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Journal articles on the topic 'Analisi delle serie storiche'

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Tekavčić, Pavao. "Eduardo Blasco Ferrer, La parlate dell' Alta Ogliastra, Analisi dialettologica. Saggio di storia linguistica e culturale, Studi di Linguistica sarda, Collana diretta da Eduardo Blasco Ferrer e Heinz Jürgen Wolf, num. l; Cagliari, Edizioni De/la Torre 1988." Linguistica 29, no. 1 (December 1, 1989): 173–78. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.173-178.

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Abstract:
Il fascino del sardo, questo «Naturpark der Romania», come J. Jud lo defini molti anni or sono, garantisce vivo interesse a qualsiasi pubblicazione che tratti questo membro della famiglia neolatina. Se tali studi sono condotti secondo i metodi attuali, basati su solide inchieste e completati dalla larghezza delle vedute antropologiche, storiche e culturali, il successo non puo mancare. È appunto il giudizio sintetico che a mo' di anticipazione possiamo fomulare sul volume qui recensito. Ne è autore il giovane studioso italiano (di origine catalana) Eduardo Blasco Ferrer, autore di alcuni libri sul sardo e sul catalano, autore anche di una serie di studi e collaboratore al Lexikon der romanistischen Linguistik (per la storia esterna del sardo).
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Sampagnaro, Gabriele. "I profili di criticitŕ del Private equity negli schemi di asset allocation." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 509–31. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003006.

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Abstract:
Lo scopo di questo contributo č quello di descrivere i profili di criticitŕ che si affrontano nell'adattamento degli schemi tradizionali di(di tipo mediavarianza) agli investimenti in Private equity (Pe). L'elevato livello di illiquiditŕ degli investimenti in Pe alterano i valori dei parametri di rischio e di rendimento generando, a cascata, effetti di instabilitŕ e di inaffidabilitŕ delle frontiere efficienti. Nel corso del lavoro si procede, in particolare, ad una discussione circa: i) i fattori esplicativi dell'alterazione dei rendimenti (e, conseguentemente, dei rischi e delle correlazioni), ii) le metodologie piů diffuse per la neutralizzazione delle distorsioni sulle serie storiche nonché iii) le implicazioni per gli analisti deputati alla costruzione di un portafoglio diversificato comprensivo di una quota di Private equity.
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3

Amparo. "OXÍMORON PER EXCEL·LÈNCIA EN ELS TEXTOS DE CHIARA LUBICH." Acta Semiótica et Lingvistica 25, no. 3 (December 18, 2020): 143–52. http://dx.doi.org/10.22478/ufpb.2446-7006.44v25n3.55956.

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Abstract:
Nei testi di Chiara Lubich si trovano figure letterarie della famiglia dell’antitesi, il paradosso, l’ossimoro, tra cui l’espressione “Gesù Abbandonato”, cioè l’immagine di Gesù che in croce grida l’abbandono del Padre. In questo articolo si intende aproffondire la forza concettuale di questo sintagma, che consideriamo l’ossimoro per eccellenza della Lubich. Si inizia con una serie di precisazioni terminologiche, prendendo i dizionari di riferimento delle lingue di uso dell’autrice: catalano, spagnolo, italiano. Si prosegue con l’analisi del sintagma “Gesù Abbandonato” e il suo carattere ossimorico, d’accordo con le definizioni viste precedentemente. Per continuare l’approfondimente si inserisce un testo di Chiara Lubich in cui sembra che lei, per sviscerare il senso dell’ossimoro “Gesù Abbandonato”, ricorra al linguaggio antitetico in una carrellata di tante nuove contrapposizioni. Questo brano corrisponde ai capoversi 594-596 del Paradiso’49, corpus di scritti della Lubich, ancora inedito come tale insieme. Il brano preso in considerazzione è stato pubblicato però in diverse occasioni e per questo articolo si prende il seguente riferimento bibligrafico: C. Lubich, Gesù abbandonato, a cura di Hubertus Blaumeiser, Città Nuova, Roma 2016, pp 55-56. Dopo questa analisi, due conclusioni si possono cogliere dalle idee descritte dalla Lubich nel brano: Gesù Abbandonato è tutto, quindi ci stano dentro tutte le opposizioni dualistiche; Gesù Abbandonato non è mai uguale: è una tale cosa ed anche la contraria ed anche un’altra diversa, coinvolgendo le sfumature di mezzo, superando in questo modo anche gli antagonismi a due. L’articolo prosegue azzardando di esporre che la comprensione di questo ossimoro per eccelenza offre anche una chiave di lettura per interpretare le vicende del mondo odierno, così pieno di contrasti. In questo senso si fa dei riferimenti –tra l’altro– ai discorsi delle Lectio magistralis per le lauree h.c. a Chiara Lubich in teologia a Manila e in filosofia a Città del Messico, in cui si riferisce a Gesù Abbandonato come “il Dio del nostro tempo”, “il Dio di oggi”. Contestualizzando l’articolo al momento storico che si vive nel 2020, a causa dell’emergenza mondiale del COVID-19, se ne fa riferimento, stabilendo una connessione tra le antitesi del testo della Lubich e quanto viviamo ancora oggi per via della pandemia. Per concludere, dopo tutta l’esposizione, ci si domanda se questo “ossimoro per eccellenza” può contribuire in qualche modo a risanare tutte le ferite que attanagliano l’umanità odierna, e per darne una risposta si prende un testo della Lubich in cui, stabilendo un’identificazione tra Gesù Abbandonato e “ogni fratello sofferente”, getta ponti di luce e speranza tra gli opposti più scottanti.
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Pareto, Adriano, and Annamaria Urbano. "Stime preliminari nelle statistiche giudiziarie: un'applicazione ai procedimenti di separazione e divorzio." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (November 2010): 108–35. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-003005.

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Abstract:
Questo lavoro nasce dall'esigenza di sviluppare un sistema per la produzione di stime preliminari, a livello di ripartizione geografica, nelle statistiche giudiziarie rilasciate dall'ISTAT, con particolare riferimento alle separazioni e ai divorzi. La prima parte č dedicata all'esposizione del quadro normativo e del contesto operativo di riferimento. Quindi, vengono illustrati le fonti, il processo produttivo e le serie storiche utilizzate. Infine, viene proposta e sperimentata una metodologia per la produzione delle stime anticipate dei dati annuali basata sull'applicazione del metodo di Holt-Winters a serie storiche trimestrali. Tale metodologia puň essere applicata con successo anche nei casi in cui la numerositŕ delle serie storiche non consente l'applicazione di modelli sofisticati, come i modelli ARIMA. La positiva performance riscontrata sui dati delle separazioni e dei divorzi apre lo scenario all'eventuale applicazione della metodologia proposta ad altre indagini della statistica giudiziaria.
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Lanza, Andrea. "Il bambino democratico. La filosofia politica dell'educazione di Marcel Gauchet." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 43 (June 2012): 70–85. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043008.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce le riflessioni sulla crisi dell'educazione avanzate dal filosofo politico Marcel Gauchet. All'interno di una piů generale analisi delle trasformazioni della societÀ democratica e dell'approfondirsi del processo d'individualizzazione, viene posta all'attenzione la diffusa incapacitÀ di prendere in considerazione la formazione sociale dell'individuo. Solo a partire da tale constatazione č possibile comprendere le mutazioni storiche delle condizioni sociali in cui si educano i bambini. Il saggio si concentra inoltre su alcuni punti specifici dell'analisi della crisi dell'educazione.
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Varriano, Valeria. "Ritrovarsi in TV durante una pandemia: analisi di due serie televisive cinesi." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 175–93. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19126.

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Abstract:
Il contributo propone un’analisi della narrazione dell’esperienza del COVID a Wuhan nei primi mesi del 2020 proposta dalle due serie televisive Heroes e With you realizzate a ridosso della conclusione del primo lockdown cinese. L’esame sarà svolto individuando gli elementi comuni alle due serie nella descrizione dei protagonisti delle serie e il modo in cui dialogano con personaggi e fatti reali, anche alla luce delle presentazioni offerte dai produttori televisivi alla stampa e pubblicate su riviste specializzate o riviste di partito. Al fine di capire se questa esperienza sia considerata in Cina come un trauma culturale, le serie sono, quindi, qui considerate come spazi di interpretazione dell’esperienza individuale in senso collettivo, discorsi in cui la memoria esercita un ruolo fondante nella definizione dell’io sociale e culturale.
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Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

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Abstract:
Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
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Console, Fabiana, Andrea Motti, and Marco Pantaloni. "L'intermittenza delle sorgenti del Torbidone nella Piana di Norcia: analisi delle fonti storiche a partire dal XIV secolo." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 43 (November 2017): 36–56. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2017.34.

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Galli, Jacopo. "Confini urbani, confini di guerra, confini di ricostruzione. I regimi proprietari come motore dei processi insediativi della ricostruzione." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 38–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1004.

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Abstract:
Le attuali condizioni delle citta della MENA region pongono serie domande sui processi di progettazione in termini di possibili strategie di ricostruzione. Le condizioni di tabula rasa offrono molte possibilita, ma la struttura della proprieta e un grave ostacolo a una ricostruzione sostenibile. L'articolo analizza l'evoluzione dei confini urbani nelle citta siriane prima, durante e dopo la guerra, ripercorrendo i processi di metamorfosi urbana dettati da cause economiche, sociali e storiche.
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Giovanni, Bruno Vicario. "Illusioni ottico-geometriche, XVII: lacune e dintorni." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2012): 413–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003006.

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Abstract:
Dopo una preventiva analisi del concetto di lacuna ( &#167 1) e l'esame di lacune particolari (tagli, rotture, &#167 2; mutilazioni &#167 3) si presentano i casi di estraneitŕ (&#167 4) e di disintegrazione della figura (&#167 5). Sono prese in considerazione le lacune multiple (o tratteggi, &#167 6) e le loro somiglianze con le illusioni di partizione. L'illusione di Poggendorff viene ricondotta ad un caso di disallineamento dovuto ad una lacuna (&#167 7). Viene presentato il caso di riempimento immaginato di lacune (&#167 8). Viene trattato anche il riempimento delle lacune, nella forma del completamento amodale (&#167 9) e delle superfici anomale (&#167 10). Sono considerati altri effetti della produzione di lacune in figure (&#167 11). Seguono alcune considerazioni generali, anche se provvisorie, sullo studio delle illusioni ottico-geometriche e sulle spiegazioni di esse (&#167 12). Il lavoro contiene 55 figure storiche nella loro forma originale, e 30 figure nuove.
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Santilli, Anthony. "Esperienze detentive e scale della storia, tra paradigmi globali e contesti nazionali. Riflessioni su alcuni recenti contributi storiografici." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 276–90. http://dx.doi.org/10.3280/ic296-oa4.

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Abstract:
I contributi presi in esame permettono di riflettere su come la più recente storiografia sulle pratiche detentive, con particolare attenzione all'internamento civile, si è confrontata con il cosiddetto global turn e al contempo con il tema delle scale nella storia. Attraverso lo stu-dio di una serie di indicatori presenti nelle opere selezionate l'autore sostiene che i più significativi avanzamenti in termini storiografici non dipendano tanto dalla scelta tra le tradizionali questioni binomie - micro/macro, locale/globale quanto dall'adozione di un approccio microsociologico teso a evitare la reificazione tanto delle categorie di analisi quanto delle periodizzazioni, attraverso una prospettiva mai statica.
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Gavin, Ivey. "Maneggiare l'acciaio: una revisione delle metafore chirurgiche in psicoanalisi." PSICOANALISI, no. 2 (January 2012): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/psi2011-002001.

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Abstract:
Tra le metafore che Freud ha usato per descrivere la psicoanalisi, quella chirurgica č probabilmente la piů deplorata perché considerata anacronistico relitto di una dubbia ideologia medica che la psicoanalisi ha da tempo rinnegato. Eppure, sebbene gli analisti di oggi evitino le analogie con la medicina, i pazienti continuano a produrre fantasie chirurgiche sulla terapia analitica e questo solo fatto richiederebbe un'attenta valutazione. La metafora chirurgica merita di essere riconsiderata, dal punto di vista dell'analista, anche per il ruolo creativo con cui Bion l'ha adoperata. Incurante del rifiuto dell'analogia con la chirurgia, Bion ha usato queste metafore per raffigurare in maniera vivida vari aspetti della situazione analitica e dell'esperienza vissuta dal paziente. Dopo una breve rassegna storica sulla metafora chirurgica in psicoanalisi, l'autore analizza le ragioni del suo rifiuto e delle critiche che continua a suscitare. Poi indaga l'uso che Bion ne ha fatto negli ultimi anni della sua vita e, infine, fornisce una serie di esempi di come i pazienti le usino spontaneamente per raffigurare il transfert e il processo analitico. Per quanto gli analisti non dovrebbero adottare deliberatamente le metafore chirurgiche, č importante essere aperti a queste raffigurazioni del transfert.
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Ballerini, Bruno. "L'accesso al giudice inglese: analisi comparata tra elementi di tutela soggettiva e oggettiva." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 142–62. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1984.

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Abstract:
Il contributo propone un'analisi comparata degli ordinamenti inglese, italiano e francese con l’intento di mettere in risalto gli elementi dell’accesso al giudice ricorrenti nei sistemi di tutela prevalentemente oggettiva, confrontandoli con quelli tipici della tutela soggettiva. Lo scritto si sofferma in particolare sull'istituto del leave e sull’evoluzione della giurisprudenza anglosassone in materia di accesso alla giustizia, alla ricerca di quegli elementi “irriducibili” della visione oggettiva delle funzioni del processo. Si studieranno le ragioni storiche che hanno invece spinto l’ordinamento italiano ad accogliere, con la Costituzione repubblicana, un modello di tutela prevalentemente soggettiva.The present study proposes a comparative analysis of the English, Italian, and French legal systems, to highlight the elements of the access to justice, typical of the view of recours objectif, comparing them with the the recours subjectif approach. The article focuses in particular on the legal institute of leave and the evolution of Anglo-Saxon jurisprudence on access to justice, looking for those unshakeable elements of the objective view of the functions of the process. The study will also reflect on the historical reasons why Italy chose a subjective administrative contentious.
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Sainaghi, Ruggero. "I risultati delle imprese alberghiere: una rassegna della letteratura internazionale." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 527–52. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003006.

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Abstract:
I risultati delle imprese ricettive e di quelle alberghiere in particolare sono spesso utilizzati come sintomo per valutare la competitivitŕ e lo stato di salute di una destinazione turistica. Infatti, i diversi segmenti stanziali attratti producono dei riflessi sulle performance competitive di questo comparto. Scopo del presente articolo č quello di comprendere cosa si intenda per risultato o performance di un'impresa alberghiera, identificando quali dimensioni č necessario utilizzare, quali indicatori e quali strategie di ricerca. La metodologia si basa sull'analisi estensiva della bibliografia internazionale specializzata in turismo, hospitality, servizi o business management a condizione che gli articoli affrontino il tema delle determinanti delle performance nel settore dell'ospitalitŕ, con un taglio teorico o empirico. Gli articoli sono stati identificati in tre database (Science Direct, Business Source Complete, Emerald) utilizzando parole chiave relative sia al tema (performance), sia al comparto (ricettivitŕ). Il campione include 180 contributi. L'analisi degli articoli ha permesso di tracciare lo stato dell'arte degli antecedenti delle performance, identificando le riviste che accolgono questi studi, le principali variabili dipendenti e indipendenti, le metodologie di ricerca (tipo di evidenza raccolta, ampiezza dei campioni e delle serie storiche). I risultati suggeriscono l'importanza del contesto nello sviluppo dei quesiti e delle metodologie di ricerca. Nelle conclusioni si propongono tre stili di ricerca: europeo, asiatico e americano.
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Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Miklič, Tjaša. "Il discorso indiretto libero nel romanzo di Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini: funzioni testuali e caratteristiche linguistiche." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 93–108. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.93-108.

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Abstract:
Quando la sezione letteraria della commissione statale per l'italiano aveva scelto il romanzo II giardino dei Finzi Contini (GFC) come testo su cui preparare le cono­ scenze letterarie per l'esame di maturita in italiano lingua straniera nei licei sloveni non si aspettava particolari difficolta di comprensione da parte degli studenti. La fruizione pero si e rivelata meno soddisfacente del previsto. L'attenta analisi lin­guistica delle sue caratteristiche strutturali svolta in seguito allo scopo di offrire poi agli insegnanti suggerimenti concreti per la presentazione dei punti problematici in classe ha portato alla scoperta di una insospettata complessita, soprattutto di natu­ ra narrativa e sintattica. Questo compito apparentemente pratico ha spronato una ricerca di respiro piu ampio, che ha implicato analisi sistematiche della prima e del­ l'ultima versione del romanzo, 1 nonche di una serie di traduzioni in varie lingue.2
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Schnapp, Jeffrey T. "Gorilla Art. Intorno a una lettera inedita di Karl Vossler a Filippo Tommaso Marinetti." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 39–44. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp39-44.

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Abstract:
Nella primavera nel 1914, probabilmente durante una delle sue tournées tedesche, Filippo Tommaso Marinetti venne a sapere che, nel proporre a un pubblico più ampio la sua già nota Italienische Literaturgeschichte (1900; 2° ed. 1908), Karl Vossler aveva tenuto una serie di conferenze al Freies Deutsches Hochstift di Francoforte, concluse da una breve analisi dell'impatto del Futurismo sulla scena letteraria italiana.Marinetti si mobilitò alla sua solita maniera, affrettandosi a scrivere una lettera corredata di allegati futuristi. L'articolata risposta di Vossler, datata 28 luglio 1914, il fatidico giorno della dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria contro la Serbia, è l'oggetto di questo contributo.
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Martini, Angela. "Istruzione e diseguaglianze sociali nel Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2020): 60–78. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001004.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza l'effetto dell'indice di status socio-economico-culturale (Escs) dello studente sui risultati delle prove Invalsi di Italiano, Matematica e Inglese degli alunni veneti che hanno frequentato nel 2018-19 la quinta classe della scuola primaria, la terza classe della scuola secondaria inferiore e le classi seconda e quinta della scuola secondaria superiore. A tal fine una serie di analisi di regressione è stata effettuata sia tenendo conto del solo indice Escs come variabile indipendente sia controllando per altre variabili degli studenti che incidono sulle prestazioni nelle prove standardizzate di apprendimento, come il genere, la nazionalità, ecc. L'effetto dell'Escs diminuisce quando si tiene conto anche di queste variabili. Inoltre, più che l'Escs individuale dello studente, a pesare sui risultati delle prove è il contesto sociale della classe in cui è inserito, misurato dall'Escs medio degli alunni che la frequentano.
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Ballarino, Gabriele, Daniele Checchi, Carlo Fiorio, Stefano Iacus, Marco Leonardi, and Giuseppe Porro. "La valutazione dell'efficacia del "sistema delle doti" della Regione Lombardia: modelli statistici e criticitŕ nella progettazione." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 39–76. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049004.

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Abstract:
Il contributo descrive e commenta un esercizio di valutazione svolto per conto della Regione Lombardia nel biennio 2009-2011. Oggetto della valutazione era una serie di programmi (le "doti") rivolti all'inserimento occupazionale di categorie di soggetti variamente svantaggiati, che ricevono voucher con cui accedere a servizi per l'impiego forniti da operatori accreditati, sia pubblici che privati. Il fine della valutazione era la produzione di un ranking per la valutazione dell'efficacia del servizio dei vari operatori. L'articolo descrive in primo luogo i dati che sono stati resi disponibili al gruppo dei valutatori e, a partire da questi, una serie di criticitŕ collegate al disegno del programma. Quindi vengono descritti i modelli statistici utilizzati: due versioni di un modello multilivello a effetti casuali e un modello di analisi della frontiera di efficienza (DEA). Infine, si spiega perché il ranking cosě costruito non č utilizzabile operativamente e cosa si puň fare per superare le criticitŕ e ottenere una valutazione completa e soddisfacente di importanti politiche pubbliche analoghe a quella descritta in questo lavoro.
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Clark, Gillian. "Animals and animal products in medieval Italy: a discussion of archaeological and historical methodology." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 152–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009120.

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Abstract:
ANIMALI E PRODOTTI ANIMALI NELL'ITALIA MEDIEVALE: UNA DISCUSSIONE DI METODO STORICO E ARCHEOLOGICOQuesto studio discute i diversi tipi di approccio — quello archeologico e quello storico che, in generale, si possono adottare nello studio dei sistemi economici del passato ed in particolare nello studio del ruolo degli animali e dei prodotti animali nell'Italia medievale. Una serie di problemi vengono anzitutto posti come punto di partenza dell'indagine; sono poi discusse le fonti disponibili: archeologiche, storiche, artistiche e letterarie; sono infıne prese in considerazione le risposte possibili allo stato attuale. E' chiaro che tutti e quattro i tipi di fonti sono in grado di apportare preziosi contributi alla ricerca, fornendo in taluni casi dei quadri simili, in altri immagini tra loro contrastanti. E' chiaro al tempo stesso che ciascun tipo di fonte ha i suoi dementi di forza, quelli di debolezza, le sue lacune. Le testimonianze archeologiche rappresentano, ad esempio, un potenziale enorme per la comprensione dei aspetti produttivi del sistema economico, per i quali i dati documentari sono scarsi; le fonti storiche devono essere considerate come il mezzo più importante per la comprensione delle complesse forme di organizzazione del commercio urbano. Viene comunque messo in evidenza come il ruolo di animali e prodotti animali debba essere defınite all'interno di ogni singolo contesto e come tale ricerca non possa che assumere un carattere interdisciplinare.
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Gambino, Silvio. "Democrazia rappresentativa e populismo: riflessioni sull'esperienza italiana nell'ottica comparatistica. Una "democrazia assediata" che muove verso la ‘democrazia illiberale'?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002001.

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Abstract:
"Rappresentanza politica" e "sovranità popolare" si offrono al costi-tuzionalista come le due principali tematiche teoriche che aiutano a qualificare le manifestazioni istituzionali/costituzionali ormai bisecola-ri della democrazia liberaldemocratica moderna, che ritrova le pro-prie origini storiche negli eventi rivoluzionari francesi di discontinuità con lo Stato assoluto e il proprio sviluppo nelle forme della democra-zia sociale e partecipativa del costituzionalismo del secondo dopo-guerra. La riflessione proposta al lettore muove dal modello costitu-zionale italiano - che si propone come fortemente innovativo in ragio-ne della valorizzazione della sovranità popolare e delle forme politiche del suo esercizio (incentrate sul ruolo centrale svolto dal concorso partecipativo dei partiti politici alla determinazione della politica na-zionale) - per coglierne, nel seguito, l'evoluzione osservabile nell'ambito della vita democratica interna agli stessi e con riguardo al condizionamento concreto delle istituzioni pubbliche da essi svolto. È in tale prospettiva che il contributo si ripropone due interrogativi, chiedendosi, dapprima, se sia possibile - nel quadro della trasforma-zione e della crisi dei partiti - una ‘democrazia senza partiti', e per in-terrogarsi successivamente - in una prospettiva di analisi di tipo com-paratistico aperta ai Paesi di democrazia pluralista al di qua e al di là dell'Oceano - se gli interventi sugli istituti della democrazia costitu-zionale (anche di tipo manipolativo) non dischiudano scenari preoc-cupanti di una ‘democrazia assediata' che si conforma viepiù nel tem-po alle esperienze di ‘democrazia illiberale' (nella esperienza italiana, allo stato, solo statu nascenti).
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Capano, Giliberto. "LE TIPOLOGIE DELLE POLITICHE PUBBLICHE: UNA STRADA SENZA USCITA?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 3 (December 1993): 549–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022486.

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Abstract:
IntroduzioneCome è stato recentemente sottolineato, l'analisi delle politiche pubbliche costituisce, insieme al filone dellapolitical economy, «il campo d'indagine che ha registrato l'espansione forse più impetuosa nelle scienze sociali dell'ultimo ventennio» (Ferrera 1989, 241). Questo grande sviluppo dell'analisi delle politiche pubbliche pone una serie di problemi concernenti, oltre che il rapporto con la scienza della politica nel suo complesso, gli stessi assetti interni di questo campo di studi. Questioni che nascono soprattutto dal carattere intrinsecamente interdisciplinare dell'analisi delle politiche pubbliche, oltre che dalla problematicità dell'unità di analisi. Nel coacervo di questioni teorico-metodologiche che sorgono, nel momento in cui si intende porre al centro della ricerca empirica lapolicy, una di quelle più intriganti è costituita dal problema della classificazione delle politiche pubbliche. D'altra parte, il trattamento classificatorio dei concetti occupa un posto fondamentale nel processo di ricerca, costituendo altresì una condizione necessaria, pur se non sufficiente, per procedere in modo adeguato nell'analisi empirica e teorica del fenomeno politico (McKinney 1966, 1970; Tiryakian 1968; Sartori 1979; Oppenheim 1975; Marradi 1990). La questione assume, peraltro, una rilevanza assolutamente imprescindibile all'interno di un magmatico e frammentato campo di studi, quale è quello deipolicy studies, laddove, pur esistendo una notevole tradizione classificatoria - anzi, nella sua espressione più rilevante, tipologica - la diversità delle proposte elaborate (numerose, spesso assolutamente non confrontabili) ha condotto a non soddisfare le attese riposte in tale strumento metodologico per ordinare e guidare la prodigiosa produzione di ricerca (soprattutto a carattere idiografico) sviluppata negli ultimi trent'anni.
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Vicario, Federico. "Note sull'ordine degli elementi in coppie di verbi antonimi." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 3–12. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.3-12.

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Abstract:
La riflessione sulle categorie e le proprieta legate al fenomeno dell'antonimia ri­ guarda, in semantica, una serie di fatti senza dubbio interessanti e di notevole com­ plessita. La definizione comune, tradizionale, di antonimia - in una certa misura anche generica - designa, in buona sostanza, l'antitesi tra elementi della lingua, tra parole, che hanno un "significato contrario"1. A partire da tale definizione, che ri­ chiama per altro il principio binario di opposizione che costituisce uno dei fonda­ menti strutturali delle lingue, vd. Lyons (1980: 294 sgg.), numerosi sono i modelli di analisi, le tassonomie e le tipologie elaborate per una migliore descrizione del feno­meno o di casi particolari del medesimo 2 . Si proporranno qui, in particolare, alcune brevi osservazioni sull'ordine in cui si presentano i termini che formano coppie di verbi antonimi (reciproci).
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Russo, Marcello, Filomena Buonocore, and Maria Ferrara. "Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

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Abstract:
La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
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Burden, Amy. "Lipstick on pigs: Critical discourse and image analysis of non-humans in U.S. children’s ESL textbooks." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, no. 1 (March 31, 2021): 52–74. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.218.

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Abstract:
EN Gender equality in language learning has received considerable attention in research on classroom policy and materials. Within studies of materials like language learning texts, most research focuses on content analyses of character roles and images, with sometimes purposeful exclusion of non-human characters. However, non-humans in children’s picture books comprise almost 60% of the characters children read. Therefore, their representations of gender, including biases, overt sexism, and covert sexism should be examined. In this study, I examine gendering of non-human characters using corpus linguistics and critical discourse analysis. Additionally, I use critical image analysis to discuss pictorial gendering of non-human characters within 12 textbooks in two of the United States’ most widely used textbook series for language learning in elementary schools. Results indicate a strong preference for aggressive and adventurous male characters, male supremacist ideologies, and the suppression of female agency. Key words: CORPUS LINGUISTICS, CRITICAL DISCOURSE ANALYSIS, TEXTBOOK ANALYSIS, GENDER AND LANGUAGE, ENGLISH AS A SECOND LANGUAGE (ESL), CRITICAL IMAGE ANALYSIS ES La igualdad de género en el aprendizaje de idiomas ha recibido una atención considerable en la investigación sobre la política y los materiales en el aula. Dentro de los estudios sobre materiales como los textos para el aprendizaje de idiomas, la mayoría de las investigaciones se centran en el análisis del contenido de los roles y las imágenes de los personajes, con una exclusión de los personajes no humanos. Sin embargo, los personajes no humanos de los libros ilustrados para niños representan casi el 60% de los personajes que leen los niños. Por lo tanto, deben examinarse sus representaciones de género, incluyendo los prejuicios, el sexismo manifiesto y el sexismo encubierto. En este estudio, examino la representación de género de los personajes no humanos utilizando la lingüística de corpus y el análisis crítico del discurso. Además, utilizo el análisis crítico de la imagen para analizar el género pictórico de los personajes no humanos en 12 libros de texto de dos de las series de libros de texto más utilizados en Estados Unidos para el aprendizaje de idiomas en las escuelas primarias. Los resultados indican una fuerte preferencia por personajes masculinos agresivos y aventureros, ideologías de supremacía masculina y la supresión de la agencia femenina. Palabras clave: LINGÜÍSTICA DE CORPUS, ANÁLISIS CRÍTICO DEL DISCURSO, ANÁLISIS DE LIBROS DE TEXTO, GÉNERO E LINGUAJE, INGLÉS COMO SEGUNDA LENGUA (ESL), ANÁLISIS CRÍTICO DE LA IMAGEN IT L’uguaglianza di genere nell'apprendimento delle lingue ha ricevuto una notevole attenzione nella ricerca sulle norme di comportamento nelle classi così come nei materiali didattici. All'interno degli studi su materiali didattici come i testi per l'apprendimento delle lingue, la maggior parte della ricerca si concentra sull'analisi del contenuto dei ruoli e delle immagini dei personaggi con l'esclusione, a volte intenzionale, di personaggi non umani. Tuttavia, i non umani nei libri illustrati per bambini costituiscono quasi il 60% dei personaggi. Pertanto, dovrebbero essere esaminate le loro rappresentazioni di genere, inclusi pregiudizi, sessismo palese e sessismo nascosto. In questo studio si esamina la sessuazione di personaggi non umani usando la linguistica dei corpora e l’analisi critica del discorso. Inoltre, viene utilizzata l'analisi critica delle immagini per discutere la sessuazione di personaggi non umani all'interno di 12 libri in due delle serie di libri di testo più utilizzate negli Stati Uniti per l'apprendimento delle lingue nelle scuole elementari. I risultati indicano una forte preferenza per personaggi maschili aggressivi e avventurosi, ideologie suprematiste maschili e soppressione dell'agire femminile. Parole chiave: LINGUISTICA DEI CORPORA, ANALISI CRITICA DEL DISCORSO, ANALISI DEI LIBRI DI TESTO, GENERE E LINGUAGGIO, INGLESE COME SECONDA LINGUA, ANALISI CRITICA DELLE IMMAGINI
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Brezzi, Camillo. "Le voci dei «senza storia»." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), no. 37 (July 21, 2022): 95–110. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7057.

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Abstract:
Nel 1984, Saverio Tutino, famoso giornalista, decide di fondare a Pieve Santo Stefano, un piccolo paese della Toscana, un archivio finalizzato alla raccolta, conservazione catalogazione delle scritture della «gente comune» per evitare la dispersione di un patrimonio documentario unico. Il progetto, ha un riscontro decisamente positivo: il patrimonio vede un continuo incremento tanto da contare attualmente più di 9.000 testimonianze, inviate in prima persona dagli autori o dai loro familiari e amici. Pagine e pagine di diari, memorie, carteggi costituiscono un vero monumento nazionale della memoria e toccano diverse fasi storiche e tematiche. Negli ultimi anni, l’Archivio ha avviato una serie di iniziative che ne caratterizzano sempre più la specificità e ha stabilito un proficuo rapporto con il mondo universitario, dando vita a programmi di ricerca e a significative iniziative, nell’intento di porre i diari nel quadro del rinnovato dibattito scientifico prodotto dalle diverse discipline. L’Archivio è anche promotore di attività editoriali volte a coinvolgere non solo gli studiosi ma a un pubblico più ampio. Oltre alla conservazione e alla schedatura informatizzata, l’Archivio ha realizzato la digitalizzazione dei manoscritti, ha aperto portali e siti e ha dato vita al Piccolo museo del diario.
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Coates-Stephens, Robert. "Dark age architecture in Rome." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 177–232. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010631.

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Abstract:
ARCHITETTURA DELLA DARK AGE A ROMANonostante un notevole numero di recenti scavi e ricerche, la visione generalmente accettata dell'architettura della Roma alto medievale resta quella di Richard Krautheimer. Il suo quadro ciclico consiste di una serie di fasi distinte che vanno dalla ‘basilica costantiniana a forma di T’, attraverso il ‘rinascimento sistino’ della metà del quinto secolo, al periodo bizantino del sesto e dell'inizio del settimo secolo, seguito dalla ‘Dark Age’ della durata di un secolo, ed infine, dal tardo ottavo secolo, il ‘rinascimento carolingio’. L'architettura del decimo secolo resta sconosciuta. Un chiaro contrasto viene delineato tra le tendenze occidentali e classicizzanti e quelle bizantine, tipicamente orientali, ed anche tra la minima attività dei periodi 640-772 e 860-1000 — le due dark ages — e la prolifica attività costruttiva del periodo carolingio. Quest'articolo fornisce dati sulle costruzioni del periodo, finora trascurato, delle due dark ages. Un corpus di chiese è presentato; questo si basa in parte su una nuova lettura delle notizie costruttive del Liber Pontificalis (640–772), ed anche sulle variegate ma scarse informazioni storiche sulle chiese del decimo secolo, così come sulle descrizioni degli oramai scomparsi palazzi del sedicesimo secolo e dei periodi successivi. Molte nuove informazioni derivanti da rilevamenti e recenti ricerche archeologiche viene presentata per specifici monumenti quali San Giorgio in Velabro, San Gregorio Nazianzeno, San Tommaso in Formis e San Cosimato. I risultati mostrano una sostanziale continuità di attività architettoniche in entrambi i periodi. L'accelerato programma costruttivo del cosiddetto ‘rinascimento carolingio’ sembra esser cominciato durante il pontificato di Gregorio III (731–41), e molte delle distinzioni, finora considerate chiare, tra l'architettura ‘carolingia’ e quella ‘orientale’ vengono messe in dubbio. Il decimo secolo si rivela essere un periodo di notevole attività, per lo più derivante da finanziamento privato.
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Graziano, Federica, Manuela Bina, and Silvia Ciairano. "Le funzioni del consumo di tabacco e alcolici percepite dagli adolescenti: una ricerca con il focus group." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003002.

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Abstract:
Il fumo di sigarette ed il consumo di alcolici, come altri comportamenti a rischio, rappresentano per gli adolescenti condotte dotate di significato e dirette ad uno scopo: esse svolgono infatti delle specifiche funzioni in rapporto agli obiettivi di crescita. Il presente studio si č proposto di indagare quali sono tali funzioni nella percezione degli adolescenti attraverso sei focus group che hanno coinvolto un totale di 46 adolescenti di entrambi i generi frequentanti scuole medie superiori di diverso indirizzo della cittŕ di Torino. Il materiale testuale ricavato dalle interviste č stato sottoposto ad analisi del contenuto, individuando una serie di categorie corrispondenti alle varie funzioni. I risultati hanno evidenziato che le principali funzioni attribuite al fumo di sigarette possono essere ricondotte alla trasgressione, alla sperimentazione, all'emulazione e alla visibilitŕ, mentre le principali funzioni del consumo di alcolici si riferiscono alla comunicazione e alUna motivazione che accomuna entrambi i comportamenti č riconducibile al piacere. I risultati, oltre a confermare quanto evidenziato dalla letteratura, offrono rilevanti spunti per la prevenzione.
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Naidu, Suresh, Eric A. Posner, and Glen Weyl. "Potere datoriale nel mercato del lavoro e rimedi antitrust." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 257–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170005.

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Abstract:
Ricerche recenti mostrano come il potere datoriale nel mercato del lavoro abbia contribuito ad aumentare le diseguaglianze salariali e la stagnazione economica. Sebbene la legislazione anti-trust impedisca alle imprese di restringere la concorrenza nei mercati del lavoro come nei mer-cati del prodotto, il governo federale statunitense non ha fatto molto per affrontare il problema del mercato del lavoro, e le azioni legali sono state rare e in gran parte infruttuose. Una ragione è che le tecniche di analisi antitrust ideate per valutare il potere datoriale nel mercato del lavoro sono di gran lunga meno evolute rispetto alle regole ideate per stimare il potere (di mercato) nel mercato del prodotto. Per correggere questa asimmetria, il saggio individua una serie di metodi per stimare gli effetti delle concentrazioni nei mercati del lavoro. Gli Autori estendono poi que-sto approccio ad altre condotte anticoncorrenziali realizzate dai datori di lavoro nei confronti dei lavoratori. Da ultimo, il saggio evidenzia alcuni argomenti e prove che indicano come il potere di mercato possa essere addirittura più significativo nei mercati del lavoro che nei mer-cati del prodotto.
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D'Ovidio, Fabrizio. "L'effetto dei legami positivi e negativi sulle prestazioni sportive." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 62–90. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002003.

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Abstract:
L'assunto teorico dell'indagine condotta si basa sull'influenza agita sulle prestazioni dalle relazioni instaurate tra i membri di squadre sportive. L'impiego della Social Network Analysis (SNA) in questo contesto di studio si rende estremamente pertinente, dato che le squadre sportive presentano confini netti, costituiscono gruppi di soggetti ben definiti (reticoli completi), generano misure di outcome facilmente misurabili e l'efficacia dell'interdipendenza tra i propri membri produce un impatto diretto sulle performance (Lusher et al., 2010). L'unitŕ di analisi č costituita dai match disputati dalle squadre campionate, appartenenti a quattro specialitŕ sportive (pallacanestro, pallavolo, pallamano e pallanuoto) e distinti livelli di intensitŕ agonistica (dalla massima serie al dilettantismo). Attraverso gli strumenti della SNA, nell'indagine condotta vengono rilevate le relazioni interpersonali di matrice professionale e amicale: le prime misurano l'intesa di gioco e la reputazione professionale di ciascun giocatore; le seconde catturano quanto spesso gli atleti dichiarano di frequentarsi al di fuori dell'ambiente sportivo. I legami instaurati tra i giocatori vengono inoltre distinti in positivi e negativi. La ricerca si concentra perlopiů sulle relazioni di segno negativo in virtů della teoria dell'asimmetria negativa dei legami, secondo la quale gli eventi negativi stimolano una maggiore attivitŕ fisiologica, affettiva, cognitiva e comportamentale rispetto a quelli positivi o neutri (Labianca e Brass, 2006). Le medie degli indegree centrality dei legami positivi e negativi, e di tipo professionale e amicale, vengono impiegate per predire le performance collettive delle squadre, operativizzate attraverso la differenza standardizzata dei punteggi ottenuti in ciascun match. L'analisi condotta dimostra che l'appartenenza ad una serie agonistica rispetto ad un'altra influenza notevolmente l'effetto dei legami sulle prestazioni: in generale, i legami positivi si rendono premianti in termini di rendimento per le squadre professioniste, mentre quelli negativi risultano ostacolare le performance delle squadre meno professionali. Nello specifico, nelle squadre professioniste le relazioni di antipatia e di ostilitŕ tra i giocatori sono neutralizzate dall'osservanza delle regole tecniche in base alle quali essi sono chiamati ad interagire - osservanza che fa tutt'uno con la professionalitŕ loro richiesta, mentre le relazioni di segno positivo si rendono estremamente determinanti. Nel caso delle squadre non professioniste (i cui atleti percepiscono solo modesti vantaggi economici dall'attivitŕ agonistica sportiva), al contrario, i legami negativi tra i giocatori in campo (anche se in media assai meno frequenti che tra i giocatori professionisti) peggiorano sensibilmente i risultati conseguiti, mentre quelli positivi non dimostrano avere alcun effetto significativo.
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Esders, Stefan. "Die „Capitula de expeditione Corsicana“ Lothars I. vom Februar 825." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 91–144. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0008.

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Abstract:
Riassunto Il presente contributo analizza il capitolare emesso dall’imperatore Lotario I nella sua seconda visita in Italia, in occasione della quale procedette al reclutamento dell’esercito per una spedizione militare in Corsica. Dopo le analisi circa la tradizione del testo e la sua datazione (febbraio 825), viene indagata l’importanza della Corsica quale oggetto di ripetuti attacchi da parte dei Saraceni di Spagna e Nord Africa per ottenerne bottino, schiavi, nonché come base per incursioni sulla terraferma. L’emanazione del capitolare deve essere inserito all’interno di una serie di contemporanee relazioni diplomatiche intessute tra Costantinopoli, Bagdad, Roma e Aquisgrana in quel torno di anni. Il capitolare si rivolge in particolare ai conti di Toscana subordinati a Bonifacio II, conte di Lucca, il quale era stato incaricato come „praefectus Corsicae“ di proteggere l’isola e le coste della „Tuscia“. La parte centrale del contributo riguarda la ricostruzione del testo, che si presenta corrotto, e il commento delle decisioni emanate, con particolare attenzione al reclutamento dell’esercito da parte di vassalli regi e non e da parte degli uomini liberi. Lotario poté allora contare su uomini di grande esperienza come Wala; nelle sue disposizioni, egli adattò modelli longobardi e franchi che basavano il reclutamento sulla ricchezza e sulla proprietà (benefici, aggregazioni consortili di „liberi homines“), mentre concesse esenzioni, privilegiando alcuni amministratori di beni fiscali („gastaldi“) al servizio della corte, insieme ai loro vassalli. Sulla base delle misure adottate da Lotario poco dopo l’emanazione di questo capitolare per impedire il sottrarsi al reclutamento nell’esercito, viene infine esaminata l’efficacia di questo capitolare.
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Monacciani, Fabiana. "Dall'analisi dell'incertezza alla valutazione del rischio di investimento." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046006.

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Abstract:
Valutare correttamente l'incertezza associata alle variabili "critiche" da cui dipende l'esito finale di un investimento pubblico č un problema cruciale in tutti quei casi in cui l'operatore pubblico non sia in grado di controllare, attraverso i consueti strumenti di governo dell'economia, le dinamiche di dette variabili, dinamiche che, invece, dipendono fortemente da comportamenti e scelte di altri operatori. Tale circostanza si presenta comunemente nel caso di valutazione degli investimenti "di sviluppo", per i quali si ha un livello di incertezza molto elevato e con impatti determinanti sull'esito della valutazione, ma una scarsa disponibilitŕ di informazioni relative al comportamento delle variabili aleatorie da cui dipende l'esito finale dell'investimento. In una situazione di questo tipo, il ricorso diretto al metodo di Monte Carlo a supporto dell'analisi di rischio potrebbe portare, a nostro avviso, a conclusioni errate. Piuttosto che rinunciare completamente a tale valutazione, a nostro avviso č necessario svolgere una preventiva analisi dell'incertezza, grazie alla quale sia possibile generare tutte le informazioni necessarie alla successiva analisi del rischio. A tal scopo, il lavoro presenta un possibile percorso valutativo da utilizzare con particolare riferimento per gli investimenti pubblici di sviluppo che, attraverso una serie di passaggi, consenta dapprima di comprendere i margini di incertezza entro cui deve essere presa la decisione di investimento e, successivamente, permetta di pervenire ad una stima del grado di rischio associato, nel suo complesso, alla realizzazione dell'opera, generando inoltre indicazioni utili per definire ulteriori interventi di mitigazione del rischio stesso. Il percorso valutativo si articola in quattro passi disposti a cascata, basati sul ricorso a tecniche differenziate ed articolate in modo tale che, a ciascun passo, si generino nuove informazioni utili per lo svolgimento di quello successivo. Un percorso cosě delineato, consente di ampliare le informazioni generate dal processo valutativo e garantire maggiore trasparenza nel processo decisionale.
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Grandinetti, Roberto, and Valentina De Marchi. "Dove stanno andando i distretti industriali? Un tentativo di risposta a partire da un'indagine in Veneto." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 142–75. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002006.

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Abstract:
Nel lontano 1989, con grande luciditŕ e lungimiranza, Giacomo Becattini invitava a concepire il distretto industriale marshalliano "come una fase evolutiva lungo uno fra i diversi, possibili, sentieri di industrializzazione" (Becattini, 1989c, p. 409). Oggi numerosi osservatori qualificati della articolata realtŕ distrettuale italiana, accademici e non, affermano che quella fase si č definitivamente conclusa. L'obiettivo di questo lavoro č argomentare la progressiva dissoluzione della configurazione marshalliana di distretto analizzando una serie di fenomeni dei quali esiste riscontro nella letteratura empirica: l'incremento della concentrazione, all'interno delle popolazioni di imprese distrettuali, degli occupati e di altre variabili indicative della produzione di valore; il venire meno del fattore "filiera localizzata", ossia di quell'insieme di mercati di input intermedi che distingue un distretto industriale (non solo di tipo marshalliano) da una semplice area di specializzazione produttiva; la crescita relazionale delle imprese piů dinamiche di un distretto oltre i suoi confini; l'emergere nei distretti di una societŕ multietnica; la disomogeneitŕ socio-culturale della struttura sociale dei distretti introdotta dal cambio generazionale; l'accresciuta eterogeneitŕ settoriale dei territori distrettuali. Ciascuno dei fenomeni citati viene approfondito nell'ampia sezione 2 del lavoro. Questa analisi č preceduta da una sezione "propedeutica" dedicata a delineare in modo preciso i contorni distintivi dell'unitŕ di indagine, il distretto industriale marshalliano, un termine che in letteratura viene spesso considerato erroneamente sinonimo di cluster oppure di distretto industriale (genericamente inteso). L'insieme dei fenomeni presi in considerazione ha profondamente modificato i sistemi distrettuali, determinando la fuoriuscita dalla fase o dal modello marshalliano. A questo punto si pone la domanda contenuta nel titolo del nostro contributo, che abbiamo ripreso da un recente lavoro di Rabellotti, Carabelli e Hirsch (2009): dove stanno andando i distretti industriali (non piů marshalliani)? Abbiamo cercato di avviare un filone di ricerca empirica su questo tema partendo da tre dei maggiori distretti presenti in Veneto: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l'occhialeria di Belluno e l'orafo di Vicenza (sezione 4). A tal fine sono state individuate alcune variabili, misurabili sulla base delle fonti informative disponibili, capaci di segnalare un aspetto importante della "vita" di un distretto industriale. I risultati ottenuti da questa analisi comparata di tipo quantitativo - integrati da quelli desumibili da altri lavori, anche qualitativi, prodotti su ciascuno dei tre distretti indagati - porta a confermare le tre traiettorie evolutive ipotizzate in un nostro precedente contributo (De Marchi e Grandinetti, 2012): il declino del distretto industriale in quanto tale, la "gerarchizzazione" dello stesso in poche imprese di grandi dimensioni, e infine la riproduzione evolutiva del distretto. Questi modelli vengono illustrati nella sezione 5, mentre la sezione conclusiva ricorda la domanda di ricerca e riassume il nostro tentativo di risposta, sottolineando le implicazioni di politica industriale che ne derivano.
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Braund, David. "Roberta Strocchio: I significati del silenzio nelľ opera di Tacito (Memorie delľaccademia delle scienze di Torino, classe di scienze morali, storiche e filologiche serie V. 16, 1–4.) Pp. 48. Turin: Accademia delle Scienze, 1992. Paper." Classical Review 44, no. 1 (April 1994): 210. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00291415.

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Biorcio, Roberto, and Paolo Natale. "LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Abstract:
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Berto, D., M. Peroni, S. Milleri, and A. G. Spagnolo. "Valutazione della comprensibilità dei fogli informativi ai fini del consenso negli studi con volontari sani." Medicina e Morale 47, no. 4 (August 31, 1998): 709–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.826.

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Abstract:
La “comprensibilità” di un testo scritto dipende da una serie di condizioni “fisse” od oggettive e da una serie di condizioni “variabili” o soggettive. Le condizioni fisse sono strettamente legate al testo scritto e da esso dipendono direttamente: elementi di grammatica, consecutio temporum, ecc. Le condizioni variabili sono invece legate alle condizioni della persona che legge: il livello di istruzione, l’attenzione, il tono dell’umore, l’interesse per l’argomento letto, ecc. Abbiamo voluto verificare il livello di comprensibilità e di leggibilità dei fogli informativi/consensi informati attraverso l’analisi delle componenti “fisse” sottoposto ai volontari sani presso l’Unità di Farmacologia Clinica della Glaxo-Wellcome. Poiché il volontario decide di partecipare o meno ad uno studio clinico sulla base del foglio informativo, appare di fondamentale importanza sapere se il documento è in grado di trasmettere le informazioni rilevanti sullo studio stesso. È noto che vi sia una maggiore aderenza da parte del volontario alle procedure richieste se ne sono state comprese pienamente le ragioni. Sono stati usati quattro indici che quantificano il grado di complessità di un testo: Flesh-Vacca, Kincaid, Gunning’s Fog e Gulpease. Il livello medio di leggibilità è stato poi confrontato con il livello medio di scolarizzazione dei volontari sani. I testi oggetto di analisi sono stati i fogli informativi presentati ai volontari nel periodo Gennaio ’96-Settembre ’97. Il livello di scolarizzazione della popolazione che ha preso parte ad almeno uno studio nel periodo citato era di diploma di scuola media superiore (61.7%) e di laurea o diploma universitario (22,6%). Fino a Marzo ’97, quando lo studio è iniziato, i fogli informativi erano “comprensibili” da tutti i volontari in possesso almeno del diploma di scuola media superiore. Dopo aver adottato alcuni accorgimenti linguistici e grafici, la comprensibilità e la leggibilità sono migliorate in modo tale da rendere i fogli informativi comprensibili anche ai soggetti con scolarizzazione inferiore. Sono infine proposti alcuni suggerimenti pratici al fine di costruire modelli di consenso informato che possano avere indici di comprensibilità e leggibilità sempre migliori.
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Mitchell, B. M. "Ath. Pol - L. Canfora: Studisull' Athenaion Politeia pseudosenofontea. (Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, II. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Serie V, Volume 4, Fascicolo I, Gennaio-Marzo, 1980.) Pp. 110. Turin: Accademia delle Scienze, 1980. Paper, L. 22,000." Classical Review 35, no. 1 (April 1985): 118–21. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00107607.

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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo, and M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract:
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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Patterson, Helen, and Martin Millett. "The Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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Abstract:
IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Maggioni, Pietro Lorenzo. "Martino Mortola, Il dialogo cattolico-ortodosso sul primato dal 1995 al 2016. Analisi storica e teologica del suo svolgimento e della sua recezione, Dissertatio series romana 62, Milano, Edizioni Glossa 2019, 588 p., ISBN: 978-8871054322." Review of Ecumenical Studies Sibiu 12, no. 2 (August 1, 2020): 344–50. http://dx.doi.org/10.2478/ress-2020-0023.

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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Rosato, Paolo, Raul Berto, and Chiara D'Alpaos. "Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero]." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

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Abstract:
The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
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Faliva, Mario, and Maria Grazia Zoia. "ECONOMETRIA: ISTANZE DELL'ECONOMIA E PARALLELISMI CON LE SCIENZE NATURALI." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, November 18, 2013, 91–102. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2008.51.

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Abstract:
Riassunto. – Il saggio, dopo aver operato un raffronto fra le linee guida dell’econometria classica e dell’econometria delle serie storiche, rivolge l’attenzione ai rapporti che collegano, mediante un ponte ideale, analisi econometrica e metodo scientifico. Lo studio della struttura causale dei modelli macroeconometrici con la teoria dei sistemi, da un lato, ed il problema della enucleazione delle componenti dalle serie storiche con la teoria dei filtri dall’altro, costituiscono due esempi emblematici della proficua interazione fra problemi e metodi propri dell’econometria e tecniche delle scienze naturali.***Abstract. – The paper, after casting a glance at the facing heads of classical and time-series econometrics, turns the spotlight on the ideal bridge linking econometric analysis to scientific method. The investigation into the causal structure of macroeconometric models within a system-theory framework, on one hand, and the detection of components from economic time series by filtering techniques on the other, provide two emblematic examples of the fruitful melting pot of econometric and natural-science methodologies.
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Rapetti, Franco. "Le misure della pioggia di Giovan Stefano Conti a Lucca (Toscana, Italia) (23 settembre 1744-21 luglio 1794)." Bollettino della Società Geografica Italiana, September 29, 2022, 101–22. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1526.

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Abstract:
Negli anni che seguirono la chiusura dell’Accademia del Cimento di Firenze, per quanto fino ad oggi emerso, le misure meteorologiche subirono una battuta di arresto, che si protrasse fino ai primi anni del Settecento, quando ripresero con vigore, seppure con marcate differenze nelle diverse aree del Paese. A Lucca, Giovan Stefano Conti (7 marzo 1720-28 marzo 1791) raccolse una serie di misure della pioggia, della pressione atmosferica e della temperatura dell’aria presso il palazzo “alla Pantera” nel Fillungo della città, ininterrottamente dal 23 settembre 1744 fino a pochi giorni dalla morte; nei tre anni successivi le misure furono continuate dal fratello Carlo, per concludersi il 20 luglio 1794. La pioggia, raccolta in un “vaso” con la bocca tarata a “mezzo braccio quadrato fiorentino a panno”, veniva pesata alla fine del mese: le trasformazioni delle unità di misura in uso a Lucca nel Settecento nelle unità decimali corrispondono al valore medio annuale della pioggia di 1.290,2 mm, con valori estremi di 903,2 mm nel 1775 e di 1.843,2 mm nel 1786. Il regime stagionale vide il massimo pluviometrico in autunno (34,4%), seguito dall’inverno (31,5%), dalla primavera (22,6%) e dall’estate (11,5%) (regime sub-mediterraneo). L’andamento delle piogge annuali mostra fasi siccitose, come alla metà degli anni Cinquanta e tra la fine degli anni Ottanta fino al termine delle misure, alternate a periodi umidi, che interessarono la metà degli anni Sessanta e Settanta del Settecento. Nel complesso la tendenza del catalogo è debolmente negativa (-4,8 mm/10 anni). La serie pluviometrica di Giovan Stefano Conti, poiché esente da “disomogeneità non climatica”, è idonea a rappresentare i caratteri della piovosità della seconda metà del Settecento nella città di Lucca. Costituisce un documento meteorologico di grande rilievo, sia per l’eccellente stato di conservazione del manoscritto, sia per la cura con cui fu redatto, ma soprattutto per la durata delle misure e delle “osservazioni circa la stagione e stato del tempo”. Può essere utilizzato sia per le comparazioni sincroniche, ad esempio con le piogge rilevate a Camaiore da Pietrantonio Butori nella finestra di sovrapposizione dei due cataloghi tra il 1777 e il 1793, sia per la comparazione diacronica con le piogge rilevate presso l’Orto Botanico di Lucca nell’ultimo cinquantennio. Tali analisi costituiscono un prezioso contributo alle attuali discussioni circa le tendenze della piovosità in Toscana, troppo spesso totalmente prive della necessaria prospettiva storica.
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Bottalico, Francesca, Gherardo Chirici, and Davide Travaglini. "La gestione della foresta di Vallombrosa dal 1876 al 2006: analisi delle cartografie storiche." L'Italia Forestale e Montana, 2012, 449–58. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2012.6.01.

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Piovan, Silvia Elena, and Leonardo Mora. "L’ex-ferrovia Ostiglia-Treviso: analisi di una foresta e greenway sui binari." Bollettino della Società Geografica Italiana, September 29, 2022, 81–100. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1623.

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Abstract:
Il percorso della ferrovia Ostiglia-Treviso, aperta tra il 1925 e il 1941 e chiusa definitivamente tra il 1945 e il 1987, è stato parzialmente convertito in pista ciclabile a partire dal 2005. Oltre alla trasformazione parziale in ciclopedonale, il tracciato ha visto altre dinamiche, tra cui l’inglobamento in terreni agricoli, la conversione in strade e carrarecce e l’abbandono. Questa ricerca studia la densa vegetazione originatasi a seguito dell’abbandono della linea e si concentra sull’analisi spaziale dei poligoni vegetati nel loro contest storico-culturale e naturalistico. A tal fine è stato creato un database GIS di tutti i poligoni vegetati lungo l’intero percorso della ex-ferrovia. L’analisi quantitativa ha fornito dati che sono stati comparati con i parametri richiesti dalla definizione di foresta della FAO. Ciò ha portato a definire la copertura vegetale lungo l’ex-Ostiglia Treviso come una “serie di foreste”. Inoltre, la sua conformazione lineare funge da collegamento tra elementi di particolare interesse naturalistico e culturale che caratterizzano il territorio rendendola agli effetti sia un corridoio ecologico che una potenziale greenway nella sua totale lunghezza.
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Garcea, Riccardo. "Il consenso nel wound care: analisi della giurisprudenza e proposta di un modello per singolo trattamento." Italian Journal of Wound Care 4, no. 2 (January 26, 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2020.59.

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Abstract:
Nel 2017 il consenso informato è stato ulteriormente definito per legge, mentre nel 2018 è stato regolamentato il trattamento dei dati personali, nel 2019, infine, una serie di sentenze della Corte di Cassazione civile hanno ulteriormente chiarito le responsabilità inerenti un’omessa o incompleta informazione del paziente. L’analisi della giurisprudenza ha messo alla luce una zona d’ombra: ovvero gli obblighi informativi del personale non-medico nei confronti del paziente in quelle discipline, quale il wound care, in cui tali professionisti hanno ampi spazi di autonomia nell’ambito della prescrizione medica. Tale lavoro si prefigge di analizzare la situazione e fornire un modello di consenso per ogni professionista che si occupa della cura delle ferite complesse.
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"R. Ferrante, La difesa della legalità: I sindacatori della Repubblica di Genova. [Analisi e diritto, Serie storica, 3]. Giappichelli, [Torino 1995]. XII + 358 p." Tijdschrift voor Rechtsgeschiedenis / Revue d'Histoire du Droit / The Legal History Review 65, no. 4 (1997): 527–28. http://dx.doi.org/10.1163/15718199719682240.

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Trifiró, M. D. "The hoard Αρκαλοχώρι–Αστρίτσι 1936 (IGCH 154)." EULIMENE, January 14, 2023, 143–54. http://dx.doi.org/10.12681/eul.32705.

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Abstract:
Il tesoretto Αρκαλοχώρι–Αστρίτσι 1936 (IGCH 154). Il tesoretto IGCH 154, rinvenuto a Creta (località Astritsi), consta di emissioni argentee provenienti dalle città cretesi e da Cirene, Corinto e colonie, Argo, Tebe ed Egina. Sono state studiate solo le emissioni non–cretesi che ammontano a cinquantacinque monete d’argento a cui vanno aggiunti altri sei esemplari provenienti da Cirene. Questi ultimi ufficialmente appartengono ad un tesoretto rinvenuto nel 1935 a Hierapytna (IGCH 318), ma molto probabilmente fannoparte del nostro ripostiglio, e sono attualmente conservati insieme ad esso presso il Museo Numismatico di Atene. Unitamente al catalogo numismatico si è fornito un breve commento relativo alle singole emissioni monetali, nel tentativo di contestualizzare le serie e di chiarirne la cronologia assoluta e relativa. Particolare attenzione è stata riservata alla monetazionecirenea nel tentativo di motivarne la presenza nell’isola di Creta, alla luce dei rapporti economici e commerciali testimoniatici dalle scarse fonti storiche. Per tali serie si èsostenuta una cronologia «bassa» (300/290–280 a.C.) e si è proposto di identificarne lo standard ponderale con la fase intermedia del peso tolemaico adottato dal 310 a.C., probabilmente in concomitanza con un cambiamento della ratio tra oro e argento. I «pegasi» provengono sia da Corinto che dalle sue colonie (Anactorion, Amphilochian Argos, Thyrrheion) e presentano simboli e monogrammi differenti, ma cronologicamente appartengono tutti al V periodo Ravel (387–306 a.C.).Delle emissioni argive, scarsamente studiate, si è presentata la classificazione e si è proposta una cronologia molto ampia, dovendo necessariamente appartenere al periodo precedente l’ingresso della città nella Lega Achea.
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Refolo, Pietro. "Etica e Health Technology Assessment (HTA): sulle difficoltà della loro integrazione." Medicina e Morale 64, no. 2 (April 30, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.27.

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Abstract:
L’etica è stata da sempre considerata parte integrante dei processi di Health Technology Assessment (HTA), nel senso che la valutazione delle conseguenze di tipo etico relative all’impiego di tecnologie sanitarie rappresenta uno degli obiettivi fondamentali di questo settore di ricerca, alla stregua delle valutazioni sulla sicurezza, l’efficacia, l’impatto economico, quello organizzativo, socio-culturale e legale. A queste dichiarazioni di intenti non ha però corrisposto una effettiva attuazione nella pratica: l’etica non ha infatti avuto grande spazio nell’HTA e solo raramente le analisi etiche hanno trovato posto nei report. Sulle ragioni della difficoltà di integrare l’etica nell’HTA è stata avanzata una serie di ipotesi. Il presente articolo intende argomentare sull’ipotesi, secondo cui, alla base dell’insuccesso dell’integrazione dell’etica nell’HTA, vi sia anche e soprattutto un problema di natura epistemologica. ---------- Ethics has been identified as a key element in Health Technology Assessment (HTA) since its conception, meaning that examining ethical consequences – as well the health, economic, social-cultural and legal consequences – raised by the use of health technologies is a fundamental aim of this research field. Nevertheless, HTA rarely addresses ethics and ethical analyses have been rarely integrated explicitly in HTA reports. Many hypotheses have been provided to explain this lack. The article intends to discuss the hypothesis for which ethics is rarely integrated in HTA also and above all because of epistemological reasons.
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