Academic literature on the topic 'Approccio disposizionale'

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Journal articles on the topic "Approccio disposizionale"

1

Angelozzi, Andrea. "L'ipotesi dello spostamento nel suicidio: persona e situazione in psicopatologia." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2021): 247–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-002004.

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Abstract:
Viene mostrato come l'ostacolo a taluni strumenti suicidari non porti necessariamente a spostarsi su altre modalità letali, esaminando in particolare il caso dell'intossicazione da gas domestico in Gran Bretagna e gli ostacoli per prevenire il salto dal Golden Gate Bridge di San Francisco. Il mancato spostamento sembra caratterizzare anche altri aspetti patologici, quali il gioco d'azzardo, le dipendenze o la criminalità. L'ipotesi dello spostamento è in realtà legata all'errore fondamentale di attribuzione, che privilegia gli aspetti disposizionali rispetto a quelli situazionali. Vengono esaminati bias collegati a questo errore di attribuzione, come la mancata stabilità e coerenza nel tempo e nelle diverse situazioni degli aspetti disposizionali, la mancata coerenza tra atteggiamenti e comportamenti, e gli errori che gli approcci disposizionali inducono nella previsione di compor-tamenti con il variare delle situazioni. Questi bias mettono in discussione il concetto tradizionale di personalità e il suo ruolo nella genesi dei sintomi o nella predizione dei comportamenti, e anche i modelli psicologici tradizionali che prevedono che i comportamenti siano sempre conseguenza degli atteggiamenti della persona. Il ruolo degli aspetti situazionali, specialmente dei cosiddetti "fattori canale", appare importante nella modifica di comportamenti in ambito preventivo e tera-peutico.
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2

Inverso, Angelo Maria, Tiziana Frau, Elena Checchin, and Alessia Minellono. "Prototipi clinici di ritirati sociali. Un approccio in seconda persona alla diagnosi." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 141–58. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002012.

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Abstract:
Il lavoro che presentiamo è un tentativo di definire le caratteristiche di soggetti in età evolutiva, socialmente ritirati, in termini di stati mentali. Si caratterizza, altresì, per la metodologia di indagine che contempla un setting psicoterapeutico caratterizzato da "ascolto attivo" e atteggiamento non giudicante e non direttivo. La ricerca si compone di due fasi. La prima costituita dalla costruzione di prototipi, sulla base dell'osservazione clinica di soggetti in trattamento; la seconda dalla verifica su un campione di soggetti in trattamento della consistenza di tali prototipi. I risultati della ricerca, elaborati solo su base qualitativa, identificano, in una prima fase tre prototipi che abbiamo denominato: 1) mondo nemico aiuto inaccessibile o infido, con due varianti, rabbioso-ostile e sconfitta-umiliata; 2) diversità deviante; 3) straniamento non conflittuale a basso coinvolgimento. Nella seconda fase si sono evidenziate sia le peculiarità presenti nei diversi prototipi, nei termini di giudizio su di sé, sugli altri e sugli stati emozionali prevalenti nelle situazioni di esposizione sociale, sia le caratteristiche comuni a diversi prototipi. L'elaborazione statistica dei dati a nostra disposizione esula da questa analisi preliminare.
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3

Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, I. Ferrea, G. Garrone, I. Gorni, A. Ilariucci, and M. Terrile. "Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa-collo." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2 (April 1996): 193–212. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900207.

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Abstract:
Scopo del lavoro è quello di razionalizzare l'utilizzo ed ottiminizzare i parametri TC e RM nello studio del distretto testa-collo e di valutare correttamente la complessa geografia della regione. I protocolli iniziali di esame sono stati selezionati sulla base delle informazioni della recente letteratura, adattandoli alle apparecchiature a disposizione. Nella interpretazione delle immagini è stata utilizzata una impostazione anatomo-topografica che si fonda preliminarmente sulla suddivisione del distretto testa-collo in due regioni sopra- e sottoidea e successivamente sulla individuazione di diversi spazi fasciali nell'ambito delle due regioni, sottesi dagli sdoppiamenti dei foglietti della fascia cervicale profonda, che convergono sull'osso ioide. Tali spazi fasciali sono dettagliatamente analizzati da queste metodiche, dal momenta che ben si prestano ad uno studio effettuato secondo piani assiali. Il ricorso alla TC e alla RM è giustificato dai fini rilievi anatomici ottenibili, specie per quanto riguarda l'analisi degli spazi fasciali profondi, occulti all'esame clinico e all'endoscopia. Le informazioni integrate istopatogiche ed anatomo-topografiche consentono una diagnosi precisa di sede, estensione e natura, finalizzate alla pianificazione di un corretto approccio terapeutico.
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4

Anaclerio, Mario, Gian Paolo Bazzani, and Angelo Miglietta. "Con il Regtech banche più efficienti e compliance più efficace." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2021): 111–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10442.

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Abstract:
Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei benefici che possono derivare dall'implementazione di soluzioni Regtech nell'ambito del sistema bancario, nella convinzione che la dote che lo sviluppo tecnologico mette oggi a disposizione degli intermediari finanziari costituisce al tempo stesso una sfida per la sopravvivenza e una opportunità di sviluppo del proprio modello di business.Nell'affrontare la tematica, da un lato si pone l'accento sul fatto che con il Regtech, la tecnologia a supporto della compliance, le banche possono adempiere in modo più efficace a obblighi normativi e regolamentari complessi e in continua evoluzione. Dall'altro ci si spinge a sostenere, con un approccio innovativo al tema, che il supporto tecnologico del Regtech contribuisce a rifocalizzare il ruolo delle funzioni aziendali di controllo e a migliorare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Da ciò ne discende la possibilità di rafforzare le basi di un modello di business che è sostenibile in quanto in grado di generare valore nel tempo, garantendo un'adeguata remunerazione di tutti gli stakeholders.Su questi ultimi concetti il presente lavoro fornisce stimolo per ulteriori riflessioni e per una maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori.
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5

Pacetti, Valentina, and Angelo Pichierri. "Precedenti e strumenti: per un'analisi sistemica delle reti inter-organizzative." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2023): 95–123. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002004.

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Abstract:
Il tema delle reti ha occupato uno spazio crescente nella ricerca e nell'analisi organizzativa. Tuttavia, la strumentazione a disposizione degli scienziati sociali non è definita né univoca. L'articolo vuole riportare all'attenzione del lettore le po-tenzialità esplicative di alcuni approcci classici, mettendone a fuoco gli strumenti analitici, in particolare quelli prodotti nell'ambito della teoria generale dei sistemi e dell'analisi sistemica delle organizzazioni. L'articolo propone un breve excursus di quelli che possono essere (e vengono in genere) considerati come precedenti dell'analisi di rete in una prospettiva preva-lentemente sociologica: dall'economia dei costi di transazione al neoistituzionali-smo organizzativo, dall'ecologia delle popolazioni organizzative all'organization-set. Un'attenzione particolare viene dedicata alla prospettiva sistemica, molto dif-fusa nell'analisi organizzativa a partire dai primi anni Sessanta ma sorprendente-mente abbandonata proprio mentre le reti organizzative conquistavano la scena. Proprio all'interno della prospettiva sistemica vengono messi a punto alcuni strumenti di analisi (la discussione su obiettivi e confini del sistema, il loose cou-pling, il relè organizzativo), tradizionalmente utilizzati per descrivere e spiegare or-ganizzazioni compatte, che ci sembrano estremamente efficaci per l'analisi di rete. L'articolo mira a mostrare l'efficacia di tali strumenti per la comprensione del funzionamento delle reti di organizzazioni.
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D’Agostino, Francesco. "Sessualità e diritto." Medicina e Morale 46, no. 1 (February 28, 1997): 75–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.890.

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Abstract:
L’autore anzitutto evidenzia i limiti di una concezione meramente fenomenologica e funzionalistica della sessualità, concezione che di fatto misconosce la sessualità stessa nei suoi aspetti più profondi e nella comprensione più piena dell’uomo stesso. Viene così a rendersi necessaria un approccio “integrato” alla sessualità, per la quale essa venga posta come un problema di verità. Dopo avere illustrato il processo antropogenico, sempre con riferimento alla sessualità, così come elaborato da Lacan, l’autore afferma la necessità del diritto per la sessualità umana. È infatti più un postulato ideologico che una autentica possibilità ermeneutica pensare alla sessualità come ad un mero diritto soggettivo, assunta la pretesa “privatizzazione” della sessualità. In realtà, il diritto - che è costantemente chiamato a regolare la relazionalità - non può esimersi dal dare regole all’esercizio della sessualità e dall’esigerne l’osservanza, perché è in tale esercizio che l’equilibrio relazionale interpersonale si manifesta nel modo più pregnante. Tutto ciò sempre tenendo presente però che il giurista ha a disposizione un criterio, più che un insieme di regole formali, che corrisponde al criterio generale che governa l’universo della giuridicità, cioè quello della relazionalità, intesa come equilibrio nella differenza. Più di ogni altra dimensione, infatti, la sessualità avverte costantemente la presenza del diritto, di questa insistente memoria della presenza, accanto all’io, dell’altro, delle sue ragioni e delle sue spettanze.
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Marri, Marcello. "Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003008.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un'approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d'allarme" caratteristico dell'evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico č in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensitŕ non controllata". All'evoluzione temporale del dolore č associato l'impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilitŕ culturale che si č fatta strada nella societŕ civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell'attenzione della loro attivitŕ assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l'utilizzazione di scale per la valutazione dell'intensitŕ percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalitŕ di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilitŕ complessa e che non puň esprimersi verbalmente [3]. In Francia l'équipe dell'Ospedale "San Salvadour" (Hyčres) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilitŕ: č la NCCPC (Non-Communicating Children's Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati č sovente necessario associarne molti.
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Iannacci, Paola. "L’ENUNCIATO: UNITÀ COMUNICATIVA MINIMA IN PROSPETTIVA DIDATTICA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 681–97. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18321.

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Abstract:
Si può cominciare già dalla scuola secondaria di primo grado a far vedere l’intreccio di livelli e piani e a mettere a fuoco le relazioni e le gerarchie che costituiscono l’architettura semantica di un testo? La dimensione testuale va riconosciuta soprattutto dal docente che si deve dotare degli strumenti messi a disposizione dalla linguistica del testo e dagli studi più recenti, ma nella didattica se ne deve tener conto già nei livelli più bassi. I contenuti dell’articolo suggeriscono un approccio a tale dimensione a partire dal riconoscimento e dall’analisi dell’Enunciato, unità comunicativa minima del testo. In quanto struttura breve l’Enunciato è più facile da osservare e da manipolare anche dagli studenti più piccoli e per alcune sue caratteristiche permette di riconoscervi la dimensione comunicativo-testuale. È solo un primo passo per allontanarsi progressivamente dalle forme di superficie del testo verso la ricostruzione della macrostruttura in forme sempre più astratte. The utterance: the minimum communicative unit from a didactic perspective In secondary school, can we start to illustrate the interweaving of levels and planes and focus on the relationships and hierarchies that constitute the semantic architecture of a text? The textual dimension must be recognized above all by the teacher who must use the tools made available by text linguistics and the most recent studies, but in teaching it must be taken into account even at the lowest levels. The article suggests an approach to this dimension starting from the recognition and analysis of the Utterance, the minimum communicative unit of the text. As a short structure, the Utterance is easier to observe and manipulate, even by the youngest students, and thanks to some of its characteristics it allows us to recognize the communicative-textual dimension. It is only a first step to progressively move away from the surface forms of the text towards the reconstruction of the macrostructure in increasingly abstract ways.
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Danesi, Sandro. "Public administration, European funds and NRRP (National Recovery and Resilience Plan) (Italian PNRR): the system and management of public incentives for the territorial development." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 115–25. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223109.

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Abstract:
The choices of the Public Administration (PA), the needs of the territory, the policies for the local economic development, the use of public funding constitute an inseparable combination aimed at creating development opportunities and therefore also to create work for the collectivity. In the current period characterized by globalization, the competitiveness of a territory can be facilitated by a PA responding to the needs of the time, that is, a real production organization capable of responding concretely, assuming a strategic role in the implementation of the development measures indicated in the economic planning tools and in the management of a large amount of public financial resources. In fact, the NRRP considers as a priority both the modernization of the Public Administration (PA) and the strengthening of the administrative capacity of the public sector, with the goal of engaging and spending the available financial resources with participatory and shared projects where the public-private partnership assumes a strategic role. Le scelte della Pubblica Amministrazione (PA), le necessità del territorio, le politiche per lo sviluppo economico locale, l’impiego dei finanziamenti pubblici costituiscono un connubio inscindibile finalizzato a creare opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per la collettività. Nell’attuale periodo caratterizzato dalla globalizzazione, la competitività di un territorio potrà essere agevolata da una PA rispondente alle necessità del tempo, cioè una vera e propria organizzazione produttiva in grado di rispondere concretamente, assumendo un ruolo strategico nell’attuazione delle misure di sviluppo indicate negli strumenti di programmazione economica e nella gestione di un ingente quantità di risorse finanziarie pubbliche. Infatti, il PNRR reputa prioritaria sia la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, sia il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico, con l’obiettivo di impegnare e spendere le risorse finanziarie disponibili con progetti partecipati e condivisi dove il partenariato pubblico-privato assume un ruolo strategico. È evidente quindi che programmare lo sviluppo dei territori e definire le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici sia una funzione che coinvolge le Istituzioni pubbliche, a seconda delle rispettive competenze legislative, dal livello europeo rappresentato dall’Unione Europea fino ad arrivare a livello statale, regionale e lo- cale rappresentato dal Comune. È con questo approccio che il paper prova a dare un input centrando l’attenzione sul ruolo strategico delle Istituzioni, sia di livello locale che quelle sovraordinate, sia sulla necessità di conoscere gli strumenti di programmazione economica, al fine di comprendere quali tipologie progettuali mettere in atto utilizzando e ottimizzando i relativi finanziamenti pubblici messi a disposizione.
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Neto, Alexandre Moura Lima, Alessandra Anchieta Moreira Lima de Aguair, and Haroldo Corrêa Cavalcanti Neto. "Servizio prioritario dello status della persona con disabilità e principio di priorità della registrazione di beni immobili." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 15, 2021, 45–63. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/servizio-prioritario.

Full text
Abstract:
Il presente studio si propone di analizzare l’apparente conflitto tra la cura prioritaria dello status della persona con disabilità e il principio di priorità della registrazione degli immobili, cioè se questa garanzia legale, dà priorità alla persona con disabilità quando nota i diritti nei Notai. Per quanto riguarda la metodologia utilizzata, è interessante notare che, per quanto riguarda gli scopi di questo studio, questo studio è classificato come descrittivo ed esplicativo e, per quanto riguarda i mezzi, è classificato come bibliografico, utilizzando materiali come libri, articoli, riviste e relazioni sull’argomento. La ricerca si caratterizza anche come approccio qualitativo. Aveva lo scopo di dimostrare che la persona con disabilità ha il diritto garantito dalla legge 13.143/2015 di essere servita in modo rapido, efficace e individuale, anche nel registro dei registri immobiliari, ma non gode di privilegi in considerazione della priorità di registrazione in considerazione del principio di priorità di registrazione. Dalle decisioni prese dai tribunali registrati di San Paolo, di conseguenza, si constata che la disposizione specifica della legge n. 6.015/1973 prevale in relazione al diritto di assistenza prioritaria di alcuni pubblici, la legge 13.143/2015, poiché è un diritto materiale di priorità, e resta inteso che la concessione di cure prioritarie al di fuori dei requisiti dell’articolo 186 della legge n. 6.015/1973, è intesa come concessione di cure prioritarie al di fuori dei requisiti dell’articolo 186 della legge n. 6.015/1973, rappresenterebbe un innegabile affronto ai dettami giuridici, che comprometterebbe il servizio del diritto all’uguaglianza, premessa anche dello Statuto delle persone con disabilità.
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Dissertations / Theses on the topic "Approccio disposizionale"

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DESIDERI, AGNESE. "I processi di categorizzazione sociale durante l'infanzia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/114596.

Full text
Abstract:
Questa tesi affronta il tema dei processi di categorizzazione sociale durante l’infanzia. Suddetto tema ha suscitato ampio interesse in numerose discipline quali la pedagogia, l’antropologia, la psicologia. Per quanto riguarda la disciplina sociologica, nonostante il tema rappresenti dal punto di vista epistemologico un tema centrale per la disciplina, il campo empirico relativo all’infanzia rimane, soprattutto in Italia, ancora poco sondato. È stato quindi realizzato durante l'anno scolastico 2018-2019 uno studio empirico sperimentale nelle città di Firenze e di Prato. Il campione è costituito da 96 famiglie provenienti da tre istituti scolastici suddivisi in base al livello socio-economico: alto, medio e medio-basso (l’indicatore ESCS - Economic, Social and Cultural Status - è stato fornito dal Ministero dell’istruzione italiano). La metodologia utilizzata corrisponde ai mixed-methods: gli strumenti di intervista e di analisi non standard sono stati intersecati con strumenti di intervista e di analisi standard. Novantasei minori, di età pari a sette anni ed i loro genitori sono stati intervistati tramite intervista con foto-stimolo. É stato anche utilizzato un questionario al fine di ricostruire il profilo socio-demografico e socioeconomico delle famiglie. I foto-stimoli ritraggono individui realmente esistenti e sono stati selezionati sulla base dei seguenti criteri: genere, età, appartenenza socio-professionale, appartenenza etnica ed etno-religiosa (tenendo conto delle principali minoranze etniche, etno-religiose e dei principali gruppi socio-professionali presenti in Italia nel 2019). I risultati raggiunti ruotano attorno alle seguenti macro-tematiche: il ruolo del linguaggio di senso comune nell’uniformare le risposte dei soggetti intervistati; il ruolo giocato dalla cultura materiale nella fase di “giustificazione” delle modalità di impiego delle categorie sociali. Ed infine, il tema della “riproduzione sociale” dell’habitus materno (quindi la coincidenza – elevata - nell'utilizzo delle stesse categorie sociali da parte delle madri e dei rispettivi figli).
This thesis deals with the processes of social categorization during childhood. This topic has aroused wide interest in many disciplines such as pedagogy, anthropology, psychology. As for sociology, although the topic represents a central theme for the discipline from an epistemological point of view, there is still a lack of empirical research on childhood, especially in Italy. Therefore, an empirical, experimental study has been carried out during the academic year 2018-2019 in the cities of Florence and Prato. The sample includes about 96 families from three schools. The schools are divided into three socio-economic levels: upper, middle and lower-middle, according to the ESCS (Economic, Social and Cultural Status indicator has been provided by the Italian Ministry of Education). The study employs a mixed methods approach. Children, aged seven, as well as their parents have been interviewed using photo-elicitation interview. A survey has been also used to question children’s families in order to reconstruct their socio-demographic and socio-economic profile. The images show real people that differ in gender, age, ethnicity, religious background, as well as in socio-economic and socio-professional characteristics (taking into account the main ethnic, ethno-religious minorities and the main socio-professional groups present in Italy in 2019). The results achieved revolve around the following macro-themes: the role played by the common sense language in standardizing the respondents's answers; the role played by the material culture when the respondents try to justify «how they use social categories". And finally, the theme of "social reproduction" of the maternal habitus (therefore the coincidence - high - in the use of the same social categories of mothers and their children).
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