Academic literature on the topic 'Attività di impresa'

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Journal articles on the topic "Attività di impresa"

1

Bonfanti, Angelica. "Accesso alla giustizia per violazioni dei diritti umani sul lavoro lungo la catena globale del valore: recenti sviluppi nella prospettiva del diritto internazionale privato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 369–90. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171001.

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Abstract:
Il presente contributo esamina gli aspetti di diritto internazionale privato relativi all'accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni dei diritti umani sul lavoro nell'ambito delle catene globali del valore di imprese multinazionali con società madri europee. In questa pro-spettiva, dopo avere analizzato la disciplina prevista dai Regolamenti europei Bruxelles I-bis, Roma I e Roma II, il contributo si focalizza sulle soluzioni offerte da due strumenti normativi oggi allo studio rispettivamente delle Nazioni Unite e dell'Unione europea: il progetto di trat-tato sulla regolamentazione delle attività di impresa e i diritti umani e la proposta di direttiva in materia di dovuta diligenza e responsabilità delle imprese, la cui adozione è stata richiesta dal Parlamento europeo nel marzo 2021.
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Albisinni, Ferdinando. "Impresa agricola e scienze della vita nel diritto europeo dell’agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 61–100. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.2.

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Abstract:
Il lavoro indaga sulle linee evolutive del diritto agrario nella prospettiva europea, ponendo in evidenza le sfide e le criticità che nel XXI secolo hanno connotato le scelte operate nell’ambito della politica agricola comune. All’interno di questa prospettiva, specifica attenzione è assegnata ai temi dell’impresa agricola e della stessa perimetrazione dell’attività agricola; temi risalenti nell’ordinamento italiano, ma rilevanti anche nell’ordinamento polacco, come sottolineato più volte negli studi di Roman Budzinowski. L’analisi investe in particolare le riforme di questo secolo, dalla MTR del 2003 alle riforme del 2013 e del 2021 con la riscoperta dell’agricoltura come attività produttiva, sottolineando l’emergere di nuovi modelli sistemici, che finiscono per costruire Codici europei dell’agricoltura. Vengono poi richiamate le ultime novità introdotte dal Trattato di Lisbona, da alcuni recenti regolamenti in tema di controlli ufficiali e dai documenti della Commissione sul Green Deal europeo, con la connessa attenzione ai temi del benessere animale e della tutela di ogni forma di vita e dell’ambiente nella sua complessità e unità, per concludere che le complesse vicende di questi due primi decenni del XXI secolo si caratterizzano per la crescente attenzione verso le scienze della vita come elemento essenziale e connotante dell’attività dell’impresa agricola in tutte le sue diverse declinazioni.
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Lupo, Eleonora. "Design e beni culturali: creare sistemi di valore per connettere cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 8 (April 7, 2013): 30–39. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2013.v8i.12594.

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Abstract:
La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema paese. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la democratizzazione moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ridistribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale e di sviluppo, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di connettere le comunità attraverso cultura e conoscenza.
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Howe, Martin. "Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
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Antonioli, Davide, Annaflavia Bianchi, Massimiliano Mazzanti, and Paolo Pini. "Crisi economica e performance d'impresa: il ruolo dell'innovazione in un contesto produttivo locale." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (September 2010): 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-001012.

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Abstract:
Partendo dalla base di studi microeconomici sul comportamento delle imprese in termini di attivitÀ innovativa, il presente lavoro offre un'analisi empirica per un sistema produttivo locale (Ferrara) volta ad evidenziare la presenza di legami tra attivitÀ innovativa in differenti sfere e performance economica d'impresa in un periodo di recessione. Si testa se l'attivitÀ innovativa svolta prima della crisi economica ed in risposta ad essa garantisca migliori performance economiche durante la fase acuta della crisi stessa. I risultati mostrano che le imprese piů impegnate in attivitÀ innovative pregresse e contemporanee alla crisi sono anche quelle che risentono in minor misura della crisi, che la affrontano con comportamenti proattivi e mostrano migliori performance economiche anche nel pieno della crisi. Questo risultato si realizza grazie soprattutto al ruolo cruciale svolto dalle complementarietÀ e sinergie tra le attivitÀ intraprese dall'impresa nelle differenti sfere innovative.
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Cannatelli, Benedetto, and Matteo Pedrini. "Gestione della marca, qualitÀ del prodotto e performance delle micro imprese in mercati maturi: evidenze dal segmento della birra artigianale in Italia." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 153–73. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003008.

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Abstract:
Il presente articolo illustra i risultati di una ricerca sulla relazione tra le attivitÀ di gestione della marca, la qualitÀ dei prodotti e le performance economiche di micro imprese attive in mercati maturi. A tale scopo č svolta un'analisi in due fasi: nella prima č stata realizzata un'analisi quali-quantitativa basata su otto casi di studio approfonditi, successivamente č stato somministrato un questionario a 94 micro imprese produttrici di birra artigianale in Italia. I risultati evidenziano una relazione negativa tra l'impiego di risorse in attivitÀ di gestione della marca e la performance economica, al contrario determinata principalmente dalla qualitÀ del prodotto offerto.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Santioni, Raffaele. "I gruppi di imprese in italia: un'analisi tra macro-aree 1998-2006." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (May 2012): 87–120. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-001004.

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Abstract:
Il presente lavoro intende fornire una ricostruzione dell'assetto di controllo dei gruppi di imprese di grandi dimensioni presenti in Italia, tramite l'utilizzo di microdati contenuti nella Centrale dei bilanci. L'analisi dei legami esistenti nelle diverse macro-aree tra assetto di controllo e struttura produttiva ha evidenziato come, tra il 1998 e il 2006, i gruppi del Centro-Nord operativi nei diversi settori di attivitŕ, a eccezione del terziario, abbiano intensificato il controllo delle imprese del Sud. Il controllo delle imprese al Sud da parte dei gruppi esteri ha invece manifestato un declino generalizzato in tutti i settori di attivitŕ economica. Infine, considerando il ruolo ricoperto dai grandi gruppi del capitalismo italiano, si č evidenziato come questi abbiano mantenuto un interesse attivo nel Mezzogiorno sostenendo la crescita dimensionale delle imprese controllate nell'area.
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Shehi, Jasmina, Valentina De Marchi, Eleonora Di Maria, Andrea Pellizzari, Mirco Zerlottin, and Davide Beltrame. "Performance ambientale nel distretto della concia di arzignano: tra iniziativa imprenditoriale e intervento istituzionale." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 152–78. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001012.

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Abstract:
Molto si è discusso sulla capacità dei distretti industriali italiani di fornire un vantaggio alle imprese che lo compongono in termini di capacità innovativa, flessibilità e produttività. Nell'ambito di questo dibattito, il presente lavoro si pone l'obiettivo di discutere se e come tale potenzialità possa portare non solo benefici economici ma anche vantaggi ambientali. L'agglomerazione in un territorio ristretto di attività produttive che insistono sulle stesse ri-sorse può portare a un forte degrado ambientale, ma anche a una maggiore pressione dagli stakeholder locali per invertire questa tendenza, portando a situazioni più virtuose che in altri territori. In questo scenario è presentato il contesto di Arzignano come esempio di come le dinamiche distrettuali possano innescare una propensione alla sostenibilità ambientale. Attra-verso l'analisi dei dati sul livello di inquinamento delle imprese e considerando le attività isti-tuzionali condotte da Acque del Chiampo Spa, l'ente gestore dell'impianto collettivo di depu-razione, si descrivono le attività di eco-innovazione introdotte e le performance ottenute, dan-do spunti utili per comprendere come i distretti industriali possano diventare attori del cam-biamento verso la sostenibilità e del contesto istituzionale di supporto in questa transizione.
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Bellucci, Andrea, Ilario Favaretto, and Germana Giombini. "Imprese innovative ed accesso al credito. Un'indagine empirica." ARGOMENTI, no. 36 (January 2013): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036001.

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Abstract:
Questo lavoro mira ad analizzare l'accesso al credito delle imprese innovative testando l'impatto della natura innovativa delle imprese: (a) sul costo del credito bancario; (b) sulla probabilità di restrizione del credito. L'analisi empirica utilizza le informazioni ottenute dall'unificazione di due database distinti e di diversa derivazione. Il primo database contiene informazioni di natura finanziaria su oltre 15.000 linee di credito concesse da un'istituzione bancaria ad imprese di diversa tipologia dimensionale e giuridica operanti in 23 settori industriali. Il secondo database identifica le imprese che svolgono attività innovativa. Le stime econometriche mostrano che le imprese innovative hanno una minor probabilità di restrizione del credito rispetto a quelle tradizionali. L'innovazione si potrebbe dunque configurare una via per il superamento del credit crunch. Classificazione
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Dissertations / Theses on the topic "Attività di impresa"

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DE, PAOLI AMBROSI ROBERTA. "LA SUCCESSIONE NELL¿ATTIVITÀ DI IMPRESA. ANALISI COMPARATA E INDAGINE SULLA (PRESUNTA) ESTRANEITÀ DELLA CAUSA SOCIETATIS AL FENOMENO SUCCESSORIO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265785.

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Abstract:
The scope of this work is to provide a comparative analysis on the relationship between the Law of Successions and Corporate Law. In each legal system the Law of Succession and the Corporate Law goals diverge. The Law of Successions is focused on transfer and divide among all of his/her heirs the estate that a testator has acquired during his or her life. In contrast, Corporate Law concerns the concentration. The research takes into account the crucial role that family firms played in European area. In particular, family firms contribute significantly in the economic growing implying long-term stability. First, this thesis considers as a priority for European Union the fact that citizens must be able to organise in advance their succession, in particular with respect to mortis causa successions in a context of their increasing mobility. To show whether and how Corporate law diverges to the law of succession, I analyse some fixed limits to one’s testamentary freedom as the prohibition of testamentary contract/agreement (“patti successori”) or as the right to a compulsory portion. England legal system embraces the rule of the testamentary freedom. In contrast, French and the Italian legal system establish the prohibition of testamentary contract/agreement (“patti successori”), in addition to the right to a compulsory portion rule of restriction. However the French legal system enacted in 2001 and 2006 two reforms, which implied a significant deviation from these rules. The study of these limitations helped the research about the provisions under the articles of association because there are a number of ways in which company law and inheritance law can work together, though Company Law must not constitute the way to evade Succession Law.
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NARDUCCI, FRANCESCA. "La sospensione dell'attività d'impresa in Italia: l'incontro tra l'azione punitiva e l'intervento cautelare dell'ordinamento per il ripristino del lavoro legale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43653.

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Abstract:
Muovendo dalla concezione del lavoro in Italia, nell'Unione Europea e nell'OIL, l'elaborato si propone di individuare le ragioni storico-giuridiche su cui si fonda un istituto "innovativo" quale è la sospensione dell'attività d'impresa;ne analizza l'evoluzione normativa e ne illustra la vigente disciplina, mettendo in risalto gli strumenti che l'ordinamento pone a suo presidio, nonchè le politiche di scelta legislativa ad esso sottese.
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Gullace, Fabio. "Attività politica delle imprese ICT: il problema della neutralità della rete." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5005/.

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CALVI, FABIO. "Attività di imprese multinazionali e rispetto dei diritti umani: profili di diritto internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1242226.

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Abstract:
La Tesi di Dottorato ha approfondito l’interazione tra l’attività di imprese multinazionali ed il rispetto dei diritti umani, inquadrata dalla comunità internazionale nel settore Business and Human Rights. Negli ultimi decenni, si è assistito ad un allargamento della sfera di applicazione dei diritti umani, posto che il rispetto degli stessi viene oggi richiesto non solo nel rapporto tra Stato ed individuo ma anche nell’ambito delle attività economiche e, più direttamente, della condotta delle imprese che ne sono gli attori fondamentali. Al fine di un’esaustiva trattazione del tema, la Tesi ha in primo luogo affrontato il tema della natura delle imprese multinazionali in quanto attori dell’ordinamento internazionale, tentando di chiarire se, nello scenario attuale ed alla luce di autorevoli opinioni dottrinali, esse possano considerarsi come enti dotati di personalità internazionale. La Tesi ha evidenziato come il diritto internazionale odierno, a differenza di quello classico, che era essenzialmente un diritto tra Stati e per gli Stati, si interessi sempre più ai rapporti economici a livello globale, regionale e locale, sia pubblici sia privati, posto che gli stessi sono in grado di influenzare significativamente la tutela dei diritti fondamentali della persona umana. Come conseguenza, la dottrina ad oggi discute circa la possibilità di riconoscere una personalità giuridica internazionale in capo alle imprese multinazionali. Sul tema, si è dato conto di opinioni contrastanti. In linea generale, gli autori a favore sostengono che tali imprese abbiano ormai acquisito una tale influenza da poter fattivamente condizionare i processi normativo sia degli stati di appartenenza sia di quelli in cui si trovino ad operare. In particolare, secondo tale corrente dottrinale, riconoscere la personalità internazionale delle imprese consentirebbe di sottomettere le stesse alle norme internazionali in tema di diritti umani. Gli autori avversi a tale riconoscimento, attestano invece l’assenza in capo alle multinazionali delle prerogative sovrane tipiche di uno Stato e di un potere legittimo che consenta loro di imporsi giuridicamente su altri soggetti. Inoltre, le stesse non costituirebbero enti unitari, essendo composte da un complesso di società nazionali disciplinate dal diritto interno dello Stato di appartenenza. In aggiunta, gli accordi stipulati dalle stesse non potrebbero qualificarsi come internazionali ed i rispettivi codici di condotta interni non godono di effetti vincolanti. In conclusione, si è sostenuta la possibilità di riconoscere in capo alle imprese multinazionali una personalità internazionale derivata, per cui l’attribuzione di obblighi a tali soggetti economici sarebbe possibile solo tramite l’intermediazione statale. Successivamente, si sono esposte le sinergie ravvisabili tra le imprese multinazionali ed il corpus internazionale dei diritti umani. In particolare, si sono poste in rilievo le caratteristiche del corpus internazionale dei diritti umani e si è valutata l’opportunità di utilizzo dello stesso per disciplinare la condotta e le attività delle imprese multinazionali. In tal senso, tramite l’analisi della dottrina e della giurisprudenza, nazionali ed internazionali, si sono evidenziate posizioni tanto favorevoli quanto contrarie.
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Nesta, Federica Giudiana <1992&gt. "LA NOTTE DELLA TARANTA 2018: analisi delle fasi di progettazione e delle attività di realizzazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13756.

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Abstract:
Dalla comoda poltrona del palchetto centrale di un teatro alla totale immersione in un bagno di folla della piazza dal tetto stellato, troviamo lo spettatore pronto ad assistere a differenti e variegati spettacoli di danza, musica, prosa e lirica. Il suo spirito critico spontaneamente giudica la percezione, il suo impatto emotivo, valutando l’intera prestazione di ciò che ha visto. Ma cosa si cela dietro le quinte? Quali sono le fila che vengono mosse per poter mettere in piedi lo spettacolo? Quali sono le figure, le competenze richieste e i sostentamenti necessari per dar vita ad una evento dal vivo? A queste domande e a molto altro si cerca una risposta attraverso l’analisi del caso studio de La Notte della Taranta, edizione 2018: evento di musica popolare che da oltre 20 anni porta in vita la tradizione dei balli e dei canti della terra Salentina.
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Panciera, Veronica <1990&gt. "Analisi dell'impatto economico delle attività culturali: il caso della mostra di Leger a Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5121.

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Abstract:
In questa tesi è svolta un'analisi della letteratura sulla valutazione della performance delle istituzioni culturali e poi è analizzata la metodologia dell'impatto economico delle attività culturali (effetto diretto, indiretto e indotto). In seguito a questa'analisi si propone la stima dell'impatto economico diretto della mostra di Leger svoltasi a Venezia dall'8 febbraio al 2 Giugno 2014.
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Pavan, Samuele <1994&gt. "L’outsourcing assicurativo Analisi dello scenario normativo per l’esternalizzazione delle attività da parte di imprese di assicurazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14114.

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Abstract:
La tesi si prefissa l'obiettivo di esaminare il contesto normativo che deve essere rispettato dalle imprese di assicurazione (o riassicurazione) che vogliano avvalersi di soggetti esterni (service provider) per lo svolgimento di alcune delle proprie attività tenendo presente che l'attività assicurativa non è libera ma regolata da una corposa normativa di settore che coinvolge anche questo aspetto. Nel corso dell'analisi particolare attenzione sarà dedicata alle novità apportate dalla direttiva Sovency II al Codice delle Assicurazioni Private (testo che fornisce le linee guida in materia di legislazione assicurativa) e al nuovo regolamento IVASS 38/2018 che contiene le indicazioni normative puntuali sul tema dell'outsourcing assicurativo.
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Bombonati, Sofia <1995&gt. "Le attività artigianali creative e il rapporto con la mobilità turistica: il caso di Ferrara." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19108.

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Abstract:
La natura dell’artigianato coinvolge diversi saperi e tradizioni tramandati da maestri capaci di realizzare prodotti autentici, unici e inevitabilmente legati al territorio, poiché sono differenziati da una forte componente culturale in grado di trasmettere al consumatore il valore di queste piccole realtà imprenditoriali. La ricerca ha come obiettivo l’analisi del settore artigianato legato alla creazione dell’offerta turistica della destinazione e segue il progetto europeo S.LI.DES rivolto allo sviluppo sostenibile turistico attraverso varie azioni, quali la promozione del patrimonio tangibile e intangibile. L'indagine è stata condotta utilizzando congiuntamente metodologie di diverso tipo per esplorare il fenomeno dell’imprenditoria artigiana, approfondendo il grado collaborazione all’interno della rete di impresa e il valore turistico generato.
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Polito, Martina <1988&gt. "OPEN INNOVATION E GLOBALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI R&S: il caso delle multinazionali occidentali in Cina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4587.

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Abstract:
L’innovazione è elemento determinate e imperativo strategico per il successo delle aziende che, di fronte al sempre più esteso ed inarrestabile processo di globalizzazione, all’affermarsi sulla scena economica di nuovi colossi quali Cina e India e alla crescente importanza delle tecnologie, sono obbligate a mantenere elevati standard qualitativi e a ricercare costantemente la novità. In questa tesi mi sono occupata di approfondire, mediante un’ampia rassegna teorica, la comprensione su due temi molto attuali legati all’attività innovativa delle imprese: l’open innovation e la globalizzazione delle attività di R&S. Il paradigma dell’open innovation supera il tradizionale modello "chiuso" dell'innovazione, in cui sono le imprese stesse a generare e sviluppare le proprie idee, asserendo che, per rafforzare la loro competitività, le aziende devono aprire le porte a know-how e conoscenze di attori esterni a livello locale, nazionale e internazionale. Accanto a questa strategia innovativa un’altra si sta facendo strada e sta assumendo una importanza rilevante, si tratta dell’offshoring della R&S. Le multinazionali sono le principali protagoniste di questo fenomeno poiché riescono a gestire efficacemente attività innovative all’estero tramite le proprie sussidiarie. Sempre più spesso, inoltre, gli investimenti in ricerca vengono indirizzati verso Paesi emergenti sollevando questioni importanti legate agli spillover di conoscenza e soprattutto alla protezione della proprietà intellettuale che risulta assai complessa in questi regimi con deboli legislazioni in tale materia. I suddetti filoni di letteratura: apertura e globalizzazione dell’innovazione, costituiscono la ratio della successiva ricerca empirica che ho condotto con l’obbiettivo di approfondire la conoscenza riguardo ai comportamenti adottati dalle imprese occidentali in Cina. In particolare ho analizzato le fonti di conoscenza, distinguendo in dimensione organizzativa e dimensione geografica, per le multinazionali europee e statunitensi nel settore di semiconduttori che hanno prodotto innovazione attraverso attività di R&S nel “Paese del Drago”. Tramite lo studio dei documenti brevettuali registrati dalle suddette imprese presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ho voluto dare risposta alle seguenti domande chiave: le fonti di conoscenza sono state sviluppate dalla stessa multinazionale che ha localizzato l’attività di R&S in Cina o piuttosto l’azienda fa riferimento a tecnologie passate sviluppate da altri? La tecnologia/conoscenza prodotta viene successivamente impiegata dalla multinazionale stessa o prevale l’utilizzazione da parte di altre imprese? Lo sviluppo della tecnologia da parte delle multinazionali avviene sulla base di conoscenze pregresse e risultati scientifici cinesi, di altri Paesi o dei Paesi di origine delle imprese? Quali Paesi sfruttano poi l’opportunità di apprendimento legata all’innovazione che le multinazionali occidentali hanno realizzano in Cina?
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Rossi, Ludovica <1992&gt. "Le fondazioni di origine bancaria per il settore arte, attività e beni culturali: analisi della Fondazione Friuli." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13691.

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Abstract:
L'elaborato intende indagare ed analizzare il ruolo concreto e fattivo che la Fondazione Friuli ha saputo svolgere e svolge tutt'ora nel territorio friulano al fine di promuovere e valorizzare l'Arte e la cultura in esso presenti.
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Books on the topic "Attività di impresa"

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Maugeri, Marco. Partecipazione sociale e attività di impresa. Milano: Giuffrè, 2010.

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Amorosino, Valentina. Le attività di impresa delle fondazioni di origine bancaria. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2013.

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Tutino, Franco. Mercato dei cambi e speculazione sulla lira: Struttura e funzionamento del mercato, attività delle banche e delle imprese, ruolo delle autorità valutarie, analisi di casi giudiziari. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1988.

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Riserva di lavoro portuale e attività di impresa: Atti del convegno di studi organizzato dalla sezione Ligure del centro, Genova, 27 novembre 1987. Milano: Dott. A. Giuffrè Editore, 1989.

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Brambilla, Francesco. Marketing in Linea Parte 1 - il Sito Web: Come Avviare la Propria Attività Come Proprietario Di una Piccola Impresa, Fare Soldi Su Internet e Avviare la Propria Attività Online. Independently Published, 2021.

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Lolli, Alessandro. L'amministrazione attraverso strumenti economici. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg240.

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Abstract:
L’amministrazione nell’esercizio di funzioni pubbliche ricerca efficienza e risparmi non solo riorganizzando la propria azione, ovvero esternalizzando tali funzioni, e cioè sostituendo un soggetto privato a se stessa per parti limitate dell’azione amministrativa, la quale ultima spesso resta comunque oggettivamente disciplinata dal diritto amministrativo. Più di recente, l’amministrazione persegue obiettivi di risparmio ed efficienza attraverso i privati anche valorizzando in modo più sistematico e ampio strumenti propri della vita economica e dei mercati per il perseguimento di interessi pubblici, in sostituzione (parziale) degli strumenti amministrativi tradizionali. Anziché esternalizzare funzioni pubbliche, si internalizzano in tal modo interessi pubblici (e i costi relativi) nell’ambito dell’attività privata e degli strumenti diffusi sul mercato. Tali strumenti sono conformati comunque dal diritto amministrativo e dall’intervento dell’amministrazione, per garantirne la funzionalità rispetto agli interessi pubblici, ma non fino al punto da snaturarne le caratteristiche economiche e di mercato e la relativa disciplina, in parte significativa privatistica. Essi trovano equilibri compatibili con l’interesse pubblico in modo più veloce, più flessibile, più informato e soprattutto – come dimostrano le analisi economiche – con costi significativamente minori per l’amministrazione rispetto a strumenti di tipo tradizionale. Si tratta di strumenti come lo scambio di titoli nei mercati artificiali (per ridurre l’inquinamento, fissando valori complessivi ammessi di emissioni e dei titoli corrispondenti), il rilascio di brand ambientali utili anche in una logica di vendita dei prodotti che ottengono tali brand (per riqualificare ambientalmente i processi produttivi), la stipulazione di accordi unilaterali da parte delle imprese, in una logica economica di miglioramento dell’immagine dell’impresa per ottenere più credibilità sia con i consumatori che con l’amministrazione, evitando così talora un’etero-regolamentazione amministrativa (per riqualificare l’attività delle imprese attraverso un coinvolgimento propositivo delle medesime). Alessandro Lolli è straordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Bologna. Ha svolto attività di ricerca, tra l’altro, con riferimento alla delimitazione della categoria degli atti amministrativi e all’ambito di applicazione della disciplina prevista per tale categoria; con riferimento ai limiti soggettivi del giudicato amministrativo; con riferimento a ulteriori tematiche di diritto amministrativo generale e di diritto dell’economia.
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Torre, Valeria. La «privatizzazione» delle fonti di diritto penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg266.

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Abstract:
Il declino della legislazione di fonte statuale e la progressiva espansione della tendenza alla cosiddetta autonormazione hanno determinato un fenomeno per effetto del quale la disciplina di ampi settori delle attività sociali non è più rimessa all’originaria competenza statale, ma è, invece, affidata a quelli che sono i suoi più diretti destinatari, sì da dar luogo ad una sostanziale autodisciplina dei loro rapporti. Tali procedure di autoregolamentazione urtano, sul terreno del diritto penale, con il principio-cardine di questo ramo dell’ordinamento giuridico, che è rappresentato dal principio di [ii]riserva di legge . L’Autrice ritiene che questo contrasto possa essere superato in forza delle garanzie di democraticità interna che quelle procedure di autonormazione e di co-legislazione assicurano; e che, d’altra parte, le statuizioni, che ne sono il prodotto, paiono garantire un grado di effettività ben maggiore di quello associabile a quelle promananti da una legislazione statuale (che si vuole) esposta ad un alto grado di ineffettività. La materia sulla quale viene vagliata la tenuta complessiva di questi assunti è la disciplina penale della sicurezza sul lavoro. Si intraprende, in tal senso, un’ampia e articolata indagine comparata, che ha ad oggetto i paesi di common law e in particolare i modelli offerti dall’esperienza inglese e statunitense. Questa documentata disamina vale a confortare l’assunto per cui il ricorso all’autodisciplina, in sede di normazione avente ad oggetto la sicurezza sul lavoro nelle imprese, lungi dal condurre a riedizioni occulte del liberismo, garantisce il rispetto di tutti gli interessi in gioco; ciò in specie se e nella misura in cui alla stessa autodisciplina si abbina un sistema di controlli pubblici efficienti.
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Rapporto sull'economia del mare: L'impatto socioeconomico delle attivita di impresa marittima nello sviluppo del paese (CENSIS). F. Angeli, 1998.

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Press, Jay. Registro per Piccole Imprese: Quaderno per Contabilità, Inventario e Ordini, Tieni Traccia Di Entrate e Uscite per la Tua Attività Commerciale! 120 Pagine. Independently Published, 2021.

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V, Lucas, and Lucas Vasquez. SETTORE IMMOBILIARE COMMERCIALE e INVESTIRE in ATTIVITA' COMMERCIALI per Principianti e Esperti: Politiche Strategiche Di Impresa e Pianificazione Degli Spazi per Ottimizzare e Trarre Profitto Dal Tuo Negozio. Independently Published, 2021.

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