Academic literature on the topic 'Attività commerciali'

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Journal articles on the topic "Attività commerciali"

1

Laino, Giovanni. "Immigrazione straniera e attività commerciali a Napoli." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 104–6. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100012.

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Abstract:
I tre contributi che compongono questo servizio restituiscono gli esiti di un'indagine sul rapporto tra attività commerciali e popolazione straniera a Napoli, in un contesto nel quale questa relazione si dà con caratteri di originalità. Dopo questa introduzione, il primo testo fornisce un quadro sistematico costruito su base statistica e quantitativa, circa entità del fenomeno e distribuzione dei commercianti stranieri nella città. Il secondo declina invece l'indagine con gli strumenti dell'analisi qualitativa. L'articolo conclusivo riassume gli esiti dello studio e ne sviluppa alcune ipotesi interpretative.
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2

López de Lucio, Ramón. "Comercio y periferia: El caso de la región de Madrid." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 185. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.185-202.

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Abstract:
Le attività commerciali in Spagna hanno vissuto negli ultimi trenta anni dei cambiamenti sostanziali, accompagnati dalle trasformazioni nelle relazioni di tali attività con lo spazio urbano ed il trasporto pubblico. La città si è frammentata, le sue parti si sono specializzate e nella struttura insediativa della città diffusa sono sorte le grandi superfici commerciali extraurbane.Gli anni ottanta sono stati un periodo di transizione. A Madrid sono stati aperti dei grandi magazzini in centro e contemporaneamente dei centri commerciali nelle zone periferiche. Negli anni novanta si verifica una esplosione di grandi strutture nell’area metropolitana. All’inizio del nuovo secolo, i centri commerciali rappresentano le nodalità territoriali della regione urbana di Madrid. Nasce una nuova gerarchia dei centri urbani, influenzata dalla localizzazione di questi nuovi complessi commerciali. La presenza di queste superfici in Spagna diventa tripla rispetto a quella europea.I nuovi formati commerciali generano degli effetti sulle reti tradizionali e sulla vitalità dello spazio urbano.
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Villarejo Galende, Helena. "Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Abstract:
Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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De las Rivas Sanz, Juan Luis. "Dificultades del urbanismo comercial: El plan general de equipamiento comercial de Castilla y León." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 109. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.109-142.

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Abstract:
La rete commerciale in Castilla y Léon evidenzia con chiararezza la relazione con il sistema insediativo regionale, con le sue debolezze e peculiarità. Lo sviluppo di nuove grandi strutture commerciali e di malls, benché nettamente minore di quello che si è registrato in altre regioni della Spagna, aumenta la dipendenza del territorio extraurbano dai centri maggiori e determina un rilevante impatto sulla rete distributiva tradizionale. Le aree rurali ed i centri o i sobborghi storici rischiano di vedere diminuita la propria vitalità. La pianificazione delle attività commerciali, gestita dalle Regioni, cerca di trovare un punto di equilibrio tra le strutture commerciali tradizionali e quelle nuove, e comunque la legislazione di settore impone in Spagna una specifica autorizzazione per i centri commerciali, i malls e in genere per i grandi formati della distribuzione moderna. Ma le azioni sono in ogni caso orientate dagli attori che intervengono nel processo decisionale, in un contesto di conflittualità tra gli interessi dei diversi operatori del settore. E’ risultata evidente la sottovalutazione dell’ impatto del commercio sui sistemi urbani e ambientali.
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5

Abbamonte, Francesco, Antonia Arena, and Roberta Pacelli. "I migranti commercianti a Napoli: un quadro al 31 dicembre 2020." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 107–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100013.

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Abstract:
Il paesaggio della città di Napoli è un caleidoscopio in continua trasformazione. Assumendo come punto di osservazione privilegiato, anche se parziale, la presenza di cittadini stranieri titolari di attività commerciali al dettaglio, in sede fissa e ambulanti, è stata condotta un'indagine indiretta su circa 6.500 immigrati (circa l'11% del totale degli immigrati in città) registrati alla Camera di Commercio di Napoli, dal 1900 al 2020. Uno studio approfondito per nazionalità dei titolari, localizzazioni e periodi d'iscrizione delle attività ha consentito di ipotizzare il ruolo che di fatto hanno giocato gli immigrati stranieri nella divisione sociale dello spazio. A questo proposito, è stata osservata la concentrazione a diverse scale territoriali: da quella comunale, a quella dei quartieri, sino agli assi stradali.
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Bartholini, Ignazia, and Rafaela Pascoal. "Il cibo come mezzo per una convivenza ostipitale. Gli equilibri fragili del cotto e del crudo fra migranti e popolazione autoctona in un mercato di Palermo." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 55–71. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002003.

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Abstract:
Questo articolo propone il concetto di ostipitalità (Derrida, 2000) per analizzare i collegamenti tra cibo, appartenenze e commensalità. L'osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate permettono di individuare, nelle diverse aree e tra le tipologie di attività commerciali del mercato di Ballarò, le forme di "convivenza armata" fra autoctoni e migranti e di relativa prevalenza del "cotto" e/o del "crudo". Se il cibo cotto è ospitale a determinate condizioni, il cibo crudo ha maggiori probabilità di stabilire ostipitalità durevole oltre che condizionata. A Ballarò la prevalenza degli esercizi commerciali del crudo sembra costituire un freno rispetto alla delocalizzazione degli ipermercati e ai processi di disembedding tra economia e vita sociale urbana (Polanyi, 1944; Giddens, 1991).
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Cavalli, Renato. "L'analisi dei sistemi commerciali come strumento di pianificazione territoriale del commercio e delle attività assimilate." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 103 (July 2012): 131–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103013.

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Torre, Salvo. "Accumulazione e Spoliazione della Biosfera in Sicilia Orientale - Appunti per L'elaborazione di un Modello di Lettura delle Crisi Socio-Ecologiche." Revista Movimentos Sociais e Dinâmicas Espaciais 6, no. 1 (July 25, 2017): 195. http://dx.doi.org/10.51359/2238-8052.2017.229936.

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Abstract:
Il caso della Sicilia Orientale può essere utilizzato per ragionare su un modello di lettura delle modalità con cui nell'ultimo quarantennio si sono verificate diverse crisi ecologiche e sul modo con cui si sono affermati molti processi di impoverimento ed erosione delle risorse. Il quadro che emerge è quello di un'area mediterranea in cui la crisi industriale degli anni Settanta del Novecento non ha prodotto un alleggerimento della pressione sull'ambiente locale, si sono solo modificate le modalità di sfruttamento. I principali processi che si sono realizzati, come la dismissione industriale, la crisi dell'agricoltura, la nascita dei nuovi poli commerciali e l'espansione urbana, hanno avuto uno stretto legame con le grandi trasformazioni globali e hanno partecipato alla produzione di una crisi ambientale. Il risultato semba essere un quadro in cui l'insieme delle attività umane è stato segnato dai processi di accumulazione per spoliazione e dall'estrazione di valore dalla biosfera.
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Croce, Mauro, Maurizio Fiasco, and Sara Sbaragli. "Criminogenesi, vittimizzazione familiare e criminalità organizzata nel gioco d'azzardo." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (April 2022): 73–90. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001007.

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Abstract:
L'intervento è volto a cogliere nel particolare lo sviluppo delle relazioni crimo-gene e vittimologiche che l'azzardo produce, al fine di elaborare una significativa banca dati sulla relazione fra "gioco", "giocatori" e "ambiente di riferimento". Attraverso un'analisi di secondo livello della letteratura scientifica di riferimento, l'articolo costituisce una disamina sulle componenti criminologiche e vittimologiche: la prima, attinente ai reati commessi giocando in contesti o con modalità ritenuti dal sistema giuridico di riferimento come illegali; un'altra, più importante di-mensione, riguarda il gioco d'azzardo come fattore di criminogenesi, per il giocatore problematico si trova a compiere reati per finanziare le proprie puntate (furto, rapine, riciclaggio, prostituzione) o per favorire il risultato (truffe); ed ancora, i comportamenti di gioco problematico come causa dei processi di vittimizzazione che coinvolgono nello specifico i figli dei giocatori d'azzardo (maltrattamento, abuso, abbandono di minore); in ultimo, il gioco d'azzardo come estrinsecazione, favoreggiamento, attività ai fini commerciali (leciti e non) della criminalità organizzata.
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Maccioni, Elena. "Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Abstract:
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Dissertations / Theses on the topic "Attività commerciali"

1

Moresco, Gianluca <1998&gt. "La pianificazione strategica nelle attività commerciali: il caso Mar-Auto s.r.l." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21863.

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Abstract:
Questo elaborato affronta nel primo capitolo la pianificazione strategica, la quale, consente di indirizzare gli sforzi aziendali in un’unica direzione. La pianificazione strategica si rivela fondamentale per il posizionamento aziendale e per il perdurare dell’attività nel lungo termine. Nel secondo capitolo si indaga il ruolo della sostenibilità nel contesto globalizzato odierno. La sostenibilità è un fattore caratterizzante dei prodotti e delle imprese, di conseguenza, si analizza come questa possa essere un elemento in grado di costruire e costituire il vantaggio competitivo. Nel terzo capitolo si analizza il business Plan come strumento di pianificazione di medio/lungo termine in grado di svolgere un ruolo centrale per le imprese. Lo strumento viene esaminato in modo approfondito e vengono individuati eventuali punti di forza e di debolezza che lo rendono attuale ma allo stesso tempo non onnipotente. Nel quarto capitolo l’attenzione si sposta sul controllo di gestione, il quale consente al management di avere un ruolo di ispezione e di verifica sulle attività svolte all’interno dell’azienda e garantisce la possibilità di assumere scelte informate. Infine, si esamina il caso aziendale, in particolare, si analizza una concessionaria di automobili che sta affrontando un periodo di cambiamento strategico dovuto alle incertezze del settore. Viene svolta un’analisi sull’ambiente interno ed esterno al fine di individuare il posizionamento aziendale. Attraverso il software “Leader” vengono approfonditi gli indici e gli schemi economici ed infine si passerà all’attività di budgeting considerando le incertezze strategiche trattate. Nella parte finale del capitolo l’autore proverà a fornire dei consigli sulla base della propria esperienza e dell’analisi effettuata.
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Morotti, Roberto. "Architettura temporanea nella ricostruzione post-sisma: progetto per le attività commerciali di Concordia sulla Secchia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6409/.

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Menallo, Letizia <1991&gt. "Immigrazione e trasformazioni urbane. Un approfondimento etnografico sulle attività commerciali degli immigrati nel quartiere nord di Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8159.

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Abstract:
la ricerca va ad analizzare due casi di imprenditori immigrati nella città di padova, soffermandosi sulle motivazioni che spingono gli immigrati ad avviare attività in proprio, analizzando tutte le dinamiche correlate soffermandosi in particolare sulle dinamiche urbane legate a questi negozi oltre che analizzando il negozio come spazio simbolico per tutti gli attori presi in esame.
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ANSELMO, MARIAIDA. "Profili comunitari del regime tributario degli enti non profit." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29833.

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Abstract:
Il ruolo che il non profit assume all’interno della collettività ha destato e continua a destare l’attenzione dell’Unione europea sotto diversi punti di vista: nella prospettiva di promuoverne lo sviluppo e la diffusione vista la sua utilità, nella prospettiva di impedirne e prevenirne l’uso per finalità diverse da quelle proprie, quali l’attività di terrorismo internazionale e, più in generale, nella prospettiva di valutarne l’incidenza sullo sviluppo del mercato interno. Proprio quest’ultimo aspetto ha indotto a compiere alcune riflessioni sui più vantaggiosi regimi fiscali che di norma gli Stati membri adottano per il non profit. Due sono, infatti, le conseguenze che possono discendere da questi peculiari regimi e che incidono sul mercato: la prima attiene al rischio che tale disciplina abbia effetti negativi sulla concorrenza, potendo qualificarsi come aiuto di Stato ai sensi dell’art. 107 del T.F.U.E.; la seconda riguarda, invece, l’incidenza della stessa disciplina sulle libertà fondamentali tutelate dal Trattato, potendo essa operare solo a favore dei soggetti residenti con l’effetto di attuare una discriminazione vera e propria a danno dei soggetti non residenti o comunque di restringere le libertà di circolazione. La ricerca si è dunque orientata su questi due profili, andando a indagare in particolare il rapporto esistente tra le disposizioni nazionali relative alle imposte sui redditi e la disciplina comunitaria. Più esattamente la ricerca è stata compiuta nel seguente modo. Nella Parte Prima si è tracciato il quadro del regime fiscale degli enti non profit residenti e non residenti, la cui base è costituita dal d.p.r. 917/1986, ma che è arricchito da leggi specifiche adottate per determinati enti. Nella Parte Seconda si è delineata la nozione degli aiuti di Stato ai sensi dell’art. 107 del T.F.U.E. così come risultante in special modo dalla copiosa giurisprudenza comunitaria, soffermandosi solo su alcuni e più interessanti elementi: la nozione di impresa, la nozione di selettività e di vantaggio e le giustificazioni che consentono di “salvare” certe norme apparentemente di favore dalla disciplina degli aiuti. In base a questo studio è stato possibile nel contempo valutare se anche la disciplina fiscale del non profit possa essere tacciata di illegittimità o se, invece, sussistano delle ragioni idonee ad escluderla dall’inquadramento negli aiuti di Stato. La Parte Terza, infine, è stata dedicata a verificare gli effetti della diversità di disciplina tra enti residenti e non residenti sulle libertà di circolazione, muovendo dall’analisi della giurisprudenza esistente su questo punto, e seppure riguardante perlopiù l’imposizione delle liberalità a favore degli enti non profit e non la sola imposizione diretta.
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ANTINOLFI, Mariagiovanna. "L'articolazione dei patrimoni familiari destinati ad attività d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2013. http://hdl.handle.net/11695/66433.

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Abstract:
La forte connessione tra impresa e famiglia, elemento costante nello sviluppo del capitalismo italiano, è alla base di numerosi studi condotti, anche in ambito internazionale, al fine di enucleare le caratteristiche peculiari del diffuso fenomeno rappresentato dalle imprese a base familiare. La linea di fondo del lavoro consiste, pertanto, nella individuazione di una tendenza evolutiva del nostro sistema che, nel regolare fenomeni di articolazione dei patrimoni familiari destinati ad attività di impresa, appare muovere da un’iniziale prospettiva in cui le istanze direttamente riconducibili al nucleo familiare tradizionalmente inteso apparivano prevalenti sulle ragioni dell’impresa, verso un’ottica in cui esse sono filtrate dalle esigenze di carattere imprenditoriale, al fine di evitare dispersioni di ricchezza che causano, troppo spesso, la fuoriuscita dal mercato delle imprese a base familiare. Tale tendenza emerge dalla diversificazione delle prospettive di indagine, condotta allo scopo di mettere in evidenza gli istituti giuridici maggiormente in grado di bilanciare, nell’articolazione del patrimonio familiare, le esigenze economiche con le aspettative della famiglia. In tale prospettiva, pertanto, vengono distinti, dopo un primo inquadramento del fenomeno condotto anche in chiave storico-economica (primo capitolo) i diversi profili emergenti nella tessitura dei rapporti familiari: quelli strettamente inerenti al legame coniugale, nell’ottica della gestione del patrimonio familiare (oggetto della trattazione svolta nel secondo capitolo), da quelli intercorrenti tra i coniugi ed i figli, nella prospettiva del trasferimento intergenerazionale dell’impresa (terzo capitolo). Nell’ambito dei primi, vengono, di conseguenza, isolate le tematiche attinenti, anzitutto, al rapporto tra regime patrimoniale legale e partecipazioni sociali e, conseguentemente, alla controversa ammissibilità di una società tra coniugi; tematiche che vengono affrontate in chiave critica mettendo in rilievo, anche mediante riferimenti ad altre esperienze europee, l’evoluzione del nostro sistema normativo e del dibattito. Nell’ambito dei secondi, invece, assumono importanza le tecniche attraverso cui tale trasferimento può avvenire, in vista della maggiore efficienza delle stesse rispetto alla riallocazione della proprietà delle imprese nel sistema economico, con particolare riguardo ai tre istituti della scissione societaria, operazione elettivamente destinata ad essere utilizzata in ottica transgenerazionale, del patto di famiglia, specie dall’angolo visuale che ne mette in evidenza la ridotta applicazione pratica e che tradisce la sua funzione di istituto preferenziale nell’assetto del patrimonio imprenditoriale in vista della successione, e del trust, quale strumento connotato da quella duttilità tale da renderlo utile mezzo di pianificazione della successione ma che, al contempo, si mostra ancora privo di una solida base normativa interna in grado di determinarne una più sicura applicazione pratica.
The strong relationship between enterprise and family, which is a stable component of the Italian capitalism, is the starting point of several studies, not only in Italian literature, dedicated to the common phenomenon of the “family based firm”. The main purpose of the dissertation is to describe the trend of Italian law system in regulating different schemes of articulation of family assets destined for enterprise. In particular, the Italian legal system seems to move from an initial perspective that considers, almost exclusively, the needs of protection linked to the family, to another perspective that considers also the needs of protection linked to the business, in order to avoid useless loss of wealth. Such a trend appears from the different points of view analyzed in this research; they are directed to identify the legal institutes which can balance the two different needs of legal protection previously indicated. Coherently, after an introduction about the way the matter develops both historically and economically (first chapter), the research goes on with the analysis of the different profiles of the familiar relationships: some of them regard the couple’s life, under the point of view of the management of family assets (second chapter); the others involve the relation between parents and children, in the perspective of the generational transmission of these assets (third chapter). In the first case, the focus is on the legal treatment of the company’s shares in conjugal property, as well as on the questioned matter of the company between spouses. Both the questions are examined not only under the perspective of the Italian law, but also in comparison with the most interesting European experiences, with particular attention to the praxis of the courts. In the second case, three different analysis are considered that, under Italian law, might allow a fast and sure transmission of parental assets to the children: the family plan, the trust and the spin off of a company. The analysis shows the clear advantages of this last institute in comparison with the others two, particularly in terms of certain rule, efficiency and ductility.
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Tardozzi, Giulia. "Analisi, progettazione e realizzazione di un prototipo di scheduler per attivita commerciali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6240/.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è verificato un enorme cambiamento per quanto riguarda le tecnologie utilizzate nello sviluppo di applicazioni, spostandosi sempre verso soluzioni più innovative. In particolare l'utente, diventando sempre più esperto, si ritrova ad essere sempre più esigente. Qui nasce la necessità di modernizzare la gestione degli appuntamenti con la clientela da parte delle attività commerciali tramite l'uso di uno scheduler online. Lo scopo di questo documento è quello di illustrare come è stato realizzato un prototipo di questo sistema, partendo dalle interviste ai committenti e analisi dei relativi problemi, per arrivare poi alla sua realizzazione, utilizzando tecnologie e design innovativi e di ultima generazione.
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RONCO, STEFANO MARIA. "La nozione di imprenditore nel diritto tributario tra forma societaria e reddito d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/87602.

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Abstract:
La presente ricerca intende soffermarsi sulla portata della presunzione di cui agli artt. 6, comma 3 e 73, comma 1, T.U.I.R., che – come noto- prevede un meccanismo di automatica riconduzione ex lege di ogni entrata economica prodotta dagli enti collettivi societari commerciali nell’alveo del reddito d’impresa. Si tratta, in particolare, di valutare la ragionevolezza di tale modulo impositivo alla luce del formante normativo e giurisprudenziale. La ricerca si muoverà su due versanti paralleli. In primo luogo – dopo un breve excursus di diritto commerciale - si cercherà di evidenziare come la presunzione di cui agli artt. 6, comma 3 e 73, comma 1 del T.U.I.R., presenti alcuni elementi di incoerenza tali da giustificare l’opportunità di un processo di riconsiderazione in una prospettiva de jure condendo. Ci si interrogherà, quindi, in merito alla possibilità di individuare un modulo impositivo alternativo che permetta di rappresentare con più pienezza - rispetto al criterio del collegamento in forza della forma giuridica - il profilo distintivo che caratterizza gli enti collettivi commerciali rispetto alle altre figure di enti collettivi nonché, più in generale, che possa coordinarsi meglio al complessivo modello del reddito d’impresa. In secondo luogo, si indagherà in merito alla sufficienza della forma giuridica commerciale per la collocazione di ogni entrata economica nell’alveo del reddito d’impresa. Ci si soffermerà, a tale riguardo, sulla tematica dell’abuso della forma giuridica, valutando quali possano essere le conseguenze di tale patologia. Tali profili saranno analizzati alla luce del prisma offerto dall’istituto dell’interposizione, differenziando il fenomeno dell’abuso della forma giuridica a seconda che vengano in considerazione situazione di interposizione reale e di interposizione fittizia. Si formuleranno, in ultimo, alcune riflessioni tese ad approfondire i risvolti in sede di diritto punitivo connessi all’abuso della forma giuridica, prendendo in esame, in particolare, la giurisprudenza formatasi in materia di sanzioni tributarie amministrative ed in materia di confisca in sede di diritto penale.
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LENTINI, LUCA SERAFINO. "I contratti di cash pooling nei gruppi di società." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/129464.

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Abstract:
Muovendo dalla complessità e diversificazione del reale, il lavoro si confronta con il fenomeno del «cash pooling» nei gruppi societari, privilegiando un approccio di tipo contrattuale. In questa prospettiva, che muove dalle implicazioni conseguenti all'utilizzo dello strumento contrattuale da parte dell'impresa di gruppo, l'analisi dei profili strutturali dei modelli che compongono l'operatività suggerisce di abbandonare soluzioni di respiro unificante o generale, per riconoscere la pluralità e la variabilità di funzioni che possono contraddistinguere queste operazioni. Sulla base di tale conclusione il lavoro si concentra altresì su alcuni dei più importanti profili disciplinari di un singolo, e diffuso, modello di cash pooling, caratterizzato da un'apertura di credito esclusiva nei confronti della società pooler.
The thesis analyzes cash pooling in company groups. Following an investigation of the current state of the practice through the assessment of various contractual models, the thesis argues against the adoption of a unifying or general model, which would not allow for the recognition of the various functions and goals which can be achieved through cash pooling. Based on the foregoing, the thesis also focuses on some of the most important disciplinary profiles concerning a single, widely-adopted, cash pooling model, characterized by an exclusive line of credit to the pooler.
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Pisani, Federico. "Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato: il modello statunitense." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.

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Abstract:
Il presente studio affronta gli argomenti della concorrenza e delle invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato statunitense. L’attività di ricerca è stata svolta in parte presso la School of Law della Boston University, USA, sotto la supervisione di Micheal C. Harper, professore di diritto del lavoro. L’argomento presenta una crescente rilevanza, considerato che nella nuova organizzazione produttiva, fondata in gran parte sulla conoscenza globalizzata, al lavoro dipendente si chiede ormai sempre maggiore professionalità, innovazione e creatività. La scelta di esaminare questa tematica dalla prospettiva del “laboratorio USA”, è dovuta al primato di cui tale nazione gode a livello internazionale sul piano economico, scientifico e dell’innovazione dei processi lavorativi, che fanno emergere criticità in altri Paesi probabilmente ancora non avvertite. Al fine di inquadrare gli istituti giudici menzionati nel modello statunitense, si è reso opportuno dare conto del sistema delle fonti normative negli USA, con particolare focus sul Restatement of Employment Law, cioè la raccolta di principi fondamentali elaborati negli anni dal common law in materia di rapporto di lavoro. All'esame delle fonti segue la definizione del concetto di lavoratore subordinato (employee) e lavoratore autonomo (independent contractor), necessario per l’inquadramento del campo di applicazione degli obblighi scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui il duty of loyalty, implicato nel rapporto fiduciario. In tale ambito, si è osservata l’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all'adozione dei criteri relativi alla distinzione in esame, prevalentemente concernenti il giudizio sulla rilevanza degli elementi fattuali determinanti per l’accertamento della subordinazione. Delineati i contorni della fattispecie di lavoro subordinato, il presente studio affronta la tematica della tipica forma del contratto di lavoro statunitense, il c.d. employment-at-will, cioè il rapporto a libera recedibilità. Tale peculiarità scaturisce dal principio fondamentale per cui le parti non sono vincolate ad alcun obbligo di fornire la motivazione per il licenziamento. La terza parte del lavoro ha ad oggetto la disciplina della concorrenza del lavoratore effettuata sulla base delle conoscenze acquisite, legalmente o illegalmente, durante il rapporto e le relative tecniche di tutela del datore di lavoro, a fronte della violazione del duty of loyalty, quale obbligo del lavoratore subordinato di esecuzione della prestazione lavorativa nell'interesse esclusivo dell’imprenditore e, conseguentemente, di astensione dal porre in essere condotte pregiudizievoli nei confronti di quest’ultimo. Quanto alle tecniche di tutela esperibili in caso di violazione degli obblighi esaminati, vengono illustrati i rimedi legali e equitativi che il diritto statunitense offre al datore di lavoro. La parte finale del presente studio si occupa della disciplina relativa alla titolarità dei diritti scaturenti dalle invenzioni sviluppate dai dipendenti nel corso del rapporto di lavoro. In questo senso si sono esaminate le definizioni di “invenzione” e “brevetto” ed il loro rapporto nel contesto della regolamentazione giuslavoristica; si è posta in rilievo la differenza tra invenzione come opera di ingegno e proprietà intellettuale tutelata dal diritto d’autore. Inoltre, si sono osservati i meccanismi sottesi alle norme fondamentali che regolano la materia e la loro convivenza con la libertà contrattuale delle parti e il loro potere di disporre dei suddetti diritti.
This work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
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Cioli, Federico. "Identità urbana e patrimonio immateriale. Il rilievo e la rappresentazione delle attività commerciali storiche e tradizionali fiorentine." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1231420.

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Abstract:
La tesi affronta la tematica del rapporto tra la città e le attività commerciali, le quali costituiscono un’importante testimonianza della sua evoluzione storica e culturale, rappresentando tradizioni e abitudini sociali che si riflettono nei fronti urbani e nelle strade. Lo studio, attraverso l’approfondimento del caso studio delle attività storiche di Firenze, pone le basi per comprendere quelle che possono essere le implicazioni legate alla loro tutela. La ricerca ha l’obiettivo di definire un protocollo operativo per la documentazione delle attività commerciali applicabile sia sul piano nazionale che sul panorama internazionale che tenga in considerazione sia gli aspetti materiali della struttura architettonica sia gli aspetti immateriali relativi al prodotto, alle tecniche di lavorazione, alla cultura economica e alla tradizione, ma soprattutto alla storia e all’identità sociale di una città che esiste in quanto sintesi di entrambi questi aspetti. The thesis deals with the issue of the relationship between the city and commercial activities, which constitute an important testimony of its historical and cultural evolution, representing traditions and social habits that are reflected in the urban fronts and in the streets. The study, through an in-depth study of the case study of the historical activities of Florence, sets the stage for understanding what may be the implications related to their protection. The research aims to define an operational protocol for the documentation of commercial activities applicable both nationally and internationally that takes into consideration both the material aspects of the architectural structure and the intangible aspects relating to the product, to the processing techniques, to economic culture and tradition, but above all to the history and social identity of a city that exists as a synthesis of both these aspects.
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Books on the topic "Attività commerciali"

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1946-, Preite Massimo, Tuscany (Italy), and Unioncamere Toscana, eds. Le attività commerciali in Toscana: Atlante territoriale. Firenze: Alinea, 2007.

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Meriana, Giovanni, Pietro Cheli, and Corrado Bonini. Finollo: Cent'anni. Genova: De Ferrari, 1999.

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3

Alessandri, Alberto. Diritto penale e attività economiche. Bologna: Il Mulino, 2010.

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Vicari, Paola, Angelina Ferrillo, and Alberto Valery. Classificazione delle attività economiche: Ateco 2007 : derivata dalla Nace Rev. 2. Roma: ISTAT, 2009.

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5

(Italy), Istituto nazionale di statistica. Classificazione delle attività economiche: Edizione 1991. [Roma]: L'Istituto, 1991.

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6

Gerosa, Roberto. Enti non profit e fallimento: Attività d'impresa e insolvenza degli enti non commerciali. Milano: Il sole 24 ore, 2001.

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7

Istituto nazionale di statistica (Italy). Classificazione delle attività economiche: Ateco 2002 derivata dalla nace rev. 1.1. [Roma]: L'Istituto, 2004.

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8

Clementi, Patrizia. Gli enti religiosi: Natura giuridica e regime tributario, le attività istituzionali e commerciali, la contabilità e il bilancio. Milano: Il Sole 24 ore, 1999.

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9

Generali, Assicurazioni, ed. L' Attività commerciale e industriale nello spazio: Programmi futuri ed esigenze assicurative = Commercial and industrial activities in space : future programmes and insurance requirements :3o convegno internazionale, Roma, 26-27 settembre 1985. [Trieste]: Assicurazioni generali, 1986.

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10

Generali, Assicurazioni, ed. Le attività commerciali ed industriali nello spazio: Implicazioni assicurative : 5⁰ convegno internazionale, Roma, 2-3 marzo 1989 = Commercial and industrial activities in space : insurance implications : 5th international conference, Roma, 2-3 marzo 1989. [Rome?]: Assicurazioni Generali, 1989.

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Book chapters on the topic "Attività commerciali"

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Frank, Uwe, and Evelina Tacconelli. "Principi attivi e nomi commerciali." In La guida Daschner alla Terapia antibiotica in ospedale, 5–24. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1735-1_2.

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