Academic literature on the topic 'Architettura socialista'

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Journal articles on the topic "Architettura socialista"

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Malcovati, Silvia. "The utopia of reality: Realisms in architecture between ideology and phenomenology." SAJ - Serbian Architectural Journal 6, no. 3 (2014): 146–65. http://dx.doi.org/10.5937/saj1402146m.

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Abstract:
Proposed on the occasion of the First Congress of the Soviet writers in Moscow in 1934, the notion of realism coming about in the theoretical debate on architecture in the early thirties of the twentieth century appears to be an ambiguous notion, straddling between idealism and ideology, innovative research and historicist formalism. The failure of socialist realism and the crisis of its emphatic and monumentalist architectural imagery, clearly shows the utopian character of the realist "dream," but also, in some ways, its imaginative power of striving to build a better world. After the Second World War the question of realism comes into discussion again. Especially in Italy realism turn into an alternative to the modern paradigm, no less utopian, but open for the emerging postmodern American ideas as well as for the architecture of the "Tendenza." The paper proposes a survey on the twentieth century realisms as an instrument of reflecting the current state of architecture: after the excesses of the postmodern populism, the disillusionment of the "Architettura Razionale" and the dialectics of reconstruction-deconstruction, a new spectre of "Realism" as a way to react to the current architectural and urban condition seems to emerge in architecture again.
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Dissertations / Theses on the topic "Architettura socialista"

1

Ruggeri, Filippo. "Un'ipotesi di riqualificazione per Karl Marx Allee ovest, il primo complesso residenziale socialista a Berlino Est." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La presente ricerca prende avvio da un’indagine dell’area di Karl Marx Allee a Berlino, la prima strada socialista della Germania Est. Il lavoro si è concentrato sulla seconda fase costruttiva della stessa, Karl Marx Allee Ovest, che costituisce il primo complesso residenziale socialista costruito in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale. E' stata analizzata la struttura di KMA per farne emergere sia gli elementi caratteristici che le criticità venendo a definire le problematiche da affrontare con il progetto La proposta ha come obiettivo quello di riconnettere gli spazi pubblici dell’area definendo un percorso pedonale che ne incrementi la fruibilità da parte degli abitanti e dei visitatori, nel rispetto delle caratteristiche fondative dell’insediamento. Oltre al progetto urbano, quello architettonico intende essere un modello di intervento attento all’identità dell’ambito, caratterizzato dal sistema costruttivo a grandi pannelli prefabbricati (Plattenbau).
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BAXHAKU, ARBA. "Identità sospese. Letture sulla trasfigurazione del paesaggio architettonico di Tirana dopo la caduta del regime comunista." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1100371.

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Abstract:
La ricerca indaga la trasfigurazione spontanea del paesaggio architettonico della città di Tirana, dopo il crollo del regime comunista, prestando particolare attenzione ed approfondendo il tema dei fenomeni di trasformazione dell’edilizia abitativa. The research investigates the spontaneous transformation of the architectural landscape of the city of Tirana after the collapse of the communist regime, paying particular attention and deepening the theme of the housing transformation phenomena.
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RIGGI, GLORIA. "Architetture per l'aggregazione. Dal modello al tipo per differenti forme di socialità." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1360072.

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Abstract:
Può l’architettura contribuire a favorire un’integrazione sociale? Questa è la domanda cui il lavoro di ricerca tenterà di rispondere. La selezione delle opere prese in considerazione ha come obiettivo quello di raccogliere e comparare dei modelli tipizzabili da cui sia possibile estrarre delle modalità ricorrenti, per capire come l’architettura possa riuscire ad organizzare spazi per la socializzazione, favorendo l’integrazione tra gruppi sociali, tra persone e tra comunità. Il filo conduttore della ricerca è dunque il termine aggregazione, che deriva dal verbo “aggregare”: dal latino “unire al gregge”, unire insieme, associare, ammettere a far parte di un gruppo. Tuttavia, l’accezione del termine “aggregazione” cui più spesso si farà riferimento in questo lavoro di ricerca, non rimanda al solo significato letterale del termine ma rimanda anche a significati tratti dal linguaggio sociologico e giornalistico. Per affrontare tematiche che hanno a che fare con temi quali quelli dell’integrazione sociale, vi è stata infatti la necessità di fare riferimento anche ad altre discipline che lavorano direttamente su questo piano. Si dichiara in questo modo, di conseguenza, anche la volontà di attribuire alla ricerca un carattere multidisciplinare. In particolare, dal punto di vista delle discipline sociologiche, si considerano spazi in grado di attivare un processo di aggregazione tutti i luoghi al chiuso o all’aperto in cui gruppi di individui che abbiano interessi e tendenze comuni possano incontrarsi e svolgere attività varie. Se analizziamo nel dettaglio la definizione sopra riportata, possiamo evidenziare due fattori fondamentali per il progetto architettonico, ovvero i luoghi (la costruzione dello spazio) e i gruppi di individui (i fruitori dell’opera). La presenza dell’individuo e della “modalità di aggregazione” prevista nei programmi funzionali (e nelle aspettative della società) è qui, pertanto, il nodo centrale della questione. Attorno a questo fulcro tematico sono stati articolati i capitoli della tesi: in generale, si farà riferimento ad architetture aggregative in grado di promuovere l’incontro tra gli individui attraverso lo svolgimento di attività, quindi ad architetture intese come strumenti utili alle società, indirizzate all’uso collettivo e rivolte alla vita sociale delle persone. In esse, il fruitore assumerà necessariamente un ruolo centrale all’interno del procedimento progettuale. Nell’ambito della ricerca, allo scopo di racchiudere meglio l’ambito di interesse, tra i modelli analizzati non sono stati presi in considerazione i luoghi prevalentemente all’aperto, quali arene, stadi o piazze urbane; ciò non perché non si riconosca a questi ultimi il carattere di luoghi per l’aggregazione, ma perché si vuole qui capire come la costruzione dello spazio chiuso possa rispondere al meglio alle esigenze delle funzioni collettive, legate allo “stare insieme” dell’individuo. Per la stessa ragione, verrà invece considerato il tema del co-housing, che avvicina il tema della residenza a quel vivere collettivo che rimanda, seppur in modo meno esasperato, alle forme di collettivizzazione proprie delle avanguardie moderne. Stabiliti questi parametri di base, lo studio si focalizza sull’oggetto architettonico e su come questo possa attivare, in sé stesso, processi virtuosi di aggregazione e socializzazione. La ricerca procede per via di una serrata analisi tassonomica di modelli di architettura che si sono posti, come obiettivo principale, quello di realizzare differenti forme di aggregazione tra individui. La scelta delle opere presentate riguarda periodi che appartengono a momenti storici e culturali diversi. La contestualizzazione di ciascuna opera in un momento storico di riferimento, nonché in un’area geografica specifica, permette di capire come da una determinata esigenza di aggregazione sociale che nasce da motivazioni politiche, ideologiche o culturali diverse, si possa ottenere un’architettura che, attraverso i suoi spazi, è in grado di generare un’interazione positiva tra le persone. Leggere le architetture in base al quadro storico e culturale di appartenenza è, quindi, utile per analizzare le diverse accezioni del termine aggregazione. Accezioni che costituiscono il presupposto delle differenti risposte architettoniche dei modelli analizzati. Le varie declinazioni, infatti, corrispondono a diversi tipi di forme sociali ed è interessante analizzare come l’architettura traduca questi concetti in termini compositivi, nel rapporto dualistico di funzione e forma. Anche la struttura della ricerca riflette questo ragionamento: essa si articola in sei capitoli corrispondenti a momenti storico-culturali definiti che, partendo dal contesto politico francese di fine Ottocento a quello dei primi del Novecento in Belgio, passando per i regimi totalitari nell’Unione Sovietica e in Italia, per l’emancipazione e partecipazione democratica dei paesi scandinavi, per il progresso scientifico che ha portato rivoluzioni nella società e nella cultura, arriva fino a temi di attualità che riguardano attuali questioni emergenziali.Nella parte conclusiva della ricerca, infine, ognuna delle categorie analitiche utilizzate sarà riletta nel quadro generale di tutti i casi studio. L’obiettivo sarà capire se, nei diversi casi studio, ci sono dei ragionamenti comuni, delle sperimentazioni ricorrenti e delle soluzioni simili che mirano alla definizione di un modello architettonico tipizzabile, finalizzato alle varie forme di aggregazione sociale.
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GHAZI, ELNAZ. "NUOVI ORIZZONTI E NUOVE POTENZIALITA’ DELLO SPAZIO PUBBLICO INTERAZIONE, SOCIALITA’, COMUNICAZIONE, TECNOLOGIE, NEUROSCIENZA." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/947286.

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Abstract:
iflessione sull’apporto che potrebbe fornire una tecnologia avanzata (Brain computer Interface Technology, BCI) per la progettazione di nuovi spazi pubblici rigeneranti, ovvero spazi che assicurino un ottimo funzionamento delle attività a cui sono destinati e che determinino una tale esperienza per l’utente da ottimizzare il suo stato psicofisico e, quindi, la sua perfomance, aumentando la capacità di interazione sociale tra utenti-utenti e d’interazionetra utenti-spazio architettonico. Infine, per stati avanzamenti che non si trattera nella tesi , sto facciendo una parte sperimentale che si presentera nel discusione e si prevede uno studio fondato sulle conoscenze della Neuro estetica, essendo quest’ultima una delle frontiere contemporanee della neuroetica che approfondisce i rapporti tra arte e neuroscienze e psicoterapia (approccio interdisciplinare alla percezione e al senso artistico). In effetti, la scoperta della specializzazione funzionale del “cervello visivo”, ha indotto a considerare la visione come un processo attivo e dinamico, applicabile anche all’arte e all’architettura. Inoltre, entrando nella psicoterapia clinica come valido mezzo d’accesso a strati profondi della coscienza, si possono utillizare i dati analizzati attraverso la neuro estetica per la progettazione degli spazi pubblici, in particolare spazi finalizzati al potenziamento dell’interazione sociale. La neuro estetica si basa sulla teoria dell’Einfühlung (elaborata da Robert Vischer nel 1873 in Über das optische Formgefühl, e da Theodor Lipps in Aesthetik, 1903-06) la quale, insistendo sul fondamento psichico dell’esperienza artistica, costituisce il primo tentativo di integrare la teoria estetica con un metodo di tipo empirico, avviando a una psicologia dell’arte e dell’ architettura e allo studio della percezione visiva. Obbiettivo della dissertazione L’obiettivo è la definizione di una nuova metodologia trans-disciplinare che sia capace di unire gli strumenti dell’architettura con quelli delle neuroscienze, al fine di soddisfare oltre che i bisogni fisici e funzionali anche quelli spirituali, emotivi e psicologici. Secondo questa nuova concezione, le architetture sarebbero dotate di una intelligenza superiore, fornite di potenti sensori capaci di interpretare, decifrare e analizzare i segnali multipli involontariamente creati dagli esseri umani, in particolare le onde cerebrali, carpite attraverso l’utilizzo della tecnologia Brain computer Interface (BCI) e delle tecnologie indossabili come l’EEG (Elettroencefalografia): l’obbiettivo di questo studio è quello di elaborare delle proposte concrete di applicabilità agli spazi pubblici. Destinataria della ricerca La ricerca è di intresse per tutti i progettisti che vengono chiamati a pensare al fututo degli spazi pubblici; per le amministrazioni dell’ architettura che decidono di adottare piani di sviluppo di tipo Neuroarchitectural; per studiosi a cui interessa l’approfondimento dell’interdisciplinarità tra Neuroscienza e Architettura .
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GUGA, ANDIA. "L'architettura razionalista italiana d'oltremare. Gli edifici teatrali tra analisi e confronto." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1001905.

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Abstract:
Questa ricerca si fonda sull’ individuazione e l'analisi degli edifici teatrali sotto la parabola razionalista in Italia e nelle colonie d'oltremare, due realtà diverse dal punto di vista geografico e linguistico. La prima attingeva le proprie radici nel repertorio di un passato glorioso subendo contemporaneamente l’influenza di altri movimenti d’epoca, mentre l’altra mediava tra il linguaggio mediterraneo caratterizzante ogni singolo paese e l’impronta dell’identità dell’architettura italiana in contesti estranei al paese d’origine. Le tematiche della ricerca sono suddivise in tre capitoli principali. Nel primo capitolo si riporta una sintesi generale del significato dello “Stile Razionalista” come espressione di tradizione, modernità e mediterraneità in Italia. Il secondo capitolo viene interamente dedicato all’ architettura nelle colonie d’oltremare suddividendo i sottocapitoli in base alla cronologia di colonizzazione. Pertanto ho riportato i paesi di Libia, Grecia (Dodecaneso), Etiopia, Somalia, Eritrea, Albania ed anche alcuni progetti di architetti italiani d’altri paesi non coloniali. Per ultimo, il capitolo sulla città di Tirana, la capitale albanese, originariamente ottomana, che ha avuto una parabola razionalista occidentale e di cui le maggiori opere pubbliche sono state progettate e costruite negli anni ’20 -‘40. Nell’ ultima parte della tesi ho trattato in breve sintesi il Realismo Socialista, il Teatro dell’Opera all’ interno del Palazzo della Cultura Albanese. La conoscenza delle città, con tutto il patrimonio variegato di edifici costruiti anche in epoche differenti, è tema di studio non solo per i singoli progettisti operanti nel territorio, ma anche per la cultura collettiva. Infatti la ricerca tende a dare una chiave di lettura urbana e architettonica, che va dalla grande alla piccola scala alla quale potremo fare riferimento nella progettazione futura. This research is based on the identification and analysis of the theater buildings in the rationalist period in Italy and in the colonies, two different realities in terms of geography and language. The subjects of the research are divided into three main chapters. The first chapter is a summary of the general meaning of "Rationalist Style" as an expression of tradition, modernity and mediterrenianity in Italy. The second chapter is based entirely on architecture in the colonies overseas, and divided in subchapters based on the history of colonization, Libya, Greece (Dodecanese), Ethiopia, Somalia, Eritrea, Albania. The last chapter is based on the city of Tirana, the Albanian capital, originally Ottoman, which has had a western rationalist influence and where the most public works are designed and built in the '20s and 40s. In the last part of the thesis I discussed in brief summary the Socialist Realism and the Opera House inside the albanian Palace of Culture. The knowledge of the city, with all the varied heritage of buildings constructed in different eras, is the subject of study not only for individual architects working in these areas, but also for the collective culture. In fact, the research tends to give a key to urban and architectural design, from large to small scale to which we should refer in the future designing.
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Books on the topic "Architettura socialista"

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Biccari, Gaetano. Un teatro per il Reich: Architettura e rituale nel Thingspiel nazionalsocialista. Palermo: Medina di Priulla, 2000.

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Luca, Ponchiroli, ed. Witnesses of stone: Monuments & architectures of the red Bulgaria 1944-1989 = monumenti & architetture nella Bulgaria rossa 1944-1989. [Italy]: Ponchiroli, 2011.

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