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Journal articles on the topic 'Analisi di quantificazione dei fenomeni'

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Siccardi, Cecilia. "Mare, tratta e migrazioni: violazioni di diritti tra storia e attualità. A proposito di alcune pubblicazioni recenti." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 22, 2022): 677–93. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19455.

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Abstract:
Due milioni e mezzo di persone che migrano sono oggetto di traffici illeciti, che, secondo le stime delle Nazioni Unite, generano profitti per decine di miliardi di euro. [...] Le criticità che pone la situazione descritta sono molto complesse e possonoessere affrontante secondo diverse prospettive, che vanno ben oltre la mera analisi degli strumenti di contrasto al traffico dei migranti e all’immigrazione irregolare. Il tema infatti coinvolge problematiche più ampie, quali la tenuta del sistema ditutela dei diritti umani di fronte ai fenomeni migratori e l’effettività dei diritti. Alla luce di tale contesto, in queste pagine, si ritiene utile indagare le origini delle problematiche che caratterizzano le migrazioni via mare.
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Sacchelli, Sandro, Christian Ciampi, and Augusto Marinelli. "Pianificazione agroenergetica sostenibile: la modellistica come strumento di supporto alle decisioni." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (February 2013): 49–68. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2005.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di delineare un quadro relativo alle metodologie di analisi che possono essere impiegate nei processi di pianificazione territoriale, per la caratterizzazione dei criteri di sostenibilitŕ e la quantificazione delle biomasse a uso energetico. Dopo aver definito una sintesi degli strumenti di pianificazione agroenergetica, presenti a livello nazionale, sono state esaminate alcune tra le piů diffuse tecniche di modellizzazione ambientale e socio-economica applicate per l'analisi quali/quantitativa della produzione e impiego di bioenergia di origine agro-forestale. A conclusione del lavoro vengono evidenziate possibili linee future di ricerca atte a favorire l'impiego degli strumenti di modellizzazione come Sistemi di Supporto alle Decisioni.
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Pereira, Bruno Gomes. "Analisi del discorso sui media e delle voci sociali: Costruzione linguistica e ideologica dei fenomeni di massa in Brasile." Latin American Journal of Development 2, no. 6 (January 28, 2021): 330–40. http://dx.doi.org/10.46814/lajdv2n6-001.

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Abstract:
Questo articolo si propone di discutere di come i media brasiliani, in particolare la televisione, ricombinano i discorsi e, con questo, ricostruiscono le immagini dei personaggi dei media che popolano l'immaginario dei telespettatori in Brasile. La Fondazione Teorica è ospitata in Linguistica Applicata nella sua prospettiva interdisciplinare e discorsiva. La Metodologia consiste in una mappatura bibliografica. Concludiamo che le sfere mediatiche brasiliane sono in grado di costruire veri e propri fenomeni di massa, popolando la memoria affettiva di milioni di persone e, con ciò, fruttando guadagni al mercato pubblicitario.
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Marucci, Angelo, Davide Marino, Margherita Palmieri, and Silvia Pili. "ruolo delle aree agroforestali nella fornitura potenziale di servizi ecosistemici: il caso della Regione Molise." L’Italia Forestale e Montana 77, no. 4 (October 14, 2022): 153–63. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1723.

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Abstract:
I cambiamenti nell’uso e copertura del suolo rappresentano la principale causa della perdita del capitale naturale e dell’offerta dei servizi ecosistemici. Analizzare le dinamiche e gli impatti di tali cambiamenti è importante anche rispetto all’attuazione del Nuovo Testo Unico Forestale, che riconosce i servizi ecosistemici generati dalle foreste ed individua, nei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici, gli strumenti innovativi per la gestione forestale sostenibile. L’implementazione di tali strumenti richiedono informazioni inerenti alla mappatura, alla quantificazione ed alla valutazione economica dei servizi ecosistemici. Nel nostro studio abbiamo analizzato la variazione dell’offerta dei servizi ecosistemici in relazione alle dinamiche di uso e copertura del suolo avvenuti tra il 1960 ed il 2018 nella Regione Molise. Per fare questo tipo di analisi abbiamo impiegato una metodologia basata sull’analisi in ambiente GIS dei processi di trasformazione del paesaggio agro forestale e sulle matrici qualitative di fornitura potenziale dei servizi ecosistemici legati alla copertura del suolo. I risultati ottenuti potrebbero essere funzionali a prevedere scenari futuri ed identificare strategie di adattamento per la mitigazione degli impatti dovuti ai cambiamenti della copertura del suolo a scala regionale e nazionale.
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Galli, Pier Francesco, Alberto Merini, and Paul Parin. "Menzogne in tempo di pace. Tentativo di una critica psicoanalitica ed etnologica dei "diritti dell'uomo"." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2022): 273–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-002005.

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Abstract:
Dopo una serie di considerazioni generali sul tema dei diritti dell'uomo, viene fatta una analisi dei problemi messi in luce da due discipline, la psicoanalisi e l'etnologia. Mentre il punto di vista psicoanalitico aiuta a comprendere quali sono i fenomeni psicologici che inducono il rispetto o la violazione dei diritti umani, il punto di vista etnologico, mettendo a confronto diverse culture, permette di rispondere a quesiti riguardanti la diversità dei diritti umani nelle varie strutture sociali, la loro validità comune a più popoli, e l'eventuale imposizione o condizionamen-to, tramite anche l'uso della forza, di diritti differenti a quelli di una determinata situazione culturale. Discutendo con Muhidin Saric (autore del libro del 1993 Keraterm. Erinnerungen aus einem serbischen Lager ["Keraterm. Ricordi da un lager serbo"]. Prefazione di Paul Parin. Klagenfurt: Drava Verlag, 1994), l'Autore cerca di dare una spiegazione a fatti ancora non del tutto chiari.
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6

Grandinetti, Roberto, and Valentina De Marchi. "Dove stanno andando i distretti industriali? Un tentativo di risposta a partire da un'indagine in Veneto." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 142–75. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002006.

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Abstract:
Nel lontano 1989, con grande luciditŕ e lungimiranza, Giacomo Becattini invitava a concepire il distretto industriale marshalliano "come una fase evolutiva lungo uno fra i diversi, possibili, sentieri di industrializzazione" (Becattini, 1989c, p. 409). Oggi numerosi osservatori qualificati della articolata realtŕ distrettuale italiana, accademici e non, affermano che quella fase si č definitivamente conclusa. L'obiettivo di questo lavoro č argomentare la progressiva dissoluzione della configurazione marshalliana di distretto analizzando una serie di fenomeni dei quali esiste riscontro nella letteratura empirica: l'incremento della concentrazione, all'interno delle popolazioni di imprese distrettuali, degli occupati e di altre variabili indicative della produzione di valore; il venire meno del fattore "filiera localizzata", ossia di quell'insieme di mercati di input intermedi che distingue un distretto industriale (non solo di tipo marshalliano) da una semplice area di specializzazione produttiva; la crescita relazionale delle imprese piů dinamiche di un distretto oltre i suoi confini; l'emergere nei distretti di una societŕ multietnica; la disomogeneitŕ socio-culturale della struttura sociale dei distretti introdotta dal cambio generazionale; l'accresciuta eterogeneitŕ settoriale dei territori distrettuali. Ciascuno dei fenomeni citati viene approfondito nell'ampia sezione 2 del lavoro. Questa analisi č preceduta da una sezione "propedeutica" dedicata a delineare in modo preciso i contorni distintivi dell'unitŕ di indagine, il distretto industriale marshalliano, un termine che in letteratura viene spesso considerato erroneamente sinonimo di cluster oppure di distretto industriale (genericamente inteso). L'insieme dei fenomeni presi in considerazione ha profondamente modificato i sistemi distrettuali, determinando la fuoriuscita dalla fase o dal modello marshalliano. A questo punto si pone la domanda contenuta nel titolo del nostro contributo, che abbiamo ripreso da un recente lavoro di Rabellotti, Carabelli e Hirsch (2009): dove stanno andando i distretti industriali (non piů marshalliani)? Abbiamo cercato di avviare un filone di ricerca empirica su questo tema partendo da tre dei maggiori distretti presenti in Veneto: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l'occhialeria di Belluno e l'orafo di Vicenza (sezione 4). A tal fine sono state individuate alcune variabili, misurabili sulla base delle fonti informative disponibili, capaci di segnalare un aspetto importante della "vita" di un distretto industriale. I risultati ottenuti da questa analisi comparata di tipo quantitativo - integrati da quelli desumibili da altri lavori, anche qualitativi, prodotti su ciascuno dei tre distretti indagati - porta a confermare le tre traiettorie evolutive ipotizzate in un nostro precedente contributo (De Marchi e Grandinetti, 2012): il declino del distretto industriale in quanto tale, la "gerarchizzazione" dello stesso in poche imprese di grandi dimensioni, e infine la riproduzione evolutiva del distretto. Questi modelli vengono illustrati nella sezione 5, mentre la sezione conclusiva ricorda la domanda di ricerca e riassume il nostro tentativo di risposta, sottolineando le implicazioni di politica industriale che ne derivano.
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Artusi, Andrea. "Appunti contrastivi sui verbi valutativi suffissati italiani e spagnoli. Analisi di due corpora sincronici." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 11–28. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.62575.

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Abstract:
In questo lavoro si espone uno studio contrastivo italiano-spagnolo sui verbi del tipo canticchiare e canturrear, solitamente denominati verbi valutativi suffissati (VVS) o verbos apreciativos. A partire da due corpora sincronici, si svolge un’analisi quantitativa e qualitativa delle forme riscontrate, al fine di determinare quali siano i VVS più frequenti nelle due lingue in esame. Si analizzano, inoltre, possibili fenomeni di variazione lungo l’asse diafasico, diamesico, e diatopico, così come le caratteristiche semantico-azionali dei 25 VVS più ricorrenti.
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Galeotti, Glenda, Francesco De Maria, and Giovanna del Gobbo. "La ricerca educativa di fronte alla sfida delle migrazioni: potenziale di conoscenza e progetti di vita dei giovani della Costa d'Avorio." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 280–305. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9472.

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Abstract:
Fra le problematiche della contemporaneità, strutturali o emergenti, la mobilità umana ed il rapporto tra fenomeni migratori e processi di sviluppo rappresentano sicuramente ambiti sfidanti di riflessione e di ricerca educativa. Il contributo si inserisce all'interno del più recente dibattito della pedagogia della migrazione e dei migration studies sui concetti di cause, determinanti e drivers della migrazione. Gli autori adottano una prospettiva olistica e sistemica per interpretare in chiave pedagogica il fenomeno migratorio ed esplorare come la combinazione tra variabili individuali e fattori contestuali conduca il soggetto a sviluppare un'aspirazione migratoria ed a cercare altrove la possibilità di autorealizzazione personale e professionale. Sono presentati i risultati di una ricerca esplorativa realizzata in Costa d'Avorio che ha assunto come focus di analisi il potenziale di conoscenza alla base dei progetti migratori dei giovani. Lo studio evidenzia le potenzialità di un approccio integrato soggetto/contesto, capace di considerare anche aspirazioni, capacità e aspettative, per definire azioni educative volte a sostenere progetti di vita consapevoli, sia nei contesti di origine, sia in quelli di destinazione.
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Corň, Giancarlo. "L'economia italiana nei sentieri del capitalismo imprenditoriale." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 69–95. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030004.

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Abstract:
Questo articolo analizza i problemi della bassa crescita che l'economia italiana ha vissuto nell'ultimo decennio, aggravati da una recessione globale che ha colto la parte piů dinamica del tessuto produttivo in una fase di cambiamenti strutturali. Nella prima parte l'articolo si sofferma su alcune delle possibili cause della modesta dinamica della produttivitŕ, quali la persistenza di dualismi strutturali e geografici nell'economia nazionale, gli effetti della flessibilitŕ del lavoro e degli intensi fenomeni migratori, le specificitŕ del modello di innovazione senza ricerca. Nella seconda parte l'articolo propone una analisi dei diversi percorsi di trasformazione che da anni le imprese hanno avviato per rispondere ai cambiamenti del contesto competitivo. In particolare, l'incremento di qualitŕ e la ricerca di eccellenza nei prodotti e nel turismo, lo sviluppo e l'integrazione tecnologica nell'industria, l'organizzazione internazionale della produzione, la crescita dei servizi innovativi per le imprese e l'affermazione di una economia dei servizi di prossimitŕ collegati alla salute, alla cultura e all'ambiente.
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Ricucci, Roberta. "Fra ansia di assimilazione e timori di comportamenti antisociali. Riflessioni intorno alle seconde generazioni." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002006.

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Abstract:
L'articolo vuole offrire alcuni elementi di analisi sui processi di inclusione e integrazione di ragazze e ragazzi figli di famiglie immigrate sul territorio nazionale negli ultimi decenni. I flussi migratori sono divenuti nel tempo un fattore strutturale (e strutturante) della società italiana. In questi anni molti giovani di origine straniera si stanno confrontando con la delicata fase della transizione all'età adulta. Le loro dinamiche identitarie sono complesse e ricche di sfaccettature: lo studio di alcuni fenomeni sociali può contribuire a capirle. Particolare attenzione va posta a situazioni di marginalizzazione, microcriminalità giovanile e conflitto di matrice etnica. Allo stesso tempo il contributo sottolinea l'esistenza di percorsi di integrazione ed emancipazione per la gran parte dei giovani figli dell'immigrazione, soprattutto attraverso l'associazionismo e la costruzione di una presenza attiva in ambito sportivo e culturale. Il contributo propone quindi alcune riflessioni sull'identità e sulla convivenza al fine di cogliere i bisogni dei territori e sviluppare risposte in grado di contrastare il disagio e l'emarginazione delle seconde generazioni.
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Valle, A., S. Reina, and M. Casini. "Analisi delle Dinamiche del Travaglio e del Parto Gemellare Mediante l'Uso di un Programma Computerizzato." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 119. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003093.

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Abstract:
AbstractLo studio dei fenomeni dinamici del travaglio e del parto gemellare suggerisce che l'azione uterina inefficace è un fenomeno frequente; l'uso dell'ossitocina per accelerare il travaglio è controverso, soprattutto per la relativa difficoltà di monitorare en-trambe i gemelli in maniera soddisfacente. Inoltre, non esiste consenso su quale sia l'in-tervallo di tempo ideale tra il parto del primo gemello e quello del secondo. Uno dei motivi principali delle divergenze di opinioni su quale debba essere la condizione ottimale del travaglio e del parto gemellare, è la relativa bassa incidenza della gravidanza gemellare, fenomeno che, all'interno di ogni singola unità ostetrica, spesso impedisce una analisi statisticamente significativa dei dati. Recentemente è stato proposto un programma computerizzato (PartoSoft) che, oltre alla raccolta e alla analisi statistica dei dati, permette la visualizzazione e la stampa del partogramma costruito dal computer sulla base degli eventi del travaglio e del parto precedentemente immessi nella banca dati. Il programma prevede una immissione dati specifica per il travaglio ed il parto gemellare. Con la modalità “partogramma multiplo” è possibile visualizzare e quindi studiare contemporaneamente decine di curve relative ad altrettanti travagli gemellari. In questa maniera si possono correlare le modalità di travaglio e parto a numerosi parametri clinici: parità, dilatazione cervicale all'inizio del travaglio, stato delle membrane, uso dell'ossitocina, situazione e presentazione, tipo di analgesia, indicatori di benessere alla nascita (punteggio di Apgar, equilibrio acido-base sui funicoli ombellicali) e pesi alla nascita con percentili.L'adozione di questo programma su scala nazionale permetterebbe la centralizzazione e l'analisi dei dati relativi ai 6000-7000 travagli e parti gemellari che si verificano ogni anno in Italia permettendo di rispondere in modo scientifico ai numerosi quesiti ancora irrisolti.
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Musiani, Francesca. "Infrastrutture digitali, governance e trasformazioni del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 163 (August 2022): 70–89. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163004.

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Abstract:
Nel corso dell'ultimo decennio, gli studi sociali della scienza e della tecnologia (science and technology studies o STS), in particolar modo gli infrastructure studies, hanno contribuito ad aprire nuovi orizzonti di ricerca relativi allo studio della governance delle tecnologie che strutturano le nostre società digitalizzate. Questi contributi suggeriscono che il potere e del controllo negli ambienti digitali si esercitano in modi spesso informali e poco codificati, nonché discreti o addirittura invisibili per numerosi attori sociali. Questo articolo si propone di fornire un panorama dei modi in cui gli infrastructure studies si stanno avvicinando alle tematiche delle trasformazioni del lavoro nell'era digitale e più specificamente alle ricerche sul digital labor. Dopo una parte introduttiva consacrata alla presentazione degli infrastructure studies come mezzo di analisi delle infrastrutture digitali come strumenti di governance, l'articolo discute tre campi di analisi in cui tali prospettive vengono ad incrociare gli studi interdisciplinari del lavoro digitale: la comprensione del digital labor come "infrastruttura umana", l'analisi dei fenomeni di "governance algoritmica" nelle trasformazioni del lavoro, e l'esame della "platform governance" in relazione al lavoro digitale. L'articolo conclude con qualche riflessione sulle evoluzioni attuali di Internet come "meta-infrastruttura" della maggior parte delle altre infrastrutture critiche, e sul legame tra questo fenomeno e trasformazioni del lavoro.
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Torresan*, Paolo. "ANALISI DELLA PREDITTIVITÀ DI ITEM TRATTI DA PROVE DI COMPRENSIONE DELLA CERTIFICAZIONE. IT PER LA FASCIA DI COMPETENZA DELL'AUTONOMIA." Trabalhos em Linguística Aplicada 55, no. 1 (April 2016): 155–83. http://dx.doi.org/10.1590/010318134950176211.

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Abstract:
RIASSUNTO Nell'articolo introduciamo un valore percentuale (indice di predittività) adottabile nell'ambito dei processi di validazione di un test di competenza (proficiency test). L'indice ci informa sul grado di predittività di item di prove di comprensione esterni al testo oggetto di comprensione (i test di riordino sono esclusi). L'analisi si conduce somministrando gli item a un campione rappresentativo, senza fornire però i testi di ascolto/lettura corrispondenti. Al campione vien detto di provare a rispondere affidandosi alla logica e all'intuito. Orientativamente, abbiamo stabilito che un valore superiore a 50 indichi margini di predittività significativi e costringa, di conseguenza, l'item writer a ragionare sulla/e possibile/i causa/e che facilitano la risposta immediata. Nel saggio, il calcolo dell'indice di predittività viene applicato a 8 prove di comprensione, quattro di livello B1 e quattro di livello B2, tratte dalla certificazione di italiano per stranieri .IT, dell'Università di Studi Roma Tre (Roma), per un totale di 49 item. Le conclusioni cui giungiamo è che l'indice, secondo i parametri espressi, spieghi fenomeni di forte predittività, ascrivibili a diversi fattori (ovvietà delle risposte, facilità a rispondere sulla base di preconoscenze specifiche, correlazioni tra item, implausibilità dei distrattori). In due casi si sono evidenziati item con predittività significativa pur se con un indice appena al di sotto della soglia convenzionalmente definita; in un'altra circostanza, invece, un item presenta un'innegabile predittività pur con un indice piuttosto basso (è un caso specifico di predittività regressiva).
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Ceci, Giovanni Mario. "Aldo Moro di fronte ai terrorismi e alle trame eversive (1969-1978)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 167–206. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002008.

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Abstract:
Il saggio propone un'analitica ricostruzione - basata su numerose fonti tanto italiane quanto statunitensi (documenti del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, documentazione della Democrazia cristiana, stampa di partito, dibattiti parlamentari, memorie, etc.) e soprattutto sulla documentazione personale di Moro - dell'atteggiamento di Aldo Moro nei confronti del terrorismo italiano e dei fenomeni sovversivi dal 1969 al 1978. L'autore mette in luce alcuni elementi che hanno soprattutto (e costantemente) caratterizzato la posizione e le riflessioni di Moro nei riguardi della violenza e del terrorismo. In primo luogo, nel saggio viene evidenziata l'immediatezza con cui Moro colse la novitŕ e la pericolositŕ del terrorismo. In secondo luogo, l'autore sottolinea il fatto che per Moro il terrorismo rappresentava un fenomeno essenzialmente politico e che, a suo parere, la risposta ad esso doveva dunque essere non solo di tipo repressivo ma anche e soprattutto di natura piů propriamente politica. Nel saggio vengono poi ricostruite le differenti analisi e i diversi giudizi (e la loro evoluzione nel corso degli anni Settanta) che Moro elaborň in relazione al terrorismo di destra e a quello di sinistra. L'autore mette quindi a confronto tali analisi e giudizi con quelli espressi dagli altri principali leader della Dc. Il contributo mette in luce inoltre la salda convinzione di Moro che tanto il terrorismo di destra quanto quello di sinistra avessero dei legami internazionali e potessero contare sul sostegno di alcune nazioni straniere. Infine, l'autore affronta brevemente il problema dell'eventuale impatto del terrorismo sulla politica di Moro nei confronti del Partito comunista italiano.
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Falcao Casaca, Sara, and Joao Peixoto. "Flessibilitŕ e segmentazione del mercato del lavoro in Portogallo: genere e immigrazione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 116–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117009.

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Abstract:
L'articolo offre una panoramica generale del mercato del lavoro portoghese, utilizzando il genere e l'immigrazione come prospettiva di analisi. In uno scenariodi flessibilizzazione crescente del lavoro, la maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e l'aumento dell'immigrazione hanno svolto un ruolo decisivo. Sia le donne sia gli immigrati sono piů presenti nei segmenti piů precari dell'occupazione, il che significa che essi hanno contribuito a sostenere alcune delle dinamiche occupazionali piů recenti. L'articolo presenta alcuni dei principali indicatori della situazione delle donne nel mercato del lavoro (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, accordi contrattuali, lavoro part-time e disoccupazione), insieme ai dati relativi agli immigrati stranieri (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, fenomeni di discriminazione, accordi contrattuali e disoccupazione). Si conclude evidenziando come i modelli di incorporazione delle donne e degli immigrati nel mercato del lavoro continuano a subire forti ostacoli strutturali che impediscono l'uguaglianza e l'integrazione.
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Simonetti, L., M. Menditto, G. Sirabella, E. Pignataro, and R. Elefante. "L'invecchiamento del rachide." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 53–62. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s307.

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Abstract:
Le modificazioni del rachide nell'invecchiamento sono note da tempo e vengono spesso raccolte sotto la definizione globale di artrosi vertebrale. La complessità e la molteplicità delle articolazioni intervertebrali ed intersegmentarie della colonna vertebrale, tuttavia, impongono una analisi più dettagliata dei singoli fenomeni che contribuiscono alla instaurazione di quelle modificazioni anatomo-patologiche proprie del complesso degenerativo rachideo senile. Gli Autori procedono alla suddetta analisi, integrando i dati noti dalla Radiologia tradizionale e dalla TC con le acquisizioni più recenti della RM e con le basi patologiche macroscopiche e submacroscopiche rilevabili in letteratura. Tra i vari gruppi di patologia, quella che risulta più ricca di corrispondenze verificabili tra dati neuro-radiologici ed anatomici è quella riguardante l'unità funzionale disco-somatica, con particolare riguardo per l'osteocondrosi intervertebrale. Attraverso l'approfondimento della patologia delle articolazioni cartilaginee, sinoviali e fibrose della colonna vertebrale, si tenta inoltre di fornire un quadro generale, finalistico, delle varie alterazioni vertebrali che sembra condurre verso una visione «protettiva» dell'artrosi vertebrale rispetto a danni più gravi, privilegiando in età senile la funzione statica rachidea rispetto a quella dinamica. Diventa a questo punto chiaro il perchè della difficoltà di tracciare una chiara linea distintiva tra alterazioni «parafisiologiche» dell'invecchiamento del rachide e alterazioni chiaramente patologiche.
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Russo, Marcello, Filomena Buonocore, and Maria Ferrara. "Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

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Abstract:
La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
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Brady, Gordon L., and Michael L. Marlow. "The Political Economy of Endangered Species Management: the Case of Elephants *." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 1 (April 1, 1991): 29–39. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345180.

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Abstract:
Abstract In questo scritto si discute il ruolo dei diritti di proprietà e del rent-seeking nella gestione degli elefanti come specie in via di estinzione. In particolare, gli Autori si soffermano sul dibattito politico che si è prodotto all’interno della comunità ambientalista, divisa fra: 1) preservazionisti, che si oppongono a tutti i tipi di caccia e commercio dei prodotti derivati dagli elefanti, e 2) conservatoristi commerciali, che sono invece favorevoli alia caccia e al commercio dell’avorio e del pellame, cioè ai diritti di proprietà sugli elefanti, da riconoscere alle sole popolazioni africane.Quest’ultimo approccio si è mostrato più proficuo, sia ai fini dello sviluppo delle popolazioni africane che della salvaguardia della specie in pericolo. Il commercio dei prodotti derivati dall’elefante è una cospicua fonte di ricchezza per le popolazioni africane. Il riconoscimento dei diritti di proprietà sugli elefanti a favore di queste popolazioni ha garantito la possibilità di preservare una fonte di ricchezza legale, ridurre i fenomeni di bracconaggio e di commercio illegale e, in ultima analisi, di proteggere la specie in pericolo. L’interesse economico a ottenere vantaggiosi proventi dalla vendita dei prodotti derivati dagli elefanti ha infatti incentivato le popolazioni africane all’adozione di misure atte a proteggere il branco e a favorire al tempo stesso il suo accrescimento.La proibizione del commercio dell’avorio e del pellame di elefante ha prodotto invece solo retorica e ha creato seri problemi di sottosviluppo oltre che ambientali: non potendo ottenere alcun beneficio in termini di reddito direttamente appropriabile, le popolazioni non hanno alcun interesse ad investire sulla protezione degli elefanti. Il caso dei paesi dell’Africa Orientale e Centrale à un esempio probante dei notevoli costi sociali, in termini di declino della popolazione degli elefanti, derivanti da questo tipo di approccio.Ciò di cui si ha bisogno à quindi un approccio che bilanci l’interesse ambientale a salvaguardare la specie in pericolo e quello economico a preservare una fonte di ricchezza per le popolazioni africane.I diritti di proprietà si configurano come un primo e piccolo tassello ai fini della realizzazione di questo obiettivo.
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Filandri, Marianna, Enrica Morlicchio, and Emanuela Struffolino. "Povertà, lavoro e famiglia: una riflessione introduttiva." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 161 (December 2021): 27–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161002.

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Abstract:
La povertà nonostante il lavoro rimane un problema rilevante e anzi in crescita. Ciò non è dovuto solo alle conseguenze economiche e sociali della pandemia, dal momento che tale tendenza era già chiaramente manifesta a partire dalla crisi del 2008. Da decenni milioni di famiglie in Europa (ma possiamo generalizzare ad altre aree geografiche) vivono in condizioni di povertà sebbene uno o più componenti siano di fatto parte del sistema occupazionale. Bisogna allora subito chiarire se parliamo di lavoro povero o di povertà delle famiglie di lavoratori. Questi concetti non sono solo analiticamente differenti, ma richiamano fenomeni non completamente sovrapponibili. Inoltre, essi hanno diverse implicazioni di policy. Nel saggio di introduzione alla Special Issue è analizzata la questione definitoria e sostanziale dei due lati del problema. Viene infatti argomentato come per un piano di intervento organico per contrastare la povertà da lavoro sono necessarie analisi approfondite che riconoscano la complessità del fenomeno guardando sia a bassi salari e limitata partecipazione al mercato del lavoro sia al nucleo famigliare, agli alti carichi familiari e al livello insufficiente di trasferimenti
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Fand, David I. "Classical Mercantilism, Neomercantilism and Contemporary Rent Seeking*." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 1 (April 1, 1989): 3–16. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344640.

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Abstract:
Abstract Il mercantilismo costituisce un sistema di politica economica del periodo pre-industriale che, sebbene sia stato sottoposto a critiche radicali nella Ricchezza delle Nazioni di Adamo Smith e dopo di allora da parte dei più eminenti economisti, è tuttavia rimasto un punto di riferimento molto importante del pensiero popolare e anche di quello politico.Le idee mercantilistiche hanno ricevuto incoraggiamento dalla crisi del 1929 e sono state quindi riprese nel mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza del ruolo crescente dello Stato. Tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono influenzati negativamente da un cambiamento economico, chiedono un intervento pubblico di sostegno.Si tratta di fenomeni che si possono inquadrare nella categoria del rent-seeking ed i cui effetti negativi sono stati sottovalutati dagli studi tradizionali, basati su analisi statiche di equilibrio parziale.Gli studi più recenti, tuttavia, condotti sulla base di impostazioni di equilibrio generale, hanno dimostrato la rilevanza dei costi di questi interventi, in relazione al prodotto interno lordo. Tali costi, inoltre, tenderanno ad aumentare nel tempo secondo un tasso composto.Inoltre, rispetto ai tradizionali interventi protezionistici, essenzialmente di natura doganale, il moderno mercantilismo fa ricorso a tutti gli strumenti d’intervento disponibili, ivi inclusa la politica della difesa. Anche sotto questo profilo, quindi, il nuovo protezionismo costituisce una seria minaccia per le economie di mercato.
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Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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Abstract:
La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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Panzeri, Martina, Gaia Santarpia, Chiara Fusar Poli, Sara Molgora, Emanuela Saita, and Federica Facchin. "L'impatto psicologico a breve termine del Covid-19: una revisione sistematica della letteratura." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–35. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13103.

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Abstract:
Il Covid-19 è comparso a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019. La malattia causa difficoltà respiratorie e numerose altre complicazioni quali stanchezza, febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, diarrea e vomito, e può essere fatale.La correlazione tra malattie infettive e disagio psicologico è già emersa durante altre epidemie, come quella di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e di Ebola. Questa revisione sistematica della letteratura è volta ad indagare le ripercussioni psicologiche a breve termine che il Covid-19 può avere sulla popolazione generale. Mediante una procedura di analisi tematica sono stati individuati dei temi ricorrenti negli articoli selezionati. I risultati più significativi riguardano l'impatto dei social media e le ripercussioni a livello di ansia e depressione.In particolare, le notizie false trasmesse dai media alimentano ulteriormente l'ansia provata dalla maggior parte della popolazione e fattori quali l'essere giovani o anziani, l'essere studenti, poco istruiti, divorziati o vedovi contribuiscono ulteriormente a peggiorare la sintomatologia. Seguire, invece, le linee-guida proposte dal Governo e avere informazioni chiare e comprensibili si sono rivelati due fattori di protezione contro l'insorgenza di sintomi ansiosi. Dalla ricerca è emerso un bisogno di monitoraggio per le popolazioni più a rischio e la necessità di studiare questi fenomeni sul lungo periodo, replicando gli studi in Paesi occidentali.
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BIANCHI, A., E. BETTI, G. BADIALI, F. RICOTTA, C. MARCHETTI, and A. TARSITANO. "Valutazione mediante tomografia assiale computerizzata 3D delle vie aeree superiori di pazienti sottoposti a distrazione osteogenetica mandibolare per micrognazia." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 350–54. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-546.

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Abstract:
La distrazione osteogenetica mandibolare rappresenta oggi un metodo di trattamento consolidato per i pazienti affetti da ipoplasia mandibolare. Ad oggi, un problema insoluto, nei bambini affetti da micrognazia, è la modalità di valutazione del guadagno di lunghezza mandibolare necessario ad ottenere un miglioramento significativo a livello del volume dello spazio aereo posteriore (PAS). La proposta di questo studio è la valutazione volumetrica quantitativa del PAS in giovani pazienti sottoposti a distrazione osteogenetica mandibolare per severa micrognazia, attraverso l’analisi di ‘data-set’ di TC pre-trattamento in comparazione ai medesimi dati post-trattamento. In questo studio retrospettivo osservazionale riportiamo la nostra esperienza relativa a cinque pazienti sottoposti a distrazione osteogenetica mandibolare. Per ciascuno dei pazienti in esame, è stata valutata la TC pre-trattamento (T0) ed al termine del trattamento (T1) nei piani assiale, coronale, sagittale e 3D a livello del PAS. Utilizzando parametri di estrazione dei dati anatomici, è stato ottenuto un modello di analisi dello spazio aereo posteriore, utilizzato per comparare le differenze volumetriche quantitative a T0 e T1. La lunghezza media di distrazione ottenuta è stata di 23 mm. L’analisi volumetrica quantitativa del PAS ha mostrato un incremento di volume, al termine del trattamento, variabile dal 84% sino 3,087% (media 536%) rispetto alla situazione pre-trattamento. Concludendo, il presente studio sembra confermare che la distrazione osteogenetica incrementi in maniera significativa il volume del PAS in pazienti con ostruzione delle vie aeree dovuta alla micrognazia. La quantificazione di tale incremento appare lineare con il guadagno ottenuto grazie alla distrazione. Nella suddetta popolazione di studio, tale guadagno è stato, in media, di 5 volte rispetto al volume di partenza. Il dato da sottolineare è che tanto minore è il volume del PAS al T0, tanto maggiore risulta il guadagno volumetrico al T1.
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Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

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Abstract:
UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
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Saletti, A., F. Calzolari, S. Ceruti, and R. Tamarozzi. "Misura con Angio-TC delle stenosi della biforcazione carotidea." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 115–25. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s215.

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Abstract:
Scopi del presente studio sono il confronto tra angio-TC ed angiografia digitalizzata intaarteriosa nello studio delle biforcazioni carotidee, la descrizione del metodo utilizzato in angio-TC per la quantificazione delle stenosi e la discussione dell'eventuale collocazione dell'angio-TC nel protocollo di studio di questa patologia. La nostra casistica comprende 16 pazienti, 12 maschi e 4 femmine, di età compresa tra 52 e 78 anni, sottoposti preventivamente ad esame ultrasonografico delle biforcazioni carotidee, risultato positivo per patologia ateromasica. Sono state studiate con angio-TC 32 biforcazioni carotidee, utilizzando un apparecchio Elscint CT Twin II.I dati sono stati acquisiti in maniera continua, con tecnica volumetrica (double helix - dual slice) per un tempo di scansione complessivo di 24 secondi. Sono stati somministrati 80 ml di mezzo di contrasto non ionico (300 mg I / 100 ml) per via endovenosa. Le acquisizioni sono state ottenute utilizzando una collimazione del fascio di 2,5 mm ed una velocità di spostamento del tavolo di 3,7 mm / sec (pitch 0,7). Le immagini «angiografiche» sono state successivamente ricostruite utilizzando l'algoritmo «maximum intensity projection» (MIP). Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad angiografia digitalizzata intraarteriosa; ogni biforcazione carotidea è stata analizzata attraverso almeno 2 proiezioni angiografiche. La percentuale di stenosi è stata determinata secondo i criteri del North American Symptomatic Endarterectomy Trial (NASCET). Una concordanza globale tra le due metodiche nella misura dei diametri carotidei si è verificata in 23/32 casi (71,8%). La stenosi è stata sovrastimata dall'angio-TC rispetto all'angiografia digitalizzata in 6/32 casi (18,8%); in 3 casi (9,4%) la stenosi è stata sottostimata dall'angio-TC. Aspetti peculiari dell'angio-TC sono la possibilità di analisi della biforcazione in qualsiasi proiezione (rotazione delle immagini MIP), la precisa misurazione delle stenosi (ottenibile nelle immagini assiali) e l'individuazione delle componenti molli e/o calcifiche delle placche ateromasiche. La rapidità di acquisizione dei dati riduce al minimo l'evenienza di artefatti da movimento. A nostro parere l'angio-TC potrebbe essere attualmente eseguita dopo l'esame ultrasonografico e prima dell'eventuale endarterectomia per ottenere una ulteriore rappresentazione della biforcazione carotidea quando angio-RM e angiografia sono controindicate, quando l'angio-RM o l'angiografia forniscono reperti di dubbia interpretazione ed infine se necessario dimostrare la morfologia della placca o altre alterazioni della parete arteriosa (ad esempio aneurismi trombizzati).
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Presutti, Michelle, Giorgio Soro, Giulia Cnapich, and Sara Giordano. "SENSEMAKING E CURA DEL DIABETE: MAPPE COGNITIVE DI MEDICI E PAZIENTI A CONFRONTO." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (June 25, 2016): 323. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.262.

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Abstract:
Karl Weick, esponente del cognitivismo costruttivista, considera il sensemaking come un insieme di processi cognitivi in continua costruzione, a posteriori, di significati e di senso della realtà in cui viviamo.Il sensemaking è un processo continuo di creazione di senso quotidiano: le persone percepiscono selettivamente le informazioni su sé stessi e sull’ambiente in cui vivono, tali informazioni vengono elaborate cognitivamente attraverso un processo di selezione e ritenzione in memoria delle mappe cognitive costruite.Pertanto il sensemaking costituisce un’appropriata chiave di lettura dei fenomeni comportamentali in cui sono in gioco le rappresentazioni di un problema, soprattutto quando è di estrema necessità trovare punti di contatto in merito ai rapporti causali tra gli elementi che costituiscono le diverse mappe cognitive degli individui che ne prendono parte. L’analisi delle mappe cognitive può essere utile soprattutto al fine di individuare e condividere con maggiore chiarezza quali potrebbero essere le strade per un corretto ed efficace intervento risolutivo o di trattamento del problema.Dare senso alla malattia significa, sia per il medico che per il paziente, organizzare una mappa cognitiva (connessioni causali di elementi di significato) della realtà (della malattia) in un processo continuo di esperienza.Un flusso continuo che a partire da una percezione soggettivamente selettiva degli elementi disponibili (conoscenze, esperienze, eventi,etc.), organizza tali elementi in una mappa e li traduce in uno schema operativo di comportamento. Secondo Weick la realtà individuale si costruisce, mentre l’ambiente, il contesto, sono costruiti a priori.Le mappe cognitive che gli individui costruiscono influenzeranno le successive esperienze che si troveranno a dover fronteggiare nell’ambito dello stesso problema, in questo caso inerenti alla malattia diabetica.L’utilizzo del sensemaking applicato all’analisi dei processi di cura, pertanto, può diventare utile in particolare nei contesti di trattamento in cui la compliance e l’aderenza alle cure costituisce un fattore determinante nella gestione della patologia cronica, che prevede un modello di rapporto medico- paziente protratto nel tempo e centrato sulla possibilità di confronto rispetto alle modalità di cura e riuscita della stessa.La ricerca si è proposta pertanto di indagare attarverso la somminisrazione di interviste a medici e pazienti e attarverso al successiva analisi del testo e delle ricorrenze lingusitiche elaborate attraverso appositi software di ricostruire e mettere a confronto le rispettive mappe cognitive che stanno alla base delle rappresentazioni della malattia e della sua gestione e quindi dei comportamenti conseguenti di chi cura e di chi è curato.
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Pauletto, Franco. "L’analisi della conversazione per valutare l’autenticità dei materiali audio per l’insegnamento dell’italiano L2: una proposta metodologica." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no. 2 (October 30, 2020): 28–50. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.12.216.

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Abstract:
IT Questo studio di caso ispirato ai principi dell’analisi della conversazione prende in considerazione due conversazioni registrate tratte da un manuale per l’insegnamento dell’italiano L2 per analizzarne alcune caratteristiche salienti sulla base di quanto sappiamo sul parlato spontaneo a partire dagli studi dell’analisi della conversazione (Schegloff, 2007). L’analisi dettagliata delle registrazioni ne mette in luce il carattere a tratti problematico, soprattutto per ciò che concerne la sequenzialità dell’azione, fatto che si traduce nella frequente assenza di coordinamento tra i turni di parola dei parlanti. Altri fenomeni tipici dell’interazione verbale spontanea, quali sovrapposizioni e riparazioni, sono spesso assenti. In sostanza si tratta di conversazioni poco adatte ad un uso didattico che abbia tra i propri obiettivi anche quello di far riflettere gli apprendenti sulle specificità che caratterizzano il parlato in interazione. L’articolo vuole proporre un modello di analisi di questi supporti audio che prenda in considerazione la stretta relazione esistente tra lingua, struttura sequenziale del parlato e azione sociale. Parole chiave: ITALIANO L2, DIDATTICA, ANALISI DELLA CONVERSAZIONE, SEQUENZIALITÀ, PREFERENZA, COMPETENZA INTERAZIONALE EN This case study, inspired by the principles of conversation analysis, examines two recorded conversations from a manual for teaching Italian as a second language. It analyzes certain salient characteristics of these conversations based on what we know about spontaneous speech from conversation analysis studies (Schegloff, 2007). The detailed analysis of the conversations highlights their problematic nature, especially with regard to the sequentiality of actions, which results in the frequent absence of coordination between conversation shifts. Other phenomena typical of spontaneous verbal interaction, such as overlaps and reparations, are often absent. In essence, these are conversations that are not suitable for instructional approaches that encourage learners to reflect on the details of spoken interaction. The article proposes an analysis model of these audio scripts that takes into consideration the close relationship between language, the sequential structure of speech, and social interaction. Key words: L2 ITALIAN, TEACHING, CONVERSATION ANALYSIS, SEQUENTIALITY, PREFERENCE, INTERACTIONAL COMPETENCE ES Este estudio de caso, inspirado en los principios del análisis de conversaciones, se centra en dos conversaciones grabadas que fueron extraídas de un manual para la enseñanza del italiano L2 para analizar algunas características sobresalientes en base a lo que sabemos sobre el habla espontánea a partir de los estudios del análisis de la conversación (Schegloff, 2007). El análisis detallado de las grabaciones destaca el carácter a veces problemático, sobretodo en lo que respecta a la secuencialidad de la acción, lo que se traduce en la frecuente ausencia de coordinación entre los turnos de habla de los hablantes. Otros fenómenos típicos de la interacción verbal espontánea, como superposiciones y reparaciones, a menudo están ausentes. De hecho son conversaciones que no son aptas para el uso didáctico que tiene entre sus objetivos el de hacer reflexionar a sus discentes sobre las peculiaridades de la interacción hablada. El artículo tiene como objetivo proponer un modelo de análisis de estos soportes de audio que considere la estrecha relación entre la lengua, la estructura secuencial del habla y la acción social. Palabras clave: ITALIANO L2, DIDÁCTICA, ANALISIS DE LA CONVERSACIÓN, SECUENCIALIDAD, PREFERENCIA, COMPETENCIA INTERNACIONAL
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Magnolo, Arianna. "Nonno e Arato: alcune proposte = Nono y Arato: algunas propuestas = Nonnus and Aratus: some proposals." Espacio Tiempo y Forma. Serie II, Historia Antigua, no. 30 (December 3, 2017): 231. http://dx.doi.org/10.5944/etfii.30.2017.19089.

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Abstract:
Il presente articolo si propone di indagare il rapporto che Nonno intrattiene nelle Dionisiache con Arato, uno dei suoi molteplici modelli. Lo studio prende in analisi quattro passi significativi (1, 163-175; 25, 123-133; 38, 354-371; 47, 448-452) e li pone a confronto con i relativi versi dei Fenomeni e con il poema arateo nel suo complesso. Sarà messo in luce il duplice atteggiamento di semplice imitatio cum variatione/totale rovesciamento in cui si esplica la sfida ingaggiata dal Panopolitano. Il poeta, descrivendo le immobili costellazioni aratee come creature reali, giunge a superare il predecessore tramite un mimetismo sempre più esasperato, fino a dare vita a un'astronomia "dionisiaca", consona sia alle proprie tendenze stilistiche (paradosso) sia ai motivi portanti della propria opera (rapporto tra originale e copia). Questa astronomia personale prende forma nella Corona di Arianna, simbolo dell'unità cui, in un'ottica ispirata al Neoplatonismo, la ποικιλία finisce per tornare.El presente artículo pretende investigar la relación entre Nono y Arato, uno de sus muchos modelos, en las Dionisíacas. El estudio examina cuatro pasajes significativos (1, 163-175; 25, 125-133; 38, 354-371; 47, 448-452) y los compara con los relacionados versos de los Fenómenos y el poema arateo en su conjunto. Se destacará la actitud dual de sencilla imitatio cum variatione/total derrocamiento en la que se manifiesta el reto lanzado por Nono. El poeta, describiendo las inmóviles constelaciones arateas como criaturas reales, llega a superar su predecesor por medio de un mimetismo cada vez más acentuado, hasta crear una astronomía "dionisíaca", apropiada tanto para sus tendencias estilísticas (e. g. paradoja) como para los principales motivos de su obra, es decir la relación entre original y copia. Esta astronomía personal toma forma en la Corona de Ariadne, símbolo de la unidad a la cual, en una perspectiva inspirada en el Neoplatonismo, la ποικιλία tiene que volver.The aim of this paper is to investigate the relationship between Nonnus and one of his many models, Aratus, in the Dionysiaca. The study examines four significant passages (1, 163-175; 25, 125-133; 38, 354-371; 47, 448-452) and compares them with related verses of the Phaenomena and the aratean poem as a whole. The dual attitude, i. e. bare imitatio cum variatione/complete inversion, the Panopolitan shows in his competition with the predecessor will thus be highlighted. Describing the fixed aratean constellations as real creatures, the poet finally overcomes his model through an increasingly enphasized mimetism whose main outcome is a novel and authentic "dionysiac" astronomy: appropriate both to his own stylistic devices (e. g. paradox) and to the underpinning themes of his work, namely the relationship between original and copy. This personal astronomy finds expression in Ariadne's Crown, a symbol of unity to which, in a Neoplatonism-inspired perspective, ποικιλία is meant to go back.
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Pauletto, Franco, and Isabelle Ahlström. "Pautas atípicas. Las conversaciones en los materiales auditivos para la enseñanza de español L2 publicados en Suecia." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 9, no. 1 (April 10, 2022): 52–70. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.15.1.264.

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Abstract:
ES Este estudio de caso utiliza el análisis de la conversación para examinar la interacción verbal en las conversaciones didácticas de tres manuales de español como lengua extranjera (de ahora en adelante ELE) empleados en la educación secundaria sueca. La observación de dichas conversaciones revela algunos patrones problemáticos en cuanto a la secuencialidad de las acciones, a la presencia sistemática de silencios entre turnos de palabra y, en general, a la falta de coordinación entre co-participantes. Otros fenómenos típicos de la interacción espontánea, como por ejemplo los solapamientos entre turnos de palabra, las reparaciones o las co-construcciones faltan por completo en los materiales analizados. En la perspectiva de una enseñanza de idiomas comunicativa y orientada a la acción, el artículo sostiene que en la preparación de este tipo de soportes didácticos habría que tener más en cuenta la estrecha relación existente entre lengua hablada y acción social. Palabras clave: ANÁLISIS DE LA CONVERSACIÓN, COMPRENSIÓN AUDITIVA, ELE, ENSEÑANZA DE ELE, SUECIA, INTERACCIÓN, SECUENCIALIDAD, ACCIÓN SOCIAL EN This case study adopts the theory and method of conversation analysis to examine recorded dialogues in three textbooks for Spanish as a Foreign Language used in Swedish secondary education. The analyses of these conversations reveal some problematic patterns regarding the sequence of actions, the systematic presence of gaps between turns at talk, and a frequent lack of coordination between co-participants. Other phenomena that are typical of spontaneous interactions, such as overlaps between turns, repair sequences or co-constructions, are completely missing in the analyzed materials. From the perspective of communicative and action-oriented language teaching, the article maintains that in the preparation of this type of pedagogical supports, the authors should consider the close relationship between spoken language and social action. Key words: CONVERSATION ANALYSIS, LISTENING COMPREHENSION, SPANISH AS A FOREIGN LANGUAGE, SPANISH AS A FOREIGN LANGUAGE TEACHING, SWEDEN, INTERACTION, SEQUENTIALITY, SOCIAL ACTION IT Questo studio di caso si avvale dell’analisi della conversazione per esaminare le interazioni verbali nelle conversazioni didattiche di tre manuali di spagnolo come lingua straniera adottati presso le scuole secondarie svedesi. L’osservazione di queste conversazioni rivela alcune costanti problematiche relativamente alla sequenzialità delle azioni, alla presenza sistematica di silenzi tra i turni di parola e, in generale, alla mancanza di coordinamento tra i co-partecipanti. Inoltre, altri fenomeni tipici dell’interazione spontanea, come, per esempio, le sovrapposizioni dei turni, le riparazioni e le co-costruzioni mancano del tutto nei materiali analizzati. Nell’ottica di una glottodidattica comunicativa e orientata all’azione, questo studio sostiene che la stretta relazione esistente tra lingua orale e azione sociale dovrebbe essere tenuta in maggiore considerazione nella preparazione di questo tipo di materiali didattici. Parole chiave: ANALISI DELLA CONVERSAZIONE, COMPRENSIONE ORALE, SPAGNOLO COME LINGUA STRANIERA, INSEGNAMENTO DI SPAGNOLO COME LINGUA STRANIERA, SVEZIA, INTERAZIONE, SEQUENZIALITÀ, AZIONE SOCIALE
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Khachaturyan, Elizaveta. "Dal testo alle parole: studi contrastivi." Oslo Studies in Language 10, no. 1 (February 26, 2018). http://dx.doi.org/10.5617/osla.6041.

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Abstract:
Negli ultimi decenni gli studi contrastivi continuano ad espandere il loro dominio segnando così l’inizio di una nuova fase: dall’analisi dei fenomeni grammaticali – prevalente negli studi del secolo scorso – l’interesse dei ricercatori si sta rivolgendo ora sempre di più verso le differenze comunicative che caratterizzano le lingue e riguardano diversi livelli linguistici, dalle strutture morfosintattiche fino alle proprietà di carattere sociolinguistico e pragmatico. Il punto di partenza di uno studio contrastivo diventano pertanto il testo visto come realizzazione generale di un qualsiasi atto comunicativo e i mezzi linguistici usati per costruirlo. Così (come vedremo nelle sezioni successive) l’analisi si concentra sulle forme usate in un contesto specifico o in una situazione comunicativa prestabilita. Il presente articolo ha molteplici obiettivi. Oltre a introdurre i contributi del volume, esso si propone di descrivere il testo come oggetto di uno studio contrastivo individuando gli elementi importanti per la sua costruzione; e infine suggerisce possibili strade da seguire nei futuri studi italo-norvegesi, al momento ancora poco numerosi. L’articolo è diviso in tre parti: la presentazione del testo come materiale per l’analisi contrastiva nella prima sezione sarà seguita, nella seconda sezione, dalla descrizione dei due tipi di analisi effettuata su due livelli (la struttura testuale e le parole usate), e si concluderà nella terza sezione con la presentazione dei contributi di questo volume.
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Gentile, Rosalba. "Dall’homo patiens all’homo rebellis: analisi della nuova percezione di salute e malattia in epoca contemporanea." Medicina e Morale 61, no. 6 (December 30, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.117.

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Abstract:
È davvero possibile circoscrivere la variegata realtà della salute e della malattia entro un dato schema concettuale, senza rischiare di misconoscere l’essenza più autentica di queste nozioni antonimiche, eppure complementari? Muovendo da questo interrogativo, il presente articolo propone una riflessione sulla malattia e sulla salute attraverso l’analisi dei paradigmi ontologico e positivistico, dei quali si è cercato di illustrare l’impianto epistemologico e l’evoluzione teorica, allo scopo di cogliere le numerose implicazioni socio- antropologiche oltreché bioetiche della realtà suddetta. La disamina dei paradigmi in questione ha inoltre consentito di evidenziare la polivalenza semantica della salute e della malattia e quindi di concludere che la loro complessità è irriducibile sia alla visione dualistica del modello ontologico, che scinde l’unità sostanziale dei due fenomeni anzidetti, sia all’ottica quantitativa del paradigma positivista, incentrata invece sull’idea della misurabilità della natura. Infatti, come la vita contempla il grado ed esclude il metro, così le manifestazioni vitali del normale e del patologico si sottraggono a soffocanti inquadramenti epistemologici, che di essi trascurano quelle significazioni ulteriori e quelle iridescenze ermeneutiche, rilevabili, viceversa, attraverso una speculazione meno dogmatica, e dunque aperta all’interdisciplinarietà. Si ritiene altresì che le visioni ontologica e positivistica, avallando e contribuendo a diffondere specifici modelli di salute e di malattia, ne abbiano, più o meno consciamente, incentivato il graduale impoverirsi etico e simbolico; culminante, in sintesi, nella rimozione culturale delle dimensioni della morte e del dolore, nell’alterarsi del rapporto medico-paziente e nella riduzione materialistica dell’idea di salute. Ciò consegue al passaggio dall’impostazione ontologica a quella positivista: mentre la prima interpreta la salute e la malattia secondo una logica di dualismo manicheo, e dunque potenzialmente moralista, la seconda ne fornisce invece una lettura per lo più laicista e talora amorale. Questa transizione paradigmatica delinea pertanto una nuova mentalità collettiva, che, negando la realtà del patologico e assolutizzando il valore del normale, esalta il dominio di una medicina dell’utopia; la quale, non più consentanea ai bisogni effettivi della persona sofferente, tradisce una superficialità inconciliabile con la sua intima vocazione umanitaria. ---------- Is it really possible to restrict the multi-faceted reality of health and disease to a given conceptual scheme, without the risk of ignoring the essence of these opposing, but complementary notions? On the basis of this question, this article proposes a reflection on disease and health through the analysis of the ontological and the positivistic paradigms. An attempt was made to explain their epistemological systems and theoretical evolution, in order to understand the many socio-anthropological and bioethical implications of health and disease. The study of the aforesaid paradigms has also allowed to highlight the semantic polyvalence of health and illness, and to conclude that their complexity is irreducible to both the dualistic view of the ontological model – which does not maintain the essential unity of the two phenomena examined here – and to the quantitative perspective of the positivist paradigm, focused on the idea of measuring nature. In fact, as human life requires gradual change and excludes measurability, similarly the vital manifestations of the normal and the pathological escape suffocating epistemological frameworks. This is because they disregard the additional meanings and the hermeneutical nuances of health and disease that are instead detectable through a less dogmatic speculation, which would hence be open to an interdisciplinary approach. It has also been opined that the ontological and the positivist visions have, more or less consciously, induced the gradual, ethical and symbolic impoverishment of the concepts of health and disease, through endorsing and helping to disseminate specific models of them. This impoverishment culminated, in summary, in the cultural removal of death and pain, in an altered relationship between doctors and patients, and in a materialistic idea of health. This ensues from the shift from the ontological to the positivistic framework: while the first interprets health and disease according to the manichaean dualism, and therefore to a potentially moralistic view, the second explains them in a more secularist and sometimes amoral way. This paradigmatic transition outlines a new collective mentality, which denies the reality of the pathological, absolutises the value of the normal, and thus enhances the dominance of an utopian medicine. This one, as no longer corresponds to the real needs of suffering people, reveals its superficial heart and so is incompatible with its humanitarian nature.
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