Academic literature on the topic 'Azione popolare'

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Journal articles on the topic "Azione popolare"

1

Angelozzi, Andrea. "Problemi della previsione in psichiatria." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2021): 623–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004005.

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Abstract:
Sono esaminati vari problemi relativi alla previsione in psichiatria. I dati disponibili mostrano, in modo simile alle scienze sociali, ampi limiti nella capacità previsionale, specie per quanto riguarda il suicidio, la violenza e altri aspetti comportamentali. Vengono esaminate le difficoltà che nascono dal cercare di derivare il futuro della persona dal suo passato, la mancata coerenza fra aspetti di personalità e possibili comportamenti e il privilegio dato a strumenti psicopatologici incentrati sul singolo caso, rispetto a quelli attuariali con valutazioni testistiche e statistiche. Vengono anche evidenziati i numerosi bias cognitivi che distorcono le previsioni, in particolare l'errore fondamentale di attribuzione, che privilegia aspetti personologici rispetto a quelli situazionali. Ma altri bias hanno una importante azione distorsiva, da quelli della rappresentatività a quelli della disponibilità, da quelli statistici, al framing o al priming. Emerge una psichiatria molto legata nelle pratiche ancora al senso comune e alla folk psychology, con la ricchezza ma anche i molti errori che la caratterizzano. Di fatto esiste una modesta capacità previsionale riconosciuta alla psicologia popolare e alla psichiatria, ma è legata più a vincoli situazionali che a modelli personologici e psicopatologici e in ogni caso scarsamente affidabile per la previsione clinica in psichiatria.
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2

Keymolen, Esther, and Dennis Broeders. "Quando alcuni sono piů uguali degli altri.. fiducia, free-riding e azione collettiva in una rete p2p." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 90–108. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040008.

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Abstract:
Una versione contemporanea dello spirito libero di internet č rappresentata dai cosiddetti network anonimi peer-to-peer (p2p), che oggi si sono evoluti in enormi reti di file-sharing che attirano milioni di utenti. Queste comunitŕ sono spesso - implicitamente - fondate sull'idea di uguaglianza perché si tratta di comunitŕ di pari. Tuttavia su internet, cosě come nella vita reale, alcuni pari sono piů uguali degli altri. Considerati l'estensione e il volume di questi network p2p, l'idea di reciprocitŕ viene meno facilmente poiché molti utenti scoprono che conviene loro essere egoisti e non altruisti. L'articolo si focalizza, in particolare, sul caso di LimeWire - un'applicazione avanzata e molto popolare di file sharing peer-to-peer che funziona sulla rete Gnutella. Il paradosso riguardante questa, come tutte le altre reti p2p, prevede che il suo successo dipenda da gruppi piuttosto ristretti di persone che caricano i propri file a fronte di gruppi molto estesi che fruiscono questi materiali senza condividere i propri. Una delle questioni teoriche in discussione, quindi, č quella relativa alla fiducia che ha una sua declinazione sistemica, in questo caso. L'articolo, pertanto, analizza il problema del free riding attraverso l'analisi del forum di discussione della community di Lime Wire. L'analisi riguarda l'autosservazione compiuta dagli utenti stessi della community, a proposito della necessitŕ o meno di introdurre alcuni meccanismi regolativi coadiuvanti il funzionamento della rete. In particolare la community propone tre punti di vista diversi: quello degli utenti che sono stati definiti "do ut des", ovvero favorevoli ad una maggiore regolamentazione, quello del gruppo cosiddetto "l'informazione deve essere libera e gratuita", il quale non caldeggia una regolamentazione pressante ma piuttosto confida nella presa in carico da parte di LimeWire della questione degli opportunisti, e per ultima la visione della LimeWire company stes- sa, espressa dal moderatore del forum. Quest'ultimo rappresenta una figura chiave per la company (ma piů in generale per la lettura dell'intero fenomeno) perché esprime l'opportunitŕ di confidare nella fiducia sistemica che corrisponde alla necessitŕ di mantenere collegati alla rete p2p il maggior numero di utenti, esponenti sia dell'uno che dell'altro punto di vista, allo scopo di salvaguardare la profittabilitŕ della rete.
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3

Catalfamo, Antonio. "Emilio Salgari e i “pirati della Malesia”: Colonizzati e colonizzatori." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 8, 2014): 522–35. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542785.

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Abstract:
L’autore, nel presente saggio, attraverso un’analisi articolata delle opere di Emilio Salgari, dimostra che i luoghi comuni riproposti intorno a esse da buona parte della critica in occasione del centenario della morte dello scrittore vanno superati. Salgari non è un “minore”, da collocare nell’ambito della “paraletteratura”, né uno scrittore buono solo per l’infanzia, né un uomo e un artista fuori dal suo tempo. Egli si rivolge al nuovo pubblico che si affaccia alla lettura in seguito alla legge Coppino sull’istruzione obbligatoria e si fa portavoce di un’“epica popolare anticoloniale”, di un messaggio di uguaglianza tra tutti i popoli del mondo. Funge da battistrada alla narrativa moderna, facendo lievitare il racconto attraverso l’intensificarsi delle azioni e delle immagini ed evitando, in tal modo, di cadere negli stereotipi delle opere seriali.
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4

Pallante, Francesco. "La contrastata natura giurisdizionale della verifica dei poteri nelle assemblee elettive. Note a margine di due sentenze del Tribunale civile di Torino." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2011): 127–40. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-002013.

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Abstract:
Le elezioni regionali piemontesi del 2010 sono state portate all'attenzione della magistratura sotto diversi profili. Tra gli altri - meno noti, ma non meno importanti - quelli relativi alle posizioni di due consiglieri sottoposte al Tribunale di Torino a seguito di azioni popolari ai sensi della legge n. 108/1968. Sorprendentemente la stessa sezione del Tribunale, in composizione collegiale coincidente per due terzi (tra cui il presidente), ha dato a questioni analoghe, inerenti le diverse posizioni chiamate in causa, soluzioni radicalmente differenti, senza che di questo utilizzo ambivalente del diritto sia stata offerta alcuna motivazione. Difficile sottrarsi al dubbio che, in situazioni sensibili, anche per la giurisdizione i profili politici finiscano per prevalere su quelli giuridici.
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Pede, Elena, and Luca Staricco. "L'adattamento locale al cambiamento climatico in aree alpine." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 116–22. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093018.

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Abstract:
Le Alpi sono tra le zone più vulnerabili ai cambiamenti climatici in Europa; tuttavia il dibattito sulle strategie e le azioni di adattamento continua a concentrarsi prevalentemente sulle aree urbane e costiere maggiormente popolate. L'articolo presenta i risultati di un'indagine sulle pratiche di adattamento locale ai cambiamenti climatici messe in campo in un'area alpina, costituita dai 45 comuni della Zona omogenea del Pinerolese (Torino). L'indagine fa emergere alcune barriere che possono ostacolare l'adattamento al cambiamento climatico nei contesti montani, o comportare una sua declinazione in termini di pratiche poco sistematiche e ambiziose: una percezione del cambiamento in termini quasi esclusivi di intensificazione degli eventi estremi, l'iperframmentazione comunale, la mancanza di un'efficace governance orizzontale e verticale, la carenza di risorse finanziarie e conoscitive.
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Del Prete, Simeone. "Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell'eccidio di Oderzo." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 114–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298011.

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Abstract:
Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l'articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull'assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l'organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l'autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all'opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell'"eccidio di Oderzo", l'esecuzione sommaria, avvenuta tra l'aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
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7

Amoruso, Marcello. "UN NUOVO PROFILO DI APPRENDENTI. ANALFABETI PLURILINGUI." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 19–27. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18150.

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Abstract:
In questa presentazione si introducono i risultati di una ricerca il cui obiettivo era valutare se il multilinguismo potesse essere visto come un elemento di miglioramento della capacità di memoria e di abilità metalinguistica anche in soggetti analfabeti. La ricerca si inserisce nel quadro delle azioni condotte all'interno della Scuola di Lingua Italiana per Stranieri (ItaStra) dell'Università degli Studi di Palermo, il cui obiettivo è costruire un profilo più completo dei tanti analfabeti che popolano le classi della scuola e una didattica più rispondente alle i bisogni educativi degli studenti. A new learner profile. Multilingual illiterates This paper introduces the results of a study whose goal was to evaluate whether multilingualism could be seen as element of improvement of memory and metalinguistic ability even in illiterate subjects. The study is part of the actions carried out within the School of Italian Language for Foreigners (ItaStra) of the University of Palermo, whose goal is to build a more complete profile of the many illiterate people who populate the classrooms of the school and didactics that are more responsive to the educational needs of students.
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8

De Simone, Mariarosaria, and Marta Papulino. "Popular education before and after covid: Neapolitan experiences." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 89–100. http://dx.doi.org/10.36253/form-13402.

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Abstract:
In this article, we will try to follow a narrative trajectory that, through the first-person story of Marta as a volunteer educator, introduces some of the territorial educational experiences organized by local commons in the city of Naples. The nature of these spaces tries to put the needs of the common individual at the center and each educational reality narrated, each in its own way, tries to create community through dialogic actions with the people living in the neighborhood, engaging in the promotion of paths of mutual help, built from below starting by sharing practices of community support. In the story of educational experiences, experiences that have abruptly interrupted with the pandemic, we will let ourselves be supported by the theoretical frame of reference of Paulo Freire’s critical pedagogy, just as we will try to reflect, in terms of spaces as horizons of educationally sustainable possibilities, the post-pandemic situation. L’educazione popolare prima e dopo il covid: esperienze partenopee. In questo articolo cercheremo di percorrere una traiettoria narrativa che, attraverso il racconto in prima persona di Marta in qualità di educatrice volontaria, introduca ad alcune delle esperienze educative territoriali organizzate dai beni comuni presenti nel territorio di Napoli. La natura di questi spazi prova a mettere al centro i bisogni del cittadino ed ogni realtà educativa narrata, ognuna a suo modo, cerca di creare comunità attraverso azioni dialogiche con gli abitanti dei diversi quartieri, impegnandosi nella promozione di percorsi di mutuo aiuto, costruiti dal basso a partire dalla condivisione di pratiche a supporto della comunità. Nel racconto delle esperienze educative, esperienze che si sono interrotte bruscamente con la pandemia, ci lasceremo supportare dalla cornice di riferimento teorico della pedagogia critica di Paulo Freire, così come proveremo a riflettere, in termini di spazi quali orizzonti di possibilità educativamente sostenibili, la situazione post-pandemica.
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Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Dissertations / Theses on the topic "Azione popolare"

1

Andreazza, Jessica <1991&gt. "LA TRASFORMAZIONE COATTIVA DELLE BANCHE POPOLARI IN SOCIETÀ PER AZIONI: PROFILI PROBLEMATICI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8687.

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Abstract:
NELLA TESI SI ANALIZZANO ALCUNE TRA LE PRINCIPALI MODIFICHE (QUALI L’OBBLIGO DI TRASFORMAZIONE IN CASO DI SUPERAMENTO DI UN DETERMINATO CRITERIO DIMENSIONALE, L’ACCERTAMENTO PREVENTIVO DELLA BANCA D’ITALIA, I NUOVI QUORUM COSTITUTIVI E DELIBERATIVI ESPRESSAMENTE STABILITI DAL LEGISLATORE) APPORTATE ALLA DISCIPLINA DELLA TRASFORMAZIONE DELLE BANCHE POPOLARI A SEGUITO DELLA RIFORMA DEL 2015 E LE POSSIBILI CONSEGUENZE PER LE BANCHE CHE NON ADOTTANO GLI OPPORTUNI ACCORGIMENTI PUR AVENDO VERIFICATO IL SUPERAMENTO DEL SUDDETTO LIMITE.
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ARDUINO, ALESSANDRO. "Responsabilità sociali delle aziende e sviluppo organizzativo nella Repubblica Popolare Cinese. Retention delle risorse umane tramite la cittadinanza d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28159.

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Abstract:
Corporate Social Responsibilities and Organizations Development in the People's Republic of China. Human Resources Retention by Corporate Citizanship. The role of CSR in the organizations' development and HRM is affecting not only transnational corporations that have invested in the People's Republic of China but also Chinese private and state owned enterprises. This research present an innovative investigation regarding the disruptive force generated by the Job Hopping between Chinese companies. The research analyze the causes of the HRM problems related to the loss of key human resource due to a "fast jump between jobs", taking in to account the CSR perspective.
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Ramon, A. "I BENI DEGLI DEI. CONSIDERAZIONI SUL REGIME GIURIDICO DELLE 'RES SACRAE' E 'RELIGIOSAE'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/472146.

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Abstract:
La presente ricerca di dottorato, dal titolo «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», ha lo scopo di indagare il regime giuridico delle res divini iuris. In particolare, l’ambito di ricerca mira a lumeggiare la condizione di appartenenza, rispettivamente, dei beni degli dei superi e degli dei Mani, nonché la gestione a cui i medesimi erano sottoposti, con un approccio diacronico volto a ricomprendere la riforma del regime classico dovuta alla transizione, avutasi nell’età tardoantica, dalla religione tradizionale romana al cristianesimo. Con riferimento alle res sacrae, si è proceduto a una ricognizione delle fonti giuridiche e letterarie concernenti il rapporto di pertinenza di codesti beni dedicati alle divinità celesti, oltre che degli orientamenti dottrinali nel tempo sedimentatisi sull’argomento. In seguito, si è tracciato l’ambito di estensione del sacrum, chiarendo gli effetti del rituale della consecratio per lo ius civile. Una volta delimitati i confini della species in esame, si è posta l’attenzione sui passi dei gromatici, in particolare Frontino, concernenti il vincolo di appropriazione dei fondi sacri, prospettando una conclusione volta a disconoscerne la presunta titolarità in capo alla civitas, sostenuta con decisione da Theodor Mommsen, avanzando bensì l’ipotesi che fosse riconosciuto un legame potestativo tra gli dei e le cose a loro dedicate, con l’assegnazione della gestione delle stesse agli organi cittadini. Ipotesi che troverebbe conforto nel regime giuridico desumibile dai passi del Digesto in ordine all’assoluta esclusione delle res sacrae dai rapporti patrimoniali e commerciali tra cives; oltreché nella distinzione, testimoniata soprattutto dalle fonti epigrafiche, tra i beni destinati agli dei (instrumentum) e quelli riservati alle funzioni di culto (ornamentum): una bipartizione che sottintendeva una diversità nel regime di circolazione delle res, dipendente dal loro diverso grado di afferenza al sacro. Esclusa pertanto sia una proprietà pubblica sui beni divini iuris, sia la loro inclusione tra le res nullius, si è cercato di rintracciare i limiti dei poteri gestori esercitati dai rappresentanti della civitas, di ampiezza variabile a seconda che le res sacrae rientrassero nell’una o nell’altra sottospecie. Il tutto dopo aver individuato nuovi argomenti a sostegno della proprietà degli dei: un regime di appropriazione connaturato ai principi della religione tradizionale romana, eclissatosi con il sopraggiungere del cristianesimo. Infatti, a seguito del mutare della religione ufficiale dell’impero, si è assistito al riconoscimento della personalità giuridica alla Chiesa, la quale ha assunto non soltanto la titolarità dei beni di sua pertinenza, ma anche la relativa amministrazione: potere, quest’ultimo, accentuatosi con l’affievolirsi del carattere extracommerciale dei medesimi beni ecclesiastici. Quanto alle res religiosae, le copiose fonti giuridiche sul tema hanno consentito un’analisi più approfondita del regime giuridico goduto dai beni destinati agli dei dell’oltretomba: sicché sono stati trattati, da un lato, i requisiti sottesi allo iustum sepulchrum; dall’altro lato, i rimedi elaborati dai giureconsulti per i casi di illecita sepoltura. Inoltre, si è cercato di individuare i limiti soggettivi e spaziali del religiosum, analizzando anche il significato rivestito dai rituali funebri nella società romana. Del resto, la condizione di separazione delle res religiosae dagli usi umani si riverberava anche sulla considerazione delle stesse per lo ius civile, la quale assumeva una conformazione comune alle res sacrae, che si manifestava nella esclusione da ogni situazione dominicale e possessoria, nonché nella sottrazione al commercium. Condizione di distacco che informava non solo il diritto sul sepolcro, ma anche il diritto al sepolcro: il cosiddetto ius sepulchri, che secondo l’idea sostenuta in primis da Carlo Fadda – avversata nel corso della ricerca – sarebbe rientrato, senza alcuna limitazione, nello ius humanum. Il riferimento alla ratio della dicotomia tra sepulchra familiaria e sepulchra hereditaria, poi, ha permesso sia di circoscrivere la sfera dei legittimati attivi all’esperimento dell’azione a tutela del sito funerario (l’actio sepulchri violati); sia di avanzare un’ipotesi sul fondamento giuridico delle multe sepolcrali. La conclusione raggiunta ha permesso di delineare lo statuto del religiosum come simmetrico a quello del sacrum, scorgendo quindi l’affidamento del dominio sulle relative res agli dei Mani e l’esercizio dei poteri gestori da parte della civitas: un assetto che pare confermato dalle numerose autorizzazioni pubbliche richieste ai privati in materia funeraria e dal divieto alla sfilata delle maschere funebri raffiguranti i colpevoli di gravi crimini. Un regime, quello tratteggiato, che si dissolve nel periodo tardoantico, quando scompare il culto delle divinità ctonie e, di conseguenza, il sepolcro perde ogni aggancio con il trascendente, divenendo una res idonea all’esercizio dei poteri di appropriazione e di disposizione da parte dei cives.
The present doctoral research, titled «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», has the aim of focusing on the legal framework of res sacrae and res religiosae, studying in particular the right of property and the administration of entities dedicated to dii superi and dii Manes. It also considers the late antiquity reform, due to the transition from the Roman traditional religion to the Christianity. With reference to res sacrae, it collects legal and literary texts and their interpretations about the condition of corporeal entities dedicated to Gods. Then, it defines the legal concept of sacrum, explaining the effects of the consecratio ritual in the ius civile system; examining the texts written by land surveyors, in particular Frontinus, concerning the property of sacred fields. The conclusion rejects Theodor Mommsen’s thesis about public property, affirming the theory based on Gods’ property and public administration on sacred things. This theory is confirmed by Digest’s abstracts about the banning of the res sacrae from trade. Another argumentation is based on epigraphical texts, that show the distinction between the entities dedicated to the Gods (called instrumentum) and the entities used for rituals (called ornamentum). The instrumentum is composed of not saleable entities, while the ornamentum is composed by saleable ones. Moreover, it focuses on the administration duties of res sacrae employed by magistrates. All the above mentioned thesis confirms the argumentation of Gods’ capacity to own an estate, like temples, sacred woods and gifts to the deity. This legal framework disappears during the Christianity, when the Roman Empire recognizes the Church as a legal person, which practices property as well as administration on sacred entities. With reference to res religiosae, it becomes easier, with the increase of legal texts, to analyse deeper their legal framework, so as to clarify the conditions of the iustum sepulchrum and the solutions created by Roman jurists in case of illegal burial. The dissertation, moreover, defines the concept of religiosum, the borders of the grave, the subjects that can be buried and the role taken by the burial rituals in that of the Roman society. Under the ius civile perspective, the res religiosae are similar to the res sacrae, as entities that can’t be used or sold. This condition of separation from the societas hominum doesn’t allow the legal right to use the grave nor the factual ability to use the same and, as a consequence, makes the ius sepulchri not saleable. Once the difference between sepulchra familiaria and sepulchra hereditaria has been studied, it becomes easier to identify the subjects who are able to begin legal action in defence of the grave (called actio sepulchri violati) and to express a theory about private burial penalties. In conclusion, it demonstrates that the legal system treats the res religiosae and the res sacrae in a similar way, recognizing their right of property to the Gods and their administration to the magistrates. The above mentioned legal situation disappears during the Christianity, when the cult of the Gods of the afterlife vanishes. In this way, the grave loses its metaphysical meaning, becoming a res that can be owned and administrated by the cives Romani.
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Books on the topic "Azione popolare"

1

Settis, Salvatore. Azione popolare: Cittadini per il bene comune. Torino: Einaudi, 2012.

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2

Azione cattolica e Partito popolare Italiano (1919-1926). Galatina (Le): Congedo editore, 2014.

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3

Liguori, Fiorenzo. Azione popolare e tutela del diritto di voto nel processo amministrativo. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1993.

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4

Preziosi, Ernesto. Educare il popolo: Azione cattolica e cultura popolare tra '800 e '900. Roma: AVE, 2003.

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5

Progettazione e produzione delle arti come azione sociale: Dall'arte popolare all'industria culturale transmediale. Roma: Aracne, 2012.

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6

Gedda, Luigi. 18 aprile 1948: Memorie inedite dell'artefice della sconfitta del Fronte popolare. Milano: Mondadori, 1998.

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7

Paganelli, Luigi. I popolari nel movimento cattolico modenese dal 1919 al 1926. Modena: Mucchi, 1998.

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8

101 battaglie che hanno fatto l'Italia unita: Rivolte popolari, azioni erotiche e scontri sanguinosi per realizzare un sogno. Roma: Newton Compton, 2011.

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