Academic literature on the topic 'Architettura di regime'

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Journal articles on the topic "Architettura di regime"

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Benazzi, Adriano, and Pier Luigi Marchini. "Profili critici di tassazione dei redditi di capitale e dei fondi di investimento." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 445–90. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003004.

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Abstract:
La tassazione del risparmio gestito e, piů in generale, dei redditi di capitale, rappresenta da sempre una delle questioni piů rilevanti, critiche e complesse. Ciň sia per le implicazioni economico-scientifiche connesse al sistema di tassazione dei cosiddetti "redditi finanziari", sia per l'eterogeneitŕ e mutevolezza delle forme di impiego del capitale e di "generazione" dei suoi frutti economici, sia in conseguenza delle possibili problematiche di asimmetria di trattamento e di potenziale instabilitŕ che potrebbero essere generati a seguito di una non coerente architettura del sistema impositivo riguardante la tassazione di tali redditi di natura finanziaria. Il presente contributo si pone l'obiettivo di fornire una rappresentazione dell'attuale regime tributario nazionale applicabile ai redditi di capitale ed, in particolare, ai redditi generati dai fondi di investimento, al fine di comprenderne profili storici, presupposti teorici, caratteristiche e, alla luce di tali considerazioni, le connesse criticitŕ e tendenze evolutive presenti nell'attuale contesto economico nazionale ed internazionale.
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Dissertations / Theses on the topic "Architettura di regime"

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Giannotti, Daniel. "Diagnosi energetica del complesso PEEP di Corticella tramite simulazioni in regime dinamico: analisi e sviluppo di indicatori energetici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Obiettivo della tesi è quello di determinare una metodologia di analisi energetica a livello di distretto urbano per individuare indicatori energetici che consentano di definire successivamente azioni di efficientamento energetico sia a livello dei singoli edifici sia a livello di distretto. Il caso studio in esame è costituito dal complesso PEEP connesso alla rete di teleriscaldamento di Corticella. Tutti gli edifici sono stati analizzati tramite simulazioni in regime dinamico con il software Design Builder. La disponibilità di dati di monitoraggio dei consumi degli ultimi anni ha consentito di ottenere la firma energetica dei singoli edifici e di eseguire una taratura dei modelli in modo da ottenere risultati coerenti con le misure reali. La fase di taratura dei modelli è risultata particolarmente complessa, in quanto le variabili che incidono sui consumi energetici di un edificio sono molteplici; inoltre la scarsa prevedibilità del comportamento dell’utente ha reso ancora più complicata la calibrazione del modello. Pertanto, si è deciso di considerare accettabili i risultati che garantissero un errore massimo, rispetto ai consumi reali, pari al 10%. Dall’osservazione dei dati ottenuti dalle simulazioni, sono stati poi sviluppati diversi indicatori energetici che potessero essere utili come punto di partenza per la successiva fase di sviluppo di scenari per la riqualificazione energetica del quartiere. In particolare, sono stati analizzati indicatori per i singoli edifici, analizzando analogie o differenze rispetto a edifici simili, individuando le maggiori criticità dal punto di vista di involucro edilizio, nonché una valutazione globale sull’andamento dei carichi termici che devono essere sopperiti dalla rete di teleriscaldamento. Inoltre l’analisi dei profili di consumo orario e delle temperature di servizio sia per il servizio di riscaldamento che di produzione acqua calda sanitaria ha permesso di fornire un primo quadro sulle possibili soluzioni di intervento
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Biraku, Ergi. "Simulazione in regime dinamico del comportamento energetico di una villetta a schiera climatizzata con pompa di calore geotermica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La climatizzazione degli ambienti residenziali richiede una grande quantità di energia a livello mondiale rispetto ad altre destinazioni. Studi e approfondimenti sulle energie rinnovabili e le prestazioni energetiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e raffreddamento contribuiscono significativamente alla conservazione delle fonti energetiche che la terra dispone e al continuo miglioramento del loro utilizzo. La programmazione di software di calcolo dell'ultima generazione sulle simulazioni energetiche in regime dinamico ha attribuito un altro passo alle ricerche di modelli impiantistici sempre più compatibili con l'ambiente.
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Ghezzi, Francesco. "Il restauro del Monumento ai Caduti (1932) di Forlì: rilievo del degrado e indagini diagnostiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il lavoro di Tesi si occupa del restauro sul Monumento ai Caduti di Forlì, programmato in seguito ad un intervento di pulitura del bene non del tutto adeguato. Il presente elaborato include molteplici aspetti d'indagine sull'opera: un breve studio sulle problematiche degli interventi sul moderno, un approfondimento storico sulla nascita dell’opera e sulla sua composizione, un accurato rilievo dei materiali e del degrado e, infine, una campagna di indagini diagnostiche. Le considerazioni sul restauro del moderno hanno permesso di sottolineare il valore e l’importanza di un approccio consono a questo tipo di patrimonio da proteggere e riscoprire. La ricostruzione della storia dell’opera, insieme alla descrizione delle sue parti, hanno impostato le basi per iniziare ad indagare il monumento nelle parti più importanti e significative. Le osservazioni e il rilievo delle parti più degradate e sensibili hanno messo in luce la presenza di una serie di fenomeni di degrado su cui intervenire con i futuri interventi e una serie di aspetti da indagare sperimentalmente. Le macro-aree coinvolte nello studio sono l'interno della cappella votiva centrale, il rivestimento esterno dell'opera e il gruppo statuario in sommità, tutti affetti anche se in modo diverso da numerosi fenomeni di degrado. Le indagini di laboratorio hanno permesso di analizzare e comprendere aspetti del bene fondamentali per l'elaborazione di conclusioni significative per il progetto di restauro sul Monumento.
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BAXHAKU, ARBA. "Identità sospese. Letture sulla trasfigurazione del paesaggio architettonico di Tirana dopo la caduta del regime comunista." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1100371.

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Abstract:
La ricerca indaga la trasfigurazione spontanea del paesaggio architettonico della città di Tirana, dopo il crollo del regime comunista, prestando particolare attenzione ed approfondendo il tema dei fenomeni di trasformazione dell’edilizia abitativa. The research investigates the spontaneous transformation of the architectural landscape of the city of Tirana after the collapse of the communist regime, paying particular attention and deepening the theme of the housing transformation phenomena.
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MAROLDA, MARTINA. "Le immagini al potere, le immagini del potere. La rappresentazione fotografica dell'architettura contemporanea nelle riviste italiane di settore (1928-1943)." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1030950.

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Abstract:
La tesi di dottorato di Martina Marolda, dal titolo "Le immagini al potere, le immagini del potere. La rappresentazione fotografica dell'architettura contemporanea nelle riviste italiane di settore (1928-1943)", pone alla base di tutto il lavoro di ricerca un riscontro diretto tra le fonti primarie - ovvero le otto testate oggetto di studio: “Architettura”, “L'Architettura italiana”, “Casabella”, “Domus”, “Emporium”, “Quadrante”, “Rassegna di architettura”, “lo Stile” e le due riviste estere di “Moderne Bauformen” e “L'Architecture d'Aujourd'hui” - e le fonti archivistiche. Dal recupero di documenti quali lettere, atti notarili, fotografe e testi originali l'autrice ripercorre la vita e l'evoluzione di ogni testata, i rapporti tra le stesse così come quelli con il regime. Attraverso il materiale fotografico di prima mano, la tesi ricostruisce la politica editoriale iconografica e l'orientamento visivo di ogni singola rivista grazie ai segni tipografici e alle annotazioni riportate sul verso delle immagini ma anche all'analisi dei materiali scelti e inclusi nelle pubblicazioni posti a confronto con quelli scartati. La verifica delle immagini fotografiche pubblicate nelle riviste attraverso gli originali presenti nei fondi archivistici consultati, ha permesso anche l'attribuzione certa delle stesse a determinati fotografi e dunque di ricostruirne l'autorialità. Tra gli archivi studiati dall'autrice si ricordano: l'Archivio Anna Maria Mazzucchelli, il Fondo Marcello Piacentini e il Fondo Roberto Papini, l'Archivio Pietro Maria Bardi, il Centro Studi Giuseppe Terragni, il Fondo Angiolo Mazzoni. Per i fotografi e gli architetti-fotografi sono stati determinanti: il Fondo Ico Parisi, l'Archivio Fotografico Pagano, il Fondo Anderson, l'Archivio Fotografico La Triennale di Milano. Lo stesso approccio metodologico è stato mantenuto anche per la rivista francese de “L'Architecture d'Aujourd'hui”. Dall'indagine dei fondi di coloro che hanno animato più direttamente la vita del periodico tra le due guerre, l'autrice ha prestato particolare attenzione a quelli di Pierre Vago, redattore capo, di Auguste Perret, di André Lurçat e di Le Corbusier, dai quali sono emersi carteggi e materiali fotografici originali di notevole importanza. La tesi di dottorato di Martina Marolda si muove su cinque nodi tematici principali, esplicitati in cinque diversi capitoli. Il primo capitolo pone in evidenza e ripercorre la vita e l'evoluzione delle nove riviste italiane studiate, dalla loro nascita alla loro dissoluzione. Si tratta di una vera introduzione metodologica che, attraverso il recupero e la ricostruzione delle fonti archivistiche, evidenzia connessioni, retroscena e aspetti inediti di una fervida stagione, ponendo in relazione l'attività dei periodici di settore con gli eventi socio-politici negli anni tra il 1928 e il 1943. Sono inoltre indagati tutti i tentativi, a volte portati a termine, di tentate fusioni e di accorpamenti tra un periodico e l'alto, dai quali emergono alcune figure di spicco, primo fra tutti l'architetto Marcello Piacentini. Infine sono ricostruite le tirature di alcune riviste principali per determinati anni tra il 1930 e il 1936, che sono utili a indicare la diffusione effettiva di “Casabella”, “Domus” e “Quadrante”. Il secondo capitolo indaga invece in dettaglio le riviste come oggetto fisico e dunque la loro materialità. Partendo dalla copertina, passando per gli interni e arrivando alla quarta di copertina, i periodici sono dunque analizzati da un punto di vista soprattutto grafico e tipografico attraverso un'ampia indagine storiografica e in continuo dialogo con i loro modelli visivi di riferimento, in particolar modo europei. L'impaginato e la griglia grafica, così come la tipografa, risultano infatti elementi imprescindibili e fondamentali per la lettura delle stesse: sono oltretutto il contesto in cui l'immagine fotografica trova la sua collocazione, rappresentando in definitiva il legante di questa con il testo. Un ultimo paragrafo è infine dedicato alle riviste come “oggetto da esposizione”, ovvero alla profusione di mostre di arte grafica negli anni Trenta, in Europa come in Italia, che portano in scena i periodici in qualità di vera opera d'arte, appendendoli a parete e allestendoli con modalità non canoniche e con artifici dedotti dalla grafica stessa. Il terzo capitolo entra invece nel vivo dell'immagine fotomeccanica, ovvero della fotografia pubblicata nei principali periodici italiani di settore indagati nel periodo compreso tra il 1928 e il 1943. Dopo aver preso in considerazione la tipografa e l'impaginato, si pone in relazione l'utilizzo delle immagini sia con gli artifici grafici che con i testi, trovando analogie e divergenze tra i diversi linguaggi e prendendo come esempio il caso rappresentativo della Mostra della Rivoluzione Fascista del 1932 per la risonanza mediatica che questa riscuote tra le pagine dei periodici nazionali. Inoltre si indagano anche i nessi e le diversità tra le varie immagini pubblicate: si riscontrano allora ricorrenze formali e semantiche o scelte iconografiche completamente diverse; la prevalenza dell'uso della fotografa rispetto al disegno o viceversa; la predilezione degli esterni o degli interni dei manufatti architettonici, così come la presentazione dei particolari o degli interi. Un paragrafo importante si ferma ad analizzare il “tempo” della fotografa, prendendo in considerazione particolari montaggi e soprattutto fotomontaggi, assai diffusi e dunque elemento narrativo fondamentale ad esempio in “Quadrante”. Infine, grafici e tabelle restituiscono scientificamente nomi di autori e di soggetti architettonici maggiormente rappresentati, a livello di immagine, e dunque più diffusi nelle riviste analizzate, in un'analisi di ricorrenze numeriche che delineano una vera e propria fortuna visiva di determinati architetti e manufatti negli anni tra le due guerre in Italia. Un ultimo paragrafo indaga in dettaglio i modelli iconografici stranieri presenti all'interno degli stessi periodici italiani, anche in questo caso con rigore scientifico e con ricorrenze numeriche: il risultato è un vero e proprio orientamento visivo di alcune riviste nazionali nei confronti di architetti esteri. Il quarto capitolo rappresenta il cuore della tesi: in questo contesto si analizzano dettagliatamente le immagini fotografiche pubblicate all'interno delle riviste per capire il peso da esse assunto per la definizione delle politiche editoriali iconografiche dei diversi periodici e soprattutto come elementi visivi discriminanti per la comunicazione e divulgazione dell'architettura negli anni Trenta. Dopo aver analizzato un primo e fervido dibattito storiografico, sorto in Italia negli Ottanta e che vede Italo Zannier tra i suoi principali fautori, l'autrice ne evidenzia i limiti, procedendo poi a una vera e propria definizione delle diverse politiche iconografiche espresse dalle testate italiane degli anni e che si esplicano attraverso un'analisi formale e contenutistica delle immagini più ricorrenti, soprattutto in riferimento ai programmi espressi dai direttori. In definitiva, si è voluto indagare come le parole si sono tradotte visivamente, se c'è stata una coerenza o meno negli intenti iniziali e soprattutto come ciascuna rivista abbia interpretato e comunicato l'architettura negli anni tra le due guerre, in un periodo che ha visto l'affermazione del fascismo e la sua svolta totalitaria. Infine viene messa in luce l'immagine divulgata di quattro tra gli autori più rappresentati all'interno delle riviste: Marcello Piacentini, Gio Ponti, Giuseppe Terragni e Giuseppe Pagano. Si analizzano allora le modalità di autorappresentazione, il loro rapporto con la fotografa pubblicata e commissionata e infine le analogie o le differenze con l'immagine che di essi viene data negli altri periodici. Il quinto e ultimo capitolo analizza invece due esempi di riviste straniere europee, geograficamente prossime e in stretto rapporto con quelle italiane per più motivi: “L'Architecture d'Aujourd'hui” per la Francia e “Moderne Bauformen” per la Germania. Due riviste significative in quanto espressione, la prima, di un paese in cui non si instaura un regime totalitario, mentre, è il caso della seconda, di una nazione dove invece irrompe il Nazionalsocialismo, dittatura ad ogni modo diversa dal fascismo in Italia. Due riviste inoltre importanti poiché si definiscono l'una tribuna della modernità, l'altra invece come portavoce del tradizionalismo o comunque del centrismo. Dopo aver dedicato un primo paragrafo alla rappresentazione fotografica dell'architettura francese e tedesca nelle riviste italiane, l'autrice affronta e delinea il progetto grafico così come la ricezione e divulgazione dell'architettura italiana all'interno di entrambi i periodici d'oltralpe, trovando differenze sia nell'impaginato che nella fotografa utilizzata. L'attenzione rivolta all'aspetto iconografico delle riviste, ha reso necessaria un'operazione di digitalizzazione (per pagina tipografica) e di catalogazione delle stesse, che ha portato alla raccolta di oltre 40000 immagini di architetture coeve (realizzate dal 1920 al 1943) e alla costituzione di un database a corredo della stessa tesi di dottorato. Tale banca di dati è risultata uno strumento fondamentale e indispensabile a tutto il lavoro per la sua estrema utilità e per la rapidità di consultazione. Tale database è interrogabile su più fronti, dal momento che ogni immagine è stata catalogata per nome dell'autore (architetto singolo o gruppo), soggetto, occasione/evento (concorso, esposizione), luogo, numero e tipo di rappresentazioni (disegno o fotografa), fotografo (autore dell'immagine), fascicolo della rivista e anno.
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VESPA, GIUSEPPINA. "Strategie, sistemi e sperimentazioni per architetture e città adattive. Strategie, sistemi, sperimentazioni per architetture e città adattive ai fenomeni di isola di calore e di ondate di calore, in regime di cambiamenti climatici e in un quadro di green economy." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1563484.

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Abstract:
I cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti che interessano il pianeta ormai da tempo, ci spingono a riflettere e a indagare su quanto le città riescano ad adattarsi a ciò che accade quotidianamente. Le aree urbane densamente costruite si trovano in una condizione aggravata da fenomeni quali l’effetto “isola di calore” e cambi di temperatura con picchi improvvisi, che comportano un aumento del discomfort ambientale in queste aree rispetto alle zone non urbanizzate. Tutto questo espone la popolazione a rischi considerevoli, soprattutto le fasce deboli, e genera vulnerabilità nell’”ecosistema urbano”. La presente tesi di dottorato indaga tali fenomeni - ondate di calore e isole di calore urbano - e le possibili risposte che il mondo dell’architettura e della tecnologia possono fornire, in termini di adattività e flessibilità delle soluzioni, per il miglioramento della situazione a scala locale e urbana. In ambito europeo molti sono gli esempi di strategie e azioni messe in atto a tale scopo, tanto da consentire un’analisi sistemica e uno studio approfondito di un numero significativo di casi di studio. Questo ha portato alla costruzione di un set di indicatori quali-quantitativi che tengono conto della dimensione sociale e fisica, tramite i quali è stato possibile effettuare una valutazione delle azioni e degli interventi in oggetto e capire la loro vera efficacia contro gli effetti dei cambiamenti climatici. Scopo ultimo della tesi è quello di ottenere un quadro di analisi significativo, facilmente implementabile in futuro, attraverso cui costruire una matrice di efficacia delle azioni, che architetti, progettisti e pianificatori possano adottare come strumento progettuale già in fase decisionale e fino all’esecuzione.
Climate changes and the extreme meteorological events are always more frequent, and they affected the planet since for some time; they inspire us to reflect and to investigate how cities can be adapted to what usually happens. The densely built urban areas are in an aggravated condition by phenomena such as the UHI (Urban Heat Island) and by the temperature changes with sudden peaks, that increase the environmental discomfort in these areas compared to the not-urbanized ones. All these circumstances expose the population to considerable risks, especially the vulnerable groups and produce vulnerability in the “urban ecosystem”. This PHD thesis investigates these phenomena (heat waves and urban heat islands) and the possible answers that the architecture and the technology field can provide, in order to improve the situation at urban and local scale, in terms of adaptability and flexibility of the solutions. In the European context, there are many examples of strategies and actions applied for this aim, so much so to allow a systemic analysis and an in-depth study of a significant number of case study. This, led to the construction of a qualitative and quantitative indicators set that considers the social and physical dimension, through which it was possible to evaluate the actions and interventions in question; it also allowed to understand their true efficacy against the effects of the climate changes. The last thesis aim is to obtain a meaningful analysis framework - easily implementable in the future - which is possible to build an availability source, useful for architects, designers and planners in a decision-making phase and till the realization of it, as a design tool.
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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Books on the topic "Architettura di regime"

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Capelli, Gianni. Il Teatro Regio di Parma: Architettura, scene, spettacoli. [Parma?]: Azzali, 1991.

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Giardini, donne e architettura: Storie e iconografie di maghe, regine e scrittrici giardiniere. Firenze: Angelo Pontecorboli, 2006.

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Giallocosta, Giorgio. Riflessioni sull'innovazione: Architettura e produzione edilizia nei regimi di complessità delle fasi storiche di sviluppo del costruire. Firenze: Alinea, 2004.

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Santo Niceto nella Calabria medievale: Storia, architettura, tecniche edilizie. Roma: L'Erma di Bretschneider, 2002.

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Mitrano, Ida. La Sapienza, 1932-1935: Arte, architettura e storia : i documenti del Consorzio per l'assetto edilizio della Regia Università di Roma. Roma: Università La Sapienza, 2008.

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Università degli studi di Roma "La Sapienza"., ed. La Sapienza, 1932-1935: Arte, architettura e storia : i documenti del Consorzio per l'assetto edilizio della Regia Università di Roma. Roma: Università La Sapienza, 2008.

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Conference papers on the topic "Architettura di regime"

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Rossi, Gabriele, Massimo Leserri, and Alma Benitez Calle. "Dry stone architecture: the survey as a tool to safeguard the risk of morphological or formal homologation." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15606.

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Abstract:
Ci sono esempi unici e variegati di costruzioni in pietra a secco nella regione mediterranea, il cui interesse, in Puglia (Italia) e attestato negli ultimi decenni, ha determinato un atteggiamento speculativo che ha permesso a queste architetture vernacolari di acquisire un notevole valore economico. Di conseguenza, oltre alle azioni supportate dai regolamenti comunali e dagli strumenti di pianificazione sia locale che regionale, è necessario individuarne il valore culturale e le peculiarità, tutte necessarie per attuare politiche consapevoli per una corretta tutela e conservazione. Ci proponiamo in particolare di concentrarci sul rilievo di queste architetture all'interno di questo contributo, un argomento trascurato di una certa complessità, al fine di proporre una serie di riflessioni che supportino l'attività di coloro che intendono intervenire su questi manufatti. Infatti, la loro componente plastica e l'unicità morfologica permettono loro di fondersi con sculture che richiedono l'utilizzo di metodologie e tecnologie moderne e raffinate per la loro documentazione. Pertanto, il mancato riconoscimento su caratteristiche e peculiarità ha portato ad azioni riguardanti il loro restauro con un'omologazione formale generale e la perdita della singolarità morfologica originale durante gli interventi per la loro conservazione.
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Di Vita, Stefano, Corinna Morandi, and Andrea Rolando. "Digital services for an internet of places: urban digital nodes for a smart region between Milan and Turin." In Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8139.

Full text
Abstract:
This paper presents the outcomes of a three-year research project developed by the Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU), in collaboration with Telecom Italia. Looking at territorial smartness from a spatial perspective, that leaves aside the purely technological aspects, the research aims at exploring different ICT potentialities: from new uses of space, to socio-economic and physical regeneration. With this goal, it reflects about the possible updating of concepts, which are widely used in urban planning: (i) from smart city to smart region, to deal with the regional scale of contemporary cities, thus including peripheral and marginal ‘in-between’ spaces; (ii) from urban nodes to urban digital nodes, to design multi-scalar smart spaces able to integrate traditional and digital services; (iii) from Internet of Things to Internet of Places, to make spaces able to interact through (at the same time) real and virtual experiences of users. These theoretical references are explored within the scenario of the metropolitan region between Milan and Turin. According to these issues, this paper presents the research process to the UDN localization along the infrastructural bundle between Milan and Turin: from the identification of urban/infrastructural nodes, to the selection of potential Urban Digital Nodes. Furthermore, it highlights the UDN contribution to a smart region development through the spatial implementation of an Internet of Places.
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