Academic literature on the topic 'Assicurazione sociale'

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Journal articles on the topic "Assicurazione sociale"

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del Gobbo, Giovanna. "Cultura della Qualità e Faculty Development: Sinergie da Sviluppare." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2021): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12063.

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Abstract:
L'assicurazione della qualità e la gestione della qualità, elementi chiave per l'attuazione e gli sviluppi del Processo di Bologna, sono sempre di più considerate sfide centrali nella governance dell'alta formazione. L'importanza di promuovere una cultura della qualità ha acquisito, parallelamente e sinergicamente, un'attenzione crescente negli ultimi due decenni. Una cultura della qualità può essere sostenuta favorendo processi di sense making e comprensione del sistema complessivo della didattica, favorendo l'accesso critico e l'interpretazione degli artefatti, delle norme, delle procedure con cui la specifica comunità sociale e culturale realizza le proprie pratiche e risolve i problemi, dei dispositivi relativi alla valutazione e assicurazione della qualità. Nel presente articolo si offrono alcuni elementi di riflessione e problematizzazione a partire dall'esperienza di formazione per docenti e neoassunti realizzata presso l'Università di Firenze.
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Ventura, Sofia. "LE POLITICHE DELLA SCUOLA IN EUROPA. UN'ANALISI COMPARATA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 307–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024849.

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Abstract:
IntroduzioneLe politiche dell'istruzione costituiscono un ambito di studio rispetto al quale la scienza politica, nonché la più specifica disciplina dell'analisi delle politiche pubbliche, presentano notevoli lacune.Da un lato, nella letteratura internazionale le numerose ricerche di education policy si sono concentrate prevalentemente su studi del caso singolo e hanno dedicato minore attenzione all'analisi comparata delle politiche scolastiche. Le quali, inoltre, sono state assai poco esplorate nell'ambito dei più generali studi comparati dedicati al welfare state, che hanno piuttosto privilegiato lo studio delle politiche relative ai sistemi di assicurazione sociale; come ha rilevato Alber: «la sola ricerca empiricamente consolidata» in tale settore (Alber 1987, 15).Dall'altro, nella letteratura politologica italiana la politica scolastica costituisce un terreno pressoché inesplorato. In Italia essa è stata, infatti, dominio dei pedagogisti, che hanno privilegiato approcci di tipo normativo, dei filosofi e, in misura minore, degli storici, il prevalente taglio descrittivo dei quali non ha, però, favorito lo sviluppo di analisi di tipo esplicativo (Benadusi 1989a, 258; Trivellato 1989, 226).
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Slaby, Jan. "Appunti per una critica delle neuroscienze." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 20 (December 2010): 105–26. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020008.

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Abstract:
Questo studio introduce le motivazioni e l'idea sottese al varo recente di un'iniziativa interdisciplinare dal titolo Neuroscienza Critica. (www.criticalneuroscience. org). Si tratta di un approccio che si sforza di capire, spiegare, contestualizzare e - qualora chiamata farlo - criticare, gli sviluppi attuali nel campo nelle neuroscienze e in quei settori sociali in cui tali sviluppi si applicano, allo scopo di creare le competenze necessarie a trattare responsabilmente le nuove sfide e interessi emergenti in materia di scienze del cervello. Neuroscienza critica si rivolge agli studiosi di discipline umanistiche cosě come (e non si tratta di figure di minore importanza) a coloro che svolgono una pratica in campo neuroscientifico, a chi si occupa di polizze di assicurazione, e a coloro che operano nel settore pubblico in senso lato. La neuroscienza suscita davvero effetti a largo raggio, oppure stiamo collettivamente sovrastimando il suo impatto, a spese di altri importanti vettori di mutamento sociale e culturale? Quali sono i canali e i tramiti grazie ai quali le neuroscienze interagiscono con le idee correnti in tema di personalitŕ, identitŕ e benessere? Inoltre, cosa altrettanto importante, Neuroscienza critica si sforza di rendere i risultati di tali valutazioni, rilevanti per la pratica scientifica stessa. Essa aspira a motivare i neuro scienziati, a lasciarsi coinvolgere nell'analisi dei fattori contestuali, delle traiettorie storiche, delle difficoltŕ concettuali e delle conseguenze potenziali in connessione con il lavoro empirico. Questo studio comincia ad abbozzare un fondamento filosofico che sostenga il progetto di delineare esempi d'interazione che hanno luogo fra neuroscienze e contesto sociale e culturale nel quale esse sono inserite, esponendo alcune delle assunzioni e dei modelli interpretativi che sottostanno agli approcci dominanti. Un recente lavoro antropologico verrŕ discusso, al fine di porre i profani nelle condizioni di capire il senso di interazioni de facto interno al sapere neuroscientifico, le sue proiezioni future, nonché la propria auto comprensione. Questo puň costituire un primo passo verso una fenomenologia di quella "allure seducente" che le neuroscienze stanno esercitando sia sul mondo accademico sia nell'immaginazione popolare.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonche al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da cio emerge che la forma dello Stato sociale italiano e stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonché al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da ciò emerge che la forma dello Stato sociale italiano è stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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Marocco, Patrizia. "L'informazione genetica e l'assicurazione vita: normative internazionali e diritto di assicurazione nell'era della genetica post-genomica." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (October 2010): 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/ses2010-003011.

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Posner, Richard A. "The Justice of Economics*." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 1 (April 1, 1987): 15–25. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117516.

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Abstract:
Abstract L’ipotesi. di massimizzazione della ricchezza sostiene che una transazione o qualche altra modifica nell’uso o nella proprietà delle risorse dev’essere giudicata positivamente se in conseguenza di essa aumenta la ricchezza della collettività.Quest’ipotesi è stata sottoposta a numerose critiche, la prima delle quali, in ordine logico, è che essa attribuisce un ruolo eccessivo alla capacità delle persone di compiere scelte razionali, non distinguendo tra le valutazioni «ex-ante» e quelle «ex-post».Un’obiezione più seria è che le scelte sono vincolate dalla distribuzione della ricchezza. Si tratta di un problema complesso, per la cui soluzione è necessario tener conto di numerose circostanze. Sembra comunque plausibile, in un sistema basato sull’ipotesi di massimizzazione della ricchezza, ipotizzare la preferenza per un sistema di assicurazioni sociali contro le incertezze della vita.Infine, l’obiezione secondo cui l’ipotesi di massimizzazione non tiene conto dei diritti individuali inalienabili non sembra pertinente, dato che le possibilità di scelta degli individui devono comunque rientrare nei limiti posti dalla Costituzione federale.
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Morisi, Massimo. "LE AUTORITÀ INDIPENDENTI IN ITALIA COME TEMA DI RICERCA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 225–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024825.

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Abstract:
IntroduzioneLe funzioni di cui si occupano le autorità indipendenti nel nostro paese, formano un elenco abbastanza impressionante. A tali istituzioni viene infatti affidata una complessa gamma di funzioni decisionali in una molteplicità di settori di regolazione economica e sociale di cruciale importanza. Moneta e credito, concorrenza e assicurazioni, borsa, valori mobiliari e fondi pensione, comunicazioni di massa e informatica pubblica, appalti di lavori pubblici e tariffe di energia elettrica e gas, scioperi nei servizi pubblici e contrattazione sindacale nelle pubbliche amministrazioni, monitoraggio e innovazione neirambiente e nel funzionamento del sistema sanitario sono solo i più evidenti items di un profondo spostamento di poteri dall'apparato politico e amministrativo di governo verso una rete articolata, e in continua diramazione, di nuove e separate arene di rappresentazione, intermediazione o aggiudicazione, secondo i casi, di interessi. Chi domani volesse impegnarsi in ricerche empiriche sulle politiche pubbliche in questi settori decisivi per il sistema economico e sociale di questo paese, dovrebbe primariamente sottoporre ad analisi l'azione delle authorities e le reti di relazioni con gli interessi organizzati e diffusi in cui esse sono chiamate ad operare. Il campo visivo della rilevazione andrebbe profondamente riorientato. Solo ex post andrebbe ponderato il ruolo delle istituzioni classiche della forma di governo, come i partiti, gli organi dell'Esecutivo e il Parlamento. L'analisi empirica, a fronte di casi e circostanze determinate, potrebbe anche sancirne la (de) qualificazione alla sola stregua di attori e arene integrative.
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Lacey, Eric F. "The Italian Competition Law Compared with Other OECD Countries’ Competition Laws." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 147–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345090.

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Abstract:
Abstract L’ltalia è il penultimo Paese membro dell’OCSE che abbia adottato una legge sulla protezione della concorrenza (adesso solo la Turchia non ha alcuna legge al riguardo).Peraltro, la legislazione vigente nei Paesi OCSE non è del tutto identica. Vi è, per esempio, una notevole differenza tra la legislazione anti-trust degli Stati Uniti, con proibizione (rafforzata da sanzioni penali) della fissazione di prezzi e di ripartizione dei mercati, ed il progetto di legge belga contro l’abuso di potere economico, che da luogo ad un tipo di controllo molto tenue.Per quanto riguarda, in particolare, le norme attinenti alle concentrazioni, l’ltalia è il quindicesimo Paese OCSE ad avere una normativa. Questo significa non soltanto che nove Paesi OCSE devono ancora convincersi dell’utilità del controllo delle concentrazioni, ma che, date le divergenze tra le diverse normative in vigore, sono anche diversi i criteri e le procedure mediante cui possono essere valutate fusioni ed acquisizioni.Si può affermare che l’impostazione della legge italiana, di carattere dichiaratamente proibitivo, quanto ad accordi restrittivi ed abuso di posizione dominante segue l’attuale tendenza dei Paesi OCSE a favore di questo metodo di controllo piuttosto che del metodo del caso per caso, che e ancora vigente nei Paesi nordici, in Irlanda e nel Regno Unito.Per quanto attiene, invece, alle concentrazioni, l’impostazione di carattere proibitivo non si estende normalmente al loro controllo. Molti ordinamenti preferiscono il sistema del «caso per caso» e così fa anche la legge italiana, anche se questa procedura richiede un giusto equilibrio tra l’esigenza di completare in tempi stretti l’indagine, per non danneggiare le imprese interessate, e l’altrettanto legittima esigenza di avere tempo sufficiente per un esame accurato. Su questo ultimo aspetto, i tempi previsti dalla legge italiana sembrano più brevi della media dei Paesi OCSE. In particolare, il periodo di tempo previsto dalla legge italiana perché l’Autorità effettui l’indagine è di quarantacinque giorni, mentre il tempo mediamente previsto nei Paesi OCSE è di tre mesi.Un elemento molto positivo della legge italiana è quello di sottoporre le concentrazioni ad una valutazione di natura strettamente concorrenziale, senza introdurre dementi di natura politica o sociale. Inoltre, in molti Paesi il Governo ha il potere di dire l’ultima parola sull’autorizzazione o meno delle concentrazioni.Bisogna anche notare che, mentre molti Paesi hanno costruito poco per volta la loro legislazione concorrenziale, partendo dagli accordi orizzontali per poi estendere il controllo all’abuso del potere di mercato e giungendo quindi al controllo delle concentrazioni, la legge italiana include tutti e tre questi tipi di restrizioni della concorrenza. Essa riguarda, inoltre, sia il mercato dei beni che quello dei servizi.La legge italiana si applicherà sia alle imprese private che a quelle pubbliche, con l’eccezione dei monopoli pubblici. Per quanto riguarda le banche e le assicurazioni, la legge italiana riserva ad essi un trattamento analogo a quello di altre leggi della concorrenza, anche se adesso sembra emergere la tendenza a restringere le esenzioni dalle leggi sulla concorrenza di cui godono questi settori.L’Autorità italiana per l’applicazione della legislazione concorrenziale ha ampi poteri di investigazione, di decisione e anche di sanzione, attraverso la comminazione di multe, nonche importanti funzioni consultive. In altri ordinamenti vi è una distinzione tra gli organi che nelle diverse fasi applicano la legislazione della concorrenza. La legge italiana, dato che l’Autorità è responsabile delle varie fasi, potrà essere applicata più facilmente, anche se si potrebbe rilevare che la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisionali dà maggiori garanzie (in ogni caso, le parti hanno comunque diritto di ricorrere contro le decisioni dell’Autorità).L’applicazione di sanzioni, che è un aspetto essenziale del sistema di controllo, è modellata nella legge italiana sulla base della normativa CEE e sembra adeguata.Per quanto riguarda il particolare trattamento riservato alle istituzioni finanziarie, sebbene in diversi Paesi vi siano norme speciali nei riguardi delle concentrazioni bancarie (con approvazione da parte delle autorità bancarie, in sostituzione delle autorità che si occupano della concorrenza o in aggiunta all’approvazione di queste ultime), non si riscontra in altri ordinamenti una norma come quella secondo cui anche l’acquisizione di una quota del cinque per cento del capitale debba essere sottoposta ad autorizzazione. Soltanto l’Olanda, forse, ha una regola analoga, mentre l’Australia ha una regola che stabilisce un limite generale del quindici per cento per un solo investitore.Nel complesso, la legge italiana per la concorrenza sembra fornire una buona base per una efficiente politica della concorrenza. Evidentemente, tutto dipenderà dal modo in cui l’Autorità assicurerà che le norme siano effettivamente applicate, soprattutto per quanto riguarda l’art. 4 (che prevede deroghe per le intese) e l’art. 8, paragrafo 2, sulle deroghe per le imprese che forniscono servizi d’interesse economico generale. Sarebbe molto spiacevole se questa norma fosse utilizzata per non applicare la legge allo stesso modo, sia alle imprese private che a quelle pubbliche.
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"Osservatorio italiano; Leggi, regolamenti e decreti statali /Circolari; Cittadini extracomunitari; Asilo; Lavoro e previdenza sociale; Minori; Ricongiungimento familiare; Soggiorno; Varie." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (June 2009): 291–318. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002022.

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Abstract:
Osservatorio italiano Leggi, regolamenti e decreti statali1. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 20.3.2009 - Programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali per l'anno 20092. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 1.4.2009 n. 3751 - Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile - stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunitŕ nomadi nel territorio delle Regioni Campania, Lazio e LombardiaCircolariCittadini extracomunitariAsilo1. Ministero interno 9.2.2009 n. 755 - permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo allo straniero giŕ titolare di carta di soggiorno2. Ministero interno 13.3.2009 n. 1497 - certificazione del riconoscimento dello status di rifugiato Lavoro e previdenza sociale3. Ministero interno 9.4.2009 - decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 2009 - programmazione flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali per l'anno 20094. Ministero interno 19.3.2009 - d.p.c.m. 3.12.2008. Programmazione flussi di ingresso per lavoratori extracomunitari non stagionali per l'anno 2008. Trasmissione del manuale operativo per la chiusura delle procedure del decreto flussi 2007 e l'avvio di quelle del 20085. Ministero lavoro, salute e politiche sociali 19.3.2009 n. 6 - d.p.c.m. 3.12.2008 - programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali per l'anno 20086. Ministero lavoro, salute e politiche sociali 9.4.2009 n. 11 - d.p.c.m. 20.3.2009 - programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali per l'anno 2009" Minori7. Ministero interno 13.2.2009 - minori extracomunitari non accompagnatiRicongiungimento familiare8. Ministero interno 17.2.2009 - nulla osta al ricongiungimento familiare a favore di stranieri segnalati nel SIS9. Ministero interno 17.2.2009 - nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare - art. 29 TU immigrazione, come mod. dal d.lgs. n. 160 del 3.10.2008. Assicurazione sanitaria10 Ministero lavoro, salute e politiche sociali 24.2.2009 n. 4537 - nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare - art. 29 T.U. immigrazione, come mod. dal d.lgs. n. l60 del 3.10.2008. Assicurazione sanitaria per ricongiungimento genitore ultrasessantacinquenne11. Ministero interno 3.3.2009 - procedimenti di nulla osta al ricongiungimento familiare. Protocolli d'intesa con i Comuni. Modifica della procedura12. Ministero lavoro, salute e politiche sociali 4.5.2009 - nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare - art. 29 del T.U. immigr. mod. dal d.lgs. n. 160 del 3.10.2008Soggiorno13. Ministero interno - 2.3.2009 n. 1164 - rientro in Italia degli studenti stranieri che hanno lasciato il territorio nazionale nelle more del primo rilascio del permesso di soggiorno14. Ministero interno 30.1.2009 - uscita dal territorio nazionale degli stranieri che hanno richiesto il rinnovo del titolo di soggiorno ovvero il primo rilascio per lavoro subordinato, per lavoro autonomo o ricongiungimento familiare15. Ministero interno 11.3.2009 - uscita dal territorio nazionale degli stranieri che hanno richiesto il rinnovo del titolo di soggiorno ovvero il primo rilascio per lavoro subordinato, per lavoro autonomo o ricongiungimento familiare. Modalitŕ di attraversamento delle frontiere esterne italiane16. Ministero interno 11.3.2009 n. 1280 - istanza di conversione del permesso di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro. Art. 14, co. 5 del d.p.r. n. 394/9917. Ministero interno 13.3.2009 n. 481 - nuova procedura di rilascio di carta di identitŕ per i membri delle missioni straniere in Italia18. Ministero lavoro, salute e politiche sociali 16.4.2009 - assistenza sanitaria in Italia ai titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attivitŕ lavorativaVarie19. Ministero interno 2.4.2009 n. 5 - Consigli territoriali per l'immigrazione
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Dissertations / Theses on the topic "Assicurazione sociale"

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Lüthje, Gesina U. "Reformprozess in der betrieblichen Vorsorge der Schweiz." Zürich Chur Rüegger, 2008. http://deposit.d-nb.de/cgi-bin/dokserv?id=3143726&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.

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Geron, Devis. "Assessing Social Security Reforms under Uncertainty." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422014.

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Abstract:
The Thesis analyzes the insurance provided by pension systems against macroeconomic and demographic risks. This purpose is accomplished by simulating individual life-cycle behaviors in a steady-state partial equilibrium model with uncertainty on wages, financial market returns and life expectancy, calibrated so as to reproduce stylized facts of the Italian economy. In particular, stochastic (macroeconomic and demographic) variables, such as wages, financial market returns, social mobility and survival probabilities follow processes that have been estimated based on available data for Italy, mostly over the period 1990-2004. The Thesis is composed of three essays. The first two papers focus on comparing the insurance provided against wage-related risk by a typical Defined Benefit pension system (modeled according to the old Italian pension scheme before the 1992 Amato reform), providing benefits based on the risky wages earned in the last years before retirement on the one hand; and a typical Notional Defined Contribution system (modeled according to the new Italian pension scheme introduced by the 1995 Dini reform), providing benefits based on all working-life contributions, capitalized at a “notional” rate of return i.e. the growth rate of the economy, on the other hand. The first paper considers a model with a representative individual facing uncertainty on aggregate wages and financial market returns as well as mortality risk. The new NDC Italian pension system turns out to improve “ex-ante” individual welfare (namely, individual welfare measured at the beginning of lifetime) with respect to the old DB scheme, from a purely risk-insurance perspective. This relative gain stems from the new regime pooling a longer series of risky wages in computing benefits, thereby yielding a better wage-risk diversification which causes a reduction (in expected terms) in the variance of pensions. The second paper extends the scope of the analysis by considering a model with heterogeneous agents belonging to different social (i.e. labor-income) classes, facing uncertainty on class-specific wages and stochastic intra-generational social mobility during working life, besides riskiness related to financial market returns and life expectancy. In this setting the previous result reverses, in that the new NDC system turns out to decrease welfare in “ex-ante” terms with respect to the old DB system from a purely risk-insurance perspective, for individuals belonging to all social classes. This result is due to the fact that the new pension scheme causes a higher correlation between pensions (the social security “asset”) and working-life wages (deemed as a proxy for “human capital”), thereby increasing the overall uncertainty individuals are confronted with during their whole lifetime. Such effect prevails (therefore yielding a welfare loss) as a substantial part of the overall wage uncertainty stems from stochastic social class mobility. Generally, social security in the model (under both the old and the new system) is slightly desirable only for individuals whose labor income conditions worsen during working life, in terms of individual welfare being measured after agents discover the final social class in which they have ended up. The analysis of the third paper overall investigates the determinants of the individual choice of contributing to supplementary private pension funds, by evaluating the effects of the latest (2004) pension reform in Italy on the behavior of a representative agent facing uncertainty on aggregate wages, financial market returns and life expectancy. The 2004 reform let individuals choose between contributing to two alternative complementary schemes (each in addition to the mandatory contribution to the public social security system), namely the firm-based severance pay scheme (the so-called TFR) on the one hand, and complementary private pension funds on the other hand. Investing in pension funds turns out to be slightly welfare improving with respect to contributing to the severance pay scheme in the model. This result is uniquely due to the fact that pension funds offer a preferred risk-return combination, since individuals in the model generally turn out to prefer receiving the capitalized amount in lump-sum fashion at retirement (as under the severance pay scheme) rather than in the form of annuities from retirement onwards (as under pension funds). The preference towards lump-sum i.e. more liquid retirement assets, despite supplementary private annuities providing insurance against longevity risk (namely the risk of workers outliving their savings after retirement), is due to two main reasons: a) the pre-existence of (sizeable) public annuities, reducing the relative value of additional longevity-risk insurance from private pensions; and b) the convenience of investing considerable resources (out of a lump-sum payout) in rewarding financial markets upon retirement.
La Tesi si propone di analizzare la capacità dei sistemi pensionistici di assicurare gli individui contro rischi di natura macroeconomica e demografica. A tal fine, il lavoro effettua delle simulazioni di comportamenti individuali lungo il ciclo di vita, in un modello di equilibrio parziale in stato stazionario, caratterizzato da incertezza su salari, rendimenti finanziari e aspettativa di vita. Il modello è calibrato in modo da riprodurre fatti stilizzati dell'economia italiana. In particolare le variabili stocastiche (macroeconomiche e demografiche), quali salari, rendimenti finanziari, mobilità sociale e probabilità di sopravvivenza seguono processi stimati sulla base dei dati disponibili per il contesto socio-economico italiano, per lo più nell'arco del periodo 1990-2004. La Tesi si compone di tre saggi. I primi due lavori si prefiggono di confrontare la capacità di assicurare rischi collegati ai salari, ad opera da un lato di un tipico sistema pensionistico di tipo retributivo (di seguito nell'abbreviazione inglese DB, Defined Benefit) che eroga pensioni basate sui salari percepiti negli ultimi anni di lavoro prima del pensionamento, modellato sul sistema pensionistico italiano precedente alla riforma Amato del 1992; dall'altro lato, ad opera di un tipico sistema pensionistico contributivo a capitalizzazione figurativa dei contributi (di seguito nell'abbreviazione inglese NDC, Notional Defined Contribution) che eroga pensioni basate sui contributi versati nel corso dell'intera vita lavorativa e capitalizzati ad un tasso figurativo (“notional”) quale il tasso medio di crescita dell'economia, modellato sul nuovo sistema pensionistico italiano introdotto dalla riforma Dini nel 1995. Il primo lavoro considera un modello con un agente rappresentativo, soggetto a incertezza su salari aggregati e rendimenti finanziari nonché al rischio di mortalità. Il nuovo sistema pensionistico italiano di tipo NDC risulta migliorare il benessere individuale “ex-ante” (ossia, il benessere individuale misurato all'inizio della vita economica) rispetto al precedente sistema di tipo DB, in termini puramente assicurativi. Questo guadagno deriva dal fatto che il nuovo regime pensionistico, nel calcolo delle pensioni, aggrega (in “pooling”) una serie più estesa di salari rischiosi, determinando in tal modo una migliore diversificazione del rischio sui salari, che causa una riduzione in termini attesi nella varianza delle pensioni stesse. Il secondo lavoro estende la portata della precedente analisi considerando un modello con agenti eterogenei appartenenti a diverse classi sociali (ossia, a diverse classi di reddito lavorativo), soggetti a incertezza sia sui salari specifici di ciascuna classe sia sulla mobilità sociale (stocastica) intra-generazionale durante la vita lavorativa, oltre che alla rischiosità dei rendimenti finanziari e dell'aspettativa di vita. In questo scenario il precedente risultato si ribalta, in quanto il nuovo sistema NDC risulta peggiorare il benessere “ex-ante” rispetto al precedente sistema DB in termini puramente assicurativi, per individui appartenenti a tutte le classi sociali. Questo risultato è dovuto al fatto che il nuovo schema pensionistico comporta una più alta correlazione tra pensioni (“asset” previdenziale) e salari percepiti nel corso dell'intera vita lavorativa (considerati come proxy per il “capitale umano” individuale), in tal modo aumentando la quantità complessiva di incertezza cui gli individui sono soggetti nel corso della loro intera vita, e questo effetto prevale (causando una perdita di benessere) quando gran parte dell'incertezza salariale è legata alla mobilità sociale stocastica intra-generazionale. In generale, il sistema previdenziale nel modello (sia del tipo DB che del nuovo tipo NDC) risulta leggermente desiderabile esclusivamente per gli individui le cui condizioni reddituali peggiorano durante la vita lavorativa, in termini di benessere individuale misurato dopo che gli agenti hanno scoperto la classe sociale finale cui si trovano ad appartenere. L'analisi del terzo lavoro è complessivamente volta ad investigare le determinanti della scelta individuale di contribuire a forme di previdenza privata complementare, attraverso la valutazione degli effetti dell'ultima riforma previdenziale in Italia (2004) sul comportamento di un agente rappresentativo soggetto a incertezza su salari aggregati, rendimenti finanziari e aspettativa di vita. La suddetta riforma permette agli individui di scegliere tra due schemi alternativi a cui versare contributi (obbligatori), in aggiunta ai contributi per il sistema pensionistico pubblico, ossia lo schema del Trattamento di Fine Rapporto da un lato, e i fondi pensione complementari dall’altro. Investire nei fondi pensione risulta aumentare leggermente il benessere degli individui nel modello, rispetto alla scelta di contribuire allo schema del TFR. Questo esito è dovuto unicamente al fatto che i fondi pensione offrono una migliore combinazione rischio-rendimento, poiché gli individui nel modello preferiscono in generale ricevere il capitale accumulato in somma fissa al pensionamento (come accade nel caso del TFR) piuttosto che sotto forma di rendita dal pensionamento in avanti (come accade nel caso dei fondi pensione). Questa preferenza per il versamento in un'unica soluzione, ossia per forme più liquide di risparmio previdenziale privato, nonostante pensioni erogate sotto forma di rendita forniscano assicurazione contro il rischio di longevità (ossia il rischio che un lavoratore viva più a lungo di quanto atteso, e quindi si ritrovi con insufficienti risorse risparmiate per gli ultimi anni di vita), è dovuta a due motivi principali: a) la pre-esistenza di (cospicue) rendite pensionistiche pubbliche, che riduce il valore relativo dell'assicurazione aggiuntiva fornita da rendite private; b) la convenienza relativa di investire, al momento del pensionamento, nei mercati finanziari ad alto rendimento atteso una quota consistente delle risorse ricevute in somma fissa.
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Pacinotti, Lorenzo. "L'ingranaggio della cittadinanza sociale. Sviluppo e crisi del Social Service State britannico." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1295150.

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4

ANSELMO, Aurora. "Capitale sociale e garanzie di solvibilità: società di assicurazioni e Solvency II." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94764.

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5

Olivieri, Matteo. "Responsabilità sociale d'impresa come moderna teoria del valore : il caso Alleanza Assicurazioni S.p.A." Thesis, 2008. http://hdl.handle.net/10955/204.

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Books on the topic "Assicurazione sociale"

1

Verso un nuovo sistema di architettura sociale per la famiglia: Rischi economici e domanda di assicurazione. Bologna: Il mulino, 2010.

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2

Hirt, Thomas. Persone: Assicurazioni private e sociali. 3rd ed. Berna: AFA, 2011.

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3

Lugato, Monica. Assicurazioni sociali e diritto internazionale privato. Milano: A. Giuffrè, 1994.

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4

Il conflitto ben temperato: Le assicurazioni sociali in Francia negli anni Venti, tra riforme e lotta politica. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2018.

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5

Betunio, Arturo. Regime fiscale per previdenza integrativa e contratti di assicurazione sulla vita: Prospettive di sviluppo per il settore della sanità. Milano: Il sole-24 ore, 2004.

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6

Pilat, Stephanie Zeier. Reconstructing Italy: The Ina-Casa Neighborhoods of the Postwar Era. Taylor & Francis Group, 2016.

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7

Pilat, Stephanie Zeier. Reconstructing Italy: The Ina-Casa Neighborhoods of the Postwar Era. Taylor & Francis Group, 2016.

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8

Pilat, Stephanie Zeier. Reconstructing Italy: The Ina-Casa Neighborhoods of the Postwar Era. Taylor & Francis Group, 2016.

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9

Pilat, Stephanie Zeier. Reconstructing Italy: The Ina-Casa Neighborhoods of the Postwar Era. Taylor & Francis Group, 2016.

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10

Reconstructing Italy: The Ina-Casa Neighborhoods of Teh Postwar Era. Taylor & Francis Group, 2014.

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Book chapters on the topic "Assicurazione sociale"

1

Romanowska, Dominika. "Traduzioni nel campo di assicurazioni sociali." In Translatoryka i Translacje. Przekład w XXI wieku: wyzwania, możliwości, trendy, 47–56. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2020. http://dx.doi.org/10.18778/8142-760-9.06.

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