Academic literature on the topic 'Atto giuridico'

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Journal articles on the topic "Atto giuridico"

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Tuzet, Giovanni. "L'analisi economica come argomentazione giuridica." Teoria Jurídica Contemporânea 3, no. 2 (May 20, 2019): 97–122. http://dx.doi.org/10.21875/tjc.v3i2.21920.

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Abstract:
RIASSUNTO:In primo luogo l’articolo considera l’analisi economica come un tipo di argomentazione giuridica. Gli argomenti che fanno leva sulle conseguenze economiche di un atto giuridico vengono considerati come una forma di argomentazione consequenzialista e viene osservato che tali argomenti competono con molti altri nel contesto dell’interpretazione e dell’applicazione giudiziale del diritto. In secondo luogo viene considerata la pretesa dell’analisi economica di concepire le norme giuridiche come incentivi e viene osservato che tale prospettiva dipende da una serie di argomenti metodologici e una serie di argomenti circa i valori da massimizzare e la razionalità degli agenti economici. ABSTRACT:Firstly, the article takes economic analysis as a type of legal argumentation. The arguments that leverage the economic consequences of legal acts are a form of consequentialist argumentation and it is noted that these arguments compete with many others in the context of judicial interpretation and application of law. Secondly, the claim of economic analysis to conceive of legal norms as incentives is considered and it is observed that this perspective depends on a series of methodological arguments and of arguments about the values to be maximized and the rationality of economic agents.
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Ribeiro, Luiz Gustavo Gonçalves, and Romeu Thomé. "LA PROTEZIONE PENALE DELL’AMBIENTE COME DIRITTO UMANO COSTITUZIONALE." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 14, no. 28 (June 7, 2017): 33–71. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v14i28.1014.

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Abstract:
L’ambiente, oggi consacrato dottrinalmente come diritto umano di terza generazione e contemplato con disposizioni costituzionali che lo innalzano alla condizione di diritto fondamentale nell’ambito di diversi Paesi, è bene giuridico atto a essere effettivamente tutelato dal diritto penale che, tuttavia, richiede modificazioni nella sua dogmatica individualista secolare per la difesa di un diritto che è, allo stesso tempo, individuale e diffuso. Il testo contempla, sotto il ragionamento logico-deduttivo e con ricerca bibliografica, la garanzia dell’ambiente dal diritto penale e presenta proposte per la migliore tutela ambientale, esse corrispondendo, oltre alla predisposizione di norme penali più adeguate, alla creazione di un Tribunale Internazionale competente per le richieste penali legate all’ambiente e all’ammissione della responsabilità penale delle persone giuridiche. Si riconosce, nell’ambiente, una reale garanzia di tipo costituzionale, non soltanto diffusa, ma anche individuale, giacché direttamente legata alla qualità di vita dei singoli esseri e che ha avviato, negli ultimi decenni, la consacrazione di documenti internazionali e costituzionali di effettiva tutela.
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Saj, Marek. "Warunki ważności profesji zakonnej." Prawo Kanoniczne 50, no. 1-2 (June 15, 2007): 53–75. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.1-2.03.

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Abstract:
La professione religiosa, cioè il voto dei tre consigli evangelici: castità, povertà e obbedienza, è uno degli elementi essenziali della vita religiosa, a tal punto che senza di essa non si può parlare di vita religiosa. Oltre ad avere una grande rilevanza teologica, essa è un atto giuridico, costituito da vari elementi. Può, dunque, succedere che uno di essi non sarà adempiuto o sarà mancato, per cui i voti potranno essere considerati dubbi oppure invalidi. Il diritto universale della Chiesa definisce perciò le condizioni che garantiscono la validità degli atti emessi. Il Codice di Diritto Canonico del 1983 offre elementi che, al momento dell’emissione dei voti sia temporali che perpetui, sono richiesti per la loro validità. Il presente saggio considera le questioni relative alle condizioni richieste dalla Chiesa per una valida e lecita professione religiosa, nonchè le questioni concernenti la sua convalidazione, la scadenza del tempo per il quale fu emessa oppure l’eventuale dispensa da essa.
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Daniel, William L. "La Presunzione Di Validità Dell ’atto Giuridico Nel Diritto Canonico by Antonio S. Sánchez-Gil." Jurist: Studies in Church Law and Ministry 69, no. 2 (2009): 793–94. http://dx.doi.org/10.1353/jur.2009.0011.

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Tatti, Veronica, and Luciano Giromini. "Malingering: diagnosi differenziale e valutazione testistica nel contesto forense penale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 166–80. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14086.

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Abstract:
Il "malingering" è la simulazione o l'esagerazione intenzionale di una patologia fisica o mentale, messa in atto allo scopo di ottenere benefici tangibili quali il ricevimento di un risarcimento economico o la mitigazione di una sentenza criminale. In questo articolo si prende in esame il fenomeno con un'enfasi particolare sulla diagnosi differenziale e sulle sue implicazioni all'interno del contesto forense penale. Si evidenziano inoltre le ripercussioni che il malingering può avere sulla valutazione della capacità d'intendere e di volere. Non è raro, infatti, che nei contesti peritali alcuni rei cerchino di avvalersi di determinati articoli del Codice penale e tentino di simulare una perdita dell'esame di realtà. Conoscere una cospicua batteria di test sull'argomento è ormai fondamentale per il perito, al fine di rispondere al quesito giuridico. Si è dunque posto uno sguardo sul panorama testistico e sugli strumenti innovativi introdotti in letteratura negli ultimi anni. L'inclusione dell'Inventory of Problems-29 (IOP-29), un symptom-validity test (SVT), e dell'Inventory of Problems-Memory (IOP-M), un performance-validity test (PVT), nell'assesment psicologico risulta essere un potente ausilio nella discriminazione dei simulatori dai soggetti effettivamente affetti da una psicopatologia, come evidenziato nei vari studi presentati in questo articolo.
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Atighetchi, Dariusch. "La procreazione assistita nelle società islamiche: bioetica, diritto, costume e religione." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 969–95. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.627.

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Abstract:
L’assenza di un’autorità giuridico-religiosa suprema e di un magistero sono i principali fattori della quantità di interpretazioni e opinioni differenti presenti sui temi bioetici nel mondo musulmano. Uno dei temi apparentemente meno contrastati è quello della procreazione medica assistita in cui prevale, tra i giurisperiti islamici aggiornati sul tema, una sostanziale tolleranza verso le tecniche omologhe e un rifiuto di quelle eterologhe equiparate ad un atto di fornicazione-adulterio vietato dalla Shari’a. Anche l’adozione legale rimane vietata. Le legislazioni degli Stati contemporanei rispettano queste due impostazioni di fondo, entrambe derivate dal diritto di famiglia di impronta sharaitica. Vengono analizzate numerose fatwa di autorità religiose sul tema della procreazione assistita evidenziandone le convergenze e le divergenze. Una riflessione a parte è dedicata alle riflessioni di alcuni giurisperiti shi’iti che appaiono più originali sull’argomento. In generale si evidenzia che, in un dibattito molto ricco, cominciano a emergere opinioni favorevoli persino verso alcuni aspetti delle pratiche eterologhe. Il caso egiziano è emblematico per analizzare la mentalità della popolazione nel valutare le nuove tecniche procreative occidentali, una mentalità che incide fortemente sulla disponibilità (o meno) ad un loro utilizzo.
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Casini, Marina, and Antonio G. Spagnolo. "Aspetti giuridici, deontologici ed etici della prescrizione medica degli estroprogestinici a scopo contraccettivo." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2010): 429–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.692.

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Abstract:
Di fronte alla richiesta della donna, la prescrizione di sostanze estroprogestiniche con funzione contraccettiva è da considerarsi un atto cui il medico è tenuto, oppure al medico è lasciato uno spazio di libertà per opporsi alla richiesta e seguire i dettami della propria coscienza? La questione venuta alla ribalta con una sentenza del Tribunale di Milano (1997) è affrontata a partire da un’indagine ricognitiva di carattere giuridico relativa all’introduzione nel nostro ordinamento della contraccezione. Viene poi fatta la triplice distinzione: c.d. “contraccezione d’emergenza”, contraccettivi che potrebbero avere un’efficacia abortiva e contraccezione vera e propria. Mentre nel primo caso è possibile ricorrere all’art. 9 L. 194/1978 (obiezione di coscienza all’aborto), nel secondo e nel terzo la lettera e la ratio dell’art. 9 conducono ad una sua non applicabilità. Questo tuttavia non significa obbligare il medico a prestazioni contrarie alla propria coscienza o al proprio convincimento clinico. Alla luce di alcune norme della legislazione sanitaria e del codice deontologico emerge il ruolo centrale della fiducia rapporto medico-paziente e il criterio della libera scelta che presiede tale rapporto. Il carattere fiduciario basato sulla libera scelta, comprende anche la sfera delle convinzioni morali del medico. Questi può dunque contare su un margine di libertà per esprimere contrarietà a quanto richiesto da paziente e il paziente può avvalersi della sua libertà di cambiare medico.
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Jansen, Monica, and Maria Bonaria Urban. "Raccontare la giustizia." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, no. 1 (February 16, 2017): 10–21. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682483.

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Abstract:
Dalle varie riflessioni critiche sul rapporto tra letteratura e giustizia e tra narrazione e legge si può dedurre che alla letteratura venga attribuita la facoltà di “fare giustizia” e alla legge il potenziale di produrre delle storie. Anche se le opinioni divergono sull’effettivo valore trasformativo della letteratura di fronte alla legge, nel panorama italiano sembra prevalere l’idea che la letteratura possa offrire uno strumento conoscitivo per raggiungere una giustizia poetica e fare esperienza della verità. Tale compito etico, che viene attribuito a una narrativa che svolge la funzione di “estetica documentale”, si collega al complicato passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, riassunto comunemente con la formula di “memoria divisa”. Gli esempi letterari presi in esame dagli anni Sessanta ad oggi, si caratterizzano attraverso le loro ibridizzazioni di genere, le dimensioni transmediali, performative e metanarrative. Da Giuseppe Fava a Gianrico Carofiglio, da Franco Fortini a Giampaolo Pansa, si trasmette il bisogno di una giustizia sociale che si concretizza attraverso un’indagine critica dell’apparato giuridico e attraverso la formulazione di una giustizia metaforica. Anche la raccolta di racconti Giudici e il fumetto Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova dimostrano come la letteratura usi la transmedialità e la performatività per coinvolgere il lettore e arrivare a una giustizia che sia anche un “atto culturale”.
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Tallacchini, Mariachiara. "Il corpo e le sue parti. L’allocazione giuridica dei materiali biologici umani." Medicina e Morale 47, no. 3 (June 30, 1998): 499–544. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.834.

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Abstract:
Lo statuto del corpo umano sta cambiando rapidamente sotto le pressioni dei nuovi sviluppi delle biotecnologie, e pone dilemmi inediti al diritto. Si tratta, in particolare, delle dicotomie tra: corpo-soggetto e corpo-oggetto, uguaglianza o diversità delle parti del corpo, naturalità e artificialità dei prodotti derivati da materiali biologici umani. L’articolo dedica attenzione allo statuto delle parti distaccate del corpo, per valutare la coerenza e l’adeguatezza del loro inquadramento giuridico attuale. Anche se la configurazione proprietaria delle componenti corporee viene generalmente respinta - perché lesiva della dignità umana - le nozioni impiegate nella configurazione degli atti di disposizione e acquisizione delle parti del corpo non riescono veramente a restare immuni dall’idea di proprietà. Benché la connotazione del corpo come res extra commercium indichi la chiara volontà di escludere da questo ogni considerazione economica, paradossalmente il mercato finisce con il divenire l’unico tratto unificante e determinante la disciplina degli atti dispositivi. Una coerente tutela giuridica del corpo e delle sue parti -e la sottrazione al mercato- può passare attraverso nozioni giuridiche che ne sottolineino la natura di bene comune e condiviso, pur nel rispetto della libertà e dignità degli individui.
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Napolitano, Elena. "Osservazioni su alcune azioni revocatorie respinte (Trib. Civitavecchia 10 giugno 2022, App. Venezia, 14 giugno 2022 e Trib. Prato, 24 marzo 2022)." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1057–66. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.213.

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Abstract:
Massima Trib. Civitavecchia, 10 giugno 2022, n. 695 Il trustee è legittimato passivo nel giudizio per la revocatoria del conferimento in trust. In siffatto giudizio i beneficiari sono litisconsorti necessari solo laddove il trust configuri un atto a titolo oneroso, così che il litisconsorzio necessario non coinvolge i beneficiari - figli della disponente - di un trust familiare istituito per far fronte alle esigenze di vita di costoro. Non è revocabile ex art. 2901 cod. civ. il conferimento in un trust familiare posto in essere dalla disponente, fideiussore di una S.r.l. nei confronti della banca creditrice agente in revocatoria, successivamente al rilascio della fideiussione: è insussistente la scientia damni in capo alla disponente, requisito soggettivo richiesto in considerazione della natura gratuita del trust, in quanto all’epoca del conferimento in trust la S.r.l. debitrice principale utilizzava il credito concessole dalla banca attrice sul conto corrente senza mai scostarsi dal saldo negativo massimo consentitole e soltanto più di un anno dopo essa maturava un’esposizione debitoria relativa a un mutuo chirografario, né all’epoca del conferimento in trust risultava l’invio da parte della banca attrice di atti di costituzione in mora o la revoca dell’affidamento concesso sul conto corrente. App. Venezia, 14 giugno 2022, n. 1388 Nel giudizio per la revocatoria del conferimento in trust la finalità del trust è irrilevante ai fini della sussistenza o meno dell’eventus damni. L’istituzione di un trust familiare a beneficio della madre della disponente non integra adempimento di un dovere giuridico e configura un atto a titolo gratuito. La scientia damni in capo alla disponente si desume dalla circostanza che, pochi mesi prima del conferimento in trust, ella era stata sollecitata dall’istituto di credito agente in revocatoria a prendere immediati contatti per la definizione dell’esposizione debitoria (derivante da saldo passivo di conto corrente). Trib. Prato, 24 marzo 2022, n. 170 È revocabile ex art. 2901 cod. civ. il vincolo ex art. 2645-ter cod. civ. costituito dai nonni, fideiussori di una S.r.l. nei confronti della banca creditrice agente in revocatoria, per far fronte ai bisogni delle loro nipoti minori: la scientia damni in capo ai costituenti, requisito soggettivo richiesto in considerazione della natura gratuita del vincolo, si desume dalla qualità di costoro (entrambi soci della debitrice principale, nonché l’uno presidente del Consiglio di Amministrazione e l’altro liquidatore), mentre l’eventus damni sussiste in re ipsa. La vendita di uno degli immobili gravati dal vincolo, conclusa dai costituenti con il loro genero, è assolutamente simulata considerato che nessuna prova è stata offerta in merito all’avvenuto pagamento del prezzo concordato, considerati il vincolo di affinità fra le parti e la circostanza che il genero è rimasto residente presso la casa coniugale, nonostante si sia separato dalla moglie (figlia dei costituenti).
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Dissertations / Theses on the topic "Atto giuridico"

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PASSERINI, GLAZEL LORENZO. "Tipo, tipicità, atipicità nella pragmatica dell'atto giuridico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2003. http://hdl.handle.net/10281/1590.

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Abstract:
The classification of phenomena into different types is constitutive of every scientific inquiry. But what is a type? What is the peculiarity of the concept of “type” compared with other classificatory concepts (the concepts of “class”, of “universal”, of “concept”, for instance)? And what is the relationship between a type and its concrete occurrences? In the present book, two researches intersect: the epistemological research on the specificity of the concepts of “type” and “prototype” in the theory of categorization, and the research on the role of type and typicalness in the theory of legal acts. The relationship between a type and its occurrences reveals, in legal phenomena, a peculiar normative force: on the one side, it is through the type of a legal act that the rules applying to every occurrence of that act are defined; on the other side, it is through the type of a legal act that the effects produced by every occurrence of that act are determined. In some contexts, a legal act has in its type its proper condition of possibility. Through the analysis of the normative function of types, the author examines the role played by types in the structure of social behaviour, in an inquiry that transcends the limits of the theory of categorization and the theory of legal acts, to provide original contributions to the philosophy of institutional phenomena and to social ontology.
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GIUSTOZZI, LORENZO. "Atti giuridici e capacita' d'agire." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2015. http://hdl.handle.net/11581/401731.

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Ferrone, Giada. "Il linguaggio giuridico dell'atto notarile: proposta di traduzione di una procura dallo spagnolo all'italiano con strumenti di traduzione assistita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9495/.

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Abstract:
El objetivo de este trabajo es investigar el lenguaje jurídico de las actas notariales y presentar la traducción de un poder del español al italiano mediante el uso de programas de traducción asistida. La finalidad del presente estudio es la de proporcionar un análisis del género textual del acta notarial en clave contrastiva, es decir, teniendo en cuenta el derecho italiano y el español, y delinear las fases del proceso traductivo que el traductor jurídico tiene que llevar a cabo. El trabajo consta de seis capítulos. El Capítulo I se centra en el análisis del lenguaje jurídico con sus características léxicas, sintácticas y textuales. Se describen también algunos conceptos básicos de derecho privado que son necesarios para entender y traducir actas notariales. El Capítulo II se focaliza en la traducción jurídica analizando las fases, las dificultades y las estrategias que caracterizan el proceso traductivo de un texto jurídico y las fuentes de documentación útiles para llevarlo a cabo. El Capítulo III trata del género textual del acta notarial y de la individuación de la macroestructura que está a la base de este tipo de documento. En el Capítulo IV se ilustran los programas de traducción asistida y los recursos creados para realizar la traducción del acta notarial objeto de este trabajo: corpora, termbase y memorias de traducción. El Capítulo V presenta un análisis del texto origen con la individuación de las características del lenguaje jurídico español y la propuesta de traducción del documento. El Capítulo VI consiste en un comentario de las diferentes fases del trabajo, junto a una reflexión sobre las principales dificultades de traducción y las estrategias empleadas para solucionarlas. Por último, se proporciona la evaluación de la traducción por parte de un experto del dominio jurídico, los resultados obtenidos y los cambios realizados en la traducción.
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Franzoni, Simone <1977&gt. "I giudici del CSM. Il regime giuridico degli atti del CSM sullo status dei magistrati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/749/1/Tesi_Franzoni_Simone.pdf.

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Abstract:
L’elaborato è dedicato all’esame della forma di emanazione e del sistema d’impugnazione degli atti del CSM circa la carriera giuridica dei magistrati, con particolare attenzione alle numerose implicazioni di livello costituzionale ed amministrativo sollevate dalla problematica. I principali obiettivi perseguiti sono: a) la verifica della costituzionalità del sistema predisposto dalla legge 24 marzo 1958, n. 195, la quale stabilisce che i provvedimenti consiliari siano emanati con decreto presidenziale o ministeriale e che possano essere sindacati dai giudici amministrativi; b) l’individuazione e la risoluzione delle ambiguità interpretative e dei dubbi applicativi che sono emersi fin dall’introduzione della legge in parola e che tutt’ora continuano costantemente a riproporsi, non avendo trovato compiuta sistemazione né in dottrina né in giurisprudenza; c) la ricognizione e l’esame critico della prassi giurisprudenziale, specialmente in ordine alle decisioni più recenti, tenuto conto della mancanza di studi aggiornati in merito pur a fronte dell’ampio numero di pronunce. Sulla base dell’ipotesi di partenza dell’irrinunciabilità, per la piena comprensione della portata precettiva della legge sopra citata, di un’esaustiva analisi delle premesse teoriche necessarie per una piena comprensione dello stessa, lo svolgimento è sostanzialmente articolato in due parti fondamentali. La prima incentrata sulla ricostruzione del perimetro costituzionale dell’indagine, con specifico riferimento all’assetto costituzionale della Magistratura. La seconda, riconducibile nell’alveo proprio del “diritto amministrativo”, concernente a) il significato e la funzione da attribuire alla forma di emanazione degli atti consiliari; b) i poteri ministeriali e presidenziali nella fase di esternazione; c) la tipologia degli atti impugnabili e dei vizi sindacabili in sede giurisdizionale. Con la consapevolezza che lo sviluppo dell’argomento prescelto rappresenta un’angolazione di visuale privilegiata relativamente allo svolgersi dei rapporti tra Potere Esecutivo ed Ordine giudiziario, la tesi affronta complesse questioni di carattere generale quali il principio di separazione dei poteri, il concetto di organo costituzionale e quello di autodichìa, la nozione di autonomia pubblica, i princìpi di imparzialità ed uguaglianza. Il vaglio della giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, ampiamente richiamata, è condotto trattando a fondo, sia aspetti connotati da un elevato tasso di tecnicità, come la disciplina del conferimento d’incarichi direttivi, sia interrogativi concernenti diversi aspetti problematici. Segnatamente, l’indagine ha riguardato – tra l’altro – l’ammissibilità del sindacato del giudice amministrativo sugli atti “amministrativi” delle autorità non incardinate nella P.A.; la compatibilità dell’interpretazione evolutiva con l’art. 138 Cost.; la definizione di atto amministrativo; la stessa nozione costituzionale di pubblica amministrazione. La presa d’atto della tendenza giurisprudenziale ad estendere il sindacato al vizio di eccesso di potere conduce infine ad alcune riflessioni conclusive in merito alla conciliabilità del ruolo assunto dal giudice amministrativo col quadro normativo delineato dai Costituenti.
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Franzoni, Simone <1977&gt. "I giudici del CSM. Il regime giuridico degli atti del CSM sullo status dei magistrati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/749/.

Full text
Abstract:
L’elaborato è dedicato all’esame della forma di emanazione e del sistema d’impugnazione degli atti del CSM circa la carriera giuridica dei magistrati, con particolare attenzione alle numerose implicazioni di livello costituzionale ed amministrativo sollevate dalla problematica. I principali obiettivi perseguiti sono: a) la verifica della costituzionalità del sistema predisposto dalla legge 24 marzo 1958, n. 195, la quale stabilisce che i provvedimenti consiliari siano emanati con decreto presidenziale o ministeriale e che possano essere sindacati dai giudici amministrativi; b) l’individuazione e la risoluzione delle ambiguità interpretative e dei dubbi applicativi che sono emersi fin dall’introduzione della legge in parola e che tutt’ora continuano costantemente a riproporsi, non avendo trovato compiuta sistemazione né in dottrina né in giurisprudenza; c) la ricognizione e l’esame critico della prassi giurisprudenziale, specialmente in ordine alle decisioni più recenti, tenuto conto della mancanza di studi aggiornati in merito pur a fronte dell’ampio numero di pronunce. Sulla base dell’ipotesi di partenza dell’irrinunciabilità, per la piena comprensione della portata precettiva della legge sopra citata, di un’esaustiva analisi delle premesse teoriche necessarie per una piena comprensione dello stessa, lo svolgimento è sostanzialmente articolato in due parti fondamentali. La prima incentrata sulla ricostruzione del perimetro costituzionale dell’indagine, con specifico riferimento all’assetto costituzionale della Magistratura. La seconda, riconducibile nell’alveo proprio del “diritto amministrativo”, concernente a) il significato e la funzione da attribuire alla forma di emanazione degli atti consiliari; b) i poteri ministeriali e presidenziali nella fase di esternazione; c) la tipologia degli atti impugnabili e dei vizi sindacabili in sede giurisdizionale. Con la consapevolezza che lo sviluppo dell’argomento prescelto rappresenta un’angolazione di visuale privilegiata relativamente allo svolgersi dei rapporti tra Potere Esecutivo ed Ordine giudiziario, la tesi affronta complesse questioni di carattere generale quali il principio di separazione dei poteri, il concetto di organo costituzionale e quello di autodichìa, la nozione di autonomia pubblica, i princìpi di imparzialità ed uguaglianza. Il vaglio della giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, ampiamente richiamata, è condotto trattando a fondo, sia aspetti connotati da un elevato tasso di tecnicità, come la disciplina del conferimento d’incarichi direttivi, sia interrogativi concernenti diversi aspetti problematici. Segnatamente, l’indagine ha riguardato – tra l’altro – l’ammissibilità del sindacato del giudice amministrativo sugli atti “amministrativi” delle autorità non incardinate nella P.A.; la compatibilità dell’interpretazione evolutiva con l’art. 138 Cost.; la definizione di atto amministrativo; la stessa nozione costituzionale di pubblica amministrazione. La presa d’atto della tendenza giurisprudenziale ad estendere il sindacato al vizio di eccesso di potere conduce infine ad alcune riflessioni conclusive in merito alla conciliabilità del ruolo assunto dal giudice amministrativo col quadro normativo delineato dai Costituenti.
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SANDULLI, IRENE. "La responsabilità dello Stato-Amministrazione per violazione del diritto comunitario, fra istanze di certezza giuridica e tutela del principio dell'affidamento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1032.

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Abstract:
Il presente lavoro muove dallo studio del complessivo sistema di responsabilità degli Stati membri per violazione del diritto comunitario, così come delineato negli anni dalla Corte di Giustizia, per poi concentrarsi sulla peculiare responsabilità derivante allo Stato da un’azione amministrativa contraria al dettato delle norme comunitarie. L’analisi di tale, possibile forma di invalidità degli atti statali, viene raffrontata alle esigenze del “primato” del diritto comunitario. In particolare, essendo demandato alle giurisdizioni nazionali il compito di dare “adeguata” ed equivalente” tutela alle posizioni soggettive attribuite ai singoli da disposizioni di diritto comunitario, un elemento chiave del percorso affrontato attiene alla compatibilità delle possibili forme di invalidità che si prestano in Italia a classificare il vizio di invalidità comunitaria degli atti amministrativi, e del correlato sistema di tutela. Dopo una rassegna delle soluzioni ipotizzate da dottrina e giurisprudenza, si evidenzia come un’evoluzione sistematica della normativa interna e la stessa giurisprudenza della Corte di Giustizia incoraggiano un inquadramento del vizio di “anticomunitarierà” dei provvedimenti dell’Autorità amministrativa nella categoria ordinaria dell’illegittimità -annullabilità, con ogni implicazione a livello processuale. Da una simile coerenza del sistema di patologia dell’atto amministrativo nazionale anticomunitario con le tradizioni processualistiche di diritto interno emerge la necessità di non snaturare il processo amministrativo italiano, inoltre appare confermato il carattere ibrido della responsabilità per violazione del diritto comunitario: questa affonda pienamente i suoi presupposti nel diritto sovranazionale, ma poi si attua in concreto nelle singole giurisdizioni nazionali, e nella piena osservanza di norme di diritto interno. Questo radicamento dei meccanismi di tutela nei sistemi giuridici di diritto interno appare premiante, sia perché di agevole utilizzo, sia perché in linea con la visione monistica del sistema comunitario, la più efficace per un reale processo di integrazione fra la Comunità ed i suoi Stati membri. Tali esigenze di pragmatismo appaiono rispettate anche dal modello aquiliano ex art. 2043 c.c., nota clausola generale e atipica del sistema italiano di responsabilità civile, che fra le categorie cui è ascrivibile la responsabilità della pubblica amministrazione nello stesso diritto interno, appare la più idonea ad accogliere anche le violazioni del diritto comunitario. Con riferimento alle esigenze di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento delle posizioni soggettive, si analizza infine la posizione della Corte di Giustizia, la quale normalmente non chiede di soprassedere ai meccanismi processuali ed alle regole di decadenza del diritto interno, pur di sanare un contrasto con le fonti comunitarie, sempre che si garantisca in concreto la tutela delle posizioni soggettive di matrice comunitaria e non si leda l’affidamento incolpevole dei privati.
The essay analyses the overall system of Community member States liability for breach of European law provisions, according to the guide-lines of Court of Justice, in order to focus on the responsibility deriving from a national administrative action conflicting with European Community law. This “special” invalidity has to compare, anyway, with European Law supremacy needs. As national jurisdictions are requested to give rights founded on European Community law an effective and proper protection, it is important in this view to check the compatibility of Italian national remedies and select the “class” which better suits the flaw of administrative, national acts contrary to European law. After considering doctrinal and cases different solutions on the topics, the development of national administrative law and the decisions of Court of Justice itself suggest to classify in Italy this flaw of administrative Authorities under the ordinary rules and regulations of the “annulment”, with any related procedural consequence. The strong consistency of anti-community law national actions with legal and trial systems of national law shows two faces: from one hand, it both allows not to violate the features of Italian administrative law, and confirms the “cross-breeding” of national liability for breach of European Law. Actually, the roots of this “special responsibility systems” belong to European Community law, whereas the practical means of citizens ’ rights protection depend on the national, traditional rules and regulations. Framing the State liability in its jurisdictions and procedural systems seems to be rewarding, in a long-term perspective, as it is simple to use, granting European law effectiveness, and fully lines up to the monistic theory on European law, which better boosts the integration process between Community and its member States. The quests for effectiveness and pragmatism are also respected by accepting the pattern of “extracontractual” liability system based on article 2043 of Italian civil code (a-typical and open clause in Italian system of responsibility for breach of law, suitable for administrative national acts conflicting with national rules), which properly also fits infringements of European Community law. In regard to safety of law certainty and individual reliance on law, Court of Justice position has been brought into focus, with the following result: national bodies are not compelled to put aside national procedural laws incompatibile with EC provisions, in order to amend the conflict with European law, provided that claiming rights based on EC laws is not too difficult for European citizens and their lawful trust on public bodies conduct is not violated.
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Romeo, Paolo. "L'atto di destinazione ex art. 2645-ter c.c. Profili ricostruttivi e prassi applicativa." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4029.

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Abstract:
Porre l attenzione su una disposizione normativa a più di dieci anni dalla sua entrata in vigore può forse apparire insolito, specie se le mire siano quelle di apportare un contributo che non sia meramente ricognitivo dello stato dell arte. Ciò sembrerebbe valere, a maggior ragione, per l art. 2645-ter c.c., disposizione che, tanto per i suoi oscuri natali quanto per le risposte che in tesi voleva fornire, si è resa protagonista di una copiosa letteratura, a tal punto da poter far ritenere superflua qualsivoglia ulteriore analisi. Tuttavia, tali considerazioni non si sono rivelate del tutto persuasive, specie nella misura in cui i numerosi contributi scientifici reperibili in materia abbiano sovente sostenuto lo scardinamento di determinate categorie giuridiche concettuali. In questo quadro di contesto, peraltro, notevole rilievo ha avuto il ruolo della giurisprudenza di merito, il cui lavoro si è rivelato propizio a riaccendere il dibattito specie sulla meritevolezza degli interessi consentendo così di mantenere un elevato livello di attenzione per la fattispecie. Inoltre, il contrasto, a tratti palese e ridondante, tra le posizioni espresse in dottrina e la giurisprudenza ha spinto, in ultima analisi, per una disamina dell atto di destinazione opponibile ai terzi che prendesse le proprie mosse dalla prospettiva delle situazioni giuridiche soggettive nascenti dall atto medesimo, ambito, quest ultimo, spesso lasciato nell ombra e non posto in correlazione a prescindere dalla tesi alla quale si aderisca con la natura del vincolo di destinazione. Con queste premesse si è condotta un indagine che ha restituito la sensazione che la disposizione dell art. 2645-ter c.c., così come (confusamente) formulata e inquadrata all interno del sistema, non abbia, in definitiva, sovvertito i principi sui quali si fonda l ordinamento civilistico positivo. E si badi, ciò non deve sembrare un morboso attaccamento alla tradizione, anzi; si tratta molto più semplicemente di una presa di coscienza circa la necessità per il giurista di affidarsi (non solo nominalisticamente) a categorie e principi, pena il rischio di svuotare semanticamente il lemma ordinamento . Sicché, ove di quest ultimo si paventi una rivisitazione, essa non può risolversi in una confusa legislazione di matrice rimediale. L impressione che si desta è che l art. 2645-ter c.c. abbia rappresentato, anziché un ammodernamento del Codice Civile, forse un misero rattoppo, confermando piuttosto la bontà delle categorie pre-esistenti.
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Nogueira, Pedro Henrique Pedrosa. "Negócios jurídicos processuais: análise dos provimentos judiciais como atos negociais." Programa de Pós-Graduação em Direito da UFBA, 2011. http://www.repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/10743.

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Abstract:
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A tese investiga o problema da existência dos negócios jurídicos processuais no direito brasileiro. Busca-se examinar o tema à luz da noção de fato jurídico, construída no plano da Teoria Geral do Direito, para então, após examinar algumas classificações dos fatos processuais, indagar da sua aplicabilidade ao processo civil brasileiro. Ao fim, conclui-se pela existência de negócios processuais, realizados pelas partes e pelo juiz, quando emite certos provimentos para cuja prática a ordem jurídica admite o exercício judcial do autorregramento de vontade.
Salvador
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Liuzzo, Anna Maria Rita. "La disapplicazione del provvedimento amministrativo contrario al diritto comunitario." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1448.

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Abstract:
Il lavoro esamina il regime di invalidità applicabile al provvedimento amministrativo confliggente con la normativa comunitaria. Sullo sfondo si pone il problema dei rapporti tra ordinamento nazionale e comunitario, in quanto mentre la Corte di Giustizia dell Unione Europea sostiene che il provvedimento amministrativo in contrasto con il diritto europeo deve essere dichiarato nullo, il Consiglio di Stato sostiene l applicabilità del regime di annullabilità, in quanto il termine decadenziale previsto per l impugnazione del provvedimento amministrativo non può essere eluso. Nella tesi è stato ricostruito il dibattito giurisprudenziale e dottrinale relativo a tale contrasto, analizzando le molteplici soluzioni prospettate nel tempo per risolvere il conflitto. A tal fine il lavoro propone di ricorrere ad un istituto interno del diritto processuale amministrativo, rappresentato dalla remissione in termini per errore scusabile, al fine di disapplicare la norma interna che impone un termine entro il quale impugnare il provvedimento amministrativo e dunque rendere esperibile la tutela giurisdizionale anche avverso detti atti.
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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Books on the topic "Atto giuridico"

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Mondin, Paola Buselli. Il sistema dei ricorsi e dei decreti nel processo matrimoniale canonico: Spunti di teoria generale dell'atto giuridico per una definizione del concetto di atto processuale canonico. Roma: Lateran University Press, 2005.

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Marone, Enrico, ed. Le grandi infrastrutture: approcci di ordine giuridico, economico ed estimativo. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/8884533066.

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3

Montecchiari, Tiziana. La forma degli atti giuridici unilaterali. Milano: A. Giuffrè, 1998.

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4

Antonio, Punzi, and Romano Bruno, eds. Relazione giuridica, riconoscimento e atti sociali. Roma: Bulzoni editore, 1991.

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5

Lolli, Alessandro. L' atto amministrativo nell'ordinamento democratico: Studio sulla qualificazione giuridica. Milano: Dott. A. Giuffrè, 2000.

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6

Petrillo, Francesco. Interpretazione degli atti giuridici e correzione ermeneutica. Torino: G. Giappichelli, 2011.

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7

Pennetta, Anna Livia. La responsabilità giuridica per atti di bullismo. Torino: G. Giappichelli editore, 2014.

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8

Società italiana di filosofia giuridica e politica. Congresso nazionale. Il conflitto: Profili giuridici e politici : atti del XVIII Congresso nazionale della Società italiana di filosofia giuridica e politica : Anacapri, 4-6 giugno 1992. Milano: Giuffrè, 1995.

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9

Bruscuglia, Luciano, and Emanuele Rossi. Terzo settore e nuove categorie giuridiche: Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale : aspetti giuridici, economici e fiscali : atti del convegno, Pisa, 27-28 marzo 1998. Milano: Giuffrè, 2000.

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10

Bambi, Federigo. L'italiano giuridico che cambia: Atti del convegno, Firenze, Villa medicea di Castello, 1° ottobre 2010. Firenze: Accademia della Crusca, 2012.

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Book chapters on the topic "Atto giuridico"

1

Papa, Maria Irene. "Le dichiarazioni degli stati produttive di effetti giuridici vincolanti nei lavori di codificazione dalla commissione del Diritto Internazionale delle Nazioni Unite sugli atti unilaterali." In Liber Amicorum Benedita Mac Crorie Volume II, 143–62. UMinho Editora, 2022. http://dx.doi.org/10.21814/uminho.ed.105.8.

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