Journal articles on the topic 'APPROCCI STORIOGRAFICI'

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1

Brogi, Alessandro. "Il Pci tra testimone e protagonista globale. Una discussione del nuovo contributo storico di Silvio Pons, I comunisti italiani e gli altri." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 252–63. http://dx.doi.org/10.3280/ic299-oa3.

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Abstract:
Una discussione critica del contributo storiografico di Silvio Pons, I comunisti e gli altri. L'articolo, oltre ad attribuire merito ai fatti esposti per la prima volta qui, e ai nuovi approcci utilizzati - in particolare quello di storia transnazionale - dal saggio di Pons, offre anche un'analisi comparata di altri contributi storiografici, e propone alcuni spunti per un ulteriore esame dell'impatto interno e internazionale del Partito comunista italiano.
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2

Rovinello, Marco. "Il Mezzogiorno pre - e postunitario nei libri di Storia per le superiori." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 769–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174008.

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Abstract:
Il contributo prende in esame circa 40 manuali di storia per le scuole superiori di secondo grado attualmente in commercio allo scopo di verificare in che modo essi affrontino alcune fasi cruciali della storia del Mezzogiorno ottocentesco: l'età preunitaria sotto il regime borbonico (1815-1860), il processo di unificazione e l'età postunitaria (1861-1914). La prima parte del saggio analizza alcuni fra i più rilevanti fattori che condizionano la produzione dei libri di testo scolastici: le indicazioni ministeriali, il profilo degli autori, il ruolo giocato dalle case editrici, dai loro consulenti e dagli editor, le esigenze didattiche e commerciali, i destinatari, la formazione dei docenti e le relazioni fra l'insegnamento della storia a scuola e la public history. La seconda parte analizza invece testi e immagini dei manuali selezionati per mostrare quanto e come l'ampia storiografia sul Mezzogiorno ottocentesco penetri nella manualistica, quali paradigmi storiografici e approcci prevalgano, e in che modo la storia del Sud entri nelle scuole italiane.
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3

Santilli, Anthony. "Esperienze detentive e scale della storia, tra paradigmi globali e contesti nazionali. Riflessioni su alcuni recenti contributi storiografici." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 276–90. http://dx.doi.org/10.3280/ic296-oa4.

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Abstract:
I contributi presi in esame permettono di riflettere su come la più recente storiografia sulle pratiche detentive, con particolare attenzione all'internamento civile, si è confrontata con il cosiddetto global turn e al contempo con il tema delle scale nella storia. Attraverso lo stu-dio di una serie di indicatori presenti nelle opere selezionate l'autore sostiene che i più significativi avanzamenti in termini storiografici non dipendano tanto dalla scelta tra le tradizionali questioni binomie - micro/macro, locale/globale quanto dall'adozione di un approccio microsociologico teso a evitare la reificazione tanto delle categorie di analisi quanto delle periodizzazioni, attraverso una prospettiva mai statica.
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4

Tulli, Umberto. "I diritti umani nella Guerra Fredda. Nuove proposte e nodi interpretativi." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (February 2022): 157–76. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002005.

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Abstract:
Negli ultimi anni, gli storici hanno scoperto i diritti umani e avanzato una nuova interpretazione della loro storia negli anni della Guerra Fredda. Lungi dal proporre una storia lineare e trionfalista, gli studiosi si stanno concentrando sulle contraddizioni ed ambiguità dei diritti umani. Questa rassegna storiografica sottolinea alcuni tratti comuni alla nuova storiografia sui diritti umani: primo, sembra abbandonare la storia del diritto per dialogare con la storia politica, la storia delle relazioni internazionali e la storia transnazionale. Secondo, contribuisce a ridefinire e complicare la storia della Guerra Fredda, mostrando punti di contatto e di intersezione tra due storie che hanno difficilmente dialogato tra loro. Vi sono però dei limiti che sembrano poter fare emergere un nuovo approccio trionfalistico alla storia dei diritti umani.
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5

Fari, Simone. "La storia della mobilità. Uno studio critico sulle origini, l'evoluzione della disciplina e le carenze della letteratura italiana." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 99–120. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295005.

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Abstract:
Nel corso della storia, gli eventi drammatici e traumatici sono stati spesso lo spunto per alcune riflessio-ni metodologiche e storiografiche. Questo articolo vuole essere, allo stesso tempo, una revisione della letteratura e una provocazione metodologica e storiografica. La finalità di questo articolo è doppia. Da una parte si evidenzia, provocatoriamente, che il paradigma delle mobilità non è incompatibile con l'analisi storica e che anzi, tale paradigma, dovrebbe essere recepito da chi si occupa di storia dei tra-sporti, delle migrazioni e dei movimenti in generale. Dall'altra parte, si vuole mostrare che le scienze sociali e storiche italiane sono un terreno vergine per la diffusione di un tale approccio, poiché il para-digma delle mobilità è stato largamente trascurato. Per questa ragione, l'articolo è un implicito invito agli studiosi di storia dei trasporti a addentrarsi maggiormente nei meandri metodologici delle scienze delle mobilità.
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6

Grigenti, Fabio. "L’ARTIGIANO, LO STORICO E L’INTERPRETE TRA STORIOGRAFIA FILOSOFICA E APPROCCIO SPECULATIVO." Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 67–74. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00005.

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Abstract:
Il tema centrale del saggio è la questione del rapporto tra storiografia filosofica e approccio speculativo. Il testo di riferimento è il volume di Gregorio Piaia, Il lavoro storico filosofico, Questioni di metodo ed esiti didattici (Padova: Cleup, 2001). Nello svolgimento si analizzano le caratteristiche dei differenti tipi di ricostruzione del passato della filosofia, dando particolare importanza ai concetti di “metodo” e di “interpretazione”. Nelle conclusioni si sostiene che storiografia filosofica e approccio speculativo esprimono tendenze contrarie entro delle possibilità comprese tra limiti estremi.
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7

Lucherini, Vinni. "Per un approccio storiografico alla monumentalizzazione della morte dei sovrani medievali." Hortus Artium Medievalium 25, no. 1 (May 2019): 106–19. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.118045.

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8

STRANO, GIORGIO, and PAOLO DEL SANTO. "OBSERVATIONAL EVIDENCE AND THE EVOLUTION OF PTOLEMY'S LUNAR MODEL." Nuncius 11, no. 1 (1996): 93–122. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00835.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'analisi del metodo classico introdotto da Ipparco per determinare il raggio dell'epiciclo lunare basato sull'osservazione di terne di eclissi, e dei metodi e delle procedure che successivamente condussero Tolomeo alla forma definitiva del suo modello lunare, suggerisce nuove valutazioni circa la genesi e il significato della prosneusis, da sempre ritenuta un espediente del tutto insoddisfacente, e mostra i limiti del tradizionale approccio storiografico alla questione.
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9

Scarfone, Marianna. "La storiografia subalterna in prospettiva globale." MEMORIA E RICERCA, no. 40 (September 2012): 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/mer2012-040004.

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Abstract:
After briefly considering the influence of Gramsci's thought on the founders of Subaltern Studies in India, the author outlines the theoretical and thematic transformation which the approach went through since the mid eighties, under the inspiration of the "cultural turn". In the second part of her essay Scarfone traces the spread of Subaltern Studies to other parts of the world, such as East Asia, Latin America and Europe, thanks also to the multiplier function of American and European universities. Whereas its influence on post-colonial and cultural studies is sizable, Subaltern Studies never became a widely recognized model to the practice of historiography, partly because of its later full immersion in postmodern waters. However, its contribution to the theory of history as a discipline and as practice should not be underestimated.
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Tolomelli, Marica. "Il Sessantotto ha cinquant'anni. Note di storiografia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 190–209. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293008.

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Abstract:
In occasione del cinquantesimo anniversario dei tumultuosi eventi culminati nel Sessantottola storiografia italiana " e non solo, evidentemente, ma è su questa che il saggio si sofferma" si è mostrata indubbiamente vivace anche se forse non proprio scoppiettante quanto aoriginalità. Sul piano editoriale questa vivacità si è manifestata nella pubblicazione di un considerevolenumero di studi di cui non è possibile rendere conto in maniera esaustiva in questasede data l'eterogeneità degli approcci, dei livelli analitici e delle interpretazioni proposte.Svilupperò pertanto alcune considerazioni in merito a una scelta ragionata di testi in mododa rendere conto di alcune delle direttrici più significative della ricerca in merito sia agli approccimetodologici sia alle interpretazioni e alle chiavi di lettura che ne emergono. In ordinealfabetico trattasi di: Michele Battini, Un sessantotto, Milano, 2018; Guido Crainz (a curadi), Il Sessantotto sequestrato. Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni, Roma, 2018;Marcello Flores, Giovanni Gozzini, 1968. Un anno spartiacque, Bologna, 2018; Monica Galfré,La scuola è il nostro Vietnam. Il '68 e l'istruzione secondaria italiana, Roma, 2019; PaoloPombeni, Che cosa resta del '68, Bologna, 2018; Francesca Socrate, Sessantotto. Due generazioni,Roma-Bari, 2018.
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Colby, Robert. "Dosso's early artistic reputation and the origins of landscape painting." Papers of the British School at Rome 76 (November 2008): 201–31. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000477.

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Abstract:
Nei loro rispettivi resoconti biografici di Dosso Dossi (1487?—1542), Paolo Giovio e Giorgio Vasari descrissero l'artista della corte ferrarese con una buona reputazione per la pittura dei paesaggi. Con questo articolo si esamineranno le reazioni critiche alla luce del programma storiografico di ciascun autore, considerando come si evolvevano gli approcci di Dosso alla pittura dei paesaggi nel corso della sua carriera. I dipinti di Dosso sono stati a lungo visti come primi esempi di un ‘paesaggio indipendente’, costrutto che deve essere esaminato di nuovo al fine di comprendere pienamente lo scopo, il contesto e il significato delle inusuali scene di paesaggio della pittura di Dosso.
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Adduci, Nicola. "La Repubblica sociale italiana come problema storiografico: il caso torinese." PASSATO E PRESENTE, no. 78 (October 2009): 101–24. http://dx.doi.org/10.3280/pass2009-078006.

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Abstract:
- The Italian Social Republic as a historiographic problem proposes an interpretive key for a broader analysis of the Italian Social Republic (Rsi), from its formation to its collapse. The Party is seen both as the central actor of the Social Republic and the voice of its overall political project, within a prolonged confrontation and clash with the State. The relations of the Pfr with the different actors in the city of Turin are also explored: the urban community, the Church, the industrialists, the Germans and the Resistance. The interpretation reflects a micro-historical methodological approach, and proposes themes hitherto ignored, such as juvenile discontent and the generational break that resulted. The purpose is to propose new research tracks that make it possible to go beyond the local context, redefining some wider in historiographic questions.Key words: Fascist Republican Party, Italian Social Republic, Turin, Generation, Community.Parole chiave: Pfr, Rsi, Torino, generazione, comunitŕ.
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Cristoferi, Davide. "Medioevo verde." a. LXII, n. 1, giugno 2022, no. 154 (July 1, 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2327.

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Abstract:
L’articolo recensisce e discute le ragioni, i contenuti e le prospettive storiografiche di tre volumi recentemente pubblicati su piante, boschi e paesaggi agrari e forestali della Penisola italiana nel basso Medioevo e nella prima età moderna. Con approcci diversi, i tre volumi propongono con consapevolezza il problema del rapporto fra l’uomo e l’ambiente, fra economia ed ecologia, fra risorse e produzione come chiave interpretativa unitaria della storia delle campagne italiane e delle società che le abitarono.The article analyses the motivations, the contents and the historiographical perspectives of three recently published volumes about trees, woods and rural landscape in the late medieval and early modern Italy. Each volume intentionally places at the centre of its analysis the relation between man and environment, economy and ecology, resources and production: throughout different approach this relation is suggested as the key factor to re-interpret the rural history of preindustrial Italy.
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De Leo, Maya. "Storie, visioni, memorie Lgbtq+: il Novecento italiano in tre libri." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 257–65. http://dx.doi.org/10.3280/ic297-oa4.

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Abstract:
La lettura critica di tre recenti volumi relativi alla storia Lgbtq+ - Il caso di G. La patologizzazione dell'omosessualità nell'Italia fascista, di Gabriella Romano, Omosessualità e cinema italiano. Dalla caduta del fascismo agli anni di piombo, di Mauro Giori e L'aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender, di Porpora Marcasciano - si accompagna alla formulazione di questioni, all'analisi di approcci e alla delineazione di prospettive per una storiografia sulle e delle soggettività Lgbtq+ nel contesto italiano, in dialogo con la produzione internazionale su questo tema.
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Pasetti, Matteo. "Droghe e tossicodipendenze nella storia d'Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 163–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294007.

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Abstract:
Due libri recenti hanno rotto il silenzio su un tema finora largamente trascurato nella storia dell'Italia contemporanea: La minaccia stupefacente. Storia politica della droga in Italia di Paolo Nencini (il Mulino, 2017) e Piccola citta. Una storia comune di eroina di Vanessa Roghi (Laterza, 2018). Sebbene con approcci differenti, entrambi hanno affrontato da un punto di vista storico il consumo di stupefacenti e la diffusione di tossicodipendenze come fenomeni con rilevanti ripercussioni non solo nella sfera privata, ma anche in quella pubblica e sul piano sociale. Partendo da una rilettura di questi due testi, l'autore ricostruisce una periodizzazione relativa al caso italiano, mette in evidenza gli snodi tematici piů significativi, incrocia vari scenari storici e diverse prospettive disciplinari, al fine di delineare nuove piste d'indagine storiografica.
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Grillo, Paolo. "L'Italia e la sua storia: alla ricerca di un "canone nazionale"." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 593–604. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173013.

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Abstract:
Questa rassegna presenta e discute, a tre voci, il volume curato da Francesco Benigno e Igor Mineo, che restituisce, sul lungo periodo, i principali nodi attraverso i quali la storiografia ha tematizzato l'eccezionalità del caso Italia, sia in termini positivi che negativi. Il saggio di Paolo Grillo affronta il problema della definizione del "canone nazionale" la cui crisi caratterizzerebbe l'attuale stagione di ricerche, sottolineando che esso è stato, anche in passato, di difficile e controversa definizione, se non in un approccio genericamente teleologico che farebbe coincidere Unità d'Italia e modernità politica e sociale.
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Valisena, Daniele. "Metabolismo del carbone. Per una storia ambientale delle migrazioni in Vallonia, Belgio (1945-1984)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 117–40. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297006.

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Abstract:
In questo articolo l'autore analizza la relazione tra migrazioni e ambiente nel contesto della regione mineraria belga della Vallonia. Partendo dal concetto eco-marxista di metabolismo, l'autore attraversa la storia della secolare relazione tra carbone e società belga e la sua evoluzione a partire dalla stipula dell'accordo bilaterale tra Italia e Belgio noto come "uomini contro carbone". Utilizzando un approccio transdisciplinare proprio delle environmental humanities e della storia ambientale delle migrazioni, l'autore analizza l'evoluzione della relazione metabolica tra carbone, ambiente vallone e lavoro dal punto di vista della biopolitica, della storia del lavoro, della salute, e del corpo dei minatori. Infine, l'autore riflette sul significato storico dell'eredità tossica del metabolismo del carbone e del suo valore in seno alla pratica storiografica, memoriale e politica contemporanee.
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Castiglia, Gabriele. "TOPOGRAFIA CRISTIANA DELLATUSCIA ANNONARIAE DELLATUSCIA LANGOBARDORUM(IV-VIII SEC. D.C.)." Papers of the British School at Rome 86 (May 21, 2018): 85–126. http://dx.doi.org/10.1017/s006824621800003x.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare i fenomeni di formazione e radicamento della cristianizzazione nellaTuscia Annonaria(attuale Toscana settentrionale) nel periodo compreso tra il IV e la seconda metà dell'VIII secolo d.C., sia in ambito urbano che in quello rurale. Questo tema, sinora scarsamente analizzato in maniera complessiva, verrà sviscerato partendo da un approccio quantitativo (ancorato ad una schedatura delle evidenze materiali e scritte), funzionale all'approfondimento di problematiche storiografiche e di nuove possibili chiavi di lettura di fenomeni complessi e articolati quali furono quelli legati alla trasformazione delle città e dei paesaggi romani e che portarono alla strutturazione delle realtà post classiche.
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Landuyt, Ariane. "Il "valore aggiunto" di un approccio storico allo studio delle politiche comunitarie." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 5–15. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030001.

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Abstract:
- This paper deals with analytical and methodological problems which are currently at the core of historical studies about European integration. It also reminds that history of European integration went through different periods which fostered various thematic conceptualizations. Indeed, the "essence" of the European construction, as a diachronic and in fieri process, furthered a renew of the object of study, gradually widening its importance, enriching and renewing historiographical interpretations. The definition of research lines about origins and development of EEC/EU policies, in particular those "second generation" policies promoted since the beginning of the Seventies, is placed in a complex historiographical background. The author shows the reasons to study this topic through a diachronic approach, highlighting that policies are fundamental to understand properly many relevant political and social dynamics at national, infranational, European and also international level.Parole chiave: Integrazione europea; storiografia integrazione europea; identitŕ europea; politiche comunitarie; istituzioni europee; governance multilivel European Integration; European Integration Historiography; European Identity; EEC/EU policies; European Institutions; Multilevel Governance
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Kalpakidou, Alexandra, and Luis Raya Martínez. "Reseña de San Vicente, Félix. 2019. Grammatica e insegnamento linguistico. Approccio storiografico: autori, modelli, espansioni. Bologna (Italia): Clueb." Estudios de Lingüística del Español 41 (June 1, 2020): 349–53. http://dx.doi.org/10.36950/elies.2020.41.8536.

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Prampolini, Antonio. "Internet e l'uso pubblico della storia. Dalle riflessioni di Nicola Gallerano alle indagini di Antonino Criscione sui siti web." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 797–813. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134008.

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Abstract:
Chi volesse oggi affrontare il tema dell'uso pubblico della storia, quale paradigma storiografico di successo nell'Italia degli ultimi vent'anni, dovrebbe assumere come punto di riferimento le fondamentali riflessioni di Nicola Gallerano sui rapporti tra storia, memoria e societÀ. L'avvento di Internet, nuovo medium dove convergono tutti gli altri media della moderna societÀ di massa, ha avuto un'influenza significativa sull'uso pubblico della storia. Antonino Criscione ne ha fatto oggetto di una particolare attenzione nei suoi studi sulla Rete. L'articolo inizia prendendo in esame la definizione di uso pubblico della storia proposta da Gallerano, che precede l'affermazione di Internet-Web, per poi analizzare le indagini di Criscione sulla presenza della storia nel nuovo medium. L'esigenza di adottare un approccio critico, ma positivo, nei confronti dell'uso pubblico della storia, inteso come fenomeno culturale e sociale complesso e articolato (che non deve essere identificato a priori con un revisionismo mistificatorio o apologetico) accomuna i due storici. E questo approccio č necessario soprattutto in Internet, dove non pochi siti di storia contemporanea si propongono come "luoghi della memoria" e "comunitÀ di rete".
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Betti, Eloisa. "La precarietà del lavoro come fenomeno storico: un approccio di genere. Prime rifl essioni metodologico-storiografi che." MEMORIA E RICERCA, no. 46 (September 2014): 151–71. http://dx.doi.org/10.3280/mer2014-046011.

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Stanco, Gianfranco. "Le prospettive del policentrismo in Italia – Radici e costruzioni identitarie tra storiografia e dottrina giuridica." A&C - Revista de Direito Administrativo & Constitucional 12, no. 49 (July 16, 2012): 67. http://dx.doi.org/10.21056/aec.v12i49.169.

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Abstract:
Lo Stato italiano è stato fondato nell’Ottocento secondo un modello di dominio del territorio centralizzato e gerarchizzato, sacrificando le aspettative municipalistiche e federalistiche emerse durante il Risorgimento. L’autore indaga sui fattori che hanno determinato lo sviluppo accentrato dell’amministrazione pubblica nello Stato liberale e nello Stato autoritario fascista e sui tentativi della scienza giuridico-amministrativa di proporre moduli di organizzazione in linea orizzontale. La ricerca, utilizzando un approccio storico-comparativo, ricostruisce le linee del conflitto tra monismo e pluralismo giuridico nei secoli XIX-XX ed individua i percorsi evolutivi del policentrismo italiano nell’ordinamento costituzionale.
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Pomante, Luigiaurelio. "Per una storia della letteratura per l’infanzia italiana tra Otto e Novecento: tra nuove prospettive storiografiche e originali approcci metodologici." Italica Wratislaviensia 8, no. 1 (June 30, 2017): 235–46. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2017.08.14.

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Ielen, Lorenzo. "La pianificazione d'emergenza alleata per Trieste, 1945-1954: studi strategici locali e contesto globale." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 9–38. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295001.

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Abstract:
La dimensione militare della presenza alleata a Trieste tra la fine della Seconda guerra mondiale e i primi anni Cinquanta è stata in genere trascurata dalla storiografia. L'autore si propone di presentare in questa sede i primi risultati di una ricerca in tal senso. Il filo conduttore è costituito dalla pianificazione di emergenza attraverso la quale inglesi e americani cercarono di rispondere, nel tempo, a diversi tipi di minaccia: da un'eventuale aggressione localizzata da parte jugoslava (contemplata almeno fino alla crisi del Cominform del 1948) a un'invasione dell'intera Europa meridionale nell'ambito di un conflitto glo-bale. A seconda del periodo, tale pianificazione seguì degli approcci piuttosto diversi, fortemente condi-zionati dalla disponibilità di risorse e da numerose variabili di natura politica, geografica e strategica. Al fine di contestualizzare adeguatamente il fenomeno, i piani per Trieste verranno inseriti nel quadro più generale dell'evoluzione del pensiero strategico di Londra e Washington agli inizi della guerra fredda.
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Alfieri, Paolo. "La ginnastica come disciplina della scuola elementare negli anni dell’unificazione italiana. Una proposta di «ri-contestualizzazione» storiografica." Espacio, Tiempo y Educación 4, no. 2 (July 1, 2017): 187. http://dx.doi.org/10.14516/ete.166.

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Abstract:
The contribution aims to suggest some research paths to begin a study on Gymnastics in the primary school during the years of Italian unification, starting from the analysis of the well-known literature which have dealt with physical activities in that period. Many of these publications – often arising from a non-academic intention and, in any case, characterized by a thematic and methodological eclecticism – are influenced by a historiographical tradition that has studied physical education without a specific attention on the elementary school. Therefore, the essay proposes a «re-contextualization» of the research that focuses on school Gymnastics and examines this topic according to a consistent heuristic view. Even on the basis of studies that have already taken a similar approach, it points out the new sources to be used and outlines new interpretative perspectives that, complying with the most recent instances of educational historiography, can reconstruct the first steps of Gymnastics as a discipline in the curriculum of Italian primary school.
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Braun, Guido. "Erkenntnispotentiale der „Nuntiaturberichte aus Deutschland“ für die internationale historische Forschung." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 11–30. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0004.

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Abstract:
Riassunto Dopo una breve rassegna sull’edizione del carteggio dei nunzi da parte della storiografia di lingua tedesca, nonché una panoramica su temi centrali dei volumi di corrispondenza dei nunzi a Vienna relativi ai primi anni Trenta del XVII secolo, il contributo approfondisce i fulcri tematici, i possibili approcci analitici e la prospettiva di acquisire nuove cognizioni che i volumi relativi agli anni 1630/1635, e soprattutto l’ultimo volume apparso nel 2016, offrono alla ricerca storica per determinati campi tematici, spaziando dalla storia politica a quesiti storico-antropologici. Su queste basi si discute, infine, il problema, affrontato maggiormente a partire dagli anni Novanta del XX secolo, di quanto tali imprese editoriali siano ancora opportune. Si sottolinea che le fonti, edite in questo contesto, sono fondamentali per capire la politica europea durante una fase centrale della Guerra dei Trent’anni, non solo riguardo ai rapporti tra la Curia e l’Impero, ma anche relativo a tutto un ventaglio di problemi politici cruciali a livello europeo. In particolare emergono da esse in maniera efficace le origini della convinzione secondo cui un conflitto che interessava tutta Europa poteva essere ricomposto con successo solo attraverso trattative multilaterali e con il ricorso a mediatori della pace. Tale convinzione sarebbe diventato in seguito un elemento importante del sapere diplomatico europeo.
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Visceglia, Maria Antonietta. "Claudio Donati storico della nobiltÀ." SOCIETÀ E STORIA, no. 129 (December 2010): 563–83. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129007.

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Abstract:
Questo contributo si propone di tracciare un profilo di Claudio Donati storico della nobiltÀ, gettando luce sulla coerenza del suo percorso di ricerca, esaminando le motivazioni, le letture e gli obiettivi che lo hanno portato ad indagare questo ambito di ricerca. Lo studio delle relazioni tra il potente vescovo-principe di Trento, legato alla corte degli Asburgo, ma eletto dal Capitolo (a sua volta composto da canonici tedeschi e di nazione "italiana"), le élites urbane e la nobiltÀ feudale fu un'occasione per mettere a fuoco, nel contesto di quella particolare area di confine che fu il Trentino d'antico regime, le relazioni esistenti tra "ecclesiastici e laici" e generň in lui un perdurante interesse per lo studio delle stratificazioni del mondo nobiliare nell'etÀ moderna. All'inizio degli anni settanta Donati intraprese un esteso lavoro di ricerca sui trattati nobiliari, dalle loro origini medievali fino al XVIII secolo, senza trascurare i protagonisti minori di quel dibattito e adottando un approccio rigorosamente comparativo con gli studi di Brunner, Stone, Huppert, Stuart Woolf, Zenobi, Brizzi, Fasano Guarini... Ne č risultato un ricco affresco delle ideologie nobiliari, capace di comprendere la dialettica tra differenti modi di intendere la nobiltÀ - centrata sulla relazione tra virtů o decadenza - ma anche l'evoluzione dei valori nobiliari che durante l'etÀ dei lumi dovettero venire a patti con altri quali ricchezza, spirito di servizio, appartenenza nazionale. L'idea di nobiltÀ, pubblicato da Laterza nel 1988, č rimasto una contributo seminale nella storiografia italiana, ma Donati non č rimasto ancorato a quell'approccio: in molti dei suoi successivi studi, tramite nuove incursioni archivistiche, Donati non a mai smesso di problematizzare il composito mondo della nobiltÀ italiana, ricostruendo il profilo degli attori sociali senza rinunciare a ricondurli alle varie situazioni istituzionali e alle concrete strutture statuali, militari ed ecclesiastiche d'antico regime in cui si trovarono ad agire.
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Forte, Francesca. "Ibn Khaldūn e il pensiero marocchino contemporaneo." Doctor Virtualis, no. 17 (May 14, 2022): 185–209. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7362/17855.

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Abstract:
La moderna riscoperta del lavoro di Ibn Khaldūn da parte degli studiosi arabi si è sviluppata attorno a una vera e propria dicotomia: alcuni hanno descritto Ibn Khaldūn come un pensatore originale e anomalo tenendo conto del suo contesto e del suo tempo, o l’unico e più alto rappresentante del pensiero arabo-islamico, legittimando gli interessi di coloro che puntavano a mettere in ombra la restante parte della tradizione. Dall’altra parte si è assistito al tentativo opposto di ridimensionare la sua originalità rispetto al contesto evidenziando la sua piena appartenenza alla tradizione storiografica e di pensiero islamica. Questo contributo intende approfondire le interpretazioni di quattro importanti esponenti del pensiero marocchino contemporaneo che hanno dedicato a Ibn Khaldūn importanti studi: si tratta di Mohammed Aziz Lahbābi, Mohammed Abed al-Jābrī (importante esponente della scuola filosofica di Rabat), il noto intellettuale Abdallah Laroui, e il letterato Bensalem Himmich. Si fa riferimento in primo luogo a M.A. Lahbābi e al suo allievo più noto, M.A. al-Jābrī, al primo perché ha dato sicuramente un impulso importante allo studio dell’autore ed è tra i fondatori della scuola di Rabat, al secondo per la sistematicità e importanza della sua proposta teorica di critica della ragione araba. L’analisi proposta da A. Laroui, anch’egli rappresentante della scuola di Rabat, mette in luce caratteristiche diverse dell’opera di Ibn Khaldūn rispetto ai primi due studiosi, concentrandosi sui temi della modernità e dello Stato. Si è dato spazio infine a un’altra lettura, quella proposta da B. Himmich che all’autore ha dedicato uno studio e una biografia romanzata, a dimostrazione della sua attitudine a intrecciare ricerca accademica e letteratura. Si tratta di autori che hanno avuto grande riscontro e risonanza nel mondo arabo e che sono ben noti anche in quello occidentale, in particolare Laroui. The modern rediscovery and re-appropriation of Ibn Khaldūn’s work by Arab scholars has largely developed along the following dichotomy. On the one hand, some have described Ibn Khaldūn as an original and atypical thinker for his context and time, and as the only or highest representative of Arab-Islamic thought – thus partly reinforcing the view of many Western scholars who had minimized the role of the tradition to which he belonged. On the other hand, there has been an opposite trend that demotes his originality, by highlighting his complete adherence to the Islamic tradition of historiography and thought. This contribution studies four prominent contemporary Moroccan scholars who have systematically addressed Ibn Khaldūn’s philosophy: Mohammed Aziz Lahbābi, Mohammed Abed al-Jābrī, Abdallah Laroui, and Bensalem Himmich. The essay first considers Lahbābi and al-Jabri, Lahbābi’s most renowned pupil; the former due to his contribution to the advancement of the study of Ibn Khaldūn in general, and as one of the founders of the school of Rabat, and the latter due to the theoretical importance and systematic nature of his critical approach to Arab thought. Laroui, another representative of the school of Rabat, offers an analysis which highlights different characteristics of Ibn Khaldūn’s work, compared to the first two scholars, by focusing on the subjects of modernity and the State. Finally, the chapter examines Himmich’s reading. Himmich has written both an academic work as well as a literary/fictional biography of the Maghrebi figure in focus. All these four scholars have made a substantial impact on the Arab world, whilst also being wellknown in the West, Laroui in particular.
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Aloé, Carla. "Wellington 2013 – Ippolita rinascimentale: le Amazzoni americane nell’epica italiana." altrelettere, May 20, 2014. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-19.

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Abstract:
Lo scopo di questo articolo è analizzare il mito delle Amazzoni del Nuovo Mondo nei poemi epici italiani del Rinascimento. L’ambito di studio va dalla scoperta dell’America fino alla prima metà del XVII secolo, in quanto oggetto di ricerca sarà la percezione del mito che seguì immediatamente le grandi scoperte geografiche. La prima parte presenta una storia del mito focalizzata in particolare sul ritardo, rispetto alle notizie che gli scrittori avevano a disposizione, nell’introduzione delle Amazzoni americane nei poemi. I poeti infatti non riescono né ad allontanarsi dalla tradizione classica, che voleva le Amazzoni posizionate per lo più in Asia ed Africa, né a prendere le distanze dall’auctoritas storica dei repertori di viaggio. Nella seconda parte vengono presi in considerazione i primi due poemi epici, completi e in italiano, interamente dedicati alla scoperta, che restano tra i più importanti del ciclo americano: il "Mondo nuovo" di Giovanni Giorgini (1596) e il "Mondo nuovo" di Tommaso Stigliani (1617, 1628). In queste opere le Amazzoni cominciano ad avere uno spessore letterario e gli autori riescono, in parte, a superare un approccio di totale subordinazione alle fonti storiografiche usando le guerriere per inserirsi nel dibattito sulle donne che era molto in voga in quegli anni. Nell’ultima parte si mette in luce come, nei poemi sull’America, le Amazzoni vengano utilizzate per raccontare la realtà italiana, più che per dare ai lettori l’idea di un’alterità lontana e sconosciuta. Le Amazzoni finiscono così con il rappresentare le categorie sociali del tempo, rispecchiando le identità politiche e culturali delle donne nelle corti rinascimentali e barocche.
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