Academic literature on the topic 'Antropologia giuridica'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Antropologia giuridica.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Antropologia giuridica"

1

Di Pasquale, Caterina. "Le verità dei testimoni: per una antropologia del ricordare." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2021): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001005.

Full text
Abstract:
L'articolo è una riflessione sulla testimonianza autobiografica e sullo statuto conoscitivo che la testimonianza ha progressivamente acquisito nel discorso scientifico euroamericano. Lo scopo della riflessione è descrivere e analizzare le verità della testimonianza e dei testimoni facendo dialogare la prospettiva etnografica e antropologica con la letteratura psicologica, storica e filosofica. Usando come fonti alcune storie di vita rilevate durante una ricerca etnografica sulle memorie delle stragi nazi-fasciste perpetrate contro la popolazione civile in Italia, specificatamente a Sant'Anna di Stazzema (12 agosto 1944), verranno analizzate le istanze narrative e culturali delle testimonianze, il ruolo performativo del testimone, l'efficacia simbolica e comunicativa nel contesto pubblico e il rapporto tra verità testimoniale, esperienza soggettiva e vissuto biografico. Questi aspetti del testimoniare saranno confrontati con la verità storica e giuridica sul caso etnografico descritto e verranno poi connessi con i quadri argomentativi ed esplicativi usati nella letteratura scientifica sull'argomento. In particolar modo verranno analizzate le conflittualità che dividono alcune testimonianze allontanandole dalle verità storiche e giuridiche sancite con le ricerche storiche e con le sentenze giudiziarie. Infine, per uscire dalla dimensione micro-etnografica, il confronto tra le diverse rappresentazioni della testimonianza nella ricerca antropologica sarà veicolato dalla dimensione particolare, relativa a Sant'Anna di Stazzema, alla dimensione nazionale e internazionale. Le conclusioni che l'articolo vuole condividere riguardano il superamento delle dicotomie memoria versus storia, finzione versus verità, soggettività versus oggettività, che caratterizzano da almeno un ventennio il dibattito pubblico, scientifico e non, e che hanno finito per connotare moralmente e ideologicamente ogni riflessione sul valore sociale e culturale del ricordo e del ricordare
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Simone, Anna. "Corpi a-normali. Eccedenze del diritto e norma eterossessuale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001003.

Full text
Abstract:
Norma eterosessuale - diritti differenzianti - status - normalizzazione. Tutte le costruzioni identitarie dei ruoli di genere legate al sesso biologico e all'orientamento sessuale partono da un assunto aprioristico voluto dal processo di "naturalizzazione" dei corpi e dalla relativa nascita della norma eterosessuale. Tale processo ha anche contribuito a costruire una cultura giuridica fondamentalmente sancita a partire dalla stessa norma eterosessuale. Il processo di naturalizzazione prima e di "normalizzazione" poi dei corpi, dei rispettivi ruoli di genere e delle relative condotte sessuali, assieme al diritto, ha cosě favorito la nascita di nuove forme di status (il gay, la lesbica, il trans etc.) che, anziché intaccare il diritto di famiglia e la norma eterosessuale che lo predetermina, ha favorito la nascita di "diritti differenzianti" a seconda dell'orientamento sessuale. D'altronde anche il dibattito consumatosi in Italia attorno ai diritti civili delle persone gay e lesbiche non ha mai preso in considerazione la fondazione antropologico-giuridica della norma eterosessuale nella cultura occidentale e nella cultura giuridica. Attraverso una breve ricostruzione genealogica della costituzione di codici culturali, sociali e giuridici predefiniti in occidente, nonché del tutto funzionali alla determinazione di una cultura giuridica fondata sulla norma eterosessuale, in questo articolo si rimettono in discussione le categorie di differenza ed eguaglianza.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Erlebach, Grzegorz. "Ochrona wolności nupturientów w kanonicznym porządku prawnym : zarys problematyki." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 195–214. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.09.

Full text
Abstract:
In primo luogo viene preso in considerazione il principio della libertà dei nubendi. L’Autore prende lo spunto dal can. 219, ma prima di affrontare gli aspetti propriamente giuridici, si sofferma su alcuni elementi dell’accezione antropologica e teologica della libertà nel contesto del consenso matrimoniale. L’ultimo aspetto permette di superare una visione meramente soggettivistica, per quanto riguarda i nubendi, e, d’altro canto, offre una chiave di lettura dello sforzo effettuato lungo i secoli da parte del Magistero della Chiesa nella difesa e nella regolamentazione dello ius connubii. Ne segue la pastorale ordinaria volta all’educazione per un retto esercizio della libertà positivamente intesa dei contraenti. Tornando sugli aspetti prettamente giuridici del principio affermato nel can. 219, l’Autore fa presente la differenza fra i confini del contenuto normativo (volto contro le varie forme di costrizione) e una più ampia ratio legis (protezione della libertà). Passando alla protezione giuridica della libertà, l’Autore esamina le principali figure di nullità del consenso, dovute alla limitazione della libertà in uno dei contraenti: costrizione, mancanza della libertà interna e raggiro. Nella materia della costrizione l’Autore distingue nettamente le figure della violenza (di cui nel can. 125, § 1) e della vis vel metus di cui nel can. 1103 (cf. can. 125, § 2). Maggiore attenzione è stata posta all’evoluzione della disciplina dal Codice Pio-Benedettino e alla sua applicazione giurisprudenziale. Un punto discusso costituisce l’origine della norma. L’Autore si sbilancia in favore del principio dell’operatività della norma ex natura rei (cioè della nullità qualora manchi nel concreto la libertà necessaria, matrimonio proportionata), quindi sostiene l’applicabilità del can. 1103, entro tali limiti, nei confronti dei matrimoni degli acattolici. La mancanza della libertà interna è presa in considerazione nel contesto dell’incapacità consensuale, in particolare della mancanza della discrezione di giudizio. Viene accennata qui la questione dell’autonomia, o meno, del capo di nullità ob defectum libertatis internae (l’Autore condivide, implicitamente, la dominante posizione giurisprudenziale, contraria a tale autonomia). Per quanto riguarda la decezione dolosa, la tutela della libertà dei nubendi è considerata come principale ratio del can. 1098. Viene brevemente delineata la specificità di questo tipo di errore qualificato. Soffermandosi sui limiti dell’applicabilità del can. 1098, l’Autore sostiene che seppure la ratio legis del can. 1098 affonda le radici nel diritto naturale, tuttavia la ratio nullitatis è riconducibile alla volontà del Legislatore. Di conseguenza, il can. 1098 è da ritenere di diritto meramente positivo e, in quanto tale, non è applicabile retroattivamente, né può essere fatto valere nel caso dei matrimoni celebrati al di fuori dell’ordinamento giuridico canonico indipendentemente dalla loro data. Invece nel caso di un errore sostanziale causato dal dolo, la nullità è operante indipendentemente dalla decezione dolosa, quindi andrebbe rilevata a livello processuale sotto il capo di quel particolare errore sostanziale. La promozione della libertà responsabile avviene soprattutto sullo sfondo dell’accezione teologica della libertà con la quale si coniuga l’accezione antropologica, soprattutto quella della “libertà per” che postula l’autodeterminazione nel consenso matrimoniale. L’incapacità o l’impossibilità di una tale autodeterminazione viene riconosciuta dal Legislatore proteggendo indirettamente la libertà consensuale nei cann. 1095, n. 2, e 1103; mentre la libertà dei nubendi è ulteriormente protetta contro il raggiro nei limiti stabiliti nel can. 1098.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Fusar Poli, Elisabetta. "“L’impronta esterna del nostro Io”. Note intorno ai primi lineamenti del diritto sulla propria immagine." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 377–417. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16893.

Full text
Abstract:
Lo scritto affronta il «modernissimo» diritto sulla propria immagine, nello svolgersi delle sue dinamiche attraverso il caleidoscopico e cruciale tornante otto-novecentesco. L’attenzione è rivolta agli apporti dottrinali e giurisprudenziali che hanno contribuito a tratteggiare e poi definire un diritto soggettivo autonomo avente ad oggetto la propria immagine personale, e a trovare per esso una collocazione all’interno dell’ordine giuridico, dalla fine dell’Ottocento alla pubblicazione del Libro primo del Codice Civile. Il tema è sollecitato dall’innovazione tecnica in corso nel periodo considerato e dagli stimoli di una società ormai in fase protomediatica, nella quale la riproduzione della fisionomia umana, agevolata dalle potenzialità dei moderni mezzi di comunicazione, acuisce l’urgenza di una tutela per ciò che appare strettamente inerente alla persona e, al contempo, proiezione sociale dell’individuo, interfaccia fra la sua dimensione privata e quella pubblica. Dalla tutela dell’onore e della reputazione, alla protezione dalle incursioni indebite nella sfera personale, il complesso tema è al crocevia fra diversi spazi giuridici e si apre nel Novecento a inattesi sviluppi e trasformazioni. Si inserisce, infatti, gradualmente, entro una più complessa concezione di persona, che emerge da una riflessione scientifica trasversale ai campi della sociologia, antropologia, filosofia, biologia, e volge in direzione della ‘identità personale’.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Trevisan Semi, Emanuela. "Barbara Sòrgoni, Parole e corpi. Antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interazziali nella colonia Eritrea (1890-1941)." L'Homme, no. 157 (January 1, 2001): 297–98. http://dx.doi.org/10.4000/lhomme.5805.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Stawniak, Henryk. "Niezdolność do zawarcia małżeństwa (kan. 1095 KPK) w świetle przemówień papieskich do Roty Rzymskiej i nauki Kościoła." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 229–46. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.11.

Full text
Abstract:
Il presente articolo è una più ampia versione della conferenza tenuta agli impiegati dei tribunali ecclesiastici. L’oggetto di questo studio consta dell’applicazione del can. 1095 CIC nella giurisprudenza ecclesiale in base ad alcune indicazioni contenute nei discorsi dei pontefici alla Rota Romana e del Magistero della Chiesa. L’essenziale filo dello studio sono le questioni di giovarsi abilmente delle scienze psicologiche o psichiatriche (nel contesto dell’antropologia cristiana, come pure nel contesto del pessimismo antropologico), inoltre anche le questioni di usufruire abilmente dei giudici sulle perizie degli esperti, alla fine della loro valutazione giuridica. Ulteriormente viene trattato il tema delle reciproche relazioni tra le figure d’incapacità considerate dal can. 1095 CIC e dei loro esenziali elementi. Il suddetto canone si analizza anche alla luce degli art. 203 e 209 dell’istruzione Dignitas connubii. Infine, viene sottolineato il fatto accertato da Benedetto XVI, che le persone semplici sono capaci al matrimonio e non si può mescolare le difficoltà nel funzionamento del matrimonio con una vera incapacità di contrarlo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Barberis, Eduardo, and Silvia Pitzalis. "Il supporto legale nel sistema di asilo/accoglienza italiano. Un'analisi socio-antropologica della performatività del diritto tra mandati istituzionali e pratiche giuridiche." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (May 2021): 140–63. http://dx.doi.org/10.3280/sd2021-003007.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Felice, Flavio. "La nozione di diritti umani nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa." Revista Pistis Praxis 6, no. 3 (September 13, 2014): 817. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.06.003.ds04.

Full text
Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è quello di dimostrare la diversità de prospettive della dottrina sociale della Chiesa su i diritti umani. Sottolinea la prospettiva personalista come la più appropriata per comprendere e giustificare l’interesse generale della dottrina sociale per il tema e l’affermazione dei diritti umani. La Chiesa vede nei diritti umani l’opportunità di promuovere e difendere l’universalità della dignità umana, intesa come carattere stampato da Dio creatore per le sue creature. La prospettiva antropologico-cristiana ha per fondamento la persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. La dottrina sociale della Chiesa, mostra una pluralità di dimensioni, essenziali per definire chi è l’essere umano, e, a sua volta, per la promozione e la difesa della dignità umana di fronte alle istituzioni giuridiche, politiche ed economiche. I diritti umani e la dottrina sociale hanno in Giovanni Paolo II uno dei principali teorici. I diritti umani sono un punto di riferimento per tutte le fasi della vita umana e dei contesti politici, sociali, economici e di culturali. Fonte e sintesi dei diritti umani è il diritto alla vita e il diritto alla libertà religiosa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Morabito, Vittorio. "Sòrgoni, Barbara. – Parole e corpi. Antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interrazziali nella colonia Eritrea (1890-1941). Napoli, Liguori Editore, 1998, 287 p. (« Anthropos ») ; Sòrgoni, Barbara. – Etnografia e colonialismo." Cahiers d'études africaines 43, no. 171 (January 1, 2003): 690–92. http://dx.doi.org/10.4000/etudesafricaines.1539.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Burdett, Charles. "Barbara Sórgoni Parole e corpi: antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interrazziali nella colonia Eritrea (1890–1941), Liguori Editore, Naples, 1998, 287 pp., ISBN 88-207-2808-7 pbk, 31,000 Lire." Modern Italy 5, no. 1 (May 2000): 94–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1353294400007961.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Antropologia giuridica"

1

Folin, Roberto <1946&gt. "DELITTI IN OSTERIA - Lettura antropologico-giuridica di alcuni processi istruiti col rito del Consiglio di X nel Friuli del XVIII secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12007.

Full text
Abstract:
Il lavoro di ricerca è stato svolto presso l'Archivio di Stato di Venezia sul fondo "Consiglio di X - Processi - Processi Criminali Delegati, trascrivendo le fasi più significative di dodici procedimenti istruiti con il "rito" di detta massima autorità giudiziaria della Repubblica Veneta attiva dal XIV al XVIII secolo, processi che si collocano nella seconda metà del XVIII secolo nell'area friulana. Nella parte introduttiva della tesi si è dato spazio agli aspetti propri di una procedura giudiziaria che annullò di fatto le facoltà della difesa per privilegiare la sicurezza dello Stato; ciò premesso, ci si è poi concentrati sullo studio dei casi con gli strumenti dell'antropologia giuridica; questa metodologia di ricerca e di studio è stata applicata a ciascuno dei dodici estratti processuali addivenendo ad un quadro piuttosto vario di fenomeni che spazia dai furti, alla violenza esercitata dalla folla, all'omicidio premeditato, al veneficio, all'abuso di potere per addivenire, inoltre, ad aspetti di diritto consuetudinario applicato alla società rurale, fino ai due fenomeni più rilevanti per i quali si è dato spazio ad un approfondimento con la dedica di due capitoli: il banditismo ed il contrabbando, considerati nelle loro componenti storiche e socio-antropologiche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cappelletti, R. "ANTROPOLOGIE DEI DIRITTI UMANI. PERCORSI AFRICANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/150178.

Full text
Abstract:
The Human Rights topic is increasing its relevance in the field of legal studies and in the agenda of inter/transnational actors. The Sociology of Law is deeply engaged in this dialogue, but some of its contributions seem to share a common lack of concern about the dimensions of cultural legitimacy and politics of imagination. Refusing the “simplistic” vision of «legal transplants», the approach in term of regionalization and the genealogical theories (i.e. the so called generations of human rights), the thesis aims to outline a multidisciplinary frame, trying to merge the anthropological and the socio-legal knowledge to shed light on the «anthropologies of human rights». The use of the plural suggests several orders of realities: firstly, it reflects the high fragmentation which characterizes the epistemological and methodological debate of contemporary anthropology, as a disciplinary field. An “internal” multiplication of points of view which becomes even more striking in its interactions whit the HR subject and its own kind of internal dissemination. Secondly (and consequently), it enlightens that the “pluralisation” of human rights discourse could be better understood as a proliferation of world-visions and axiologies. In this second meaning, the summoned «anthropologies» have to be intended in term of theories on human beings, on social reality and social order, shaped by cultural assumptions, taken-for-granted and (shared) symbolical repertoires. Deeply merged within every manifestation of the «humanitarian transnational narration», these world-versions need to be studied as sources of influence and inspiration for legal claims, texts and declarations that build the corpus of international humanitarian law. Lastly, this plurality which stems from the relationship between the macro-narrative of the International Bill of Human Rights and its situated appropriations points out the potentiality of a cultural analysis of the social life of (human) rights in avoiding the dichotomist models (universalism versus relativism, global versus local and so on) in favor of a representation in term of narrative encounters between different conceptions of human dignity, human beings, normative orders and social realities. To grasp this mutual and multilayered overlapping, the first part of the thesis builds an analytical framework destined to be applied, in the second part, to the specific context of the «African system of human rights». This choice was dictated by the peculiarities which seem to distinguish it from others regional systems: amongst these features, the African Charter on Human and Peoples’ Rights deserves a special place, considered its aspects of relevant innovation and creativity as well its signs of criticism and its lack of real efficacy. In the first chapter we start from the general liaison between Law and Culture, looking for a «relational paradigm» which rejects determinist or reductionist presentations of this organic link. Adopting a pluralist point of view (centered on the idea of «normative pluralism» preferred to the classical one in term of «legal pluralism»), we borrow some insights from early anthropological researches on «primitive law» and on the co-existence of plural normative orders in colonial settings. The second chapter deals with the concept of «legal culture», trying to discuss a cardinal notion of sociology of law that often pretend to exhaustively grasp the complexity of law/culture nexus. We explore the richness and the pitfalls of influent theorizations about this topic, sorting out three dimensions which seem to require a deeper engagement: the power, the (construction of the) collective identities and the pluralism. In strict dialogue with the studies on «legal consciousness» and «legal socialization», we move towards a textual description of culture. The third chapter sketches a theory of culture in term of cognitive and normative interface between men and the meaningful world they try to create (and to live in). Borrowing from Clifford Geertz the fundamental ideas about the «social traffic of meanings», the textual dimension of cultures and the law as a way of world-making – or better, of imaging the reality –, we keep developing our model in a more comprehensive perspective which dismisses the “literary” constraints entrenched in the idea of «text». The forth chapter deals with some assumptions of the so-called «narrative paradigm», trying to “dissolve” the persisting rigidities of the textual frame into a larger and (more) universal human ability: the narrative competence. We examine the coalescence between narrative attitude and normative attitude, stressing the similarities and the constitutive power of both of them. Starting from narration as a meta-model for the social construction of reality, we move towards the specificities of «legal narration» as expression of the legal construction of social reality. This narrative standpoint can be synthesized as follow: the human skill to produce, to understand and to manipulate tales (and other sources of narrative production) is the key that ensures the transmission and the socializations of cultural meanings, representations and symbols. Trough the narrativization of culture it becomes easier to conceive the narrativization of legal cultures as shared, contested, polyphonic repertories of legal and social ideas. In the fifth chapter we start applying our theoretical framework to the human rights topic. We begin with a preliminary set of issues regrouped under the label of «spatial problematic». It underlines the paradox of the Universalist project, with its claims of cultural independence and planetary applicability on the one hand, and the need of cultural resonance and local relevance on the other. We explore critical contributions about the «globalization talk», which stress some traps of this overriding way of representing social and socio-legal phenomena in the contemporary world. Aiming to reject monodimensional explanations, we merge the «rhetoric of flaws» with the sensibility for «friction events» generated by and trough the encounters between transnational narratives and specific local (and cultural) settings. The concept of «vernacularization» helps us to conceive these interactions/intersections between global flows and punctual frictions. The sixth chapter introduces the main elements of the African context, starting from a sketched portrait of what we define its «radical normative pluralism». In order to cope with the complex reality of the African human rights system, we outline a historical (and political) description of the events that preceded the creation of the Organization for the African Unity, the institutional body which had the main responsibility in the consolidation of the system itself. We also examine various “legal” precedents (the so-called Lagos Law, the Universal Declaration of the Rights of Peoples and so on) which influenced the elaboration of the African Charter with their moral and political authority. Whit the seventh chapter we finally land the heart of our topic: the narrative analysis of the African Charter of Human and Peoples’ Rights. After a quick identification of the focal features of the document, we approach the meaningful core of the Charter: the organic/holistic relationship between individual human rights and collective dimension of peoples’ (human) rights. We split our investigation in two different but related paths: the individual/people pole and the rights/duties pole, assuming they are two dissimilar strategies to arrange this underlying “cohabitation”. We also draw to several pronunciations of the African Commission of human and peoples’ rights exploring the potential meanings of people and peoples’ rights to clarify the official/institutional position on the subject. Anthropological and sociological studies on the ongoing modifications of collective frames of reference (the family, the ethnic group and other strategies of kinship allegiance) in contemporary Africa are employed to complete our inquiry. In the eighth chapter we (temporary) leave the African Charter in favor of other documents and protocols produced by the African system, strictly related to the «culture variable»: the Pan-African Cultural Manifesto, the Cultural Charter for Africa and the Charter for African Cultural Renaissance. After that, we approach three other texts more engaged on the promotion and protection of human rights for specific categories of people: the African Charter on the rights and welfare of the child, the Protocol to the African Charter on human and peoples’ rights on the rights of women in Africa and the African Youth Charter. Our aim is to show how cultural assumptions about the subjects concerned shape or influence the normative prescriptions designed to protect them. The ninth chapter, finally, outlines a general evaluation of our analytical model trough the exploration of its weakness and its points of strength. It shows the hermeneutical advantages provided by the «gius-narrative» key, which enabled us to trace and emphasize the links between myths and foundational narratives of social groups and theirs normative constructions. It also stresses the need for a cultural study of social life of human rights, to (try to) grasp the many faces that the struggle for human rights is showing in its continuous spread around the world.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

SAMMARCO, STEFANO. "IL DIRITTO IN MOVIMENTO. HANS KELSEN E L'EVOLUZIONE MACROSTORICA DEGLI ORDINAMENTI GIURIDICI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/710267.

Full text
Abstract:
La presente tesi di ricerca dottorale -dal titolo "Il diritto in Movimento. Hans Kelsen e l'evoluzione macrostorica degli ordinamenti giuridici"- è dedicata alla complessa e articolata questione del carattere evolutivo del fenomeno giuridico. Essa si compone di tre capitoli. Il primo capitolo, dal titolo "I due volti dell’evoluzione giuridica", è dedicato alla proposta ed elaborazione di una tesi metateorica di fondo, relativa alla possibilità e necessità di distinguere tra "teorie dell’evoluzione nel diritto" e "teorie evolutive del diritto" come linee di ricerca che in modi essenzialmente differenti trattano dell’evoluzione giuridica. Nel primo capitolo, si procede, dunque, con una breve ricostruzione storico-critica della genesi, degli sviluppi e della fortuna delle teorie dell’evoluzione nel diritto, con un’analisi delle ragioni che hanno condotto a misconoscere il valore delle teorie evolutive del diritto e con un tentativo di rivalutare la rilevanza teoretica e pratico-politica delle stesse. Il secondo capitolo, dal titolo "Evoluzione macrostorica del diritto: la vasta storia di un’idea", è invece dedicato alla storia delle teorie evolutive del diritto. Obiettivo di tale sezione storiografica della presente ricerca è mettere in evidenza come i tentativi di elaborare ricostruzioni dell’evoluzione macrostorica del diritto non possano essere circoscritti al XIX secolo come da vulgata, essendo quella delle teorie evolutive del diritto una linea di ricerca che può vantare una lunga tradizione che, risalente fino all’antichità classica, viene portata avanti ancora oggi da alcuni studiosi. Il terzo capitolo della presente ricerca è dedicato invece all’esame dettagliato delle riflessioni concernenti l’evoluzione macrostorica degli ordinamenti giuridici che Hans Kelsen ha proposto in alcune opere degli anni Quaranta del XX secolo. La scelta di procedere con tale approfondimento deriva, in primo luogo, dalla constatazione che non è mai stata tentata una ricostruzione unitaria di tale versante della riflessione giusfilosofica di Kelsen. In secondo luogo, ancora dal punto di vista storiografico, l’analisi della teoria kelseniana dell’evoluzione macrostorica degli ordinamenti giuridici si rivela certamente interessante per una rivalutazione di alcuni assunti o pregiudizi relativi all’ontologia giuridica e all’epistemologia giuridica di Kelsen. Infine, la scelta di procedere con tale approfondimento deriva dalla convinzione che la teoria di Kelsen sull’evoluzione macrostorica degli ordinamenti giuridici risulti essere ricca di intuizioni che ancora oggi si rivelano di estremo valore.
The doctoral research thesis "The Law in Movement. Hans Kelsen and the Macro-historical Evolution of Legal Orders" is dedicated to the complex problem of the evolutionary nature of the legal phenomenon. It is made up of three chapters. The first chapter, entitled "The Two Faces of Legal Evolution", is dedicated to the proposal and elaboration of a basic metatheoretical thesis, relating to the possibility and need to distinguish between "theories of evolution in law" and "evolutionary theories of law "as lines of research which in essentially different ways deal with legal evolution. The first chapter proceed with a brief historical-critical reconstruction of genesis, developments and success of the so called theories of evolution in law; with the analysis of the reasons that led legal scholars to the rejection of evolutionary theories of law; and, finally, with an attempt to re-evaluate the theoretical and practical-political relevance of evolutionary theories of law. The second chapter, entitled "Macro-historical Evolution of Law: the Story of an idea", is dedicated to the history of evolutionary theories of law. The objective of this historiographic section of the present research is to highlight how attempts to elaborate reconstructions of the macro-historical evolution of law cannot be limited to the nineteenth century as usually claimed by legal scholars, being thei elaboration dating back to classical antiquity and still carried out today by some scholars. The third chapter of this research is dedicated to the detailed examination of the reflections concerning the macro-historical evolution of legal orders that Hans Kelsen proposed in some works of the 1940s. The choice to proceed with this analysis derives, first of all, from the observation that an unitary reconstruction of this side of Kelsen's philosophical reflection has never been attempted. Second, still from the historiographic point of view, the analysis of the Kelsenian theory of the macro-historical evolution of the legal systems certainly proves interesting for a re-evaluation of some assumptions or prejudices related to his legal ontology and legal epistemology. Finally, the choice to proceed with this analysis derives from the belief that Kelsen's theory on the macro-historical evolution of the legal systems turns out to be rich in intuitions that still prove extremely valuable today.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

MOLENA, DAVIDE. "Oltre la scuola antropologica: la riflessione penalistica di Bernardino Alimena." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41134.

Full text
Abstract:
Il lavoro di ricerca è volto a delineare la figura di Bernardino Alimena (12 settembre 1861-30 luglio 1915), considerato uno dei fondatori e maggiore esponente della “terza scuola” di diritto penale. La prima parte del lavoro si concentra sulla fase di crisi attraversata dalla penalistica di fine Ottocento. Dopo una ricostruzione del dibattito nazionale ed internazionale ci si soffermerà sulla nascita della terza scuola attraverso l'analisi del saggio Naturalismo critico e diritto penale di Alimena e Una terza scuola di diritto penale in Italia di Emanuele Carnevale, che rappresentano il manifesto del nuovo indirizzo scientifico. Si delineeranno così i caratteri e gli obiettivi della nuova corrente misurando la sua incidenza nel dibattito dottrinale dell'epoca. Dopo aver approfondito il contesto in cui è nata e si è sviluppata la terza scuola, l'attenzione si sposterà sul pensiero di Bernardino Alimena, che verrà ricostruito seguendo due linee di analisi: in primo luogo si esaminerà la sua opera I limiti e i modificatori dell'imputabilità, divisa in tre volumi, pubblicati tra il 1894 e il 1898. Per il suo valore e per l'influenza che ha avuto nel mondo scientifico, tale opera rappresenta il punto privilegiato per osservare da vicino l'originalità del pensiero del criminalista. Successivamente si passerà ad illustrare alcune problematiche riguardanti istituti processualistici connotati dalla forte funzione politico-sociale da essi svolta. Si analizzeranno in particolare temi come l'azione penale, la giuria e la revisione che alimentarono il dibattito dottrinale di quegli anni caratterizzati dall'attesa per il nuovo codice di procedura penale. La seconda parte della ricerca è orientata a verificare quale siano stati i risvolti pratici della riflessione penalistica di Alimena. La ricerca ha il suo nucleo centrale nei lavori della commissione reale istituita con R.D. del 7 novembre 1909, volta a studiare le cause della delinquenza minorile ed a predisporre un codice per l’infanzia. L'esame dei verbali della commissione ci consentirà di indagare l'atteggiamento tenuto dal criminalista di fronte ad una materia in cui convergevano istanze positiviste ed esigenze di rispetto delle garanzie processuali. In ultima analisi rimarrà da analizzare il rapporto tra Alimena e la nuova scienza penalistica sviluppatasi intorno alle nuove teorie di Rocco. Tale studio ci offrirà lo spunto per valutare quale lascito ed incidenza abbia avuto il pensiero del criminalista nella penalistica del Novecento. A questo scopo sarà utile affrontare la carriera universitaria di Alimena, legata alla facoltà di giurisprudenza presso la Regia Università di Modena. Ottenuta la privata docenza in diritto e procedura penale a Napoli, nel 1899 Alimena sarebbe stato nominato professore straordinario all'Università di Cagliari per poi essere chiamato lo stesso anno a Modena e lì, promosso ordinario il 1 dicembre 1902, avrebbe insegnato per quindici anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1915. Per ripercorrere la sua attività all'interno dell'università ci avvarremo degli annuari della Regia Università di Modena e degli appunti delle lezioni del criminalista, redatti dai suoi studenti nei primi anni del Novecento. Vedremo così da vicino l'istituzione della Scuola di applicazione per la criminologia e la pratica giudiziaria, voluta dal criminalista sul modello varato qualche tempo prima a Roma da Enrico Ferri. Allo stesso tempo gli appunti dei suoi corsi ci mostreranno il metodo di ricerca seguito dal criminalista di cui troveremo alcune tracce nelle sue opere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

FORNARI, PAOLO. "I presupposti teoretici e antropologici del pensiero giuridico e politico di Francisco Suarez." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918533.

Full text
Abstract:
La tesi analizza la genesi del pensiero politico e giuridico di Francisco Suarez a partire dal problema di ordine che sfida il pensiero cattolico all'alba della modernità, e dunque dalla necessità di rifondare l'intelligibilità dell'essere in un serrato confronto con il cristianesimo riformato e con le posizioni antimetafisiche del nominalismo. In questa luce è possibile comprendere le derive razionalistiche e volontaristiche proprie della riflessione giuridica e politica del teologo gesuita.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

MARTINY, Federica. "Il diritto come reciprocità:un'analisi a partire dall'opera di Malinowski." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251117.

Full text
Abstract:
Questo lavoro nasce con l’intento di riscoprire un autore che è un grande classico dell’antropologia ma che è pressochè sconosciuto in ambito filosofico-giuridico. Bronisław Malinowski, infatti, è stato considerato prima un pioniere nel suo campo e poi un gigante scomodo da confutare, soprattutto dopo la pubblicazione postuma del diario personale, scritto nel corso di quella che probabilmente è stata l’esperienza etnografica più famosa nella storia dell’antropologia. Al contributo della sua riflessione su alcune delle tematiche proprie della scienza giuridica non è stata però dedicata pari attenzione; molti dei suoi saggi sul tema del diritto primitivo non sono ancora stati tradotti in italiano e alcune delle sue considerazioni non sono mai state pubblicate. Il presente lavoro si prefigge dunque l’obiettivo di offrire un contributo filosofico su un tema antropologico-giuridico come quello della reciprocità, prendendo in considerazione i principali studi dell’autore e alcune opere inedite.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Antropologia giuridica"

1

1960-, Facchi Alessandra, and Mittica M. Paola, eds. Concetti e norme: Teoria e ricerche di antropologia giuridica. Milano: FrancoAngeli, 2000.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Sanctis, Davide De. Un durkheimiano in Grecia antica: Antropologia e sociologia giuridica nell'opera di Louis Gernet. Napoli: La città del sole, 2008.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Le nuove ambizioni del sapere del giurista: Antropologia giuridica e traduttologia giuridica : convegno internazionale, Roma, 12-13 marzo 2008 = New ambitions of legal science : legal antrhopology and legal traductology = Nouvelles ambitions du savior du juriste : anthropologie du droit et traductologie juridique. Roma: Accademia Nazionale dei Lincei, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Valli, Gianantonio. La razza nel nazionalsocialismo: Teoria antropologica, prassi giuridica. Genova: Effepi, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

La razza nel nazionalsocialismo: Teoria antropologica, prassi giuridica. Genova: Effepi, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sòrgoni, Barbara. Parole e corpi: Antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interrazziali nella colonia Eritrea, 1890-1941. Napoli: Liguori, 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Mario, Bolognari, and Carrozza Paolo, eds. L' esilio della parola: La minoranza linguistica albanese in Italia : profili storico-letterari, antropologici e giuridico-istituzionali. Pisa: ETS, 1986.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Società italiana per la bioetica ed i comitati etici. Congresso nazionale. Bioetica, coscienza e libertà: Aspetti antropologici, giuridici, medici e sociali : atti il 2. Congresso nazionale della Società italiana per la bioetica ed i comitati etici, San Giovanni Rotondo (Fg), 2-3 ottobre 1998. [S.l: s.n.], 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Nicola, Silvestri, Boscia Filippo M, and Leocata Antonino, eds. Bioetica, coscienza e libert a: Aspetti antropologici, giuridici, medici e sociali : atti : 2. Congresso nazionale della Societ a italiana per la bioetica ed i comitati etici ... San Giovanni Rotondo (Foggia), 2-3 ottobre 1998. [S.l: s.n.], 1999.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography