Academic literature on the topic 'Archivi professionali di architettura'

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Journal articles on the topic "Archivi professionali di architettura"

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Barausse, Alberto, and Rossella Andreassi. "Le scritture professionali di Amelia Andreassi: gli ego-documenti di una insegnante italiana del Novecento." Cadernos de História da Educação 20 (September 20, 2021): e048. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-48.

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Abstract:
Il contributo intende prendere in esame il valore euristico dell’archivio personale di Amelia Andreassi, maestra e poi direttrice di scuole materne private e pubbliche di Bari, importante città dell’Italia meridionale, nel corso del Novecento. La collezione, composta di libri, certificazioni, lettere e materiali didattici, fra cui i quaderni sui quali annotava personali riflessioni sulle pratiche didattiche e ludiche svolte in classe, costituiscono parte del fondo archivistico personale custodito presso il Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia (Ce.S.I.S.) dell’Università del Molise, tra le cui finalità sono previsti il recupero, la conservazione e la valorizzazione degli archivi personali degli insegnanti. Tali fondi permettono una analisi dettagliata della funzione degli scritti personali (egodocumenti) di tipo professionale. Insieme all’uso delle categorie interpretative offerte dalla storia delle culture scolastiche nella analisi si intendono raccogliere le suggestioni proposte dalla storia della memoria scolastica.
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Pauwels, Yves. "I progetti per la facciata di Santa Maria del fiore (1585–1645): Architettura a Firenze tra Rinascimento e Barocco. Mario Bevilacqua. Archivi di Santa Maria del Fiore: Studi e Testi 4. Florence: Olschki, 2015. xxx + 354 pp. €45." Renaissance Quarterly 69, no. 4 (2016): 1454–55. http://dx.doi.org/10.1086/690345.

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Dissertations / Theses on the topic "Archivi professionali di architettura"

1

FAVARO, FRANCESCA. "Alle origini della professione liberale: costellazioni documentali nell¿archivio disperso di B.A. Vittone (1704-1770)." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2021. http://hdl.handle.net/11583/2929754.

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2

TODDE, ELEONORA. "Infortuni e malattie nel sottosuolo: prevenzione e assistenza sanitaria nella miniera di Montevecchio (1863 – 1996)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266844.

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Abstract:
Starting from the investigations conducted in the last few years in the field of medicine and welfare, this research has its main aim in identifying and understanding the functions, the role and the internal structure of healthcare camps within Sardinian mining sector., and particularly in the mining site of Montevecchio, through the census of archival sources retrieved in the island’s mining archives. The tormented sequel of events characterising this mining site have resulted in a conspicuous documentary production later stored in a number of archive groups partitioned amongst various archival institution: the Archivio Storico del Comune di Iglesias (Historical Archive of the Council of Iglesias), the Archivio Documentale della Miniera di Montevecchio (Documentary Archive of Montevecchio Mine) and the Archivio del Distretto Minerario della Sardegna (Archive of the Mining District of Sardinia). The in-depth archival research resulted in the retrieval of 476 units, including fascicules and registries covering the time frame from 1990 to 1991: The first seeach step was that of outlining an analytic data sheet, which would allow the researcher to identify the relevant data for a census of the documents, while a second step consisted in a more detailed analysis of the documentary sources, divided according into two main strands: documents on work-related injuries and documents on industrial disease (“scadenziari” of injuries, court records, patients’ lists, etc.) For each document another data sheet has been produce in order to describe any data useful for the research. The results have been ‘normalised’ and transcribed in the documentary appendix, resulting into two fairly complete instruments to conduct further research: the first one contains the archival units on work-related injuries and supplies the consultation indexes catalogued and divided within each single mining site; the second one focuses on ‘techno-pathologies’ (pathologies whose origin comes from the typology of job) and, as in the first case, enriched by consultation indexes divided according to the categories of mining sites, industrial diseases, job tasks and names of the workers. At the same time that the archival research was conducted, a study on the norms regulating the mining sector from 1865 to 1959 has been conducted with the aim of verifying whether any specific norm concerning the prevention of injuries and industrial diseases existed at the time. Finally, the last phase of the research included the analysis of the documents in light of the main literature on the subject. The situation of the injury paths in Sardinian mining contexts has been traced back with a focus on the years 1880-1970, and particularly on the situation of Montevecchio mine. Regarding the latter, all fatal injuries occurred between 1863 and 1996 have been identified listed. For what concerns industrial diseases, though a study on the medical literature dealing with heath issues for workers employed in mining sites, a list of pathologies afflicting Montevecchio’s workers form the 1930s to the 1980s has been drafted. Given the results produced, this research can be considered a paradigm to be used in the future to conduct further studies on base metals mines within broader Italian and international scenarios and, at the same time I t can be intended as a first step towards a clearer definition of the characteristic of mining compartment within Sardinia.
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Marchello, Sara. "Analisi e valutazione dei rischi in edilizia con i metodi fault tree analysis (FTA) e failure mode and effect analysis (FMEA): il caso del rischio amianto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il settore delle costruzioni è il comparto che ha subito più degli altri gli effetti negativi della crisi economica e di conseguenza è cambiata l’organizzazione al suo interno, sia nei rapporti di lavoro che nella sicurezza. Dai dati INAIL emerge un aspetto preoccupante: un incremento degli infortuni mortali e delle malattie professionali. Si può quindi affermare che non si muore solo in cantiere, ma anche a causa del lavoro. In questo elaborato si fa riferimento alle malattie professionali causate dall’esposizione all’amianto; nello specifico si valuta il rischio di inalazione delle fibre di amianto durante la bonifica di una copertura realizzata in Eternit. Si procede con una valutazione probabilistica del rischio, avvalendosi degli strumenti della Risk Analysis, Fault Tree Analysis (FTA) e Failure Mode and Effect Analysis (FMEA). La valutazione del rischio attraverso la FTA si basa su un approccio di tipo backward, in cui partendo dal malfunzionamento del sistema, definito Top Event, si vanno a cercare le possibili cause scatenanti (eventi); al contrario, l’analisi FMEA si basa su un approccio di tipo forward, ovvero partendo da un set di eventi si procede in avanti per andare ad analizzare che tipo di malfunzionamento possono generare nel sistema. Entrambi i metodi di analisi vengono applicati alle tre tecniche di bonifica, incapsulamento, confinamento e rimozione, analizzando per ciascuna le fasi operative, i macchinari e i prodotti da utilizzare, i DPI da indossare, valutando attentamente cosa occorre fare per operare in completa sicurezza. Dallo studio emerge che i fattori principali associati al rischio amianto coinvolgono l’analisi e valutazione preliminare dello stato di fatto, l’utilizzo e la manutenzione dei DPI e dei macchinari e la supervisione durante le fasi salienti dei lavori. Si può quindi sostenere che formazione, informazione e addestramento dei lavoratori e un’analisi preventiva dell’opera sono alla base della sicurezza in cantiere.
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MAROLDA, MARTINA. "Le immagini al potere, le immagini del potere. La rappresentazione fotografica dell'architettura contemporanea nelle riviste italiane di settore (1928-1943)." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1030950.

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Abstract:
La tesi di dottorato di Martina Marolda, dal titolo "Le immagini al potere, le immagini del potere. La rappresentazione fotografica dell'architettura contemporanea nelle riviste italiane di settore (1928-1943)", pone alla base di tutto il lavoro di ricerca un riscontro diretto tra le fonti primarie - ovvero le otto testate oggetto di studio: “Architettura”, “L'Architettura italiana”, “Casabella”, “Domus”, “Emporium”, “Quadrante”, “Rassegna di architettura”, “lo Stile” e le due riviste estere di “Moderne Bauformen” e “L'Architecture d'Aujourd'hui” - e le fonti archivistiche. Dal recupero di documenti quali lettere, atti notarili, fotografe e testi originali l'autrice ripercorre la vita e l'evoluzione di ogni testata, i rapporti tra le stesse così come quelli con il regime. Attraverso il materiale fotografico di prima mano, la tesi ricostruisce la politica editoriale iconografica e l'orientamento visivo di ogni singola rivista grazie ai segni tipografici e alle annotazioni riportate sul verso delle immagini ma anche all'analisi dei materiali scelti e inclusi nelle pubblicazioni posti a confronto con quelli scartati. La verifica delle immagini fotografiche pubblicate nelle riviste attraverso gli originali presenti nei fondi archivistici consultati, ha permesso anche l'attribuzione certa delle stesse a determinati fotografi e dunque di ricostruirne l'autorialità. Tra gli archivi studiati dall'autrice si ricordano: l'Archivio Anna Maria Mazzucchelli, il Fondo Marcello Piacentini e il Fondo Roberto Papini, l'Archivio Pietro Maria Bardi, il Centro Studi Giuseppe Terragni, il Fondo Angiolo Mazzoni. Per i fotografi e gli architetti-fotografi sono stati determinanti: il Fondo Ico Parisi, l'Archivio Fotografico Pagano, il Fondo Anderson, l'Archivio Fotografico La Triennale di Milano. Lo stesso approccio metodologico è stato mantenuto anche per la rivista francese de “L'Architecture d'Aujourd'hui”. Dall'indagine dei fondi di coloro che hanno animato più direttamente la vita del periodico tra le due guerre, l'autrice ha prestato particolare attenzione a quelli di Pierre Vago, redattore capo, di Auguste Perret, di André Lurçat e di Le Corbusier, dai quali sono emersi carteggi e materiali fotografici originali di notevole importanza. La tesi di dottorato di Martina Marolda si muove su cinque nodi tematici principali, esplicitati in cinque diversi capitoli. Il primo capitolo pone in evidenza e ripercorre la vita e l'evoluzione delle nove riviste italiane studiate, dalla loro nascita alla loro dissoluzione. Si tratta di una vera introduzione metodologica che, attraverso il recupero e la ricostruzione delle fonti archivistiche, evidenzia connessioni, retroscena e aspetti inediti di una fervida stagione, ponendo in relazione l'attività dei periodici di settore con gli eventi socio-politici negli anni tra il 1928 e il 1943. Sono inoltre indagati tutti i tentativi, a volte portati a termine, di tentate fusioni e di accorpamenti tra un periodico e l'alto, dai quali emergono alcune figure di spicco, primo fra tutti l'architetto Marcello Piacentini. Infine sono ricostruite le tirature di alcune riviste principali per determinati anni tra il 1930 e il 1936, che sono utili a indicare la diffusione effettiva di “Casabella”, “Domus” e “Quadrante”. Il secondo capitolo indaga invece in dettaglio le riviste come oggetto fisico e dunque la loro materialità. Partendo dalla copertina, passando per gli interni e arrivando alla quarta di copertina, i periodici sono dunque analizzati da un punto di vista soprattutto grafico e tipografico attraverso un'ampia indagine storiografica e in continuo dialogo con i loro modelli visivi di riferimento, in particolar modo europei. L'impaginato e la griglia grafica, così come la tipografa, risultano infatti elementi imprescindibili e fondamentali per la lettura delle stesse: sono oltretutto il contesto in cui l'immagine fotografica trova la sua collocazione, rappresentando in definitiva il legante di questa con il testo. Un ultimo paragrafo è infine dedicato alle riviste come “oggetto da esposizione”, ovvero alla profusione di mostre di arte grafica negli anni Trenta, in Europa come in Italia, che portano in scena i periodici in qualità di vera opera d'arte, appendendoli a parete e allestendoli con modalità non canoniche e con artifici dedotti dalla grafica stessa. Il terzo capitolo entra invece nel vivo dell'immagine fotomeccanica, ovvero della fotografia pubblicata nei principali periodici italiani di settore indagati nel periodo compreso tra il 1928 e il 1943. Dopo aver preso in considerazione la tipografa e l'impaginato, si pone in relazione l'utilizzo delle immagini sia con gli artifici grafici che con i testi, trovando analogie e divergenze tra i diversi linguaggi e prendendo come esempio il caso rappresentativo della Mostra della Rivoluzione Fascista del 1932 per la risonanza mediatica che questa riscuote tra le pagine dei periodici nazionali. Inoltre si indagano anche i nessi e le diversità tra le varie immagini pubblicate: si riscontrano allora ricorrenze formali e semantiche o scelte iconografiche completamente diverse; la prevalenza dell'uso della fotografa rispetto al disegno o viceversa; la predilezione degli esterni o degli interni dei manufatti architettonici, così come la presentazione dei particolari o degli interi. Un paragrafo importante si ferma ad analizzare il “tempo” della fotografa, prendendo in considerazione particolari montaggi e soprattutto fotomontaggi, assai diffusi e dunque elemento narrativo fondamentale ad esempio in “Quadrante”. Infine, grafici e tabelle restituiscono scientificamente nomi di autori e di soggetti architettonici maggiormente rappresentati, a livello di immagine, e dunque più diffusi nelle riviste analizzate, in un'analisi di ricorrenze numeriche che delineano una vera e propria fortuna visiva di determinati architetti e manufatti negli anni tra le due guerre in Italia. Un ultimo paragrafo indaga in dettaglio i modelli iconografici stranieri presenti all'interno degli stessi periodici italiani, anche in questo caso con rigore scientifico e con ricorrenze numeriche: il risultato è un vero e proprio orientamento visivo di alcune riviste nazionali nei confronti di architetti esteri. Il quarto capitolo rappresenta il cuore della tesi: in questo contesto si analizzano dettagliatamente le immagini fotografiche pubblicate all'interno delle riviste per capire il peso da esse assunto per la definizione delle politiche editoriali iconografiche dei diversi periodici e soprattutto come elementi visivi discriminanti per la comunicazione e divulgazione dell'architettura negli anni Trenta. Dopo aver analizzato un primo e fervido dibattito storiografico, sorto in Italia negli Ottanta e che vede Italo Zannier tra i suoi principali fautori, l'autrice ne evidenzia i limiti, procedendo poi a una vera e propria definizione delle diverse politiche iconografiche espresse dalle testate italiane degli anni e che si esplicano attraverso un'analisi formale e contenutistica delle immagini più ricorrenti, soprattutto in riferimento ai programmi espressi dai direttori. In definitiva, si è voluto indagare come le parole si sono tradotte visivamente, se c'è stata una coerenza o meno negli intenti iniziali e soprattutto come ciascuna rivista abbia interpretato e comunicato l'architettura negli anni tra le due guerre, in un periodo che ha visto l'affermazione del fascismo e la sua svolta totalitaria. Infine viene messa in luce l'immagine divulgata di quattro tra gli autori più rappresentati all'interno delle riviste: Marcello Piacentini, Gio Ponti, Giuseppe Terragni e Giuseppe Pagano. Si analizzano allora le modalità di autorappresentazione, il loro rapporto con la fotografa pubblicata e commissionata e infine le analogie o le differenze con l'immagine che di essi viene data negli altri periodici. Il quinto e ultimo capitolo analizza invece due esempi di riviste straniere europee, geograficamente prossime e in stretto rapporto con quelle italiane per più motivi: “L'Architecture d'Aujourd'hui” per la Francia e “Moderne Bauformen” per la Germania. Due riviste significative in quanto espressione, la prima, di un paese in cui non si instaura un regime totalitario, mentre, è il caso della seconda, di una nazione dove invece irrompe il Nazionalsocialismo, dittatura ad ogni modo diversa dal fascismo in Italia. Due riviste inoltre importanti poiché si definiscono l'una tribuna della modernità, l'altra invece come portavoce del tradizionalismo o comunque del centrismo. Dopo aver dedicato un primo paragrafo alla rappresentazione fotografica dell'architettura francese e tedesca nelle riviste italiane, l'autrice affronta e delinea il progetto grafico così come la ricezione e divulgazione dell'architettura italiana all'interno di entrambi i periodici d'oltralpe, trovando differenze sia nell'impaginato che nella fotografa utilizzata. L'attenzione rivolta all'aspetto iconografico delle riviste, ha reso necessaria un'operazione di digitalizzazione (per pagina tipografica) e di catalogazione delle stesse, che ha portato alla raccolta di oltre 40000 immagini di architetture coeve (realizzate dal 1920 al 1943) e alla costituzione di un database a corredo della stessa tesi di dottorato. Tale banca di dati è risultata uno strumento fondamentale e indispensabile a tutto il lavoro per la sua estrema utilità e per la rapidità di consultazione. Tale database è interrogabile su più fronti, dal momento che ogni immagine è stata catalogata per nome dell'autore (architetto singolo o gruppo), soggetto, occasione/evento (concorso, esposizione), luogo, numero e tipo di rappresentazioni (disegno o fotografa), fotografo (autore dell'immagine), fascicolo della rivista e anno.
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Books on the topic "Archivi professionali di architettura"

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Alici, Antonello. L'architettura negli archivi: Guida agli archivi di architettura nelle Marche. Roma: Gangemi, 2011.

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2

Ciagà, Graziella Leyla. Censimento delle fonti : gli archivi di architettura in Lombardia. Milano: Comune di Milano, 2003.

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Convegno "Il portale degli architetti e degli ingegneri, quando tecnica ed arte si incontrano" (2011 Palermo, Italy). Archivi di architettura a Palermo: Memorie della città, XVII-XX secolo. Palermo: 40due, 2012.

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4

Maria, Giuffrè, and Nobile Marco Rosario, eds. Palermo nell'età dei neoclassicismi: Disegni di architettura conservati negli archivi palermitani. Palermo: Dipartimento di storia e progetto nell'architettura, Università degli studi di Palermo, 2000.

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5

(Italy), Milan, and Centro di alti studi sulle arti visive, eds. Gli archivi di architettura design e grafica in Lombardia: Censimento delle fonti. Milano: Mimesis edizioni, 2021.

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6

Luciano, Patetta, and Parisi Giovanni, eds. Milano nei disegni di architettura: Catalogo dei disegni conservati in archivi non milanesi. Milano: Guerini e associati, 1995.

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7

Università di Parma. Centro studi e archivio della comunicazione, ed. 1968: Un anno : architettura, arte, design, fotografia e moda dagli archivi dello CSAC dell'Università di Parma. Cinisello Balsamo, Milano: Silvana editoriale, 2021.

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8

Pesce, Daniela, and Elisabetta Reale. Guida agli archivi di architettura a Roma e nel Lazio: Da Roma capitale al secondo dopoguerra. 3rd ed. Roma: Gangemi, 2007.

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9

Pesce, Daniela, Elisabetta Reale, and Margherita Guccione. Guida agli archivi privati di architettura a Roma e nel Lazio: Da Roma capitale al secondo dopoguerra. 2nd ed. Roma: Gangemi, 2002.

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10

Giornata di studio Documentare il contemporaneo, archivi e musei di architettura (2008 Rome, Italy). Documentare il contemporaneo: Archivi e musei di architettura : atti della giornata di studio, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 21 gennaio 2008. Roma: Gangemi, 2009.

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Book chapters on the topic "Archivi professionali di architettura"

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Pardo, Vittorio Franchetti. "La Facoltà di Architettura di Roma negli anni della formazione studentesca e delle prime nostre attività professionali:." In Alfredo Lambertucci. 1928-1996, 39–56. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvvb7msq.6.

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2

Raffaele Argiolas. "Dal disegno all’edificio e ritorno. Strumenti digitali per comunicare gli archivi di architettura." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c131.

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