Academic literature on the topic 'Attività di ricerca'
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Journal articles on the topic "Attività di ricerca"
DI PASQUALE, GIOVANNI. "ATTIVITÀ DI RICERCA." Nuncius 11, no. 2 (1996): 815–17. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00754.
Full textDI PASQUALE, GIOVANNI. "ATTIVITÀ DI RICERCA." Nuncius 11, no. 2 (January 1, 1996): 815–17. http://dx.doi.org/10.1163/221058796x00758.
Full textGORMAN, MICHAEL JOHN. "ATTIVITÀ DI RICERCA." Nuncius 11, no. 1 (January 1, 1996): 469–73. http://dx.doi.org/10.1163/221058796x01612.
Full textGalimi, Valeria. "Persecuzioni antiebraiche e Shoah in Italia e in Europa: il percorso di ricerca di Enzo Collotti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298007.
Full textPasetto, Roberto, Enrica Pizzi, and Valentina Possenti. "Attività di ricerca sul possibile contributo del teatro sociale per la tutela e promozione della salute." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 23–37. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002002.
Full textPaola, Domingo, Riccardo Franchi, and Lorenzo Ravera. "Storia di una ricerca." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 12 (November 21, 2022): 117–28. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.6.
Full textPaola Nencioni and Elettra Morini. "Leadership condivisa per la scuola che apprende." IUL Research 3, no. 5 (June 13, 2022): 6–28. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.220.
Full textDe Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino, and Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.
Full textMammana, Maria Flavia, and Mario Pennisi. "Ricordo di Biagio Micale." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382 (December 22, 2019): O7—O16. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.85.
Full textBartoli, Gabriella. "Psicologia, arte, attività espressive." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 203–15. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12607.
Full textDissertations / Theses on the topic "Attività di ricerca"
Asic, Viktor. "Attività di gestione patrimoniale di una società di gestione del risparmio." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4495.
Full textRiassunto della tesi di dottorato Titolo: “Attività di gestione patrimoniale di una società di gestione del risparmio” Le società di gestione di risparmio costituiscono il “new vehicle” orientato alla gestione per conto di terzi di portafogli mobiliari. Note con l’acronimo di SGR, le società in questione rappresentano un intermediario finanziario che negli ultimi anni ha assunto notevole importanza grazie ai progressi e alle prospettive offerti dalla nuova normativa che disciplina l’intermediazione finanziaria e grazie alle rinnovate esigenze di razionalizzazione dei servizi finanziari. La gestione del risparmio corrisponde all’investimento di milioni di euro in titoli di società quotate in borsa. Il capitale che vi si impiega è alimentato dai risparmi di un’estesa collettività di persone, ma anche da investimenti assicurativi e previdenziali (investimento delle riserve matematiche e tecniche delle imprese di assicurazione, investimento del fondo trattamento fine rapporto, ed altri dipendenti da processi di previdenza sociale). E’ proprio l“asset management” a rappresentare una vasta opportunità di profitto. Dato che sul mercato italiano sono sempre più presenti banche e assicurazioni a capitale estero, il management delle società di gestione di risparmio testimonia anche una sfida sul piano delle tecniche più evolute e competenze sia ai fini della gestione che nell’offerta dei prodotti e servizi finanziari. Nel presente lavoro si è cercato di ricostruire un quadro sufficientemente completo per interpretare il ruolo che una società di gestione del risparmio (SGR) svolge sul mercato del risparmio gestito e del mercato finanziario nel suo insieme, esaminandone la struttura e l’attività di gestione patrimoniale che la caratterizza. Oggetto di questa tesi è, per l’appunto, lo studio dell’attività delle società di gestione del risparmio. Il presente lavoro di tesi si articola in più parti. La prima parte evidenzia il ruolo della società di gestione del risparmio nel sistema finanziario e l’importanza di tale servizio per la stabilità dei mercati finanziari e dell’economia in genere e il ruolo delle istituzioni rilevanti collegate. Tratta anche le principali categorie dei fondi d’investimento: fondi comuni, hedge funds, fondi di fondi, index funds, ETF – exchange traded funds. La seconda parte descrive indici di performance dei portafogli (indici di Jensen, Treynor e Sharpe), asset allocation strategica, rendimento dei portafogli, prodotti e strumenti finanziari (titoli corporate e titoli di stato, azioni), indici di borsa (price, value weighted e unweighted). La terza parte evidenzia in concreto una società di gestione di risparmio italiana, l’attività di gestione patrimoniale per segmento, i fondi pensione aperti come underlying asset, il benchmark quale parametro oggettivo, l’andamento dei mercati finanziari e le prospettive degli stessi. La quarta parte si occupa dell’analisi di portafoglio vs rendimento, con riguardo a fondi pensione aperti, per linea d’investimento, con i rispettivi benchmark e della volatilità dei rendimenti e dei benchmark. L'ultima parte si articola in due fasi: Sintesi dei risultati e conclusioni e testi consultati e bibliografia di riferimento. Oggetto della tesi è dunque lo studio dell'efficienza operativa e della redditività delle società di gestione del risparmio attraverso l'esame di dati professionali. La tesi, in generale, sottolinea la teoria gestionale del portafoglio e gli stili di gestione, valore di capitalizzazione (valore di mercato delle azioni di una società), dati anagrafici dei titoli e oscillazione dei titoli, ed in particolare interpreta i fondi pensione aperti come “underlying asset” delle società di gestione del risparmio. La decisione di sviluppare la gestione del risparmio e la consulenza finanziaria ha assunto una forte valenza strategica per molti intermediari finanziari sia in Italia sia negli altri paesi. Per incrementare stabilmente la redditività nel comparto finanziario è necessario aumentare il valore aggiunto (added value) della propria offerta. La maggior parte dei gestori finanziari continua a porsi l’obiettivo di superare il benchmark di riferimento ma i risultati evidenziano che in molti casi il risultato stesso non è in linea con le aspettative. L’evoluzione nel mondo del risparmio gestito porterà a differenziare in modo più esplicito le gestioni passive (volte a replicare il benchmark di riferimento) dalle gestioni attive (volte al superamento dell’indice puntando sull’attività di stock picking e market timing). E’ presumibile che si possa assistere nei prossimi anni a una più netta differenziazione degli stili di gestione con una più esplicita parametrazione dei costi allo stile di gestione adottato ed ai risultati effettivamente ottenuti. Lo studio svolto ha analizzato il comportamento di fondi pensione aperti come underlying assets delle società di gestione del risparmio. L’importanza dell’asset allocation cresce con la crescita dell’orizzonte operativo (operating time) di riferimento degli investitori. In particolare i fondi pensione dimostrano quanto sia importante la ripartizione iniziale dell’investimento, attribuendo il risultato economico di un investimento su un orizzonte temporale di dieci anni all’asset allocation strategica, stock picking, market timing e altri fattori. È fondamentale ripartire in un modo efficace il capitale tra le varie asset class d’investimento (liquidità, obbligazioni, azioni, fondi comuni d’investimento, ecc). Si devono individuare le categorie di strumenti finanziari che rappresentano combinazioni rischio-rendimento similari e cosi si tende a generare i risultati indipendenti cioè con bassa correlazione. Asset allocation strategica è legata alla condizione soggettiva di chi investe ma asset allocation tattica all’analisi della situazione di mercato attesa. In futuro, lo scopo delle società di gestione del risparmio è di sviluppare l’offerta con innovative strategie di gestione attiva e passiva. Lo studio svolto ha mostrato che la gestione passiva è applicata dai gestori dei fondi comuni d’investimento che hanno come obbiettivo una composizione del portafoglio dei titoli il più possibile in linea con il valore del loro benchmark che è poi un indice di riferimento. Il risultato di questo tipo di gestione è la replica della performance dell’indice di mercato. Una buona gestione passiva è quella che rispetta il benchmark senza aumentare la volatilità del portafoglio. Se la volatilità aumenta, si sopporta un extrarischio che non è motivato dall’extra-rendimento atteso. La gestione attiva è più costosa di quella passiva. Per ottenere una buona gestione attiva è necessario sopportare un extra costo che va a remunerare un team di gestori con superiori skills le cui prestazioni sono ben al di là dei livelli raggiungibili con sofisticati software. Infine, esaminando il problema in oggetto da un osservatorio privilegiato com’è Allianz Spa e Allianz Global Investors SGR e confrontando i rendimenti delle linee d’investimento, nella gestione passiva, con i rispetivi benchmark, possiamo concludere che il successo di una società di gestione del risparmio è legato anche al fatto fi fare parte di un gruppo importante come già sottolineato e di avere un mercato significativo nazionale ed internazionale.
ABSTRACT Asset Management Activities of Investment Management Company (IMCO) The aim of thesis is: To understand and to let understand what is the asset management of investment Management Company? What are management activities in these companies? Organizational model. What are the types of investment funds? Which are the roles of an investment management company? What is the structure of the investments on concrete examples? What is the portfolio composition and what is the net asset value of the investments? What are the benefits for the “small” investors, looking at profitability and volatility of funds and its benchmarks? What is the effectiveness of the investments inside the investment fund? What is the diversification and what are the investment decisions? What is the asset allocation of an investment and what are the main financial instruments used to make an effective portfolio? The following thesis is composed by five chapters; in the first chapter an asset management of an investment company is elaborated, as well as the characteristics of investment funds, costs and valuation of funds. In the second one there is an elaboration of financial products and instruments like government and corporate bonds and stocks, price index and volatility of investments and benchmarks. In the third part there is a presentation of an investment company with the underlying assets, the structure of the investments and the main indicators. In the fourth chapter there is an elaboration of three pension funds, by compartment, as an underlying asset of the investment company. Finally, the last chapter works out the results and the conclusions and, of course, a set of questions for the future elaboration. The identified key words are: asset management, management activities, investment funds, volatility, profitability, pension funds, index, benchmark, price index, traded funds, quotations, expense ratio, transaction costs, Sharpe index, underlying asset, stock market, bond market, net asset value.
XXIII Ciclo
1980
Galdieri, Michela. "Sport, disabilità e tecnologia: nuove prospettive di ricerca." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/242.
Full textLo studio sulle possibili relazioni scientifiche tra attività motorie, sport, nuove tecnologie e disabilità in ambiente educativo rappresenta ancora uno spazio di ricerca relativamente inesplorato. Questo originale campo di indagine, in direzione di una necessaria sintesi movimento-tecnologie, richiede preliminarmente, uno studio complesso della persona e delle inesplorate potenzialità che la caratterizzano e che le tecnologie possono utilizzare in forma “diversa e originale” per favorire i processi di integrazione. Questo orizzonte di studio, prima di approcciare alle diverse dimensioni che possono collegare didatticamente le tecnologie, il movimento e la disabilità nei contesti educativi, richiede una riflessione epistemologica che chiarisca il valore etico della “diversità”, la significatività della presenza dello studente con disabilità nella costruzione di un percorso formativo del gruppo classe allo scopo di trasformare sempre l’integrazione dei compagni in situazione di handicap in una risorsa educativa e didattica per tutti. La disabilità rappresenta, infatti, un’ originale occasione di crescita del gruppo, una costante sollecitazione sul piano didattico per costruire nella scuola uno spazio privilegiato e multiesperienziale per sperimentare un sistema alternativo degli apprendimenti e per sviluppare abilità e competenze cognitive troppo spesso compresse dal sistema tradizionale della didattica. La presenza dello studente disabile è un vero “motore di ricerca” dei diversi stili cognitivi, uno stimolo all’impiego metodologico di dimensioni diverse della cognizione, in quanto “un’educazione costruita su una molteplicità di intelligenze può riuscire più solida ed efficace di una costruita su due soltanto, potendo sviluppare una gamma più vasta di talenti e rendere il curricolo tradizionale accessibile a un numero più elevato di studenti. Le attività di movimento, nella complessità dei campi applicativi salutistici, sportivi, ricreativi, adattivi e sociali, rappresentano un contesto formativo con forte valenza educativa, un’originale area di valorizzazione del soggetto anche in presenza di difficoltà psicofisiche e sensoriali, ma necessita di tecnologie e supporti capaci di garantire opportunità e diritti per favorire la partecipazione dei disabili. La scuola primaria in particolare, prima Istituzione educativa che dovrebbe garantire il diritto/dovere delle persona in situazione di handicap, ha rappresentato negli ultimi decenni un vero laboratorio della didattica, sperimentando in ragione di una specificità formativa, itinerari di integrazione che hanno capitalizzato la dimensione corporeo-chinestesica della persona. La ricerca sulla relazione tra corporeità, nuove tecnologie e didattiche per l’integrazione scolastica del disabile nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, ponendosi in una prospettiva complessa e plurale delle scienze motorie, capace di esprimere a pieno la sua dimensione educativa in una chiave integrata e sistemica ha coniugato studi: - sulla relazione tra corpo, movimento e accesso alla conoscenza; - sulle potenzialità adattive e compensative del movimento e sulla sua possibile educabilità finalizzata all’uso ed alla costruzione di abilità diverse; - sulle caratteristiche e le modalità d’uso di tecnologie finalizzate ai processi di facilitazione di accesso ai percorsi formativi, compresi quelli educativomotorio- sportivi. Il lavoro, nella sua parte iniziale, è stato caratterizzato dalla costruzione di una cornice epistemologica interdisciplinare del versante educativo della attività motorie e sportive che, investigando la relazione tra corpo, movimento e processi apprenditivi, ha evidenziato la centralità della dimensione corporeo-chinestesica nei processi di costruzione dei saperi e il potenziale educativo, formativo ed integrativo di una pratica didattica orientata alla valorizzazione delle attività motorie e sportive anche nella loro forma adattata. L’analisi delle radici scientifiche del gioco e delle attività motorie e sportive, della possibile relazione tra movimento ed esperienza ludica in ambiente educativo, ha richiesto uno studio della storia del fenomeno sportivo nelle sue fasi evolutive, dal mondo classico all’età contemporanea, approfondendo alcune tappe di un percorso di trasformazione sociale e culturale che ha coinvolto tradizioni, ideologie politiche, principi filosofici, dottrine religiose. La consapevolezza scientifica della relazione intercorrente tra dimensione corporea, qualità morali e spirituali e modelli educativi ha richiesto una lettura dinamica del fenomeno motorio-sportivo e della diversabilità, soggetto ed oggetto di culture diverse ed organizzazione sociale. In particolare, le scienze psico-pedagogiche, hanno gradualmente consentito una correlazione delle attività motorio-sportive ai valori educativi ed ai processi formativi, riconoscendo alla dimensione ludica un ruolo fondamentale nello sviluppo psicofisico del fanciullo e nel corpo il primo strumento di accesso alla conoscenza. L’attivismo di J. Dewey e di M. Montessori, l’approccio cognitivista di J. Bruner, e senso-motorio di J. Piaget, il pluralismo di H. Gardner, l’approccio emozionale di D. Goleman, l’approccio metacognitivo di D. P. Ausubel e J. P. Novak, hanno contribuito ad una valorizzazione della dimensione corporeo-chinestesica come base di ogni apprendimento, al riconoscimento di una pluralità di formae mentis indipendenti ma interagenti, alla rivalutazione di una “mente emotiva” capace di condizionare il nostro agire razionale e la comunicazione delle nostre emozioni e hanno affermato, indirettamente, una rivalutazione dei giochi motori, delle diverse forme di giochi sportivi e delle attività di movimento come strumenti per la formazione e occasioni di espressione personale dei bambini. La lettura filosofica delle relazioni esistenti tra dimensione biologica, psicologica e sociale, e il contributo originale di M. Merleau Ponty, ha consentito un’analisi dei rapporti tra pratica motoria e sportiva e modelli sociali, individuando nel corpo e nel movimento un prezioso strumento di mediazione con il mondo. Lo studio, ancora, dei principali approcci teorici relativi alla comunicazione corporea attraverso i contribuiti di P. Watzlawich, M. Argyle, V. Birkenbihl, E. Goffman, ha favorito la comprensione dei numerosi e “immediati” segnali del corpo svelando parte di quell’alfabeto che costituisce il “linguaggio del corpo”. I recenti studi nel settore neuro-bio-fisiologico, grazie al dawinismo neurale di G.M. Edelman e gli studi di G. D. Kandel, i contributi di A. Damasio e J. LeDoux, di G. Rizzolatti, di A. Berthoz hanno fornito alla scienza risposte significative sui meccanismi cognitivi ed emotivi, sull’analisi del movimento e sulle sorprendenti capacità anticipative e simulative del nostro cervello, aprendo nuovi orizzonti della didattica e del fare educativo. Anche se non di recente elaborazione, l’approccio neurodidattico di Donald Hebb ha giustificato scientificamente la soggettività dei processi mnemonici ed il rapporto tra emozione e apprendimento, ispirando ed orientando una continua ricerca dello stimolo forte nei processi formativi e sollecitando, implicitamente, l’esplorazione di nuovi campi interdisciplinari come quelli sportivo-motorio. La sua teoria scarica-connetti ha rappresentato un nuovo orizzonte della didattica, un campo inesplorato aperto al protagonismo di nuove metodologie di insegnamento, un terreno neurobiologico e psicologico che ha incoraggiato una visione dell’azione didattica orientata e supportata da esperienze motorie e corporee. La trasferibilità dei contenuti disciplinari, attraverso l’esperienza corporea apre l’accesso ad un sapere plurimo, capace di ancorarsi simultaneamente ai diversi canali conoscitivi e sensopercettivi. Il corpo diventa soggetto interagente per la soluzione di problemi, per la rielaborazione di strategie complementari o alternative della conoscenza, un vero motore di supporto alla didattica, un ambiente di apprendimento nel quale è possibile seguire un itinerario complesso dove si possono aprire spazi del ‘sapere, del saper fare e del saper essere’ attraverso una didattica partecipata. Questa nuova modalità didattica consente di regolare ed utilizzare di volta in volta le diverse forme di comunicazione analogica, di orientare e supportare con l’ausilio dei gesti, di favorire la costante azione chinestesica e la relazione tra una pluralità di formae mentis realizzando un ambiente di apprendimento motorio-sportivo in cui si valorizzano competenze ed abilità potenzialmente vicarianti sul piano formativo, si aprono finestre sul mondo del disagio, della disabilità e più generalmente sulle modalità di costruzione del successo formativo, offrendo al mondo dell’educazione la possibilità di un ripensamento complessivo della prassi educativa che parta dalla soggettività, dai bisogni individuali della persona, dalle sua inscindibilità corporeocognitiva ed emotiva. In questa chiave di lettura le attività motorie e sportive diventano modulatori e facilitatori di percorsi cooperativi e solidali, mettono in campo valori come tolleranza, solidarietà e rispetto delle differenze e si pongono come canali privilegiati per l’accesso ai saperi anche per i disabili supportati dalla presenza, sul territorio nazionale ed internazionale, da organizzazioni quali Special Olympics e CIP che favoriscono la partecipazione sportiva e da un ampio ventaglio di disposizioni legislative che tutelano il loro diritto di integrazione sociale. La seconda parte del lavoro, non a caso, ha riguardato l’analisi delle norme italiane ed europee in materia di integrazione sociale dei disabili che orientano le politiche sociali verso l’inclusione e l’integrazione del disabile anche attraverso le nuove tecnologie (D.P.R. 5 febbraio 1992, n. 104 – Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate; Risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 20 dicembre 1993, n. 48/96 - Standard Rules on the Equalization of Opportunities for Persons with Disabilities; Direttiva del Consiglio Europeo del 27 novembre 2000, n. 200/78/EC - “A General Framework for Equal Treatment in Employment and Occupation”; Direttiva del Consiglio Europeo del 12 maggio 2000, COM. n. 284 - “Towards a Barrier Free Europe for People with Disabilities”). Le disposizioni normative in merito (Consiglio Europeo Straordinario di Lisbona del 24 marzo 2000, COM n. 99/680 - Piano Europeo “e-Europe 2002: An Information Society for All”; COM – UE del Il 25 settembre 2001, n. 529 - “eEurope 2002: Accessibility of Public Web Sites and their Content”; Decisione del Consiglio e del Parlamento Europeo del 18 dicembre 2006, n. 1982/2006/ - “Seventh Framework Programme of the European Community for Research, Technological Development and Demonstration Activities 2007-2013) promuovono, infatti, il rispetto dei diritti e la rimozione di tutti gli ostacoli di natura giuridica, economica e socio-culturale che impediscono l’uguaglianza e la valorizzazione delle diversità, ma soprattutto prevedono tra le azioni prioritarie la “eparticipation” ossia la partecipazione di tutti, ivi i compresi i disabili, alla società dell’informazione e invitano a sviluppare dei percorsi di studi “adattati” alle “esigenze speciali” con l’ausilio delle nuove tecnologie o Tecnologie Assistive. La riflessione, a questo punto, si è estesa al tema dell’accessibilità e dell’adattabilità degli strumenti informatici e tecnologici in ambito didattico. Questo studio è nato da una preventiva analisi dei benefici che gli utenti con abilità diverse possono ricavare dall’ utilizzazione di software e ausili specifici in relazione alla tipologia di deficit sensoriale e psicofisico. L’ipotesi, inoltre, di una progettazione di spazi all’interno dei quali realizzare percorsi che si ispirino a modalità d’insegnamento alternative e complementari alla didattica tradizionale, ha determinato nella parte finale del lavoro, l’esame delle più importanti tecnologie presenti sul mercato funzionali alla sperimentazione di diverse strade di applicazione dei saperi appresi e alla stimolazione di nuove forme di conoscenza attraverso il corpo e il movimento. In particolare le diverse tipologie di sistemi tecnologici presentati (motion capture, pedane dinamometriche, calorimetri) aprono degli scenari impensabili fino a pochi anni fa nel campo della comunicazione e dello studio, per quanto concerne la didattica inclusiva, e arricchiscono gli ambienti della ricerca didattica di nuove metodologie di insegnamento dei saperi disciplinari e di nuove modalità di analisi e di valutazione delle grandezze coinvolte nel movimento, dalla postura ai gesti motori, dalle sequenze motorie ai modelli coordinativi dei disabili.[a cura dell’autore]
IX ciclo n.s.
Massaro, Giorgio <1976>. "Metodi di gestione delle aree marine protette: attività di ricerca per l'applicazione di tecniche ed indicatori di efficacia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1009.
Full textTolazzi, Giada <1991>. "Il turismo dello shopping: attività di ricerca e analisi dell'offerta veneziana e italiana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9805.
Full textTirelli, Margherita. "Ottimizzazione e pianificazione delle attività di taratura: il caso Comer Industries Spa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textVita, Giovanni Antonio. "Modelli euristici per la programmazione operativa di blocchi operatori e reparti di degenza per intensità di cura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Find full textBlois, Luciano <1957>. "Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/1/Luciano_Blois_2003.pdf.
Full textBlois, Luciano <1957>. "Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/.
Full textGambaro, Sabrina Eliana. "Ruolo dei citocromi P450 cerebrali nell’ossidazione della bilirubina: inducibilità ed attività." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10116.
Full textAbstract Hyperbilirubinemia is the most common clinical diagnosis during neona- tal life. The neonatal jaundice may be physiological without any clinical consequence, or can lead to an acute form of bilirubin en- cephalopathy with minimal neurological damage, or to more severe and dangerous condition called kernicterus (permanent neurological sequelae). The Gunn rat is one of the models in which bilirubin encephalopathy was studied. It was shown that jaundiced newborn animals display an hepatic compensatory mechanism for the incapacity to eliminate bilirubin (Ugt1A1 mutant enzyme) by upregulation of cyotochrome P450 enzymes (Cyp) 1A1 and 1A2 compared with their not jaun- diced littermates. In addition, their expression in brain was selec- tively induced (cortex higher and early vs. cerebellum lower and late induction) by sudden increase of bilirubin content. Cyotochrome P450 enzymes are the main enzymes involved in the detoxification of drug and endogenous compounds. In liver their role in bilirubin oxidation has been deeply demonstrated. In brain, there are many works that analyzed Cyps expression and induction, but their role in bilirubin oxidation has never been evaluated till now. This thesis focused in; 1) analyze the inducibility of Cyps enzymes, by a known inducer, βNF in cortex and cerebellum astrocytes; 2) Select the optimal conditions to induce specifically each of them; 3) analyze their activity and 4) evaluate their capacity to oxidize bilirubin; 5) Last but not least, assess the protective effect of Cyps induction by challenging the cells with high concentrations of bilirubin.We demonstrated that astrocytes Cyps were inducible (both mRNA and activity) by βNF and this induction varies depending on the brain region and among the Cyps. To explain the differences we hypoth- esized the presence of: i) a different protein isoforms (discarded for Cyp1A1) ii) different maturation stage of astrocytes in the two brain regions (P2 rats: Cll is less developed than Cx), iii) differential regu- latory mechanisms. Our work showed that in Cx astrocytes Cyp1A1 induction (mRNA and activity) was an early event (6h), requiring low concentration of the drug, making this approach theoretically possible in vivo. On the other hand, to reach the higher levels of Cyp1A1 (mRNA and activ- ity) in Cll we needed 24h. In both cases Cyp1A1 was able to oxidize bilirubin producing an increase in viability only after TCB addition. The Cyp1A2 was the major catalyst of bilirubin degradation (with- out the need of TCB), but its modulation was more difficult to be achieved. In addition, while Cyp1A2 modulation increased bilirubin oxidation in cortex (also reflected in an increment in viability), in cerebellum we noticed a slight reduction in bilirubin clearance (no improvements in viability). All this data could lead to the basis of the cerebellum susceptibility to UCB. The observation that the TCB addition in Cyp1A1 astrocytes increases bilirubin oxidation and via- bility suggest the possibility to induce Cll resistance toward bilirubin neurotoxicity by Cyps modulation and uncoupling. --------------------------------------------- Riassunto Una delle condizioni neonatali pi`u comuni `e l’ittero. Esso rappresenta l’aumento fisiologico della bilirubina nel sangue e tessuti. Tuttavia esso pu`o divenire una condizione patologica (encefalopatia da biliru- bina), caratterizzata da un danno neurologico minimo, o condurre a una condizione severa e pericolosa per il neonato chiamata kernit- tero (danni permanenti), in caso di una esposizione prolungata ad alti livelli del pigmento. Attualmente, la patologia da iperbilirubinemia rappresenta la principale causa di riammissione in ospedale nel primo mese di vita. Per il danno neurologico da bilirubina esiste un modello animale, il ratto Gunn, che presenta la stessa mutazione genica dei pazienti Crigler-Najjar I. Come nella condizione umana, esso manca della uridin di fosfo glucuronisil tranferasi 1a1 (Ugt1A1), enzima epatico deputato alla coniugazione della bilirubina. Tuttavia l’animale ri- esce a compensare la mancanza mantenendo bassi i livelli serici di bilirubina, grazie ad una incrementata attivit`a delle citocromo P450 mono-ossigenasi epatiche (Cyps, Cyp1A1 and Cyp1A2). Tali enzimi riducono la concentrazione del pigmento attraverso la sua ossidazione. ` E stato supposto che questo meccanismo possa essere alla base anche della capacit`a di specifiche aree del cervello (cortex e collicoli superiori, vs. i danneggiati cervelletto, ippocampo e collicoli inferiori) di ridurre la concentrazione del pigmento, limitando/impedendo il danno neu- rologico associato. Sebbene il loro ruolo, i meccanismi ed i prodotti della loro attivit`a di clearance della bilirubina siano stati ampiamente dimostrati in fegato, in cervello non sono ancora disponibili evidenze funzionali della loro capacit`a di ossidare la bilirubina. L’obiettivo di questa tesi `e stato di analizzare 1) la modulazione delle Cyps cerebrali (brain Cyp: bCyp) utilizzando un noto induttore, βNF; 2) selezionare le condizione ottimali per una induzione selettiva di cias- cuna bCyp; 3) allo scopo di valutare la loro attivit`a (EROD/MROD);4) e la capacit`a specifica di ossidare bilirubina; 5) conferendo pro- tezione (aumento vitalit`a) alle culture primarie di astrociti (da cortex e cervelletto) esposte a dosi tossiche di bilirubina. Questo studio ha dimostrato la inducibilit`a delle bCyps (mRNA e attivit`a) tramite βNF. Abbiamo evidenziato una modulazione dipen- dente della regione cerebrale da cui sono state prodotte le cellule, in aggiunta ad un comportamento differenziale delle Cyps tra loro. Pos- sibili spiegazioni possono essere: i) la presenza di diverse isoforme tra le regioni (ipotesi scartata in seguito ad analisi tramite western blot); ii) diversa presenza delle vie di segnalazione alla base dei meccanismi di modulazione, o, iii) una diversa risposta dovuta al diverso stadio sviluppo degli astrociti preparati dalle due regioni (ratti P2: il Cll `e meno sviluppato del Cx). Inoltre, abbiamo documentato una precoce (6h) inducibilit`a della Cyp1A1 nei astrociti dal Cx, che inoltre necessit`a di minori concen- trazioni del principio. Tali caratteristiche suggeriscono che la Cyp1A1 sia pi`u facilmente modulabile in vivo. Tuttavia, per ottenere una buona modulazione nel cervelletto (regione pi`u sensibile al danno), bisogna mantenere la concentrazione dell’ induttore per un tempo lungo (24h). In entrambe le regioni, un incremento significativo della capacit`a di ossidare bilirubina, migliorando la vitalit`a delle cellule, `e stato ottenuto solo dopo il co-trattamento con TCB (disaccoppia- mento). La Cyp1A2 `e stata significativamente modulata solo negli astrociti da Cx (24h), in cui abbiamo evidenziato un chiara capacit`a dell’enzima di ossidare la bilirubina e migliorare la vitalit`a in assenza di TCB. I risultati ottenuti permettono di comprendere la suscettibilit`a differenziale (tra regioni del cervello) tipica di questa patologia. La capacit`a di indurre Cyp1A1 e renderli pronti a ossidare la bilirubina nei astrociti da Cll (regione pi`u danneggiata) e Cyp1A1/Cyp1A2 in Cx e oltre migliorando la viabilit`a di questi suggeriscono la possibilit`a di conferire resistenza a la tossicit`a da bilirubina.
XXVI Ciclo
1986
Martinuzzi, Paolo. "Isolamento e determinazione strutturale di composti ad attività inibitoria della trombina da gloeophyllum odoratum e amanita virosa." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3736.
Full textLe malattie cardiovascolari e specialmente le varie forme di trombosi rappresentano la principale causa di morte nelle società occidentali. La formazione di un trombo occlusivo può essere il risultato di disordini del normale flusso sanguigno o di un’eccessiva attivazione delle piastrine, o di un’attivazione fuori norma dei meccanismi di coagulazione del sangue. Il sistema emostatico è responsabile della prevenzione dell’eccessiva perdita di sangue e del ripristino nel minor tempo possibile del normale torrente circolatorio dopo un danno tissutale. Le reazioni a cascata che permettono il meccanismo della coagulazione del sangue coinvolgono delle reazioni di proteolisi catalizzate da diverse serino-proteasi che stanno alla base dell’equilibrio che permette l’emostasi. Si ritiene, quindi, che intervenendo sui meccanismi che presiedono l’azione di queste molecole si possa avere anche un maggior controllo sulle cause che spesso portano ad eventi patologici. La trombina è una glicoproteina appartenente alla classe delle serino-proteasi, che svolge un ruolo centrale nella fase plasmatica del processo di emostasi. Le serino-proteasi coinvolte nel complesso meccanismo di coagulazione del sangue, come la trombina e il fattore Xa sono emerse quindi come nuovi ed importanti target per un diverso approccio alla terapia antitrombotica. I funghi del phylum Basidiomycota, pur essendo oggetto di notevole interesse scientifico per le loro molteplici proprietà farmacologiche, sono stati finora scarsamente investigati quali inibitori della trombina. Uno studio preliminare, condotto su 95 specie selezionate di funghi, ha evidenziato che gli estratti dei funghi Gloeophyllum odoratum e Amanita virosa presentavano significativa attività inibitoria della trombina e della tripsina. Nell’ambito di uno studio volto ad isolare ed identificare nuovi composti ad attività inibitoria della trombina i funghi Gloeophyllum odoratum e Amanita virosa sono stati oggetto di approfondimento da un punto di vista fitochimico, ed a tale scopo sono stati sottoposti ad una serie di frazionamenti che prevedevano il parallelo monitoraggio dell’attività inibitoria (Bioassay oriented fractionation) . Nel caso del fungo Gloeophyllum odoratum, le procedure di purificazione hanno portato all’isolamento di quattro frazioni significativamente attive per quanto riguarda l’inibizione della trombina. Sulla base di dati spettroscopici (NMR ; FT-IR) e di spettrometria di massa sono state isolate ed identificate principalmente delle molecole a struttura triterpenica tetraciclica. Tra queste gli acidi 3α-idrossi-12β-acetossi-lanosta-8,24-dien-29-oico e l’acido3α-idrossi-12β-acetossi-lanosta-24-metilen-8-en-29-oico sono nuovi, mentre l’acido trametenolico (acido 3β-idrossi-lanosta-8,24-dien-21-oico) e l’acido 15α-idrossitrametenolico (acido 3β,15α-diidrossi-lanosta-8,24-dien-21-oico) sono già noti in letteratura. Gli acidi trametenolico, 3α-idrossi-12β-acetossi-lanosta-8,24-dien-29-oico e 3β,15α-diidrossi-lanosta-8,24-dien-21-oico sono stati poi considerati per il docking sulla trombina ed è stata valutata sperimentalmente, per ciascuno di essi, la costante di equilibrio per l’inibizione. Le energie libere stimate sono piuttosto simili e correlano con l’attività inibitoria osservata ed i valori di Ki . Sebbene la loro capacità di inibizione non sia così efficace, gli studi di docking suggeriscono come lo scheletro triterpenico potrebbe risultare un utile frammento per la progettazione e la sintesi di potenti inibitori della trombina. Nel caso del fungo Amanita virosa, le procedure di purificazione hanno portato all’isolamento di quattro frazioni, di cui tre con significativa attività inibitoria della trombina. Sempre sulla base di dati spettroscopici (NMR ; FT-IR) e di spettrometria di massa sono state isolate ed identificate delle miscele di trigliceridi, miscele di acidi grassi liberi e miscele di monoacilgliceroli. Inoltre è stato isolato ed identificato l’Ergosterolo, uno sterolo ubiquitario nei funghi, ancora caratterizzato da un’attività inibitoria nei confronti della trombina, sebbene non elevata.
1958
Books on the topic "Attività di ricerca"
Zorzi, Andrea, ed. Storia di un dottorato: storia medievale nell'Università di Firenze. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-100-7.
Full textdure, Opificio delle pietre, ed. O.P.D.: Quarant'anni di attività 1975-2015 : conservazione, ricerca, formazione. Firenze (Italia): Edifir edizioni Firenze, 2015.
Find full textIannaccone, Antonio. Le condizioni sociali del pensiero: Contesti, attività e ricerca di senso. Milano: UNICOPLI, 2010.
Find full textChiesa e ricerca storica: Vita e attività del Pontificio comitato di scienze storiche, 1954-1989. Città del Vaticano: Libreria editrice vaticana, 2005.
Find full textSorrentino, Carlo, ed. Comunicare l’Università di Firenze. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-619-0.
Full textDolfi, Anna, ed. «Per amor di poesia (o di versi)». Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-767-2.
Full textBertoni, Roberto. La rete italiana per la ricerca ecologica a lungo termine (LTER-Italia): Situazione e prospettive dopo un quinquennio di attività (2006-2011). Roma: Aracne, 2012.
Find full textLa Torre Bellardoni, Francesca, ed. Interazione veicolo-strada: guida alla valutazione e pianificazione degli interventi di risanamento acustico. Florence: Firenze University Press, 2006. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-507-7.
Full textCiclo di lezioni sulla ricerca applicata in archeologia (5th 1991 Certosa di Pontignano, Italy, and Campiglia Marittima, Italy). Archeologia delle attività estrattive e metallurgiche: V ciclo di lezioni sulla ricerca applicata in archeologia, Certosa di Pontignano (SI), Campiglia Marittima (LI), 9-21 settembre 1991. Firenze: All'insegna del giglio, 1993.
Find full textBertocci, Marco, Enrico Marone, and Silvio Menghini, eds. La Contabilità Analitica per il controllo della gestione nel settore vitivinicolo. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-841-5.
Full textBook chapters on the topic "Attività di ricerca"
Angelini, Ivana, and Anna Maria Fioretti. "STUDIO DEI MATERIALI LEGATI AD ATTIVITÀ METALLURGICHE DALL’ISOLA DI SANT’ANDREA:." In Ricerche Archeologiche a Sant’Andrea di Loppio (Trento, Italia), 587–606. Archaeopress Publishing Ltd, 2016. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvxrpzw8.26.
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.
Full textCarallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.
Full textPucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.
Full textBallarin, Matteo, and Nadia D'Agnone. "Paesaggio, suolo, tempo: la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.
Full textMaxsurov, Alexey. "COORDINAMENTO STATALE DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE NELLA REPUBBLICA ITALIANA (CON L'ESEMPIO DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA)." In RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE: ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-14.05.2021.v1.15.
Full textCalisi, Daniele, Maria Grazia Cianci, and Francesca Geremia. "Strumenti contemporanei a servizio del passato: il quartiere della Suburra a Roma tra storia e attualità." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8008.
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