Academic literature on the topic 'Animali non umani'

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Journal articles on the topic "Animali non umani"

1

Lorini, Giuseppe. "Il comportamento nomico degli animali non-umani. Verso un'etologia della normatività." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (December 2017): 77–105. http://dx.doi.org/10.3280/sd2017-003004.

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Bompiani, Adriano. "L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche." Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Abstract:
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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3

Di Pietro, Maria Luisa. "Dalla clonazione dell’animale alla clonazione dell’uomo?" Medicina e Morale 46, no. 6 (December 31, 1997): 1099–118. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.859.

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Abstract:
La notizia che alcuni ricercatori inglesi sono riusciti a produrre la pecora “Dolly” mediante clonazione del patrimonio genetico di una pecora adulta, ha suscitato nell’opinione pubblica una catena di reazioni nel timore che l’esperimento possa essere ripetuto anche sull’uomo, con la conseguente organizzazione di dibattiti anche parlamentari e nelle commissioni istituite ad hoc, e l’emanazione di direttive a livello sia nazionale sia internazionale. Ma la paventata clonazione di individui umani è eticamente accettabile o meno? E quale sarebbe il significato antropologico di questa operazione? Dopo una breve premessa sugli aspetti scientifici della clonazione e sulle giustificazioni che vengono avanzate a sostegno non solo della clonazione di animali, ma anche di individui umani, l’Autrice fa un’analisi dei criteri che sono stati utilizzati nei documenti dei vari organismi per elaborare il giudizio morale su tale pratica: dal “contrattualismo” al “consequenzialismo” ad una cosiddetta “valutazione globale”.
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Sobbrio, Paola. "Le emozioni negate. Il bilanciamento degli interessi nelle normative sulla tutela, la protezione e il benessere degli animali non umani in Europa." IRENE - Interdisciplinary Researches on Ethics and Natural Environment, no. 9788879166638 (December 2013): 37–46. http://dx.doi.org/10.7359/663-2013-sobb.

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ILUMINATI, AUGUSTO. "FELICE CIMATTI, La mente silenziosa. Come pensano gli animali non umani, Roma 2002, Editori Riuniti, pp. 239. 12,00, ISBN 88-359-5160-7." Nuncius 17, no. 2 (2002): 729–32. http://dx.doi.org/10.1163/182539102x00351.

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Tibaldeo, Roberto Franzini. "Animale, "transanimale" e umano nel pensiero di Hans Jonas." Pensando - Revista de Filosofia 6, no. 11 (July 27, 2015): 415. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3606.

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Abstract:
Il pensiero di Hans Jonas, specie per quel che riguarda la cosiddetta “biologia filosofica”, tratta indirettamente del rapporto tra essere umano e animale. A questo riguardo, Jonas rifiuta sia l’approccio dualistico, sia quello monistico-riduzionistico e propende al contrario per una complessiva reinterpretazione del fenomeno della vita nei termini di quel che egli definisce una “rivoluzione ontologica”. In virtù di ciò, il pensatore rintraccia lo specifico del fenomeno della vita e individua nelle forme viventi una scala naturae di complessità, auto-trascendimento e libertà via via crescenti, le cui tappe significative sono la vita organica, quella animale e quella umana. Per quel che concerne la forma animale, varie specie presentano “potenzialità trans-animali”, che evidenziano un ponte biologico e ontologico verso l’essere umano. In altre parole, l’animale è in qualche modo in grado di prefigurare la forma di vita specificamente umana. Tuttavia, sostiene Jonas, non appena quest’ultima fa la propria comparsa, essa è tale per cui se ne evidenzia al tempo stesso anche lo “iato metafisico” rispetto alla vita animale. La specificità umana si manifesta nella propria capacità di essere responsabile e di preservare le condizioni basilari per una vita autentica sul pianeta.
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ILUMINATI, AUGUSTO. "FELICE CIMATTI, La mente silenziosa. Come pensano gli animali non umani, Roma 2002, Editori Riuniti, pp. 239. € 12,00, ISBN 88-359-5160-7." Nuncius 17, no. 2 (January 1, 2002): 729–32. http://dx.doi.org/10.1163/221058702x00355.

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8

Matarrese, Paola, and Giuseppe Marano. "Modulazione dei recettori β-adrenergici e differenze di genere." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 20–24. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-5.

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Abstract:
Lo scompenso cardiaco (SC), processo evolutivo comune di più malattie cardiovascolari a differente eziologia (ad es. infarto del miocardio, ipertensione, cardiomiopatie, disturbi valvolari e altre), è diventato sempre più comune nella popolazione anziana, influenzando drasticamente il tasso di sopravvivenza e la qualità della vita. L’iperattività del sistema nervoso simpatico (SNS) che si associa allo SC determina un aumento delle catecolamine circolanti epinefrina e norepinefrina che, attraverso l’attivazione dei recettori beta-adrenergici (β-AR), svolgono un ruolo critico nella regolazione della funzione del sistema cardiovascolare. Una caratteristica distintiva dello SC è la diminuzione o la desensibilizzazione dei recettori β1-adrenergici (β1-AR) sulla membrana delle cellule cardiache. Le catecolamine e lo stress ossidativo sono coinvolti nella regolazione della densità dei β-AR. Lo stress ossidativo associato alla disfunzione mitocondriale sembra giocare un ruolo importante nella fisiopatologia dello SC. Infatti, una condizione di stress ossidativo è stata osservata sia in pazienti con SC che in modelli animali, e un’eccessiva esposizione a specie reattive dell’ossigeno (ROS) diminuisce l’espressione di β1-AR in cardiomiociti murini, sebbene i meccanismi sottostanti rimangano ancora non chiari. Recentemente, è stato scoperto che il recettore periferico delle benzodiazepine (PBR) svolge un ruolo chiave oltre che nell’energetica cellulare, nella regolazione della fisiologia mitocondriale e dell’equilibrio redox nei cardiomiociti. Nel presente studio, abbiamo valutato gli effetti delle catecolamine e dei ligandi del PBR sulla densità dei β1- e β2-AR nei monociti umani isolati da sangue periferico, che sono noti per esprimere entrambi i β-AR. La densità dei β-AR è stata misurata mediante citometria a flusso utilizzando anticorpi selettivi diretti contro un epitopo extracellulare di β1-AR o β2-AR. Il trattamento dei monociti con benzodiazepine induceva una riduzione della densità del β1-AR, ma non del β2-AR, sulla membrana dei monociti che veniva ripristinata utilizzando [1-(2-chlorophenyl)-N-methyl-(1-meth-ylpropyl)-3 isoquinolinecarboxamide] (PK11195), un antagonista del PBR. Questi risultati suggeriscono un possibile ruolo del PBR nella regolazione della densità del β1-AR proponendo i monociti isolati dal sangue periferico sia come modello in vitro utile per lo studio del sistema recettoriale β-adrenergico che come potenziali biomarcatori di progressione della malattia e risposta alla terapia.
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Gorreta, Donatella. "Osservazioni dal confine tra l'umano e l'animale." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 38 (September 2010): 54–72. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038006.

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Abstract:
Il tema di questo saggio č la linea di demarcazione che distingue e separa uomo e animale dagli albori della civiltÀ occidentale. Attraverso una rilettura critica di momenti e forme di tale linea, il discorso qui sviluppato propone di riconoscere i concetti di uomo e di animale, quali sono stati finora pensati e applicati, come artefatti umani che hanno tenuto in scarsa o nessuna considerazione il fatto che nella demarcazione sono insiti una vicinanza e un rapporto e insieme un'alteritÀ con cui il pensiero non puň piů evitare di misurarsi.
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Costato, Luigi. "Lo storico problema dell’alimentazione: la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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Abstract:
L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Dissertations / Theses on the topic "Animali non umani"

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OGNIBENE, MARIA NICLA ELENA. "Uomo, natura e animali non-umani nella tradizione del pensiero occidentale: nuove prospettive etico-pedagogiche." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/351676.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si inserisce in quell’ambito di studi che prende a disamina il rapporto, complesso e controverso, tra la nostra specie e il resto del creato. Esso muove dall’analisi della visione del mondo nella tradizione del pensiero occidentale, che matura all’interno di un paradigma culturale legato a un assioma affermante la centralità dell’uomo nell’universo: l’antropocentrismo. Questo modello funge da pregiudizio contro le altre forme di vita, nei confronti delle quali non viene riconosciuto il valore intrinseco di cui sono dotate, ovvero di quel valore che esula dal vantaggio che si può trarre dal loro sfruttamento, e legittima un modus operandi che confina l’esistente all’esclusivo soddisfacimento degli interessi umani, originando in tal modo ingenti ripercussioni sull’ambiente e sugli enti non umani. Dinanzi a un siffatto stato di cose, un mutamento nella nostra percezione del naturale e un’adeguata valutazione delle conseguenze delle nostre azioni, non sembrano più rappresentare una possibilità di scelta, ma piuttosto un’esigenza, e non solo per salvaguardare la nostra vita ma quella dell’intero pianeta e delle generazioni future. Per contrastare questa minaccia che incombe sul mondo urge, indubbiamente, un affrancamento dal modello culturale che impera incontrastato nelle nostre società e che ci impedisce di progettare la nostra vita in armonia con un mondo naturale. Una delle nostre maggiori sfide agli albori del XXI secolo è dunque quella di promuovere un nuovo orientamento culturale che possa favorire un rapporto più ampio e articolato con le realtà naturali, e restituire un’immagine più concreta del modello animale al fine di generare un senso di coappartenenza e affinità della nostra specie con le altre creature viventi.
This research is part of that area of study that includes the examination report, the complex and controversial comparison between our species and the rest of creation. It moves from the analysis of traditional western thought, that affirms the centrality of man--anthropocentrism. This model serves as a bias against other life forms, that doesn't recognize the value inherent in each, that is the value that goes beyond the benefit that can be drawn from their exploitation, and legitimizes a modus operandi that borders the existing exclusive satisfaction of human interests, which then become substantial repercussions on the environment and non human entities. Faced with such a state, a change in our perception of the natural and proper assessment of the consequences of our actions no longer seems to be a choice, but rather a need, and not just to protect our lives, but the state of the entire planet and future generations. To counter this threat to the world is urgent, undoubtedly, a liberation from the cultural model that reigns unchallenged in our society, and that prevents us from planning our lives in harmony with the natural world. One of our biggest challenges at the dawn of the twenty-first century is therefore to promote a new cultural orientation that can foster a deeper and broader relationship with the natural reality, and give a more concrete image of the animal model in order to generate a sense of communality and affinity of our species with other living creatures.
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Babini, Sofia <1997&gt. "Lo sfruttamento dell'animale non umano nelle pratiche artistiche: storia e sviluppo dell'utilizzo degli animali, del diritto animale e degli Animal Studies all'interno dell'arte contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21555.

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Abstract:
In questa tesi analizzo il tema dello sfruttamento degli animali nell’ambito dell’arte contemporanea, analizzando lo status giuridico degli animali non umani e le misure volte alla loro protezione all’interno della pratica artistica. Nel primo capitolo contestualizzo la pratica dell’ “arte viva” lungo la storia della performance: introduco l’Arte Povera in Italia per poi analizzare l’opera di Jannis Koiunellis e il suo rapporto con la materia animale; nello stesso capitolo sono analizzate anche le pratiche di altri artisti canonizzati come Joseph Beuys, Jan Fabre, Hermann Nitsch, Gli artisti che tratto sono figure fondamentali del panorama contemporaneo che hanno rivoluzionato il rapporto dell’artista con il pubblico e con la materia artistica. In particolare, analizzo i casi in cui questa materia è un animale non umano, materia viva per l’artista da utilizzare nella sua opera. Gli animali sono stati oggetto dell’arte fin dalle prime espressioni artistiche, come i dipinti rupestri e costumi cerimoniali delle antiche comunità indigene. Tuttavia, l’arte contemporanea ha portato il coinvolgimento degli animali nell’arte un passo oltre: alcuni artisti hanno deciso di includerli direttamente come parte dell’opera per fare dichiarazioni politiche e sociali sulla nostra relazione con il mondo animale. Nel secondo capitolo affrontiamo il tema della legislazione attorno all’essere animale non umano e dell’attivismo animalista. Constatiamo lo stato della legislazione attuale – europeo e italiano –, mettendone in risalto difetti e riportando proposte di legislazione di espriti di diritto animale come Rachel Share. La trattazione è accompagnata dalle voci eminenti degli Animal Studies come Peter Singer e Tom Regan, che scrivono sul tema dagli anni Ottanta, ma anche da personalità del contemporaneo come Donna Haraway, Kari Weil, Cary Wolfe, di cui viene sottolineata l’importanza in questo panorama accademico. Approfondisco in particolare il tema della tassidermia, forma in cui il corpo animale viene utilizzato nelle opere degli artisti trattati, distinguendo in particolare fra due tipi, la tassidermia “pasticciata” e quella “speculativa” teorizzata da Giovanni Aloi. Per quanto rigurarda l’ambito italiano, svolgo una breve storia dell’attivismo animalista che possa contestualizzare il quadro legislativo odierno e le modifiche che ci sono state negli ultimi decenni. L’ultimo capitolo dell’elaborato è dedicato all’analisi della pratica artistica di personalità dell’arte contemporanea come Adel Abdessemed, Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, Wim Delvoye, Damien Hirst, gli attriti che hanno avuto con le associazioni animaliste, con la legge, con il pubblico. L’approccio che adotto è antispecista e critico nei confronti della posizione subalterna dell’animale non umano rispetto a quello umano, della sua mercificazione e del suo sfruttamento.
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Vardiero, Francesca <1996&gt. "Turismo CON gli animali: esempi di interazioni etiche e sostenibili con l’altro non-umano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20246.

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Abstract:
Gli animali sono costantemente presenti nelle nostre vite. Non importa se selvatici o addomesticati, l’uomo ha imparato ad impiegarli a suo piacimento in una miriade di settori differenti. Degli animali, ovviamente, se ne serve anche l’industria turistica. Ma quanto contano veramente i soggetti non-umani? Possiamo continuare a considerarli oggetti di cui disporre per il nostro mero intrattenimento? Esistono modi etici di praticare turismo con gli animali che non neghino i loro diritti essenziali e permettano alla loro agency di esprimersi liberamente? Questa tesi vuole dunque essere una riflessione sugli svariati modi in cui uomini e animali si incontrano e interagiscono nel problematico mondo del turismo, nella convinzione che – pur non essendo quest’ultimo mai una panacea – turisti più consapevoli e pratiche turistiche che tengano veramente conto del loro benessere e dei loro interessi possano senz’altro contribuire a migliorare e ad innalzare il loro status all’interno della moderna società contemporanea. A tal fine, dopo una prima analisi dei tanti volti del turismo con gli animali, due esempi di interazioni etiche e sostenibili verranno esaminate nello specifico: l'attività turistica del whalewatching da un lato, e il turismo equestre dall'altro.
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Tedó, Pérez Maria Gemma. "The umami taste in pigs: L-amino acid preferences and in vitro recognition by the receptor dimer pT1r1/pT1r3 expressed in porcine taste and non-taste tissues." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2009. http://hdl.handle.net/10803/5716.

Full text
Abstract:
The present work was divided into three main areas of study, (1) the development of a reliable "in vivo" model for double choice (DOCH) testing in piglets avoiding the isolation time and fasted state of animals to evaluate weaned pig preferences, consumption and appetence under a fed-state for Glycine and several L-amino acids at different concentrations (-in vivo trials- Chapter 1), (2) identifying and characterizing the porcine Tas1r1 and Tas1r3 gene sequences in pigs, to construct a stable cell reporter system expressing the porcine umami taste receptor (pT1r3/pT1r1) to measure the cell responses to amino acids at physiological concentrations (0.5, 5 and 50mM) and to compare these cell response with the pig in vivo results (-in vitro trials- Chapter 2), and (3) to determine the pattern of expression of the porcine umami taste receptor genes, pTas1r3 and pTas1r1, in several tissues of the digestive system including tongue (circumvallate and fungiform papillae), stomach (fundus), pancreas, liver, duodenum, jejunum and ileum and how that pattern responds to three factors: (a) the age of the pig -from birth to 20 days after weaning-; (b) sex -male vs. female-; and (c) the dietary crude protein content and essential amino acid supplementation (Chapter 3).
Chapter 1 describes a new methodology of DOCH testing to evaluate preferences, consumption and appetence in fed pigs for amino acid solutions (D,L-Met, Gly, L-Ala, L-Gln, L-Glu, L-Lys, L-Thre, L-Trp and MSG) at different concentrations (0.5, 5, 50 and 500mM). This methodology includes a preliminary training period (10¬minute at 9am and 12pm) based on an operant conditioning procedure using sucrose at 500mM as a reward before test sessions (2-minute at 9am and 12pm). Two models were developed where animals were maintained individually (individual model) or in pairs (pair model) during training (4 and 2 days, respectively) and test sessions. Social isolation and novelty are two important factors of stress that could influence pig learning capacity for DOCH testing, therefore, behavioural and total test consumption parameters were used as criteria for the exclusion of animals in testing sessions. The results showed that the pair model developed in this work may be more appropriate than previous models to study pig preferences and appetence for amino acid solutions or other nutrients. Weaned pigs under a fed-status were able to discriminate solutions of amino acids except when those were offered at 0.5mM. In general, piglets showed significant preferences for non-essential amino acids with a higher appetence for potential umami tastants at high concentrations (MSG, L-Glu and L-Gln). However, this taste response changed with essential amino acids, resulting in significant aversions at high concentrations (L-Trp, L-Thr).
Chapter 2 presents, after the identification and characterization of the porcine umami taste receptor (pT1r1/pT1r3), an in vitro tool based on a cell culture that expresses the heterodimer to identify Gly and L-amino acids as umami tastants at different concentrations (0.5, 5 and 50mM) in pigs. This cell system showed significant responses to MSG, L-Glu, L-Gln, L-Ala, L-Asn and Gly at all tested concentrations. Moreover, our in vivo data (Chapter 1) was significantly correlated with our in vitro results meaning that umami agonists are highly preferred by pigs.
Chapter 3 studies the expression of the porcine umami taste receptor genes, pTas1r1 and pTas1r3, in different taste (tongue's fungiform and circumvallate papillae) and non-taste tissues from the gastrointestinal tract (stomach, duodenum, jejunum, ileum and liver) of pigs of different sex (male and female) and ages (birth, preweaning- 26d old-, 48h after weaning -28d old- and 20d postweaning -46d old-) and with different levels of dietary crude protein in their postweaning diet (high-crude protein -26%, HCP-, low crude protein-17%- with -SAA- and without -LCP- essential amino acid supplementation). Both genes were more expressed in tongue and stomach, followed by small intestine and liver. Significant changes in gene expression were observed with age, sex and dietary crude protein content and the main changes occurred after weaning, with more expression in males than in females and in the LCP group that in the other two groups.
It is concluded that pigs sense some amino acids as umami tastants that generate a pleasant stimulus. The umami tastants are sensed through the heterodimer receptor pT1r1/pT1r3, which is expressed in taste buds in the tongue and in non-taste tissues along the gastrointestinal tract. Changes in pTas1r1/pTas1r3 gene expression may reflect the nutritional status of the animal and a better understanding of the mechanism will help to develop new strategies (such as the use of umami ligands to stimulate their voluntary feed intake) for improving the adaptation of piglets to the postweaning period.
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INTERNATI, M. CHIRIVA. "PRECLINICAL TESTING OF GALECTIN-3C FOR MULTIPLE MYELOMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/168390.

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Abstract:
The American Cancer Society expects that there will be more than 20,000 new cases of multiple myeloma (MM) in the US in 2011 and despite the new treatments now available, the median survival rate is only 5 years. Galectin-3C (Gal-3C) is a human lectin involved in cellular processes including cellular differentiation, apoptosis, neoplastic transformation, and metastasis. Gal-3C contains the carbohydrate recognition domain (CRD) of galectin-3 and is thought to act as a dominant negative inhibitor of galectin-3-mediated cross-linking. Gal-3C is a proprietary truncated, inhibitory form of galectin-3. Results showed that in a subcutaneous U266 cell NOD/SCID mouse model of human MM, treatment with an N-terminally truncated form of galectin-3, termed Gal-3C significantly inhibited tumor growth. Furthermore, in vitro data indicated that Gal-3C acts by inhibition of angiogenesis, MM cell migration and invasion, and NF-kB activation. Moreover, Gal-3C facilitates the antitumor activity of bortezomib, a proteasome inhibitor for MM treatment. Gal-3C and bortezomib also synergistically inhibited MM-induced angiogenesis activity in vitro. The delivery of Gal-3C to patients will be via a pump during initial clinical trials. In the long-term, the plan is to develop a formulation of Gal-3C for sustained release to increase survival for patients with MM.
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6

Montalti, Chiara. "Per una prospettiva cyborg della disabilità: relazioni con l’alterità, politica e futuri culturali." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1277905.

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Abstract:
La tesi si propone di problematizzare il ruolo marginale delle persone disabili nei nostri mondi socioculturali. L’analisi si articola principalmente in tre assi: la natura contestabile e relazionale della disabilità; il radicamento delle persone disabili nel tessuto sociale, politico, e culturale, registrandone e valorizzandone i contributi; l’espansione delle condizioni di vivibilità del presente e del futuro. In tale percorso mi sono concentrata su quattro temi, che si intrecciano in ognuno dei capitoli: il rapporto con le tecnologie; le relazioni di cura e assistenza (umane e non umane); la partecipazione politica e l’attivismo; le narrazioni da aggiornare sul piano immaginativo-culturale. Sebbene i Disability Studies siano l’area di ricerca di riferimento, ho impiegato la figurazione del cyborg come uno strumento di navigazione che potesse porli in dialogo col lavoro di Donna J. Haraway, il postumanesimo e la tecnoscienza femminista: ho infatti evidenziato quali possano essere le potenzialità di tale incontro nell’esaminare proficuamente ciascuno dei temi trattati. Nello specifico, la tesi si struttura in tre sezioni, ognuna focalizzata su un macrotema: (I) il rapporto che intercorre tra il cyborg – in senso largo – e la disabilità; (II) la relazionalità e l’apertura verso l’esterno, in termini esperienziali e politici; (III) la collocazione delle persone disabili nel futuro, tanto in ambito culturale, quanto immaginato nella fiction fantascientifica. --- The thesis critically assesses the marginal role of disabled people in our sociocultural worlds. The analysis is structured into three axes: the debatable and relational nature of disability; the rooting of disabled people in the social, political, and cultural fabric, recording and valuing their contributions; the possibility to produce livable presents and futures. In this path, I focused on four topics, intertwined in each of the chapters: the connection with technologies; the relationships of (human and non-human) care and assistance; political participation and activism; the urge to update cultural and imaginative texts. Although Disability Studies are the research area of reference, I employed the figuration of the cyborg as a navigation tool that could put them in dialogue with the work of Donna J. Haraway, posthumanism and feminist technoscience: I have highlighted the potentiality of this conversion, to examine profitably each of the mentioned topics. Specifically, the thesis is structured in three sections, each focused on a macro theme: (I) the association between the cyborg – in a broad sense – and disability; (II) the experience of relationality, in biographical and political terms; (III) the positioning of disabled people in the future, both in the cultural world and in science fiction.
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Books on the topic "Animali non umani"

1

Pocar, Valerio. Gli animali non umani: Per una sociologia dei diritti. Roma: Laterza, 1998.

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2

Cimatti, Felice. La mente silenziosa: Come pensano gli animali non umani. Roma: Editori riuniti, 2002.

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3

Cimatti, Felice. La mente silenziosa: Come pensano gli animali non umani. Roma: Editori riuniti, 2002.

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4

Animal loquens: Linguaggio e conoscenza negli animali non umani da Aristotele a Chomsky. Roma: Carocci, 2010.

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5

Genta, Maria Luisa. Il maltrattamento infantile nell'uomo e nei primati non umani. Roma: Armando, 1991.

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6

Kosmo, Kosima. Gli animali che noi siamo: Lo zoo umano. Roma: Edizioni Mediterranee, 1989.

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7

Travaglini, Franco. Animali, come noi: Breve guida su rapporti e conflitti fra gli umani e gli altri animali. Milano, Italy: F. Angeli, 1990.

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Book chapters on the topic "Animali non umani"

1

Bellanca, Nicolò, and Luca Pardi. "Risorse e popolazione umana." In Studi e saggi, 21–45. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-195-2.06.

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Abstract:
The history of the genus Homo, and of the sapiens species in particular, is different from that of other species due to the extreme importance of cultural evolution compared to biological evolution. But from the discovery of how to use fire and generate it, up to the invention of the steam engine, man essentially lives, like the other organisms of the biosphere, on the energy flow guaranteed by solar radiation. With the encounter between machines and fossil fuels and the entry into the era of engines, the rules of the game change radically, and the activities of Homo sapiens change in extent and intensity, in such a way as to progressively reduce the living space of all other animal and plant species, except for the allied and commensal ones. The global industrialized society arising from the meeting between machines and fossil sources is presently facing two fundamental difficulties: the gradual saturation of terrestrial ecosystems with the waste of social and economic metabolism, and the finiteness of fossil energy sources, which are not easy replacement due to their special chemical-physical properties.
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