Dissertations / Theses on the topic 'Arte tra le due guerre'

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Baù, Alessandro. "'Una vera arte e un'arte difficile' : Gian Dàuli editore moderno tra le due guerre." Thesis, University of Leicester, 2018. http://hdl.handle.net/2381/42792.

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Abstract:
The work is centered on the activity of the Vicentinian publisher Gian Dàuli, (p Ugo Giuseppe Nalato) born in Vicenza on December 9, 1894. The intellectual training and the entire professional career of Gian Dàuli were unraveled during the most controversial phases of the first forty years of the twentieth century. Dàuli is best known for being the first of Jack London's translators (1924) and for creating the editorial series 'Writers of the World' (1928). The work, which is the result of systematic archive research, assumes the burden to an in depth evaluation of the professional life of Dàuli. What emerges is that he was not, as IT has been widely affirmed, a confusing publisher, a man of disorder. The catalogues he set up were not only the result of his eccentric genius. To animate the efforts of Dàuli were firm values, passions and ideals pursued during the long stay in England, the European travels, the Great War. Democracy, social reformism, universal brotherhood, solidarity with the disadvantaged classes were elements that oriented the entire career of the publisher. While the Fascist regime increasingly influenced the spaces of freedom, Dàuli introduced European works of great intellectual inspiration in Italy, anticipating the 'decade of translation' and hoping that foreign literature would stimulate Italian writers to overcome academicism and art prose. Publishing was for Dàuli the means to educate people to beauty and to provide them with conceptual instruments for interpreting reality. He was mocked, despised by critics and excluded from the literary associations that counted. He paid a heavy price for his opposition to the Regime; he was viewed with suspicion by the ecclesiastical hierarchy for his humanitarian laicism. Since 1934 he ceased collaborations with luxury publishing houses, and after many catastrophic failures, he became a consultant editor of the Lucchi publishing house, specialized in low cost editions. He died in Milan on December 29, 1945.
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Saggio, Silvia <1993&gt. "Giuseppe Mazzotti e le esposizioni a Treviso tra le due guerre." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12525.

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Abstract:
L'elaborato indaga la vicenda delle esposizioni d'arte provinciali promosse dal Sindacato fascista Belle Arti a Treviso dal 1927 al 1942, sottolineando, in particolare, l'importanza rivestita da quest'ultime nel contribuire alla formazione del patrimonio artistico della Galleria comunale d'Arte Moderna della città. L'analisi delle esposizioni sindacali è stata condotta a partire dallo studio preliminare dei cataloghi pubblicati per l'occasione che restano ad oggi la testimonianza più diretta e concreta di queste manifestazioni e dai numerosi articoli di giornale pubblicati dalle riviste e testate giornalistiche locali. Uno spazio è stato riservato anche allo studio di altre due significative iniziative culturali che hanno segnato la storia della città trevigiana negli anni del Fascismo: la Mostra d’Arte Universitaria del 1930 promossa dal G.U.F e la Mostra delle Arti Popolari, gestita dal Dopolavoro provinciale di Treviso che videro Giuseppe Mazzotti quale loro indiscusso promotore, com’era avvenuto con le mostre d’arte degli stessi anni. L'analisi condotta attorno a queste mostre ha permesso una lettura delle situazioni e delle personalità che hanno caratterizzato l'arte trevigiana fra le due guerre secondo un'ottica "orizzontale" cioè ravvicinata consentendone di comprendere al meglio la loro importanza e centralità avuta nel Ventennio fascista.
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Giaco, Jacopo. "L'informatica in germania tra le due guerre mondiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8367/.

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SONEGO, CARLA. "Il progetto del vetro a Murano tra due guerre." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/11578/278528.

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Grego, Alessandra <1988&gt. "La cultura economica nel Mezzogiorno tra le due guerre." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3137.

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Cestaro, Yuri <1982&gt. "Inflazione e iperinflazione: il dibattito economico tra le due guerre." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2674.

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Abstract:
La svalutazione di cui fu vittima il marco tedesco nel periodo che va dal 1914 al 1923 è uno dei fenomeni monetari più incisivi verificatisi durante il secolo scorso. A causa dell’enorme espansione della massa di moneta circolante in Germania, necessaria dapprima al sostenimento della spesa bellica nel periodo della Prima Guerra Mondiale e successivamente, durante il periodo post-bellico, per consentire il funzionamento degli apparati statali e finanziare i sussidi per le industrie della Ruhr che avevano adottato una forma di resistenza passiva all’occupazione da parte dell’esercito francese, la moneta tedesca subì un fortissimo deprezzamento rispetto alle principali valute straniere ed ai beni di produzione interna ed estera. Corrado Gini, sociologo, statistico ed economista, fu autore di un importante saggio nel quale raccolse il suo pensiero riguardo all’economia. La visione neo organicistica dell’economia di Gini è l’ossatura principale sulla quale si sostiene la sua teoria economica; l’economia, o meglio l’organismo economico, presenta infatti delle analogie con l’organismo biologico. Esso non è in una situazione di equilibrio stazionario, bensì costantemente in uno stato dinamico e, qualora questo equilibrio venga alterato, il sistema economico dispone di meccanismi propri atti a ristabilire lo stato di equilibrio. Nell’analisi presente in “Patologia Economica” l’inflazione rappresenta per il sistema economico ciò che per l’organismo biologico è rappresentato dalla febbre, cioè il sintomo di una malattia. L’elaborato si propone di analizzare la concezione di Gini in merito all’inflazione dal punto di vista delle origini, della funzione e riguardo ai provvedimenti che possono integrare o correggere il suo impatto sull’economia. Nel saggio di Costantino Bresciani Turroni “Le vicende del marco tedesco” sono descritte le dinamiche di cui fu vittima l’economia tedesca in seguito alla sconfitta subita nella Prima Guerra Mondiale e sono esaminate le precise cause di una tale svalutazione e gli effetti che essa ebbe sul tessuto produttivo e sociale del Paese. 1. L’inflazione: “un equivoco degli economisti”. Secondo la fisiopatologia economica di Corrado Gini l’inflazione può originare effetti utili in periodi anormali come le guerre, utilizzando la metafora dell’organismo biologico l’autore afferma che la spirale inflattiva non è altro che un sintomo od una reazione del corpo ad una malattia. (C. Gini, Patologia economica,V edizione, 1954). 2. Come si inserisce in questo dibattito la riflessione di Bresciani Tuttoni. L’iperinflazione del marco carta secondo C. Bresciani-Turroni: l’eccesso di emissione di cartamoneta, le visioni degli autori analizzati nel saggio, iperinflazione e teoria quantitativa della moneta, problemi correlati. (C. Bresciani-Turroni, Le vicende del marco tedesco, 1931) 3. L’inflazione, la teoria austriaca del ciclo ed il pensiero dei principali economisti italiani. Dopo una digressione sull’impatto dell’inflazione in Italia al termine della Seconda Guerra Mondiale e degli interventi di politica economica messi in atto dal governo De Gasperi, si analizza il legame tra la teoria austriaca del ciclo e l’inflazione. Sono inoltre presenti delle considerazioni sui principali autori italiani che hanno recepito la teoria. Infine si descrive il neo organicismo di Corrado Gini ed il suo legame con la scienza economica. (a. O. Hirschman, Potenza nazionale e commercio estero: gli anni trenta, l’Italia e la ricostruzione, 1987)
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Marzaduri, Luca. "Contributi di matematici polacchi nel periodo tra le due guerre mondiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20643/.

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Abstract:
Nel periodo tra le due guerre mondiali la Polonia ha assunto, grazie alla fortunata concentrazione di menti brillanti e un forte spirito di collaborazione, un ruolo centrale nella matematica internazionale, in ambito sia di ricerca che divulgativo e didattico. Tra le figure significative che meriterebbero di essere ricordate ne approfondiamo quattro in particolare, Stefan Banach, Alfred Tarski, Hugo Steinahus e Wacław Sierpiński, di cui riportiamo una breve nota biografica e di cui selezioniamo solo alcuni dei risultati importanti, specificando il contesto storico e riportandone una formulazione moderna, spesso più accessibile. In particolare il primo capitolo riguarda alcuni risultati di analisi funzionale tratti da Teoria degli operatori lineari di Banach: il teorema di Hahn-Banach, il teorema dell’applicazione aperta e il teorema del grafico chiuso. Il secondo capitolo tratta del teorema di Banach-Tarski e di alcuni risultati di logica matematica ottenuti da Tarski. Nel terzo capitolo si enuncia e si dimostra il teorema di Banach-Steinhaus (o dell’uniforme limitatezza). Nel quarto capitolo, dopo un breve accenno all’aritmetica ordinale e cardinale, si espone il teorema di Sierpiński: nel sistema assiomatico di Zermelo-Fraenkel l’ipotesi generalizzata del continuo implica l’assioma della scelta.
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Costantino, Carlo. "Lo sviluppo dell’edilizia residenziale a Bologna tra le due guerre (1920-1940)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Per comprendere la morfologia urbana di una città risulta imprescindibile lo studio dello sviluppo delle sue periferie storiche a partire dai primi piani urbanistici dell’ottocento: se Bologna nei primi due decenni del novecento può largamente identificarsi con l’area un tempo racchiusa dalle sue mura, è tra il 1920 e il 1940 che, grazie ad uno sviluppo edilizio senza precedenti, prefigura le dimensioni raggiunte negli anni 50’ e 60’. Lo scopo di questa ricerca è duplice: il primo è analizzare, quantitativamente e statisticamente, come avvengono le transizioni, attraverso la catalogazione dei dati del Casellario abitazioni sui circa 4.500 nuovi edifici realizzati in quegli anni: dal punto di vista del linguaggio, passando dagli stili storicistici a un linguaggio nuovo, progenitore dell’architettura del dopoguerra; dal punto di vista delle tecniche costruttive, con la transizione dalla struttura lineare in muratura portante a quella puntuale del telaio in cemento armato; dal punto di vista delle tipologie edilizie, in quanto l’utilizzo del telaio in calcestruzzo armato porta al passaggio, nelle periferie, dalle piccole costruzioni, principalmente a due soli livelli, alle palazzine multipiano, al condominio. Il secondo scopo è capire il processo di formazione ed espansione delle periferie per interpretare e leggere la condizione attuale, spesso difficilmente decodificabile per via dello sviluppo, spesso incontrollato, del secondo dopoguerra. Sul piano del metodo, l’analisi si definisce attraverso un gioco incrociato di verifiche alle diverse scale, urbanistica ed edilizia: analisi urbana, per avere una visione di insieme della città; analisi di quartiere, per capirne la formazione grazie allo studio cronologico ed edilizio/tipologico; analisi del foglio catastale, per lo studio delle tipologie edilizie e per il confronto con lo stato attuale; analisi degli edifici, per capire nel dettaglio come sia cambiata l’immagine delle periferie storiche dal dopoguerra ad oggi.
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Billiani, Francesca. "La riscrittura dei modelli : editoria e traduzioni in Italia tra le due guerre." Thesis, University of Reading, 2002. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.394151.

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Giovani, Virginia <1992&gt. "Produzioni tra arte ed economia: il caso di Glasstress come strumento di dialogo tra due mondi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9303.

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Abstract:
La tesi intende analizzare l’evento culturale Glasstress, presente per le ultime quattro edizioni della Biennale di Venezia, e i prodotti esposti per tale occasione. Per la mostra sono state presentate opere d’arte contemporanea in vetro, in parte create appositamente per l’occasione. Il prodotto artistico che è sorto per questo evento può essere visto con una “doppia anima”. Da un lato emerge un profilo collegato al commercio del vetro e delle produzioni associate, dall’altro ha un profondo legame con l’arte contemporanea odierna. Questa dualità determina un problema per l’ente nell’identificare e posizionare nel mercato i prodotti che nascono da questa commistione tra arte ed economia. Dopo aver osservato gli aspetti cardine che portano a condizionare l’evento e aver analizzato l’organizzazione in termini manageriali si cercherà di determinare il valore percepito dell’evento durante il tempo e quali soggetti nello specifico ne sono maggiormente influenzati. Questo approfondimento sarà fatto al fine di evidenziare alcuni aspetti che potrebbero meglio consentire di posizionare il prodotto esposto per l’occasione.
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Dossola, Francesco <1963&gt. "La personalità di Nicolae Titulescu nella politica estera rumena tra le due guerre mondiali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1544.

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Benetti, Elisabetta. "Bambini "anormali" e psichiatria in Italia tra le due guerre mondiali. Teorie e pratiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422782.

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Abstract:
This research deals with children and with people who studied them and who took care of them in the period between world wars. This thesis analyses the question of childhood considering psychiatry and some neighboring disciplines like medicine, pedagogy, psychology, psychoanalysis and criminal antropology. The research analyses the Italian situation, but it considers also the international relations both in the theorization of the psychiatrists and in the practices created for “abnormal” children. From a methodological point of view, the thesis uses several tools: it combines the reconstruction of the general background with the intensive observation of some case-studies, in particular the Venetian Medico-Pedagogical Institute, the Colonia-scuola Marro part of the Psichiatric Hospital of Reggio Emilia, the Scuola magistrale ortofrenica of Rome. It also takes ideas and suggestions from transnational approach, particularly useful in the reconstruction of medical and psychiatric networks. The thesis is divided into three parts. The first part concerns institutions – institutes, schools and consulting rooms – for abnormal children and specific features of these institutions like admission and dismissal policies, the role of doctors and families and so on. The second part considers the scientific and political background in which psychiatrists operated and their relations with fascism and with the international context. The third part is about children: through their case histories we can analyse the diagnoses and we can also partly hear their voices.
La tesi affronta la questione dell’infanzia letta principalmente attraverso le teorie e le pratiche psichiatriche, cogliendo al tempo stesso gli apporti e le influenze di discipline vicine come pedagogia, psicologia, psicoanalisi e antropologia criminale. L’attenzione è posta in particolare all’Italia, ma vengono analizzati i legami internazionali sia nella teorizzazione degli psichiatri sia nelle pratiche messe in atto negli istituti per bambini “anormali” e difficili. L’arco cronologico considerato è quello compreso tra le due guerre mondiali. Da un punto di vista metodologico la ricerca si avvale di diversi approcci: coniuga la ricostruzione del contesto generale con l’osservazione intensiva di alcuni case-studies, accogliendo al tempo stesso spunti e suggestioni dell’approccio transnazionale, particolarmente utile nella ricostruzione delle reti di relazioni tra gli psichiatri. La ricerca si pone per definizione all’incrocio di più ambiti: da un lato la storia della psichiatria, dall’altro la storia del fascismo e dall’altro ancora la storia dell’infanzia. La tesi si articola in tre parti. La prima parte è dedicata agli istituti per bambini anormali. Si è cercato di illustrare quali erano gli istituti per bambini anormali, le caratteristiche specifiche di ciascuna istituzione, le modalità di ammissione, le interazioni tra medici, società e famiglie. Si sono analizzate le cause dell’anormalità dei bambini secondo il punto di vista dai medici, ma si sono anche considerate le modalità di osservazione, di gestione dei bambini e le terapie specifiche adottate. Vengono prese in considerazione anche le modalità delle dimissioni, gli esiti della cura e il ritorno nella società di questi bambini. La seconda parte della tesi considera il contesto scientifico e politico di riferimento, nel quale agivano e operavano gli psichiatri. Questa seconda parte si articola in due capitoli: il primo indaga le richieste degli psichiatri dei bambini e le loro aspirazioni come gruppo di professionisti che reclamava uno spazio di azione che non fosse più solo il manicomio, ma anche la scuola, la fabbrica e l’esercito. Il secondo capitolo si concentra sulla seconda metà degli anni Trenta e si focalizza in particolare sul I congresso internazionale di psichiatria infantile, mostrando come i rapporti tra alcuni psichiatri, antropologi criminali e pedagogisti si fossero intrecciati e infittiti, evidenziando la disponibilità di alcuni medici a mettersi a disposizione del fascismo, talvolta anche per questioni accademiche e di prestigio. La terza parte si concentra sui bambini anormali: vengono prese in considerazione le diagnosi rinvenute sulle cartelle per verificare quali fossero e come abbiano contribuito alla costruzione della categoria del bambino “anormale”. L’ultimo capitolo cerca di dare voce ai bambini attraverso le parole che in alcuni casi hanno pronunciato e che alcuni psichiatri hanno raccolto per mostrare la complessa relazione tra medici e bambini.
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Halimi, Redi <1982&gt. "Il dibattito intellettuale e politico in Albania tra le due guerre mondiali : Mehdi Frashëri tra "i vecchi" e "i giovani"." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3050.

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Abstract:
This study investigates the intellectual and political debate in Albania between the two world wars. The analysis starts from the writings of Mehdi Frashëri (1872-1963), politician and prominent intellectual engaged in various fields of knowledge. The dissertation discusses some aspects of the intellectual production, focusing on four issues in particular: the economic problem, the reform of education, the reflection on religion and the political debate. Through the prism of the controversy between different social actors around the issues mentioned above, the thesis attempts to give a new contribution to the knowledge of the Albanian intellectual thought of the interwar period. The questions explored relate to the creation of the National Bank of Albania, the agrarian reform, the introduction of the new Civil Code, the reform of education and the political struggle during the Frashëri government of 1935-1936. The study of the intellectual debate tries to explore some historiographical problems concerning the transition from an Ottoman imperial order to an Albanian national one and the role of the intellectual as a social agency within the ambiguous space of Albanian tradition and European modernity. The thesis uses a transnational methodology to illustrate the circulation of people and ideas that affect the formation of the Albanian intellectuals. This methodology can help to review the modernization process of a country going further the classical interpretation of import-export models. The main sources used in the analysis are the Albanian periodical press of the interwar period and the archives of Tirana and Rome.
Questa tesi indaga il dibattito intellettuale e politico in Albania, tra le due guerre mondiali. L'analisi parte dagli scritti di un personaggio come Mehdi Frashëri (1872-1963), uomo politico di rilievo e intellettuale impegnato in diversi campi del sapere. Vengono illustrati alcuni aspetti della produzione intellettuale, soffermandosi su quattro questioni in particolare: il problema economico, la riforma dell'istruzione, la riflessione sulla religione e il dibattito politico. Si analizzano le polemiche tra diversi attori sociali intorno ai temi sopra menzionati per apportare un nuovo contributo alla conoscenza del pensiero intellettuale albanese del periodo interbellico. Le questioni approfondite riguardano la creazione della Banca Nazionale d'Albania, la riforma agraria, l'introduzione del nuovo codice civile, la riforma dell'istruzione e la lotta politica durante il governo Frashëri del 1935-1936. Attraverso lo studio del dibattito intellettuale si tenta di approfondire alcuni problemi storiografici relativi al passaggio da un ordine imperiale ottomano a quello nazionale albanese e al contributo degli intellettuali sulle vie da percorrere per lo sviluppo del paese. Si è utilizzata una metodologia transnazionale per illustrare le circolazioni di uomini e idee che influenzano la formazione degli intellettuali albanesi. Grazie a questa metodologia si può tentare una rivisitazione del processo di modernizzazione per uscire dalla classica interpretazione dell'importazione-esportazione di modelli. Le fonti principali utilizzate per l'analisi sono la stampa periodica albanese del periodo interbellico e gli archivi di Tirana e di Roma.
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BRUSCHI, GRETA. "Il calcestruzzo armato nel restauro architettonico in Italia : l'opera di Ferdinando Forlati tra le due guerre." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278691.

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Del, Bene Marco. "Organizzazione del consenso e mezzi di comunicazione di massa in Giappone tra le due guerre mondiali." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2001. http://hdl.handle.net/10579/156.

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D'ALESSANDRO, MICHELE. "Istituzioni internazionali ed economia tra le due guerre: la Società delle nazioni e l'organizzazione dei mercati." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2004. http://hdl.handle.net/11565/4050975.

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Gavagnin, Gabriella. "La letteratura italiana nella cultura catalana nel ventennio tra le due guerre, 1918-1936: percorsi e materiali." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 1999. http://hdl.handle.net/10803/673501.

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Abstract:
La presente ricerca si propone di ricostruire da una prospettiva storico-culturale come e in che misura gli intellettuali catalani si sono avvicinati alla letteratura italiana nel ventennio tra le due guerre. Per la periodizzazione mi sono servita di due momenti storici di forte trascendenza in ambito culturale: mentre la data d'inizio (1918) coincide, oltre che con la fine delia guerra europea, con la nuova fase della Mancomunitat catalana successiva alla morte di Prat de la Riba e corrispondente alia radicalizzazione del nazionalismo politico che caratterizza l'ultimo scorcio del Noucentisme (un quinquennio che va dal 1918 fino all'avvento di Primo de Rivera e che ho definito come tardo Noucentisme), la delimitazione finale è rappresentata dall'inizio delia guerra civile spagnola nel luglio del 1936.
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Frigerio, Vittoria <1994&gt. "Lo Stato del fascismo. La soluzione del fascismo alla crisi dello Stato europeo tra le due guerre." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17318.

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Abstract:
The final aim of the academic essay is to investigate the development of the complex relations that occur between individuals, State and political party during the inter-war period (1914-1945). The essay analyses the transformation of the role of modern State, particularly focusing on the international repercussions that fascism had during the 1930s. The initial part describes the transformations from a liberal to a mass State. It particularly highlights both the warfare-welfare mechanism created during WW1, and the transnational spread of corporatist ideas during the early years of the twentieth century. The core of the research resides in the investigation of the role of the State and the political party according to the fascist view. The Italian periodical of political science and law "Lo Stato" was the instrument that allowed the research to reconstruct the particularly vivid debate of the time. Thanks to its original articles, it has been an important window on non-elaborated opinions, theories and principles of the Fascist State-Party. In the final chapter, the validity of fascist ideas on State and Party will be compared to the international political debate. In fact, the entire vision of the research wants to respect the transnationality of the events. For this reason, the elaborate respects the idea that fascism was a typical twentieth century phenomenon, responding to the challenges launched by the new-born mass society.
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DEL, GIUDICE Federico. "Diritti altrove. I lavoratori italiani e la protezione sociale in Francia e Argentina tra le due guerre." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2021. http://hdl.handle.net/11384/109406.

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Lucaroni, Giorgio. "ARCHITETTURE E LINGUAGGI DI STORIA Fascismo, storicità e cultura architettonica italiana tra le due guerre: 1919-1936." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3427286.

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Abstract:
During its twenty-year existence, Italian Fascism never ceased to relate to the structures of historical time, producing an immense amount of narratives, concepts and representations aimed at tracing the past, present and future boundaries of the Mussolini's "revolution" and, with it, of the nascent Fascist era. Participating in this continuous construction and historical reconstruction was also a large part of Italian architectural culture, attracted by the promises of the regime and gradually set as one of the most important intellectual ramifications of it. Not only through simple constructive practice but also through magazines, projects, debates, institutions and exhibitions, architectural culture was able to acknowledge and disseminate the historical imaginations of the Fascist era, contributing, even in its extreme conflict, to their structuring. The seminal objective of the present work is then to propose an unprecedented reading of this twenty-year historical tension, analyzing these narrations and representations as parts of a wider regime of historicity, both eclectic and paradoxical. In pursuing this goal, the Italian architectural field will then be exploited as a guide, a privileged angle of view through which to circumscribe the research field and reconstruct, as far as possible, the origins and evolutions of this complex and undeniably decisive historical period.
Nel corso della sua ventennale esistenza, il fascismo italiano non smise mai di rapportarsi con le strutture del tempo storico, producendo un’immensa quantità di narrazioni, concetti e rappresentazioni finalizzate a tracciare i confini passati, presenti e futuri della “rivoluzione” mussoliniana e, con essa, della nascente Era fascista. Partecipe di tale continua costruzione e ricostruzione storica fu anche gran parte della cultura architettonica italiana, attratta fin dai primissimi anni Venti dalle promesse del regime e gradualmente impostasi come una delle più importanti ramificazioni intellettuali del ventennio. Non solo per tramite della semplice pratica costruttiva ma anche attraverso riviste, progetti, dibattiti, istituzioni e manifestazioni espositive, essa fu in grado di recepire e diffondere gli immaginari storici dell’Era fascista contribuendo, pur nella sua estrema conflittualità, alla loro strutturazione. Obiettivo seminale del presente lavoro è allora di proporre una inedita lettura di questa ventennale tensione storica, analizzando tali narrazioni e rappresentazioni come parti di un più ampio regime di storicità al contempo eclettico e paradossale, inserito nella storia novecentesca eppure non privo di essenziali specificità. Nel perseguire questo fine, il campo architettonico italiano sarà allora sfruttato come guida, strumento e angolo di visuale privilegiato attraverso cui circoscrivere il terreno di ricerca e ricostruire, per quanto possibile, origini ed evoluzioni di tale complessa e innegabilmente decisiva vicenda storica.
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Miniati, Emanuela. "La migrazione antifascista dalla Liguria alla Francia tra le due guerre : Famiglie e soggettività attraverso le fonti private." Thesis, Paris 10, 2015. http://www.theses.fr/2015PA100079/document.

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Abstract:
Cette recherche porte sur la migration antifasciste de la Ligurie à la France dans l’entre-deux-guerres et montre comment elle s’adressa en particulier vers le Sud-Est et Paris. Il ne s’agit pas d’une étude générale mais centrée sur l’expérience des gens ordinaires et des familles migrantes. Il faut contextualiser l’expression «gens ordinaires» soit du point de vue historique, soit sociale et culturelle: en examinant les caractéristiques des sujets ligures impliqués dans l’exil antifasciste, dans leur territoire d’origine, cette catégorie devient un instrument précieux au fin de sonder de l’intérieur les dynamiques de network de la société. L’étude régionale adoptée permette de suivre des réseaux transnationaux liés à une très remarquable identité de village et/ou de parti politique, ce qui représente une typique modalité migratoire transalpine qui ne s’organisait pas selon des «Little Italies», mais plutôt selon des «petits villages italiens»
This research focus on antifascist migration from Liguria to France, explaining how it has been mostly toward the South-East and Paris. It doesn't target general studies: its focal point, indeed, is on common people and migrant families’ experience. The “Common people” expression must be historically, socially and culturally contextualized. By examining the topics of Ligurian subjects involved in the Interwar period exile, identified in their own original territory, the common people category becomes a precious instrument to evaluate society network dynamics from inside.The regional study allows to follow transnational networks with a strong native town or party identity, a typical Italian migration modality in France, which organized itself in “petits villages italiens” rather than the American model of “Little Italies”
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PARTOUCHE, BEATRICE. "La revisione internazionale dei testi scolastici di storia tra le due guerre mondiali. I casi italiano e norvegese." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2021. https://hdl.handle.net/11369/425867.

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Abstract:
Il dramma del primo conflitto mondiale e lo sconvolgimento che ne fu inevitabile conseguenza, diedero maggiore impulso alle associazioni pacifiste che già dalla fine del secolo precedente si battevano per un mondo senza conflitti e per un un’educazione che infondesse nelle nuove generazioni uno spirito di solidarietà tra i popoli. Molta parte di una mentalità che incoraggiava pulsioni belliciste, era stata favorita, secondo alcune personalità di spicco del mondo intellettuale, dalla maniera in cui veniva insegnata la storia, manipolata a fini politici per orientare i giovani verso ideali nazionalistici funzionali alla costruzione di un’identità nazionale e culturale, segnata da un acceso nazionalismo e dalla retorica patriottica. Gli anni del primo dopoguerra si caratterizzavano per uno sviluppo internazionale della scolarizzazione elementare, che con le dovute differenze e le diffuse difficoltà, raccoglieva larga parte della popolazione infantile, attirando l’attenzione di chi, con scopi talvolta opposti, vi scorgeva una massa da modellare e piegare alle esigenze della politica. In questo contesto la didattica della storia sembrava particolarmente cruciale per la determinazione degli orientamenti delle generazioni a venire. Per questo motivo, i libri di storia furono oggetto di analisi e di critica più di altri testi scolastici. Il presente lavoro prova a dare conto delle iniziative sia nazionali che internazionali, riservando un’analisi più dettagliata alle attività e alle riflessioni sul tema, relative alla realtà italiana e quella norvegese, che presero avvio nell’immediato primo dopoguerra e che si svilupparono e intensificarono durante i due decenni successivi. Molti intellettuali si interrogarono e dibatterono sulla necessità di modificare i manuali e la didattica della storia, presentando una notevole varietà di teorie e di proposte, di cui abbiamo provato a proporre le principali. Interessante è stato osservare la molteplicità di aspetti coinvolti nella riflessione, che riguardano la sfera storica, pedagogica, psicologica, morale, metodologica e il tentativo di far dialogare queste istanze tra loro. Si è scelto di evidenziare maggiormente l’esperienza italiana e quella norvegese in quanto rappresentano, in questo contesto, due estremi opposti. Pur rispondendo entrambe alla necessità di dover costruire una propria identità nazionale attraverso la scuola, effettuarono scelte educative, specialmente rispetto al nazionalismo da trasmettere, contrapposte.
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Amadini, Pietro <1972&gt. "Arti dell’Asia Orientale tra pubblico e privato: due raccolte esemplari : dal 1870, cent’anni di collezionismo d’arte cinese e giapponese a Milano." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3065.

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Abstract:
This research presents in detail two collections which are taken as examples of the East Asian art collecting in Milan. The first collection, that of Count Passalacqua, is proposed as an archetype of Japanese and Chinese art collecting in Milan in the early seventies of the 19th century. At that time, the rich trade in silkworm eggs between Italy and Japan boosted a parallel trade in Asian art. The Passalacqua collection can therefore be a useful point of comparison for the interpretation of other Italian collections collected in the same historical moment. The second group of objects analyzed in this research concern a private collection of celadons, which was formed around 1970. This collection is proposed as a model of “typological” collecting. Alongside the study of these two collections, the main historical collections of Chinese and Japanese art in Milan are introduced in order to highlight the changing trends occurred in Milan over a century.
Lo studio presenta nel dettaglio due raccolte tipiche del collezionismo milanese d’arte dell’Asia orientale. La prima, quella del conte Lucini Passalacqua, è proposta come archetipo di raccolta di opere d’arte giapponesi e cinesi, propria del contesto lombardo degli anni settanta dell’Ottocento. A quel tempo, il ricco commercio fra Italia e Giappone di uova del baco da seta aveva sviluppato un traffico parallelo di opere d’arte. La collezione Passalacqua si pone come utile termine di raffronto per la lettura di altre collezioni italiane della sua epoca. La seconda collezione analizzata interessa una raccolta privata di celadon formatasi attorno agli anni Settanta del secolo scorso. Questa è proposta come raccolta tipologica, propria della fase collezionistica più recente. A fianco dello studio delle due collezioni esemplari, sono presentate infine le principali collezioni milanesi d’arte cinese e giapponese nell’ordine in cui sono pervenute alla municipalità, nell’ottica di mostrare i cambiamenti di tendenza nel collezionismo milanese nell’arco di un secolo.
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Amico, Deianira. "INTORNO AD ABSTRACTION-CRÉATION: ASPETTI DELL’ASTRATTISMO TRA ARTE E POLITICA (PARIGI, 1931-1936)." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1193785.

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Abstract:
La tesi in oggetto rappresenta un contributo per approfondire la conoscenza di Abstraction-Création, associazione artistica nata a Parigi nel 1931 insieme all’omonima rivista, fondata da Theo Van Doesburg assieme ad alcune figure di rilievo del contesto artistico parigino dell’epoca tra cui Hans Arp, Robert Delaunay, Auguste Herbin, Albert Gleizes. Abstraction-Création 1931-1936, esposizione ordinata da Gladys Fabre a Parigi oltre quaranta anni fa rimane il solo studio organico oggi esistente dedicato alla compagine. Nonostante i numerosi contributi sull’astrazione degli anni Trenta quanto sui suoi singoli esponenti, la storia del gruppo è ancora poco indagata dalla letteratura scientifica francese, mentre in Italia è spesso citata ma mai studiata nella sua complessità. Il presente lavoro fornisce una più ampia comprensione dei fenomeni che animarono le posizioni del variegato gruppo di astrattisti, allargando lo sguardo a questioni di sistema, dall’editoria ai rapporti con la critica coeva, dal legame con il pensiero marxista all’impegno sul fronte dell’arte murale, fino al significato di astrattismo e concretismo, temi significativi degli anni Trenta europei.
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GRECO, EMANUELE. "La mostra “Fiorentina Primaverile” del 1922. Ricostruzione filologica dell'esposizione e del dibattito critico." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1128005.

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Abstract:
Inaugurata nell'aprile del 1922 nel nuovo Palazzo delle Esposizioni di Firenze, la “Fiorentina Primaverile” fu un'importante esposizione di arte italiana contemporanea, ideata e organizzata secondo un preciso progetto dallo scrittore e drammaturgo Sem Benelli, allora presidente della locale Società delle Belle Arti. La “Fiorentina Primaverile” si svolse in un momento particolarmente stimolante per il capoluogo toscano, infatti essa fu la prima di una serie di rilevanti eventi artistici previsti per quell'anno, tra cui la grandiosa mostra ‒ ideata e curata da Ugo Ojetti, con il contributo di vari studiosi e specialisti ‒ dedicata alla riscoperta della pittura italiana del Seicento e del Settecento, a Palazzo Pitti, e subito dopo la “Prima Fiera Internazionale del Libro”. Sebbene si tratti, in fondo, di un episodio isolato, la “Fiorentina Primaverile” fu per certi aspetti un unicum per Firenze, per la quantità e lo spessore degli artisti presentati. Infatti, tra gli oltre trecento artisti in mostra, in gran parte toscani, figuravano: Libero Andreotti, Arturo Dazzi, Evaristo Boncinelli, Adolfo Wildt, Primo Conti, Lorenzo Viani, Baccio Maria Bacci. Inoltre, vi erano le retrospettive dei pittori macchiaioli Silvestro Lega e Telemaco Signorini, a sancire il legame di continuità tra l'arte del Novecento, soprattutto quella dei toscani, e la pittura dell'Ottocento, e, infine, un'intera sala dedicata esclusivamente agli artisti appartenenti al gruppo della rivista «Valori Plastici», tra cui Carlo Carrà, Giorgio de Chirico Giorgio Morandi, Edita Walterowna Zur Muehlen, Arturo Martini, a cui si erano uniti per l'occasione anche Riccardo Francalancia, Amerigo Bartoli, Ugo Giannattasio, Armando Spadini, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Socrate e Quirino Ruggeri. Il lavoro di tesi mira alla ricostruzione storico-critica della “Fiorentina Primaverile”, dalla progettazione alla realizzazione, dalla conclusione alla ricezione, attraverso soprattutto lo studio del cospicuo materiale archivistico, finora inedito, relativo alla mostra. In questo modo si intende porre l'attenzione specificatamente sulla “Fiorentina Primaverile”, individuando quale fosse l'idea di mostra proposta da Benelli, e soprattutto quale idea di arte italiana contemporanea lo scrittore, insieme agli altri organizzatori, volesse offrire al pubblico in quell'esposizione. Allo stesso modo si propone un nuovo punto di vista che si spera possa arricchire il dibattito sui primi anni Venti nel contesto toscano e, in prospettiva, in quello nazionale, uscendo così dalla lettura ormai storica, e fino ad ora predominante, della “Fiorentina Primaverile” come una sorta di pendant “accessorio”, dedicato all'arte contemporanea, della riscoperta d'interesse per l'arte di due secoli “dimenticati”, quali il Seicento e il Settecento, sancita dalla mostra di Palazzo Pitti.
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CHINI, CHIARA. "Ai confini d'Europa. Italia e Irlanda tra le due guerre." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/585097.

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DI, QUIRICO Roberto. "Il sistema bancario italiano all'estero e l'integrazione finanziaria internazionali dell'Italia negli anni tra le due guerre." Doctoral thesis, 1998. http://hdl.handle.net/1814/5746.

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Abstract:
Defence date: 2 March 1998
Examining Board: Franco Bonelli, III Università di Roma ; Peter Hertner, Universität Halle ; Alan Steel Milward, Istituto Universitario Europeo (supervisor)
First made available online 25 August 2017
Con l'inizio del nuovo secolo ed in particolare dopo la fine della prima guerra mondiale, le maggiori banche italiane iniziarono ad aprire filiali all'estero o a costituire banche affiliate in paesi in cui si aprivano opportunità di penetrazione economica per la finanza e l'industria italiane. Questo processo di internazionalizzazione raggiunse il culmine nel corso degli anni Venti quando, anche grazie all'attività delle banche italiane all'estero, le relazioni internazionali della finanza italiana si intensificarono e permisero un maggior grado di apertura dell'economia del nostro paese agli influssi internazionali oltre che il temporaneo superamento di alcuni dei più vistosi ostacoli al processo di sviluppo economico italiano quali la scarsità di capitali e di valute pregiate. Questo maggior grado di apertura internazionale si ripercosse però in modo molto negativo sul sistema finanziario ed industriale italiano con il sopraggiungere della crisi dei primi anni Trenta che creò tali difficoltà da costringere lo Stato ad un massiccio intervento di salvataggio. Quando sopraggiunsero poi i problemi legati alle sanzioni contro l'Italia per l'aggressione all'Etiopia ed il progressivo avvicinamento dell'Italia all'area di influenza politica ed economica tedesca, l'elemento valutario assunse un ruolo predominante nelle preoccupazioni dei responsabili della politica economica italiana ed il sistema di banche e filiali italiane all'estero assunse un nuovo ruolo quale collettore di divise pregiate e di canale di connessione con l'estero della sempre più debole finanza italiana. Le vicende delle banche italiane all'estero nella prima metà del XX secolo forniscono dunque una serie di spunti di notevole interesse per comprendere meglio i principali aspetti della storia economica italiana di quel periodo e per delineare quelle interazioni tra vicende economiche e scelte politiche che costituiscono uno degli elementi chiave della storia italiana degli anni in esame.
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