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1

Pecora, Aldo. Primo sangue: [delitto Scopelliti : l'omicidio, ancora oggi senza colpevoli ...]. Milano: Biblioteca universale Rizzoli, 2010.

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2

Paolini, Giulio. Ancora un libro: Un'antologia di scritti dal 1983 a oggi. Roma: Inonia, 1987.

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3

Paolini, Giulio. Ancora un libro: Un'antologia di scritti dal 1983 a oggi. Roma, Italy: Editrice Inonia, 1987.

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4

Weinberg, Liliana. Il sale della terra: Può l'ebraismo oggi dare ancora qualcosa al mondo? Empoli (FI) [i.e. Firenze]: Ibiskos, 2000.

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5

L'amicizia: È ancora possibile oggi? : le risposte sapienziali nella storia del pensiero occidentale. Roma: Casa editrice Leonardo da Vinci, 2013.

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6

Antoniello, Donato. Eppure il vento soffia ancora: Capitale e movimenti dei lavoratori in Italia dal dopoguerra ad oggi. Milano: Jaca book, 2006.

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7

Antonelli, Pietro. Le sei anime di un fascismo ancora vivo: Appunti e riflessioni sul fascismo del ventennio, del dopoguerra e di oggi. Città di Castello - Italia: LuoghInteriori, 2021.

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8

Donadon, Marco. Per una dimensione imperiale. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-348-9.

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Abstract:
Con la conquista dei primi territori coloniali sul finire dell’Ottocento, la retorica imperiale prese a circolare non solo fra le calli veneziane ma anche tra i banchi di Ca’ Foscari. Il discorso pubblico così come quello scientifico-accademico, interagendo con il bagaglio storico-culturale dell’ex Dominante, contribuirono a ridefinire lo spazio urbano e quello universitario, lasciando tracce ancora oggi visibili. Proprio a partire da queste ultime, si tenterà di descrivere le vicende e individuare gli interpreti di una pagina di storia locale ancora poco conosciuta.
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9

Democrazia apparente: La crisi della democrazia nei suoi aspetti essenziali : quale futuro per un modello politico che ancora oggi non ha rivali? Roma: Pagine, 2012.

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10

Calvelli, Lorenzo, Giovannella Cresci Marrone, and Alfredo Buonopane. Altera pars laboris. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-374-8.

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Abstract:
La ricerca nel campo dell'epigrafia si arricchisce continuamente con la scoperta di documenti inediti e vive oggi un radicale rinnovamento grazie alle tecnologie digitali. Una componente fondamentale del «mestiere di epigrafista» è però costituita anche dalla ricostruzione filologica e dall'indagine delle figure che si cimentarono nella collazione dei testimoni delle iscrizioni antiche. Il volume comprende sedici saggi di studiosi italiani e francesi, dedicati all'esame della tradizione manoscritta e a stampa dell'epigrafia, che Theodor Mommsen definì la «parte più difficile» della disciplina. Dai tesori ancora nascosti in numerose biblioteche d'Europa emerge un quadro di grande ricchezza documentaria, che presagisce un enorme potenziale di sviluppo per la ricerca futura.
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11

Graziani, Michela, ed. Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-655-2.

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Abstract:
Il volume Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture vuole evidenziare una delle specificità della cultura lusofona: il pluralismo linguistico-letterario che dall'epoca delle scoperte marittime continua, ancora oggi, a contraddistinguere la cultura portoghese dal Brasile, all'Africa, all'Asia. I saggi riuniti segnano, a riguardo, un duplice percorso: interculturale poiché alternano l'aspetto letterario a quello linguistico dall'epoca umanistica a quella contemporanea, e intergeneris in quanto alternano non solo la storiografia e la trattatistica alla poesia e narrativa, con incursioni inter-artistiche tra letteratura, pittura e fotografia, ma anche aspetti linguistici propriamente grammaticali, a esempi di riscritture e questioni traduttologiche, in una sorta di ulteriore dialogo lusofono tra generi e tòpoi.
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12

Cambi, Franco, Paolo Federighi, and Alessandro Mariani, eds. La pedagogia critica e laica a Firenze: 1950-2015. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-840-8.

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Abstract:
Il volume si occupa dell’attualità del messaggio pedagogico della ‘scuola fiorentina’ creatasi intorno al magistero di Codignola e di Borghi e intorno alla rivista Scuola e Città già nel 1950, ispirato a una pedagogia critico-razionale, laica e progressista, con al centro la lectio deweyana, quasi sessantacinque anni dopo. In un tempo storico-culturale e socio economico-politico così profondamente diverso da quello post-bellico degli anni Cinquanta, un tempo che vede democrazia, laicità e progresso posti sub judice e che viene a delineare orizzonti del tutto nuovi (nel conoscere, nel comunicare, nel produrre, nel fare-cultura etc.), siamo davanti a un modello cresciuto e sfumatosi nel corso di vari decenni, ma che oggi è ancora di grande rilevanza ed attualità.
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13

Leo, Maria Adele Di. Feste popolari di Sicilia: Riti, tradizioni, processioni e cortei storici che ancora oggi celebrano nell'isola la profonda religiosità, il sentimento-- anche drammatico-- del sacro e la smisurata "immaginazione" di un popolo ... Roma: Newton & Compton, 1997.

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14

Jacobbi, Ruggero. Le notti di Copacabana. Edited by Gioia Benedetti. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-770-2.

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Abstract:
Un breve testo narrativo fino ad oggi sconosciuto ci riporta, grazie all’attenta cura filologica di Gioia Benedetti, la voce di uno dei più originali e geniali critici del nostro Novecento. Ruggero Jacobbi, alla fine del giovanile soggiorno brasiliano, aveva affidato alle Notti di Copacabana, suo unico romanzo compiuto ambientato nella Rio de Janeiro degli anni Cinquanta, non solo il clima e l’atmosfera di un mondo lontano e per certi versi mitico come quello carioca, ma anche una significativa traccia delle letture, frequentazioni, influenze che avevano esercitato su di lui i grandi testi della letteratura lusitana e sud-americana, all’epoca ancora poco noti in Italia. Straordinariamente abile a cogliere e interpretare i mutamenti del codice narrativo, Jacobbi ci presenta in questo libro una storia sperimentale straordinariamente intrigante, che alterna voci, personaggi, nella quale le vicende si intrecciano creando un’atmosfera di significativa suspence.
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15

Moracci, Giovanna, and Alberto Alberti, eds. Linee di confine. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-557-5.

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Abstract:
Il titolo di questo volume rimanda a una realtà presente, spesso drammaticamente, in tutti i territori in cui le culture slave, in diverse fasi storiche, si sono trovate a vivere a contatto con altre etnie. Al di là dei problemi di convivenza, complicati oggi da fenomeni quali globalizzazione e multiculturalismo che dissimulano i conflitti identitari, la storia degli slavi si è sempre intrecciata a quella di altri popoli. È sembrato opportuno dunque proporre il tema, non inedito, dei ‘confini’, che offre ampio spazio di riflessione su una molteplicità di aspetti delle culture slave. Ancora oggi dall’Italia si guarda ai paesi dell’Europa centro-orientale con un certo scetticismo. Le lingue e le tradizioni di quest’area restano poco o niente affatto note. I flussi migratori dei popoli di questi ultimi vent’anni hanno contribuito a creare l’immagine di un’Europa di secondaria importanza, arretrata, che vuole imporsi alla prima. Questo volume collettivo vuole invece mostrare come la nostra identità di europei si riesca a mettere a fuoco, e con difficoltà, solo allargando lo sguardo ad est e imparando la lezione dei territori dell’Europa centro-orientale. Anche se gli slavi occidentali e parte degli slavi meridionali hanno partecipato alla storia occidentale sin dal medioevo e ne sono stati poi divisi dagli eventi storici, si potrà forse forgiare una nuova identità europea solo riflettendo sulle vicende dell’intero mondo slavo, e sperimentando le stesse difficoltà di convivenza (quale è ora anche l’esperienza dell’Europa occidentale) fra residenti e immigrati, culture maggioritarie e minoritarie, identità e alterità.
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Cresci Marrone, Giovannella, Giovanna Gambacurta, and Anna Marinetti. Il dono di Altino. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-380-9.

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Abstract:
In questo volume colleghi e amici rendono omaggio a Margherita Tirelli, archeologa, curiosa e vivace interprete di un metodo archeologico che ha improntato una stagione particolarmente florida di scavi, scoperte, studi e iniziative non superficiali di valorizzazione. Ad Altino, quale progenitrice di Venezia, Margherita Tirelli ha dedicato e dedica la sua attenzione ininterrotta, dagli scavi fino alla delicata transizione verso la nuova prestigiosa sede museale. In questa prospettiva, la studiosa ha sviluppato una proficua collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, concretizzata in una convenzione di studi e ricerche e in sei convegni di studi altinati, volti ad approfondire svariate tematiche: dal funerario, al sociale, al sacro. Lo spettro diacronico dei suoi interessi archeologici, storici ed epigrafici trova riscontro nell’articolazione dei contributi che le sono qui dedicati: dalla cultura dei Veneti antichi alle tematiche della romanità, fino a una specifica attenzione sulla produzione vetraria. Il volume si chiude con un lavoro sul vetro di età ‘storica’, argomento che vede ancora oggi in lei una figura di riferimento nella realtà veneziana, e uno dedicato alle scelte dell’allestimento museale, un tema di comunicazione in cui ha saputo coniugare con i suoi collaboratori eleganza ed efficacia.
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17

Paloscia, Annibale. Storia della polizia: La prima storia dell'ordine pubblico nel nostro Paese, dal 1860 a oggi : mafia e banditismo, repressioni e anni di piombo rivivono attraverso l'analisi attenta dei documenti per lo più inediti e dei troppi episodi ancora oscuri che segnano il cammino dell'Italia unitaria. 2nd ed. Roma: Newton Compton editori, 1990.

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18

Dessì, Giuseppe, Corrado Tumiati, and Alberto Vigevani. Dessí e la Sardegna. Edited by Giulio Vannucci. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-401-1.

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Abstract:
È una Sardegna fuori del tempo, alle soglie della storia, quella che emerge dalle pagine dei romanzi e dei racconti di Giuseppe Dessí. Ma è anche una Sardegna viva, ricca di contraddizioni che si inverano nel paesaggio e nelle vicende degli uomini. Il rapporto profondo che ha legato Dessí alla sua terra, nutrendone la narrativa, la saggistica, il lavoro intellettuale, si impone con forza nei carteggi raccolti in questo volume. Le lettere inedite, rintracciate in quattro diversi archivi italiani, trascritte e puntualmente annotate da Giulio Vannucci, raccontano la nascita e la composizione del numero speciale del «Ponte» di Calamandrei dedicato nel 1951 alla Sardegna e ricostruiscono la genesi della splendida antologia Scoperta della Sardegna, pubblicata nel 1965 dal Polifilo di Alberto Vigevani. In quei due libri straordinari lo scrittore, lasciando per una volta la voce narrativa ad altri, aveva costruito, non solo attraverso le parole di amici, ma di studiosi, storici, politici…, un diverso racconto corale dell’isola: mettendosi al servizio di Calamandrei, nel caso del «Ponte», per trovare collaboratori idonei a parlare della Sardegna del dopoguerra; impegnandosi a scegliere ricercatori capaci di tracciare una nuova e originale guida alla scoperta culturale dell’isola nel caso del Polifilo. Di tutto questo ci parlano adesso i carteggi, ma anche della cultura degli anni 60, dei dialoghi e delle tensioni intellettuali che accompagnarono Dessí nella compilazione di due opere che per acutezza antropologica e sociale ancora oggi ci parlano di una ‘dimora vitale’ che era la sua.
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Sangiorgi, Serena, ed. Le tesi di laurea nelle biblioteche di architettura. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-102-0.

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Abstract:
Per le tesi manca un quadro legislativo generale e sono state elaborate alcune soluzioni a livello locale che possono essere importanti per i bibliotecari italiani delle Università. I problemi sono molteplici: tecnici, di copyright, ma anche più strettamente connessi alla biblioteconomia, come catalogazione, conservazione, accesso. Ogni biblioteca sembra aver trovato vie originali, ed è importante renderle note per dare suggerimenti per il trattamento di questo patrimonio documentale ancora di difficile accesso.
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Magnaldi, Giuseppina. Illuminare i testi La parola-segnale nelle tradizioni manoscritte di prosatori latini. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-605-3.

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Abstract:
Il volume raccoglie i risultati più significativi di trent’anni di ricerche su antiche integrazioni e correzioni con parola-segnale meccanicamente inglobate nel testo tràdito di prosatori latini dall’età repubblicana alla tarda antichità (Cicerone, Varrone, Livio, Seneca Padre, Seneca, Petronio, Svetonio, Tacito, Gellio, Apuleio e Pseudo-Apuleio, Macrobio). La parola-segnale (ovvero la parola antecedente o seguente il termine omesso o erroneo, duplicata dai correttori più scrupolosi per indicare il luogo di lacuna o di errore) consente ancor oggi di decifrare ed eseguire l’antico intervento correttivo. Si possono così sanare gravi corruttele, come mostrano le decine di luoghi qui discussi.
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Meneghini, Daniela, Eleonora Barichello, Gholam Najafi, and Silvia Pessot. L’Anfora. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-388-5.

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Abstract:
«Ad ogni modo, tutti siamo sfortunati con qualcosa. Io stesso, nella mia vita, non ho avuto fortuna con gli alberi di pesche. Dio solo sa quanto desiderassi avere un pesco come quello di Mohammad Sādeq, il nostro vicino, ma non ci sono mai riuscito. Non le nascondo nulla: ho piantato dieci alberi di pesco davanti alla mia casa, e non uno ha dato dei frutti. O si sono seccati, o i frutti sono caduti che erano ancora acerbi. Lei invece è sfortunato con le anfore. Alcuni altri non hanno fortuna con le scarpe, come ad esempio mia moglie.»
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Eccheli, Maria Grazia, and Alberto Pireddu, eds. Oltre l’Apocalisse. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-920-7.

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Abstract:
L’immensità della tragedia umana che accompagna ogni catastrofe richiede sempre un momento di riflessione, che può condensarsi nell’istante di una fotografia, tradursi nel disincanto di un racconto oppure generare una nuova bellezza, attraverso l’arte e l’architettura. Dall’Interno perduto d’Emilia a L’Aquila, dai crinali d’Irpinia alla luminosa valle del Belice, dal paesaggio alpino di Longarone all’ormai irreale Messina di Antonello sono stati ripercorsi, in un viaggio a ritroso nel tempo, alcuni dei momenti più drammatici della storia recente del nostro Paese. Per L’Aquila, distrutta dal sisma del 2009, gli studenti della Scuola di Architettura di Firenze hanno immaginato una città in cui la vita, la musica e il ricordo siano ancora possibili, attraverso il progetto di un auditorium, uno spazio sacro e una piccola casa.
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23

Greco, Giovanni. Il Rinascimento oggi: Protagonisti del Rinascimento ancor vivi nell'immaginario contemporaneo : a mezzo millennio dalla nascita di Maurice Scève il Petrarca di Francia. Rimini: Idea libri, 2002.

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Greco, Giovanni. Il Rinascimento oggi: Protagonisti del Rinascimento ancor vivi nell'immaginario contemporaneo : a mezzo millennio dalla nascita di Maurice Scève il Petrarca di Francia. Rimini: Idea libri, 2002.

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Saint, Sanjay, Sarah Krein, and Robert W. Stock. La prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza. Edited by Alessandro Bartoloni, Gian Franco Gensini, Maria Luisa Moro, and Gian Maria Rossolini. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-331-5.

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Abstract:
Quasi 2 milioni di americani sviluppano ogni anno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria e circa 100.000 di loro, per questo motivo, muoiono. Eppure queste infezioni sono ragionevolmente prevenibili attraverso l’adozione e l’attuazione di interventi, basati sull’evidenza, per il miglioramento della qualità delle attività di prevenzione delle infezioni, ma ancora troppi membri del personale ospedaliero si oppongono a queste iniziative. Esiste un know-how tecnico per la prevenzione delle infezioni, ma l’umano problema dell’adattamento spesso non viene trattato e rimane irrisolto. Questo libro è stato pensato per rispondere a tale sfida. In uno stile scorrevole e in un linguaggio semplice, il libro conduce i lettori attraverso una descrizione passo passo di come un intervento per il miglioramento della qualità potrebbe attuarsi in un ospedale modello, individuando i possibili ostacoli e offrendo strategie pratiche per superarli. Il testo si avvale della vasta esperienza clinica personale degli autori, arricchita da esempi, aneddoti e semplici indicazioni pratiche.
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Dolfi, Anna, ed. L’ermetismo e Firenze. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-979-5.

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Abstract:
Il secondo di due volumi dedicati all'ermetismo e Firenze editi da Firenze University Press (il primo dal titolo Critici, traduttori, maestri, modelli è acquistabile separatamente). Tra il 1930 e il 1945 un gruppo di giovani dette vita a Firenze a una delle più felici stagioni letterarie del nostro Novecento. Molti di loro si riconobbero in una dizione comune, marcata da un immaginario condiviso, e nel silenzioso dissenso dalla retorica del regime, alla quale venivano contrapposti la radicalità dell’istanza etica e il legame profondo con le radici giudaicocristiane, romanze, romantico-simboliste della civiltà europea. A cento anni dalla nascita dei suoi protagonisti (Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Vittorio Bodini) ancora ci si chiede cosa sia stato l’ermetismo, come sia nato, cosa l’abbia contraddistinto. Cercare come si sia modificato, perché sia stato circondato da pregiudizi e avversione (come fanno i due imprescindibili volumi che raccolgono gli atti di un memorabile convegno nel quale Anna Dolfi ha coinvolto studiosi provenienti da ogni parte del mondo), porta a tracciare un quadro/ritratto degli autori dell’ermetismo, dei suoi critici (Bo, Macrí), amici (il compagno di generazione Vittorio Sereni), estimatori e/o detrattori, e a delimitare i confini di un complesso capitolo della storia italiana iniziata con il Fascismo e conclusa, di recente, con la caduta delle ideologie. Assieme ai suoi ‘attori’, in posizione di rilievo è Firenze, la città che fu risvegliata per qualche decennio alla grandezza del passato da una nuova passione, fatta di cultura, creatività ed intelligenza.
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Dessì, Giuseppe, and Mario Pinna. Tre amici tra la Sardegna e Ferrara. Edited by Costanza Chimirri. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-478-3.

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Abstract:
Una Sardegna riservata e lontana anima i testi di questo doppio carteggio, tra paesaggi arcaici e mitologie personali e letterarie nelle quali si inserisce ogni tanto la Ferrara degli anni giovanili degli autori, ricca di vita, di riviste («Primato» di Bottai, il «Corriere Padano» con la presenza di Bassani…), incontri serali nelle osterie o nelle camere in affitto, passeggiate lungo i Rampari, e l’uso di scherzosi soprannomi che sarebbe continuato oltre la giovinezza. Un mondo fatto di cose concrete, animato e vivificato da forti curiosità e passioni intellettuali, emerge dalle lettere, accuratamente trascritte e annotate da Costanza Chimirri, che ricostruiscono la vita e la storia di Giuseppe Dessí, Mario Pinna, Claudio Varese. La corrispondenza si apre con gli anni trascorsi a Ferrara – dopo Pisa momento cruciale per la loro formazione – e consente di ricostruire atmosfere ed ambienti, letture e lavoro, offrendo dall’interno un significativo spaccato dell’Italia del Novecento. Mai slegati tra loro, bensì uniti dal continuo richiamo alla triplice amicizia nel nome di Giuseppe Dessí, che è sempre presente, anche in assenza, nei discorsi degli altri, i carteggi hanno consentito anche di riportare alle luce testi inediti del più appartato del gruppo (Mario Pinna, accanito lettore di classici, ispanista, autore di poesie in dialetto logudorese e di brevi racconti ambientati in Sardegna), di rafforzare il ruolo da sempre ricoperto dal più ‘antico’ – per tutti maître-camarade – Claudio Varese; e di confermare ancora una volta quanto l’universo creativo di Dessí, profondamente segnato dalla componente biografica, abbia continuato a svilupparsi e alimentarsi sotto lo sguardo sapiente e affettuoso di amici fraterni, in uno scambio capace di dare vita a un vero e proprio immaginario collettivo.
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Dolfi, Anna, ed. L’ermetismo e Firenze. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-963-4.

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Abstract:
Il primo di due volumi dedicati all'ermetismo e Firenze editi da Firenze University Press (il secondo dal titolo Luzi, Bigongiari, Parronchi, Bodini, Sereni è acquistabile separatamente). Tra il 1930 e il 1945 un gruppo di giovani dette vita, a Firenze, a una delle più felici stagioni letterarie del nostro Novecento, nota come ermetismo fiorentino (o ermetismo tout court). Gran parte dei partecipanti si riconobbe non solo in una dizione comune, marcata da un immaginario e da una sintassi condivisi, ma nel silenzioso dissenso dalla retorica del regime, alla quale venivano contrapposti la radicalità dell’istanza etica e il legame profondo con le radici giudaico-cristiane, romanze, romantico simboliste della civiltà europea. A cento anni dalla nascita dei suoi protagonisti ancora ci si chiede cosa sia stato l’ermetismo, come sia nato, cosa l’abbia contraddistinto, quali segni abbia subìto e lasciato. Cercare come si sia modificato, perché sia stato circondato da passione, pregiudizi e avversione (come fanno i due imprescindibili volumi che raccolgono gli atti di un memorabile convegno nel quale Anna Dolfi ha coinvolto studiosi provenienti da ogni parte del mondo), porta non solo a tracciare un quadro/ritratto degli autori dell’ermetismo, dei loro estimatori e/o detrattori, ma a delimitare le costanti e i confini di un complesso capitolo della storia italiana iniziata con il Fascismo e conclusa, di recente, con la caduta delle ideologie. Tra maestri, compagni, seguaci, le figure di Bo, Macrí, Luzi, Bigongiari, Parronchi, Bodini, dell’amico di generazione Sereni, spiccano e si impongono per la forza di una suggestiva esperienza di scrittura ad alto tasso meditativo, nella critica come in traduzione, in narrativa come in poesia.
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I. Miti e gli Eroi. Mitologia Giapponese: Un Viaggio Alla Scoperta Di Leggende, Mostri Ed Eroi, le Cui Storie Fanno Parte Ancora Oggi Della Cultura Del Paese Del Sol Levante. Independently Published, 2021.

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Marchesini, Irina. I volti della Rivoluzione d’ottobre. Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/979-12-5477-139-6.

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Abstract:
Riflessa nel presente volume è la volontà di indagare in ottica comparata i vari “volti” di un evento che ha segnato il corso del Novecento e che ancora oggi gioca un ruolo precipuo nel plasmare la società russa: la Rivoluzione d’ottobre. Contraddittoria forza motrice di profondo cambiamento e trasformazione, la Rivoluzione d’ottobre sin dal suo avvento sembrava uno snodo storico ineluttabile. Come scrisse acutamente Nabokov, «era opinione diffusa che [la Rivoluzione] si fosse ripercossa sulla vita di ogni russo; un autore non poteva farci passare in mezzo il suo eroe senza che quello ne restasse scottato, e schivarla era impossibile». I saggi qui raccolti costituiscono una riflessione corale volta a restituire una visione eterogenea e ad ampio respiro su questa fase della Storia russa a cent’anni dal suo inizio (1917-2017). Interrogandosi su aspetti di carattere storico, politico, letterario e artistico, i contributi ne sottolineano l’estrema complessità, ne ricostruiscono campi di appartenenza e valori, elementi di frattura e continuità col passato, pur non dimenticandone l’attualità nel contesto odierno.
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31

D'Andrea, Maria Stella. Child abuse. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/alph10.

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Abstract:
La storia dell’infanzia è una storia ininterrotta di abusi e ancora oggi, inorriditi spettatori, assistiamo a episodi raccapriccianti di bambini sottoposti a violenze fisiche e psicologiche, senza percepire la vera portata di una realtà spesso inconfessata. Il fenomeno dell’abuso sui minori è una piaga destinata a restare drammaticamente sommersa se nei professionisti chiamati ad ascoltare e a visitare le giovani vittime mancano la capacità di interpretare le parole e i silenzi, se manca la comprensione delle varie forme con cui la violenza si può manifestare o la disponibilità a condividere percorsi di formazione comuni, multiprofessionali e interistituzionali. È dunque assolutamente indispensabile che i professionisti a cui è richiesto di valutare un sospetto caso di abuso siano in grado di mettere in campo un approccio adeguato e conoscenze specialistiche che possano tutelare i minori, sia a livello clinico che legale; che sappiano contestualizzare ogni segno rilevato alla luce della storia personale della vittima, del suo racconto dei fatti e di una valutazione psicologica approfondita. I segni diagnostici diretti sono infatti spesso esigui, aspecifici se non addirittura assenti, ma il ricordo degli eventi traumatici, seppur rimosso o negato, non può essere cancellato e potrà riaffiorare dolorosamente in qualsiasi momento.
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Santi, Claudia, and Daniele Solvi, eds. I santi internauti. Esplorazioni agiografiche nel web. Viella editrice, 2019. http://dx.doi.org/10.52056/9788833133096.

Full text
Abstract:
Il web costituisce oggi l’agorà in cui una molteplicità di soggetti scambia contenuti multimediali in tempo reale, agendo di volta in volta come produttore, fruitore o semplice “ripetitore”. In questa sorta di realtà di secondo grado, parallela al mondo reale, non potevano mancare i contenuti di carattere agiografico, tanto più in un’epoca che è stata definita di “rivincita del sacro”: il santo è ancora – o è tornato a essere – elemento vitale nella religiosità contemporanea ed è diventato oggetto di curiosità per una platea più ampia dei soli fedeli o praticanti cattolici. Allo scopo di indagare questa nuova dimensione del sacro risponde il presente volume, spazio di riflessione incentrato non tanto sul mezzo in sé quanto sullo specifico tema dei santi e delle devozioni del mondo contemporaneo, visti attraverso la lente del web.
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Baldini, Isabella, ed. Archeologia protobizantina a Kos. Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche30.

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Abstract:
Dopo le indagini condotte a Psalidi, nella basilica di S. Gabriele, e nell’episcopio urbano delle Terme Occidentali di Kos città, questo terzo volume di indagini archeologiche dell’Università di Bologna sugli edifici coi nella tarda antichità si concentra sul complesso ecclesiastico di Santo Stefano, sito nella baia sottostante al moderno insediamento di Kephalos. Il libro ne ricostruisce le complesse fasi costruttive, dalla fondazione – nel pieno dell’età giustinianea – alla sua conformazione monumentale conclusiva, quando esso assunse l’aspetto di una basilica doppia con annesso battistero che ancora oggi si può ammirare. Del complesso, il libro analizza anche il ricco apparato decorativo, architettonico, musivo, epigrafico, unendo la ricostruzione ‘strutturalista’ del monumento alla storia dell’insediamento costiero di Isthmos, in cui esso sorse e svolse la sua funzione di edificio di culto tra la tarda antichità e l’età bizantina.
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Botti, Federica. L'Eutanasia in Svizzera. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg233.

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Abstract:
Tra i paesi che consentono il ricorso all’eutanasia, la Svizzera presenta elementi peculiari e caratteristici. Il suo codice penale punisce, ancora oggi, sia l’aiuto al suicidio sia l’omicidio su richiesta. Non viene punito chi ha provocato la morte di un altro senza motivi egoistici o di interesse, affidando in questo modo la gestione delle attività di fine vita all’autotutela. Questo volume, facendo ricorso alle categorie del pluralismo ideologico e normativo, ricostruisce le basi teoriche, giuridiche e filosofiche, del modo di operare dell’ordinamento svizzero, dando conto delle recenti modifiche della Costituzione e inquadrando le pratiche di fine vita nel contesto del sistema sanitario elvetico. L’autrice ricostruisce con puntigliosa attenzione le disposizioni emanate dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM) in materia di cure palliative e di ricorso alle pratiche eutanasiche e analizza le disposizioni che regolano il testamento di fine vita e il ruolo del diritto tutorio, i riflessi del ricorso alle pratiche eutanasiche in rapporto alla stipula delle assicurazioni sulla vita e la funzione di associazioni di sostegno al suicidio assistito, quali Exit e Dignitas. Introduzione di Marco Ventura.
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Dallari, Filippo. Vincoli espropriativi e perequazione urbanistica. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg295.

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Abstract:
Il volume ricostruisce in un’ottica evolutiva la teoria dei vincoli urbanistici, approfondendo l’analisi dei connessi istituti della perequazione e della compensazione urbanistica. Attraverso un’organica ricostruzione dell’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, si è rilevato che la questione posta dalla teoria dei vincoli urbanistici – l’eccessiva discrezionalità, discriminatorietà delle scelte urbanistiche – è tuttora irrisolta: le prescrizioni urbanistiche sono ancora oggi sottoposte ad un sindacato giurisdizionale debole, è vincolo espropriativo esclusivamente la prescrizione puntiforme e l’indennità di esproprio dipende da come l’Amministrazione ha previamente qualificato il bene da espropriare. A fronte del mancato intervento statale, le regioni hanno affrontato le problematiche imposte dalla teoria dei vincoli, disciplinando autonomamente la materia: è stato ridisegnato il sistema dei piani, è stato attribuito un ruolo primario alla cd. urbanistica negoziata e sono stati introdotti istituti nuovi (perequazione e compensazione) che tuttavia mancano di un idoneo substrato dogmatico ricostruttivo. Si è quindi cercato di individuare le condizioni e i limiti di tali innovazioni normative anche alla luce della teoria dei vincoli. Sotto altro profilo si è ricercato il punto di equilibrio tra la teoria dei vincoli e l’affermazione del nuovo principio del contenimento del consumo di suolo. In questo senso il fulcro del diritto di proprietà è stato rinvenuto non più nella facoltà di costruire, bensì nella facoltà di utilizzare in modo produttivo ed economico i beni anche modificandone la destinazione. In caso di superamento di tale limite, la sanzione dovrebbe consistere nell’illegittimità della prescrizione e non nell’imposizione dell’indennizzo
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Bologna, Chiara. Stato federale e «national interest». Le istanze unitarie nell'esperienza statunitense. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg253.

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Abstract:
Le crescenti richieste di maggior autonomia da parte degli enti territoriali, stimolate dal processo di globalizzazione dell'economia e dalla crisi fiscale dello stato sociale, non fanno venir meno la necessità di interventi delle istituzioni nazionali che preservino l'unità giuridica e la coesione sociale dello stato. L'esperienza del regionalismo italiano è sotto questo profilo emblematica: il venir meno, con la riforma costituzionale del 2001, della clausola dell'interesse nazionale, non ha fatto venir meno l'esigenza di tutelare le istanze unitarie, richiedendo, come ha sottolineato la Corte costituzionale in più occasioni, «una deroga alla normale ripartizione di competenze». Può essere allora interessante cercare di capire come tale deroga sia avvenuta in un ordinamento, come quello statunitense, che si confronta da più di due secoli con la ripartizione verticale del potere e che sembra oggi, con la presidenza di Barack Obama, avviarsi ad una nuova stagione di vigorosi interventi nazionali. L'osservazione di un sistema come quello statunitense, propriamente federale, è ancor più utile in presenza di un innegabile avvicinamento tra il modello dello stato federale e quello dello stato regionale. Con quali meccanismi, allora, la federazione statunitense ha superato i limiti che il catalogo dei poteri enumerati in Costituzione sembrava assegnarle? Con quali strumenti è intervenuta, ad esempio, per garantire diritti civili e sociali?
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Govi, Elisabetta, ed. BIRTH. Archeologia dell’infanzia nell’Italia preromana. Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche31.

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Abstract:
L’archeologia dell’infanzia è un campo di ricerca molto attuale nel quadro internazionale degli studi dedicati all’antichità e negli anni più recenti ha visto una crescita considerevole anche grazie all’approccio interdisciplinare che arricchisce le indagini archeologiche di prospettive complementari, prime fra tutte quella dell’antropologia fisica e culturale. Il mondo infantile resta tuttavia molto difficile da analizzare per la scarsa visibilità che i bambini hanno in termini archeologici, a causa della fragilità dei resti ossei e della limitata evidenza sul piano sociale e culturale. Occorre allora adottare specifiche metodologie di indagine, capaci di fare emergere le tracce di una componente delle comunità antiche tanto significativa, quanto poco rappresentata a livello funerario. La attenta lettura contestuale dei dati riferibili ai bambini è il necessario presupposto per approdare a corrette ipotesi ricostruttive sulla percezione che ogni popolo aveva dell’infanzia. L’opera affronta il tema per la prima volta in modo sistematico e organico, mappando il fenomeno delle sepolture infantili nell’Italia del primo millennio a.C. Trenta saggi, scritti da circa sessanta studiosi, rendono questo volume la più aggiornata e completa raccolta di dati e di studi sull’archeologia dell’infanzia della penisola nell’età preromana. L’attenzione è rivolta non solo all’ambito sepolcrale, certamente il più ricco di informazioni, ma anche a quelli abitativo e santuariale molto meno noti, per ottenere un quadro conoscitivo il più possibile esteso e articolato. Dopo alcuni saggi che introducono alla riflessione teorica sviluppatasi attorno al tema, la prima parte dell’opera è dedicata ad un caso studio del mondo etrusco, oggetto di un recente progetto multidisciplinare; la seconda parte comprende numerosi contributi sull’Etruria, un territorio per il quale mancava finora una visione d’insieme su tutti i principali centri; la terza parte raccoglie saggi sulle popolazioni dell’Italia antica, offrendo uno straordinario sguardo sul mosaico di culture; infine un saggio finale, che delinea le coordinate culturali e antropologiche del fenomeno, valorizza la ricchezza e la complessità dell’opera. BIRTH costituisce il più completo strumento di conoscenza e di analisi del comportamento dei popoli dell’Italia antica nel trattamento funerario del bambino. Numerose appendici forniscono una dettagliata registrazione delle tombe infantili, base per ogni ricostruzione storica. L’opera è il primo passo di un percorso di studi destinato a proseguire, perché ancora molte sono le prospettive di indagine che l’archeologia dell’Italia preromana consente di sviluppare nell’ambito del più vivace dibattito scientifico internazionale sull’infanzia.
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