Academic literature on the topic 'Arte del Novecento in Italia'

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Journal articles on the topic "Arte del Novecento in Italia"

1

Arias Serrano, Laura. "Italia como referente de modernidad. El eco de la revista Valori Plastici y del grupo Novecento en el arte español de postguerra." De Arte. Revista de Historia del Arte, no. 6 (February 6, 2015): 239. http://dx.doi.org/10.18002/da.v0i6.1538.

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Abstract:
El presente estudio analiza el influjo que, en los años cuarenta, ejerció en los artistas españoles ‐y, entre ellos, en el pintor Juan Antonio Morales‐ el arte italiano, y en concreto el nacido al abrigo de la revista Valori Plastici (1918‐1922), una publicación que surgió con el propósito de unir a la auténtica tradición italiana, el moderno lenguaje figurativo de Cézanne o del cubismo: actitud bastante ambigua que les permitía ser modernos sin perder por ello su identidad nacional. Precisamente la huella de estos artistas italianos ‐y de sus continuadores: el grupo Novecento‐, es la que este artículo intenta descubrir, rastreando para ello en la obra de aquellos jóvenes pintores españoles que, aislados del exterior y sin saber con exactitud si lo que hacían era, a escala europea, vanguardia o retaguardia, se verían obligados a recuperar, bajo el signo estético del eclecticismo, los viejos idearios prebélicos.
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2

Casali, Valeria. "The Modern Movement in Italy: Architecture and Design, 1953-1958." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 142–51. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100017.

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Abstract:
L'articolo propone una lettura della mostra di architettura ‘The Modern Movement in Italy: Architecture and Design' come catalizzatore di una molteplicità di interessi nel quadro dei processi dello scambio transatlantico culturale e disciplinare tra Italia e Stati Uniti della seconda metà del Novecento. Il testo ricostruisce i contenuti, l'ideazione, e la fortuna critica dell'evento, un'esposizione itinerante curata nel 1953 da Ada Louise Huxtable per l'International Program del Museum of Modern Art di New York in seguito a un soggiorno in Italia in qualità di borsista Fulbright. L'esposizione è interpretata come paradigma per guardare alla complessità e alla stratificazione multidirezionale che caratterizza la ricezione delle culture del progetto italiano nell'America dei primi anni '50.
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3

Iacobone, Damiano. "Storie delle città giardino." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095003.

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Abstract:
Il saggio ripercorre la lunga vicenda delle città-giardino, a partire da una sintesi delle principali caratteristiche teoriche e progettuali che costituiscono la genesi di questo fenomeno urbano: i saggi di Ebenezer Howard e le realizzazioni di Letchworth, Welwyn, ma anche Hampstead e Brentham. La repentina diffusione di questa idea di urbanizzazione ha il suo impatto anche in altre nazioni, dove alcuni tra i più importanti architetti del periodo si confrontano con il tema della città giardino: Le Corbusier, Berlage, Taut, Tessenow, anche se successivamente seguiranno indirizzi progettuali differenti. Nella terza parte si ripercorre l'impatto in Italia di queste proposte, con una prima associazione alle case popolari sino a esiti ben differenti nella seconda metà del Novecento.
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4

Garofoli, Gioacchino. "Il processo di trasformazione dell'economia in provincia di Pavia: un quadro generale." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (April 2022): 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001002.

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Abstract:
L'articolo tratta le trasformazioni economiche in provincia di Pavia nel secondo Novecento, dai cambiamenti di struttura produttiva e dei livelli occupazionali ai diversi modelli di sviluppo perseguiti. Dopo il dopoguerra emerge un rapido processo di industrializzazione, specie nei due comuni più grandi, che si inseriscono nel processo di trasformazione del "triangolo industriale" e del "miracolo economico" italiano. In questa fase l'economia pavese, e la città di Pavia, è caratterizzata dalla presenza di grandi imprese, che la fanno rientrare nell'ambito di un modello à la Perroux. Successivamente soprattutto Pavia, ma anche Vigevano, entrano nella fase della crisi della grande impresa dei primi anni Settanta. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia a innescarsi un modello di sviluppo periferico, basato sulla piccola impresa e sul coinvolgimento di aree esterne alle città principali, seguendo il modello della Terza Italia. Segue la fase di progressiva deindustrializzazione che determina una crescente dipendenza dal mercato del lavoro dell'area milanese, con aumento del pendolarismo. Il territorio pavese non riesce più a realizzare la valorizzazione delle risorse locali, a partire dal lavoro ma anche delle risorse finanziarie che non vengono più utilizzate per lo sviluppo territoriale. L'articolo si conclude con la discussione delle occasioni mancate e dei problemi lasciati alle future generazioni.
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5

Manfrellotti, Stefania. "Longevità e capacità di resilienza delle imprese familiari nella provincia di Salerno fra XX e XXI secolo = Longevity and resilience of family firms in the province of Salerno between the 20th and 21st century." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 18 (June 30, 2014): 19. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i18.1642.

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Abstract:
<p>La provincia di Salerno ha rappresentato, nella seconda metà del Novecento, una delle realtà più rilevanti del Mezzogiorno d’Italia sotto il profilo industriale. Nel secondo dopoguerra l’industria nell’area salernitana visse un’intensa crescita, soprattutto grazie agli aiuti per il Mezzogiorno. Rispetto alle altre aree del Sud Italia, non vi furono grandissimi stabilimenti siderurgici, metalmeccanici e petrolchimici ma vi fu un movimento vivace di piccole e medie industrie soprattutto nel settore manifatturiero. Tra gli anni Settanta e Ottanta le crisi nazionali e internazionali segnarono il passo dell’economia italiana e più in generale di tutte le economie occidentali. Nella provincia di Salerno le fabbriche statali, quelle appartenenti a multinazionali estere o alle grandi imprese del settentrione furono le più colpite dalla crisi. Al contrario molte aziende locali riuscirono, sebbene con momenti di incertezza, ad avere un ciclo di sviluppo ininterrotto. Si tratta principalmente di imprese familiari, create e gestite da imprenditori salernitani, espressione del territorio, della cultura, delle tradizioni, che hanno saputo trarre dal contesto locale le energie e spesso le risorse per puntare all’eccellenza. Ancora oggi, sebbene quarant’anni di legislazione speciale per il Mezzogiorno non siano bastati a mettere in moto uno sviluppo duraturo e soprattutto autonomo delle imprese meridionali, lo sviluppo industriale meridionale è legato alle piccole e medie attività imprenditoriali operanti soprattutto nel settore manifatturiero. Tra le diverse esperienze di capitalismo locale e familiare di quest’area del Mezzogiorno si è scelto di analizzare una delle realtà imprenditoriali più longeve della provincia salernitana: il sistema di imprese della famiglia Di Mauro di Cava de’Tirreni. Dalla fine dell’Ottocento, la famiglia ha saputo affermare, espandere e reinventare la propria attività nel campo della tipografia, dell’editoria, e della cartotecnica, passando indenne per le difficili congiunture del ’900, e giungendo a essere attualmente una realtà di punta nel tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno.</p><p>In the second half of the twentieth century, the Salerno province represented one of the most important industrial reality of the southern Italy. After Second World War, the Salerno province industry lived an intense growth, mainly thanks to the aids for the southern Italy. There were not many steelworks, petrochemical and engineering mills, compared to other areas of the southern Italy, but there was a lively movement of small and medium industries, especially in manufacturing. Among the seventies and eighties the national and international crisis damaged the Italian economy and also other Western economies. In the Salerno province, the state enterprises, those belonging to the foreign multinationals or the great enterprises of the northern Italy, were the worst hit by the crisis. On the other hand, although with uncertainty, many local enterprises managed to have a continuous development. They were mainly family businesses, created and managed by the Salerno province entrepreneurs, expression of the territory, the culture, the traditions that have been able to take energy from the local context and the resources to aim at the excellence.</p> <p>To this today, though forty years of special legislation for the southern Italy are not enough to launch a continuous development and in particular an independent development of the southern enterprises, the industrial development of southern Italy is linked to small and medium enterprises, especially in the manufacturing sector. Among the several experiences of local and family capitalism of the southern Italy, I have chosen to analyze one of the entrepreneurial reality more long-running of the Salerno province. It is the system of enterprises of the Di Mauro family from Cava de’Tirreni. Since the end of nineteenth century, the Di Mauro family was able to establish, expand and reinvent its business in the field of printing, publishing, and converting industry, passing unscathed to the difficult junctures of the twentieth century, and now coming to be very important in the business of the southern Italy.</p>
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6

Bethke, Jennifer. "Novecento: Arte e storia in Italia and Italie 1880–1910: Arte alla prova della modernitÀ." Journal of Modern Italian Studies 6, no. 3 (January 2001): 429–36. http://dx.doi.org/10.1080/13545710110084334.

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7

Mea, Giuseppe. "Viaggiatori portoghesi in Italia nella prima metà del Novecento." Estudos Italianos em Portugal, no. 10 (2015): 37–58. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_10_3.

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8

Messina, Maria Grazia. "Fenomenologia dell'oggetto nell'arte del Novecento." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002008.

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Abstract:
Nell'arte del Novecento opere e oggetti d'uso vengono a sovrapporsi in modi diversi. Un primo percorso muove dal collage cubista che non vuole piů rappresentare il reale, ma che si presenta come una realtŕ in sé compiuta. Questa ricerca prosegue con i ready-mades di Duchamp fino al Nouveau Réalisme, per approdare a una fusione di arte e vita. Un secondo percorso muove dal "Grande Realismo" di Kandinskij, dalla pittura metafisica di De Chirico, e dal Surrealismo per arrivare al New Dada. Qui gli oggetti manifestano un'alteritŕ che esorcizza l'anonimato dell'oggetto merce.
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9

Di Giacomo, Giuseppe. "Arte e realtŕ nella produzione artistica del Novecento." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002007.

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Abstract:
Le avanguardie storiche degli anni Venti e le neo-avanguardie degli anni Sessanta tentano di superare la dimensione autonoma dell'arte e la distinzione tra arte e vita. Tuttavia, se nell'avanguardia storica l'arte rivela ancora l'"altro" della realtŕ, e in questo modo si contrappone all'esistente, le produzioni artistiche attuali sono invece caratterizzate da un "realismo acritico" che, negando ogni "altro", rinuncia alla possibilitŕ di trasformare l'esistente. Cosě, se l'avanguardia sognava di redimere la vita per mezzo dell'arte, la neo-avanguardia, invece, sostiene che č l'arte stessa a farsi vita nel momento in cui l'opera rinuncia alla "forma".
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10

Ferrara, Paolo Orlando. "L'eresia del novecento: la Chiesa e la repressione del modernismo in Italia." Religion, State and Society 40, no. 3-4 (September 2012): 431–33. http://dx.doi.org/10.1080/09637494.2012.754567.

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Dissertations / Theses on the topic "Arte del Novecento in Italia"

1

Corrent, Vinicio. "La riscoperta della poesia antica italiana nei compositori del primo Novecento in Italia. Dalla generazione dell'™Ottanta a Luigi Dallapiccola." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2017. https://hdl.handle.net/11572/367716.

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Abstract:
The main purpose of this research was to study the motivations and requirements of a group of Italian composers, born around 1880, and for this chronological coincidence defined by Massimo Mila, as the composers of « The generation of the eighties» to use the lyrics of ancient Italian poetries for some of their operas. It was a path of investigation taking into account many factors, in particular the interweaving of artistic and literary interests and the cultural historical complexity of the context of the late nineteenth and early twentieth centuries. Fundamental in the first place was the need to set up chronological indicative terms of the change, in fact of the real breakthrough determined at European level by the general crisis of positivism reflected in various ways in Italy in the form of a strong reaction to Verismo in literature and to Melodrama specifically within the music. One of the first important aspect that we focused on in the present work was the fact that there were composers creating not only pieces made for the theater, but also symphonic and instrumental compositions. We proceeded to emphasize the reaction to melodrama expressed by the two most innovative composers of the Generation of the 80s: Casella, Malipiero and Pizzetti and in the In the third part, a great emphasis was given to two composers, Malipiero and Dallapiccola, who strived strongly for musical renewal, whose fundamental part was the reintroducing of the ancient. In fact, initiating with the analysis of the dynamics of the cultural context of the late nineteenth and early twentieth centuries the brink of the Second World War has been reached. In conclusion, it was found that the desire to create something new even in the terms of music and its literary element has been conditioned by many factors, among which the strong willingness to depart from the nineteenth-century melodrama must be mentioned in the first place. The explanation of the revaluation of the texts of ancient Italian poetry by the composers of the early twentieth century is conditioned by numerous factors affected by the social, economic, cultural and historical aspects.
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2

DI, TRAPANI Maria Stella. "Declinazioni del rapporto tra le arti e l'architettura nella prima metà del Novecento: i Palazzi di Giustizia in Sicilia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/515343.

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Abstract:
La tesi affronta la tematica del rapporto tra le arti e l’architettura, ricorrente nei dibattiti culturali sin dalla primigenia antinomia téchne/ars ma di particolare importanza nella prima metà del Novecento. Dapprima la questione viene inquadrata a livello generale, tramite l’analisi di tre episodi peculiari dei primi decenni del ventesimo secolo, ossia: la quinta edizione della Triennale di Milano del 1933, consacrata alla pittura murale; il sesto Convegno Volta del 1936, dedicato al tema “Rapporti dell’architettura con le arti figurative”; la promulgazione della Legge del 2%, che prevedeva la destinazione di almeno la suddetta percentuale, rispetto al totale della spesa preventivata, per la realizzazione di decorazioni artistiche negli edifici pubblici da costruire. In seguito l’analisi si sofferma sulla particolare tipologia edilizia monumentale dei Palazzi di Giustizia: sono presentati brevemente tutti gli edifici costruiti in Italia dall’unificazione nazionale agli anni Cinquanta del Novecento, mentre un maggior approfondimento è riservato ai due casi che costituiscono i modelli di riferimento: il Palazzo di Giustizia di Roma, progettato alla fine del diciannovesimo secolo da Guglielmo Calderini, ed il Palazzo di Giustizia di Milano, progettato negli anni Trenta da Marcello Piacentini, uno dei principali protagonisti della ricerca. Successivamente il medesimo tema viene indagato affrontando l'analisi dei tre Palazzi di Giustizia costruiti in Sicilia, nell’arco temporale individuato, a Messina, a Catania ed a Palermo. Dal confronto dei tre casi emergono le peculiarità di ciascun edificio, le caratteristiche comuni e le diverse declinazioni della tematica in relazione al contesto, al periodo storico, alle esigenze funzionali ed ai mutamenti estetici ed architettonici avvenuti nel giro di pochi anni in Italia. L’analisi restituisce, quindi, una dettagliata descrizione degli aspetti architettonici ed artistici degli edifici e si prefigge di inquadrare le figure degli architetti che li progettarono – Marcello Piacentini, Francesco Fichera e Gaetano ed Ernesto Rapisardi – e dei numerosi artisti coinvolti nella realizzazione dell’apparato decorativo esterno ed interno dei Palazzi, tracciandone dei profili biografici e ricostruendone la produzione. Lo studio, perciò, non si limita alla messa in evidenza delle vicende e dei caratteri progettuali, costruttivi e decorativi dei tre casi ma individua le evoluzioni stilistiche avvenute a livello architettonico ed artistico. Inoltre intende tracciare i rapporti e le connessioni esistenti fra i protagonisti, individuandoli non soltanto tramite le consuete indagini bibliografiche ma anche attraverso le analisi archivistiche e lo spoglio di riviste specialistiche dell’epoca, come “Architettura e Arti Decorative”, “Architettura”, “Emporium” e molte altre, e di alcuni quotidiani coevi alle fasi realizzative dei Palazzi. I numerosi documenti individuati, infatti, costituiscono l'ossatura portante del racconto e vi sono inseriti con continuità allo scopo di restituire le dinamiche intercorse e taluni dettagli altrimenti trascurati dalle fonti bibliografiche esistenti.
The thesis addresses the theme of the relationship between arts and architecture, recurring in cultural debates for many centuries but of particular importance in the first decades of the twentieth century: first, it frames it at a general level, through the analysis of three peculiar episodes, namely the fifth edition of the “Triennale di Milano” in 1933, dedicated to mural painting, the sixth “Convegno Volta” in 1936, conference devoted to the theme “Relationships of Architecture with the Figurative Arts”, and the promulgation of the “2% Law”, which provided for the allocation of at least the aforementioned percentage to artistic decorations in relation to the total expenditure planned for public buildings to be constructed. The analysis then dwells on a particular type of monumental building, that of the Palace of Justice: all the buildings constructed from the unification of Italy to the 1950s are briefly presented, focusing on the two cases that constitute the reference models, namely the Palace of Justice in Rome, designed at the end of the nineteenth century by Guglielmo Calderini, and the Palace of Justice in Milan, designed in the 1930s by Marcello Piacentini, which is one of the main protagonists of research. Subsequently, the same theme is investigated in depth in three specific cases, namely the Palaces of Justice built in Sicily during the defined period, in Messina, Catania and Palermo. The comparison of the three cases reveals the peculiarities, the common characteristics and the different declinations of the theme in relation to the context, the historical period, the functional requirements and the aesthetic and architectural changes occurred in a few years. The analysis returns, therefore, a detailed description of the architectural and artistic aspects of the three Palaces and reconstructs the figures of the architects who designed them – Marcello Piacentini, Francesco Fichera and Gaetano and Ernesto Rapisardi respectively – and of the numerous artists involved in the realization of the external and internal decorative apparatus of the buildings, tracing their biographical profiles and reconstructing their production. The study, however, is not limited to highlight the individual characteristics of the three cases but identifies the stylistic evolutions that took place at an architectural and artistic level in those years. Moreover, it traces the relationships and connections between the protagonists, identified not only by means of bibliographical surveys but also through numerous archival analyses and the perusal of specialized magazines, such as "Architettura e Arti Decorative", "Architettura", "Emporium" and many others, and some newspapers of the period. The several documents identified, in fact, constitute the backbone of the story, with the aim of returning the dynamics that took place and certain details otherwise neglected by the existing bibliographic sources.
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3

Nuovo, Lorenzo. "La pagina d'arte de "Il Mondo" di Mario Pannunzio (1949-1966)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3633.

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Abstract:
2008/2009
Nel panorama degli studi di storia della critica figurativa del secondo dopoguerra, manca una disamina delle posizioni degli autori della pagina d’arte del periodico romano “Il Mondo” . Studi - raccolte di documenti, indagini sul rapporto tra arte e critica militante in Italia e affondi sulla trasformazione del vocabolario visivo tra anni Quaranta e Cinquanta - che, anche quando hanno centrato la propria attenzione su periodici o giornali non specialistici, hanno sempre finito per tenere fuori fuoco la definizione dei tratti propri della specola sulle arti costituita dal settimanale diretto da Mario Pannunzio. L'analisi delle pagine culturali de “Il Mondo” dimostra l'insufficienza di un ragionamento costruito sulla base di una mera contestualizzazione degli scritti figurativi comparsi nel settimanale nel dibattito critico del secondo Novecento. “Il Mondo” è stato espressione di un clan, della élite raccoltasi a partire dagli anni Trenta attorno a Mario Pannunzio; un gruppo che, in alcuni dei suoi protagonisti e in piena continuità politica e culturale, è poi confluito nell'avventura de “L’Espresso” di Benedetti e Scalfari. Sulla costituzione del gruppo vale la pena di indugiare, resistendo alla tentazione di una distinzione tra questioni prettamente storico-artistiche e culturali in senso generale, o addirittura tra scelte di campo in materia di arti visive e battaglie politiche e civili: sono gli stessi autori della pagina d’arte de “Il Mondo” ad indicare questa strada, in un dibattito che, negli anni dell’immediato dopoguerra, era giocoforza carico di ragioni ideologiche. Obiettivo del presente lavoro è quello di fare luce sulla sintesi operata nell’ambito della redazione del settimanale tra le due componenti salienti del gruppo gravitante attorno a Pannunzio. Serbatoi di uomini e di idee, essenzialmente cultura di fronda per quel che attiene agli autori delle pagine culturali, intellettualità liberaldemocratica per quanto attiene alla definizione della rotta politica, economica e civile del settimanale.
XXII Ciclo
1979
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4

Giorio, Maria-Beatrice. "Gli scultori italiani e la Francia : influenze e modelli francesi nella prima metà del novecento." Thesis, Paris 10, 2012. http://www.theses.fr/2012PA100053/document.

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Abstract:
Cette étude a analysé la présence des sculpteurs italiens à Paris du début du XX siècle à la fin des années Trente, afin de reconstituer un chapitre important de l'histoire des échanges artistiques en France. Nous nous sommes servis d'une méthode historique et philologique, qui a bien été appliquée aux écrits critiques et à la presse de l'époque. Pour ce qui concerne le début du siècle, nous avons remarqué une participation considérable de la part des italiens aux principaux événements expositifs de la capitale comme les Salons officiels; le succès de public et commercial leur avait permis d'obtenir une place parmi les artistes à la mode les plus connus. Pendant les années Vingt, nous avons constaté un nombre moins significatif de sculpteurs; nous avons lu ce fait en nous rapportant à la situation historique italienne, qui en ce temps subissait des importants changements dus à l'ascension du régime fasciste. Les italiens qui étaient encore présents en France après la Guerre ne s'inséraient guère dans le cadre des nouvelles recherches artistiques italiennes, ils poursuivaient, au contraire, des orientations esthétiques plutôt dépassées. La dernière partie de notre étude s'est intéressée à l'essor du nouveau langage artistique de la péninsule italienne qui pendant les années Trente se répandit enfin même à l'étranger. Les sculpteurs italiens pouvaient donc participer activement à la vie expositive parisienne, tout en montrant le visage d'une plastique qui avait enfin pris conscience de ses potentialités. La France de sa part accueillait volontiers ces expérimentations, dans le but d'instituer une relation d'amitié durable avec le pays voisin
This study has analyzed the presence of Italian sculptors in Paris from the beginning of the 20th Century to the end of the third decade, with the aim of reconstructing an important chapter of the history of artistic exchanges between Italy and France. We have favored an historical-philological method, based on critical publications and old French and Italian press.Concerning the beginning of the century, we have remarked a considerable participation of Italians in the main expositions in the French capital, such as official Salons; critical and market success allowed them to get a main role in the crew of the most popular artists.During the twenties, we have noted a less considerable participation of Italian sculptors; we have interpreted it in relation to historical context of fascist Italy, where the government was trying to develop a national cultural program. The Italian artists in France, after the First World War, didn't share the new Italian artistic orientation; they went on with outdated aesthetic choices.The last part of our research was interested in the development of the new Italian artistic language, finally known out of Italy. The Italian sculptors consequently could take part in arts activity in Paris, showing the face of a new sculpture, finally aware of its potentialities. France gave these experimentations a good welcome in the aim of constituting a longtime friendship with the Italian country
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5

Zorzi, Alberto Gerardo <1958&gt. "Quando il gioiello d'artista parla : uno studio selettivo, un'osservazione analitica degli esiti più rilevanti dell'oreficeria d'autore in Italia dal secondo novecento al primo decennio del terzo millennio : una scoperta, un'esperienza emblematica, Arturo Martini tra piccola scultura, medaglie e gioielli, gli ultimi anni 1940-1947." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10362.

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Abstract:
Ricostruzione storico critica degli avvenimenti che alcuni artisti e architetti rilevanti del secondo novecento hanno determinato in un ambito dell'arte contemporanea per certi versi considerato minore.Si tratta di una ricerca sull'oreficeria e gioielleria realizzata da alcune personalità che hanno individuato un nuovo linguaggio espressivo nell'ornamento.La ricerca ha evidenziato i limiti che ancora sussistono di una errata indicazione e divisione tra arti maggiori e arti minori.
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6

Camporeale, Elisa. "Primitivi in mostra : eventi, studi e percorsi all'inizio del Novecento." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2005. http://hdl.handle.net/11384/85758.

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7

Giorio, Maria Beatrice. "Gli scultori italiani e la Francia. Influenze e modelli francesi nella prima metà del Novecento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7419.

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Abstract:
2010/2011
Lo studio ha analizzato la presenza degli scultori italiani a Parigi dall'inizio del XX secolo alla fine degli anni Trenta, con l'obiettivo di ricostruire un capitolo importante della storia degli scambi artistici in Francia. Ci siamo serviti del metodo storico-filologico che è stato applicato agli scritti critici e alla stampa d'epoca. Per quel che riguarda l'inizio del secolo, abbiamo rilevato una partecipazione italiana considerevole ai principali eventi espositivi della capitale come i Salons ufficiali; il successo commerciale e di pubblico aveva consentito loro di ottenere un certo spazio tra gli artisti alla moda più conosciuti. Nel corso degli anni Venti abbiamo notato un numero meno significativo di scultori, interpretando questo fatto alla luce della situazione storica italiana, sottomessa a importanti cambiamenti, successivi all'ascesa del regime fascista. Gli italiani che si trovavano ancora in Francia in seguito alla Prima Guerra Mondiale non si inserivano pertanto all'interno delle ricerche artistiche italiane, dal momento che sostenevano degli indirizzi estetici ormai sorpassati. L'ultima parte del nostro studio si è concentrata sullo sviluppo del nuovo linguaggio artistico della penisola italiana, diffuso ormai anche all'estero. Gli scultori italiani potevano partecipare di conseguenza all'attività espositiva di Parigi, e mostrare il volto di una plastica finalmente cosciente delle proprie potenzialità. La Francia da parte sua acccoglieva di buon grado questo tipo di sperimentazioni al fine di creare un rapporto di amicizia duraturo con la nazione confinante.
This study has analyzed the presence of Italian sculptors in Paris from the beginning of the 20th Century to the end of the third decade, with the aim of reconstructing an important chapter of the history of artistic exchanges between Italy and France. We have favored an historical-philological method, based on critical publications and old French and Italian press. Concerning the beginning of the century, we have remarked a considerable participation of Italians in the main expositions in the French capital, such as official Salons; critical and market success allowed them to get a main role in the crew of the most popular artists. During the twenties, we have noted a less considerable participation of Italian sculptors; we have interpreted it in relation to historical context of fascist Italy, where the government was trying to develop a national cultural program. The Italian artists in France, after the First World War, didn't share the new Italian artistic orientation; they went on with outdated aesthetic choices. The last part of our research was interested in the development of the new Italian artistic language, finally known out of Italy. The Italian sculptors consequently could take part in arts activity in Paris, showing the face of a new sculpture, finally aware of its potentialities. France gave these experimentations a good welcome in the aim of constituting a longtime friendship with the Italian country.
Cet étude a analysé la présence des sculpteurs italiens à Paris du début du XX siècle à la fin des années Trente, afin de reconstituer un chapitre important de l'histoire des échanges artistiques en France. Nous nous sommes servis d'une méthode historique et philologique, qui a bien été appliquée aux écrits critiques et à la presse de l'époque. Pour ce qui concerne le début du siècle, nous avons remarqué une participation considérable de la part des italiens aux principaux événements expositifs de la capitale comme les Salons officiels; le succès de public et commercial leur avait permis d'obtenir une place parmi les artistes à la mode les plus connus. Pendant les années Vingt, nous avons constaté un nombre moins significatif de sculpteurs; nous avons lu ce fait en nous rapportant à la situation historique italienne, qui en ce temps subissait des importants changements dus à l'ascension du régime fasciste. Les italiens qui étaient encore présents en France après la Guerre ne s'inséraient guère dans le cadre des nouvelles recherches artistiques italiennes, ils poursuivaient, au contraire, des orientations esthétiques plutôt dépassées. La dernière partie de notre étude s'est intéressée à l'essor du nouveau langage artistique de la péninsule italienne qui pendant les années Trente se répandit enfin même à l'étranger. Les sculpteurs italiens pouvaient donc participer activement à la vie expositive parisienne, tout en montrant le visage d'une plastique qui avait enfin pris conscience de ses potentialités. La France de sa part accueillait volontiers ces expérimentations, dans le but d'instituer une relation d'amitié durable avec le pays voisin.
XXIV Ciclo
1982
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8

MASSIA, FEDERICA. "Walt Whitman in Italia tra Otto e Novecento e la nascita del verso libero." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2020. http://hdl.handle.net/11571/1329155.

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9

Pasini, Francesca <1992&gt. "Arte e mondo vitivinicolo: mappatura del fenomeno in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14855.

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Abstract:
Il fenomeno dell’investimento in arte e cultura da parte di aziende private è ormai noto, ma se tipicamente tali organizzazioni fanno parte del settore bancario, assicurativo e automotive, negli ultimi decenni è emersa anche la presenza di “nuovi” attori operanti nel mondo vitivinicolo italiano. L’elaborato approfondisce la conoscenza del connubio ‘arte e business’, avvalendosi di studi sulle Arts Based Initiatives e analizzando in particolare sponsorship, partnership e collezioni d’impresa. Per comprendere quali solo le motivazioni, i risultati conseguiti e le strategie adottate dalle aziende vitivinicole, operanti sul territorio italiano, è stata condotta una ricerca basata su un questionario sottoposto a un campione significativo di cantine. I risultati vengono analizzati e discussi in modo da mappare per la prima volta il fenomeno ‘Arte e mondo vitivinicolo italiano’ contribuendo alla ricerca in tale campo.
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10

Zanninello, Lisa <1991&gt. "L'architettura in Italia negli anni del Fascismo: il caso di Venezia negli anni Venti e Trenta del Novecento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12327.

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Abstract:
In Italia, durante gli anni del fascismo, si assiste ad uno sviluppo architettonico ed urbanistico che coinvolse numerose città. I cambiamenti urbanistici furono accompagnati dalla costruzione di nuovi edifici architettonici ma anche dal restauro e dal ripristino dei monumenti antichi. In questa tesi viene approfondito il caso di Venezia, coinvolta in numerosi interventi urbanistici ed architettonici. In particolare la ricerca si concentra sui restauri degli edifici veneziani eseguiti in questi anni.
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Books on the topic "Arte del Novecento in Italia"

1

Carlo, Sisi, and Tatge George 1951-, eds. Arte del Novecento a Pistoia. Cinisello Balsamo, Milano: Silvana, 2007.

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2

Giovanna, De Lorenzi, ed. Arte e critica in Italia nella prima metà del Novecento. Roma: Gangemi, 2010.

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3

Enrico, Crispolti. L' arte del disegno nel Novecento italiano. Roma: Laterza, 1990.

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4

Sabrina, Spinazzè, and Iamurri Laura, eds. L' arte delle donne: Nell'Italia del Novecento. Roma: Meltemi, 2001.

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Laura, Iamurri, and Spinazzé Sabrina, eds. L' arte delle donne: Nell'Italia del Novecento. Roma: Meltemi, 2001.

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6

Italo, Tomassoni, ed. Palazzo Ricci a Macerata: Arte italiana del Novecento. Macerata [Italy]: Carima servizi, 1999.

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7

1939-, Fagiolo Dell'Arco Maurizio, and Castello di Rivoli (Museum : Rivoli, Italy), eds. Letteratura artistica: Documenti del Novecento in Italia : catalogo. Milano: Fabbri, 1991.

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8

Arte dell'energia: Capolavori del Novecento nelle collezioni artistiche ENI. Milano: Electa, 2010.

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9

Benzi, Fabio. Quadreria 2006: Arte italiana del Novecento da Balla a Sironi. Italy]: Edizioni del Borghetto, 2005.

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10

Stella, Calò Mariani Maria, Sicily (Italy). Assessorato dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione., and Museo regionale Pepoli, eds. Aspetti del collezionismo in Italia da Federico II al primo Novecento. [Sicily]: Regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione, 1993.

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Book chapters on the topic "Arte del Novecento in Italia"

1

"Il repertorio čechoviano nei primi decenni del Novecento." In Čechov in Italia, 23–80. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2sbm80q.4.

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2

Brincat, Giuseppe. "L’acquisizione imperfetta di una lingua adstrato L’italiano degli analfabeti a Malta dal Settecento al Novecento." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/001.

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Abstract:
The fact that Maltese has adopted over 20,000 Sicilian and Italian words, including 41% of its vocabulary at the Threshold Level, shows that this is not a case of borrowing at the higher social levels. To explain this unusual phenomenon the extraordinary growth in the island’s population and its rapid development under the Knights of St John and the British government are taken into account. Whereas works written in Italian from the 16th to the 20th century are abundant, and their quality is not inferior to those written in Italy, little is known about the efforts made by illiterate persons to speak the high language. The paper presents a few symptomatic comments and samples from the past, and from the present.
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3

Grasso, Ida. "La Spagna di Paragone Letteratura (1950-75)." In Biblioteca di Rassegna iberistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-459-2/002.

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Abstract:
Lo studio intende indagare la presenza della cultura ispanica in Paragone, rivista centrale del panorama letterario italiano della seconda metà del Novecento. La dichiarata apertura alla «storia di oggi», come si legge nel programmatico esordio del periodico, lo sguardo raffinato e analitico dei suoi collaboratori, vicini per animus critico e militanza culturale, ne fanno un imprescindibile punto di partenza per verificare, nell’ultimo venticinquennio della dittatura franchista, non soltanto l’eventuale diffusione e attestazione della produzione letteraria ispanica in Italia, ma anche, e soprattutto, la sua analisi in sede critica.
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4

Bello Minciacchi, Cecilia. "«Il festival rinascerà», Paola Masino inviata alla Manifestazione d’Arte Cinematografica di Venezia del 1946." In Italianistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-422-5/004.

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Abstract:
The essay presents and analyses the film criticism articles written by Paola Masino for the new edition of the Venice Film Festival after the Second World War. The articles, which appeared in the Gazzetta d’Italia between August 31 and September 19, 1946, were not later collected or republished. These are rare materials, never studied before, found among the documents of the Fondo Paola Masino kept at the Archivio del Novecento, Sapienza University of Rome. Other significant and useful information to understand Masino’s critical perspective on cinema emerges from the letters sent from Venice to family members. The analysis of the articles highlights in Paola Masino a lively intellectual curiosity and great precision in aesthetic judgments, in addition to a peculiar sensitivity to chromatic values, and an ethical attention to the political perspective of film directors and to the recent tragedies of war and partisan resistance in Italy. Among the most interesting data emerged from these articles, there are some theoretical reflections on aesthetic principles valid not only for cinema, but for all the arts, including the narrative and the literary work of the same Paola Masino.
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5

Ugniewska, Joanna. "Su alcuni viaggi in Italia polacchi tra la seconda metà del Novecento e l’inizio del ventunesimo secolo O niektórych polskich podróżach do Włoch drugiej połowy XX i początku XXI wieku." In Italia e Polonia (1919-2019). Un meraviglioso viaggio insieme lungo cento anni / Włochy i Polska (1919-2019). Sto lat wspólnej fascynującej podróży. Warsaw University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.31338/uw.9788323541400.pp.185-196.

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Conference papers on the topic "Arte del Novecento in Italia"

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Ainsa, Andrea, Pedro Marquina, José Antonio Beltrán, and Juan Calanche. "Pasta, un arte con mucha ciencia." In 3er Congreso Internacional sobre Patrimonio Alimentario y Museos. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2021. http://dx.doi.org/10.4995/egem2021.2021.13365.

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Abstract:
La pasta es uno de los platos más populares del mundo hecho con trigo duro como lo muestra su historia y regulación. Su consumo se generalizó en el siglo XV, pero fue en el siglo XVI cuando se hizo una comida frecuente entre la gente de pocos recursos debido a su versatilidad y economía. Esto ha quedado registrado en libros, pinturas y carteles publicitarios de distintas épocas. La pasta como alimento es tan emblemática que se le dedicó en 1993 la fundación de un museo con sede en Roma, Italia. Su historia revela fusión y eclecticismo que ha promovido una progresión interesante desde el punto de vista de la creación culinaria, pero tambien desde una perspectiva tecnológica y gastronómica, al incrementar la composición y oferta existente. Desde el siglo XV hasta la actualidad la pasta ha pasado de ser un sustento básico a un alimento más complejos y selecto, pero aun así y gracias a su excelente aceptación sensorial nunca ha perdido su carácter popular, ni su asequibilidad. Por eso, frente a tan noble y reconocido alimento no queda sino tratar de enriquecerlo y continuar su legado incorporando otros ingredientes como pescado o algas, para seguir promoviendo su enriquecedora transculturación.
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Quintanar Cabello, Vanesa. "“Liquidum non frangit jejunum”: la polémica religiosa en torno al chocolate y su reflejo en el arte de Edad Moderna." In 3er Congreso Internacional sobre Patrimonio Alimentario y Museos. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2021. http://dx.doi.org/10.4995/egem2021.2021.13337.

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Abstract:
De los alimentos que llegaron a Europa procedentes de América a comienzos de la Edad Moderna, sin duda, el cacao (Theobroma cacao) fue uno de los que mayor interés produjo entre lo europeos que, desde los primeros testimonios, mostraron una postura ambivalente entre la fascinación y el miedo hacia un producto al que se le adjudicaba todo tipo de propiedades. Uno de los sectores más escépticos con este alimento fue la Iglesia, al considerar que su consumo podía ir en contra de las normas del ayuno católico. Esta polémica fue objeto de numerosos textos e hizo necesaria la intervención del cardenal Brancaccio para zanjarla, quedando definitivamente abandonada en el siglo XVIII. A partir de los citados textos, el presente artículo plantea cómo esta polémica en torno al consumo del chocolate y su posterior abandono pudo tener su traslación al mundo del arte. Para ello, se analizarán las principales imágenes artísticas del chocolate producidas en Europa en los siglos XVII y XVIII, con especial atención a las producidas en España, Italia y Países Bajos, mostrando así las características y evolución en la presentación del producto y de todos los elementos que rodeaban su consumo (la vajilla, los consumidores, los ambientes…) con el objetivo de demostrar el desarrollo paralelo de la polémica religiosa y de su representación artística.
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Colomina, Antoni, and Vicente Guerola. "Caligrafía y calibre del tratteggio. Los grupos cooperativos para el aprendizaje de sistemas de texturización óptica en procesos de reintegración formal y cromática en obras de arte." In IN-RED 2021: VII Congreso de Innovación Educativa y Docencia en Red. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2021. http://dx.doi.org/10.4995/inred2021.2021.13749.

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Abstract:
El trattegio como sistema de reintegración de lagunas o partes faltantes de una obra pictórica o polícroma fue puesto en marcha a mediados del siglo pasado en diferentes centros de restauración en Italia, extendiéndose rápidamente a los países de su arco de influencia cultural. Actualmente, esta técnica, que tiene como objetivo la diferenciación o discernibilidad de las partes intervenidas a través de una fórmula de texturización gráfico-óptica, se encuentra introducida como disciplina en los planes de estudio de grado y máster en conservación y restauración a nivel nacional. La necesidad de aprendizaje, de la que podríamos considerar como la caligrafía del tratteggio, que permita a los estudiantes y en un futuro profesionales de la conservación y restauración la práctica de esta disciplina, hace necesaria también la normalización de unos estándares de variables LCTD (longitud, contorno, traslucidez y dispersión). La finalidad del presente estudio es acotar procesos de estandarización y pautas de trabajo grupal cooperativo donde se requiera la participación de diferentes profesionales, así como, la introducción de un sistema de medición del tratteggio como prototipo para la implementación en los estudios de conservación y restauración de bienes culturales.
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Mayorga Torres, Óscar, Blanca Cecilia Torres Sotelo, and Geisel Natalia Mayorga Torres. "Estudio comparativo de la aplicación de tecnologías colaborativas en el desarrollo de ambientes de aprendizaje." In Nuevas realidades para la educación en ingeniería: currículo, tecnología, medio ambiente y desarrollo. Asociación Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2022. http://dx.doi.org/10.26507/paper.2614.

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Abstract:
Los procesos de aprendizaje evolucionan y cambian dinámicamente, entre las razones principales está el cambio del modo de aprender-enseñar, incorporando elementos tecnológicos para propiciar, potenciar y difundir el conocimiento a los miembros de una comunidad académica-investigativa particular o general. El desarrollo tecnológico y ritmos de aprendizaje han impactado la forma-modo-tiempo como se desarrollan los procesos de enseñanza en las universidades contemporáneas, tanto así, que han llevado a repensar el modelo educativo para poder ofrecer una educación moderna, inclusiva y pertinente con el mundo globalizado. Esto se articula con planes de estudio donde el componente tecnológico y bilingüe son herramientas para el buen desarrollo del curso y el logro de los objetivos de formación en los campos de conocimiento general y específicos de una profesión en particular. Con lo anterior, la experiencia de aprendizaje del estudiante se modifica, al pasar de ser un receptor de información a ser un gestor activo de su propio proceso de formación; y en el rol docente cambia de ser un emisor de información codificada a ser un gestor complementario dentro del proceso; lo que incrementa la promesa de servicio en términos de academia, investigación e innovación. Países como Japón, Corea, Estados Unidos, Alemania, Italia, Francia e Inglaterra han incorporado en sus estrategias académicas la tecnología como herramienta de apoyo (Colaborativa) al desarrollo de los procesos de aprendizaje- enseñanza, de allí se acuña el término “Tecnologías Colaborativas”. En Estados Unidos, hacia los años 90’s la National Science Foundation (NSF) propuso las aulas STEAM (por sus siglas en inglés, def. Ciencia, Tecnología, Ingeniería, Arte y Matemáticas) donde su objetivo era desarrollar desde la escuela elemental competencias a los estudiantes de forma transversal apoyándose con tecnología, principalmente la robótica, donde los resultados fueron lograr aprendizajes significativos en contexto, integrales y vivenciales. El presente estudio muestra el análisis comparativo de la aplicación de las tecnologías colaborativas y modelo tradicional en los ambientes de aprendizaje, y cuyo objetivo se centró en determinar el impacto de estas en los procesos educativos, para lo cual se estudiaron seis grupos de referencia muestral en una ventana de tiempo de 3 semestres académicos. Los grupos seleccionados fueron del programa de ingeniería industrial, del curso logística, no se hicieron descartes de sujetos de prueba por género, posición semestral o promedio, y la condición de ingreso es que fuera un estudiante matriculado en el curso. Como instrumento de contraste todos los grupos se evaluaron con la misma prueba tipo en el escenario objeto de estudio de la investigación, inicialmente se presentaba un caso y el sujeto debía responder en 75 minutos 25 respuestas diseñadas bajo un modelo de pregunta de selección múltiple única respuesta.
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