Academic literature on the topic 'Attori locali'

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Journal articles on the topic "Attori locali"

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Savoja, Luca. "Le dimensioni socioculturali dei Distretti Commerciali: reti sociali, partecipazione e risorse locali. La sperimentazione in Piemonte." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 96 (December 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096008.

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Abstract:
I Distretti Commerciali sono stati creati in Italia con vari obiettivi di gestione e promozione territoriale. In Piemonte il Distretto Commerciale č stato pensato come attore collettivo in grado di svolgere un ruolo propositivo ed innovativo nel campo dello sviluppo locale. Questo ruolo puň essere svolto a partire dalla creazione di un network relazionale che aggrega i vari attori locali e li fa "lavorare" insieme intorno a progetti concreti. Il saggio illustra i risultati di una parte dei lavori di avvio sperimentale di alcuni Distretti Commerciali in Piemonte, il Distretto del Novese (Novi Ligure) e quello delle Terre del Riso (Vercelli). L'aspetto rilevante messo in luce dall'indagine sul campo č dato dal fatto che le relazioni fiduciarie tra gli attori implicati e l'identitŕ locale intesa come risorsa risultano centrali nella definizione di un efficace modello di governance.
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Cremaschi, Marco, and Silvia Lucciarini. "Quale agency per gli esperimenti urbani? Sperimentalismo e tattiche nel Grands Voisins a Parigi e al Mitreo di Corviale a Roma." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 128 (July 2022): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128009.

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Abstract:
A partire dagli anni Duemila nel repertoire delle idee urbanistiche, ha preso piede la cosiddetta "urbanistica tattica", o transitoria, un'iniziativa svolta su terreni non occupati e edifici vuoti che mira a coinvolgere la comunità circostante prima che il sito sia sviluppato. Un aspetto cruciale nelle analisi sull'urbanistica tattica nelle sue forme istituzionalizzate -e quindi nelle public policy- è relativo alla composizione delle arene locali, la rappresentazione dei diversi interessi, le narrative dei diversi attori, e la scelta dei processi negoziali nelle decisioni condivise. Ovvero quali meccanismi di costruzione del consenso all'interno dell'arena degli attori locali siano presenti nell'implementazione di politiche urbane transitorie, che si muovono tra competizione e collaborazione. Questo breve paper esamina queste dinamiche per esplorare natura e prossimità degli interessi degli attori in due casi: i Grands Voisins a Parigi e il Mitreo di Corviale a Roma.
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Bolzoni, Magda. "Reti sociali e contesti di interazione. Rifugiati somali e congolesi a Torino e Cape Town." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 113–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003007.

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Abstract:
Questo articolo si basa su una ricerca condotta a Torino e Cape Town e analizza i vincoli e le opportunitŕ che caratterizzano la realtŕ di rifugiati somali e congolesi nonché le risorse da essi attivate per inserirsi nella societŕ di arrivo. Vengono qui presentati spunti teorici ed empirici che sottolineano l'importanza di un'analisi situata che consideri il migrante forzato come attore sociale in grado di agire strategicamente. Le caratteristiche del contesto specifico, strutturato da decisioni e interventi internazionali, nazionali e locali, risultano centrali: sebbene la questione delle migrazioni forzate sia di portata globale, l'incontro tra il rifugiato e la societŕ avviene in precisi contesti locali. Inoltre, i rifugiati si dimostrano attori con strategie e risorse eterogenee che costruiscono il proprio percorso con esiti spesso profondamente differenti. Pertanto, tenere in considerazione le reti sociali e i contesti di interazione puň consentire una migliore comprensione della loro situazione.
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Ciapetti, Lorenzo. "Le strategie dello sviluppo locale tra partecipazione e cambiamento." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 39–52. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001004.

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Abstract:
Lo sviluppo locale č un processo deliberativo. Sebbene la partecipazione avvenga prevalentemente attraverso la mediazione degli attori collettivi di un territorio, la dimensione di democrazia si gioca su aspetti di inclusione e reti di relazione di carattere aperto. Sono ormai evidenti le luci e le ombre del paradigma delle politiche di sviluppo locale, introdotto in Italia con l'esperienza della "programmazione negoziata", a metŕ degli anni '90. Il presente articolo partendo dalla domanda se sia emerso negli ultimi anni un diverso paradigma, conferma la centralitŕ dei sistemi decisionali collettivi locali nei processi di sviluppo del territorio, ma sottolinea l'esigenza di migliorarne l'efficienza in termini di impatti economici e sociali, attraverso politiche che partano da strategie fondate su cinque dimensioni: valorizzazione del contesto locale, unione di risorse e capacitŕ, attenzione ai tempi delle politiche, reti multilivello di attori, orientamento al cambiamento.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 372–80. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificita culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si e prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle societa locali. L’autrice e uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 1, 2017): 372–79. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificità culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si è prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle società locali. L’autrice è uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Voghera, Angioletta, and Valerio Avidano. "Contratti di fiume. Una proposta metodologica per il torrente tinella, nel quadro delle esperienze italiane." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 103 (July 2012): 42–65. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103004.

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Abstract:
Il quadro nazionale e comunitario degli strumenti e delle esperienze di riqualificazione fluviale impone la necessità di operare con un approccio intersettoriale. In questa logica, i contratti di fiume (CdF) possono conciliare gli interessi locali e costruire strategie integrate di riqualificazione dei territori fluviali. In assenza di una normativa nazionale sui CdF, il paper mette in luce i punti di forza e le debolezze di alcune esperienze italiane. È stata elaborata quindi una proposta metodologica per la costruzione partecipata di un CdF, che muove dal coinvolgimento degli attori sociali locali per la costruzione di strategie multi-settore con riferimento al territorio del Torrente Tinella.
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Ambrosini, Maurizio, and Deborah Erminio. "Introduzione. Gli immigrati come attori economici: l'autoimpiego tra risorse etniche ed economie locali." MONDI MIGRANTI, no. 2 (December 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/mm2011-002002.

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Mozzillo, Giuseppe, and Enrico Todini. "Valutazione del commitment locale di un programma regionale di politiche attive del lavoro. La scala di distanza culturale e valoriale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 27–46. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045004.

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Abstract:
La finalitŕ dell'articolo č illustrare la Scala di distanza culturale e valoriale, uno strumento messo a punto e impiegato dallo Staff Monitoraggio & Valutazione di Italia Lavoro Spa nella valutazione dell'efficacia interna di un programma regionale di politiche attive del lavoro allo scopo di rilevare la distanza tra gli orientamenti culturali e valoriali dei diversi attori coinvolti nella sua implementazione, tra questi e il piů generico frame valoriale che informa le finalitŕ e gli obiettivi del programma medesimo. L'ambito di analisi sviluppato č quello dell'effettivo commitment locale della politica regionale, cioč del grado di condivisione tra i diversi attori locali delle sue finalitŕ e dei valori sottintesi; l'analisi č stata orientata dal presupposto teorico che, per quanto ben "disegnato" sulla carta, un programma pubblico č tanto piů efficace quanto piů č compreso e "agito" con reale partecipazione dagli organismi e dagli operatori in esso coinvolti, chiamati a condividerne gli obiettivi e, almeno in parte, i valori. Nella prima parte del contributo si da conto del processo di elaborazione e di validazione dello strumento; nella seconda č illustrato il processo di elaborazione statistica dei dati e la "mappa delle distanze culturali" che ne č derivata.
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Tresca, Michela. "La trasformazione digitale del settore energetico: strumenti di regolazione e nuovi attori." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 199–216. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002012.

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Abstract:
Le tecnologie digitali rivestono un ruolo centrale nella trasformazione del settore energetico. I nuovi obiettivi climatici e ambientali, supportati dalla digitalizzazione, impongono di riflettere sulle implicazioni giuridiche e istituzionali, con particolare riferimento alle sfide poste alla regolazione e ai soggetti chiamati ad accompagnare la transizione energetica. A fronte dei principali impieghi delle tecnologie digitali nel settore, l'articolo analizza le modifiche del ruolo del consumatore e il rinnovato intervento pubblico, con uno sguardo al ruolo ricoperto dagli organi di governo centrale, dai governi locali, oltre che dall'Autorità di regolazione.
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Dissertations / Theses on the topic "Attori locali"

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Pattaro, Anna Francesca <1977&gt. "Gli attori pubblici e privati nelle reti della governance locale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/140.

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Carestiato, Nadia. "Beni comuni e proprietà collettiva come attori territoriali per lo sviluppo locale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425952.

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Abstract:
The present research aims to analyse the issue of common property, in order to understand the reasons for the conservation of this ancient type of property. The study firstly focuses on the impact of the common property on the territory and its effects on the local empowerment. Secondly, it analyses the environmental, and socio-economical inputs connected to a wise use of these resources. The common property is a part of the wide and complex issue of common goods and Common-Pool Resources (CPRs). This topic, nowadays, belongs to several disciplines as history, law, economy, environmental studies and geography. Commons can be described as goods and resources differently exploited by the societies in accordance to the places in which they live. We can distinguish three types of commons. "Traditional" common goods are used by a community through consuetudinary law (meadows, grazing, woods, fishing areas etc.). This category of goods is precisely defined as "common property" and it is the main topic of this research work. "Global" common goods, as air, water, forests, biodiversity, oceans, space and non-renewable resources. "New" commons , as culture, highways, Internet, parking and urban green areas, public facilities (water, electricity, means of transport), council houses, health and school systems, rights to security and to peace. The current reflection on common goods, particularly on common property, is influenced by globalization processes and its effects, the crisis of the post-capitalistic model, free trader development model the increase of global disparities and pollution. Actually, small communities as well as many populations in the world - mainly in developing countries - look at the commons as tools to realize a democratic and sustainable territorial management. Lands showing a collective use of the resources are particularly interesting for a geographical analysis of human-environmental relationships, especially of the territorialisation processes. The collective resource management could characterize a territory. Analyzing choices and strategies which are the base of the common property management can be useful also to understand and promote new models of territorial management. In detail, the research concerns the situation of common property in Italy. It is actually represented by three million hectares of land (10% of the total Italian territory), which are organized in collective institutions differently named and mostly present in mountain areas. The three cases of study analyzed in this research are in the Friuli Venezia Giulia Region. They are two mountain communities of the Carnia: the local municipality of Ravascletto (in the Valcalda) and Pesariis (in the local municipality of Prato Carnico); and some common properties in the karst area nearby Trieste. These local communities have in common the age-old use of collective lands, nowadays endangered by the changes in the public administration that are conditioning the future perspectives of these territories. The research was developed in three phases: the analysis of the theories and the bibliographical research regarding the commons and common property; the analysis of the situation of common property in Italy (law-making evolution); selection and empirical analysis of the cases of study. The field-work consisted on information and data gathering and ; semi-directive interviews carried out with privileged witnesses (main institutional actors, representatives of local committees and residents). The comparative analysis of the cases of study shows that the actual value of common property doesn't depend only by the conservation of traditional elements. Tradition can assure the conservation of these lands, but common property should now to redefine and invent new meanings, and values.
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Carta, Stefania <1988&gt. "Nel nuovo welfare locale: attori, metodi e strumenti per un servizio sociale trasformativo e generativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6082.

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Abstract:
L'elaborato, attraverso la metodologia del case study, analizza delle progettualità implementate da alcuni Comuni della Provincia di Treviso. Si tratta di progetti che riflettono una serie di teorie innovative, elaborate dalla letteratura di servizio sociale, le quali hanno ispirato e sostenuto l'attivazione di attività progettuali innovative, che si distaccano da quel carattere di assistenzialismo che, a lungo, ha ispirato le pratiche di servizio sociale, e, in generale, di welfare locale.
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Baiocco, Chiara <1989&gt. "L’abitare molteplice Pratiche e percezioni locali attorno a un centro di accoglienza Sprar, il caso di Asolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16233.

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Abstract:
Questa tesi, sulla base dei dati raccolti durante sei mesi di ricerca sul campo, si propone l’obbiettivo di presentare le diverse forme di abitare che si articolano all’interno di un contesto locale, il comune di Asolo, dove è stato inserito un progetto di accoglienza Sprar. A partire dall’osservazione della disomogeneità e della dislocazione degli “spazi dell’accoglienza” diffusa (domestici, istituzionali e semi istituzionali), presenterò le pratiche e percezioni degli attori sociali attraverso una lente multifocale, facendo emergere come l’assetto territoriale incida sulle modalità di inclusione ed esclusione e sulle diverse forme dell’abitare che operatori, residenti e beneficiari sperimentano. In questa prospettiva, offrirò uno sguardo al ruolo istituzionale degli enti gestori e alle relazioni interne tra beneficiari e operatori, presenterò poi le strategie abitative e i processi di significazione e fruizione dei luoghi, domestici o pubblici, da parte dei beneficiari, per finire introducendo l’autobiografia del territorio e le istanze specifiche depositate dai residenti. L’attenzione al livello dei network e delle reti attraverserà l’analisi come strumento concettuale e trama relazionale per evidenziare quanto le sfere di attività degli attori coinvolgano un territorio trans e sovra locale. L’intero elaborato sarà innervato da un contributo metodologico sul posizionamento dell’antropologo, mostrando come ruoli ed interlocutori molteplici introducono posture ma anche approcci e campi metodologici diversi: un’antropologia applicata, un coinvolgimento empatico ed esperienziale e un orientamento ecologico.
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Manfreda, Stefano <1981&gt. "Promozione della concorrenza e poteri regolatori nel settore dei servizi pubblici locali: ruolo delle authorities e sindacato del giudice amministrativo sugli atti anticoncorrenziali della pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8231/1/manfreda_stefano_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi esamina le norme che disciplinano i servizi pubblici locali dall’angolo visuale della concorrenza e della capacità delle riforme a garantire un bilanciamento tra esigenze di liberalizzazione e tutela dell’interesse pubblico dell’amministrazione e dell’utenza. Il primo paragrafo è dedicato a un esame complessivo della disciplina nazionale in tema di servizi pubblici locali. Il secondo, anche alla luce della breve riflessione storica e della dimostrazione empirica dei fallimenti di alcune delle riforme introdotte negli anni dal legislatore, si concentra sulla questione del difficoltoso bilanciamento cit., e pone una riflessione sulle modalità e sull’approccio che il legislatore dovrebbe tenere nel “mettere mano” alla materia. Segue una riflessione ed un raffronto tra le nozioni europea e nazionale di servizio di interesse generale e servizio pubblico locale e l’analisi della concorrenza nel mercato, per il mercato e l’autoproduzione nell’attuale contesto ordinamentale. Segue l’esame delle Direttive europee del 2014, del sul progetto di testo unico dei servizi pubblici locali e del vigente testo unico sulle società partecipate nonché sulle esigenze di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica. Il secondo capitolo riguarda le Autorità amministrative indipendenti, la loro natura ancora controversa, la mancata previsione delle stesse nella carta costituzionale ed i profili problematici attinenti all’esercizio dei loro poteri anche impliciti, delle garanzie procedimentali e di tutela per i soggetti interessati dalle decisioni e il loro ruolo nell’implementazione e nella tutela della concorrenza. L’ultimo capitolo attiene al sindacato del giudice amministrativo sugli atti anticoncorrenziali della pubblica amministrazione ed ai rapporti tra potere giurisdizionale del giudice amministrativo e “paragiurisdizionale” delle autorità amministrative indipendenti con uno sguardo ad alcuni peculiari poteri affidati ad alcune Autorità dal legislatore. Le conclusioni pongono una riflessione sulla necessità per il legislatore di affrontare con coerenza, omogeneità e prudenza l’approccio riformista in senso pro-concorrenziale, nella complessa materia dei servizi pubblici locali.
The thesis examines the rules governing local public services from the angle of view of competition. The first paragraph is devoted to a comprehensive examination of national discipline in the field of local public services. The second focuses on the question of the difficult balancing cit., and raises a reflection on the modalities and approach the legislator should take to "put the hand" on matter. Following is a reflection and comparison between the European and national notions of service of general interest and local public service and the analysis of competition in the market, for the market and self-production in the current context. The second chapter deals with independent administrative authorities, their nature still controversial, their lack of predictability in the constitutional charter and the problematic profiles pertaining to the exercise of their implied powers, procedural safeguards and protection for those affected by the decisions and Their role in the implementation and protection of competition. The last chapter deals with the administrative court syndicate on anti-competitive public administration acts. The conclusions reflect on the need for the legislator to address coherently, homogeneously and prudently the pro-competitive reform approach in the complex field of local public services.
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Planchat, Claire. "Du paysage aux intentions d'aménagement : usage des représentations paysagères pour la planification de l’agriculture dans les territoires périurbains : Élaboration d’un Itinéraire Méthodologique de Vision Prospective pour le Plan Local d’Urbanisme de Billom (France) et la Charte Paysagère du Parc Naturel de la Vallée d’Attert (Belgique)." Thesis, Clermont-Ferrand 2, 2011. http://www.theses.fr/2011CLF20014/document.

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Abstract:
Dans les documents d’urbanisme, l’espace agricole est souvent considéré selon sa valeur spatiale et foncière en tant qu’espace disponible pour l’urbanisation. Les exploitants et propriétaires de foncier ont-ils les mêmes considérations ? Nous proposons et analysons un dispositif participatif basé sur l’usage de représentations paysagères pour favoriser le dialogue entre porteurs de projets d’aménagement, agriculteurs et propriétaires. Le dispositif que nous avons conçu vise à aider lesacteurs à construire leurs intentions d’aménagement vis-à-vis de l’agriculture. Pour ce faire, nous nous sommes appuyés sur le cas de deux communes européennes francophones, soit deux contextes de procédures d’aménagement différents. Il s’agit de la commune de Billom (France) à travers la mise en oeuvre de son Plan Local d’Urbanisme (2006-2008) et de la commune d’Attert (Belgique) dans le cadre de la future Charte Paysagère du Parc Naturel Communal (2007-2009). Nous posons l’hypothèse que la mobilisation des représentations paysagères comme support de dialogue entre élus et agriculteurs, à travers un dispositif méthodologique spécifique, permet de révéler leurs intentions d’aménagement (agricoles et urbanistiques). Ce dispositif vise également à accompagner la maîtrise d’ouvrage dans l’intégration à la procédure de ces intentions d’aménagement.La complémentarité des applications du dispositif en France et en Belgique nous a permis de construire un Itinéraire Méthodologique de Vision Prospective (IMVP). Ce dipositif permet de s’inscrire dans un processus d’aide à la décision pour les agriculteurs et les élus dans la définition de la place de l’agriculture dans leur projet de territoire. Il offre aux aménagistes des grilles de lecture pour la construction et l’analyse des intentions d’aménagement des acteurs d’un territoire dans les démarches de concertation. L’IMVP peut également servir de guide méthodologique, répondant ainsi à la demande croissante d’outils de dialogue et de visualisation des enjeux du territoire pour accompagner la planification
Agricultural areas are subject to multiple functions in addition to agricultural production such as recreation, tourism, environmental practices, etc. For periurban areas, the multifunctionality of agricultural areas is now recognized in the planning procedures. But it is still difficult for the promoters to find managementguidelines to preserve the balance between these uses as well as maintaining a "landscape quality". Periurban agriculture is ultimately considered for its value as a space and an available land in terms of urbanization, but what about the opinion of the farmers and owners of agricultural land? The objective ofthis thesis is to propose but also to analyze a participatory method based on the use of landscape representations to foster dialogue between stakeholders, officials, farmers and owners. This device is designed to help actors build their planning intentions concerning the agriculture. To develop this method,we selected two European French speaking territories, with two different management contexts: the town of Billom in France by the implementation of its Local Urban Planning (2006-2008), and the future Landscape Charter of the Natural Park of Attert in Belgium (2007-2009). We assume that landscape representations can be mobilized as medium for dialogue, through a specific methodological system and through participatory workshops. This methodological system can also help the actors to reveal their planning intentions concerning both social, but also the technical (agricultural and urban), relations and representations and to incorporate them into the urban or landscape planning.From the implementation of the methodological system (surveys and workshops) on the both sites in France and Belgium, we built a Methodological Itinerary of Prospective Vision (IMVP) It is composed of five aims of landscape representations uses which relate to: 1. expertise, 2.identification of the participants’ intentions, 3. characterization of the “cadre de vie” from workshops using the method of the negative vision of the future, 4. sharing the positive vision of the future and operational arguments and intentions to integrate into the planning process, 5. evaluation of the integration of the actors’ intentions into the territorialproject. To formalize and articulate these aims, in terms of methodological steps, we have chosen to complete the reading grid of the local landscape interventions categories (Moquay et al., 2007) and to develop it upstream the landscape charter process and in the middle of the urban planning process. Theresearcher involvement appears at two levels. First is mediation in the aim to bring together stakeholders in the process. The second is the observation and deciphering of the representations and planning intentions on landscape components identified by the actors. The interest of the IMVP is to be included in decision processes. It assists farmers and elected officials by establish agricultural projects in their territories. The IMVP also distinguishes transferable references and tools that urban planning managers can use to analyze actor’s intentions and to develop collaborative approaches. The IMVP could become a methodological guide to complement the growing demand for tools of dialogue and visualization of regional issues to support planning
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Schreiber, Paula Rebecca. "Sprachliche Rekontextualisierung in globalen und lokalen Popkulturen. Hip Hop Linguistics und „Resistance Vernacular” im italienischsprachigen Rap. Ricontestualizzazione linguistica di “Popular Culture”. Hip Hop Linguistics e “Resistance Vernacular”. Il caso del rap italiano tra globalizzazione e localizzazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/245432.

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Abstract:
Hiphop è il nome di un movimento giovanile che nasce negli anni settanta nei quartieri del Bronx, del Queens e di Harlem a New York City. Negli anni ottanta la musica e la cultura hiphop si diffondono in Italia e si sviluppano in tre diverse generazioni: la prima negli anni 1987-1999, la seconda negli anni 2000-2007, la terza negli anni 2008-2017. Queste generazioni condividono caratteristiche identitarie e valori come il rispetto, la pace, l'uguaglianza. Il lavoro presenta un’analisi linguistica dei testi italiani delle canzoni rap prodotte nel terzo periodo. A tale scopo la tesi è organizzata in sei capitoli. Il primo (La cultura hiphop) inquadra la nascita della cultura hiphop, le sue invenzioni artistiche, la sua globalizzazione e la sua ricezione in Italia. Sono presentati in particolare i/le pionieri/e della scena hiphop italiana e le tendenze che emergono nelle diverse scene locali. Il secondo capitolo (Ricerche sull’hiphop) presenta un quadro generale relativo alle ricerche sull’hiphop compiute negli ultimi trent’anni nell'ambito di più discipline tra cui la filosofia, la pedagogia, la storia dell’arte, l’economia e la sociologia. Uno spazio particolare è dedicato agli studi linguistici sul rap italiano, distinti in tre filoni caratterizzati da una diversa prospettiva di analisi: il rap come varietà linguistica e il rap come discorso. Gli studi sul rap come varietà si concentrano sulle influenze linguistiche di varietà globali, locali, scritte, orali e diafasiche, quelli focalizzati sul rap come codice analizzano invece le scelte linguistiche dei testi come espressioni di identità. Infine gli studi sul rap come genere mettono a confronto tipologie testuali e tipologie discorsive. Il terzo capitolo (Progettazione del corpus) illustra il metodo impiegato per la raccolta e la selezione dei testi, che si basa sui network e sulle piattaforme digitali con riconoscimento nella cultura hiphop italiana. Il riferimento presente negli articoli, nei commenti, nelle interviste e nelle recensioni di network e piattaforme digitali a “artisti riconosciuti nella scena”, “recensioni positive di album o canzoni singole”, “stile stimolante” e “influenza sulla scena rap italiana” ha portato a una selezione di 1000 canzoni rap, datate tra il 2008 e il 2017. Il quarto capitolo (Caratteristiche lessicali e stilistiche) presenta l'analisi di caratteristiche lessicali, di strutture ritmiche e metriche, di figure retoriche e di aspetti testuali che hanno particolare rilievo nel corpus. Dopo una prima riflessione sulla “Frequenza lessicale” nel primo paragrafo viene analizzata la ricorrenza di determinate parole e singoli fenomeni lessicali. Il secondo paragrafo “Struttura ritmica e metrica” affronta poi il tema del cosiddetto flow, che consiste nell'elaborazione delle rime verso schemi complessi e nella loro accentuazione/non-accentuazione a tempo (on-beat vs. off-beat) come mezzo stilistico. Nel paragrafo “Aspetti retorici” viene evidenziato, tramite diversi esempi, l'uso di alcune tendenze stilistiche (addizione, omissione, trasposizione, sostituzione) e forme retoriche tramandante oralmente come il Signifyin(g), caratteristica cruciale dell’African American Vernacular English. Nel paragrafo “Tipologia dei testi” si illustrano alcune modalità discorsive dei testi rap (self-referential speech, listener-directed speech, boasting, dissing, localizing e representing), presenti nelle canzoni del corpus. Nel quinto capitolo viene affrontata la relazione tra aspetti linguistici globali e locali (Un linguaggio “glocale”? – «Quello che siamo è solo spazio, parole»), in cui è adottata la prospettiva del rap e delle varietà linguistiche nei paragrafi “HipHop Speech Community”, “Artistic Code-Mixing – Repertorio di una comunità linguistica hip hop italiano?” e “Oralità e scrittura”. Il mistilinguismo e il code-switching tra dialetti, altri sistemi linguistici e diverse varietà dell’italiano sono degli strumenti fondamentali e distintivi per la struttura dei testi rap italiani e possiedono sia caratteristiche espressive, sia identitarie. Partendo dalla composizione scritta dei testi vengono aggiunti appositamente tipici elementi dell’oralità per dare un’impostazione spontanea, discorsiva e dialogica alla canzone. Questa relazione tra scrittura e oralità si può trovare anche nella tradizione della canzone popolare italiana. Nel sesto e ultimo capitolo del lavoro (Resistance Vernacular – «Ma io penso diverso, ostinato e contrario») vengono esaminati i ricorrenti elementi linguistici che nei testi svolgono una funzione di critica e autocritica, provocazione, espressione identitaria e che permettono di riconoscere i testi delle canzoni rap come parte del genere comunicativo della resistance vernacular. Inoltre vengono analizzati tratti discorsivi e dialogici dei testi studiati e il coinvolgimento del destinatario, variabile a seconda dell’uso e della frequenza di questi tratti. Il primo paragrafo, “Formazione del contesto”, prende in esame sia forme deittiche sia riferimenti intra-testuali e extra-testuali, i quali sono elementi chiave per la comprensione del contesto da parte del destinatario. Nel paragrafo “Dialogicità” sono analizzati gli elementi che marcano un carattere interazionale, come allocuzioni ai destinatari e segnali discorsivi con funzioni interazionali. Nell'ultimo paragrafo, infine, viene descritta il Resistance Vernacular come genere comunicativo del rap italiano. Vengono analizzate quindi le strategie verbali usate per contrastare e contraddire, attraverso la presa di distanza da riflessioni ironiche, esempi provocatori di confronto verbale, suggerimenti di circostanza e per mezzo anche dell’ esplicitazione di possibili identificazioni. Il lavoro fornisce dunque un ampio panorama della produzione di testi rap in Italia nell'ultimo decennio che si inseriscono nell'ambito di due note tradizioni narrative, una locale (la canzone popolare italiana) e l'altra non locale (l'Afro American Vernacular English). L’analisi condotta su un corpus testuale selezionato ed esaminato secondo criteri quantitativi e qualitativi si concentra su aspetti semantici, pragmatici, testuali e infine sull'impiego di diverse varietà linguistiche, che diventano veicolo fondamentale per l'espressione identitaria sia di autori sia di destinatari. Vengono analizzati perciò i principali tratti distintivi che caratterizzano il neo-plurilinguismo, che è forma performativa e comunicativa di un Resistance Vernacular.
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8

CELATA, Filippo. "Partecipazione, attori locali e pianificazione regionale." Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11573/368801.

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Abstract:
La gestione delle politiche di pianificazione regionale, prevede il coinvolgimento di numerosi soggetti e organizzazioni. Qualsiasi area di policy implica una qualche relazione interattiva e un qualche genere di processo di governo delle relazioni (Healey 2003). La scala regionale, o locale, rappresenta un ambito ideale per sperimentare e analizzare forme di governo basate sull’interazione formale e informale di un gran numero di attori. Questa dimensione relazionale e pluri-soggettiva, in moltissime aree di policy, è divenuta recentemente l’elemento centrale attorno a cui ruotano proposte di istituzionalizzare e formalizzare maggiormente le relazioni tra attori nell’ambito di processi di pianificazione aperti, decentrati, basati sulla collaborazione e la partecipazione. Il linguaggio della governance è diventato alla fine degli anni ’90 la retorica dominante nell’analisi delle politiche pubbliche, nei paesi sviluppati e – sempre più – anche nei paesi in via di sviluppo. La creazione di strutture partenariali e coalizionali è ormai un necessario accessorio di qualsiasi piano di intervento. La definizione di programmi e progetti si avvale sempre più frequentemente procedure di informazione e consultazione. Le arene di policy sembrano essere diventate dei forum di discussione. Il coinvolgimento degli attori locali nella gestione del territorio ha diverse dimensioni e giustificazioni. La partecipazione ha innanzitutto un’utilità strumentale, perché permette di ottenere informazioni sul contesto locale e definire una strategia di intervento più efficace. Può avere la funzione di legittimare una strategia di policy o ridurre preventivamente i conflitti dovuti alla sua attuazione. Il coinvolgimento della comunità locale ha anche un ruolo costruttivo, perché permette agli attori locali di decidere autonomamente secondo quali priorità verranno gestiti i processi di trasformazione territoriale, di appropriarsi della strategia di intervento, e di avere a disposizione strumenti di controllo democratico. Il coinvolgimento degli attori locali può avere funzioni di negoziazione o mediazione, risoluzione dei conflitti, inclusione sociale, mobilitazione o costruzione del consenso. L’apertura dei processi decisionali ha infine un’importanza intrinseca e un obiettivo diretto di incentivare la collaborazione e il rafforzamento del capitale sociale, la costruzione di istituzioni, l’apprendimento collettivo e le capacitazioni (empowerment), e promuovere la partecipazione democratica. La partecipazione non è solo un mezzo per aumentare l’efficacia delle politiche, ma è essa stessa un loro obiettivo: “lo sviluppo è libertà” (Sen 2000). Queste affermazioni – che nella loro astrattezza sono non solo condivisibili, ma perfino entusiasmanti – devono però essere calate nella realtà, e inserite nel quadro delle effettive innovazioni procedurali introdotte nei sistemi di policy, e nel contesto territoriale nel quale questi sistemi vengono utilizzati. L’intervento pubblico sta effettivamente evolvendo verso modelli pluri-attore. In uno stato multi-scalare e a rete (Castells 1996) – il potere è disperso e si aggrega di volta in volta attraverso coalizioni istituzionali a geometria variabile. I canali di espressione delle istanze e degli interessi sociali non necessariamente diventano più ampli, essi cambiano però nella forma, nella forza e nella direzione. Sulla base dell’incrocio tra queste due variabili – procedure di policy e sistemi istituzionali locali - l’osservazione e l’analisi di alcuni casi studio – all’interno di contesti molto diversi - può contribuire a sistematizzare i numerosi schemi interpretativi che in questi anni hanno tentato di analizzare il ruolo degli attori locali nei processi di trasformazione territoriale. Alcuni di questi schemi interpretativi sono stilizzati nel primo capitolo. Gran parte di queste analisi ha un contenuto normativo e prescrittivo che dovrà essere rimosso per concentrarsi sugli elementi esplicativi e inquadrare gli approcci collaborativi alla pianificazione regionale all’interno di una più ampia transizione verso uno stato a rete. L’analisi del decentramento politico e amministrativo - oggetto del secondo capitolo – rappresenta un tentativo di valutare il valore della prossimità e il problema della scala nei sistemi di governo e di governance, nel quadro del dibattito teorico sul rapporto tra decentramento, democrazia, partecipazione politica e efficacia amministrativa. Nel terzo capitolo si analizzerà un contesto di policy di tipo cooperativo - le politiche di sviluppo locale nel Mezzogiorno - dove questa dimensione partecipativa si afferma parallelamente ad un dimensione locale e ad un dimensione progettuale. Si tenterà di analizzare le possibili tendenze degenerative di un sistema di policy decentrato e aperto. Il quarto capitolo analizza invece un contesto - la pianificazione della linea ad alta velocità Torino-Lione – nel quale l’interazione tra attori alle diverse scale alimenta un conflitto di natura strutturale. Il dibattito su pianificazione e partecipazione sembra ruotare intorno a modelli alternativi: partecipazionismo e democrazia deliberativa, corporativismo e policy networks, pluralismo e multi-level governance. Sulla base di questi modelli, nel quinto capitolo si tenterà di definire uno schema che permetta di analizzare le diverse tipologie di attori locali e l’architettura istituzionale che regola le loro relazioni all’interno di sub-sistemi di policy multi-scalari. Nel capitolo conclusivo si tenterà di tirare le somme di una ricerca il cui obiettivo non è la critica dell’approccio partecipativo, ma l’individuazione del suo campo di applicabilità. Per questo – senza sottovalutarne le potenzialità – si tenterà di evidenziare i limiti di questi approcci, gli elementi di debolezza degli schemi interpretativi sottostanti, e i meccanismi – a volte curiosi, a volte perversi - per i quali la pratica della partecipazione e delle pianificazione si discosta costantemente dalla teoria.
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9

BICONNE, RITA. "Accesso all'acqua. Attori e progettualità nei territori del Senegal." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/803072.

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Abstract:
La ricerca è rivolta alla comprensione delle trasformazioni territoriali innescate dagli interventi per l’accesso all’acqua nei contesti del Senegal, alla loro analisi e valutazione critica nell’ottica dell’individuazione di possibili percorsi virtuosi e riproducibili. Al centro della riflessione è stata posta la gestione delle risorse idriche che nella diversità di configurazione, organizzazione e modalità, genera nel luogo variabili impatti sociali, spaziali ed ambientali. L’area geografica di interesse, lo scenario rurale senegalese, è stata scelta come rappresentazione esemplificativa di una problematica ampiamente diffusa nell’Africa Occidentale e, in un più ampio posizionamento problematico, di una sfida che coinvolge i paesi del Sud del mondo. The research is aimed to understanding territorial transformations triggered by the actions for water access in the Senegal contexts, their analysis and critical assessment in order to identify possible virtuous and reproducible paths. The core of the study is the management of water resources that, in various configuration, organization and process, generates different social, spatial and environmental impacts. The geographical area of interest, Senegalese rural context, has been chosen as exemplifying representation of widespread problem in West Africa and, in a broader positioning problem, a challenge that involves the countries of the South.
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10

Attar, Hoda El-Sayed el [Verfasser]. "Bandwidth selection for local linear quantile regression with applications to financial market data / vorgelegt von Hoda El-Sayed El-Attar." 2008. http://d-nb.info/990827283/34.

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Books on the topic "Attori locali"

1

Le regolazione dei sistemi locali: Attori, strategie, strutture. Bologna: Il mulino, 2002.

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2

Salvo, Messina, ed. Lo sviluppo locale tra decentramento e globalizzazione: Guida per gli attori locali. Roma: Datanews, 2002.

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3

Grieco, Mario. La cooperazione decentrata oltre l'aiuto: Gli attori locali nella ridefinizione dei rapporti Nord/Sud. Torino: L'Harmattan Italia, 1999.

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4

Busacca, Maurizio, and Alessandro Caputo. Valutazione, apprendimento e innovazione nelle azioni di welfare territoriale. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-408-0.

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Abstract:
Tra il 2017 e 2019 i due Autori hanno condotto una ricerca valutativa sui Piani Giovani della Regione del Veneto e sulle politiche giovanili locali. La ricerca è stata l’occasione per approfondire le modalità di funzionamento di coalizioni locali di welfare organizzate in modo reticolare e per coinvolgerle nella progettazione partecipata di un sistema di valutazione dell’impatto sociale. Lo SROI Explore è un mix-method che cerca di rispondere ai problemi storici della valutazione nell’ambito delle politiche sociali attraverso una strategia partecipativa e l’ancoraggio alle teorie incorporate nell’azione professionale con l’obiettivo di intensificare i processi di apprendimento degli attori coinvolti.
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5

Corsi, Cecilia, and Annick Magnier, eds. L’Università allo specchio. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-389-6.

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Abstract:
Questo secondo volume dei Quaderni “Cesare Alfieri” intende offrire una riflessione su alcuni aspetti di fondo inerenti il nostro sistema universitario. E fra i tanti profili meritevoli di attenzione, il Comitato scientifico ha deciso di privilegiare il tema del rapporto tra università e sviluppo economico e sociale. Di fronte alle trasformazioni e al drammatico ridimensionamento del sistema di educazione superiore, come poter ribadire la centralità della formazione del ‘capitale umano’ per la crescita e la coesione di una società? I saggi contenuti nel volume, ciascuno dal proprio punto di vista, propongono interessanti spunti di approfondimento e di dibattito per cercare di comprendere come meglio possono, oggi, le università, con le risorse pubbliche ridotte, il grado di autonomia limitato, le incerte relazioni con gli altri attori, nazionali e locali, di cui dispongono, contribuire allo sviluppo economico e sociale di un paese nel quale le disuguaglianze territoriali e sociali si stanno approfondendo.
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6

Sviluppo locale: Territorio, attori, progetti : confronti internazionali. Firenze: Società di studi geografici, 2007.

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7

Porta, Donatella Della. La politica locale: Potere, istituzioni e attori tra centro e periferia. Bologna: Il Mulino, 1999.

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8

Lotti, Giuseppe. Territori & connessioni: Design come attore della dialettica tra locale e globale. Pisa: Edizioni ETS, 2010.

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9

Riqualificazione urbana e sviluppo locale a Salerno: Attori, strumenti e risorse di una città in trasformazione. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2002.

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10

Butanaev, V. I͡A. Toponimicheskiĭ slovarʹ Khakassko-Minusinskogo krai͡a =: Toly khooraĭdaghy chir-sugh attary. Abakan: Laboratorii͡a ėtnografii NIS KhGU, 1995.

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Book chapters on the topic "Attori locali"

1

Rundle, David. "Poggio Bracciolini’s International Reputation and the Significance of Bryn Mawr, ms. 48." In Atti, 41–70. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-968-3.06.

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Abstract:
Poggius Florentinus delighted in his local identity but he also, famously, had an international career, being in attendance at the Council of Constance, being resident in England for four years (1419-1422) and seeking employment at the imperial court. What is less recognized is how he sought for his literary works audiences far beyond his home-city and how some non-Italians were willingly collaborators in this creation of an international reputation. It has not been noticed before how a remarkable witness to this process is now housed in the Special Collections of Bryn Mawr. It, like other manuscripts in the library, reached its present location because of that twenty-century friend of Poggio and alumna of the college, Phyllis Goodhart Gordan. It now has the shelfmark ms. 48 and is a collection of Poggio’s dialogues. What has not been recognized is that we can identify both its scribe and its illuminator and, by doing so, shed new light on Poggio’s fortuna on the far side of Europe, in his one-time home of England.
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2

Rossetti, Edoardo. "Giudizi universali. Reti devozionali e tensioni escatologiche attorno ai gesuati milanesi." In Le vestigia dei gesuati, 189–225. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-228-7.15.

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Abstract:
This essay provides an outline of the familial, social, and cultural network of the Milanese Jesuati between the end of the fifteenth century and the first decades of the sixteenth century. Particular attention is given to their interactions with Cardinal Bernardino López de Carvajal, one of the protagonists of the schismatic Council of Pisa-Milan (1510-1512). Starting from the creation of their settlement of San Girolamo, new documentary evidence is employed to show how the surrounding urban area and the physical buildings that should have been erected there actually mirrored the local network of both the Jesuati and Carvajal. The patronage of the cardinal in San Girolamo and the creation of a Last Judgement fresco are then discussed and connected to the eschatological tensions stirring Milan at the time.
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3

Ewoodzie, Joseph C. "South Bronx DJs vs. Other DJs." In Break Beats in the Bronx. University of North Carolina Press, 2017. http://dx.doi.org/10.5149/northcarolina/9781469632759.003.0003.

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Abstract:
This chapter’s first section, introduces two new actors, Afrika Bambaataa and Grandmaster Flash, both of whom followed in the footsteps of Kool DJ Herc. It provides their biographical portraits and discuss how they became established DJs in the South Bronx. It present the different skill-sets they brought with them. It further discusses the importance, at least for Herc and Bambaataa, of graffiti writing. The chapter then takes the reader to Harlem, Brooklyn, and Queens to examine the DJing scene in these other locales. The stories included here, for the most part, have never been published, and thus have never been part of popular narratives about how hip hop emerged. Nevertheless, they are crucial because they illuminate the social worlds against which the South Bronx DJs defined themselves. The final portion of the chapter identifies the bases on which the South Bronx scene opposed itself to those of other parts of the city: (a) break-centered DJing versus song-centered DJing; (b) bigger, more established, and more lucrative venues versus smaller, less established, and less lucrative venues; (c) dancing with a partner versus competitive break dancing; (d) twenty-one-and-older audiences versus twenty-one-and-under audiences; and (e) formal attire, including suits and dresses, versus less formal attire, including jeans and sneakers.
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4

Sengupta, Akanksha. "The Role of Culinary in Development of Tourism in Rajasthan." In Research in Tourism and Hospitality Management, 112–19. AIJR Publisher, 2022. http://dx.doi.org/10.21467/books.134.14.

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Abstract:
This Chapter explains the importance of cuisine in developing gastronomy tourism. India being a diversified country in terms of culture and tradition; At a distance of every hundred kilometers, the language, the staple diet, the attire etc changes. Indian cuisine has been inspired by a 5000-year history of various groups and cultures interrelated with the subcontinent, contributing to the abundance of flavors and regional cuisines found in modern India. Indian cuisine is expected to please all spice lovers around the world as India mixes most of the spices. Thus, Rajasthan, the hub of foreign tourist arrival has the most abundant potential to create and sustain culinary tourism at par with its heritage tourism. In terms of engaging in the awareness of the heritage, visitors visiting a specific cultural destination seek to increase their cultural experience mainly by culinary means. In this regard, in the analysis of tourist destinations, particularly those related to culture and heritage, culinary and its connection with tourism has become a crucial element. Thus, nowadays every state tourism has started to promote their local cuisine in order to serve tourists a local culture experience. This ongoing development of culinary tourism is the most amazing and if developed properly can be the biggest revenue earning product among the other types of tourism.
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5

CEA, Roberto. "Politique de santé entre concurrence scientifique et pouvoir des experts." In Les épidémies au prisme des SHS, 109–14. Editions des archives contemporaines, 2022. http://dx.doi.org/10.17184/eac.5996.

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Abstract:
La communication vise à analyser les épidémies de choléra en Italie à la fin du XIXe siècle comme une étude de cas utile pour étudier la relation entre les experts et les décideurs politiques lors les situations d'urgence épidémiques. L’épidémie de 1884-1887 a marqué un tournant décisif dans l’histoire des institutions sanitaires de l’État italien. Le nombre élevé de décès, environ 34.000, a attiré l’attention sans précédent de la presse, alors que l'opinion publique a été particulièrement impressionnée par les effets de la maladie dans les grandes villes comme Naples, qui est devenu rapidement le symbole de la relation entre le choléra et la dégradation hygiénique-environnemental. Sous la pression des événements, le gouvernement a décidé de modifier sa stratégie initiale en matière de santé, passant d'une approche strictement contagionniste à une approche anti- contagionniste, tandis que les questions concernant la santé et la sécurité collectives devenaient de plus en plus centrales dans le débat public et politique. La principale conséquence de l'épidémie a été l'approbation en 1888 d'une vaste réforme sanitaire, qui a conduit à la création d'une Direction de la santé publique au Ministère de l'Intérieur et à la mise en place d'un corps de fonctionnaires hygiénistes au sein de l'administration publique. Le cadre institutionnel créée par la réforme est resté en place pendant environ un siècle, jusqu'à l'entrée en fonction du SSN (Service Sanitaire National) en 1978. L’étude de cas proposée a donc une double portée. D'une part, il permet de vérifier la configuration des épidémies passées en tant que phénomènes d'accélération des processus sociaux et institutionnels. D'autre part, il souligne la capacité des crises épidémiques à avoir des effets durables sur l'organisation institutionnelle et administrative des États. En partant de ces hypothèses, et en utilisant les sources archivistiques et imprimées nécessaires à la réalisation d'une étude historiographique, la question sera abordée sur la base de deux niveaux d'analyse. Le premier entend reconstruire le champ scientifique des experts, avec ses caractéristiques et ses conflits internes. Les mesures sanitaires proposées par les différents groupes d'experts, au-delà de leur attribution à la doctrine contagionniste ou anti-contagionniste, étaient enracinées dans des traditions scientifiques d'origine locale, antérieures à l'Unité nationale et dotées d'une forte valeur identitaire pour les élites médicales régionales. Le domaine médical a produit des indications qui n'étaient pas unanimes, mais qui reflétaient les contrastes présents en son sein et qui n'étaient que partiellement justifiés par des raisons scientifiques. Le deuxième niveau d'analyse explorera la relation entre les experts et les décideurs politiques. Cette relation a été certainement décisive pour le gouvernement central, mais elle a pris forme également au niveau local et périphérique, puisque presque toutes les municipalités et de nombreuses préfectures ont formé des commissions spéciales chargées d'élaborer des mesures sanitaires pour contenir l'épidémie. Les médecins et les hygiénistes ont pu définir le champ des possibilités dans lequel les décideurs politiques pouvaient agir, même si leur rôle, externe à l'administration publique, était peu formalisé sur le plan institutionnel. Les conclusions illustreront les conséquences produit par la relation entre les experts et le pouvoir politique construit entre 1884 et 1887, notamment en ce qui concerne le contenu de la réforme de la santé, les compétences des hygiénistes employés par le Ministère de l'Intérieur et la réglementation sanitaire du commerce international.
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Conference papers on the topic "Attori locali"

1

Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Abstract:
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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2

Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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Fedeli, Raul Enzo, and Stefano Magaudda. "Il progetto rewetland: riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Abstract:
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Reports on the topic "Attori locali"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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