Academic literature on the topic 'Antinfiammatori'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Antinfiammatori.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Antinfiammatori"

1

Comeri, G., G. P. Radice, R. Duvia, V. Manganini, and G. Monza. "Efficacia E Tollerabilità Degli Antinfiammatori Non Steroidei Nella Colica Ureterale." Urologia Journal 52, no. 2 (April 1985): 268–71. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505200222.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Splendiani, Giorgio, Franco Turani, Annalisa Noce, Anna Mudoni, and Nicola Di Daniele. "Esperienza di aferesi nelle unità intensive." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S57—S60. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1093.

Full text
Abstract:
Introduzione. La sepsi è una delle principali cause di morte in tutto il mondo nei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva e, in molti casi, è associata a insufficienza renale e/o di un altro organo. Tuttavia, non esiste una terapia efficace per ridurre questo tasso di mortalità estremamente elevato. Negli ultimi anni, l'interesse intorno all'utilizzo di tecniche extracorporee di emopurificazione è aumentato. Uno dei trattamenti emergenti nei pazienti con sepsi grave e shock settico è la CPFA, una nuova terapia extracorporea di emopurificazione finalizzata a una riduzione non selettiva dei livelli circolanti e delle attività dei mediatori sia proinfiammatori che antinfiammatori. Lo scopo di questo studio è stato di osservare gli effetti della CPFA nei pazienti settici sulla mortalità e su alcuni parametri di laboratorio ed emodinamici. Pazienti e Metodi. Abbiamo trattato con CPFA 65 pazienti (50 maschi e 15 femmine). La pressione arteriosa media (MAP), il SOFA score e F APACHE II score sono stati monitorati. Sono stati dosati i livelli sierici di Interleuchina-6 e di procalcitonina. Risultati. Abbiamo osservato una mortalità di 24 pazienti (36.9%) a 28 giorni e una significativa riduzione di IL-6, di procalcitonina e dei SOFA e APACHE II score. Conclusioni. La CPFA rappresenta una nuova e promettente terapia da utilizzare nei pazienti con sepsi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Sequenza, M. J., M. R. Loi, F. Londrino, P. Sale, S. Andrulli, A. Noce, O. Durante, et al. "Sicurezza nella scelta dell'Inibitore di Pompa Protonica nel nefropatico cronico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 11–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1152.

Full text
Abstract:
Il paziente nefropatico cronico facilmente presenta alterazioni morfologiche e funzionali dell'apparato gastroenterico. I segni più comuni e precoci nella sindrome uremica cronica sono rappresentati dai disturbi gastrointestinali. Da alcuni decenni abbiamo a disposizione dei farmaci con potente azione inibente la secrezione acida gastrica: gli inibitori di pompa protonica (IPP) hanno una struttura chimica affine, uno stesso meccanismo d'azione e sono molto importanti per il trattamento delle patologie acido correlate, per l'eradicazione dell'Helicobacter Pylori, per la prevenzione e la cura della gastropatia da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Somministriamo ai nostri pazienti questa classe di farmaci, con terapie che continuano nel tempo, nonostante la risoluzione della malattia (gastroprotezione). Ma gli IPP possono essere utilizzati indistintamente nei nefropatici cronici oppure sarebbe utile conoscere il profilo del farmaco per una corretta scelta? In questo articolo si argomenta che i loro effetti collaterali non sono molto rilevanti e sono abbastanza simili: il loro impiego nel lungo termine è sicuro. La potenza e l'efficacia dei vari IPP, dall'analisi comparativa dei vari trial clinici, risulta essere molto simile sulla base dei milligrammi di sostanza utilizzata. L'unica eccezione illustrata in questo lavoro è rappresentata da 6 pazienti in emodialisi, trattati con lansoprazolo (15 mg), che presentavano gastriti e ulcere peptiche complicate da gravi episodi di ematemesi e melena con conseguente anemia. Tutti gli IPP hanno dimostrato un'efficacia clinica sovrapponibile, tuttavia vanno valutati di volta in volta i vantaggi (relativi) di ciascun IPP. I criteri di scelta di un IPP sembrano basati, principalmente sulle indicazioni autorizzate, sulle formulazioni disponibili, sul profilo di sicurezza del farmaco.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Monda, V. M. "Association of GLP-1 RA once weekly and basal insulin: a valid therapeutic option from the complications of SARS-CoV-2 infection too?" Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 295. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.5.

Full text
Abstract:
Gli agonisti recettoriali del glucagon like peptide-1 (GLP1-RAs) sono un gruppo di farmaci antidiabetici con una rilevante azione sul controllo glicemico, basata sull’aumento della secrezione di insulina glucosio-dipendente con concomitante riduzione della secrezione di glucagone e ritardato svuotamento gastrico. I GLP1-RA hanno inoltre attività pleiotropiche come proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiobesogeniche, con evidenti benefici su eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e danno renale. Tutto ciò rende questa classe di farmaci un elemento chiave nella gestione dei pazienti con diabete tipo 2 e potenzialmente utile nei soggetti con COVID-19 (2019nCoV – Coronavirus disease 2019, COVID-19). Per le proprietà antinfiammatorie è stato ipotizzato che le terapie a base di incretino-mimetici esercitino effetti benefici sugli esiti di COVID-19. Qui riportiamo un caso di una donna di 82 anni con diabete tipo 2 scarsamente controllato, che utilizzava un regime insulinico basal-bolus più metformina. Il miglioramento del controllo glicemico ottenuto passando dal trattamento con insulina basale al GLP-1RA aggiunto al regime insulinico basale, con la sospensione dell’insulina prandiale (trattamento di de-escalation) in questo caso è risultato associato agli effetti benefici sugli esiti di COVID-19. PAROLE CHIAVE GLP1-RAs; DMT2; SARS-CoV-2; COVID-19.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Portincasa, Piero, Belfiore, Anna, Palmieri, Vincenzo Ostilio, and Carla, Di Genanro. "Effetti cardiovascolari degli antinfiammatori non steroidei tradizionali e degli inibitori selettivi della COX2." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (March 1, 2017). http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2017-1-3.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Ricci, Elia, Monica Pittarello, and Francesco Giacinto. "Studio di valutazione del presidio Rigenoma con ozoile nel trattamento di lesioni cutanee croniche." Italian Journal of Wound Care 6, no. 3 (December 22, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2022.90.

Full text
Abstract:
L’ozono è utilizzato per fini medici sin dall’800 e da anni anche per il trattamento delle lesioni cutanee. Le proprietà di questa molecola sono molteplici, tra cui aumento della disponibilità di O2, antinfiammatorie ed antisettiche. Abbiamo testato la perfomance di un presidio a base di Ozoile (Ozonidi stabili da olio di oliva biologico), nel trattamento di lesioni cutanee croniche. Sono stati reclutati 40 pazienti con lesioni di diversa etiologia e localizzazioni alla gamba o al piede. I parametri analizzati sono stati: area, infezione, dolore, WBP ed insorgenza di eventi avversi. Lo studio, osservazionale, prevedeva un run in di arruolamento ed osservazione di 2 settimane ed un periodo di trattamento con Ozoile di 6 settimane. I dati raccolti hanno evidenziato una ottima performance del presidio utilizzato su tutti i parametri. Gli stessi dati, analizzati con il test lineare di ANOVA, hanno evidenziato una significatività della p su area, dolore ed insorgenza di infezioni. Gli autori ritengono che detti risultati confermino le ipotesi, riportate in letteratura, sulle attività dell’ozono e dei suoi derivati.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Antinfiammatori"

1

Tambuscio, Antonio. "Ruolo dei farmaci antinfiammatori e antileucotrienici nel prevenire la fibrosi capsulare periprotesica nella ricostruzione mammaria post oncologica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421556.

Full text
Abstract:
Capsular tissue around silicone breast implants is a normal inflammatory reaction versus a foreign body. Capsular hypertrophy and contraction is an abnormal scar reaction to the implant and it is actually the main factor causing a poor aesthetic results of mammary reconstruction after oncologic surgery. We evaluated the efficiency of new NSAD (cox2 ihnibitors - etoricoxib) and anti-leuckotriene drugs (zafirlukast) in preventing capsular contraction around silicone breast implants. A selection of women scheduled for mastectomy and immediate reconstruction with tissue expander has been raodnomized in three groups. Group A has been treated with etoricoxib during inflating period. Grop B has been treated with zafirlukast in the same period. Gorup C didn’t take any drug (control group). After expansion we evaluated hystologically the capsular tissue (thickness, cells, structural proteins), local cytokine expression (IL2- TGF Beta) and systemic concentrations of MMP and TIMP. We also assessed expansion velocity and inflating volumes during expansion. Etoricoxib and zafirlukast has been proved to be efficient in preventing capsular contraction around breast implants. The less collateral effects of zafirlukast make the drug of choice in mammary reconstruction.
La capsula, tessuto neoformato attorno agli impianti mammari in gel di silicone (espansori tessutali e protesi), costituisce una reazione fibrotica da corpo estraneo. Il risultato finale della ricostruzione mammaria, a distanza di tempo, è esteticamente naturale e ben tollerato dalla paziente in misura inversamente proporzionale all'entità di tale reazione (e quindi all'ipertrofia della capsula stessa). Una selezione di pazienti sottoposte a mastectomia per motivi oncologici e a ricostruzione mammaria con protesi, previa espansione cutanea con espansore riempito di soluzione salina, è stata suddivisa in 3 gruppi di studio. Di essi i primi due sono stati sottoposti rispettivamente a trattamento farmacologico (durante tutta la fase di espansione) con farmaci antinfiammatori Cox2ib (etoricoxib) e antileucotrienici anti-LTC4, LTD4, LTE4 (zafirlukast). Il terzo gruppo (di controllo) non è stato sottoposto ad alcuna terapia. Durante l'espansione cutanea sono stati eseguiti prelievi ematici per il dosaggio sierologico dei marcatori indice di reazione fibrotica in particolare le metalloproteinasi MMP e i loro inibitori tissutali TIMP1 e TIMP2. Sono stati inoltre misurati strumentalmente i trend pressori di espansione per quantificare il grado di resistenza e la compliance del tessuto capsulare. Al termine dell'espansione è stato eseguito un prelievo di tessuto capsulare per analisi istologiche quali la misurazione degli spessori (massimo, minimo e medio) e lo studio delle componenti indice di reazione fibrotica (collagene I e IV, fibroblasti, macrofagi, miofibroblasti). Sono state inoltre dosate l'espressione genica tissutale di TGFβ e IL-2. I dati raccolti sono stati inseriti in un algoritmo valutativo per capire se e quale principio farmacologico fosse maggiormente efficace nell'inibire la fibrosi capsulare periprotesica. L’etoricoxib e lo zafirlukast si nono dimostrati complessivamente efficaci nel prevenire e ridurre la contrattura capsulare periprotesica. L’attività dei cox2 inibitori è risultata maggiore rispetto agli inibitori dei leucotrieni. Tuttavia la potenziale cardiotossicità dei primi, contrapposta ai bassissimi effetti collaterali dei secondi fanno preferire lo zafirlukast come farmaco di prima scelta nella ricostruzione mammaria post oncologica con materiali protesici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

MARCHEGGIANI, FABIO. "Ruolo di composti fito-chimici ad azione antiossidante e antinfiammatoria in colture di fibroblasti del derma umano nella protezione dal foto-invecchiamento." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245506.

Full text
Abstract:
Ruolo di composti fito-chimici ad azione antiossidante e antinfiammatoria in colture di fibroblasti del derma umano nella protezione dal foto-invecchiamento L’invecchiamento cutaneo è strettamente correlato allo stress ossidativo; le specie reattive dell’ossigeno (ROS) prodotti da vari stimoli esogeni e endogeni sono in grado di reagire e danneggiare le proteine, il DNA e i lipidi della componente cellulare (fibroblasti, cheratinociti) e della matrice extracellulare nella pelle. Tali danni radicalici sono alla base dei segni caratteristici dell’invecchiamento cutaneo come: rughe, cute lassa, e pelle sensibile. La radiazione UV rappresenta il principale fattori ambientali alla base della produzione di ROS, in particolare la radiazione UVA. Nel nostro lavoro testiamo materie prime innovative di natura fitochimica a potenziale attività antiossidante e anti-infiammatoria, contro il fotoinvecchiamento UVA-indotto nei fibroblasti. Lo studio ha previsto la realizzazione di un modello di fotoinvecchiamento dei fibroblasti irradiati con UVA (36 J/cm2) per valutare l’efficacia dei composti, singoli e in miscela, nel contrastare la formazione di ROS UVA-indotti impiegando sonde fluorescenti in associazione a metodologie citofluorimetriche. Inoltre è stato altresì valutato l’effetto anti-infiammatorio in seguito ad esposizione a LPS (10ng/ml per 3 h), tramite la valutazione dell’espressione di citochine proinfiammatorie (IL6, IL8, COX2 e MCP-1) in real time PCR. Lo studio ha consentito di identificare un sotto insieme di composti foto stabili, biocompatibili ed il loro range di concentrazione efficace nel prevenire il danno indotto da UVA ed in particolare le combinazioni più promettenti delle stesse per un futuro sviluppo di formulazioni di prodotti per l’industria cosmetica. Il progetto è stato supportato da ACRAF Angelini SpA e dalla Regione Marche nell’ambito del progetto EUREKA
Role of phytochemicals with antioxidant and anti-inflammatory capacity in preventing photo-aging in human dermal fibroblasts Skin ageing is strictly connected to oxidative stress, reactive oxygen species (ROS) produced either from exogenous and endogenous sources are able to react and damage proteins, DNA and lipids of the cellular (fibroblast and keratinocyte) and extracellular matrix component of the skin underlying the typical sign of ageing in this tissue (wrinkles, sagging, hypersensitivity). UV radiation, among environmental factors, represent a major source of ROS, in particular UVA. In our study we tested innovative phytochemical substances with potential antioxidant and anti-inflammatory activities for their ability to prevent UV-mediated oxidative damage to fibroblasts . In particular we developed a model of UV photo-damaged fibroblast using a UVA source at 36 J/cm2 where isolated substances or mixes of those were used to evaluate through flow-cytometric techniques their ability in lowering ROS intracellular content triggered by UV irradiation. Moreover, antinflammatory effect of the same substances was also evaluated following LPS exposure (10 ng/ml for 3h) by quantifying the expression of pro-inflammatory cytokines (IL6, IL8, COX2 and MCP-1) in real time PCR. The study allowed the identification of a sub set of photostable compounds, biocompatible and their optimal range of concentrations in preventing UVA mediated damage. In particular the identification of most promising combinations represent a first step toward the development of novel formulation for the cosmetic industry. The project was supported by ACRAF Angelini SpA and Regione Marche within the EUREKA project.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Gasperoni, Lorenzo <1988&gt. "Effetto antinfiammatorio del trattamento emodialitico in pazienti con malattia renale cronica allo stadio terminale e COVID-19: confronto fra due filtri dializzatori (ATA vs PMMA)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10242/1/Tesi_Gasperoni_merged-1.pdf.

Full text
Abstract:
Background I filtri dializzatori ad alto flusso potrebbero mitigare la “tempesta citochinica" nell'infezione da Sars-COV-2, ma il loro impatto nei pazienti in dialisi cronica non è accertato. Lo scopo delle studio è valutare l’effetto del filtro in triacetato asimmetrico di cellulosa (ATA) e in polimetilmetacrilato (PMMA) sui marcatori infiammatori in pazienti in dialisi cronica affetti da SARS-CoV-2. Metodi Si tratta di uno studio prospettico osservazionale su pazienti in trattamento emodialitico cronicp con COVID-19 arruolati da marzo 2020 a Maggio 2021.Le variabili cliniche, la conta leucocitaria, la IL-6, la proteina C-reattiva (PCR), la procalcitonina (PCT) e la ferritina sono state determinate al basale. I valori ematici di PCR, PCT, e IL-6 sono stati determinati pre e post-dialisi per ogni seduta effettuata (i valori ottenuti sono stati corretti per ’emoconcentrazione). I pazienti sono stati trattati con emodiafiltrazione online con un filtro ad alto flusso in PMMA o ATA. L’end-point primario è stato valutare l’effetto dei due filtri sulle molecole infiammatorie, in particolare sulla reduction ratio (RR) della IL-6. Risultati Dei 74 pazienti arruolati, 48 sono trati trattati con filtro ATA e 26 con filtro PMMA (420 vs 191 sedute dialitiche). La RR percentuale mediana della IL-6 è risultata maggiore nel gruppo ATA (17,08% IQR -9,0 - 40.0 vs 2,95% IQR -34,63 – 27,32. Anche le RR percentuale di PCR e PCT sono state maggiori nel gruppo ATA. La regressione logistica multipla avente come variabile dipendente una IL-6RR maggiore del 25%, ha mostrato che ATA determinava una maggiore probabilità di raggiungere l’outcome dopo correzione per i parametri infiammatori pre-dialisi (OR 1,721 95% CI 1,176 – 2,538 p=0,0056). Al contrario una PCR elevata riduceva la probabilità di ottenere una IL-6RR significativa (OR 0,9101 95% CI 0,868 – 0,949, p<0.0001). Conclusioni Nella nostra popolazione il filtro ATA ha mostrato un migliore profilo antiinfiammatorio.
Background High flux hemodialysis membranes may modulate the cytokine storm of SARS-CoV-2, but their impact in chronic hemodialysis (CHD) patients is not assessed. Aim of the study was the evaluation of asymmetric cellulose triacetate (ATA) and polymethylmethacrylate (PMMA) dialyzers on inflammatory markers in CHD patients with SARS-CoV-2. Methods A prospective, observational study on CHD patients affected by SARS-CoV-2 was carried out and patients were enrolled from March 2020 to May 2021.Pre and post-dialysis C reactive protein (CRP), procalcitonin (PCT), and interleukin-6 (IL-6) were determined at each session and corrected for hemoconcentration. Patients who underwent on-line hemodiafiltration (OLHDF) with PMMA dialyzer or ATA were compared. The primary endpoint was to assess the differences in the reduction ratio per session (RR) of CRP, PCT and IL-6. Results Seventy-four patients were enrolled, 48 were treated with ATA and 26 with PMMA (420 vs 191 dialysis sessions.Median IL-6RR% was higher for ATA (17.08%, IQR -9.0 - 40.0 vs 2.95%, IQR -34.63 – 27.32). CRP and PCT showed higher RR with ATA in comparison to PMMA. When IL-6RR >25% was the dependent variable in the multiple logistic regression analysis only ATA showed a significant correlation (OR 1.721. 95% CI 1.176 - 2.538, p=0.0056) while higher CRP favoured the risk of lower IL6RR (OR 0.9101 95% CI 0.868 - 0.949, p<0.0001). Conclusion In SARS-CoV-2 CHD patients treated with OLHDF, ATA showed a better anti-inflammatory profile than PMMA, in particular regarding IL-6 RR.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Malicoutis, Flavia. "Studio del ruolo dei differenti metaboliti degli ellagitannini nella modulazione del processo infiammatorio: analisi trascrittomica delle diverse tipologie di attivazione macrofagica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15598/.

Full text
Abstract:
Agli ellagitannini (ET), tannini condensati tipici di molti tipi di frutta, tra cui frutti rossi e melograno, sono attribuite svariate attività biologiche positive per la salute umana ancora poco sostanziate da chiare evidenze scientifiche. La chiave per comprendere questa variabilità potrebbe risiedere nella biotrasformazione che gli ET subiscono dopo l’ingestione: nell’intestino vengono trasformati nei metaboliti derivati, le urolitine. In relazione alla tipologia di urolitine prodotte dall’uomo sono stati individuati tre fenotipi metabolici: metabotipo A, tipico di soggetti che producono in prevalenza urolitina A; metabotipo B, di soggetti che producono anche isourolitina A ed urolitina B; metabotipo 0, di coloro che non producono urolitine. Nel presente elaborato, che si inserisce nel più ampio progetto di ricerca NIKE, sono stati testati gli effetti putativi dei metabotipi in colture primarie di macrofagi, una tipologia cellulare plastica e ubiquitaria che riveste un ruolo centrale nella risposta immunitaria. I macrofagi sono stati attivati in senso classico (M1) o alternativo (M2) e supplementati per sei giorni con due diverse combinazioni di urolitine, per ricalcare i metabotipi A e B, in concentrazioni coerenti con quelle plasmatiche date dal consumo di alimenti ricchi in ET. Parallelamente sono stati coltivati anche macrofagi non attivati come controllo. Al termine del trattamento, si è proceduto all’analisi del profilo di espressione genica con tecnologia microarray a genoma intero per indagare le basi molecolari del supposto effetto antinfiammatorio dei metaboliti testati. Il trascrittoma dei macrofagi è risultato essere influenzato in maniera differente dai due metabotipi: il trascrittoma degli M1 è stato minimamente influenzato dalla supplementazione, mentre negli M2 il metabotipo A ha indotto cambiamenti significativi in un considerevole numero di trascritti, mostrando un miglioramento delle proprietà antinfiammatorie macrofagiche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

BORGOGNI, ELISA. "Ipotesi di nuovi approcci farmacologici per il trattamentodella malattia di Graves: studio degli effetti antiinfiammatoridi agonisti di PPARγ e di analoghi dellavitamina D." Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/599073.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Riccio, Ilaria Iolanda, Diego Sisci, Adalgisa Tavolaro, Saveria Aquila, and Palmira Tavolaro. "Preparazione di nuovi biomateriali: membrane zeolitiche ibride e cristalli per adsorbimento di farmaci di interesse oncologico." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/1121.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

OCCHIUTO, CRISTINA. "Attività antinfiammatoria e insulino-sensibilizzante di due estratti vegetali: studio dei meccanismi molecolari in adipociti e cellule endoteliali." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3183060.

Full text
Abstract:
La MetS è una condizione clinica che colpisce circa il 25-35% della popolazione e caratterizzata da uno stato infiammatorio diffuso e correlata ad un insieme di fattori di rischio quali obesità, dislipidemia, ipertensione e resistenza all'insulina, in grado di aumentare la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari, ictus e diabete. La forza trainante della sindrome metabolica è sicuramente l’obesità che è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che può essere dovuto sia all’iperplasia che all’ipertrofia degli adipociti. Nel tessuto adiposo di individui obesi è stata evidenziata un'aumentata espressione del TNF‐α, il quale ha un ruolo cruciale nello stato infiammatorio legato all’obesità. Un'infiammazione cronica di basso grado e un'attivazione del sistema immunitario, osservate nell'obesità viscerale, possono giocare un ruolo importante nella patogenesi dei disturbi metabolici correlati all'obesità. Questi disturbi metabolici aumentano il rischio di sviluppo di diabete mellito di tipo 2 (T2DM) e malattie cardiovascolari. Il T2DM è la patologia metabolica più diffusa al mondo ed è caratterizzata principalmente da resistenza all’insulina che può essere causata da difetti a carico del recettore insulinico (IR) e della via di segnale a valle. Negli ultimi anni è aumentato l’interesse verso diverse molecole bioattive di origine naturale e gli studi si sono concentrati sulla valutazione dei loro potenziali effetti benefici sulla salute umana, in particolare per evidenziare una eventuale attività modulatrice positiva sulla funzione endoteliale e sul metabolismo dei lipidi e del glucosio. Nella presente tesi è stato preso in esame un estratto di antocianine (ACN), Medox® Biolink Group AS, Sandnes, Norvegia, un integratore alimentare disponibile in commercio costituito da 17 antocianine (tutti glicosidi di cianidina, peonidina, delfinidina, petunidina e malvidina) estratte da mirtilli (Vaccinium myrtillus) e ribes nero (Ribes nigrum). Le antocianine sono polifenoli noti per le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antiiperglicemiche, per valutarne l’effetto protettivo in vitro nei confronti dell’infiammazione ed insulino-resistenza indotta da acido palmitico (PA) in adipociti murini 3T3-L1. Successivamente abbiamo concentrato l’attenzione su un estratto metanolico di foglie di Glycyrrhiza glabra L. (GGLME) e del D-pinitolo, un ciclitolo naturale di cui è ricco l’estratto, per valutarne l’attività nei confronti dell’infiammazione e dell’insulino-resistenza indotta da PA in cellule endoteliali e adipociti. In questo caso si è voluto anche tener conto della possibilità di utilizzare le foglie di G. glabra, generalmente scarto della produzione della liquirizia, come fitocomplesso utile per il trattamento di patologie correlate alla MetS. Per quanto riguarda l’estratto ACN, i dati hanno dimostrato un effetto protettivo nei confronti dell’infiammazione e insulino-resistenza negli adipociti, ripristinando i livelli di PI3K e di pAkt alterati da PA; inoltre l’estratto ACN ha dimostrato esercitare effetti positivi sulla via insulinica alterata da PA negli adipociti con un effetto insulino-sensibilizzante. In maniera analoga all’estratto ACN, anche l’estratto metanolico di foglie di G. glabra, ricco in D-pinitolo, ha mostrato un effetto protettivo nei confronti dell’infiammazione e insulino-resistenza negli adipociti. Infatti, i nostri dati dimostrano, per la prima volta, che il pretrattamento con GGLME ha inibito la via proinfiammatoria di NF‐κB, indotta da PA, in modo dose-dipendente. Inoltre i dati ci hanno permesso di osservare che l’effetto ottenuto con GGLME è paragonabile a quello del D-pinitolo lasciando ipotizzare che il contenuto di questo inositolo influenza prevalentemente l’attività antiinfiammatoria e insulino-sensibilizzante osservata. Ancora, dai dati ottenuti, l’estratto GGLME, così come il D-pinitolo, ha dimostrato un effetto insulino-mimetico. I risultati ottenuti sugli adipociti sono stati confermati anche su un altro modello sperimentale che impiega le HUVEC esposte ad alte concentrazioni di PA. I dati ottenuti pretrattando le cellule HUVEC con GGLME dimostrano che l’estratto in esame è stato in grado di ripristinare la sensibilità all’insulina, alterata da PA, aumentando a valle i livelli di pAkt ed eNOS. Anche nelle cellule endoteliali, i dati confermano che l’effetto esercitato dal GGLME è sovrapponibile a quello del D-pinitolo supportando ulteriormente l’importante ruolo del D-pinitolo contenuto nell’estratto. Inoltre, sia l’estratto che il D-pintolo inducono, anche in questo modello sperimentale, un effetto insulino-mimetico, già dimostrato negli adipociti. Essendo GGLME ricco anche di altri metaboliti secondari, in particolare flavonoidi, diidrostilbeni, non è possibile escludere che l'effetto protettivo di GGLME, osservato nei confronti dell’infiammazione e dell’insulino-resistenza indotte da PA, sia parzialmente dovuto ai composti polifenolici in esso contenuti. Quindi un'interazione sinergica tra i componenti bioattivi di questo estratto (D-pinitolo e polifenoli) può contribuire a migliorare, anche in modo significativo, l'efficacia protettiva dell'estratto nella sua interezza. Anche se sono necessari ulteriori studi in vivo (su animali e sull'uomo) per chiarire e confermare l'efficacia dimostrata in vitro, i risultati consentono di ipotizzare una possibile applicazione di questi estratti vegetali nella prevenzione di condizioni patologiche legate alla sindrome metabolica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Antinfiammatori"

1

Klumm, Chanell. Dieta Antinfiammatoria Completa per Principianti: L'unica Guida Completa con Ricette e Foto per la Perfetta Dieta Antinfiammatoria. Independently Published, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Dieta Antinfiammatoria Completa per Principianti: L'unica Guida Completa con Ricette e Foto per la Perfetta Dieta Antinfiammatoria. Independently Published, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Michaels, Jason. La Dieta Antinfiammatoria: Apporta Queste Modifiche Semplici Ed Economiche Alla Tua Dieta Per Iniziare a Sentirti Meglio. Scott M Ecommerce, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Roner, James Garcia. Sous Vide: Il Ricettario Completo Sous Vide. le Migliori Ricette Facili Da Cucinare per la Dieta Ketogenica, Antinfiammatoria e Paleo. Independently Published, 2020.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Milani, Tosca. Nutrizione Antinfiammatoria: Nutrizione per Reumatismi, Diabete, Gotta, Malattie Autoimmuni l'alimentazione per Vivere Meglio e Più a Lungo, Guida e Ricette. Independently Published, 2020.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Dieta Antinfiammatoria, Ricettario Salutare - Ricette Sane Semplici e Veloci per Evitare l'ingrasso Ed Eliminare le Infiammazioni, in 24h o Anche Meno! Independently Published, 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Phenix, Alexander. Dieta Antinfiammatoria: Come Perdere Peso Ripristinando il Tuo Sistema Immunitario, Riattivare il Metabolismo e Prevenendo l'infiammazione. Vivi in Salute Gustando I Tuoi Alimenti Preferiti. Independently Published, 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Dieta Antinfiammatoria: Come Perdere Peso Ripristinando il Tuo Sistema Immunitario, Riattivare il Metabolismo e Prevenendo l'infiammazione. Vivi in Salute Gustando I Tuoi Alimenti Preferiti. Independently Published, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Riccardo, Anna. Semplice Ricettario Dietetico Antinfiammatorio: Un Piano Alimentare Senza Stress con Ricette Semplici per Potenziare il Tuo Sistema Immunitario, Ridurre l'infiammazione e Vivere in Salute. Independently Published, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Calabrese, Giorgio. Dieta Antinfiammatoria: Più Di 101 Ricette Facili Da Preparare, Gustose e Deliziose per la Prevenzione e il Sollievo Dalle Infiammazioni Croniche e per Rafforzare il Sistema Immunitario. Independently Published, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography