Academic literature on the topic 'Approccio controfattuale'

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Journal articles on the topic "Approccio controfattuale"

1

Brancati, Raffaele. "Una buona analisi controfattuale non č sufficiente." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045002.

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Abstract:
Il breve articolo che si propone ha lo scopo di introdurre qualche dubbio relativo alla utilitŕ della generalizzazione dei metodi controfattuali nelle analisi valutative e, soprattutto, alla possibilitŕ che ci si possa basare su di essi come unico approccio analitico nelle analisi. Fermi restando il rigore e la qualitŕ teorica che ispirano i metodi controfattuali ci si sofferma brevemente su alcuni vincoli applicativi e informativi (con particolare riferimento alle analisi sulle politiche industriali) e soprattutto su limiti caratteristici che rendono troppo debole tale approccio (e di modesta utilitŕ per il policy maker) se proposto come "unico" metodo.
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2

Stame, Nicoletta. "Come concepire la politica, come valutarla." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001004.

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Abstract:
Recenti dibattiti sulla Evidence-Based Policy hanno discusso le sue ipotesi metodologiche su come stabilire l'evidenza, e cioč la gerarchia della robustezza dei metodi nella valutazione degli effetti dele politiche. Minore attenzione č stata dedicata al modo in cui una politica č concepita all'interno di questo approccio, vale a dire come trattamento somministrato ad un paziente (target), al fine di ottenere uno specifico risultato, con l'obiettivo poi di essere generalizzato. Questa concezione si esprime in un quadro epidemiologico come ambito disciplinare, e presuppone un'analisi controfattuale come gold standard, che ignora il processo decisionale e di attuazione, e il ruolo degli stakeholders. Sia questo modo di concepire la politica, che quello di affrontare le diverse fasi del ciclo delle decisioni politiche sono in contrasto con altre metodologie basate su differenti presupposti disciplinari e teorici, in gran parte provenienti dalle scienze politiche. Gli approcci basati sulla "razionalitŕ sinottica" considerano le politiche come interventi basati su una logica di obiettivi-mezzi-risultati, prendendo in considerazione le tre fasi, come momenti separati, e seguono una valutazione basata sugli obiettivi (goal-oriented evaluation). Gli approcci basati sulla "razionalitŕ incrementale" guardano alle politiche come ad un insieme di relazioni complesse che si sviluppano durante l'implementazione, durante la quale le politiche vengono ri-definite. I diversi approcci sono confrontati sulla base del loro modo di considerare ciň che accade durante il processo decisionale, l'attuazione del programma e la valutazione; qual č il significato di valutare gli effetti (causalitŕ), il loro modo di affrontare il contesto, e il modo in cui consentono la partecipazione dei beneficiari.
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3

Andrea, Bonaccorsi. "Nuovi ruoli della valutazione delle politiche pubbliche per ricerca e innovazione: oggetti, effetti, metodi, dati." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 15–44. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048003.

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Abstract:
Il saggio sviluppa l'idea che la valutazione delle politiche pubbliche sia soggetta ad un significativo ampliamento della propria sfera di azione, in riferimento agli oggetti, agli effetti delle politiche, ai metodi e ai dati. Circa gli oggetti, il saggio sostiene che č in corso un processo irreversibile secondo il quale i policy makers domandano non piů solo la valutazione del prodotto visibile (output) o del risultato diretto (outcome), ma in modo crescente la valutazione dell'impatto diretto e indiretto, a medio e lungo termine, non solo sull'area di policy considerata ma sulla societŕ nel senso piů ampio. Circa gli effetti sulle politiche, si richiama l'attenzione sull'emergere di una nuova generazione di politiche pubbliche basate sul concetto di condizionalitŕ. In riferimento ai metodi e ai dati, il lavoro discute alcuni recenti sviluppi metodologici e tecnici (approccio controfattuale, metodi non parametrici robusti e condizionali, indicatori non commensurabili) e mostra il potenziale nell'uso di microdati di fonte pubblica. In tutti questi casi alla comunitŕ della valutazione viene chiesto uno sforzo ingente di lavoro metodologico quantitativo.
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4

Bendinelli, Andrea. "Incentivi Al Lavoro Permanente E Contratto a Tutele Crescenti: Un Approccio Controfattuale Alla Stima DelllImpatto Sulle Assunzioni a Tempo Indeterminato Nel 2015 (Bonuses to Permanent Employment and the New Italian Employment Contract)." SSRN Electronic Journal, 2017. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3139742.

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Dissertations / Theses on the topic "Approccio controfattuale"

1

Salera, Antonio. "Policy evaluation e policy learning nella regione FVG: indicazioni dall' applicazione dell'approccio controfattuale alle politiche di sviluppo nel settore turistico della montagna marginale." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3628.

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Abstract:
2008/2009
Il tema centrale del progetto di ricerca riguarda la valutazione delle politiche pubbliche regionali di sviluppo mediante l’introduzione di un approccio di tipo quantitativo; la valutazione è intesa come un processo di policy learning in grado non solo di stimare se e quanto un set di interventi sia stato efficace, ma anche di restituire capacità cognitiva ai soggetti interessati in vista di applicazioni future. In particolare, si vuole valutare l’applicabilità di metodologie statistiche consolidate in ambito valutativo, quali quelle afferenti al cosiddetto “approccio controfattuale” su tematiche scelte in coerenza con il Piano Unitario di Valutazione (PUV) della Regione FVG. Tale approccio ha il pregio di fornire stime robuste senza dover esplicitare la forma funzionale utilizzata, come accade, invece, nel caso di metodologie che si basano su modelli di stima parametrica - ad esempio, i modelli di regressione. Il lavoro, attraverso una ricognizione della letteratura esistente in materia, espone, innanzitutto, le motivazioni che spingono le pubbliche amministrazioni a dotarsi di sistemi di valutazione e pone in evidenza come, a livello di Unione Europea, soggetto istituzionale che ha spinto le Regioni a dotarsi di un piano di valutazione unitario per la politica regionale di sviluppo, non ci sia una visione univoca del concetto di valutazione. La “confusione concettuale” che ne deriva comporta distorsioni nella portata e nella fruizione delle evidenze che emergono dai singoli rapporti di valutazione generalmente realizzati nel caso di programmi di politica regionale di sviluppo. Tra tutti gli interventi pubblici oggetto di ricognizione la ricerca prende in esame il Docup Ob2, asse 4, misura 3: la misura consiste in un set di interventi (contributi, compartecipazione al costo) per la valorizzazione turistica del territorio alpino della cosiddetta “montagna marginale”. Essendo la partecipazione al programma su base volontaria, esiste un’elevata probabilità di autoselezione dei partecipanti. Di conseguenza, la metodologia scelta per la valutazione è il Difference in Difference design con assunto di parallelismo nei trend. L’analisi viene condotta sui 59 Comuni della montagna marginale del FVG, di cui 33 beneficiari di almeno uno degli interventi previsti dalla misura e 26 non partecipanti. La domanda valutativa a cui si cerca risposta è se e in che misura aver beneficiato dei contributi previsti abbia avuto un effetto sui flussi turistici nei comuni beneficiari, ovviamente in ottica controfattuale. Le variabili outcome oggetto di analisi sono la variazione annuale del flusso degli arrivi, delle presenze e la permanenza media. Dall’analisi emerge che l’aver partecipato al programma ha contribuito in modo significativo al contenimento del calo dei flussi turistici registrati dal 2000 al 2006. Infatti, sia per quanto riguarda gli arrivi turistici che le presenze turistiche e la permanenza media si osserva, nonostante il calo generalizzato che ha colpito il settore turistico regionale nel periodo in analisi, una riduzione significativa dei differenziali esistenti tra i Comuni che hanno beneficiato degli interventi e quelli che non hanno partecipato alla politica. Tuttavia, i risultati più importanti non riguardano soltanto le evidenze empiriche; l’analisi consente, infatti, di porre in evidenza quali siano i diversi limiti organizzativi e operativi che riducono l’efficacia della valutazione di policy in ambito regionale. I problemi attengono al coordinamento tra i diversi attori, alla frammentazione, incompletezza e instabilità dei sistemi di monitoraggio ed alla assenza di integrabilità tra fonti dirette e fonti indirette di dati. Nelle conclusioni si sottolinea come la valutazione d’impatto potrà essere significativamente applicata in futuro a condizione che: ­ l’Amministrazione Regionale sia in grado di configurare la valutazione come una fase del processo di programmazione; ­ a livello organizzativo, il committente e i gestori delle informazioni riescano a condividere l’obiettivo valutativo e ad impostare un percorso di armonizzazione delle banche dati esistenti e di predisposizione di sistemi di raccolta dati ad hoc, anche prendendo spunto dalla letteratura in materia. La Regione FVG, attraverso il Piano di Valutazione Unitario e il Piano di Monitoraggio Unitario, sembra dare una risposta che va in questa direzione.
XXII Ciclo
1981
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