Academic literature on the topic 'Attività di vita quotidiana'

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Journal articles on the topic "Attività di vita quotidiana"

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Da Roit, Barbara, and Francesco E. Iannuzzi. "Trasformazioni del lavoro operaio tra mutamento tecnologico e contesto socioproduttivo. Una ricerca nella manifattura veneta." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 137–57. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158007.

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Abstract:
Partendo dal presupposto che i contesti sociali e produttivi influiscano sugli effetti della trasformazione tecnologica, l'articolo analizza le esperienze soggettive dei lavoratori della manifattura veneta a seguito delle trasformazioni introdotte nella transizione verso Industria 4.0. Attraverso casi studio, la ricerca mette a fuoco il rapporto tra lavoratori, processi, organizzazione produttiva e vita quotidiana, prestando attenzione alle aspettative, percezioni ed esperienze che i lavoratori associano alla qualità del lavoro. La trasformazione tecnologica contribuisce alla costruzione di nuove istanze di soggettività osservabili nell'aumentato interesse dei lavoratori per gli aspetti espressivi e relazionali del lavoro e nella ridefinizione del valore associato alle diverse attività quotidiane. Tuttavia, non sempre queste istanze trovano adeguate risposte sul terreno dell'innovazione organizzativa, creando tensioni e insofferenza tra i lavoratori.
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Avagnina, Irene, Chiara Paolin, Micaela Santini, and Franca Benini. "Tosse e astenia: consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche." QUADERNI ACP 28, no. 3 (2021): 125–30. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.125-130.

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Abstract:
Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi, in modo particolare, rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Questo secondo lavoro si propone di presentare, con un taglio pratico e di immediata utilità per il pediatra, le strategie di gestione di tosse e astenia. Nell’ambito delle CPP questi due sintomi sono frequenti. La tosse e l’astenia, assieme agli atri sintomi respiratori, al dolore, alla difficoltà di alimentazione, rappresentano un’importante determinante della qualità di vita nei pazienti, impattando significativamente sulla capacità di svolgere le attività della vita quotidiana e sulla loro sfera psicologica e sociale. Per entrambi i sintomi ci sono ancora pochi studi in letteratura che guidino il clinico nella loro gestione, che a oggi si basa ancora troppo sull’esperienza individuale piuttosto che sull’evidenza scientifica.
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Borghi, Vando, and Marco Marrone. "Il potere infrastrutturale nel capitalismo di piattaforma. Lavoro, connettività ed ecologia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 51–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164003.

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Abstract:
Questo contributo vuole mettere in evidenza, accanto alla centralità assunta dalle piattaforme digitali nella nostra società, l'emergere di un "potere infrastrutturale" - categoria che prendiamo in prestito dal lavoro di Michael Mann - in grado di con-dizionare tanto le attività lavorative, quanto le stesse forme della vita quotidiana. L'oggetto della riflessione è l'origine di tale potere, le sue caratteristiche e le sue implicazioni nei confronti della capacità produttiva e riproduttiva della società. Dopo aver ripercorso le trasformazioni avvenute sul piano della connettività, verrà dunque analizzata l'ascesa delle piattaforme e le conseguenze tanto nell'ottica specifica del lavoro, quanto all'interno di una più ampia prospettiva ecologica. Nelle conclusioni, la lente infrastrutturale verrà presentata anche come pista pro-mettente attraverso cui ripensare un "inversione" delle componenti materiali e immateriali che determinano il "potere infrastrutturale" delle piattaforme.
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Pezzuti, Lina, Daniele Artistico, Paola Mallozzi, Monica Sellitto, and Maria Vozella. "Validazione del punteggio scalare per la scala adl (attivitŕ di vita quotidiana)." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (March 2009): 143–58. http://dx.doi.org/10.3280/rip2008-003008.

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Abstract:
- In this study we analyzed the validity of a new scoring procedure for the ADL scale on a sample of 44 elderly people living in a nursing home. We administered the ADL scale using two alternative scoring procedures: 1) the traditional scoring procedure assessed on a nominal scale (dependent vs. independent), and 2) a new scoring procedure assessed on a three-step-likert scale. To gauge the validity of the two scoring procedures, we re-tested our sample after nine months. The results indicated that the new scoring procedure is more predictive than the traditional one of the psychosocial and functional status of the elderly living in a nursing home. We found similar results after a follow up of nine months.
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Romita, Tullio, and Antonella Perri. "L'impatto della mobilità territoriale delle persone sulle aree turistiche: il caso della mobilità turistico-residenziale." ROTUR. Revista de Ocio y Turismo 10, no. 1 (December 28, 2015): 23–42. http://dx.doi.org/10.17979/rotur.2015.10.1.1453.

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Abstract:
Le stime dell'UNWTO, fino ad ora sostanzialmente tutte rispettate, affermano che nel prossimo decennio la mobilità turistica e la portata globale supereranno la somma di un miliardo e mezzo di passeggeri. In questa prospettiva, spicca come priorità il tema dello sviluppo del turismo sostenibile, ovvero il controllo degli impatti della mobilità turistica sull'ambiente e sulla società e l'applicazione pratica dei principi della sostenibilità della vita vita quotidiana delle persone e gestione del territorio. L'impressione è di trovarsi di fronte ad una "sfida globale", alla quale si deve rispondere con modelli di reclutamento di uno sviluppo equilibrato e condiviso, non solo a livello locale ma a livello globale. Tuttavia, c'è un altro problema: le stime non includono completamente la mobilità turistica internazionale, dal momento che il fenomeno è poco noto alle statistiche ufficiali, turismo e mobilità residenziale, ovvero il movimento dei turisti che soggiornano in abitazioni private verso utilizzare in vacanza. Tuttavia, in Italia, come in molte altre parti del mondo, il turismo residenziale (o alloggio privato è un fenomeno sociale molto rilevante, che la massa del turismo organizzato convenzionale ha solo le radici in comune. Questo ruolo, utilizzando una parte del le innumerevoli attività di ricerca svolte negli ultimi dieci anni nella mobilità residenziale turistica del Centro di Ricerca e Studi sul Turismo dell'Università della Calabria, vuole sottolineare gli effetti positivi e negativi di questo tipo di mobilità turistica, in una situazione fenomeno su larga scala, e in un'area italiana tra le meno sviluppate del Paese.
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Caputo, Marina, Chiara Mele, Alice Ferrero, Ilaria Leone, Paolo Marzullo, Flavia Prodam, and Gianluca Aimaretti. "Principali test di stimolo e di inibizione per la patologia antero-ipofisaria: avvertenze per l’uso nella popolazione di età superiore ai 65 anni." L'Endocrinologo 21, no. 6 (November 13, 2020): 424–31. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00794-0.

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Abstract:
SommarioLa fisiopatologia dell’invecchiamento non è ancora stata del tutto chiarita sebbene numerosi filoni di ricerca siano attivi in questo ambito in considerazione dell’aumento della vita media della popolazione generale. Il sistema endocrino riveste un ruolo critico in questo contesto in quanto, durante l’invecchiamento, avvengono importanti modifiche nel pattern secretorio dell’asse ipotalamo-ipofisi e nella sua sensibilità ai meccanismi di feedback. Risulta pertanto evidente come, nell’ambito della quotidiana pratica clinica, sia necessaria un’interpretazione critica dei principali test endocrinologi per lo studio delle patologie ipofisarie nella popolazione over 65, per la quale spesso non esistono cut-off età-specifici.
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Menditto, Maria. "Le Life Focus Community e l'arte del buon vivere: la proposta avanguardista di ErvingPolster." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (September 2012): 63–72. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001007.

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Abstract:
Polster, partendo dal presupposto che la psicoterapia dovrebbe uscire dagli studi dei professionisti e dagli schemi classici della terapia individuale e offrire delle linee guida per il buon vivere, propone la diffusione delle Life Focus Communities (comunitŕ incentrate sulla vita) gruppi di persone seguite in modo permanente e guidate lungo i sentieri dell'esperienza quotidiana da principi e procedure tratte dalla pratica psicoterapeutica. Le Life Focus Communities si pongono come occasioni di condivisione, per trovare soluzioni e migliorare il proprio modo di vivere, rompendo l'isolamento e acquistando sempre maggiore sicurezza sulle proprie competenze relazionali. Partendo da una descrizione delle origini delle Life Focus Communities, si valuta l'attualitŕ e l'efficacia di questa metodologia, arrivando a descrivere le linee guida che orientano le possibili attivitŕ svolte in queste comunitŕ.
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Andň, Romana, and Francesca Comunello. "Vieni via con me. Consumo televisivo, social media e civic engagement." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043006.

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Abstract:
Obiettivo di questo articolo č ragionare sul rapporto tra consumo mediale, uso dei social media e definizione del senso di appartenenza sociale e partecipazione culturale dei soggetti alla vita quotidiana. In particolare, oggetto del nostro lavoro sono le pratiche partecipative messe in campo dagli utenti dei social media (e, in particolare, di Twitter) a ridosso di Vieni via con me, un programma televisivo andato in onda sulla Rai nel mese di novembre 2010, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il programma č stato recepito come un'occasione di riflessione politica, con forti connotazioni anti governative, al punto che la sua stessa fruizione č stata interpretata, da molti degli spettatori attivi sui social media, come un momento di civic engagement.
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Fortunato, S., F. Forli, V. Guglielmi, E. De Corso, G. Paludetti, S. Berrettini, and A. R. FetonI. "Ipoacusia e declino cognitivo: revisione della letteratura." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 155–66. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-993.

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Abstract:
La perdita dell’udito legata all’età o presbiacusia è un deficit correlato al processo irreversibile di invecchiamento che riconosce una patogenesi multifattoriale. Crescenti osservazioni hanno collegato la presbiacusia a una rapida progressione del declino cognitivo e incidentalmente con la demenza. Molti aspetti della vita quotidiana degli anziani sono stati collegati alle loro capacità uditive, mostrando che la perdita uditiva incide sulla qualità della vita, i rapporti sociali, le capacità motorie, gli aspetti psicologici, la funzione e la morfologia di specifiche aree cerebrali. Studi epidemiologici e clinici confermano l’ipotesi di un legame tra queste condizioni e questo lavoro ha lo scopo di fare il punto sui meccanismi patogenetici che sostengono tale associazione. Lo sforzo di un lavoro congiunto tra otorinolaringoiatri, audiologi, neurologi e cognitivisti è quello di chiarire gli aspetti comuni, le possibilità di diagnosi e di intervento precoce al fine di ridurre gli effetti dell’uno sull’altro di questi processi degenerativi. Le osservazioni sperimentali e cliniche si concentrano su differenti aspetti: in primo luogo la deprivazione uditiva per lungo tempo può avere un impatto negativo sulle prestazioni cognitive diminuendo la qualità della comunicazione che porta all’isolamento sociale e la depressione e quindi facilitare la demenza. Al contrario, le capacità cognitive limitate possono ridurre le risorse cognitive disponibili per la percezione uditiva, aumentando così gli effetti della perdita dell’udito. Inoltre, questa associazione può rappresentare la conseguenza di una ‘causa comune’ nella patogenesi del deficit uditivo e del sistema nervoso centrale. Infatti, molti dei fattori eziopatogenetici sono comuni, quali le cause microvascolari della malattia (es. diabete, aterosclerosi, ipertensione). La sfida di questi anni è quella di aumentare le conoscenze sui rapporti tra invecchiamento cerebrale e cognitivo ed ipoacusia, grazie anche ai progressi del neuroimaging. Sorprendentemente pochi dati sono stati pubblicati sull’utilità delle protesi acustiche nel cambiare la storia naturale di declino cognitivo. La protesizzazione e gli impianti cocleari possono migliorare le attività sociali e la sfera emotiva, la comunicazione e quindi più in generale la funzione cognitiva, con un globale impatto positivo sulla qualità della vita. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire le informazioni attualmente disponibili in letteratura su rapporto tra declino cognitivo e deficit uditivo nell’anziano, fornendo nuovi spunti di ricerca per il futuro.
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van der Hart, Onno. "Amnesia dissociativa e trauma: una prospettiva secondo la teoria della dissociazione strutturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 121–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002007.

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Abstract:
Nel DSM-IV l'amnesia dissociativa č considerata un'entitŕ clinica distinta che puň prendere le seguenti forme: amnesia localizzata, amnesia continua, amnesia sistematizzata, amnesia generalizzata e amnesia selettiva. In ambito clinico, tuttavia, essa č piů comunemente presente come espressione sintomatica di disturbi piů complessi ed estesi, soprattutto i disturbi dissociativi complessi (e spesso in pazienti che hanno subito traumi acuti e cronici). La dissociazione č il risultato di un'integrazione difettosa, che di solito si produce in occasione di esperienze traumatiche, di quei sistemi neuro-bio-psicologici dalla struttura estremamente complessa costituita dalla personalitŕ. Questo difetto comporta una dissociazione della personalitŕ in due o piů parti scisse - sottosistemi dinamici e attivi, ma rigidi e relativamente chiusi. In base a questo approccio concettuale, alcune di queste parti dissociate possono contenere ricordi traumatici che, se riattivati, riscatenano certi vissuti e certe messe in atto; nel contempo, il resto della personalitŕ rimane relativamente intatto, preso dalla vita quotidiana, in un atteggiamento fobico nei confronti delle parti implicate nei ricordi traumatici. Quindi, la dissociazione č mantenuta da una serie di fobie che nel corso del trattamento necessitano di una particolare attenzione. La cura prevista č un trattamento mirato alla fase, preceduto da un'indagine neurologica completa e dall'impiego di procedure diagnostiche standardizzate, nonché dalle scale per i disturbi dissociativi. Il difficile processo di esplorazione dei ricordi traumatici e della loro integrazione con gli altri aspetti della personalitŕ richiede una sufficiente capacitŕ integrativa nel paziente. Quindi, lo scopo iniziale non č la risoluzione rapida (e forzata) dell'amnesia, ma viceversa l'instaurarsi di una senso di sicurezza e di stabilitŕ nella vita quotidiana e nella terapia.
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Dissertations / Theses on the topic "Attività di vita quotidiana"

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Stefani, Giulia. "L'efficacia del riallenamento allo sforzo sulle attivita di vita quotidiana in persone con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16894/.

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Abstract:
Il carattere sistemico della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) provoca l’instaurarsi di un circolo vizioso per il quale, a causa della sintomatologia, i soggetti riducono le attività quotidiane e l’attività fisica con conseguente decondizionamento, che causa a sua volta l’ulteriore riduzione delle ADL. L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare, attraverso le evidenze scientifiche raccolte e selezionate, come il riallenamento allo sforzo nelle persone con BPCO migliori in maniera effettiva la performance nello svolgimento delle attività di vita quotidiana. La ricerca delle evidenze disponibili in letteratura è iniziata nel luglio 2018 e si è protratta fino ad agosto 2018. Sono state consultate le principali banche dati elettroniche: PubMed, The Cochrane Library, PEDro e CINAHL. Sono stati inclusi 18 studi RCT (full text, in inglese) che rispondevano al PICO: P= persone con diagnosi di BPCO, I= programma di riallenamento allo sforzo, C= qualsiasi, O= attività di vita quotidiana. Gli studi sono stati valutati con scala PEDro e tutti hanno un punteggio ≥ 4/10. Dai risultati degli studi inclusi è emerso quanto il riallenamento allo sforzo migliori la performance nelle attività quotidiane e quanto sia importante la presenza di esercizi specifici per rinforzo ed endurance degli arti superiori e per il miglioramento dell’equilibrio all’interno di programmi di riallenamento globali per avere un maggiore riscontro sulla funzione. È bene quindi prevedere un allenamento più semplice e legato alla funzione, piuttosto che complesso e standardizzato. Il riallenamento allo sforzo porta a risultati significativi anche persone in fase di riacutizzazione della patologia. Proponendo attività funzionali, i programmi del riallenamento allo sforzo vanno ad agire sulla motivazione delle persone con BPCO, cercando di modificare nel tempo le abitudini di vita, anche se, come è emerso dai risultati, ciò non è affatto semplice.
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Chidichimo, Gianluca. "Il miglioramento nelle attività della vita quotidiana e della partecipazione sociale nei soggetti con frattura di polso sottoposti a riabilitazione precoce. Studio osservazionale retrospettivo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24568/.

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Abstract:
INTRODUZIONE: le fratture del radio distale (DRF) sono le più comuni dell’arto superiore. La riduzione con placche volari ha permesso di avvalersi di un programma riabilitativo precoce (RP) che prevede l’inizio delle mobilizzazioni con due settimane di anticipo rispetto al protocollo standard in cui si è previsto un periodo di immobilizzazione prolungata (IM). OBIETTIVI: lo scopo principale di questo studio è valutare i benefici ottenuti, con un programma riabilitativo precoce, nelle attività della vita quotidiana (ADL) e nella partecipazione sociale nei soggetti con DRF. Lo studio si pone come obiettivo secondario la revisione del protocollo riabilitativo utilizzato presso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Riabilitativa presidio Silvio Alvisi (Azienda USL Imola). MATERIALI E METODI: studio osservazionale retrospettivo senza coorte concorrente. Sono state consultate le cartelle riabilitative di 25 soggetti. Sono state somministrate le scale QuickDASH per il grado di disabilità dell’arto superiore, il 9 Hole Peg Test (9HPT) per la destrezza della mano, la Visual Analogic Scale per il dolore. Particolare attenzione è stata posta all’item 7 e all’item 8 della scala QuickDASH utilizzati per valutare l’autonomia nelle ADL e il ripristino della partecipazione sociale. RISULTATI: la mobilizzazione precoce ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo di tutte le misure di outcome. Si osserva un incremento del punteggio QuickDASH di 34,33 ± 16,93 punti (p = 0,00), dell’Item 7 di 1 ± 1,44 punti (p= 0,0013) e dell’Item 8 di 1,54 ± 1,28 punti (p=0,00). Si osserva una riduzione del punteggio di 1,17 ± 2,39 punti della scala VAS (p=0,013) e di 6,86 ± 9,43 secondi al 9HPT (p=0,008). CONCLUSIONI: lo studio, fornisce risultati incoraggianti che dimostrano l‘acquisizione di maggiore autonomia nelle ADL, il ripristino della partecipazione sociale, il miglioramento della destrezza manuale e la riduzione del dolore nei soggetti con DRF sottoposti ad RP.
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PINELLI, BARBARA. "Marginali e resistenti. Donne migranti a Bologna, reti di relazioni e pratiche di vita quotidiana." Doctoral thesis, Milano-Bicocca, 2006. http://hdl.handle.net/10281/19201.

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Abstract:
Per la sua natura metodologica l’etnografia è capace di “guardare sotto ai linguaggi dominanti” (Hodgson 2001): l’insieme delle relazioni etnografiche costruite con le persone, e il materiale esistenziale a cui si ha accesso attraverso queste relazioni, permettono di scoprire narrazioni, esperienze, pratiche agite dai soggetti della ricerca per sfidare le reti di potere in cui sono coinvolti. Queste chiavi di lettura sono dei “prismi attraverso cui accedere e analizzare le voci, le esperienze, l’agency spesso mute delle donne” (Hodgson 2001:17). In questa tesi analizzo le narrative, le reti di relazioni e le pratiche che compongono la vita quotidiana di un insieme di donne immigrate incontrate a Bologna nella ricerca, al fine di illustrare la complessità delle strategie di ricollocamento a cui queste donne hanno dato vita. Il mio tentativo è fare luce sulla complessità e sulla processualità delle migrazioni femminili attraverso un’etnografia che si compone di storie ordinarie e mondi quotidiani. Questi percorsi catturano la migrazione transnazionale come “esperienza vissuta” e permettono di intendere le tattiche quotidiane e le narrazioni delle donne sui propri posizionamenti come pratiche di resistenza. Desidero, pertanto, rendere visibile il ruolo attivo delle donne nella costruzione di pratiche culturali di ricollocamento, parlando delle risorse e dei capitali che queste donne migranti usano per alterare le loro posizioni, per interrompere gli apparati discorsivi che le costruiscono come straniere e come categorie socialmente escluse, e per cambiare, laddove è possibile, le condizioni materiali delle loro vite. Il punto di partenza è il riconoscimento di queste espressioni di subalternità attraverso le pratiche agite e i significati ad esse attribuiti; attraverso le narrazioni in cui problematizzano la posizione di marginalità e le molteplici appartenenze che le definiscono, cerco di far emergere lo sguardo sul potere che queste donne producono e i movimenti che ricavano dentro la ramificazione delle egemonie. Ho condotto la ricerca a Bologna nel corso del 2003 e del 2004 con due gruppi di donne immigrate, AMISS e Agorà dei Mondi. Non sono aggregazioni etniche, né associazioni di comunità ma reti collettive composte da soggetti di diverse provenienze geografiche e con differenti storie di vita. AMISS ha preso vita nel 2000 e si compone di tredici donne immigrate, ma il percorso di ricerca ne ha coinvolte solo sei: Aferdita, Denise, Ego, Fatima, Sanae, Vichi; Agorà dei Mondi è nata su iniziativa di tre donne, Blagovesta, Sanja, Rebeca, tutte attive nel gruppo e partecipi nella mia ricerca, più una, Tamara, amica delle tre ma esterna all’associazione. Le componenti di entrambi i gruppi si auto/appellano come appartenenti ad associazioni miste e femminili in cui prendono vita il combinarsi di molteplici appartenenze e diverse storie di migrazione, dove ognuna legge sé, e lo spazio relazionale di cui è parte, in termini multiposizionati. Nonostante i tratti comuni, i due gruppi femminili hanno genealogie differenti e nel tempo hanno dato vita a reti di relazioni interne dissimili, maturando diversi rapporti con il contesto locale; nonostante, inoltre, siano entrambi due reti di donne immigrate, producono differenti contro/narrazioni sulle retoriche multiculturali locali. Pur rappresentando una posizione condivisa, il posizionamento di “donna immigrata” non è infatti sufficiente a far nascere realtà omogenee. AMISS e Agorà dei Mondi costruiscono diversi meccanismi di complicità e solidarietà femminile e ognuna, con modalità specifiche, interviene per rimuovere la posizione di debolezza delle donne immigrate a Bologna. Le differenze non si registrano solo fra i due gruppi. All’interno degli stessi, ogni componente produce narrazioni e sguardi sul potere, sul posizionamento di immigrata nella città di accoglienza, dando vita a diverse forme di resistenza. In questo percorso, cerco di combinare insieme almeno due livelli di analisi: le traiettorie delle donne, costruite catturandone la vita quotidiana e rintracciando in esse le autorappresentazioni, le percezioni che i soggetti femminili hanno di se stesse e delle loro vite, nella convinzione che la testimonianza di sé esprima un enorme potenziale politico di trasformazione (Puwar 2003); la creazione di forme femminili di coalizione (Behar 1995:6) a cui le donne danno vita manipolando l’identità di migrante senza renderla una posizione esclusiva. A questo livello, prenderò in esame le dinamiche interne ai due gruppi indagandone le rispettive genealogie, la fantasia di ogni componente rispetto alla propria realtà, le reti di relazioni e “le storie di ordinaria amicizia” nate all’interno delle associazioni. Cercherò, inoltre, di illustrare le modalità con cui le due reti femminili - costruitesi come soggettività collettive - si sono rese visibili nella città, costruendo complicità e reti di solidarietà fra donne immigrate al fine di rimuovere la comune posizione di debolezza da esse occupata. In questo senso, AMISS ed Agorà dei Mondi esprimono una fantasia di emancipazione dalla marginalità e in modi differenti agiscono per intervenire su essa. L’etnografia esplora lo scarto fra rappresentazione/autopercezione ed esprime il tentativo di decostruire il discorso egemonico sulle donne straniere contrapponendo ad esso le narrazioni, l’immagine, la percezione che le attrici hanno di sé e dei loro posizionamenti. Denunciando l’immagine stereotipata e omogenea che il mondo esterno loro riflette, è possibile comprendere come si articolano le loro posizioni: come immigrate occupano posizioni di subalternità, dove socialmente, politicamente, culturalmente sono dominate e costruite come tali (Ong 1995:356); nelle testimonianze di sé e nelle storie del loro vivere quotidiano si mostrano tuttavia consapevoli delle proprie posizioni di marginalità e di debolezza. La consapevolezza, da parte sua, della precarietà sociale, culturale, politica spinge le persone e i gruppi ad impegnarsi per resistervi (Vertovec, Cohen 1999:xix): attraverso microprocessi quotidiani di resistenza (Abu-Lughod 1993) e “il collegarsi insieme delle donne per ridurre la comune posizione di debolezza” (Ferrante 1988) emergono le asimmetrie di potere e, insieme, il desiderio di contribuire ad una rappresentazione antiegemonica della differenza (Ong 1995:351).
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Iliceto, Annachiara <1976&gt. "Aspetti di vita quotidiana, religiosa, militare e civile in Britannia e lungo il Vallo di Adriano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1560/1/ILICETO_ANNACHIARA_TESI.pdf.

Full text
Abstract:
The dissertation aims to provide an overview of some aspects of everyday life in Roman Britain in general and in the area of Hadrian’s Wall in particular. In a preliminary description, the writer addresses the complex topic related to the genesis of borders as the fulfillment of the expansionist parable of Rome, and as the space manifestation of the sunset of the idea of an imperium sine fine. Then the thesis passes to examine, in subsequent chapters, first the religious theme in its peculiar indigenous component and in the cultural practices triggered by the process of Romanization, secondly the question whether is possible to study everyday life in the northernmost province of the Empire through a discussion of the civilian settlements in proximity to military sites. This issue is drawn especially thanks to the analysis of the so-called Vindolanda tablets, which constitute a valuable evidence of a lively environment both under human and social respect. Before giving an indication of the specific bibliography, the work offers a number of appendices which elaborate part of the information which has been supplied in the previous sections. Mention of the epigraphic repertoires and literary and antiquarian sources is finally made.
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Iliceto, Annachiara <1976&gt. "Aspetti di vita quotidiana, religiosa, militare e civile in Britannia e lungo il Vallo di Adriano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1560/.

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Abstract:
The dissertation aims to provide an overview of some aspects of everyday life in Roman Britain in general and in the area of Hadrian’s Wall in particular. In a preliminary description, the writer addresses the complex topic related to the genesis of borders as the fulfillment of the expansionist parable of Rome, and as the space manifestation of the sunset of the idea of an imperium sine fine. Then the thesis passes to examine, in subsequent chapters, first the religious theme in its peculiar indigenous component and in the cultural practices triggered by the process of Romanization, secondly the question whether is possible to study everyday life in the northernmost province of the Empire through a discussion of the civilian settlements in proximity to military sites. This issue is drawn especially thanks to the analysis of the so-called Vindolanda tablets, which constitute a valuable evidence of a lively environment both under human and social respect. Before giving an indication of the specific bibliography, the work offers a number of appendices which elaborate part of the information which has been supplied in the previous sections. Mention of the epigraphic repertoires and literary and antiquarian sources is finally made.
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Pegoraro, Elena. "Famiglie e vita quotidiana in Veneto. Una ricerca sull'educazione di bambini da zero a sei anni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2007. http://hdl.handle.net/11577/3425548.

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Abstract:
This doctorate thesis tries to understand how happens the education of children from zero to six years old in daily life of families that reside in the seven principal towns of Veneto Region. The aim can be express as it follows: considering in the ecological perspective of the human development the interdependence of the parents-children relationships with the amplest social circle, through the analysis of a standard day work, can be individualized: - the formalities, the times and the daily spaces of the education relationship; - the daily demands of parents in order to children' care and education; - the good practices with which Venetian cities sustain and can support family education. The sample has concerned 49 Venetian families with children from zero to six years old and reside in the seven principal towns of Veneto Region. Through the autobiographic method and the semistructured interview is been interviewed each family for about an hour at home with the research "Times, Spaces and Family Relationships in the Cities", commissioned by Veneto Region to the Regional Center of Documentation and Analysis on the family and submitted to the Department of Education Sciences. Altogether 46 mothers and 12 fathers (in 37 cases only mothers, in 3 cases only fathers and in 9 cases both parents) are been interviewed; fathers have a middle age of 38 and mothers have a middle age of 35 years old; the prevailing typology of nucleus is represented by two married parents with a child; children are 69, 47 of them from zero to three years and 22 from four to six; children' average for nucleus is 1,41, and children' middle age is equal to eighteen months. These are the main investigated thematics: - the organization of a standard day work; - the family relationships; - the conciliation job-family; - the relationship family-services in the city. The analysis of life conditions and families' demands, around the management of daily life and children education, has delineated the pedagogic aspects that converge in to determine the daily life conditions in which happens the experience to be parents of children from zero to six years old in Venetian cities; besides it has looked out upon interesting implications, both for the social politics of family responsibilities support and for the operators' formative trainings in social and educational services.
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Vassallo, Erika <1982&gt. "Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7675/1/ERIKA_VASSALLO_TESI.pdf.

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Abstract:
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana.
The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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Vassallo, Erika <1982&gt. "Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7675/.

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Abstract:
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana.
The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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MARCHETTI, Enrico. "Reti sociotecniche e vita quotidiana Uno studio sul malfunzionamento tecnologicoe le dinamiche sociali nell'ospedale Sant'Anna di Ferrara." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389185.

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Abstract:
In this work I will deal with the subject of the society-technology relation by investigating some phenomena associated with a series of information systems' failures that affected an important italian hospital. I will assume (this is my starting hypothesis) that an unexpected system crash is associated with some specific social dynamics so that the failure itself can be seen as a “revealer phenomenon” that is able to show a set of shared practices, representations and rhetorics about the role of technology in everyday life. In order to verify this theory, I paid attention to the case of some serious system failures that happened at Sant'Anna Hospital of Ferrara (Italy) in 2008. By using an ethnographic research approach I interviewed 15 employees of the hospital. In order to have a good set of point of views, I chose some employees belonging to the organizational-administrative side and some others to the health one. The main results can be placed on three main levels. From a micro point of view I pointed out that the system crash was associated with some relevant phenomena concerning the individual and the relational sphere of the employees, even if with important a between the administrative employees and the health ones. Everyone asserted the absolute necessity of computers and information system, however while administrative employees assumed the importance of such technology simply as an exploitable mean, on the other side the health workers considered the same technology and the computerized objects as something more, that is as entities contributing to the construction of their own professional identity and activity. As a result, the system failure generates a greater sense of anxiety and a notable increase of social interactions as the result of the sudden creation of two new patients looking for some treatment: the health worker, assumed as an hybrid entity temporarily crippled, and the computer or the information system itself, that does not work or does not work properly. From a mesoscopic point of view, the workers constantly attempted to locate the cause of the computer crash in the process of innovation that regards the implementation of the computerized infrastructure that occurred in the last 7 years. As the outcome of that innovation process is described as the result of disputes, conflicts and negotiations between many actors, there is a common propensity to underline an association of the computer system failure with an organizational failure. Finally, from a macro point of view, the whole accounts showed to be directed towards a common perspective that assumes computer systems as a characteristic element of modernity, whose management is a prerogative of hi-tech personnel.
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Pietrobon, Valentina <1990&gt. "Il telelavoro come strumento di armonizzazione tra vita privata e attività professionale nella società moderna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6228.

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Abstract:
Questo lavoro analizza il rapporto di telelavoro e come esso si riveli uno strumento efficace ai fini dell’armonizzazione della vita privata e della vita lavorativa. Inizialmente ci si concentra sulla tematica della conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, analizzando normative, strumenti e principi di conciliazione posti a livello comunitario e a livello nazionale. Successivamente si approfondisce il rapporto di telelavoro; in particolare vengono esaminati: normative nazionali di riferimento, sottolineando le differenze esistenti tra settore privato e settore pubblico; punti di forza e punti di debolezza e situazione a livello europeo di tale tipologia di rapporto lavorativo. Infine, viene analizzato il punto cruciale di questo lavoro, cioè come il telelavoro risulti essere uno strumento efficace di armonizzazione tra vita privata e attività professionale. A sostegno di ciò viene esaminato, inoltre, un progetto sviluppato dall’Azienda U.L.S.S. n. 4 “Alto Vicentino” dove il contratto di telelavoro è stato utilizzato come strumento di conciliazione tra vita lavorativa e vita privata.
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Books on the topic "Attività di vita quotidiana"

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Paola, Brienza, ed. Giovani: Percorsi di vita quotidiana. Roma: Nuova cultura, 2011.

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2

Vita quotidiana dei Bastardi di Pizzofalcone. Torino: Einaudi, 2017.

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3

Istituto nazionale di statistica (Italy)., ed. La vita quotidiana di bambini e ragazzi. Roma: Sistema statistico nazionale, Istituto nazionale di statistica, 2000.

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4

Surrogati di presenza: Media e vita quotidiana. [Milan, Italy]: B. Mondadori, 2006.

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5

Carnisio, Virgilio. Tra le strade di Milano: Scene di vita quotidiana. Milano: Gruppo immagine, 2000.

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6

Povertà femminile nel Medioevo: Istantanee di vita quotidiana. Milano: Jouvence, 2018.

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7

USL San Lazzaro di Savena., ed. Essere adulti, essere handicappati: Tracce di vita quotidiana. Bologna: EDB, 1994.

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8

L'algoritmo al potere: Vita quotidiana ai tempi di Google. Roma: Laterza, 2009.

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9

Leone, Nino. La vita quotidiana a Napoli ai tempi di Masaniello. Milano: Biblioteca universale Rizzoli, 1994.

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10

Zorzi, Alvise. La vita quotidiana a Venezia nel secolo di Tiziano. Milano: Rizzoli, 1990.

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Book chapters on the topic "Attività di vita quotidiana"

1

Romano, Ciro. "Nel segreto del chiostro: spunti di vita quotidiana in un monastero femminile nella Napoli tardo medievale." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 199–209. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2018055.

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Conference papers on the topic "Attività di vita quotidiana"

1

Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli, and Valentina Talu. "Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

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Abstract:
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Abstract:
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Tonelli, Chiara. "Abitare domani: sfide e opportunità per la Smart City." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7952.

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Abstract:
"La nascita dell’agricoltura segna, agli inizi della civiltà, la costituzione delle due più antiche professioni al mondo: l’agronomo e l’architetto. … L’agronomo in grado di comprendere la qualità del terreno e sapere come trattare le sementi, e l’architetto in quanto deputato all’organizzazione creativa del nuovo ambiente umano, ovvero la gestione dello spazio che racchiude la zona nella quale si concentrano le attività e la vita degli agricoltori”. Ecco la nascita della città, uno dei tre assi portanti del convegno “Città, Memoria, Gente” in cui si inseriva la sessione “Architettura, Sostenibilità, Energia” che ho moderato. Senza la città i tre temi della sessione non avrebbero lo stesso portato. Un casale isolato nella campagna è un’architettura, è sostenibile e produce la propria energia, almeno quella alimentare per i suoi abitanti. Ci interessava però mettere a fuoco il meccanismo che unisce gli edifici al loro essere insieme in un agglomerato che si è fatto città, dove si intessono relazioni umane, dove si creano condizioni di sostenibilità, dove si consuma ma si può produrre energia. "The birth of agriculture marks the beginning of civilization, the formation of the two oldest professions in the world: the agronomist and the architect. The agronomist ... able to understand the quality of the land and to know how to treat the seeds, and the architect as deputy of the creative organization of the new human environment, such as the management of the space that encloses the area where activities and the lives of farmers are concentrated" (Sergio Di Cori Modigliani, “La narrativa esistenziale di Territorio zero”, in Territorio Zero, per una società a emissioni zero e chilometri zero, a cura di Livio De Santoli e Angelo Consoli, Minimum fax, Roma, 2013). Here it is the birth of the “Cities”, one of the three themes of the conference "Cities, Memory, People" where the session "Architecture, Sustainability, Energy ", which I moderated, was. Without the city the three themes of the session would not have brought the same. An isolated house in the countryside is an architecture, it is sustainable and produces its own energy, at least feed its inhabitants. We were interested, however, to focus on the mechanism that links the buildings to their being together in a cluster that has made the city where human relations weave, where sustainable conditions could be created, where it is possible to consume as well to produce energy.
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