Academic literature on the topic 'Anfore romane'

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Journal articles on the topic "Anfore romane"

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Arthur, Paul. "Early medieval amphorae, the duchy of Naples and the food supply of Rome." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 231–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009983.

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Abstract:
LE ANFORE ALTOMEDIEVALI, I DUCHI DI NAPOLI ED IL RIFORNIMENTO DI CIBO A ROMALe anfore altomedievali rinvenute in recenti scavi a Roma (Crypta Balbi) e a Napoli e le fornaci per anfore scoperte a Miseno e Ischia vengono discusse in questo articolo. Viene ipotizzato che alcune delle anfore trovate a Roma potrebbero venire dal Golfo di Napoli e potrebbero rappresentare la conseguenza di attività di scambio fra le due aree, in particolare durante il periodo in cui l'imperatore Leone III era in conflitto con il papato a pro-posito della iconoclastia e della politica fiscale. L'apparente scomparsa dei vasi nel corso del IX secolo potrebbe riflettere un ulteriore periodo di crisi dell'economia italiana, generato dall'intensincarsi delle incursioni arabe.
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Wilson, R. J. A. "Rural settlement in Hellenistic and Roman Sicily: excavations at Campanaio (AG), 1994–8." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 337–69. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003974.

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Abstract:
L'INSEDIAMENTO RURALE NELLA SICILIA ROMANA ED ELLENISTICA: SCAVI A CAMPANAIO (AG), 1994–8Scavi all'insediamento rurale di Campanaio (3 ettari) hanno rivelato l'esistenza di sette principali fasi di occupazione dal c. 200 a.C. al periodo alto medievale. Un complesso di edifici ellenistici distribuiti in tre fasi successive è caratterizzato da muri a secco, pavimenti in battuto e sovrastrutture in mattoni di fango. Un contesto di scarico di rifiuti posto affianco agli edifici ha prodotto evidenza di contatti con la Cirenaica, la Grecia ed il nord Africa. Attività industriale risalente al 150 a.C. è attestata dalla presenza di una fornace da tegole e di cisterne, una delle quali provvista di un tubo di troppopieno composto di anfore puniche riutilizzate. Una più grande fornace da tegole fu aggiunta intorno al 125 a.C. Scarsa evidenza di occupazione alto imperiale è seguita da una rinnovata attività intorno al 375 d.C, la quale vide la costruzione di un emporio (con sedici anfore), un contenitore per la separazione dell'olio di oliva, una fornace da calce e altri nuovi edifici. In questa fase sono attestati la lavorazione del ferro, la possibile produzione di cuoio e la manifattura di tegole, mortaii e anfore Keay 52 (gli scarti vennero accumulati intorno al 400 d.C. nella fornace da calce andata in disuso). Una violenta distruzione intorno al 460 d.C. è possibile sia dovuta ad un attacco dei Vandali. L'esistenza di un insediamento arabo-normanno è suggerita da tre inumazioni poste sul fianco, che mostrano evidenza di malnutrizione, un tumore, mal di denti cronico, artrite e talassemia.
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Chávez Alvarez, María Esther, and Antonio Tejera Gaspar. "Los discutidos hallazgos subacuáticos de anforas romanas de las Islas Canarias." SPAL. Revista de Prehistoria y Arqueología de la Universidad de Sevilla, no. 10 (2001): 311–25. http://dx.doi.org/10.12795/spal.2001.i10.21.

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Pallecchi, Silvia. "Strumenti da lavoro, macchine e apprestamenti funzionali negli impianti per la produzione di anfore dell?Italia romana: riflessioni preliminari." HEROM 3, no. 1 (November 19, 2014): 11–37. http://dx.doi.org/10.11116/herom.3.2.

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Conejo Delgado, Noé. "El tesoro de la villa romana de Boca do Rio (Vila do Bispo, Algarve, Portugal): 90 años después de su descubrimiento." Cuadernos de Prehistoria y Arqueología, no. 46 (December 17, 2020): 249–71. http://dx.doi.org/10.15366/cupauam2020.46.010.

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Abstract:
El tesoro de la villa romana de Boca do Rio (Vila do Bispo, Algarve, Portugal) es un conjunto monetario del siglo IV hallado en el interior de un anfora en los anos 30 del siglo XX. En su origen este tesoro contaba con mas de 1 000 monedas, sin embargo tan solo se conocen hoy 284 piezas, las cuales han sido estudiadas de manera parcial por algunos investigadores. Desde un planteamiento actual, se ha reunido toda la informacion disponible sobre las circunstancias que ocasionaron el descubrimiento de este tesoro, con la intencion de aportar mayor precision sobre cuando y porque fue ocultado. Asi mismo, se ha realizado un estudio pormenorizado de las 284 piezas con el objetivo de caracterizar mejor el conjunto; y se ha comparado este con otros tesoros coetaneos y similares documentados en villae lusitanas, con la intencion de aportar una nueva reflexion sobre el rol de la moneda en las economias rurales tardo-antiguas de Lusitania.
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Opaiţ, Andrei. "Roman amphoras between Occident and Orient - DIANA DOBREVA, TRA ORIENTE E OCCIDENTE. DINAMICHE COMMERCIALI IN MOESIA INFERIOR E THRACIA IN EPOCA ROMANA. I DATI DELLE ANFORE (Antenor Quaderni 42; Università degli Studi di Padova; Edizioni Quasar, Roma 2017). Pp. 438, figs. 251, grafici, tavole grafiche e fotografiche 38 (including colour). ISBN 978-88-7140-795-1. EUR 60." Journal of Roman Archaeology 32 (2019): 839–43. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759419000850.

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Contino, Alessia, and Alejandro Quevedo. "CONTESTI TARDOANTICHI DI PORTUS (FIUMICINO–IT): NOVITÀ DAI C.D. MAGAZZINI TRAIANEI." Papers of the British School at Rome, November 18, 2021, 1–31. http://dx.doi.org/10.1017/s006824622100026x.

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Abstract:
Il contributo si propone di presentare i reperti provenienti da un saggio effettuato all’interno dei cosidetti Magazzini Traianei a Portus (Fiumicino) e in particolare nel corridoio prospicente la darsena in corrispondenza della cella 9 e all’interno di essa. L’intervento di ricerca era principalmente volto a definire le diverse fasi edilizie della struttura dei magazzini, è tuttavia stato possibile mettere in luce livelli datati tra il IV e il V secolo d.C., connessi alle fasi di frequentazione a scopo funerario della cella. Lo studio preliminare dei materiali offre un primo panorama delle produzioni attestate nell’area in età tardoantica e del rapporto percentuale intercorrente tra di loro, restituendo un’immagine delle dinamiche commerciali. In particolare è stato possibile verificare la presenza di alcuni contenitori da trasporto degni di nota, come ad esempio le anfore Keay LII e affini, che testimoniano la rinnovata produzione di vino calabro–siculo nel corso del V sec. L'incremento di questi beni di consumo si deve alla crisi della produzione viticola che investì l’Italia centro–settentrionale e alla conseguente imposizione del titulus canonicus vinarius alle regioni del Bruzio e della Sicilia. Tali contesti tardi si caratterizzano inoltre per la presenza di ceramica da fuoco di Pantelleria e di produzioni africane di ceramica da cucina, comune e terra sigillata. Si segnala infine la presenza dell’anfora ispanica Mojón 1, imitazione degli spatheia africani. Il panorama delle attestazioni permette di istituire confronti all’interno del sito stesso, con i reperti provenienti dagli scavi dell’Antemurale e della Basilica Paleocristiana, e con i contesti ostiensi e romani, sia per quanto riguarda la prevalenza dei contenitori da trasporto sul resto del vasellame, che in relazione alla preponderanza del materiale d’importazione, all’interno del quale spicca la ceramica africana.
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Dissertations / Theses on the topic "Anfore romane"

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RAZZA, ANDREA. "PRODUZIONE E COMMERCI DELLE ANFORE DRESSEL 1TRA L'ETRURIA MERIDIONALE E ROMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/804119.

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Abstract:
Le Dressel 1 sono tradizionalmente considerate come i vettori dell’esportazione del vino tirrenico prodotto in età repubblicana. Obiettivo del progetto è indagare la produzione e la circolazione di questo tipo anforico nell’area tra l'Etruria meridionale e Roma, con un importante approfondimento a Ostia, per cui, ad oggi, abbiamo scarse notizie a causa della mancanza di uno studio unitario che prenda in considerazione gli aspetti economico-produttivi per l'epoca di indagine. Il passaggio dalla piccola proprietà, alla base della produzione agricola del III e di parte del II secolo a.C., ad uno sfruttamento agricolo intensivo proprio del I secolo a.C., coincide infatti con il periodo di fabbricazione e di esportazione delle Dressel 1. Lo studio di questi contenitori anforici mira quindi a un ampliamento delle conoscenze in merito alla produzione vitivinicola, oltre che anforica, nell'area di indagine, dove, a testimonianza di una fiorente attività agricola, è attestata una serie di ville e di palmenti per la produzione del vino, in particolar modo nell’Ager caeretanus. Lo studio di queste dinamiche economiche e sociali, attraverso il confronto con i dati noti e le nuove conoscenze circa la produzione anforica, consentiranno un approfondimento delle conoscenze sull’economia rurale della zona.
The Dressel 1 amphorae are traditionally deemed to be the export carriers of the Tyrrhenian wine produced during the Roman Republican age. The project aims to investigate the production and the circulation of this amphoric type in the area between Southern Etruria and Rome, with a special focus on Ostia. For this region, indeed, we lack adequate data, due to the deficiency of a unitary study taking into account the economic-productive aspects in regards of the investigated period. The transition from the small property - at the foundation of agricultural production during the third and part of the second century BC - to the intensive agricultural exploitation of the first century BC, coincides with the period of production and export of Dressel 1 amphorae. The study of these amphoric containers, therefore, aims to deepen the knowledge of wine production - as well as amphoric - in the survey area, where, as proof of a thriving agricultural activity, a series of villas and rock-cut units for the wine production has been certified, especially in the Ager caeretanus. Through the comparison with known data and new knowledge about amphoric production, the study of these economic and social dynamics will allow a broader understanding of the rural economy of the area.
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Mazzocchin, Stefania. "Traffici commerciali a Vicenza in epoca romana: i dati delle anfore." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427473.

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Abstract:
The aim of research is the reconstruction of Vicenza commercial traffics, in Roman age, by the analisys of amphoras, which are discovered in great number and often complete in the Venetia cities, because them are re-employed, once emptied of content, as drain material for grounds improvement and damp areas reutilisation. After a brief morphology and topography description of territory of the ancient city, six contexts have been analyzed, characterized by a particular concentrations of amphoras (chapter 1): each site has been positioned on an archaeological map, created in this occasion; for the most recent research the excavation records, the archive research for XVIII and the beginnings of XIX century excavations, and the tipology of amphoras (738 amphoras have been analyzed) have been examined, to reach each context chronology. All the amphoras preserved in Archaeological Naturalistic Museum and in city buildings have also been analyzed, to reach the recovery place, thought precise indication was lost. Next chapter (chapter 2) is about functional interpretation of amphoras preparation: some of them are drains to contain water table excursion, especially to get necropolis space. In a case the amphoras where employed to structuring and to isolate from the damp a mighty embankment, that defended the south east districts from the rivers floods; the amphoras were finally employed for ground stabilizing and levelling, to increase edificabile surface in urban area. The typologies of amphoras have been analyzed (chapter 3), the greatest percentage of which results of italic production, particularly Dressel 6A and Dressel 6B, an oriental part, among which the late rodian and the Dressels 25, are the most frequent, while a small contribution comes from the iberian Dressel 7-11. Among the italic typologies, have been distinguished, both for oil and for wine amphoras, different groups with morphological and material characteristics connected to north italic, or istrian or mid adriatic areas. The majority of amphoras have a adriatic production and have a lot of stamps, so particular attention have been saved for stamps (chapter 4), often more eloquent than the tipological characteristic as it regards amphoras chronology and origin: 121 stamps, 26 on Dressel 6A and 94 on Dressel 6B, 13 graffitos and two tituli picti have been analyzed. Finally follows (chapter 5) the analysis of Vicenza economy, between the late republican and claudian age, when oil and wine come from north italic, istrian and mid adraitic markets, a tipical wine comes from Aegean islands, and fish sauces come from Iberian regions (fish bones founded inside a Dressel 6A (chapter 3) have forced to reflect on a garum local production, that may be commercialized in re-used amphoras). Vicenza has been compared with Verona, Padua, Altino and Oderzo, and is evident that have an economic role like the other cities of Venetia and shows to have a remarkable commercial vivacity, since is related with all the productive areas of Mediterranean basin, from Aegean to Baetica, and shows indipendent exchanges, now conversing with Verona economic pole, now with Padua.
La ricerca ha come obiettivo la ricostruzione dei traffici commerciali a Vicenza, in età romana, attraverso lo studio delle anfore, che si rinvengono assai numerose e spesso integre nelle città della Venetia perché reimpiegate, una volta svuotate del loro contenuto, come materiale di drenaggio per il risanamento dei suoli e il recupero di aree umide. Dopo un breve inquadramento sulla morfologia del territorio e sulla topografia della città antica, sono stati analizzati sei contesti dai quali provengono particolari concentrazioni di contenitori (capitolo 1): per ciascun sito, posizionato su una carta archeologica della città creata in questa occasione, sono state esaminate la documentazione di scavo, per gli interventi più recenti, quella di archivio per gli scavi del XVIII e degli inizi del XIX secolo, e la composizione del deposito di anfore (sono stati schedati 738 contenitori), per giungere a stabilire la cronologia degli insiemi. Sono state analizzate anche tutte le anfore conservate nel Museo Naturalistico Archeologico e nei palazzi della città, con l'intento di recuperare il luogo di ritrovamento, nonostante fosse perduta l'indicazione precisa. Segue (capitolo 2) l'interpretazione funzionale degli apprestamenti con anfore, alcuni dei quali si sono rivelati veri e propri drenaggi per il contenimento dell'escursione della falda, messi in opera per recuperare terreno alla pianificazione urbana in particolare delle aree destinate a necropoli. In un caso le anfore servirono per strutturare nella sua parte inferiore e nel contempo isolare dall'umidità un possente terrapieno, che difendeva i quartieri a sud est dalle piene dei corsi d'acqua; infine le anfore furono impiegate per stabilizzare il terreno e per alleggerire riempimenti di strutture sotterranee e poderosi livellamenti con lo scopo di aumentare la superficie dello spazio edificabile nell'area urbana. Sono state analizzate le tipologie di anfore presenti (capitolo 3), di cui la maggiore percentuale è risultata di produzione italica, in particolare Dressel 6A e Dressel 6B, una parte orientale, tra cui le tardo rodie e le Dressel 25 sono le più numerose, mentre un piccolo apporto viene dalla penisola iberica, con le Dressel 7-11. All'interno delle tipologie italiche, si sono potuti distinguere, sia per le anfore olearie, sia per quelle vinarie, diversi gruppi con caratteristiche morfologiche e di impasto comuni, collegabili all'area cisalpina, a quella istriana e alla picena. Trattandosi inoltre per la maggioranza di anfore di produzione adriatica, che presentano un'articolata bollatura, particolare attenzione è stata dedicata all'apparato epigrafico (capitolo 4), spesso più eloquente delle caratteristiche tipologiche per quanto riguarda cronologia e origine dei contenitori: sono stati analizzati 121 bolli, 26 su Dressel 6A e 94 su Dressel 6B, 13 graffiti e due tituli picti. Segue infine (capitolo 5) una approfondita analisi degli elementi caratterizzanti l'economia di Vicenza tra la tarda età repubblicana e quella claudia, quando la città mostra di richiedere soprattutto olio e vino da mercati cisalpini, istriani e medio adraitici, qualità particolari di vino dall'Egeo, mentre le salse di pesce giungono dalla penisola iberica (il rinvenimento all'interno di una Dressel 6A di lische di pesce (capitolo 3) ha costretto a riflettere sulla presenza di garum di produzione locale, che sembra commercializzato a breve raggio in anfore riutilizzate). Si è messa a confronto quindi la città di Vicenza con le realtà già ben studiate di Verona, Padova, Altino e Oderzo, dal quale emerge che Vicenza gioca un ruolo economico al pari di quello delle altre città della Venetia, e mostra di avere una vivacità commerciale notevole, poiché è in contatto con tutte le aree produttive del bacino del Mediterraneo, dall'Egeo alla Baetica, oltre che una certa autonomia degli scambi, dialogando ora con il polo economico di Verona, ora con quello di Padova.
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Belotti, Chiara. "Le importazioni di derrate dal Mediterraneo orientale nella Cisalpina in età romana: i dati delle anfore." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425472.

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Abstract:
The situation about amphorae imported from eastern Mediterranean Sea into Cisalpina in roman times is a problem that is part of the research about transport containers, that is notable in northern Italy thanks to the richness of patrimony in Venetia , area which in the ancient times was very important for consumes and distribution from the Adriatic sea to the territories beyond Alps. In these trade routes a field not deeply studied was the one related to the amphorae from eastern Mediterranean Sea; their presence in deposits of Cisalpina, even if known, was difficulty valuable because the absence of specific studies about. This research (Importazioni di derrate dal Mediterraneo orientale: i dati delle anfore) tries to compensate this gap, not only counting the presence of this kind of amphorae into the Cisalpina sites, but mostly with an identifying analysis, throughout an accurate type-chronological analysis on the whole pieces so popular in Venetia deposits. The first research phase is a census of the attestations, throughout the revision of the edited publications (during the research un-edited were added), about discoveries in northern Italy between the Alps at North and Emilia Romagna at South; this let individuate 112 sites, principally referable to I-III Cent. A.D., interesting for the presence of amphorae with eastern Mediterranean origins. The second phase of the research was focused on analysis of amphorae types recognized during the registry of the attestations: the critical revision of the bibliography and the examination of the containers discovered in Cisalpina lets us to provide synthetically the most complete picture about the typological, chronological and distributive aspects, trying later to define the provenience (in a lot of cases still hypothetical) and the goods transported. At the end I tried to define which trade routes coming from the eastern Mediterranean Sea could have interested the Cisalpina and more in particular the Venetia during the early and middle imperial age and mostly which were the goods most wanted.
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D'Alessandro, Lucilla. "Anfore adriatiche a Roma : i dati del Nuovo Mercato Testaccio." Thesis, Aix-Marseille, 2015. http://www.theses.fr/2015AIXM3077.

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Abstract:
L'objectif de la recherche est l'étude, d’un point de vue typologique, épigraphique, fonctionnel et commercial, des amphores adriatiques découvertes à Rome dans le secteur du Nuovo Mercato Testaccio. Entre 2005 et 2010, ce secteur, tout proche du Mont des Tessons et du port fluvial, a fait l’objet d’une fouille archéologique .L’état plus antique qu’on a fouillé est caractérisé par un espace ouvert, divisé en enclos, des pièces couvertes et des voies de service. A l’intérieur des enclos sont jetés des remblais constitués principalement par des tessons. La particularité réside dans le matériau utilisé pour organiser l’espace et pour la construction: il s’agit d’amphores (729 ca.). Les conteneurs des alignements sont essentiellement produits sur la côte Adriatique de l’Italie (74%): il s’agit surtout d’amphores à vin du début de l’Empire, Dressel 6A. Leur abondance dans les alignements est peut-être imputable au caractère de décharge organisée du site. En effet, en utilisant les données sur les remblais, on peut reconnaître des différences avec les alignements dans les pourcentages d’amphores adriatiques (9-12% du nombre total de fragments). On suppose que les amphores adriatiques ont été choisies pour bâtir les alignements car il s’agit de conteneurs solides, dont on connaissait déjà la firmitas par les sources anciennes. La déchèterie semble commencer à l’époque de Tibère et être oblitérée au IIe s. Les conteneurs adriatiques du Nuovo Mercato représentent le premier lot de cette importance trouvé à Rome en contexte stratigraphique, l’essentiel des découvertes remontant à la fin du XIXe s. (contextes identifiés par H. Dressel et représentés dans CIL XV,2)
The focus of this research is the study of the Adriatic amphorae found at the Nuovo Mercato Testaccio (Roma), with special regard to the morphological features, epigraphic apparatus and commercial aspects and to the reuse of the containers. In proximity to the Monte dei Cocci and to the Tiber harbour (Emporium), the area was excavated between 2005 and 2010. The oldest level of occupation identified is characterised by alignments of transport containers almost complete, associated with fillings of pottery fragments and building materials. The alignments constituted often the true and proper walls, probably realised in multiple orders of piled-up amphorae. The life of this landfill appears to have begun in the Tiberian age, while its definitive obliteration has been dated to the 2nd century. The material conserved in the alignements documented (ca. 729 amphorae) is higly homogenous, composed of 74% of Adriatic containers, above all the early imperial wine amphorae so-called Dressel 6A. The abundance of Dressel 6A in the alignments is due to the organisation of landfill, in virtue of the robustness of these containers, already known by the ancient sources.The fillings reveal in fact any number of discrepancies versus the alignments: the Adriatic amphorae in these levels are between 9% and 12%. Anyway, the Adriatic containers unearthed at the Nuovo Mercato Testaccio represent the most important discovery of this kind of amphorae in Rome, after the finds of the 2nd half of the XIX century at the Castro Pretorio, edited by H. Dressel in CIL XV, 2
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Dobreva, Diana Sergeeva. "Tra Oriente e Occidente: dinamiche commerciali in Moesia Inferior e Thracia in epoca romana. :I dati dei contenitori da trasporto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421617.

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Abstract:
The aim of the present research is to analyse and reconstruct, by means of amphoras, the trade routes in the Eastern provinces of Moesia Inferior and Thrace and the economic relationships between this area and the regions of the Western Mediterranean. After a brief geographical and historical overview, focused on the agricultural propensity and exploitation of the area (chapter 1), the amphoras attested in Moesia Inferior and Thrace according to the typological standard are presented (chapter 2). Forty types of transport containers are inspected and divided into two chronological groups (Late Hellenistic productions and Imperial ones produced untill the 5th century AD, taking into consideration also few possible production continuity in later periods). For each type some morphological characteristics, fabric peculiarities, production’s areas, distribution, chronology and content are indicated. A special detail examination is dedicated to the Pontic amphoras, generally least known, classified in different ways and items in the local studies, often published in Slavic languages (Bulgarian, Serbian, Romanian, Russian). The knowledge of these languages allowed to set up some links between the local tipological systems and those commonly established. An analysis of unpublished materials (which reach about 400 items personally examined) from selected sites completes the general frame of the evidences. Seven case studies, situated near by important commercial routes have been selected: three of them are located on the right bank of the Danube river (Novae, Sexaginta Prista and Trimammium), the other three are situated on the Western coast of the Black Sea (Odessos, Deultum, Apollonia Pontica) and one (Kabyle) in the inner part of Thrace (chapter 3). For each site some topographic and cronological aspects, the research areas and the contexts of the amphora finds are examined. The results have been put into tables which summarise and offer a sinthetic vision of the distribution patterns during the different historical phases and create a chronological net of references which able to put into consideration some finds without precise context information either. The fourth and the final chapter of this thesis constitutes a concluding summary of the study of the consumption and trade of goods in the Roman provinces of Lower Mesia and Thrace. Two streams of distribution are distinguished: the first one developped on the Western coast of the Black Sea and is particularly related with the Aegean basin and the Pontic area. In this landscape dominated by the consumption of local goods and imports of Eastern Mediterranean some trade connections with the West back to the Late Hellenistic period can be marked. The second stream (the Danube), is strictly connected with the presence of the Roman army and its important role increases from the beginning of the second half of the 1st century AD, during the kingdom of emperor Vespasianus, many entrepreneurs, attracted by the great possibilities of the military market in the Balkans, start commercial relationships between these zone and the Adriatic Sea. After the Dacian Wars and the establishment of the province of Dacia in 106 AD, a new period of economic and social stability is created. The Adriatic commodities are replaced from the Spanish imports, which increase after the organization of annona militaris. In spite of the scarce availability of evidence, it emerges from analysis of the data that in the examinated period some goods from the Western Black Sea region reach the inland of Thrace, as for example is the case of Kabyle. The increase of the social and economic role of Constantinople and the change of centre of power towards the Eastern part of the Empire makes possible the arrival of some North African products. Although these containers occur in a smaller percentage than the amphoras from other centres, their role become more important during the Early Byzantine period.
Il progetto di ricerca si propone di analizzare e ricostruire, per mezzo degli indicatori forniti dai contenitori da trasporto, le direttrici di traffico che interessarono le province orientali di Moesia Inferior e Thracia, e in particolare i loro rapporti economici con le regioni del Mediterraneo occidentale. Dopo un breve inquadramento di carattere storico e geografico, in cui particolare attenzione viene rivolta alla vocazione e allo sfruttamento agricolo del territorio (capitolo 1), segue una presentazione su base tipologica delle anfore documentate in Moesia Inferior e Thracia (capitolo 2). Sono stati passati in rassegna 40 tipi di contenitori da trasporto, suddivisi dal punto di vista cronologico in due grandi scansioni (le produzioni relative all'età tradoellenistica e quelle di età imperiale attive fino al V secolo d.C., non trascurando anche eventuali continuità nei periodi posteriori), per i quali sono stati evidenziati le caratteristiche morfologiche e del corpo ceramico, le aree di produzione, la diffusione, la cronologia e, ove possibile, il contenuto. Un particolare approfondimento è stato dedicato alle produzioni dell'area pontica, poichè si tratta di anfore meno conosciute, spesso variamente classificate, e il cui studio è disperso in numerose pubblicazioni, di carattere locale, edite soprattutto in lingue slave (bulgaro, serbo, rumeno, russo). La conoscenza di queste lingue ha consentito innanzitutto di creare dei collegamenti tra i sistemi tipologici locali e quelli più comunemente affermati. Nella creazione di un quadro generale delle presenze si è affiancata alla revisione dei dati editi l'analisi di materiale inedito e visto personalmente (circa quattrocento esemplari anforari), proveniente da alcuni siti selezionati: si tratta di sette siti situati nell'immediata vicinanza di grandi arterie commerciali, tre lungo il basso corso del Danubio (Novae, Sexaginta Prista e Trimammium), tre sulla costa occidentale del Mar Nero (Odessos, Deultum, Apollonia Pontica) e l'ultimo, Kabyle, nell'entroterra della Thracia (capitolo 3). Per ciascun sito si sono affrontati gli aspetti topografici e cronologici, le aree indagate e i contesti di ritrovamento delle anfore. Le tabelle rassuntive dei dati ricavati offrono una visione sintetica del quadro distributivo nelle diverse fasi storiche, proponendo una griglia cronologica di riferimento anche per i reperti privi di informazioni sul contesto di rinvenimento. Nelle considerazioni conclusive (capitolo 4) si è affrontata una disamina generale sul consumo e commercio in Moesia Inferior e Thracia. Vengono distinte due direttrici commerciali: la prima appare afferente alla rotta occidentale del Mar Nero e quindi interessata prevalentemente dai traffici pontici e egei, ma nonostante un panorama di prevalenti arrivi e consumi di derrate locali o del Mediterraneo orientale, è stato possibile evidenziare lo svilupparsi, già a partire dall'età tardoellenistica, di rapporti commerciali con l'Occidente. La seconda direttrice, il Danubio, risulta essere strettamente collegata alla presenza dell'esercito romano; la sua importanza aumenta notevolmente a partire dalla metà del I secolo d.C., quando, durante l’epoca di Vespasiano, i produttori dell’Adriatico sono attratti dalla grande possibilità ricettiva dell’esercito. Dopo le guerre daciche di Traiano e la nascita della provincia di Dacia (106 d.C.) si inaugura un periodo di tranquillità: le derrate dall’Adriatico lasciano spazio a quelle della penisola iberica, che diventano prevalenti con l’istituzione dell’annona militaris, voluta dall’imperatore Settimio Severo per sopperire alle esigenze alimentari dell’esercito. Nonostante la scarsità di dati disponibili è stato possibile ricostruire come in questo periodo alcune merci provenienti dal Mar Nero raggiungessero anche i territori più interni della Tracia (ad esempio Kabyle). Con l'affermarsi di Costantinopoli, e con il conseguente spostamento del baricentro politico dell'Impero verso Oriente, fanno le loro prime occasionali comparse le anfore africane, la cui presenza cresce fino a diventare predominante durante il periodo tardoantico.
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Contino, Alessia. "Anfore africane tardorepubblicane e primoimperiali dal Nuovo Mercato Testaccio a Roma : tipo-cronologia, ipotesi di provenienza e diffusione nel Mediterraneo." Thesis, Aix-Marseille, 2015. http://www.theses.fr/2015AIXM3078.

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Abstract:
La recherche a été menée sur les amphores d’origine africaine produites entre le milieu du IIe siècle av. J. C. et la fin du Ier-début du IIe siècle apr. J. C. et prend son origine dans l’étude du mobilier provenant des fouilles d’archéologie urbaine réalisées à Rome, dans le quartier du Testaccio, dans les années 2005-2009. Les amphores sélectionnées ont été celles de production de tradition punique, africaine (où présumée africaine) et tripolitaine. En particulier la catégorie d’amphores appelées amphores africaines précoces, fait encore l'objet de beaucoup de doutes, en l'absence de recherches systématiques. L'étude a permis de proposer une nouvelle reconstruction générale de l'évolution typologique des amphores et des dynamiques chronologiques et commerciales du Ier siècle de l'Empire romain, en enrichissant la connaissance de leur diffusion à Rome. L’étude peut offrir une première reconstruction générale, à travers une recherche systématique, de l'évolution typologique et chronologique, de la production (les ateliers des premières phases productives de l’époque romaine ne sont presque pas connus par rapport à ceux des époques successives, à partir du IIe siècle) et de la diffusion dans le bassin de la Méditerranée en contribuant à éclaircir les dynamiques commerciales et productives du premier siècle de l'Empire romaine. En particulier cette étude a permis de comprendre que l’origine des amphores africaines précoces est désormais à placer dans le nord-ouest de la Tunisie, redonnant toute sa place a une région relativement délaissée par les études récentes, bien que elle était la premier zone de colonisation de l’Afrique romaine
The research is pointed on the ancient african amphorae coming from the excavation of Nuovo Mercato Testaccio, carried out between 2005 and 2009 in Rome. In particular, beside the punique and tripolitanian types as so called Dressel 18, Schoene-Mau 40, Schoene-Mau 35 and Tripolitanian amphora first-second, the research is focused on the type Dressel 26, Ancient Tripolitanian amphora and Ostia 59 and 23, at the moment less known in terms of typology, production and diffusion.The quite strong presence of those amphorae in the excavation of Nuovo Mercato Testaccio has been the “start” for this research. The aims of the research are: define the typological evolution and origin of the early african amphorae; reconstruct the commercial flux of african goods to Rome in the 1st century A.D.; analyze the contents of amphorae with gascromatography (we already analyze nine samples); The present research implement the typological study of early african amphorae and, with the support of petrographic analysis, contribute to clarify origin and chronology of amphorae. The study try to give back an image of the presence of those amphorae across the Mediterranean and in Rome from the 2nd century B.C. to the 1st century A.D. One of the most important results of this study is to identify the origin of Early African Amphorae in Northern-Tunisia. In conclusion the research contribute to highlight the trade of african goods in the Mediterranean basin and in Rome from half II B.C. to end of I A.D.-beginning of II A.D
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Boratto, Federico <1993&gt. "VINI (BONI) ANFORAM DEBERE DARE. Uno studio della convivialità nelle associazioni greco-romane attraverso l'analisi delle fonti epigrafiche e archeologiche (I-III sec. d.C.)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13557.

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Abstract:
Nato come approfondimento di un elaborato scritto durante uno scambio Erasmus, il seguente lavoro si propone di indagare il tema della convivialità presso diverse associazioni greco-romane attraverso uno studio delle fonti epigrafiche e archeologiche.
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SICLARI, PATRIZIA. "Las ánforas itálicas en Hispalis. Áreas de procedencia y dinámica comercial entre los siglos II a.C. y VI d.C." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11570/3140933.

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Abstract:
La città di Hispalis (Siviglia) situata nel basso Guadalquivir, nel punto di convergenza tra i traffici marittimi e i traffici fluviali, conosce un grande sviluppo economico grazie al suo porto, che a partire dall’età augustea, diventa la porta d’accesso alla provincia Betica e mantiene un ruolo primario, legato ai traffici annonari, durante tutta l’intero periodo romano. Anche durante l’epoca tardoantica quando gli equilibri commerciali nel Mediterraneo mutano a favore di altre province, Hispalis conserva la propria vitalità, rimanendo un punto di riferimento per il traffico interprovinciale. La fine del II secolo a.C. segna l’inizio delle relazioni commerciali tra la città sudispanica e l’Italia, evidenziate dal ritrovamento, in vari contesti archeologici sivigliani, di frammenti anforici di provenienza italica. Il presente lavoro di ricerca ha come oggetto precisamente la ricostruzione delle dinamiche commerciali tra Hispalis e l’Italia dal II secolo a.C. al VI secolo d.C., attraverso lo studio delle importazioni anforiche provenienti dalla penisola appenninica e dalla Sicilia. La finalità ultima è quella di apportare un modesto contributo alla ricerca relativa alla diffusione dei prodotti italici nei mercati della Hispania meridionale, tema che è divenuto oggetto di interesse scientifico solo di recente e che, fino ad ora, non è stato trattato in nessuna pubblicazione di natura monografica. Lo studio si è focalizzato sull’individuazione delle principali aree di produzione dei manufatti anforici in esame, attraverso l’integrazione delle informazioni derivanti dallo studio tipologico con i risultati delle analisi archeometriche (analisi mineralogico-petrografiche su sezioni sottili e analisi chimiche per fluorescenza a raggi X). La quantificazione dei nostri frammenti per gruppo petrografico di appartenenza, ha consentito una valutazione dell’importanza relativa delle diverse aree di produzione durante il periodo considerato. Analogamente, dal confronto dei dati quantitativi relativi ai tipi anforici italici e di diversa provenienza, si è cercato di stimare il peso dei prodotti dell’Italia sul mercato hispalense rispetto alle produzioni locali e alle importazioni delle province.
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Books on the topic "Anfore romane"

1

Stefania, Pesavento Mattioli, and Università di Padova. Dipartimento di scienze dell'antichità., eds. Anfore romane a Padova: Ritrovamenti dalla città. Modena: F.C. Panini, 1992.

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Righini, Valeria. Le fornaci romane: Produzione di anfore e laterizi con marchi di fabbrica nella Cispadana orientale e nell'Alto Adriatico. Rimini: Musei comunali, 1998.

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Valeria, Righini, and Rimini (Italy) Musei comunali, eds. Le fornaci Romane: Produzione di anfore e laterizi con marchi di fabbrica nella Cispadana orientale e nell'Alto Adriatico : Atti delle giornate internazionali di studio (Rimini, 16-17 Ottobre, 1993). Rimini: Musei Comunali Rimini, 1998.

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4

Vicenza: Traffici commerciali in epoca romana : i dati delle anfore. Trieste: Editreg, 2013.

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5

Toniolo, Alessandra. Le anfore di Adria: IV-II secolo a.C. Sottomarina, VE [i.e. Venezia]: Il leggio, 2000.

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Bruno, Brunella. Aspetti di storia economica della Cisalpina Romana: Le anfore di tipo Lamboglia 2 rinvenute in Lombardia. Roma: Quasar, 1995.

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7

Instrumenta Urbis I: Ceramiche fini da mensa, lucerne ed anfore a Roma nei primi due secoli dell'impero. Roma: Ecole française de Rome, 2003.

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Diana, Dobreva. Tra Oriente e Occidente: Dinamiche commerciali in Moesia Inferior e Thracia in epoca romana : i dati delle anfore. Roma: Edizioni Quasar, 2017.

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Pintaudi, Rosario, ed. Antinoupolis III. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-632-3.

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Abstract:
Ancora un volume, Antinoupolis III, che ha per oggetto un’area archeologica estremamente importante nell’Egitto greco-romano: la città fondata sulla riva sinistra del Nilo nel 130 d.C. da Adriano in onore di Antinoos. Nelle oltre 700 pagine dei due tomi che costituiscono questo volume si propongono, nel primo, studi dedicati a materiali archeologici quali ceramiche sigillate africane, anfore per vino di produzione locale (LRA 7), mortai litici, frammenti sporadici di pietre ornamentali, una coppa in vetro retro dipinta, tessuti della tipologia cosiddetta ‘copta’, analisi di antropologia forense sui resti ossei di una tal Teodosia, la cui cappella funebre era stata scoperta ed illustrata negli scavi condotti sul sito dell’Università di Firenze nella metà degli anni Trenta dello scorso secolo. Nel secondo tomo si presentano edizioni di nuovi papiri, pergamene, ostraca, che riportano testi costituiti da documenti della vita quotidiana o della cultura letteraria classica e cristiana. Le lingue interessate sono il greco, il copto e l’arabo. Novità di rilievo sono rappresentate da iscrizioni, per lo più funerarie, ancora in queste tre lingue. La documentazione è testimonianza della vita che, soprattutto in età tardo-antica, continuava in quel che restava di una grande metropoli romana in una delle province più importanti dell’impero, l’Egitto.
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Relitti dall'Italia tirrenica nel Mediterraneo occidentale (fine IV secolo a.C. - I d.C.): Archeologia e archeometria delle anfore. Roma: Edizioni Quasar, 2021.

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Book chapters on the topic "Anfore romane"

1

Cipolato, Andrea, and Giuseppe Indino. "Le anfore galliche nella Regio X:." In Roman Pottery and Glass Manufactures: Production and Trade in the Adriatic Region and Beyond, 212–21. Archaeopress Publishing Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2x8v66p.20.

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2

Maggi, Paola. "Crikvenica amphorae from Canale Anfora:." In Pottery Production, Landscape and Economy of Roman Dalmatia, 57–61. Archaeopress Publishing Ltd, 2018. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvndv6j3.12.

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3

Maggi, Paola, and Paola Ventura. "Canale Anfora, recupero 1988:." In Roman Pottery and Glass Manufactures: Production and Trade in the Adriatic Region and Beyond, 239–53. Archaeopress Publishing Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2x8v66p.22.

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Conference papers on the topic "Anfore romane"

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Rossetti, Eleonora. "La vocazione commerciale della pianura a nord di Bologna: primi dati sulle anfore dall’insediamento rurale di Maccaretolo (BO)." In 31st Congress of the Rei Cretariae Romanae Fautores, Cluj-Napoca, Romania. Archaeopress Archaeology, 2020. http://dx.doi.org/10.32028/9781789697483-20.

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Cipriano, Silvia, Stefania Mazzocchin, Lara Maritan, and Claudio Mazzoli. "Le anfore Dressel 6B prodotte in area nord adriatica: studio archeologico e archeometrico di materiali da contesti datati." In Adriatlas 3. Recherches pluridisplinaires récentes sur les amphores nord-adriatiques à l’époque romaine. Ausonius éditions, 2020. http://dx.doi.org/10.46608/una2.9782381490038.7.

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