Academic literature on the topic 'Architettura razionale'

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Journal articles on the topic "Architettura razionale"

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Malcovati, Silvia. "The utopia of reality: Realisms in architecture between ideology and phenomenology." SAJ - Serbian Architectural Journal 6, no. 3 (2014): 146–65. http://dx.doi.org/10.5937/saj1402146m.

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Abstract:
Proposed on the occasion of the First Congress of the Soviet writers in Moscow in 1934, the notion of realism coming about in the theoretical debate on architecture in the early thirties of the twentieth century appears to be an ambiguous notion, straddling between idealism and ideology, innovative research and historicist formalism. The failure of socialist realism and the crisis of its emphatic and monumentalist architectural imagery, clearly shows the utopian character of the realist "dream," but also, in some ways, its imaginative power of striving to build a better world. After the Second World War the question of realism comes into discussion again. Especially in Italy realism turn into an alternative to the modern paradigm, no less utopian, but open for the emerging postmodern American ideas as well as for the architecture of the "Tendenza." The paper proposes a survey on the twentieth century realisms as an instrument of reflecting the current state of architecture: after the excesses of the postmodern populism, the disillusionment of the "Architettura Razionale" and the dialectics of reconstruction-deconstruction, a new spectre of "Realism" as a way to react to the current architectural and urban condition seems to emerge in architecture again.
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Dissertations / Theses on the topic "Architettura razionale"

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GAVELLO, CINZIA. "Alberto Sartoris: Gli elementi dell'architettura funzionale. Il libro come strumento per la costruzione della fama (1926-1992)." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2016. http://hdl.handle.net/11583/2650396.

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Abstract:
Le vicende legate alla pubblicazione della prima edizione de «Gli elementi dell’architettura funzionale. Sintesi panoramica dell’architettura moderna», opera di Alberto Sartoris pubblicata da Ulrico Hoepli Editore nell’aprile del 1932, si collocano all’interno di quella che Enrico Maria Ferrari ha definito come una «ricerca paziente» di immagini appartenenti ad una specifica tendenza architettonica, generalmente identificata con il termine «razionale». Il processo di costruzione del «primo grande impegno critico» dell’architetto italo-svizzero, sino ad ora non esplorato con l’approccio scientifico derivato dall’analisi di fonti primarie, rivela le ragioni che hanno condotto all’assunzione di tale volume come trattato-manifesto dell’architettura razionale. Se si escludono i saggi ad opera di Giuliano Gresleri e di Enrico Maria Ferrari e le recenti raccolte documentarie a cura di Antoine Baudin, l’analisi del processo di costruzione de Gli elementi, volume di riferimento per intere generazioni di architetti, rimane sino ad oggi un campo pressoché inesplorato in maniera scientifica. Negli ultimi vent’anni la figura di Sartoris è stata oggetto di numerose pubblicazioni celebrative: nonostante questa fortuna critica, i cataloghi e i saggi a lui dedicati sono per lo più riferiti a specifici episodi della sua vita e, solo in rare circostanze, si fondano sullo studio di fonti primarie: nei diciotto anni trascorsi dalla sua morte, la seppur vasta letteratura prodotta sulla sua figura solo in rari casi si è soffermata sull’analisi de Gli elementi e su come questo volume abbia contribuito in maniera sostanziale al processo di costruzione della sua fama. Tali studi, tanto celebrativi quanto poco rigorosi dal punto di vista storiografico, ignorano del tutto i principi di ideazione e le scelte operative che stanno alla base della genesi de Gli elementi. L’obiettivo della Tesi non è, quindi, la sola analisi di un’impresa editoriale che ha avuto una diffusione capillare a livello internazionale: questa ricerca si è posta, sin dagli esordi, l’obiettivo primario di ricostruire vicende inedite volte alla comprensione e all’interpretazione dell’articolato processo di costruzione del volume che ha reso celebre Sartoris in tutto il mondo, oltre che di approfondire le attività mirate all’affermazione di una fama abilmente costruita da egli stesso nell’arco di circa un trentennio, venutasi a creare a seguito di una fitta rete di contatti e di relazioni sociali. In parallelo ad un’attenta analisi filologica delle tre edizioni de Gli elementi (1932, 1935, 1941), la ricerca fa luce, inoltre, sui criteri di selezione e di lavorazione delle diverse immagini delle opere pubblicate all’interno del volume, anche in relazione alle successive imprese editoriali condotte dallo stesso Sartoris e dalla stessa casa editrice milanese: l’Introduzione alla architettura moderna del 1943 e i tre volumi dell’Encyclopédie de l’architecture nouvelle, la cui prima edizione risale al 1948. Con la pubblicazione della prima edizione de Gli elementi, Sartoris si inserisce in un filone editoriale già ampiamente collaudato grazie al successo dei volumi quali, ad esempio, quelli di Walter Gropius del 1925, Ludwig Hilberseimer e Bruno Taut del 1927, André Lurçat del 1929 e Gustav Adolf Platz del 1930: Sartoris fa uso di un modello editoriale di rappresentazione dell’architettura già ampiamente utilizzato all’infuori dell’Italia, dove il testo scritto si rivela per lo più indipendente dalle immagini pubblicate. Inoltre, la fondazione e la diffusione di numerose riviste italiane e straniere quali, ad esempio, Das Neue Frankfurt nel 1926, Domus e La casa bella nel 1928, Rassegna di architettura nel 1929 e L’Architecture d’Aujourd’hui nel 1930, accompagna il successo del nuovo modello editoriale lanciato in Italia da Sartoris, oltre che l’affermarsi di una nuova attitudine di diffondere i principi alla base di una determinata maniera di fare architettura, attraverso un uso sapiente e strumentale dell’immagine, fornendo quindi anche al lettore italiano un vero e proprio repertorio iconografico della produzione architettonica dell’epoca. Le tre edizioni de Gli elementi sono destinate ad occupare, per circa un trentennio, un posto dominante all’interno del vasto panorama delle pubblicazioni che trattano in modo critico l’architettura del periodo. Nonostante non sia configurato come un vero e proprio manuale appartenente alle caratteristiche collezioni editoriali della casa editrice milanese di Hoepli, il volume di Sartoris viene considerato come una sorta di guida per gli innovatori della «nuova architettura» ed un utile strumento per la formazione di future generazioni di studiosi ed architetti. La raccolta sistematica delle recensioni alla prima edizione de Gli elementi pubblicate dal 1932 al 1934, sino ad oggi mai compilata e letta in relazione alla costruzione della fama di Sartoris, ha rivelato l’ampia diffusione ed un non scontato consenso ricevuto dal volume all’epoca della sua uscita. L’interpretazione critica della costruzione de Gli elementi passa anche attraverso la scoperta, il riordino e la catalogazione di una fitta corrispondenza intercorsa tra Sartoris e Ulrico Hoepli a partire dal 1931: i carteggi tra i due rivelano le discussioni e i punti di vista, spesso divergenti, in relazione ai contenuti e alla veste editoriale che il volume avrebbe acquisito. Il successo de Gli elementi e, di conseguenza, la costruzione della fama di Sartoris a livello internazionale sono dovuti quindi anche alla sua cooperazione con Ulrico e, dal 1935, con Carlo Hoepli: anche per questa ragione l’analisi dei documenti, sino ad oggi inesplorati, conservati presso l’Archivio Storico Ulrico Hoepli ha permesso di rivelare le fasi operative fondamentali relative alla pubblicazione delle tre edizioni de Gli elementi. All’interno di tale archivio è presente infatti una ricca corrispondenza che mette in evidenza le principali strategie editoriali operate da Sartoris in accordo con la casa editrice milanese: le lettere, le bozze di stampa e i dettagliati rendiconti economici hanno permesso di ripercorrere e verificare l’intero iter editoriale che ha accompagnato la pubblicazione e la successiva diffusione delle tre edizioni de Gli elementi. Nonostante il volume di Sartoris non abbia mai visto né riedizioni critiche né edizioni in lingua diversa da quella italiana, la pubblicazione di questo libro ha contribuito in maniera preponderante alla costruzione di una fortuna critica e di una notorietà internazionale dell’architetto italo-svizzero, un’immagine indissolubilmente connotata da un rigoroso impegno in campo teorico ed accademico, accompagnata ad una poco nota e non particolarmente consistente attività professionale. La finalità de Gli elementi appare duplice: da una parte vi è la volontà di Sartoris di ricercare per il suo libro un obiettivo strettamente didattico e divulgativo e dall’altra vi sono i suoi intenti, chiaramente auto-promozionali, per vedere accostato il suo nome a quello delle più importanti icone dell’architettura razionale dell’epoca. La fama internazionale di Sartoris è indissolubilmente legata alla moltiplicazione degli scritti in suo onore, a partire proprio dal 1932. Saranno proprio i rapporti personali che lo legano ad intellettuali come Pietro Maria Bardi, Raffaello Giolli o Emilio Pettoruti a favorire importanti pubblicazioni dei suoi studi teorici sulle principali riviste italiane, con una conseguente divulgazione in ambito internazionale. Inoltre, la volontà dell’autore di includere all’interno del suo volume le opere dei cosiddetti «grandi maestri del Novecento» accanto a quelle di architetti e progettisti meno conosciuti, è una ulteriore testimonianza delle finalità puramente auto-promozionali operate da Sartoris, al fine di accostare anche le sue opere e il suo nome alle icone dell’architettura razionale dell’epoca.
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PASSAMONTI, STEFANO. "Professionismo e sperimentazione. Robaldo Morozzo della Rocca, Genova, il Novecento." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. https://hdl.handle.net/11567/1101376.

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Abstract:
Professionismo e sperimentazione, concetti cardine di questa ricerca, vengono individuati e scaturiscono da un sentimento di adesione all’opera di Robaldo Morozzo della Rocca, architetto nato a Torino, formatosi a Roma e attivo prevalentemente a Genova. Attraverso la definizione critica della dimensione e dei caratteri dell’opera di Morozzo – osservata all’interno del suo quadro sociale, culturale, economico, politico – il lavoro ha l’ambizione di decifrare l’attualità e l’attuabilità contemporanea di un approccio non programmatico, libero e disincantato ma pur sempre connotato da una colta coerenza metodologico-professionale. Questo contributo al dibattito critico intorno alla definizione di architettura moderna, prende le mosse dalla constatazione di una condizione di base, rilevabile nell’opera di Morozzo, che definiremo postideologica per l’autonomia del linguaggio rispetto a qualunque condizionamento esterno. Un professionismo sui generis, fatto di itinerari progettuali poco riconoscibili e mai racchiudibili in un’immagine univoca, che lo rendono un ‘prodotto’ inaffidabile per la storiografia. Figura irregolare, individualista, sincretica, contemporaneamente rigorosa e arbitraria, complessa e contraddittoria, sofisticata e popolare Morozzo rende Genova un particolare punto di osservazione della realtà e un intimo laboratorio di sperimentazione formale nel campo dell’architettura.
Professionalism and experimentation are the key concepts of the following research and are identified from a feeling of adherence to the work of Robaldo Morozzo della Rocca, architect born in Turin, educated in Rome and based in Genoa. Through the critical definition of the dimensions and the features of Morozzo's work (observed within his social, cultural, economic and political framework) – the work aims to decipher both the newness and the contemporary feasibility of na un-programmatic, free and disenchanted approach that nonetheless is always characterized by a cultured methodological-professional coherence. The following contribution to the critical debate around the definition of modern architecture, takes its cue from the observation of a basic condition, detectable in the work of Morozzo, which we will define post-ideological for the linguistic autonomy from any external conditioning. A sort of sui generis professionalism, made up of design itineraries that are hardly recognizable and can never be summarized in an univocal image, which make it an unreliable 'product' for historiography. Morozzo appears as an irregular figure, individualistic, syncretic, simultaneously rigorous and arbitrary, complex and contradictory, sophisticated and popular that makes Genoa a particular observation point for the transformation of the reality and an intimate laboratory of formal experimentation in the field of architecture.
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De, Paola Pasquale. "A Question of Method: Architettura Razionale and the XV Milan Triennale of 1973." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/1969.1/ETD-TAMU-2011-12-10488.

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Abstract:
My doctoral work aims to construct a theoretical and intellectual framework to understand a set of remarkable developments concerning the Italian discourse on architecture from the early 1950s to the mid 1970s. This was when the term Rationalism and its theoretical body of work acquired renewed prestige replacing the ephemeral aesthetic of the modernist movement with a grounded discourse based on a deep understanding of the city as background of all architectural artifacts. The main hypothesis of my research is that this return to a rational methodology characterized by a deep understanding of architecture's internal building logic and identifiable in the work and ideas expressed in the International section of the XV Triennale Exhibition of 1973 had a significant and lasting impact on the thinking and formation of architecture culture in Italy and worldwide. This dissertation will thus attempt to construct a matrix of historical and methodological associations and demonstrations that validate and legitimize that rational methodology through a close examination of the work and key concepts of Tendenza, a group of architects in the Italy of the 1960s, pointing out their importance in preparing the ground for the International section of the XV Triennale Exhibition of 1973, which represented a major point of arrival and a point of departure for architecture culture in Italy and worldwide.
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Books on the topic "Architettura razionale"

1

Nuova architettura razionale. Firenze, Italia: Aión, 2010.

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2

Architettura razionale, 1973-2008. Napoli: CLEAN, 2008.

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Architetture razionali per un metodo condiviso: Rationale Architekturen für eine verbindliche Methode. [Florence, Italy]: Aión, 2012.

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Book chapters on the topic "Architettura razionale"

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"2. Der „neue Geist” der Architettura Razionale: Verständigungsbasis mit Mussolini." In Moderne und Macht, 13–22. Birkhäuser, 1996. http://dx.doi.org/10.1515/9783035602302.13.

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