Dissertations / Theses on the topic 'Analisi morfologica e tipologica'
Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles
Consult the top 31 dissertations / theses for your research on the topic 'Analisi morfologica e tipologica.'
Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.
You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.
Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.
Rusticali, Chiara. "Lettura morfologica e tipologica di Cesena: tre progetti per la citta." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19311/.
Full textFrascaroli, Alessandra Camilla. "Analisi tipologica delle add-ons nel progetto abracadabra." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14010/.
Full textDavanzo, Giacomo <1990>. "Il dialetto di Ceggia. Analisi fono-morfologica e sintattica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8686.
Full textPittau, Sharon. "Analisi storica dell’evoluzione morfologica del tratto montano del Fiume Sillaro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15759/.
Full textMontoya, Cardona Monica Maria. "Analisi dinamica-morfologica dei corsi d'acqua pseudo meandriformi mediante modelli a fondo mobile." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425190.
Full textGualerzi, A. "ANALISI MORFOLOGICA DELLA MUCOSA ORALE CHERATINIZZATA UMANA NORMALE DOPO ESPOSIZIONE A STIMOLI ESOGENI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/215122.
Full textSBARRA, PAOLA. "Contributo della geomorfologia quantitativa alla caratterizzazione morfologica e morfodinamica di alcuni paesaggi italiani." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917391.
Full textZago, Michela <1979>. "Analisi morfologica e molecolare di cellule da colture primarie umane esposte a resine biocompatibili." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1078/1/Tesi_Zago_Michela.pdf.
Full textZago, Michela <1979>. "Analisi morfologica e molecolare di cellule da colture primarie umane esposte a resine biocompatibili." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1078/.
Full textMucci, Martina. "Analisi morfologica e scheletrica di associazioni sub-fossili a Vongola adriatica nell'Olocene del Nord Adriatico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textBucci, Maria Rita. "Analisi idro - morfologica dell'evoluzione del litorale indotta da opere a cresta bassa a Punta Marina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/730/.
Full textZavattini, Beatrice. "La corte rurale nell'Oltrepò mantovano: analisi tipologica e progetto di consolidamento strutturale della stalla-fienile appartenente alla Corte Bonassa a Gonzaga (MN)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textBedoni, M. "Analisi morfologica degli effetti di radiazioni ionizzanti su epidermide umana in un modello anatomico di colture organotipiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/63847.
Full textMonti, Matteo. "Analisi dell'evoluzione morfologica indotta ad Igea Marina (RN) da opere a cresta bassa mediante rilievi topobatimetrici ed aviotrasportati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/77/.
Full textMondin, Cristina. "Impianti di produzione ceramica e laterizia in epoca romana: analisi morfologica delle strutture e relazioni territoriali nella decima regio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426945.
Full textAll’origine di questa ricerca di dottorato c’era l’esigenza di analizzare nel dettaglio le strutture e la distribuzione degli impianti in un territorio naturalmente predisposto a questo tipo di produzioni. La fase preparatoria della ricerca ha riguardato lo studio delle fonti classiche, medievali e rinascimentali inerenti l’argomento trattato; a questo studio è stata affiancata la ricerca etnografica, al fine di avere un punto di riferimento anche per quanto concerne l’organizzazione della produzione. La prima parte della tesi riguarda essenzialmente le strutture e i resti individuati nel territorio della decima regio. Sono state analizate nel dettaglio le cave di approvvigionamento della materia prima; in particolare ne sono state riconosciute di tre diversi tipi: di collina, di pianura e di fiume. Per quanto riguarda le prime, in questo territorio non ne sono state scoperte, anche se la posizione di numerosi siti, in prossimità di zone pedemontane ricche di depositi di argilla, fa pensare che le cave di collina fossero comuni. Numerose sono invece le cave di pianura, ne sono state censite quindici di cui la maggior parte poste in aree extraurbane di bassa pianura; sono poche le aree estrattive indagate archeologicamente, la maggior parte sono state riconosciute tramite lo studio di foto aeree che hanno consentito di valutare l’organizzazione razionale delle fosse. Infine le cave di fiume sono rispetto alle altre difficilmente individuabili poiché collocate in aree golenali, soggette quindi all’esondazione dei fiumi; al momento ne è stata identificata solo una, ma dovevano essere sfruttate comunemente dagli impianti posti lungo i fiumi di montagna. Nei siti della decima regio sono state individuate anche numerose vasche per la preparazione degli impasti poste prevalentemente all’aperto. Questi bacini per la lavorazione di ceramica e di laterizi sono fra loro strutturalmente simili, tuttavia le vasche nei centri di lavorazione della ceramica erano utilizzate nel processo di decantazione, mentre quelle per la preparazione dei laterizi erano utilizzate per mescolare e impastare l’argilla con l’acqua. Le aree dei torni non sono state individuate e solo in due casi è stata proposta una localizzazione per le stesse. Gli essiccatoi invece in ambito urbano dovevano occupare spazi polifunzionali, da qui la difficoltà nel riconoscerli; mentre negli impianti di grandi dimensioni sono pochi i casi in cui sono state individuate grandi tettoie coperte. Più numerose sono poi le attestazioni di fornaci, per le quali si coglie un’evoluzione, nelle forme e dimensioni delle strutture periurbane, avvenuta tra la metà del I secolo a.C. e la metà del I d.C.; tale evoluzione sembra essere stata dettata dall’esigenza di avere strutture più capienti. Le fornaci extraurbane di grandi dimensioni rientrano pienamente nella tipologia proposta dalla Cuomo di Caprio ed erano spesso destinate a produzioni miste. Sono stati individuati cinque siti in buono stato di conservazione di cui si poteva ricostruire il percorso lavorativo dell’argilla. È emerso che il lavoro era organizzato con aree scoperte destinate all’accumulo delle materie prime, alle vasche di preparazione degli impasti e per la viabilità interna (in alcuni casi anche per le fornaci); e con aree coperte riservate alle fasi di modellazione, essiccamento e cottura. Infine dal punto di vista topografico sono documentate diverse concentrazioni di siti: com’era prevedibile la maggior parte degli impianti è posta nella bassa pianura, ricca di suoli limoso-argillosi, adatti soprattutto alla produzione di laterizi, e solcata da una fitta rete di fiumi navigabili che garantivano il facile commercio dei prodotti. Minori testimonianze sono state individuate in alta pianura e nel pedemonte, dove i siti erano collocati in prossimità delle aree di cava e lungo gli assi stradali. Infine poche sono le attestazioni di siti produttivi montani: si tratta di piccoli impianti dediti alla produzione di ceramica e laterizi; tali siti sono posti lungo le valli fluviali come quella dell’Adige, valli percorse anche dalle arterie stradali.
Martins, Elisângela Rosemeri Curti. "Tipologias de lagoas salinas no Pantanal da Nhecolândia (MS)." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8135/tde-14012013-172446/.
Full textThe Nhecolândia is a sub-region of the huge Pantanal of Mato Grosso, characterized by the presence of thousands of round shaped lakes. Previous work pointed out the large variability that exists between these saline or freshwater lakes, although they coexist in close proximity. The main objective of this study was to understand this variability in time and space, and to identify the processes responsible for this variability in order to develop a typology of lakes suitable for the region. At the regional scale, the total chemical charge was the main variability of surface waters. The distribution of the variable \"Electrical Conductivity\" (EC) did not reveal any type of distribution, at least across our sampling. The geostatistical study indicated that the process that controls the water acts locally, in the immediate vicinity of the Lakes. A local study carried out around a few lakes allowed identifying a threshold-based hydrological functioning, which had already been described in the literature. Our study allowed generalizing this functioning. It is in agreement with the bimodal statistical distribution of EC at the regional scale, and with the results of the geostatistical treatment that revealed a local process. However, such hydrological functioning cannot explain the seasonal changes in salinity. It must involve the remobilization, by the rains, of hyper-salines water stored around the lakes, and which have been surveyed by sub-surface electromagnetic induction. From the results of this work, both on lakes and on their immediate environment, we proposed a draft of lake typology based on the main axis of variability, that is Type 1 Preta Saline Lake and Type 2 Verde Saline Lake. The study highlighted the benefits of crossing several disciplines and technics (hydrological, pedological, geophysical, geochemical, limnological, among other) in a geographical approach of this singular region.
Dimartino, Rita <1981>. "Studio analitico della cultura materiale fra VII e IX secolo d.C. nella Regione di Samarcanda (Uzbekistan): analisi morfo-tipologica, produzione e commercio della ceramica di Kafir Kala." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4125/1/Dimartino_Rita_tesi.pdf.
Full textDimartino, Rita <1981>. "Studio analitico della cultura materiale fra VII e IX secolo d.C. nella Regione di Samarcanda (Uzbekistan): analisi morfo-tipologica, produzione e commercio della ceramica di Kafir Kala." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4125/.
Full textZiliani, Luca. "Ricostruzione e previsione dell'evoluzione morfologica di un alveo a fondo ghiaioso (f. Tagliamento): integrazione di modellazione numerica, analisi GIS e rilievi di terreno." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421699.
Full textLo studio delle variazioni morfologiche e la previsione dell'evoluzione futura degli alvei fluviali rivestono un ruolo primario per la loro gestione e conservazione. Diverse tecniche applicate singolarmente conducono a una comprensione soddisfacente dello stato morfodinamico di un alveo fluviale, un approccio integrato è tuttavia auspicabile in quanto permette di sviluppare una conoscenza più robusta dei processi e permette di esprimere giudizi con livelli di confidenza più elevati. In questo lavoro di ricerca è stato intrapreso lo sforzo di integrare e coniugare due approcci molto diversi dal punto di vista metodologico e concettuale, l'analisi GIS e di campo e la modellazione numerica morfodinamica. Il caso studio oggetto della ricerca è un tratto del fiume Tagliamento (Friuli Venezia Giulia) di circa 49 km impostato tra la stretta morfologica di Pinzano e la località San Mauro, coincidente grossomodo con il cosiddetto Medio Tagliamento. Attraverso l'applicazione di tecniche GIS, rilievi topografici e rilievi geomorfologici è stato possibile ricostruire con elevato dettaglio le variazioni manifestate negli ultimi 200 anni dall'alveo del fiume Tagliamento. La quantificazione degli impatti antropici ha permesso di evidenziare i legami diretti causa-effetto esistenti con i processi di restringimento ed incisione avviati durante la prima metà del '900, cresciuti per intensità fino agli anni '90 e seguiti da una recente fase di recupero morfologico. Al fine di supportare e completare le valutazioni emerse da quest'analisi storica, è stata intrapresa una via d'indagine morfologica alternativa modellistico-numerica. Le scale spazio-temporali interessata dall'analisi GIS (Geographic Information System) e di campo hanno vincolato la scelta ad un modello in grado di simulare ampi periodi temporali per contesti con dimensioni assimilabili a quelle del tratto studio. La scelta è ricaduta su un modello morfodinamico a schema cellulare denominato CAESAR (Cellular Automaton Evolutionary Slope And River model), appartenente alla classe di modelli cosiddetti a "complessità ridotta" (Reduced Complexity Models, RCM). La tipologia stessa del modello ha richiesto che fosse affrontata, in via preliminare alla sua calibrazione e validazione, un'approfondita analisi di sensitività . In seguito alla sua validazione il modello è stato applicato per un calcolo a scala di tratto del bilancio di sedimenti e per l'implementazione di una strategia "what-if scenarios". E' stato così possibile far emergere la significativa variabilità longitudinale del trasporto al fondo effettivo medio annuo, l'influenza dell'attività erosiva laterale sulla dinamica complessiva dei sedimenti e la scarsa rilevanza sulle tendenze evolutive planimetriche della variazione di apporto solido in ingresso al tratto studio. L'integrazione delle valutazioni numeriche e di analisi classica ha permesso di isolare le cause antropiche alla base delle variazioni morfologiche storiche e di esprimere valutazioni quantitativamente e concettualmente più fondate sulla possibile evoluzione morfologica futura del fiume Tagliamento.
CREMONA, Maria Giovanna. "STRATEGIE DI SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE LITICHE NELLA PRIMA PARTE DELL’EPIGRAVETTIANO RECENTE DELL’ITALIA NORD-ORIENTALE. ANALISI TECNO-TIPOLOGICA DI UN LIVELLO PROVENIENTE DALL’AREA INTERNA DEL SITO DI RIPARO TAGLIENTE: L’UNITA’ STRATIGRAFICA 13A ALFA." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389357.
Full textGnucci, Valentina. "Metodi speditivi per la valutazione del comportamento strutturale di edifici intelaiati in c.a. mediante l'applicazione di reti neurali. Studio dell'influenza delle caratteristiche meccaniche e geometriche: scelta dei parametri di analisi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textRusso, Giulio. "Metodi speditivi per la valutazione del comportamento strutturale di edifici intelaiati in c.a. mediante l'applicazione di reti neurali. Studio dell'influenza delle caratteristiche meccaniche e geometriche: analisi e valutazione dei risultati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textAquilino, Martina. "Trasformazioni architettoniche e urbane in Romagna in età Fascista. Il caso di Castrocaro e della sua Casa del Fascio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Find full textSPADOLA, GIORGIO. "CARATTERIZZAZIONE DELLA MICOFLORA ASSOCIATA AI PRODOTTI CARNEI STAGIONATI SUINI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA PRESENZA DI PENICILLIUM NORDICUM ED AL SUO BIOCONTROLLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2474.
Full textPenicillium nordicum is an important contaminant of cured meat products, representing 10% and 26% of the Penicillium spp. isolated, respectively, from the air or the products in a survey managed in Italy (Battilani et al., 2007). Several P. nordicum cured meat isolates proved to be important producers of ochratoxin A, OTA (Sansom and Frisvad, 2004; Pietri et al., 2006; Battilani et al., 2010). Currently, the appropriate setting of environmental conditions (temperature, relative humidity and air circulation), is the only accepted tool to prevent the uncontrolled growth of P. nordicum inside dry-curing plants through a carefully structured Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP) plan (Asefa et al., 2011; Virgili et al., 2012). Even if the HACCP system has been successfully applied in the food industry, there are food safety hazards not carefully considered. This is especially true with regard to mycotoxigenic hazards associated with animal food products. The term “mycotoxigenic hazards” is used by Asefa et al. (2011) to describe pathogenic yeasts and toxic secondary metabolites of toxigenic moulds that contaminate food products and affect food safety. Most HACCP plans in food processing activities, such as the production of cheese and dry-cured meat products, considered mainly bacterial agents (Arvanitoyannis and Mavropoulos, 2000; Barbuti and Parolari, 2002), even if such food products get often contaminated with mycotoxigenic fungi and their metabolites (Spotti et al 1989; Spotti et al., 2001a; Battilani et al 2007). Therefore, it should be crucial to define a HACCP plan specifically focused on the mycotoxigenic hazards. The identification, control and standardization of the surface mycoflora of cured meat products is mandatory to preserve the productions safety and the consumers health. This is the context of the effectiveness and reliability evaluation for the Penicillium spp. identification methods of interesting species for food production. In this context, the research project of this PHD thesis tried to fill some gaps of knowledge with the attempt to limit the mycotoxigenic risk in the cured meat products chain. The following topics were faced: 1. study of the composition and dynamic of fungal microflora present on the surface of cured meat products (salami) and the air of seasoning environments taking into account the influence of some process parameters (starter inoculum, curing temperature, stage of seasoning). 2. development of a MALDI TOF MS method for the identification of Penicilium at species level for future direct screening perspectives of the microflora present on cured meat products. 3. comparison and integration of different techniques, as morphological, molecular and mass spectral analysis, for the identification of Penicillium species in cured meat products. 4. evaluation of selected yeasts, isolated from dry-cured ham surface, to compete with P. nordicum and to inhibit OTA accumulation in the perspective of their use as surface starter biocontrol agents.
SPADOLA, GIORGIO. "CARATTERIZZAZIONE DELLA MICOFLORA ASSOCIATA AI PRODOTTI CARNEI STAGIONATI SUINI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA PRESENZA DI PENICILLIUM NORDICUM ED AL SUO BIOCONTROLLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2474.
Full textPenicillium nordicum is an important contaminant of cured meat products, representing 10% and 26% of the Penicillium spp. isolated, respectively, from the air or the products in a survey managed in Italy (Battilani et al., 2007). Several P. nordicum cured meat isolates proved to be important producers of ochratoxin A, OTA (Sansom and Frisvad, 2004; Pietri et al., 2006; Battilani et al., 2010). Currently, the appropriate setting of environmental conditions (temperature, relative humidity and air circulation), is the only accepted tool to prevent the uncontrolled growth of P. nordicum inside dry-curing plants through a carefully structured Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP) plan (Asefa et al., 2011; Virgili et al., 2012). Even if the HACCP system has been successfully applied in the food industry, there are food safety hazards not carefully considered. This is especially true with regard to mycotoxigenic hazards associated with animal food products. The term “mycotoxigenic hazards” is used by Asefa et al. (2011) to describe pathogenic yeasts and toxic secondary metabolites of toxigenic moulds that contaminate food products and affect food safety. Most HACCP plans in food processing activities, such as the production of cheese and dry-cured meat products, considered mainly bacterial agents (Arvanitoyannis and Mavropoulos, 2000; Barbuti and Parolari, 2002), even if such food products get often contaminated with mycotoxigenic fungi and their metabolites (Spotti et al 1989; Spotti et al., 2001a; Battilani et al 2007). Therefore, it should be crucial to define a HACCP plan specifically focused on the mycotoxigenic hazards. The identification, control and standardization of the surface mycoflora of cured meat products is mandatory to preserve the productions safety and the consumers health. This is the context of the effectiveness and reliability evaluation for the Penicillium spp. identification methods of interesting species for food production. In this context, the research project of this PHD thesis tried to fill some gaps of knowledge with the attempt to limit the mycotoxigenic risk in the cured meat products chain. The following topics were faced: 1. study of the composition and dynamic of fungal microflora present on the surface of cured meat products (salami) and the air of seasoning environments taking into account the influence of some process parameters (starter inoculum, curing temperature, stage of seasoning). 2. development of a MALDI TOF MS method for the identification of Penicilium at species level for future direct screening perspectives of the microflora present on cured meat products. 3. comparison and integration of different techniques, as morphological, molecular and mass spectral analysis, for the identification of Penicillium species in cured meat products. 4. evaluation of selected yeasts, isolated from dry-cured ham surface, to compete with P. nordicum and to inhibit OTA accumulation in the perspective of their use as surface starter biocontrol agents.
BIAGINI, CARLO. "Dalla lettura tipologica e manualistica al progetto di recupero. Metodi e strumenti per la valutazione della trasformabilità dell'edilizia ospedaliera storica." Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/1008128.
Full textGAROTTI, CRISTINA. "La costruzione del sistema urbano della “Romandìola”. Analisi dei modelli insediativi, morfotipologici e delle relazioni strutturali tra i centri." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592719.
Full textBARLOZZINI, BARBARA. "Analisi morfologica e molecolare della popolazione toscana di Cistus laurifolius L." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/799654.
Full textVan, Heerden Helga Dieta. "L'Inferno e Ugone d'Alvernia: analisi morfologica di un testo cavalleresco e analisi comparativa di Alcuni inferni." Thesis, 1987. https://hdl.handle.net/10539/25828.
Full textThis thesis examines a medieval text which forms part of Italian chevalric literature i.e. The story of Ugone d'Alvernia. Its original name was Huon d'Auvergne. Firstly the text will be examined from the historic angle and then from a more scientific point of view. It shows how the original "chanson de geste", written in French was brought by the French "jongleurs" into Italy and became initialized, producing a unique phenomenon, a linguistic mixture known as franco-venetian. This literature played a decisive part in the diffusion of the stories surrounding Charlemagne. Huon d'Auvergne was elaborated and extended by Andrea da Barberino (c. 1370-1432) and called La Storia di Ugone d' Alvernia (The story of Ugone Of Alvernia). Various descents into Hell are then examined , from both the classic and the Christian point of view. This examination leads on to the comparison of the two "Inferni" described by Andrea da Barberino in his two works La Storia di Ugone d' Alvernia and in Guerino il Meschino with the descent described by Dante in his Inferno. A morphological analysis of the text is then undertaken. It applies the theory propounded and used by Propp in his morphological analysis of some Russian fairy tales. According to the theory there are thirty-one "functions" which can be applied in such an analysis
Andrew Chakane 2018
COMMODARI, ARIANNA. "L’occupazione romana e medievale nella pianura di Pisa. Analisi morfologica delle forme agrarie e urbane, e studio delle dinamiche paesaggistiche." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1247163.
Full textThe plain of Pisa, located in northwestern Tuscany, close to the Arno River’s delta, which flows into the Ligurian Sea near the town of Pisa after 241 km, is the result of different geomorphological processes (erosion, transport, accumulation). These are mainly conditioned by the fluvial and marine system (fluvial sedimentary accumulation, formation of the delta system, progradation of the coastline), as well as by human intervention, which together have led to its current formation. The abundance of natural resources, in particular water resources, the geographical location and the accessibility of the plain are some of the factors that have favoured a stable and lasting settlement since the Lower Palaeolithic. The populations that lived here over the course of the historical periods, however, had to face the changing and dynamic character of the plain, and in particular the force of the water, which represented an inestimable resource as well as an unpredictable danger. The research carried out during this PhD particularly focuses on the study of two historical phases that were crucial in the formation of the Pisa plain: the Roman and the medieval periods. The interventions carried out at the time of the Augustan colonization (I century BC) transformed the plain, impacting the rural landscape through the construction of a new agrarian system or the centuriation of Pisa, which still significantly structures the hydric network, the road network and the settlement system today. The transformation and transmission process of the orthogonal grid requires a developed analysis of the factors that have made it “visible” during different historical phases. This is especially true for the medieval period, which is characterised by the “return” of the Municipality of Pisa, a centralised power that was able to exercise greater control over territory and water resources. This research aims to reconstruct the main characteristics and the different evolutionary phases of the centuriated landscape over the centuries through the study of the palaeoenvironmental and palaeohydrographic dynamics that have affected Pisa even before Roman colonization. An interdisciplinary and diachronic methodological approach was applied in order to best identify and understand the natural and anthropic factors that have conditioned this “constructive” process over time. The morphological analysis of the urban and agrarian parcels allowed the recognition of the organisational forms of the Pisan landscape, in particular of the centurial grid and the phenomena of transmission and deformation of its constituent elements. The integration of the stratigraphic database (enriched by a coring campaign carried out in 2016 in collaboration with several Italian universities) with the historical-archaeological, archival and planimetric data has made it possible to obtain new results on the pedosedimentary and paleohydrographic evolution of the Pisan plain. It has also permitted us to propose new hypotheses on the paleogeography of the Roman period as well as its evolution over the centuries. Surface and subsoil surveys have made it possible to reconstruct the relationship between the settlement system, the forms of exploitation and management of resources, the palaeoenvironmental and palaeohydrographic transformations and the morphological dynamics (modes of transmission and/or transformation of the centurial grid) over the long term, demonstrating that the visible centuriation in its “most updated” version is the result of a long and continuous process of humanenvironment interaction.
La plaine de Pise, située au nord-ouest de la Toscane, près du delta de l’Arno qui, après 241 km, se jette dans la mer Ligure à une faible distance du centre urbain de Pise. Différents processus géomorphologiques (érosion, transport, accumulation), principalement conditionnés par le système fluvial et marin (apport sédimentaire d’origine fluviale, formation du système deltaïque, progradation de la ligne de côte), ainsi que par les interventions humaines qui ensemble ont mené à sa configuration actuelle. L’abondance des ressources naturelles, en particulier des ressources en eau, la localisation géographique et l’accessibilité de la plaine sont quelques-uns des facteurs qui ont favorisé un occupation stable et durable depuis le Paléolithique inférieur. Les populations qui se sont succédées au cours des époques historiques ont néanmoins dû faire face au caractère changeant et dynamique de la plaine, et en particulier à la force de l’eau, qui a représenté une ressource inestimable ainsi qu’un imprévisible danger. Les recherches menées en particulier dans le cadre du doctorat se concentrent sur l’étude de deux phases historiques cruciales dans le processus de formation de la plaine de Pise : l’époque romaine et l’époque médiévale. Les interventions réalisées lors de la colonisation augustéenne (Ier siècle av. J.-C.) ont transformé la plaine, modifiant en profondeur le paysage rural par la mise en oeuvre d’une nouvelle planification agraire, la centuriation de Pise, qui structure encore significativement le réseau hydraulique, le réseau routier et le système urbain. L’étude du processus de transformation et de transmission du réseau orthogonal nécessite une analyse approfondie des facteurs qui, au cours des différentes phases historiques, l’ont rendu “ visible ”, surtout pendant la période médiévale caractérisée par le “ retour ” d’un pouvoir centralisé, celui de la Commune de Pise, capable d’exercer un plus grand contrôle sur le territoire et les ressources hydriques. La recherche vise à reconstituer les principales caractéristiques et les différentes phases d’évolution du paysage centurié au cours des siècles, ce qui implique une étude approfondie des dynamiques paléoenvironnementales et paléohydrographiques qui ont affecté le contexte de Pise avant même la colonisation romaine. Pour obtenir les résultats attendues, une approche méthodologique interdisciplinaire et diachronique a été utilisée, capable de saisir les facteurs naturels et anthropiques qui, au cours des siècles, ont conditionné ce processus “ constructif ”. La lecture morphologique des parcelles urbaines et agraires a permis la reconnaissance des formes d’organisation du paysage de Pise, en particulier de la grille centuriée et des phénomènes de transmission et de déformation de ses éléments constitutifs. L’intégration des données stratigraphiques, enrichis par une campagne de carottages menée en 2016 en collaboration avec d’autres universités italiennes, aux résultats de l’étude historique-archéologique, archivistique et planimétrique, a permis d’obtenir de nouveaux résultats sur l’évolution pedosédimentaire et paléohydrographique de la plaine pisane étudié et de formuler des nouvelles hypothèses sur le scénario paléogéographique à l’époque romaine et son évolution pendant les siècles suivants. Les études de surface et de sous-sol ont ainsi permis de reconstituer la relation existante entre le système de peuplement, les formes d’exploitation et de gestion des ressources, les transformations paléoenvironnementales et paléohydrographiques et les dynamiques morphologiques (modalités de transmission et/ou de transformation de la trame centuriée) dans la longue durée, montrant que la centuriation visible dans sa version “ la plus actuelle ” est le résultat d’un processus long et continu d’interaction homme-environnement.
DI, LORENZO CRISTINA. "Ceramica di produzione coloniale di VII e VI secolo a.C. dall'Edificio V di Francavilla Marittima (Cs): analisi, distribuzione ed interpretazione." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3117068.
Full text