un’azienda emergente per la produzione di cocktail alcolici, nel corso della sua storia si è sviluppata in relazione ai mezzi di produzione, e data l’elevata richiesta, è stato sviluppato un progetto per l’automazione della sua linea di produzione, che fino a allora era manuale. A tal fine, l’obiettivo era quello di realizzare un prototipo di questa macchina per aumentare la produttività dell’azienda. Innanzitutto il prototipo è stato creato e sviluppato attraverso il componente Arduino UNO e il suo microcontrollore ATMEGA328, sperando come risultato nella dinamizzazione di una linea di produzione che riempimento il liquido proprio nella bottiglia. Con l’automazione della linea di produzione, l’obiettivo è rendere il processo più veloce ed efficiente, potendo abbassare il costo di produzione di un prodotto sostituendo il lavoro umano nel processo di fabbricazione, potendo così indirizzare i dipendenti ad altre funzioni, aumentando notevolmente la produttività. Si spera, quindi, di realizzare un modello che soddisfi le esigenze produttive della fabbrica, in modo che l’azienda possa aumentare i requisiti di agilità, efficienza e capacità produttiva. La ricerca si basa su letture di altri documenti e ricerche qualitative. Come metodologia, la costruzione di un prototipo e base teorica alla base della rilevanza e del valore di una riempitrice a basso costo sul mercato, con la quale dovrebbe confermare l’efficacia del progetto.
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6

Probst, Charles, and Giovanni Fantacci. "L’eutanasia in Svizzera e le esperienze internazionali." Medicina e Morale 57, no. 1 (February 28, 2008). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2008.293.

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Abstract:
Nell’articolo si esaminano i valori etici fondamentali in gioco nel dibattito sull’eutanasia. La precisa definizione dei concetti deve contribuire a far chiarezza nella discussione. Gli autori osservano i vari tentativi di legalizzazione dell’eutanasia attiva in atto a livello internazionale. La prassi eutanasia dei Paesi Bassi esercita un particolare influsso in Svizzera. Nel dibattito pubblico occorre distinguere nettamente tra medicina palliativa, in grado di attenuare le sofferenze dei malati terminali e eutanasia. Purtroppo questa distinzione spesso non si fa. Per effetto della confusione che regna in materia la Svizzera registra la più alta percentuale di casi di assistenza al malato terminale fra i sei paesi europei comparati. Ciò si spiega con la tendenza a sospendere anzitempo e senza vera necessità le terapie. In Svizzera operano varie organizzazioni per il suicidio assistito: esse sfruttano una lacuna legale esistente. L’assistenza al suicidio è infatti perseguita unicamente se è stata prestata per motivi egoistici. I fautori dell’eutanasia cercano di preparare il terreno per altre forme di eutanasia attiva approfittando di questo vuoto legislativo. Negli ultimi anni si è così sviluppato un inquietante “turismo suicida”: da tutta Europa giungono in Svizzera persone che desiderano porre fine alla propria vita; nel solo cantone di Zurigo i casi di suicidio assistito sono triplicati. In nessun altro paese si assiste a un incremento così rapido del fenomeno. L’assistenza al malato terminale dipende essenzialmente da due fattori: la situazione e la problematica del paziente interessato nonché il valore di fondo che si attribuisce alla vita umana. Il nostro giudizio si fonda sul diritto naturale e la Rivelazione cristiana con il decalogo. ---------- The article examines in detail the various ethical values at stake in the euthanasia debate. Clarity in the discussion is to be obtained by clearly defining terms. The authors review various international endeavours to legalise active euthanasia. The practice of euthanasia in the Netherlands in particular is very influential in Switzerland. In the public debate palliative medicine, which mitigates the suffering of terminally ill patients, must be clearly differentiated from euthanasia. Unfortunately this distinction is often not made. It is symptomatic of this confusion that Switzerland has the largest rate of “non treatment decisions” among six European countries compared with one another. This is due to improper handling of treatment discontinuation in routine clinical practice. In Switzerland various euthanasia organisations are active which exploit a loophole in the law. Assisting a suicide leads to criminal prosecution only if done for selfish reasons. In this way advocates of euthanasia seek to prepare the ground for other forms of active euthanasia too. “Euthanasia tourism” to Switzerland from all over Europe has developed alarmingly in the last years and tripled according to the figures in Canton Zurich alone. In no other country assisting a suicide has increased so rapidly. Paramount in palliative care are the particular patient’s individual circumstances and problems and the valuing of human life as a matter of principle. This we assert on the basis of natural law and the Christian revelation with the decalogue.
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