Academic literature on the topic 'Attività bancaria'

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Journal articles on the topic "Attività bancaria"

1

Bellucci, Andrea, Ilario Favaretto, and Germana Giombini. "Imprese innovative ed accesso al credito. Un'indagine empirica." ARGOMENTI, no. 36 (January 2013): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036001.

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Abstract:
Questo lavoro mira ad analizzare l'accesso al credito delle imprese innovative testando l'impatto della natura innovativa delle imprese: (a) sul costo del credito bancario; (b) sulla probabilità di restrizione del credito. L'analisi empirica utilizza le informazioni ottenute dall'unificazione di due database distinti e di diversa derivazione. Il primo database contiene informazioni di natura finanziaria su oltre 15.000 linee di credito concesse da un'istituzione bancaria ad imprese di diversa tipologia dimensionale e giuridica operanti in 23 settori industriali. Il secondo database identifica le imprese che svolgono attività innovativa. Le stime econometriche mostrano che le imprese innovative hanno una minor probabilità di restrizione del credito rispetto a quelle tradizionali. L'innovazione si potrebbe dunque configurare una via per il superamento del credit crunch. Classificazione
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Laband, D. N., and J. P. Sophocleus. "The Social Cost of Rent-Seeking: First Estimates*." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 2 (October 1, 1987): 127–33. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344316.

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Abstract:
Abstract Sin dalle prime formulazioni del problema della ricerca di rendite parassitarie (rent-seeking) gli studiosi si sono concentrati sugli aspetti teorici, senza verificarne empiricamente il costo sociale.Viene qui tentata una prima quantificazione di questo fenomeno, anche se le difficoltà di misurazione fanno ritenere che le stime così ottenute costituiscano soltanto una prima approssimazione.A questo fine viene effettuato un confronto fra attività bancaria, considerata come l’indicatore del livello di produzione reale, ed attività forense, che si suppone indichi situazioni di rent-seeking quando superi un certo livello.Dalle stime effettuate risulta che negli Stati Uniti il costo sociale del rent-seeking sarebbe pari a 902,5 miliardi di dollari 1985, corrispondenti al 22,6 per cento del prodotto interno lordo.
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3

Bottalico, Andrea, and Annalisa Murgia. "Posizionamenti liminali tra autonomia e dipendenza. Il caso del settore bancario e assicurativo." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2023): 35–69. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002002.

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Abstract:
Il dibattito sulla liminalità nei contesti organizzativi ha fornito spunti rilevanti per l'interpretazione delle mutevoli dinamiche del lavoro contemporaneo, rappresentando transizioni e posizionamenti ambigui. Ciò è ancora più rilevante nel caso del lavoro autonomo, a cui si accompagna una diversità di posizioni che oscillano tra autonomia e eteronomia, corrispondenti a diverse forme di liminalità legate alle caratteristiche individuali e ai contesti organizzativi in cui i soggetti svolgono la propria attività professionale. Alla luce di questo dibattito, l'articolo indaga il caso del lavoro autonomo nel settore finanziario offrendo un duplice contributo. In primo luogo, il concetto di liminalità viene esteso a un settore largamente inesplo-rato, ma in cui sono sempre più presenti forme di lavoro ai confini tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. In secondo luogo, il concetto stesso di liminalità viene ridiscusso alla luce del dibattito scientifico e della ricerca condotta - dal momento che non necessariamente esso rappresenta una condizione di passaggio tra uno stato e l'altro, ma può assumere anche le caratteristiche di una condizione perma-nente. Nelle conclusioni, nell'intento di mettere in luce la varietà delle esperienze liminali insite nel lavoro contemporaneo, viene discusso uno schema concettuale che mostra alcune tendenze di fondo che caratterizzano le trasformazioni dei rapporti d'impiego in un mercato del lavoro in rapida evoluzione e sempre più fluido.
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4

Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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5

Patané, Michele. "Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Abstract:
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Bevivino, Vito. "I requisiti degli strumenti di capitale primario di classe 1 Appunti per uno studio del capitale delle banche." Ricerche giuridiche, no. 2 (December 16, 2019). http://dx.doi.org/10.30687/rg/2281-6100/2019/02/005.

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Abstract:
L'esigenza di stabilità del sistema finanziario ed economico scaturita all'esito della più rilevante delle recenti crisi finanziarie ha costituito la premessa della regolazione del capitale bancario elaborata dal Comitato di Basilea. Nel volgere di poco tempo, per rispondere a esigenze analoghe, il legislatore europeo ha rinnovato profondamente la regolazione bancaria europea con il risultato di dar vita al Single Rulebook. Una parte rilevante di questo strumento di armonizzazione è affidata al Regolamento 575/2013 in materia di requisiti prudenziali (Capital Requirement Regulation, inde CRR). Il CRR individua i requisiti di capitalizzazione delle banche determinando le regole per la formazione del capitale bancario e i rapporti di equilibrio tra i vari elementi del finanziamento bancario in base alla rischiosità delle attività. Il capitale primario di classe 1 (common equity tier 1, CET1) è una delle componenti fondamentali del capitale bancario. Lo studio espone gli elementi strutturali del capitale bancario e i requisiti che gli strumenti di capitale devono possedere per poter essere classificati come CET1. Inoltre, lo scritto evidenzia quei profili in cui la disciplina prudenziale si sovrappone a quella societaria e annota quei temi su cui si potrebbero soffermare ulteriori analisi del rapporto tra le discipline.
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Piraino, Fabrizio. "Contratto ed emergenza sanitaria in Italia." Revista de Direito da Cidade 13, no. 3 (September 23, 2021). http://dx.doi.org/10.12957/rdc.2021.62316.

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Abstract:
Questo articolo si propone di analizzare il disastro globale causato dall'epidemia di COVID-19 che ha turbato l'esistenza di quasi tutta l'umanità. Esaminare le significative limitazioni alle libertà individuali e collettive per proteggere la salute pubblica e, in secondo luogo, mitigare il più possibile l'impatto della pandemia sulle attività economiche. L'attenzione dell'articolo si concentrerà esclusivamente sulle norme che impattano sulla disciplina generale delle obbligazioni e dei contratti, tralasciando le importantissime disposizioni in materia di rapporti di lavoro, contratti di mutuo, contratti bancari e assicurativi, ecc. Verificherà fino a che punto la situazione sociale, sanitaria, economica e istituzionale determinata dalla pandemia rappresenti uno stato di emergenza, non dissimile dal dopoguerra, ma che non deve e non può essere considerato uno stato di eccezione.
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Iaia, Vincenzo. "Attività bancarie accessorie, standard di diligenza e presidi informativi a tutela dell’investitore L’obbligo di protective disclosure nella promozione dei diamanti da investimento." Ricerche giuridiche, no. 1 (June 15, 2020). http://dx.doi.org/10.30687/rg/2281-6100/2020/01/004.

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Abstract:
This article focuses on a worthwhile decision of the Court of First Instance of Modena concerning the bank’s protective disclosure obligation while offering ancillary activities. Particularly, it refers to the promotion of investment diamonds offered by third companies. The Court stated that the bank is subject to the obligation to assess the effective value of the promoted diamonds and to inform its clients accordingly. Otherwise the bank would be jointly liable with the company which has sold the investment diamonds for the value difference between the price paid by the bank’s clients and their real value. This decision strengthens the bond between disclosure and liability towards a greater protection of bank customers in order to maintain confidence in the banking system.
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Ripa, Pietro. "Art Banking: la crescita del mercato dell'arte e i suoi effetti sull'industria finanziaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (August 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt1-2017oa5144.

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Abstract:
L'art banking è stata definita in letteratura come quella branca che include una tipologia di contratti e attività diverse, a disposizione del cliente finale ed erogate da intermediari finanziari, che mira a valutare i beni artistici come parte stabile e duratura del patrimonio del cliente, suggerendo di volta in volta una gestione che ottimizzi la sostenibilità del suo investimento, la sua messa in sicurezza, l'orizzonte temporale più consono e la metodologia più idonea per una eventuale liquidabilità futura della collezione. Ma perché l'art advisory bancario non si riduca ad un mero esercizio di applicazione di contratti è fondamentale che questo insieme di "prestazioni accessorie", siano svolte da un soggetto che sappia interpretare i reali bisogni della clientela, prevederne la evoluzione e valutare con lui l'insieme di servizi e di consulenze adatti alla peculiarità del suo patrimonio.Questo ruolo è svolto dal Relationship Manager che deve pertanto essere un problem solver in grado di strutturare e fornire soluzioni appropriate alla clientela, capace di adeguarsi da un'ottica incentrata sul prodotto finanziario ad una che si fonda sulla centralità del cliente e sulle consulenze volte a coniugare le sue necessità di gestione del portafoglio con gli investimenti di passione, siano essi riferibili al contesto artistico al top real estate. Il presente articolo mira proprio a delineare le dinamiche in atto in tal senso da parte delle istituzioni finanziarie più all'avanguardia, avendo sempre presente i limiti e le opportunità dell'attuale contesto di mercato e individuando possibili futuri sviluppi che coinvolgeranno sia la presenza di operatori finanziari sempre più qualificati nel mondo dell'arte e sia una componente artistica sempre più determinante nei prodotti finanziari.
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Dissertations / Theses on the topic "Attività bancaria"

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Rosin, Andrea <1983&gt. "Responsabilità amministrativa dell'ente: il legame tra attività bancaria, reati e segnalazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14562.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza quanto stabilito dal decreto legislativo 8 giugno2001, n. 231/01. Nello specifico si affronta il tema con il quale il legislatore adegua la normativa interna alle convenzioni internazionali in merito alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, anche prive di personalità giuridica, attuando quanto richiesto dall'articolo 11, legge 29 settembre 2000, n. 300. Il primo capitolo, suddiviso in tre parti, analizza nel dettaglio il D.Lgs. 231/01. Nella prima parte si procede con la definizione dei principi generali, si determina l'ambito di applicazione del decreto e successivamente si individuano i soggetti ai quali tale provvedimento si rivolge. Nella seconda parte, invece, vengono prese in considerazione le sanzioni previste per chi commette un reato che rientra nelle fattispecie disciplinate da tale decreto. Infine, la terza parte individua le diverse tipologie di reato che si possono commettere e che sono regolamentate dal D.Lgs. 231/01. Il secondo capitolo analizza come un ente, e in questo caso un istituto di credito, attua e predispone misure con l'obiettivo di sensibilizzare tutti coloro che operano per conto della banca affinché tengano comportamenti lineari e corretti durante lo svolgimento delle proprie mansioni. Infine, il terzo capitolo identifica i reati contemplati dal D.Lgs. 231/01 ed individua le diverse attività, svolte nel settore bancario, ad essi potenzialmente associabili.
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Tiscione, Giuseppe. "Esercizio del credito e delega "esterna" nella società bancaria." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200777.

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Abstract:
L'esercizio del credito e l'assunzione del relativo rischio quale elemento caratterizzante l'attività e la vigilanza bancaria. La decisione sul credito nella governance della società per azioni bancaria. La delega esterna di poteri in materia di esercizio del credito nella società per azioni bancaria.
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3

Tibaldo, Erika <1988&gt. "Quo vadis? Le fondazioni di origine bancaria per il settore Arte, attività e beni culturali in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4165.

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Abstract:
Le fondazioni bancarie costituiscono l'1,9% del totale delle fondazioni italiane, tuttavia esse gestiscono la metà del patrimonio complessivo di tali istituzioni. Nate a seguito della riforma del sistema bancario italiano, esse hanno ereditato dagli enti originari un forte legame con il territorio di appartenenza, al quale dedicano le risorse a loro disposizione in virtù del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale. La ricerca condotta si concentra sul settore Arte, attività e beni culturali, analizzandone alcune dimensioni specifiche: sotto-settori, tipologie di intervento, localizzazione e dimensione degli enti stessi, al fine di presentare un quadro il più possibile completo delle linee di azione presenti,per potersi interrogare sui possibili spazi futuri di azione per le fondazioni di origine bancaria. I dati emersi sono stati successivamente proposti alle fondazioni stesse per un confronto, mentre sono stati scelti tre casi per un'indagine più approfondita.
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Sgarabotto, Marta <1991&gt. "Le Fondazioni di origine bancaria per il settore Arte, Attività e Beni Culturali. Analisi della Fondazione Cariverona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7763.

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Abstract:
Il lavoro analizza l'importanza e gli effetti dell'attività delle Fondazioni di origine bancaria in merito al settore Arte e Attività Culturali. Il primo capitolo riassume la storia delle Fondazioni di origine bancaria, dalle origini fino alla legislazione attuale. Il secondo capitolo analizza nello specifico le attività delle Fondazioni ex bancarie nel settore Arte e Attività Culturali, sottolineando l'importanza della valorizzazione di questo settore per lo sviluppo anche economico del Paese. Il terzo capitolo analizza nello specifico la Fondazione Cariverona e le sue attività in merito al settore in questione. Il quarto ed ultimo capitolo trae alcune conclusioni in merito al ruolo delle Fondazioni di origine bancaria riguardo al settore Arte e Attività Culturali, e cerca di delineare alcune strategie utili per il futuro.
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5

Rossi, Ludovica <1992&gt. "Le fondazioni di origine bancaria per il settore arte, attività e beni culturali: analisi della Fondazione Friuli." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13691.

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Abstract:
L'elaborato intende indagare ed analizzare il ruolo concreto e fattivo che la Fondazione Friuli ha saputo svolgere e svolge tutt'ora nel territorio friulano al fine di promuovere e valorizzare l'Arte e la cultura in esso presenti.
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6

Contin, Riccardo <1993&gt. "Segreto d'ufficio ed attività di vigilanza in ambito bancario: norme e casi di studio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14909.

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Abstract:
Il presente elaborato analizza delle recenti sentenze di segreto d'ufficio applicato all'ambito di vigilanza nel settore bancario e finanziario, concentrandosi successivamente sull'aspetto normativo a livello nazionale e comunitario in tema di attività di vigilanza e obblighi di riservatezza, realizzato anche attraverso un confronto tra i casi specifici.
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7

Signori, Luca <1988&gt. "ATTIVITA IMMATERIALI E L'AVVIAMENTO NEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI E L'APPLICAZIONE DELL'IMPAIRMENT TEST NELLE IMPRESE BANCARIE IN ITALIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6926.

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Abstract:
Le imprese bancarie, per loro natura, dipendono estremamente dalle valutazioni di bilancio per i loro risultati economici, molto più che negli altri settori. Per questo motivo il primo capitolo descrive le tappe più importanti dell'evoluzione del bilancio avvenuto negli ultimi anni, in particolare di quello bancario che deve rispondere a criteri più restrittivi rispetto ad altri settori. Successivamente si è approfondito il tema della contabilizzazione delle immobilizzazioni immateriali e dell' avviamento, secondo i principi contabili internazionali e si è introdotto la procedura di impairment che ha modificato notevolmente la valutazione delle attività iscritte in bilancio. Nel quarto capitolo si è voluto osservare come tali principi, in modo particolare lo IAS 36, sono stati effettivamente interpretati dai maggiori gruppi bancari italiani e come questi hanno ritenuto di pubblicare le informazioni relative ai metodi di valutazione delle attività immateriali a vita indefinita.
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Books on the topic "Attività bancaria"

1

Amorosino, Valentina. Le attività di impresa delle fondazioni di origine bancaria. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2013.

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2

Mucciarelli, Guido. Attività e impresa nelle fondazioni bancarie. Milano: Giuffrè, 2005.

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3

Alessandro, Nigro, and Volpe Putzolu Giovanna, eds. Profili di concorrenza e di integrazione fra attività bancaria e attività assicurativa. Milano: A. Giuffrè, 1985.

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4

Pennisi, Roberto. Attività di direzione e poteri della capogruppo nei gruppi bancari. Torino: G. Giappichelli, 1997.

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5

Giancarlo, Autino, and De Angeli Sergio, eds. Evoluzione dei rapporti tra attività bancaria e assicurativa in Italia e nei principali paesi della CEE. Milano: Ciriec, 1990.

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6

Torre, Mario La. Securitisation e banche: La titolarizzazione degli attivi bancari : tecniche operative, quadro normativo e riflessi gestionali. Bologna: Il Mulino, 1995.

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7

Convegno, dedicato alla nuova disciplina in materia bancaria (1993 Turin Italy). Diritto penale e attività bancaria: D. lg.vo 14 dicembre 1992, N. 481 e T.U. approvato con D. lg.vo 1 settembre 1993, N. 385. Padova: CEDAM, 1994.

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8

Diritto penale e attivita bancaria: D. lg.vo 14 dicembre 1992, N. 481 e T.U. approvato con D. lg.vo 1 settembre 1993, N. 385 (Casi, fonti e studi per il diritto penale). CEDAM, 1994.

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