Academic literature on the topic 'Architettura, filosofia'

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Journal articles on the topic "Architettura, filosofia"

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Tatasciore, Carlo. "Tra architettura e filosofia." PARADIGMI, no. 2 (October 2016): 101–2. http://dx.doi.org/10.3280/para2016-002006.

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Weyland, Beate. "EDEN LAB – Laboratorio di ambienti educativi con la natura." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 26–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.337.

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Abstract:
Il contributo descrive il percorso che ha portato alla nascita del laboratorio interdisciplinare EDEN – Educational Environments with Nature – LAB e presenta alcune azioni intraprese tra il 2020 e il 2022. Il laboratorio si occupa di documentare, accogliere e stimolare attività didattiche, ricerche e implementazioni riferite alla creazione di paesaggi educativi che sostengono il benessere e la qualità della relazione didattica, anche attraverso l’introduzione delle piante negli spazi interni. La qualità della proposta si riconosce in un approccio interdisciplinare, che coniuga pedagogia e didattica ad architettura e design e ad altre discipline come botanica, sociologia, filosofia, per comprendere come trasformare gli spazi scolastici nell’ottica dell’abitare.
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BERETTA, ILVA. "DeArbore.Botanica,alimentazione, architettura, teatro, storia,legislazione,filosofia,simbologia, araldica,religione, letteratura,tecnologiadeglialberi dalle operemanoscrittee a stampadella BibliotecaCasanatense. Roma, Biblioteca Casanatense, 1991, 811 pp., Ill. WILFRID BLUNT, and T. WILLIAM STEARN, The Art of Botanical Illustration, Woodbridge, Suffolk, Antique Collectors' Club in association with the Royal Botanic Garden, Kew, 1994, 368 pp., Ill." Nuncius 10, no. 1 (January 1, 1995): 347–51. http://dx.doi.org/10.1163/221058785x00228.

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4

Brancasi, Irène. "Architecture et lumières : Philosophie et projets de villes dans la France du XVIIIe siècles. Architettura e illuminismo : filosofia e progetti di città nel tardo settecento francese." L'Atelier du CRH, March 27, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/acrh.5405.

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Dissertations / Theses on the topic "Architettura, filosofia"

1

Brancasi, Irene. "Architettura e illuminismo : filosofia e progetti di città nel tardo settecento francese." Paris, EHESS, 2013. http://www.theses.fr/2013EHES0050.

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Abstract:
Cette recherche vise à explorer les possibilités de représentation urbaine dans la France de la deuxième moitié du XVIIIe siècle, et notamment dans la culture architectonique. Il a été donc nécessaire d'évaluer tout d'abord la double démarche, concrète et imaginaire, qui semble à la base de la réflexion des Lumières sur la ville. Un vaste corpus de littérature a été examiné dans le sillage de la connexion entre réforme et utopie établie par les historiens Franco Venturi et Bronislaw Baczko : des nombreux projets de réforme aussi bien que quelques importants récits utopiques façonnent une image de la ville à la fois misérable et susceptible d'être concrètement transformée par la résolution des problèmes les plus évidents. Les deux types de production intellectuelles sont donc déterminés par un esprit qui critique la ville tout en esquissant une altérité urbaine, dont la réalisation est vue comme possible. Le cœur de la recherche porte néanmoins sur la représentation urbaine proprement architectonique, explorée notamment à partir de la pensée d'Étienne-Louis Boullée (1728-1799) et Claude-Nicolas Ledoux (1736-1806). Leurs élaborations théoriques, langage original des Lumières, montrent en effet une sensibilité envers la ville, considérée globalement avec pour objectif une transformation matérielle et socio-culturelle. La réflexion sur la ville devient alors I'occasion d'appliquer au terrain de l'architecture certaines idées philosophiques et sociales, qui conduisent les deux auteurs à envisager I'amélioration de l'espace urbain en tant gue nécessaire à la réalisation d'une nouvelle société, fondée sur I'architecture pour construire sa propre identité
This research focuses on the representation of the city in France at the end ofthe Old Regime, paying a particular attention to the contribution of architectural theory. The starting point is the analysis of a heterogeneous literature, which points out the need for a new observation ofthe urban space together with the possibility of a radical and material change. This intellectual reflection is observed from numerous reform projects as well as from the imagination of an ideal city drawn by the utopic literature; these texts are proposed in the wake of the link between reform and utopia established by Franco Venturi and Bronislaw Baczko. However, the core of this research is the representation of the city developed by the architectural theory and especially by the thought of two artists, Étienne-Louis Boullée (1728-1799) and Claude-Nicolas Ledoux (1736-1806). Based on some philosophical, social and cultural enlightenment ideas, both of them elaborate an image of the city whose transformation can give birth to a new society. In their thought, architecture becomes a real social arl, essential to a new social design and to human emancipation. Their theory and their architectural planning have a double purpose : to receive the man in spaces designed in the light of important functionalistic guideline characteristics of the second half of the 18th Century, and to reform humanity deeply, leading it up to a new step of civilisation
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2

KASPER, Judith. "Il concetto di Heimat nel Novecento tra filosofia, letteratura e architettura." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/337831.

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Abstract:
Che la parola tedesca Heimat sia intraducibile in altre lingue, costituisce ormai un luogo comune. Ogni suo corrispettivo – “patria” in italiano, “pays natal” o “patrie” in francese, “home” o “homeland” in inglese, etc. – sembra in generale sin troppo determinato per mantenere in sé tutte le connotazioni implicate della parola Heimat, che a loro volta ne fanno un termine essenzialmente indefinibile. Eppure, nonostante la sua supposta intraducibilità, la parola Heimat viene costantemente tradotta e definita. La sua traduzione come anche la sua definizione non fanno altro che tradurre il termine in modo da distinguere diversi livelli semantici e ambiti funzionali che invece in quello tedesco si coappartengono, risultando così inseparabili. Evidentemente una tale traduzione, come del resto ogni traduzione, non può aver luogo che escludendo o tralasciando alcuni significati. In particolare, una tale traduzione è possibile solo nella misura in cui cancella ciò che, nel termine Heimat, non si lascia né definire né concettualizzare: quella sua specifica carica di emotività e di intensa sentimentalità, ossia il vasto spettro di associazioni affettive che vengono attivate rispetto alla dimensione della casa, del focolare, dei ricordi d’infanzia e della famiglia che la Heimat include. Queste dimensioni sono infatti compresenti nella parola Heimat, saldate in un unico immaginario, nell’immagine appunto di una Heimat che tutte le unifica e le alimenta. Già queste poche osservazioni iniziali mettono decisamente in dubbio che esista una storia della parola Heimat. Esiste tuttavia una storia del concetto di Heimat, che suddivide i significati implicati in una stessa parola, in momenti storici e in ambiti funzionali ben distinti. Così l’approccio storico-concettuale è, per esempio, in grado di rintracciare l’origine del concetto di Heimatrecht, l’istituzione giuridica che nasce nel XVI secolo nelle città tedesche e che garantisce l’offerta di soccorso a tutti coloro che appartengono alla comunità cittadina. Essa garantisce ai suoi membri il diritto di alloggio e di sepoltura, come anche l’assistenza ai poveri – che, per altro, non ha mai impedito che si espellessero mendicanti stranieri dalla città. Secondo tale diritto, rimasto in vigore fino agli inizi del Novecento, è senza Heimat colui a cui nessun comune è obbligato a offrire alloggio e assistenza1. Lo Heimatrecht è dunque una specie di precursore del moderno diritto di cittadinanza, e come tale ha sempre funzionato come un fattore decisivo nel processo di esclusione di una parte dell’umanità che, per le più diversi ragioni, non gode degli stessi diritti. Le domande legate all’aspetto giuridico-politico della Heimat costituiscono un lato della presente indagine. L’altro lato, invece, consiste in ciò che la Heimat implica in quanto potenziale affettivo e espressione di intimità, in quanto ricordo e sensazione di appartenenza a un luogo. È evidente come tale aspetto, per quanto inseparabile dal primo, non si riduca a esso. Difficile, se non addirittura impossibile, scrivere una storia di quest’ultima dimensione della Heimat, che determina comunque in maniera essenziale le singole vite vissute al di là della questione del diritto. Il presente lavoro è pertanto interessato ad analizzare in che modo la storia della Heimat in quanto storia giuridico-politica sia costantemente attraversata da dinamiche affettive che, in quanto tali, rimangano concettualmente inafferrabili e di cui possiamo solo registrare gli effetti. Mentre le diverse storie del concetto provano a mettere ordine in ciò che nel termine Heimat è sempre compresente e indissolubilmente intrecciato – ossia non solo i significati che la parola ha assunto in distinti momenti storici, ma anche i piani diversi (politico, sociale, teologico, antropologico, linguistico, letterario e filosofico) da essa attraversati – ci è sembrato opportuno, nell’ascolto delle loro interferenze, indagare le dinamiche e le trasformazioni implicite all’interno di tali piani. Simili dinamiche non costituiscono mai delle storie semplicemente rappresentabili. Esse sono invece ciò che interrompe costantemente la possibilità stessa di costituirsi come narrazione della storia di un concetto.
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BRANCASI, IRENE. "Architettura e Illuminismo: filosofia e progetti di città nel tardo Settecento francese." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/804295.

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Abstract:
This research focuses on the representation of the city in France at the end of the Old Regime, paying a particular attention to the contribution of architectural theory. The starting point is the analysis of a heterogeneous literature, which points out the need for a new observation of the urban space together with the possibility of a radical and material change. This intellectual reflection is observed from numerous reform projects as well as from the imagination of an ideal city drawn by the utopic literature; these texts are proposed in the wake of the link between reform and utopia established by Franco Venturi and Bronislaw Baczko. However, the core of this research is the representation of the city developed by the architectural theory and especially by the thought of two artists, Étienne-Louis Boullée (1728-1799) and Claude-Nicolas Ledoux (1736-1806). Based on some philosophical, social and cultural enlightenment ideas, both of them elaborate an image of the city whose transformation can give birth to a new society. In their thought, architecture becomes a real social art, essential to a new social design and to human emancipation. Their theory and their architectural planning have a double purpose: to receive the man in spaces designed in the light of important functionalistic guideline characteristics of the second half of the 18th Century, and to reform humanity deeply, leading it up to a new step of civilisation.
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FERDINAND, Juliette. "Artigiano delle riforme. Stile rustico e ricerca della sapienza nell'opera di Bernard Palissy (1510-1590)." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11562/732761.

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Abstract:
Artigiano delle riforme. Stile rustico e ricerca della sapienza nell'opera di Bernard Palissy (1510-1590). Questa tesi intende proporre una nuova lettura, complessiva e aggiornata, dell’opera artistica, figurativa e scritta, di Bernard Palissy, ceramista francese vissuto tra il 1510 e il 1590. Questo autore poliedrico ha suscitato un grande interesse nell’Ottocento dando luogo a diverse biografie, ma cadde di nuovo nell’oblio della storia dell’arte fino agli scavi del giardino delle Tuileries negli anni 1980, scavi che fecero emergere il suo forno e migliaia di frammenti di materiale ceramico. Questa fondamentale scoperta generò nuove ricerche e la prima monografia di stampo storico-artistico ad opera dello studioso americano Leonard Amico (1996). Spesso considerato in modo isolato per la peculiarità delle sue opere, esclusivamente dedicate alla rappresentazione minuziosa della natura osservata nella sua regione del sud ovest della Francia, il fenomeno Palissy necessitava una riflessione aggiornata che potesse aiutare a comprendere i manufatti che ancora oggi continuano a stupire l’osservatore, per la peculiarità dei loro soggetti e il virtuosismo della loro realizzazione. In particolare, mancava una riflessione di carattere storico artistico sullo statuto, la funzione e la ricezione di tali opere, nonché del loro stretto legame tra la fede protestante dell’artista, i suoi interessi scientifici e le sue scelte iconografiche. Sempre menzionato nella letteratura relativa, ma mai veramente interrogato, questo nesso tra la religione rivendicata dall’autore e la sua arte in un certo modo iconoclasta mancava ancora di una riflessione dedicata. Il presente lavoro si compone di cinque capitoli. Il primo si propone di fare il punto circa le conoscenze certe relative alla vita e all’attività di Palissy, nonché dello stato della storiografia a lui dedicata. Prosegue con una riflessione metodologica sugli obiettivi e i mezzi di questa tesi, e presenta il catalogo delle opere che saranno contemplate in seguito. Considerata la natura frammentaria dei numerosissimi reperti che costituirebbero l’opera completa, questo corpus non è esaustivo e si deve dunque intendere come un campione significativo dell’arte ceramica qualificata come “rustica”. Vengono inoltre presentati i tre scritti di cui fu autore il ceramista, opere che sono il pilastro della nostra riflessione, perché al di là del fatto di custodire il pensiero palissiano, essi racchiudono la descrizione dettagliata della grotta realizzata per il Connestabile Anne de Montmorency, e di un progetto di giardino, oltre a un racconto autobiografico sulla vocazione artistica dell’autore stesso. Il secondo capitolo entra nel merito della questione del contesto riformatore in cui presero forma le opere di Palissy. Viene sviluppata la definizione di Riforma, intesa sia sul piano spirituale, con la diffusione del calvinismo che toccò principalmente la borghesia gli artigiani e gli artisti francesi, sia sul piano artistico, con l’affermazione degli artigiani quali detentori di un sapere pratico affidato a trattati scritti in lingua vernacolare, di cui fanno parte appunto le pubblicazioni del nostro protagonista. A proposito della religione protestante si affrontano la concezione dell’arte e i fondamentali cambiamenti imposti alle immagini di culto, alla luce dei quali tenteremo di spiegare la decisione del Nostro di abbandonare l’iniziale professione di pittore di vetrate destinate alle chiese per intraprendere una la carriera di ceramista naturalista. Il terzo capitolo intende soffermarsi sulla nozione di “rustico” che Palissy utilizza per qualificare le sue opere, sia le rustiques figulines sia la grotta per il Connestabile di Montmorency. Partendo dal lessico architettonico, si cerca di collocare l’antro palissiano nell’orizzonte artistico che vede diffondersi su scala europea il gusto per l’estetica rustica. È analizzata la simbologia legata alle erme che ornano la grotta, motivo ricorrente dell’arte rinascimentale e prediletto dal Nostro. Evidenziate le radici contestuali che sottintendono la nascita delle grotta, si evidenzia l’originalità dell’interpretazione del “rustico” da parte del ceramista di Saintes. Il quarto capitolo è dedicato alla descrizione del giardino di Palissy, un giardino che però rimase solo sulla carta in quanto, sino ad ora, non si è potuta determinare l’esistenza di alcuna traduzione pratica di quell’elaborato progetto. In questo capitolo si cerca di approfondire alcune argomentazioni lasciate in sospeso dalle ricerche precedenti ovvero la natura stessa della pubblicazione in cui l’autore sviluppa il prospetto del giardino, in bilico fra utopia e concreta realizzazione, e la controversa riflessione sulle fonti che ispirarono le didascalie bibliche grazie alle quali Palissy scandisce la visita ai diversi luoghi del giardino. Vengono inoltre proposti nuovi confronti con altri giardini dell’epoca, ponendo la questione della dimensione religiosa dei parchi rinascimentali. Il quinto capitolo, infine, è dedicato al vasellame e al nesso tra scienza religione e arte che si instaura nelle opere palissiane. Partendo dal contesto per cui furono creati, cioè quello dell’”arte del banchetto”, viene proposta una lettura di tali oggetti come manufatti destinati alle wunderkammern in virtù di un’iconografia ricorrente e di specifiche tecniche di realizzazione. Con quest’ultimo capitolo si propone una lettura spirituale delle rustiques sostanziata dall’insieme delle ricerche e delle interpretazioni elaborate lungo l’intero lavoro.
This thesis proposes a new and up-to-date reading of the artistic, figurative and written works of Bernard Palissy, a French potter who lived between 1510 and 1590. This work is divided into five chapters, the first of which takes on the current knowledge about Palissy’s life and work and the status of historiography about this artist. A methodological analysis will be achieved by studying a meaningful sample of his craftsmanship, as well as reflecting upon three of his written works. The second chapter will examine the context in which the Reform influenced Palissy’s work. A definition of Reform is developed in this chapter both on a spiritual level, with the spread of Calvanism among the bourgeoisie, and French craftsmen and artists, and artistically, with the establishment of craftsmen as owners of a practical knowledge culminated in essays written in vernacular languages, of which the publications of our author are an example. The third chapter focuses on the notion of “rustic” that Palissy uses to describe his works, the rustiques figulines as well as the cave for the Constable of Montmorency. Starting from the architectural lexicon we try to locate the palissian lair in the artistic horizon where the taste for rustic was spreading on a Europe-wide scale. The fourth chapter is devoted to the description of Palissy’s garden, while trying to study in depth the nature of the publication itself, its possible sources and proposing new comparisons with other gardens of the time, raising the question of the religious dimension of the renaissance parks. Finally, the fifth chapter concentrates on the pottery and the link between science, religion and art that is created in the works of Palissy. Starting from the context for which they were created, namely that of the “art of the banquet”, we propose an interpretation of this objects as artefacts destined to the wunderkammern by virtue of a recurrent iconography and of specific techniques of realisation. With this final chapter is suggested a spiritual reading of the rustiques which is substantiated within the research and interpretations developed throughout the thesis.
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MARIANO, Carmela. "La filosofia del partenariato come alternativa alla privatizzazione dello spazio pubblico. La separazione tra pubblico e privato rende più complessa, in Italia, la produzione e la gestione dello spazio pubblico rispetto all’esperienza della città moderna. Condizioni e innovazioni nelle pratiche italiane per l’affermazione di tale filosofia. Tesi di Dottorato di ricerca in Riqualificazione e Recupero insediativo XVIII ciclo, Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma, in padis@uniroma1.it." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/427882.

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Abstract:
Ripercorrendo la dinamica della trasformazione dello spazio pubblico, dalla città storica alla città contemporanea, la ricerca analizza i motivi della “crisi” dello spazio pubblico della città contemporanea e propone una lettura critica delle recenti esperienze di pianificazione in tema di spazi pubblici che si caratterizzano per il ricorso, da parte delle amministrazioni locali, a forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati (partenariato). L’obiettivo è quello di individuare una possibile procedura di realizzazione di spazio pubblico che garantisca, il raggiungimento della qualità del progetto e la sua efficacia nel tempo.
Going through the dynamics of transformation of public space, from the historical to the contemporany city, this study evaluates the reasons of the crisis of the public space in the contemporany city and suggests a critical interpretation of recent experiences in public space planning that consisted by a kind of collaboration between public Administration and private subject. The aim of this study is to individuate a new kind of public space and a possible procedure of development able to garantee quality and efficiency of the project during a long period of time
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Books on the topic "Architettura, filosofia"

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1936-, Starace Francesco, ed. Architettura gotica e filosofia scolastica. Milano: Abscondita, 2010.

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2

Federica, Ferrara, ed. Oscar Niemeyer: Architettura e filosofia. Roma: Aracne, 2009.

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L'arte della città: Filosofia, natura, architettura. Bologna: Il mulino, 2015.

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4

Filosofia e architettura: Kant, Hegel, Valéry, Heidegger, Derrida. Como [Italy]: Ibis, 2000.

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5

Babele: Architettura, filosofia e linguaggio di un delirio. Genova: Il melangolo, 2003.

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6

Questa è architettura: Il progetto come filosofia della prassi. Torino: Giulio Einaudi editore s.p.a., 2021.

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7

Nuovo realismo/postmodernismo, dibattito aperto fra architettura e filosofia (Conference) (2014 Rome, Italy). Nuovo realismo/postmodernismo: Dibattito aperto fra architettura e filosofia. Roma: Officina edizioni, 2016.

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8

Rinaldi, Massimo. L' audacia di Pythio: Filosofia, scienza e architettura in Colantonio Stigliola. Bologna: Il mulino, 1999.

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9

author, Garlaschelli Enrico, ed. Abitare il costruito: Riflessioni di architettura e filosofia sul tempo presente. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2015.

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10

Architettura e Illuminismo: Filosofia e progetti di città nel tardo Settecento francese. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2014.

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