Academic literature on the topic 'Basilica santuario di S'

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Journal articles on the topic "Basilica santuario di S"

1

Jastrzębowska, Elżbieta. "Ślady gromadzenia ofiar lub darów w przykościelnych domach w Ptolemais i Cyrene?" Vox Patrum 52, no. 1 (June 15, 2008): 333–42. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8191.

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Abstract:
Si tratta di cosi dette mangiatoie di pietra, conservate nelle due case tardo antiche di Cirenaica (oggi Libia): casa di Paulos a Tolemaide (6 esemplari) e in una casa anonima (9 esemplari) presso la Basilica Centrale a Cirene. La piu problematica sarebbe la funzione originaria di questi blocchi rettangolari di pietra ricavati dentro e messi in linea, perche gli studi precedenti di molti monumenti simili dell'Africa del Nord (oggi Tunisia e Algeria) non danno la risposta definitiva a questa domanda: se si tratterebbe delle vere mangiatoie per i cavalli oppure dei recipienti per l’annona in natura oppure, nei casi di ambienti cristiani eon le „mangiatoie”, dei recipienti per le offerte di terra dalia parte dei fedeli o per i doni a loro dalla parte della chiesa ai fedeli furono le vere stalle. Le installazioni di Cirenaica, insieme eon le „mangiatoie” del Santuario d’Asclepio di El Bayda, non sono ancora conosciute ne pubblicate, sicuramente non hanno servito ai cavalli. L’ultimo caso sembra il piu chiaro, ed e molto probabile che nelle „mangiatoie” del luogo deponevano le loro offerte portate al dio della Salute dai malati visitatori del santuario. Si puó chiedere se la vicinanza stretta delle chiese, sia a Tolemaide, sia a Cirene, non potrebbe indicare la funzione simile delle „mangiatoie” in queste citta antiche. Purtroppo le fonti scritte cristiane a ąuesto proposito ne taccino oppure non sono ancora scoperte e studiate.
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2

Ziolkowski, Adam. "Was Agrippa's Pantheon the temple of Mars in Campo?" Papers of the British School at Rome 62 (November 1994): 261–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010084.

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Abstract:
ERA IL PANTHEON DI AGRIPPA IL TEMPIO DI MARS IN CAMPO?Il Pantheon di Agrippa non era un reale pantheion, essendo questo appellativo unicamente legato a motivi storici. Non si tratta di un santuario dinastico, perchè uno dei suoi dei tutelari, Marte, non fu mai considerate un antenato divino degli Iulii. Un indizio per la sua interpretazione viene dalla sua collocazione topografica. Assieme alla basilica di Nettuno (un memoriale alle vittorie navali di Agrippa, in particolare Actium) esso formava un complesso di due edifici simili che si aprivano su una piazza posta fra di loro. Le divinità di Actium erano Apollo, divinità personale di Augusto, e due esperti militari divini, Marte e Nettuno. Il pantheon di Agrippa avrebbe dovuto quindi essere dedicato a Marte e commemorare le vittorie terrestri del suo fondatore. Ciò è corroborato dai Fasti Fratrum Arvalium del 23 settembre, che citano feste dedicate a: Marti, Neptuno in Campo, Apollini e theatrum Marcelli. I tempii di Marte e Nettuno in Campo, fondati sotto Augusto nella zona delle attività costruttive di Agrippa e dedicati ad Augusto nel giorno del suo compleanno insieme al tempio di Apollo, erano sicuramente memoriali per Actium. Poichè la Basilica di Nettuno viene anche riferita come τὸ Ποσειδώνιον, il che rende inevitabile la sua identificazione con il tempio di Nettuno in Campo, il Pantheon di Agrippa avrebbe dovuto essere il tempio di Marte in Campo. Questi tempii, costruiti su terreni privati ed assenti dal calendario ufficiale, costituivano sacra privata. Ciò facilitò la loro reinterpretazione, nel successivo periodo dei Giulio-Claudii, discendenti di Marco Antonio, rispettivamente di mal definito pantheion (non una aedes publica, poichè le iscrizioni conservate da Adriano non citano alcuna divinità) e di basilica.
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3

Verrando, Giovanni Nino. "Il santuario di S. Felice sulla via Portuense." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 100, no. 1 (1988): 331–66. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1988.1595.

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4

Radożycka-Paoletti, Maria-Aleksandra. "Sulle origini del santuario di S. Michele sul Monte Tancia." Analecta Bollandiana 106, no. 1-2 (June 1988): 99–111. http://dx.doi.org/10.1484/j.abol.4.01524.

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Merker, Gloria S., and Marina Cipriani. "S. Nicola di Albanella. Scavo di un santuario campestre nel territorio di Poseidonia-Paestum." American Journal of Archaeology 96, no. 3 (July 1992): 567. http://dx.doi.org/10.2307/506084.

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6

Rocchi, Giuseppe. "La più antica pittura nella Basilica di S. Francesco ad Assisi." RACAR : Revue d'art canadienne 12, no. 2 (1985): 169. http://dx.doi.org/10.7202/1073666ar.

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de Blaauw, Sible. "A mediaeval portico at San Giovanni in Laterano: the Basilica and its ancient conventual building." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 299–316. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011685.

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Abstract:
UN PORTICO MEDIOEVALE A SAN GIOVANNI IN LATERANO: LA BASILICA E L'EDIFICIO CONVENTUALE ADIACENTENella campata dell'angolo nord-ovest del chiostro di S. Giovanni in Laterano in Roma, ed in un ambiente adiacente, appaiono delle vestigia di una struttura di epoca precedente a quella dell'attuale chiostro, costruito nel secondo quarto del XIII secolo. Tali resti vengono interpretati in questo articolo come appartenenti ad un portico risalente ai primi decenni del XII secolo. Esso comprendeva un colonnato di almeno cinque colonne ed era sormontato da un piano superiore dove si trovava una stanza decorata con pitture murali. Sembra che la struttura si appoggiasse sull'angolo sud-ovest della basilica, ma la sua estensione esatta resta incerta. Dal punto di vista tipologico, l'edificio appare in stretta relazione con le sale d'ingresso a colonne in case private della Roma medioevale. Una sezione specifica dell'articolo è dedicata all'esame delle fonti scritte relative a questa parte del complesso lateranense. Esse confermano una tradizionale collocazione in quest'area degli edifici adibiti a residenza per il clero della basilica. I testi liturgici testimoniano l'esistenza di un chiostro in quest'area già nel XII secolo. Le testimonianze archeologiche indicano che l'ubicazionc di questo chiostro più antico, non può avere coinciso esattamente con quella del chiostro del XIII secolo che lo sostituì. L'ipotesi che si propone qui è che il portico descritto formasse parte di un cortile a colonne che doveva servire nel XII secolo come chiostro dei canonici lateranensi.
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CHRISTIE, NEIL. "La basilica di S. Apollinare Nuovo di Ravenna attraverso i secoli by E. Penni Iacco." Early Medieval Europe 15, no. 1 (January 18, 2007): 118–20. http://dx.doi.org/10.1111/j.1468-0254.2007.200_7.x.

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Zöller, Wolf. "Saeculum obscurum – der epigraphische Befund (ca. 890–1000)." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 79–114. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0007.

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Abstract:
Riassunto Questo saggio offre gli esiti di un’indagine condotta sulla produzione epigrafica della Roma altomedioevale, ponendo in particolare l’accento sugli aspetti topologici e materiali delle iscrizioni commissionate da parte dei vescovi romani e degli esponenti della nobiltà cittadina durante il X secolo. Nonostante esistano ponderosi corpora che raccolgono le iscrizioni romane, manca purtroppo a tutt’oggi una rassegna specifica della produzione epigrafica dell’Urbe per il periodo che va dall’anno 890 all’anno 1000, periodo comunemente noto come saeculum obscurum. Proprio le testimonianze epigrafiche, invece, consentono di giungere a una comprensione più profonda del linguaggio materiale e dei meccanismi di comunicazione utilizzati per la rappresentazione del potere all’interno della struttura urbana della città di Roma. Due casi di studio, riguardanti, da un lato, gli epitaffi papali conservati nella basilica di S. Pietro e, dall’altro, le iscrizioni commemorative nella basilica di S. Giovanni in Laterano dimostrano come le epigrafi siano state opportunamente ed efficacemente integrate all’interno del contesto architettonico e liturgico. Un’organizzazione più attenta dello spazio epigrafico permise infatti una interazione per così dire intensificata tra le iscrizioni e il loro contesto tanto materiale che sociale, in particolare nel momento della controversia che coinvolse papa Formoso e della ricostruzione, così carica di valori anche simbolici, della cattedrale di Roma, quando i papi rivali si misero in competizione per il controllo dello spazio urbano. Seguendo un comportamento analogo, gli esponenti dell’aristocrazia cittadina utilizzarono lastre marmoree dalle dimensioni considerevoli al fine di esibire e consolidare in forme monumentali la loro posizione politica dominante. Soprattutto i famosi Teofilatti occuparono, per così dire, le basiliche patriarcali di S. Lorenzo fuori le mura e S. Maria Maggiore per custodirvi la memoria famigliare, mentre le iscrizioni commemorative delle loro imprese edilizie attestavano il loro sforzo di ridefinire il paesaggio urbano di Roma.
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10

Romano, Serena. "La Morte di Francesco: Fonti francescane e storia dell'Ordine nella basilica di S. Francesco ad Assisi." Zeitschrift für Kunstgeschichte 61, no. 3 (1998): 339. http://dx.doi.org/10.2307/1482989.

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Dissertations / Theses on the topic "Basilica santuario di S"

1

Benatti, Riccardo. "Progetto di conservazione del santuario di S. Michele in Soliera (MO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23827/.

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Abstract:
L’oggetto della presente tesi è il complesso del Santuario di San Michele Arcangelo, collocato a circa un chilometro dal centro del comune di Soliera, in provincia di Modena. Il santuario ha origine molto antica: da un decreto di Matilde di Canossa datato 1106, si deduce che la Chiesa fu sede di “hospitium” per chierici di passaggio e fu affiliata alla celebre Abbazia Benedettina di Pomposa in provincia di Ferrara. In seguito, nel 1198, la giurisdizione della Chiesa si spostò sotto l’Arcivescovato di Modena. L’attuale configurazione è il risultato di una serie di interventi di trasformazione, il più importante dei quali è databile intorno alla metà del secolo XVII. Il complesso architettonico si compone del santuario e della canonica, costruita nel 1934-36. Gli interventi di conservazione proposti nella presente tesi rispondono alle necessità di valorizzazione e di uso del complesso edilizio, e al superamento delle principali vulnerabilità messe in evidenza nel terremoto del maggio 2012, che ha causato diverse lesioni significative tali da rendere inagibile il santuario. Il progetto ha un approccio volto alla conservazione dei segni architettonici del tempo e alla facilitazione della loro lettura, prevedendo, là dove sia necessaria dal punto di vista strutturale e funzionale, delle addizioni costituite da elementi reversibili, come l’acciaio e connettori a secco. Le principali fasi progettuali che vengono messe in evidenza sono costituite dal quadro conoscitivo e dal progetto di conservazione vero e proprio, che prevede anche l’aggiunta di alcuni nuovi elementi costruttivi. Nel progetto di conservazione sono infatti previsti diversi interventi locali e di miglioramento sismico. Il progetto è volto a mettere in rilievo i diversi caratteri evolutivi dei due fabbricati, compresi l’antica facciata con la porta ad arco inflesso e l’antico impianto pittorico del 1490 e del XIX sec., messo in relazione con le altre stratigrafie pittoriche e segni del tempo.
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Zanfini, Massimo <1975&gt. "Aspetti dell'architettura religiosa a Trento: il caso della basilica di S. Maria Maggiore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6093/1/zanfini_massimo_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scavo di Santa Maria Maggiore a Trento ha permesso di mettere in luce strutture precedenti fino al I sec. d.C. . Di queste, il presente lavoro ha analizzato quelle riferibili agli edifici sacri, di cui il primo costruito nella seconda metà del V sec. d.C. . Lo studio dell'edificio è stato utilizzato per cercare di comprendere le modalità con cui è avvenuta la monumentalizzazione dei luoghi di culto a Trento, e le dinamiche di interazione tra comunità religiosa e autorità civile.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore in Trento allowed us to bring to light previous archaeological structures until the I B.C.. This thesis analized the structures that can be referred to the previous churches, the first built in the second half of the 5th century. The data has been studied in order to understand how the first monumental christian buildings were built in Trento, and the methods of the interaction between the christian community and the constituted authority.
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Zanfini, Massimo <1975&gt. "Aspetti dell'architettura religiosa a Trento: il caso della basilica di S. Maria Maggiore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6093/.

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Abstract:
Lo scavo di Santa Maria Maggiore a Trento ha permesso di mettere in luce strutture precedenti fino al I sec. d.C. . Di queste, il presente lavoro ha analizzato quelle riferibili agli edifici sacri, di cui il primo costruito nella seconda metà del V sec. d.C. . Lo studio dell'edificio è stato utilizzato per cercare di comprendere le modalità con cui è avvenuta la monumentalizzazione dei luoghi di culto a Trento, e le dinamiche di interazione tra comunità religiosa e autorità civile.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore in Trento allowed us to bring to light previous archaeological structures until the I B.C.. This thesis analized the structures that can be referred to the previous churches, the first built in the second half of the 5th century. The data has been studied in order to understand how the first monumental christian buildings were built in Trento, and the methods of the interaction between the christian community and the constituted authority.
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Gori, Valentina. "Materiali e umidità di risalita nella basilica di S. Maria Maggiore a Bologna: uno studio sperimentale ai fini del restauro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La chiesa di Santa Maria Maggiore è uno degli edifici religiosi più antichi di Bologna. Ormai dal 2012 lo Studio di progettazione Cavina Terra architetti si sta occupando dell’intervento di restauro, volto perlopiù a mitigare i problemi di natura strutturale, occorsi già a seguito degli eventi sismici del febbraio 2012. Il presente lavoro di tesi riguarda i problemi generati dall’umidità di risalita, che ha indotto numerosi fenomeni di degrado non solo sulle superfici delle strutture in elevazione intonacate, ma anche sui basamenti in marmo presenti, nonché sull’estesa pavimentazione in terrazzo alla veneziana. Tale problematica risulta direttamente collegabile al ricco sistema di canali presenti in zona: di fronte all’attuale ingresso della chiesa, lungo Via Galliera, scorreva l’alveo artificiale del torrente Aposa, mentre nella vicina Riva di Reno scorre tuttora, benché tombato, l’omonimo canale. Nella prima parte della tesi è stata effettuata una ricerca storico-archivistica relativa non solo alle vicissitudini storiche e alle trasformazioni architettoniche della chiesa, ma anche al sistema delle acque presenti in zona, approfondendo il rapporto dell’edificio con il sistema fognario. Inoltre l’interpretazioni di indagini di natura geofisica e geognostica, svolte in sito, ha permesso di ricavare le informazioni necessarie per la comprensione dell’entità e della distribuzione dell’umidità nel sottosuolo, nonché la conoscenza del terreno sottostante la basilica. Nella seconda parte sono state eseguite delle indagini diagnostiche su campioni di materiali prelevati in varie zone ritenute significative all’interno della chiesa e un’indagine microclimatica all’interno dell’edificio. Infine, sulla base dei risultati ottenuti in laboratorio e in sito, è stato possibile redigere delle linee guida per l’intervento sull’umidità e sui materiali.
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IALONGO, NICOLA. "Il santuario nuragico di Monte S. Antonio Di Siligo (SS)." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/918500.

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Abstract:
Nuragic sanctuaries represent the most consistent expression of ritual behaviour in Western Mediterranean during the whole European Protohistory. The research follows a general scheme which proceeds from punctual archaeological analyses and gradually reaches wider degrees of comparative considerations. The study starts with an exhaustive chronological revision of the whole evidence related to Nuragic ritual practices, thus including proper sanctuaries, hoards and isolated offerings. All the collected evidence is then employed in a functional analysis, which aims to the recognition of the individual ritual behaviour as it is determined by commonly shared norms, ensuing from the social environment. In the latter chapters the impact of nuragic sanctuaries in the socio-political reltionships among Nuragic communities is finally explored. The rise of vast monumental stone-built sanctuaries bears evidence of the effective capacity of nuragic communities - which are scattered among thousands of limited size settlements in a relatively small territory - of gathering and employing large amounts of manpower and skilled labour. Nuragic sanctuaries are the fulcrum of religious and socio-political relationships inside and between Sardinian communities during the Late Bronze Age and the Early Iron Age, leading to the formation of broad sub-regional political entities which are capable to interact, on a fair basis, with the protourban Villanovian communities and the early Phoenician colonies. The study is partly based upon the consistent, and fully unpublished, evidence from Monte S. Antonio di Siligo (SS), one of the largest Sardinian sanctuaries.
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CAPERNA, Maurizio. "La basilica di S. Prassede in Roma: trasformazioni e restauri." Doctoral thesis, 1993. http://hdl.handle.net/11573/501519.

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Books on the topic "Basilica santuario di S"

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Donadono, Laura. La Scala Santa a San Giovanni in Laterano. Roma: Quasar, 2000.

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Il Complesso Lateranense: Basilica, Palazzo Apostolico, Santa Sede. Roma: Prospettive, 2009.

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Luciani, Roberto. The Lateran Complex: Basilica, Apostolic Palace, Holy Staircase. Roma: Prospettive, 2011.

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4

Pino, Gusmini, and Baggi G. Battista, eds. Il Santuario di S. Patrizio. [Vertova]: Pro Vertova, 1987.

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5

Storoni, Paola Boccardi. Storia della Basilica di S. Pietro. Pavia: Editoriale Viscontea, 1988.

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6

Giovanna, Rotondi Terminiello, ed. Il Museo del Santuario di N. S. di Misericordia. Savona: M. Sabatelli, 1999.

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7

Bigaroni, Marino. La Basilica di S. Chiara in Assisi. Perugia [Italy]: Quattroemme, 1994.

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8

Ernesto, Brivio, ed. Guida della Basilica di S. Ambrogio: Note storiche sulla Basilica ambrosiana. Milano: Nuove edizioni Duomo, 1986.

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Luciano, Romano, ed. La Basilica di Santo Stefano. Villanora di Castenaso (Bologna): F.M. Ricci, 2006.

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10

Floriano, Grimaldi, and Alfieri Nereo, eds. Il Santuario di Loreto: Sette secoli di storia, arte, devozione. Cinisello Balsamo (Milano): Silvana, 1994.

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Book chapters on the topic "Basilica santuario di S"

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Guidobaldi, Federico. "La tomba di S. Cirillo nella basilica paleocristiana di S. Clemente e la cappella di S. Cirillo nella chiesa medievale." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 301–22. Turnhout: Brepols Publishers, 1998. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.5.102787.

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2

Donghi, Roberto. "«La Basilica di S. Miniato al Monte sta a noi se si vuole». Il ritorno dei monaci olivetani nel 1924." In La Basilica di San Miniato al Monte di Firenze (1018-2018), 349–69. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-295-9.16.

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Abstract:
The paper retraces the negotiations undertaken by the Olivetan monks at the beginning of the 20th century for their return to the ancient abbey of San Miniato al Monte, which they had been forced to abandon in 1552 for the construction of the ramparts to defend the city. Given its location, other religious orders wanted to settle there, such as the Vallombrosans of Santa Trinita and the Cassinesi of the Florentine Abbey, but the Olivetans claimed their rights. So on 11th July 1924 the visiting abbot Benedetto Benedetti signed the deed of delivery to his regular family. The official entrance, disclosed by the town press, took place on Sunday 26 October 1924, and the resumption of the monastic life the following year, under the guidance of Don Gaetano Romagnoli, the first abbot of the restored Olivetan community.
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3

Gatti, Vincenzo. "Particolare iconografia degli Evangelisti nel contesto liturgico della medioevale basilica benedettina di S. Pietro al Monte sopra Civate." In Culture et société médiévales, 349–64. Turnhout: Brepols Publishers, 2005. http://dx.doi.org/10.1484/m.csm-eb.3.397.

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4

Pescatori, Gabriella. "Pratola Serra, Pioppi (loc.), S. Giovanni, basilica." In Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell'Italia antica (FTD) - 2, 42. Collège de France, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.cdf.3919.

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5

"Structural health monitoring of the Basilica S. Maria di Collemaggio." In Research and Applications in Structural Engineering, Mechanics and Computation, 855–56. CRC Press, 2013. http://dx.doi.org/10.1201/b15963-415.

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6

Nicolai, Vincenzo Fiocchi. "La basilica di S. Agapito alle Quadrelle e le sue iscrizioni." In Praeneste tra archeologia ed epigrafia, 337–70. De Gruyter, 2021. http://dx.doi.org/10.1515/9783110770940-013.

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7

Ardolino, Enrico Pio. "Biblioteche monastiche soppresse: il caso della Basilica di S. Sebastiano alle catacombe di Roma (XVII-XIX sec.)." In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 163–65. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1341.

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WARDEN, ROMAN. "MARIA CLEMENTINA SOBIESKA (1702–35 CE) AT THE BASILICA DI S. PIETRO, PALAZZO MUTI, AND THE BASILICA DEI XII SANTI APOSTOLI." In People and Places of the Roman Past, 135–46. Arc Humanities Press, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvmd83p9.18.

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"Chapter Twelve. Maria Clementina Sobieska (1702–35 CE) at the Basilica di S. Pietro, Palazzo Muti, and the Basilica dei XII Santi Apostoli." In People and Places of the Roman Past, 135–46. ARC, Amsterdam University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1515/9781942401568-015.

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10

WARD, BERNADETTE WATERMAN. "JOHN HENRY NEWMAN (1801–90 CE) AT THE PALAZZO DI PROPAGANDA FIDE, BASILICA DI SANT’ANDREA DELLE FRATTE, AND THE CHIESA DI S. GIORGIO IN VELABRO." In People and Places of the Roman Past, 159–72. Arc Humanities Press, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvmd83p9.20.

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Conference papers on the topic "Basilica santuario di S"

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Galeota, D. "Dynamic characterization of the Basilica of S. Maria di Collemaggio after the earthquake of 2009 by means of operational modal analysis." In CMEM 2015, edited by G. Sforza and L. Sbaraglia. Southampton, UK: WIT Press, 2015. http://dx.doi.org/10.2495/cmem150321.

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