Academic literature on the topic 'Analisi di rischio sanitario ambientale'

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Journal articles on the topic "Analisi di rischio sanitario ambientale"

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Arcidiacono, C., R. M. S. Costa, I. Grasso, M. A. Ragusa, R. V. Rapicavoli, M. Seminara, and V. Veneziano. "Naturalità e Vulnerabilità Ambientale nei Siti Natura 2000 che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Caso studio SIC Foce Neto." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 51, no. 381 (June 29, 2018): FP7—FP145. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v51i381.2.

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Abstract:
La regione Calabria vanta 179 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale). La carenza di studi sullo stato di conservazione e qualità ambientale dei suddetti siti (naturalità, artificialità, sensibilità, vulnerabilità e rischio) ha indotto gli AA. a caratterizzare i 10 SIC che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Attraverso l'ILC (Index of Landscape Conservation) e l'ESAi (Environmentally Sensitive Areas Index), è stata condotta un‟analisi ambientale finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle criticità. Muovendo dalla Carta d'Uso del Suolo (CLC) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità-Artificialità e la Carta della Sensibilità Ambientale dei suddetti siti. Lo studio chiude con un approfondimento metodologico sulle opportune modalità da adottare per caratterizzare un SIC; modalità suggerite dalle analisi ambientali eseguite soprattutto sul SIC Foce Neto adottando una capillare indagine geobotanica condotta con metodo fitosociologico.
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Arcidiacono, Caterina, Fortuna Procentese, Agostino Carbone, Maria Grazia Cerasuolo, and Alfredo Natale. "Il modello ecologico come strumento di analisi di una comunitŕ di migranti in una realtŕ locale." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 41–52. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001004.

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Abstract:
La ricerca ha voluto applicare il modello ecologico di Prilleltensky allo studio di una realtŕ locale. Lo scopo č stato individuare i fattori che caratterizzano la vita della comunitŕ di immigrati dell'agro aversano. La realtŕ presa in esame č San Marcellino, piccolo paese della periferia Casertana, terra di criminalitŕ, ingiustizia e immigrazione. Č in questo territorio che a trovare la propria dimora č la comunitŕ di musulmani maghrebini, che da anni risiede stabilmente in questi luoghi. Lo studio ha considerato molteplici livelli d'analisi, a partire da quello individuale a quello socio-ambientale, rintracciando i fattori promotori di benessere e all'opposto quelli di rischio. A tal fine, abbiamo utilizzato la Grounded Theory grazie alla quale siamo giunti a costruire teorie di riferimento a partire dalle interviste fornite dai partecipanti. Abbiamo poi considerato il ruolo del potere e della politica nell'informare il benessere di questa comunitŕ, rintracciando i fattori che ci permettono di analizzare questioni solitamente non indagate, come ad esempio, l'inaccessibilitŕ alle infrastrutture, una burocrazia rigida, assenza di tutele legislative. A fungere da supporto sociale č la presenza di associazioni di volontariato, e soprattutto, della moschea locale, luogo d'incontro, supporto e condivisione per eccellenza.
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Tramonti, Francesco. "L'anello mancante: verso una contestualizzazione del caregiving nell'ambito delle relazioni familiari." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 51 (August 2020): 40–60. http://dx.doi.org/10.3280/pr2020-051004.

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Abstract:
Lo studio del carico assistenziale dei caregivers, ossia delle persone che si prendono cura di chi ha una malattia, riscontra un crescente interesse in ambito sanitario, anche in considerazione del fatto che la ricerca indica che un'assistenza intensa e prolungata può mettere a serio rischio il benessere psicofisico di chi la presta. Gli studi tendono tuttavia a focalizzarsi sulle dimensioni individuali di potenziale distress, o tutt'al più sulle interazioni diadiche tra caregivers e persona malata, trascurando i contesti allargati, familiari e socioculturali, all'interno dei quali è necessario inquadrare il fenomeno del caregi-ving per una sua comprensione il più possibile accurata. Esistono modelli di analisi dei processi di adattamento familiare al-la malattia che possono fornire un contributo prezioso per una conte-stualizzazione delle relazioni di caregiving, oltre che per enucleare le numerose variabili implicate in questi processi relazionali e le loro reciproche e incessanti interazioni. Il tema assume particolare rilevan-za alla luce dei cambiamenti epidemiologici che hanno investito la maggior parte delle società industrializzate negli ultimi decenni e del crescente interesse verso un'inclusione più articolata e sistematica dei trattamenti psicologici e psicoterapici in ambito ospedaliero o nel campo delle cure primarie.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Calenda, Giorgio, and Umbro Sciamannini. "Le tecnologie tutte italiane per la prevenzione delle infezioni nosocomiali." Journal of Advanced Health Care, August 24, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-013.

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Abstract:
Prevenire il 30% delle infezioni contratte dai pazienti durante e dopo il ricovero ospedaliero è l’obiettivo di medici, politici e associazioni di pazienti per arginare quest’emergenza sanitaria, che conta mezzo milione di casi all’anno e che uccide -numeri alla mano- più degli incidenti stradali: ogni anno le regioni pagano indennizzi milionari alle famiglie che hanno subito danni nella sanità. Una tecnologia innovativa tutta italiana è stata messa a punto per porre una valida ed efficace barriera, sulle infezioni e sepsi d’organo, in ambito delle strutture Ospedaliere ad alta tecnologia. La gamma è denominata ABT 9000 ed ABT 3000 realizzate dopo circa 20 anni di ricerca. Da una attenta analisi emerge la necessità di tutela prima, durante e dopo l’attività lavorativa in ambito sanitario: mettere a disposizione degli operatori tecnologie sempre innovative per la loro protezione, per quella ambientale e, in sostanza, generare automaticamente l’innalzamento della qualità lavorativa e –più in generale- di tutto l’ambiente. Il controllo del rischio biologico-chimico reale, effettivamente validato in ABT, diminuisce lo stress professionale, migliora il microclima di lavoro, abbatte i costi delle gravissime infezioni o sepsi d’organo con meno utilizzo di antibiotici e relativa antibiotico resistenza, dovuta all’uso sempre maggiore di antimicrobici sofisticati ad alto peso. Altro aspetto migliorativo –non meno importante– è quello di poter ottenere un elevato miglioramento dei tempi di lavoro. In tal senso, una sola apparecchiatura ABT 9000 si stima possa catturare circa 24 tonnellate annue (ipotizzando un pieno al giorno) e inertizzare con un’azione biologica (denaturazione/inibizione) i nuclei interni alle Rna resistenti, presenti nel Dna. Inoltre, viene garantita la difesa ambientale nel rispetto degli accordi stato-regione tra Ministero della Salute e quello dell’Ambiente -la tecnologia soddisfa infatti l’art. 214 del dLg 152/2006 inerente la riduzione di rifiuti speciali e la loro gestione in sicurezza- oltre che il risparmio che la Struttura ottiene non dovendo affidare i rifiuti liquidi a ditta specializzata per il loro smaltimento. Il sistema è unico ed esclusivo, dotato di due patent PCT internazionali e realizzato nel rispetto delle recenti normative ISO 62366 Usability al servizio delle risorse umane impiegate. La nuova proposta “ABT” fornisce ulteriori vantaggi sulla gestione delle risorse umane, migliorando le condizioni psico-fisico-relazionali e organizzative che ne caratterizzano il lavoro all’interno delle aziende sanitarie.
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana, et al. "Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, no. 4 (December 22, 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Abstract:
Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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Dissertations / Theses on the topic "Analisi di rischio sanitario ambientale"

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Crespi, Matteo. "Messa in sicurezza permanente di un'area ferroviaria dismessa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente elaborato di tesi è stato svolto durante un tirocinio effettuato presso l’azienda Ecosurvey®, con sede a Bologna. L’oggetto dell'elaborato è un’area ubicata nei pressi della stazione ferroviaria di Fortezza, in provincia di Bolzano; su tale area verrà realizzato il progetto denominato “Nuova viabilità di accesso Riol”, che prevede la realizzazione di un sottopasso stradale per l’attraversamento del tracciato ferroviario. Nella zona di realizzazione del sottopasso è stata riscontrata la presenza di terreni frammisti a materiali di rifiuto interrati, assimilabili a residui carboniosi derivanti dalla combustione delle caldaie dei locomotori a vapore, operativi sulla tratta ferroviaria del Brennero per circa un secolo. Tale materiale si configura come materiale di riporto storico, prodotto e messo in opera prima dell’entrata in vigore DPR 915/82; ai sensi di tale norma l’area di studio non è dunque una discarica abusiva o un luogo in cui vi sia stato abbandono di rifiuti. Per assimilare il materiale rinvenuto ad un riporto inerte, anche ai fini dell’applicazione dell’art. 185, c.1, lettera b) e c) del D.Lgs 152/06, è stato necessario verificare che il materiale non determini rischi di contaminazione delle acque né rischio per la salute umana. Lo scopo della presente tesi è stato quello di contribuire all’esame delle indagini preliminari dell’area del progetto “Nuova viabilità di accesso Riol”. Tali indagini hanno previsto le seguenti attività: - esame delle indagini pregresse e definizione del modello concettuale del sito; - esame delle tecniche di bonifica applicabili ai sito, qualora sia necessaria la sua bonifica; - elaborazione dell’analisi di rischio sanitaria ed ambientale, per valutare la necessità di bonifica; - esame delle modalità di gestione dei terreni di scavo, in coerenza con la destinazione d’uso ferroviaria e le opere di progetto previste per il sito.
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SERRA, PAOLO. "Analisi del rischio ed impatto ambientale della produzione di energia elettrica utilizzando sorgo da biomassa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10808.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato analizza l’utilizzo del sorgo (Sorghum bicolour (L.) Moench) al fine di produrre energia elettrica, tramite combustione diretta della biomassa. Il focus della tesi è stato quello di sottolineare i benefici ed i rischi associati all’uso di tre genotipi di sorgo caratterizzati da diversa lunghezza del ciclo culturale (precoce, medio-tardivo e tardivo). La dinamica e la durata del processo di essicazione in campo sono state simulate attraverso un modello ad hoc (“sorghum haying model”), il quale integrato a CropSyst, è stato utilizzato per realizzare un’analisi del rischio produttivo stimando le perdite di biomassa (respirazione e meccanizzazione), ed i mancati affienamenti. Nell’analisi del rischio vengono stimati il numero di ettari necessari e la probabilità di eccedere la soglia di 64.000 ton ss anno-1 necessari per l’alimentazione di una centrale nell’Oltrepò pavese . Inoltre uno studio di Life Cycle Assessment è stato condotto per la valutazione dell’impatto ambientale dell’utilizzo del sorgo integrato a quello della paglia per il completamento del fabbisogno totale della centrale 94.000 ton ss anno-1. Particolare attenzione inoltre è stata data alla variazione del contenuto di C organico del suolo dovuto alla rimozione della paglia ed all’interramento dei mancati affienamenti di sorgo. Il genotipo precoce mostra le migliori performance produttive ed energetiche oltre che la più alta probabilità di eccedere la soglia di 64.000 ton ss anno-1. Lo studio di LCA non ha mostrato differenze significative tra i genotipi anche se il minor impatto ambientale, è stato evidenziato dal genotipo tardivo conseguenza dell’interramento della più alta quantità di mancati affienamenti.
This PhD thesis explores the use of sorghum (Sorghum bicolour (L.) Moench) as a dedicated bio-energy crop and highlights the benefits and risks associated with the use of early, medium-late and late sorghum genotypes to generate electricity by direct combustion in a biomass power plant. The dynamics and duration of the field drying process were simulated through the development of a specific model ("sorghum haying model"), which integrated with CropSyst, was used to perform a production risk assessment analysis estimating the biomass losses (respiration and mechanical), the haymaking failures and consequently to quantify the amount of dry baled biomass available for the power plant. In addition, the number of hectares needed to plant sorghum and the probability to exceed the threshold of 64000 Mg DM y-1, necessary to feed a biomass power plant in Oltrepò Pavese, were estimated. A complete Life Cycle Assessment (LCA) study was carried out in order to evaluate the environmental impact of the three sorghum genotypes involved in this study. The LCA study takes into consideration the use of winter wheat straw as an additional biomass source to satisfy the total biomass power plant needs (94000 Mg DM y-1). Particular attention was given to the soil organic C change (ΔSOC) due to straw removal and haymaking failures soil incorporation. Early genotype showed the best biomass production and energy performance as well as the highest probability to exceed the threshold of 64000 Mg DM y-1. The LCA results did not show significant differences between genotypes although the lower environmental impact, has been achieved by the late genotype due to the highest amount of haymaking failures incorporated in the soil.
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SERRA, PAOLO. "Analisi del rischio ed impatto ambientale della produzione di energia elettrica utilizzando sorgo da biomassa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10808.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato analizza l’utilizzo del sorgo (Sorghum bicolour (L.) Moench) al fine di produrre energia elettrica, tramite combustione diretta della biomassa. Il focus della tesi è stato quello di sottolineare i benefici ed i rischi associati all’uso di tre genotipi di sorgo caratterizzati da diversa lunghezza del ciclo culturale (precoce, medio-tardivo e tardivo). La dinamica e la durata del processo di essicazione in campo sono state simulate attraverso un modello ad hoc (“sorghum haying model”), il quale integrato a CropSyst, è stato utilizzato per realizzare un’analisi del rischio produttivo stimando le perdite di biomassa (respirazione e meccanizzazione), ed i mancati affienamenti. Nell’analisi del rischio vengono stimati il numero di ettari necessari e la probabilità di eccedere la soglia di 64.000 ton ss anno-1 necessari per l’alimentazione di una centrale nell’Oltrepò pavese . Inoltre uno studio di Life Cycle Assessment è stato condotto per la valutazione dell’impatto ambientale dell’utilizzo del sorgo integrato a quello della paglia per il completamento del fabbisogno totale della centrale 94.000 ton ss anno-1. Particolare attenzione inoltre è stata data alla variazione del contenuto di C organico del suolo dovuto alla rimozione della paglia ed all’interramento dei mancati affienamenti di sorgo. Il genotipo precoce mostra le migliori performance produttive ed energetiche oltre che la più alta probabilità di eccedere la soglia di 64.000 ton ss anno-1. Lo studio di LCA non ha mostrato differenze significative tra i genotipi anche se il minor impatto ambientale, è stato evidenziato dal genotipo tardivo conseguenza dell’interramento della più alta quantità di mancati affienamenti.
This PhD thesis explores the use of sorghum (Sorghum bicolour (L.) Moench) as a dedicated bio-energy crop and highlights the benefits and risks associated with the use of early, medium-late and late sorghum genotypes to generate electricity by direct combustion in a biomass power plant. The dynamics and duration of the field drying process were simulated through the development of a specific model ("sorghum haying model"), which integrated with CropSyst, was used to perform a production risk assessment analysis estimating the biomass losses (respiration and mechanical), the haymaking failures and consequently to quantify the amount of dry baled biomass available for the power plant. In addition, the number of hectares needed to plant sorghum and the probability to exceed the threshold of 64000 Mg DM y-1, necessary to feed a biomass power plant in Oltrepò Pavese, were estimated. A complete Life Cycle Assessment (LCA) study was carried out in order to evaluate the environmental impact of the three sorghum genotypes involved in this study. The LCA study takes into consideration the use of winter wheat straw as an additional biomass source to satisfy the total biomass power plant needs (94000 Mg DM y-1). Particular attention was given to the soil organic C change (ΔSOC) due to straw removal and haymaking failures soil incorporation. Early genotype showed the best biomass production and energy performance as well as the highest probability to exceed the threshold of 64000 Mg DM y-1. The LCA results did not show significant differences between genotypes although the lower environmental impact, has been achieved by the late genotype due to the highest amount of haymaking failures incorporated in the soil.
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Cecchini, Barbara. "Analisi quantitativa del rischio di contaminazione ambientale dovuto al trasporto in condotta di greggio petrolifero: un caso di studio." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1506/.

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Donadello, Giulia <1988&gt. "Analisi di rischio spaziale per la valutazione del raggiungimento del Buono Stato Ambientale nelle aree marine." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10380.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, molteplici forzanti di origine antropica e naturale, così come gli effetti dei cambiamenti climatici, stanno ponendo crescenti pressioni sugli ecosistemi marini, compromettendo il futuro utilizzo di beni e servizi ecosistemici. Il crescente interesse su tali temi è sottolineato dalla Direttiva Europea sulla Strategia Marina (MSFD), che propone un approccio integrato alla gestione delle aree marine al fine di raggiungere il buono stato ambientale entro il 2020. In questo contesto, la valutazione del rischio ambientale rappresenta un efficace strumento per affrontare le numerose minacce generate da forzanti climatiche ed antropiche, che agiscono sugli ecosistemi marini (es. aumento temperatura, inquinamento). Nell’ambito di questa Tesi, mediante un processo strutturato in quattro fasi consecutive (analisi del pericolo, esposizione, vulnerabilità e rischio), è stata realizzata una valutazione spaziale mirata ad individuare aree e recettori a maggior rischio di non raggiungere il buono stato ambientale entro il 2020 nel mar Adriatico. L’analisi è stata effettuata tramite l’integrazione di una set di indicatori di pericolo (es. indice trofico, variazione di temperatura e salinità) e vulnerabilità ambientale (es. indice di biodiversità, estensione degli habitat sensibili) con tecniche di analisi multi-criteriale. L’utilizzo di sistemi informativi geografici ha infine permesso di elaborare mappe spaziali e statistiche in grado di riassumere metriche di rischio utili a valutare il progresso verso l’attuazione della MSFD. Questi indicatori rappresentano valide informazioni, per stabilire priorità gestionali e pianificatorie degli spazi marittimi, oltre che la protezione del mar Adriatico.
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Bianchelli, Maurizio. "Analisi delle popolazioni e germinabilità dei semi di due specie endemiche marchigiane e rischio di estinzione: Moehringia papulosa Bertol. e Polygala pisauriensis Caldesi." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242392.

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Pozo, Hernández Juan Pablo. "Valutazione del rischio ambientale associato alla presenza di metalli pesanti (Cd, Cu, Ni, Pb, Zn) nei sedimenti della Pialassa dei Piomboni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6761/.

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Abstract:
I metalli pesanti presenti nei sedimenti marini possono essere rilasciati alla colonna d’acqua, in seguito a variazioni delle condizioni ambientali, ed entrare nelle catene trofiche degli organismi marini. A partire da una serie di campioni di sedimenti superficiali provenienti dalla Pialassa dei Piomboni (sito SIC-ZPS, a nord della Provincia di Ravenna), prelevati tra novembre e dicembre del 2012, è stato valutato il rischio potenziale associato alla presenza di metalli pesanti (Cd, Cu, Ni, Pb e Zn) per il biota residente nei sedimenti. È stato valutato il comportamento del rapporto SEM/AVS (contenuto di metalli simultaneamente estratti (SEM) e solfuri acidi volatili (AVS)) per ciascuno dei metalli oggetto dello studio. La metodica analitica ha previsto il trattamento dei campioni con HCl 6M, sotto flusso di azoto, e successivamente la lettura del contenuto di solfuro (raccolto in soluzioni di NaOH) e dei metalli pesanti allo spettrometro. Dal valore dei parametri chimico-fisici ottenuti nel momento del campionamento, è evidente che la zona interna della laguna risulta meno influenzata dalle maree rispetto a quella lungo il canale di navigazione. Le concentrazioni di metalli potenzialmente biodisponibili hanno evidenziato una distribuzione eterogenea. Del set di campioni analizzati, soltanto tre presentano un contenuto totale di metalli potenzialmente biodisponibili superiore al contenuto di solfuri labili (∑SEM/AVS>1), per cui la presenza di metalli bivalenti potrebbe rappresentare un rischio per il biota. Come suggerito da diversi autori, si è proceduto con l’ulteriore normalizzazione del rapporto (∑SEM/AVS) con il contenuto di carbonio organico relativo ad ogni campione di sedimento, escludendo possibili rischi associati alla presenza di metalli pesanti.
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Torresan, Silvia <1980&gt. "Development of a regional risk assessment methodology for climate change impact assessment and management in coastal zones." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1171.

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Abstract:
Today there is new and stronger evidence that global warming is likely to have profound impacts on coastal communities and ecosystems. Accelerated sea-level rise, increased storminess, changes in water quality and coastal erosion as a consequence of global warming, are projected to pose increasing threats to coastal population, infrastructure, beaches, wetlands, and ecosystems. Coastal zones represent an irreplaceable and fragile ecological, economic and social resource that need to be preserved from the increasing coastal resources depletion, conflicts between uses, and natural ecosystems degradation. Accordingly, there is a growing importance of innovative integrated and multidisciplinary approaches to support the preservation, planning and sustainable management of coastal zones, considering the envisaged effects of global climate change. Climate change impacts in coastal zones are very dependent on regional geographical and environmental features, climate, and socio-economic conditions. Impact studies should therefore be performed at the local or at most at the regional level. In order to provide effective information that can assist coastal communities in planning sustainable adaptation measures to the effects of climate change, the main aim of this thesis is to develop a GIS-based Regional Risk Assessment (RRA) methodology for the integrated assessment of climate change impacts in coastal zones at the regional scale. The main aim of the RRA is to evaluate and rank the potential impacts, vulnerabilities and risks of climatic changes on coastal systems. Moreover the methodology allows the identification of key vulnerable receptors in the considered region and of homogeneous vulnerable and risk areas, that can be considered as homogeneous geographic sites for the definition of adaptation and management strategies. The present thesis complies with the research activities of the Euro-Mediterranean Centre for Climate Change (CMCC) and was implemented in a Decision support System for Coastal climate change impact assessment (DESYCO). In order to characterize climate related hazards and vulnerable receptors the RRA approach integrates downscaled climate, circulation and wave models output for the construction of future climate change scenarios and includes the analysis of site-specific physical, ecological and socio-economic characteristics of the territory (e.g. coastal topography, geomorphology, presence and distribution of vegetation cover, location of artificial protection). The RRA methodology was applied to the coastal area of the North Adriatic sea, in order to analyze the potential consequences of sea-level rise, relative sea-level rise inundation and coastal erosion impacts on multiple coastal receptors (i.e. beaches, river mouths, wetlands, terrestrial biological systems, protected areas, urban areas and agricultural areas) and compare the results based on multiple climate change scenarios. The main output of the analysis include exposure, susceptibility, risk and damage maps that could be used to support coastal authorities in the implementation of sustainable planning and management processes. Exposure maps obtained for the permanent inundation impacts (i.e. sea-level rise and relative sea-level rise) in 2100 allowing identification of coastal areas where the territory would be more submerged by projected water levels (i.e. areas surrounding the Po River Delta and the hinterland region between the Northern Venice lagoon and the Grado-Marano lagoons). Future exposure scenarios of coastal erosion depict a worse situation in winter and autumn for the future period 2070-2100 and highlight hot-spot exposure areas surrounding the Po River Delta. Susceptibility maps highlighted that the receptors more susceptible to coastal erosion are the beaches with about 94% of the territory identified by the very high and high susceptibility class. Risk maps showed that receptors with very high risk scores for the sea-level rise impact are wetlands, agricultural areas, protected areas and river mouths. The municipalities more interested by potential loss of beaches due to relative sea-level rise inundation are Ariano nel Polesine, Porto Viro, Porto Tolle, and Caorle. The receptors at higher risk for coastal erosion are the beaches where the percentage of the territory with higher risk scores is about 72% in the winter, 21% in the spring, 14% in the summer and 41% in autumn. Finally, the damage assessment phase showed that the receptors with by higher percentages of the territory in the medium and high damage classes are wetlands, agricultural areas, protected areas and river mouths for the sea-level rise inundation; beaches, wetlands and river mouths for the coastal erosion impact.
I cambiamenti climatici arrecheranno crescenti impatti sulle aree costiere e gli ecosistemi connessi attraverso un possibile aumento del livello del mare e dei processi di erosione costiera. Allo scopo di eseguire una valutazione integrata di questi impatti su diversi bersagli e guidare la definizione di strategie di adattamento a scala regionale è stata sviluppata una metodologia di Analisi di Rischio Regionale (ARR) su base GIS. Tale metodologia si avvale degli output di modelli climatici e idrodinamici per costruire scenari di pericolo legato al cambiamento climatico a scala regionale e analizza le caratteristiche intrinseche del territorio (es. aspetti bio-fisici, ecologici e socio-economici) per valutarne la vulnerabilità. I risultati dell'analisi comprendono mappe di esposizione, suscettibilità, rischio e danno utili per identificare, visualizzare e prioritizzare bersagli ed aree a rischio nella stessa regione e per guidare la definizione di strategie per la gestione dei rischi.
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Rossi, Carlo Federico. "Gestione ambientale e strategia di adattamento ai cambiamenti climatici: approccio metodologico per l'Unione dei Comuni Reno Galliera." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15584/.

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Abstract:
Il cambiamento climatico è un fenomeno globale in atto da diversi decenni e irreversibile nel breve periodo, le cui conseguenze influenzano, in maniera principalmente avversa, i settori socio-economici e ambientali. Dinanzi a tali scenari, la società e gli amministratori hanno iniziato a prendere delle contromisure, suddivise in due tipologie, per ridurre i possibili danni sui vari sistemi/settori antropici e non, causati dagli impatti legati a questo fenomeno. Le misure di mitigazione sono azioni di lungo termine e riguardano la riduzione delle emissioni di gas climalteranti (principale causa del fenomeno secondo l’IPCC); nell’immediato risulta necessario, invece, realizzare interventi di adattamento per far fronte ai fenomeni in atto. Il lavoro di tesi ha preso in esame il caso studio dell’Unione dei comuni Reno Galliera (Bologna), e lo scopo principale è stato la realizzazione di un Piano di Adattamento al cambiamento climatico. Mediante l’analisi degli strumenti normativi e pianificatori vigenti, e attraverso un questionario sottoposto agli amministratori e ai tecnici dei comuni, è stato possibile stabilire un approccio metodologico da applicare. La componente più rilevante del lavoro è stata l’analisi del rischio attraverso la valutazione della pericolosità e della vulnerabilità. Lo studio climatico ha permesso di individuare i fattori di pericolosità, mentre, per la vulnerabilità, si è operato mediante software QGIS sui sistemi/settori più rilevanti per il caso studio (Popolazione, Infrastrutture, Edifici e Attività economiche). La finalità della risk analysis è stata quella di evidenziare le criticità, allo scopo di indirizzare la selezione delle misure gestionali e strutturali più efficaci da implementare localmente. Determinati i possibili indicatori dello stato di avanzamento e le fonti di finanziamento nazionali ed europee, si sono individuate le possibili modalità per effettuare il monitoraggio dei progressi compiuti.
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Spezzano, Luigi, Salvatore Critelli, Donatella Barca, and Anastasia Macario. "Impianto Syndial-Eni di Cirò Marina (Kr): analisi geologica, ambientale e valutazione del livello del rischio (D.Lgs 81/2008)." Thesis, 2018. http://hdl.handle.net/10955/1852.

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Books on the topic "Analisi di rischio sanitario ambientale"

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Marco, Ostoich, and Del Sole Enrico, eds. Metodologie di valutazione ambientale: VIA, VAS, IPPC, valutazione di incidenza, analisi del rischio, EMAS, LCA ... Milano: F. Angeli, 2006.

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