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Dissertations / Theses on the topic 'Analisi delle policy'

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1

Lanza, Chiara <1997&gt. "Gender equality e policy-making. Analisi sull'efficacia delle politiche di genere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21361.

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Abstract:
L’elaborato si propone di discutere le politiche implementate sul mercato del lavoro per favorire l’impiego e l’inclusione della forza lavoro femminile, evidenziando l’efficacia (o meno) delle pratiche in un contesto socio-culturale ancora fortemente esposto a stereotipi e discriminazioni nei confronti del genere femminile. La tesi è articolata in cinque capitoli. Il primo capitolo propone un excursus storico sulla storia della discriminazione di genere, descrivendo come secoli di cultura e società abbiano attuato una segregazione lavorativa della forza lavoro femminile che oggi necessità dell’implementazione di politiche pubbliche e private per favorire una crescita economica paritaria. Il secondo capitolo discute il rapporto che intercorre tra formazione scolastica e accademica e parità di genere, spiegando come l’assunzione di stereotipi possa essere condizionata dal contesto scolastico e, di riflesso, influenzare le scelte lavorative future. ll terzo capitolo si concentra sull'analisi delle politiche di genere, in particolare sulle gender policies a implementazione indiretta, come le family policies, e sul momento cruciale della genitorialità e su come esso possa impattare sulla carriera e sull’identità della donna Il quarto capitolo è dedicato alle politiche di genere a implementazione diretta, ossia le politiche espressamente ideate per far fronte all’inclusione di genere. Il capitolo analizza le gender quotas e altre iniziative utili all’inclusione e allo sviluppo dell’empowerment femminile, come il mentoring e il networking. Il quinto e ultimo capitolo analizza le condizioni attuali di discriminazione di genere nelle industrie creative e culturali, ipotizzando come si possa far fronte alle problematiche presenti a fronte di quanto discusso nei capitoli precedenti, tenendo conto delle peculiarità di un settore come quello delle ICC.
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2

Puntoriero, Francesca Anita <1988&gt. "Risposte di Policy a tutela delle lavoratrici della cura. Analisi comparativa dei principali sistemi di welfare europei." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8397.

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Abstract:
Il tentativo attraverso questo lavoro di tesi è quella di comprendere in che modo le politiche sociali italiane affrontino il tema del lavoro di cura svolto dalle donne migranti in favore degli anziani non autosufficienti comparandolo poi con i tre principali sistemi di welfare europei, il modello liberale inglese, quello conservatore corporativo tedesco, e quello socialdemocratico dei paesi scandinavi. Partendo da un’analisi delle principali trasformazione demografiche degli ultimi decenni, il nuovo assetto istituzionale dell’assistenza sociale in Italia, le nuove politiche migratorie, si chiarirà il contesto all’interno del quale si colloca il lavoro delle assistenti familiari. Andando ad indagare in che modo le politiche sociali vadano a tutelare i diritti delle lavoratrici e operino in una direzione di emersione del sommerso. I medesimi indicatori verranno utilizzati per l’analisi dei tre paesi europei presi in considerazione nella ricerca.
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ANGELERI, ELENA. "L'evoluzione della cooperazione territoriale in Europa: Analisi delle strategie di alcune Regioni italiane." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/561.

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Abstract:
L’oggetto della ricerca è costituito dalla cooperazione territoriale tra regioni confinanti e geograficamente non contigue che appartengono a Stati diversi nell’ambito dell’Unione europea. La tematica è studiata come caso specifico dell’internazionalizzazione delle regioni attraverso alcuni approcci disciplinari tipici degli studi europei, la multi-level governance, i policy networks e l’europeizzazione. L’analisi ripercorre le tappe principali dell’evoluzione della cooperazione territoriale in Europa, evidenziando l’impatto sulla stessa dei contesti giuridico-costituzionali nazionali e delle politiche delle istituzioni sopranazionali (Consiglio d’Europa e Unione europea). Lo studio è particolarmente incentrato sul ruolo giocato dalle caratteristiche delle singole regioni nella determinazione delle scelte e delle strategie in materia di cooperazione territoriale. A livello empirico, viene effettuata una comparazione tra le quattro regioni italiane del nord a Statuto ordinario.
Object of the research is the territorial cooperation among regions belonging to different States in the context of the European Union. With the term “territorial cooperation”, we refer to both cross-border and interregional cooperation. We deal with the topic as a specific case of the internationalization of the regions from a European studies’ perspective (multi-level governance, policy networks, Europeanization). The analysis is focused on the main stages of the evolution of the territorial cooperation in Europe, highlighting the impact on the issue of the heterogeneous national constitutional contexts and the supranational institutions’ policies (Council of Europe and European Union). In particular, we concentrate on the role of the regions’ features on their choices and strategies about territorial cooperation. The case-study is the comparison of the four Italian regions with ordinary statues.
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4

DI, CROCE NICOLA. "Sonic acknowledgments. La territorialità delle politiche nella pratica dell'ascolto." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278716.

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Abstract:
The research aims at investigating the relationship between urban and regional planning, policy analysis and design, and Sound Studies. It seeks to acknowledge the urban and regional issues through the raise of sonic awareness, thus discussing the epistemology of specific urban “problems” and proposing an alternative research tools. The analytical approach is preliminary to policy design and to the empowerment of vulnerable communities. Listening becomes then a research device through which it is possible to explore those problematic issues that go unnoticed by the institutions. The thesis is an invitation to read alternatively public policies, and to overcome the “problem solving” approach towards a sonic articulation of the “problem setting” approach. By investigating the sonic environment the research intends to show how knowledge is produced and used by policy makers. Thus sound and sonic environment turn to shape a new model of understanding full of potential although scarcely used by urban planning and policy design; therefore the sonic environment defines its deep political dimension. Within this framework the research will introduce and clarify the notion of soundscape, sonic environment, acoustic atmosphere, and will explore the set of cultural and political studies that are facing the perception, emotion and social behavior related to sound production and fruition.
La ricerca si propone di indagare le possibili interazioni tra i campi della pianificazione territoriale, delle politiche pubbliche, e dei Sound Studies. L’obiettivo è esplicitare le connessioni tra ambiente sonoro e questioni urbane e territoriali attraverso la pratica dell’ascolto; tematizzare dunque le modalità di produzione di conoscenza per affrontare l’inquadramento di particolari “problemi” e l’elaborazione di possibili approcci alternativi di ricerca. Se l’attitudine è sicuramente progettuale, lo scopo dichiarato è analitico, propedeutico all’azione: al disegno di politiche come all’empowerment di comunità. L’ascolto assume quindi le caratteristiche di uno strumento di ricerca; se ne vogliono delineare le potenzialità, esplorare le tracce attraverso cui approcciare le questioni urbane e territoriali che pur “facendo problema” sembrano passare spesso “inosservate”, soprattutto su un piano istituzionale. Si è invitati a seguire un percorso inedito di lettura delle politiche pubbliche, che rimanda al superamento del problem solving e procede verso un’articolazione sonora del problem setting. Attraverso la lettura dell’ambiente sonoro si vuole infatti esplicitare i termini su cui si articola la produzione di conoscenza a supporto dell’azione; conoscenza che costituisce un aiuto essenziale per il processo decisionale, dunque per il disegno di politiche. Il suono, e l’ambiente acustico, intervengono come messaggeri di un modello interpretativo finora troppo poco praticato dalla pianificazione e dal policy design. Se il suono è il centro della ricerca, il suo potenziale evocativo e rappresentativo si esplicita e riverbera nella dimensione politica. Sono allora da introdurre e chiarire i cardini del discorso: definire il paesaggio sonoro, l’ambiente acustico, ed esplorare gli studi culturali che ne stanno decodificando i segnali, dunque il quadro percettivo consapevole e inconsapevole cui l’ascolto fa costantemente riferimento.
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5

BRAGOLI, DANIELA. "THREE ESSAYS ON OPEN ECONOMY MACROECONOMICS AND POLICY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/624.

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Abstract:
La seguente tesi e’ costituita da tre diversi elaborati, il primo e’ l’estensione di un modello di equilibrio generale a due regioni (Benigno JIE 2004) con l’intento di calcolare i pesi ottimali per l’inflazione dell’area euro utilizzando micro dati sull’eterogeneità delle rigidità dei prezzi in Europa. Il secondo e il terzo elaborato si focalizzano invece sulle crisi d’insolvenza con l’obiettivo di selezionare le variabili che forniscono maggiori informazioni per la previsione della crisi. La metodologia utilizzata e’ l’analisi della transvariazione. Mentre il secondo ‘essay’ si concentra sulla versione univariata, il terzo estende la metodologia al caso multivariato. Il primo analizza le crisi d’insolvenza più severe degli anni ’90, la seconda utilizza invece gli episodi di crisi analizzati da Frankel e Rose (1996).
The present work is made of three different essays, the first is an extension of a two region general equilibrium model (Benigno JIE 2004), with the intent of calculating optimal weights for EU inflation using micro data on the level of price rigidities, the second and the third have as main focus financial and currency country crises, with the task of selecting the most important variables in terms of crisis prediction by means of a descriptive statistics methodology called transvariation analysis. While the second essay focuses on univariate transvariation, the third extends the methodology to a multivariate framework. The last two essays are based on two different datasets. The first studies the most recent deep financial crises of the 1990s and the source is IMF, International Financial Statistics, the second uses a vast sample of currency crisis episodes taken from Frankel and Rose (1996) dataset made of annual data on more than one hundred developed countries from 1971 through 1992 and defining currency crash as a large change of nominal exchange rate that is also a substantial increase in the rate of change of nominal depreciation. The source in this case is World Bank, World Development Indicators.
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6

MONTA', CHIARA CARLA. "Children’s education for participation in public, formal and structured decision-making processes: moving between policy and practice." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/363770.

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Abstract:
La ricerca studia il fenomeno dell’educazione alla partecipazione dei minorenni ai processi decisionali a livello pubblico, formale e strutturato. La relazione fra educazione e politica è stata oggetto di diverse tradizioni pedagogiche (Bertolini, 2003; Dewey, 1916; Freire, 1968) che vi hanno posto al centro il concetto di partecipazione. Nella storia della politica, per come intensa nella tradizione europea, la partecipazione è lungi da essere pratica connaturata, richiede, invece, una specifica formazione. Gli studi di storia dell’infanzia (Ariès, 1968; Becchi, 1994) analizzano la partecipazione di bambine/i negli spazi comuni come tratto di definizione del profilo dell’infanzia. Ad oggi la partecipazione dei minorenni è una dimensione trasversale ma non esplicita all’esercizio dei diritti, la cui formazione è posta alla base dello sviluppo sostenibile dell’umanità (United Nations General Assembly, 2015). Per giunta, il fenomeno sottende una cruciale domanda pedagogica: che cosa può imparare a fare e a essere un/una bambino/a in una data società (Biffi, 2018)? Si è scelto di esplorare i significati del fenomeno attraverso un’analisi contenutistica (Berelson, 1952; Mayring, 2004) delle policy rivolte all’infanzia dal 2010 al 2018 a livello internazionale ed europeo (Montà, 2021). Successivamente, una fase empirica ne ha esplorato i significati vissuti. Il progetto si inserisce in un approccio qualitativo alla ricerca (Denzin & Lincoln, 2018), costruito sulla base del metodo fenomenologico-ermeneutico (Mortari, 2016; Van Manen, 1990, 2016), secondo la strategia dello studio di caso (Yin, 2014). Il caso è stato identificato nell’esperienza esemplare offerta dal lavoro svolto dal Children’s Parliament (CP) scozzese in collaborazione con la scuola primaria di Manor Park di Aberdeen, in quanto contesto in grado di tradurre in pratiche educative il senso della partecipazione dei minorenni ai processi decisionali pubblici, formali e strutturati descritto dalle policy. La raccolta dati e documentazione del processo di ricerca si sono svolte attraverso: osservazioni etnografiche (Anderson-Levitt, 2006; Angrosino & Rosenberg, 2011; Van Manen, 1990), interviste semi-strutturate (Hesse-Biber, 2017; Merriam, 2009; Sità, 2012) e focus group anche on-line (Moore, McKee, & McCoughlin, 2015; Salmons, 2014; Stancanelli, 2010; Wilson, 1997). In fine, un ruolo centrale è stato svolto dal pensare riflessivo della ricercatrice, di cui si è tenuto traccia attraverso il diario di ricerca. L’analisi dei dati è stata condotta seguendo un approccio fenomenologico-ermeneutico (Van Manen, 1990) con il supporto del software NVivo. Dal lavoro emergono riflessioni e indicazioni cruciali per ripensare il costrutto di ‘partecipazione dei minorenni’ e le pratiche educative che ne stanno alla base.
The research explores children’s education for participation in public, formal and structured decision-making processes. The relationship between education and politics has been at the heart of various pedagogical traditions (Bertolini, 2003; Dewey, 1916; Freire, 1968) which have placed the concept of participation at its centre. In the history of politics, as intended in the European tradition, participation is far from being an inherent practice; instead, it requires specific training. Childhood studies’ (Ariès, 1968; Becchi, 1994) analyse children’s participation in common spaces as a defining feature of the profile of childhood in the course of history. To date, child participation is a transversal but not explicit dimension of the exercise of rights, the formation of which is placed at the basis of the sustainable development of humanity (United Nations General Assembly, 2015). Moreover, the phenomenon underlies a crucial pedagogical question: what can a child learn to do and be in a given society (Biffi, 2018)? The meanings of the phenomenon have been explored through a content analysis (Berelson, 1952; Mayring, 2004) of policies addressed to children from 2010 to 2018 at an international and European level (Montà, 2021). Subsequently, an empirical phase explored its lived meanings. The project is part of a qualitative research approach (Denzin & Lincoln, 2018), built on the basis of the phenomenological-hermeneutic method (Mortari, 2016; Van Manen, 1990, 2016), according to the case study strategy (Yin, 2014). The case was identified in the exemplary experience offered by the work carried out by the Scottish Children's Parliament (CP) in collaboration with Manor Park Primary School in Aberdeen. It is a context able to translate into educational practices the sense of children’s participation in public, formal and structured decision-making processes as described by policies. Data collection and documentation of the research process took place through ethnographic observations (Anderson-Levitt, 2006; Angrosino & Rosenberg, 2011; Van Manen, 1990), semi-structured interviews (Hesse-Biber, 2017; Merriam, 2009; Sità, 2012) and focus groups that were held also online (Moore, McKee, & McCoughlin, 2015; Salmons, 2014; Stancanelli, 2010; Wilson, 1997). A central role was also played by the researcher's reflective thinking, which was kept track of through the research journal. Data analysis was conducted following the phenomenological-hermeneutic approach (Van Manen, 1990) with the support of NVivo software. Reflections and indications emerge from the work that are crucial for rethinking the construct of 'child participation' and the underlying educational practices.
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GENTILI, GIOVANNI. "CONOSCENZA USABILE? LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE NEI PROCESSI DECISIONALI DELLA REGIONE LOMBARDIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/612384.

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Abstract:
La valutazione delle politiche pubbliche è uno strumento sempre più importante per lo sviluppo delle stesse e per svolgere al meglio la funzione di controllo in capo ai legislativi. Per rispondere ad un problema collettivo i decisionmaker hanno bisogno di capire se una politica, pensata e attuata negli anni precedenti, ha prodotto gli effetti sperati. Il problema è che il personale politico spesso dimostra uno scarso interesse verso la valutazione e i suoi risultati perché maggiormente propenso alla ricerca del consenso piuttosto che allo sviluppo di buone politiche o al raggiungimento di effettivi risultati. In alcuni contesti, tuttavia, i risultati della valutazione hanno un peso maggiore che in altri nell’indirizzare il disegno delle nuove policy. L’obiettivo di questa ricerca è quello di osservare queste differenze e capire quali fattori incidano su un effettivo uso della valutazione. Il tutto sarà effettuato tramite uno studio qualitativo con analisi documentale e interviste a valutatori e consiglieri regionali nel contesto di Regione Lombardia. Lo studio apre un interessante dibattito sull’uso della valutazione nelle regioni italiane, tema ancora poco approfondito in termini di ricerca empirica.
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Stinga, Laura <1995&gt. "ANALISI DELL’OPINIONE PUBBLICA TAIWANESE: TRA NUOVA VIA DELLA SETA E NEW SOUTHBOUND POLICY." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17723.

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Abstract:
L'influenza profonda del commercio marittimo sulla ricchezza e la forza dei Paesi era stata prevista chiaramente da Alfred Thayer Mahan nelle sue teorie del potere marittimo, secondo cui le potenze marittime avrebbero prevalso su quelle continentali. Non a caso il presidente Xi Jinping ha fatto dell’esigenza di sviluppare l’economia marittima cinese una priorità della sua agenda politica sin dall’inizio del suo mandato. L’implementazione della “Via della seta marittima del XXI secolo” nel 2013 si inquadra quindi nella volontà da parte della Cina di salvaguardare i propri diritti e interessi marittimi e ribadire il proprio status di potenza mondiale agli occhi del mondo. In questo progetto geopolitico, i Paesi del Sud-est asiatico rivestono particolare importanza e l’isola di Formosa è una delle regioni che la Cina vorrebbe includere nell’iniziativa. Taiwan tuttavia è a sua volta motivata a riaffermare il suo ruolo di potenza economica nel continente asiatico al di fuori delle sfere d’influenza cinesi. Per raggiungere questo scopo la presidentessa Tsai Ing-wen ha lanciato l’iniziativa della New Southbound Policy, un progetto indipendente rispetto alla BRI che punta a un consolidamento dei rapporti con i Paesi dell’ASEAN. Questa tesi si propone di far luce sull’opinione pubblica taiwanese riguardo al progetto cinese e di capire se questo sia visto più come una minaccia di interferenza negli interessi della Repubblica di Cina che come un’opportunità, e se la controparte taiwanese possa costituire una valida alternativa a esso. La tesi si avvale di un metodo di tipo qualitativo: dopo aver somministrato un questionario a 100 studenti della città di Hsinchu, i risultati ottenuti fanno emergere una generale diffidenza nei confronti del progetto cinese e un maggior sostegno rispetto alla collaborazione con altri Paesi come l’India e il Giappone. Questo potrebbe portare, in un prossimo futuro, alla creazione di nuove alleanze e a un nuovo equilibrio di poteri nel continente asiatico.
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Frattin, Matteo <1997&gt. "European cluster e cluster policy – Analisi dello stato di fatto, prospettive evolutive e strumenti di resilienza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20577.

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Abstract:
Nell’elaborato si analizza l’evoluzione dei cluster e della politica sui cluster adottata a livello europeo, proponendo la tesi secondo la quale il cluster è una modalità organizzativa idonea al rilancio post pandemico, essendo resiliente e capace di stimolare un processo condiviso nell’UE per risollevare l’economia, ponendo le basi per un futuro prospero. Si analizza la letteratura di riferimento per comprendere le origini e gli sviluppi dei cluster, approfondendo successivamente il processo del cluster mapping per la misurazione quantitativa della loro presenza. In seguito si approfondiscono le prospettive di sviluppo dei cluster e le politiche europee a sostegno di questi ultimi; si approfondiscono gli strumenti chiave che i policy maker devono tenere in considerazione per elaborare delle politiche di cluster moderne e si analizzano le raccomandazioni emesse dallo European Expert Group on Clusters in tema di cluster policy, promuovendo, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, i cluster come strumento di sviluppo e resilienza di fronte alla pandemia. Viene di seguito accennata la crisi provocata a livello economico dalla pandemia da Covid-19, analizzando successivamente la risposta alla crisi dell’Unione Europea ed in particolare il ruolo dei cluster in chiave di ripartenza. Infine vengono riportati due casi studio di sviluppo economico cluster driven: il caso di Barcellona con il 22@ innovation cluster in Spagna e quello di Kista Science City in Svezia.
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GABRIELI, SILVIA. "Three essays on the unsecured euro money market and its functioning during the 2007-2008 financial crisis." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/207780.

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Abstract:
La mia tesi di dottorato consiste di tre articoli empirici sul mercato interbancario europeo non collateralizzato e il suo funzionamento durante la crisi finanziaria del 2007-2008. Il primo articolo, intitolato “Il funzionamento del mercato interbancario europeo durante la crisi finanziaria del 2007-2008”1 fornisce un’analisi dettagliata del funzionamento del mercato interbancario europeo dei prestiti non collateralizzati con scadenza overnight (O/N) durante la crisi finanziaria del 2007-2008, studiando le serie storiche dei tassi di interesse, del turnover del mercato, e dei costi di indebitamento delle banche. Lo scopo è cercare di distinguere l’impatto degli eventi di mercato – sin dall’inizio delle tensioni nell’estate del 2007 fino alla fine di novembre 2008 – da pattern stagionali, dinamiche regolari determinate dalla cornice istituzionale dell’operatività dell’Eurosistema, dall’impatto degli interventi eccezionali intrapresi dalla Banca Centrale Europea (BCE) durante la crisi. I risultati mostrano il ruolo importante, accanto agli eventi di mercato, della liquidità addizionale fornita dalla BCE e dell’accresciuta tendenza delle istituzioni finanziarie a trattenere la liquidità in eccesso piuttosto che scambiarla sul mercato interbancario. L’aumento del rischio di controparte e fattori stagionali sono importanti determinanti dei tassi d’interesse e dei volumi O/N; la fornitura eccezionale di liquidità da parte dell’Eurosistema e i notevoli cambiamenti alla cornice istituzionale di implementazione della politica monetaria hanno influenzato gli incentivi delle banche a scambiare liquidità nel mercato. L’analisi dei tassi di interesse pagati dalle singole banche per i prestiti non collateralizzati documenta il ruolo chiave della reputazione al fine di ottenere migliori condizioni di funding e, durante la crisi, mostra un ripiegamento verso controparti nazionali e la garanzia implicita goduta dalle banche con i maggiori volumi d’affari di essere “too-big-to-fail”. Il secondo articolo, intitolato “La microstruttura del mercato monetario prima e dopo la crisi finanziaria: una prospettiva di rete”2, fornisce una dettagliata analisi sulla microstruttura del mercato monetario europeo secondo l’approccio della teoria delle reti. Le banche sono i nodi delle reti; i prestiti overnight non collateralizzati formano i link che connettono i nodi. L’analisi statica degli indicatori di rete conferma molti fatti stilizzati verificati per altri sistemi complessi: le reti interbancarie sono molto sparse – lungi dall’essere complete – esibiscono la proprietà “small world” e una distribuzione del grado (il numero di controparti con cui ogni banca stabilisce dei link) che segue una legge esponenziale. D’altra parte la tendenza della banche al clustering, cioè a formare gruppi dove i link sono relativamente più densi, è molto più bassa rispetto ad altri sistemi reali. L’analisi della topologia delle reti prima versus dopo l’inizio della crisi fornisce intuizioni interessanti sul potenziale per il contagio finanziario; la partizione delle reti in diverse sotto-reti più piccole e internamente connesse documenta un movimento contro l’integrazione del mercato; pattern eterogenei degli indicatori per banche che hanno dimensioni diverse offrono intuizioni sul loro comportamento. Infine, 1 CEIS Working Paper No. 158 (December 2009). Submitted to the International Journal of Central Banking. 2 CEIS Working Paper No. 181 (January 2011). l’analisi degli indicatori di centralità di rete indica chiaramente che le banche più grandi sono anche le più centrali/influenti nel sistema prima della crisi. Questo cambia dopo Agosto 2007, quando le banche di medie dimensioni e quelle molto piccolo gradualmente aumentano la loro influenza nel mercato come prestatori di liquidità. Il terzo articolo, intitolato “Too-connected versus too-big-to-fail: la centralità di rete delle banche e i tassi di interesse overnight”3 studia cosa determina i costi di indebitamento delle banche nel mercato monetario non collateralizzato. L’obiettivo è testare se misure di centralità, che quantificano gli effetti di rete dovuti alle interazioni tra le banche nel mercato, possono aiutare a spiegare i pattern eterogenei nei tassi di interesse pagati per prendere a prestito fondi non collateralizzati una volta che si controlla per la dimensione della banca e per altri fattori specifici di ogni banca e del mercato. Evidenza preliminare mostra che le banche grandi si indebitano in media a tassi migliori rispetto alle istituzioni più piccole, sia prima che dopo l’inizio della crisi finanziaria. Tuttavia, controllando per la dimensione, le misure di centralità riescono a catturare parte della variazione cross-section nei tassi overnight. Più in particolare: (1) Prima dell’inizio della crisi tutte le banche, indipendentemente dalla loro dimensione, beneficiano di forme diverse di interconnessione, ma l’effetto è piccolo in termini economici. La reputazione della banca e il rischio di controparte sono i fattori più rilevanti per ridurre i tassi d’interesse medi giornalieri. Le banche straniere prendono a prestito a sconto rispetto a quelle italiane. (2) Dopo Agosto 2007 l’impatto della centralità delle banche diventa più forte ma assume segno opposto: la “ricompensa” derivante da una maggiore interconnessione diventa una “punizione”, segnale questo forse di disciplina di mercato. La reputazione della banca diventa ancora più importante. (3) Dopo la bancarotta di Lehman l’effetto della centralità sullo spread mantiene lo stesso segno che aveva dopo Agosto 2007, ma la sua dimensione economica è notevolmente più grande. Le banche straniere pagano un premio significativo rispetto a quelle Italiane; la reputazione diventa estremamente più importante rispetto a prima della crisi.
My doctoral thesis consists of three empirical papers on the unsecured euro money market and its functioning during the 2007-2008 financial crisis. The first paper, titled “The functioning of the European interbank market during the 2007-2008 financial crisis”1 provides a detailed analysis of the functioning of the overnight (O/N) unsecured euro money market during the 2007-2008 financial crisis by looking at the time patterns of interest rates, market turnover and banks’ borrowing costs. The aim is to disentangle the impact of market events – since the outbreak of tensions in the summer of 2007 until the end of November 2008 – from seasonal patterns of market activity, movements determined by the Eurosystem’s operational framework, the impact of the ECB’s exceptional crisis-related interventions. The results show the important role, alongside market events, of the additional refinancing provided by the ECB and of credit institutions’ increased tendency to hoard surplus reserves rather than trading them in the secondary market. Higher counterparty credit risk and seasonal factors are important determinants of O/N rates and volumes; the exceptional provision of liquidity by the Eurosystem and the relevant changes to the operational framework have influenced banks’ incentives to trade liquidity in the market. The analysis of banks’ costs for uncollateralised loans provides evidence of the major role of bank reputation to obtain better funding and, during the crisis, of a retreat towards national counterparties and of a too-big-to-fail guarantee implicitly granted to the banks with the highest volumes of business. The second paper, titled “The microstructure of the money market before and after the financial crisis: a network perspective”2, provides a detailed microstructure analysis of the euro money market by taking a network perspective. Banks are the nodes of the networks; overnight unsecured loans form the links connecting the nodes. The static analysis of network indicators confirms a number of stylised facts verified for other real complex systems: interbank networks are highly sparse, far from being complete, exhibit the small world property and a power-law distribution of degree (the number of counterparties each bank establishes links with). On the other hand the tendency of banks to cluster, i.e. to form groups where links are relatively denser, is much lower than in other real systems. The analysis of the topology before versus after the start of the crisis provides interesting insights into the potential for financial contagion; the partition of the network into several smaller sub-networks documents a move against market integration; heterogeneous patterns of indicators across banks of different size offer insights into banks’ behaviour. Finally, the analysis of network centrality indicates unambiguously that the biggest banks are also the most central/influent in the system before the onset of the crisis. Things change after August 2007 since medium-sized and very small banks progressively increase their influence in the market as liquidity providers. 1 CEIS Working Paper No. 158 (December 2009). Submitted to the International Journal of Central Banking. 2 CEIS Working Paper No. 181 (January 2011). The last paper, titled “Too-connected versus too-big-to-fail: banks’ network centrality and overnight interest rates”3 aims at studying what influences banks’ borrowing costs in the unsecured euro money market. The objective is to test whether measures of centrality, quantifying network effects due to interactions among banks in the market, can help explain heterogeneous patterns in the interest rates paid to borrow unsecured funds once bank size and other bank and market factors that affect the overnight segment are controlled for. Preliminary evidence shows that large banks borrow on average at better rates compared to smaller institutions, both before and after the start of the financial crisis. Nonetheless, controlling for size, centrality measures can capture part of the cross-sectional variation in overnight rates. More specifically: (1) Before the start of the crisis all the banks, independently of their size, profit from different forms of interconnectedness, but the economic size of the effect is small. Bank reputation and perceived credit riskiness are the most relevant factors to reduce average daily interest rates. Foreign banks borrow at a discount over Italian ones. (2) After August 2007 the impact of banks’ interconnectedness becomes larger but changes sign: the “reward” stemming from a higher centrality becomes a “punishment”, which possibly reflects market discipline. Bank reputation becomes even more important. (3) After Lehman’s bankruptcy the effect of centrality on the spread maintains the same sign as after August 2007, but the magnitude increases remarkably. Foreign banks borrow at a relevant premium over Italian ones; reputation becomes outstandingly more important than in normal times.
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11

MUTTI, Simone. "Policy and Security Conguration Management in Distributed Systems." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/49849.

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Abstract:
The evolution of information system sees a continuously increasing need of flexible and sophisticated approaches for the management of security requirements. On one hand, systems are increasingly more integrated (e.g., Bring Your Own Device) and present interfaces for the invocation of services accessible through network connections. On the other hand, system administrators have the responsibility to guarantee that this integration and the consequent exposure of internal resources does not introduce vulnerabilities. The need to prove that the system correctly manages the security requirements is not only motivated by the increased exposure, but also by the need to show compliance with respect to the many regulations promulgated by governments and commercial bodies. In modern information systems a particular area of security requirement is access control management, with security policies that describe how resources and services should be protected. These policies offer a classification of the actions on the system that distinguishes them into authorized and forbidden, depending on a variety of parameters. Given the critical role of security and their large size and complexity, concerns arise about the correctness of the policy. It is not possible anymore to rely on the security designer to have a guarantee that the policy correctly represents how the system should protect the access to resources. The research documented in this thesis investigates new approaches for the development of a collection of both methodologies and tools, which are flexible enough to help the system administrators, or generally users, in the correct management of security requirements. Due to the complexity of this topic, the research was focused on (i) enterprise and (ii) mobile scenario.
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MIRABILE, MILENA. "La potenziale applicazione del trapianto allogenico secondo una politica allargata della ricerca del donatore: analisi di intenzione al trattamento effettuata presso il Rome Transplant Network." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/209070.

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Abstract:
Rome Transplant Network (RTN), fondato nell'aprile 2006, rappresenta un Programma Unico di Trapianto Metropolitano che coinvolge sette centri trapianto. La politica del RTN è quella di individuare, per i pazienti privi di un donatore familiare HLA identico e candidati ad un trapianto allogenico, una fonte alternativa di Cellule Staminali Ematopoietiche (HSC) attraverso la simultanea ricerca che, oltre allo studio di donatori e di unità di sangue di cordone ombelicale, prende in considerazione in caso di mancata disponibilità di donatore MUD/unità SCO o di condizioni di urgenza clinica del paziente, la possibilità di utilizzare il donatore familiare mismatched.(HRD) Lo scopo dello studio è l'identificazione di un donatore idoneo al fine di eseguire il trapianto in tempi adeguati. I dati sono stati ottenuti dal database del RTN. I criteri di selezione per il Donatore Volontario da Registro (MUD) consistono in 8/10 loci HLA compatibili, testati in bassa risoluzione per HLA di classe I ed in alta risoluzione (HR) per la classe II. I criteri di selezione per le singole unità di Sangue di Cordone Ombelicale (SCO) sono basati su dosi cellulari: TNC > 3x107/kg e CD34+ > 1x105/kg e su un grado di compatibilità > 4/6 antigeni HLA. In questo lavoro, riportiamo i risultati dell’analisi “intention to treat” (ITT) sul potenziale impatto terapeutico della nostra politica di trapianto. Dall’aprile 2006 al dicembre 2010, 428 su 462 pazienti candidati sono stati considerati idonei a ricevere un trapianto allogenico. Un donatore familiare HLA identico è stato trovato in 146 su 428 (34%) casi, mentre la ricerca di un donatore alternativo è stata attivata per 282 (66%) pazienti. Tredici pazienti si trovavano ad uno stadio troppo precoce della ricerca per essere valutati; in 25 (9%) dei rimanenti 269 (95%) pazienti non è stato possibile identificare un donatore alternativo poiché il 40%, affetto da emoglobinopatie, richiedeva criteri di corrispondenza HLA più stringenti. Un donatore alternativo è stato identificato per 244 (91%) di questi 269 pazienti. Nonostante l'identificazione di un donatore alternativo, durante il processo di ricerca 51 pazienti (20%) hanno perduto l'idoneità al trapianto per diverse cause. Ad oggi, 193 (80%) dei 244 pazienti sono stati effettivamente trapiantati (50 SCO, 73 MUD; 54 HRD, 16 ancora non trapiantati ma programmati), mentre 146 pazienti sono stati sottoposti a trapianto da donatore familiare HLA identico . In conclusione, un donatore compatibile è stato identificato per 390 (91%) dei 428 pazienti ritenuti idonei al trapianto allogenico e successivamente 339 (80%) di questi sono stati sottoposti a trapianto. Dall’analisi ITT, possiamo concludere che, adottando la politica del RTN nel condurre la ricerca a 360 gradi includendo tutte le tipologie di donatore alternativo, si offre la possibilità a tutti i pazienti considerati candidabili alla procedura di poter effettivamente essere sottoposti al trapianto allogenico.
Rome Transplant Network (RTN), founded in April 2006, represents a Metropolitan Transplant Program involving seven transplant centers. The policy of RTN for patients (pts) lacking of a HLA identical sibling and candidate to an allogeneic hematopoietic stem cell transplant (HSCT) is the contemporary search for an alternative HSC source such as Matched Unreleted Donor (MUD), Cord Blood (CB) or Haploidentical Related Donor (HRD). The aim of the study is the identification of a suitable donor in order to perform transplant procedure in adequate timing. Data were obtained from RTN database. The selection criteria for MUD consist of a 8/10 HLA loci matching tested at low resolution for class I HLA and at high resolution (HR) for class II. Selection criteria for single CB unit are based on cell doses TNC > 3x107 / kg and CD34+ > 1x 105 / kg and on a > 4/6 HLA antigen compatibility. From April 2006, the haploidentical option was also simultaneously considered, so all closer family members have been tested for the HLA. Mother was considered as 1st choice. Here, we report the results of the intention to treat (ITT) analysis on the potential therapeutic impact of our transplant policy. From April 2006 to December 2010, 428 out of 462 candidate pts have been considered eligible to receive an allogeneic HSCT for hematological desease. HLA identical sibling donor was available in 146 out of 428 (34%) cases, while a search process for an alternative donor was activated for 282 (66%) pts. 13 pts are too early to be evaluated and we were not able to identify any alternative donor for 25 (9%) of the 269 (95%) remaining pts because of 40%, affected by Haemoglobinopathies, requiring more restricted HLA matching criteria. An alternative donor was identified for 244 (91%) of these 269 pts. Despite the identification of an alternative donor, 51 (20%) pts lost the eligibility during the search process because of several causes. To date, 193 (80%) of 244 pts have been definitively transplanted (50 CB; 73 MUD; 54 HRD) or are willing to proceed towards the transplant (n = 16), while 146 pts have been grafted from a HLA identical siblings. In summary, a suitable donor was identified for 390 (91%) of 428 pts eligible for an allogeneic transplant which could be performed in 339 (80%) of them. From this ITT analysis, we can conclude that, by adopting the RTN policy of widespread donor search and multiple transplant options, the allogeneic transplant can be offered as a potential therapeutic procedure to a large majority of pts.
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Tovo, Carlo. "Reti transeuropee e servizi nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti." Thesis, Strasbourg, 2015. http://www.theses.fr/2015STRAA014/document.

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Abstract:
La thèse a parcouru les étapes de l’affirmation progressive d’une véritable politique infrastructurelle européenne cohérente, en examinant trois volets : juridique, institutionnel et financier. Tout d’abord, la thèse a souligné le processus d’autonomisation horizontale (rapport de complémentarité et spécialité vis-à-vis d’autres politiques de l’UE) et verticale («communautarisation ») de la politique de réseaux transeuropéens. En deuxième lieu, l’analyse a mis en évidence le rôle des différents processus d’institutionnalisation et « d’intégration organique » des régulateurs nationaux entrepris par le législateur européen dans la centralisation et la communautarisation de la politique des réseaux. Enfin, la thèse a relevé l’affirmation du caractère central de l’aide financière de l’UE à la création de réseaux, accompagnée par une dérogation partielle des limites imposées par le droit européen aux politiques budgétaires expansionnistes des États membres
The thesis highlights the development of a coherent and instrumental european infrastructure policy. First, the thesis shows the process of vertical (communitarization) and horizontal (complementarity and specialty vis-à-vis other EU policies) autonomisation of Trans-European Networks (TENs) policy. Secondly, the thesis points out the role played by the processes of « networkation » and « agencification » of national regulators in promoting interconnection and access to networks. Finally, the thesis emphasises the growing relevance of EU financial support to the establishment of TENs, and a competing tendency towards the reconciliation of national expansionary fiscal policy with EU law constraints. The thesis concludes by noting that Member States will continue to play a decisive role in TENs policy, not only by improving the actual degree of its implementation, but also allowing, in a forthcoming Treaty revision, to overcome the TENs intergovernmental legacy
Le reti transeuropee sono uno dei vettori della competitività, dell’integrazione e dello sviluppo sostenibile dell’Unione. La tesi mette in luce la progressiva affermazione di una coerente politica infrastrutturale europea a carattere strumentale, esaminando tale evoluzione sotto tre profili: normativo, istituzionale e finanziario. In primo luogo, sotto il profilo normativo, la tesi evidenzia, da un lato, la progressiva emancipazione delle istituzioni dell’Unione dall’influenza degli Stati membri nell’esercizio delle proprie competenze in materia di reti transeuropee e, dall’altro, lo sviluppo di relazioni di complementarietà e specialità tra la politica di reti e altre politiche dell’Unione (capitoli 1 e 2). L’elaborato sottolinea, in secondo luogo, sotto il profilo istituzionale, il ruolo del processo di «integrazione organica» dei regolatori nazionali e del processo di «agenzificazione» nel perseguimento degli obiettivi di interconnessione e accesso alle reti nazionali. La tesi osserva, infine, sotto il profilo finanziario, l’accresciuta importanza del sostegno finanziario dell’UE alla costituzione delle reti, che si è accompagnata al parziale superamento dei limiti derivanti dal diritto dell’UE alla politiche di spesa pubblica infrastrutturale degli Stati membri. Da un lato rispetto al diritto della concorrenza e, in particolare, al divieto di aiuti di stato, grazie al rapporto funzionale tra reti e prestazione di servizi di interesse economico generale, e dall’altro lato riguardo ai vincoli di bilancio, attraverso un’interpretazione evolutiva della cd. investment clause del Patto di stabilità e crescita. La tesi, in conclusione, rileva gli sviluppi decisivi della politica di reti europea, ma sottolinea il ruolo che gli Stati membri sono destinati a continuare ad esercitare nel suo sviluppo. Da questi ultimi, infatti, dipende la concreta attuazione di tale politica, ma anche il definitivo superamento, in occasione di una prossima revisione dei Trattati, dei retaggi intergovernativi che continuano a caratterizzare il diritto primario in materia
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Solesin, Luca. "The role of UNESCO in the global governance of education." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/101948.

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Abstract:
The multiple processes of globalization of the 1990s have drastically changed the context in which governance of education takes place, altering the relationship between sovereignty and territoriality in the education policy development, and transforming education policy spaces, content, and the governance processes, actors and structures. Over the past decades, scholars have tried to explore new frameworks through which to examine the current complex field of power relations in education, and specifically to understand better the role of intergovernmental organizations and the United Nations in it. In the context of the historical turn for international cooperation characterized by the efforts of achieving Sustainable Development Goals, this understanding could be instrumental for finding effective solutions to educational challenges, and for re-orienting educational policies in the light of sustainable development. Proposing innovative theoretical and methodological frameworks which required an interdisciplinary approach which draw from international relations theories, political economy, philosophy, pedagogy, sociology, and global education studies, applying the global governance theory to education, the research aims to investigate the complex landscape of the global governance of education, focusing on the role of intergovernmental organizations in it and, in particular, it examines the evolution of priorities of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) in the agenda-setting process. By means of a mix methodology of content and discourse analyses, the main political and flagship publications of UNESCO are studied throughout a period that begins in 1990 and extends until 2017, since this timeframe encapsulates the timeline of particular international education agendas (Education for All and Sustainable Development Goals) and is marked by the rise of globalization and its effect on the governance of education. The research identifies the evolution of UNESCO’s role in the global governance of education connecting it with the endogenous and exogenous changes of the period selected; it explains how a specific mechanism of agenda-setting has gained relevance in UNESCO’s global governance role; and it illustrates the dialectic relationships between UNESCO’s priorities and those of the global education agendas that the Organization has helped shape. In so doing, this exercise could be useful as it not only provides a fresh outlook on the ways in which education governance can be analysed in contemporary interconnected world, but it also creates new perspectives for studying the role of intergovernmental organizations in global education policy. The findings of this research are a fresh contribution to the field that could be also utilized by governance actors such as UNESCO in order to reflect on, review and problematise their positioning within global governance.
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MAZAJ, Jelena. "INTER-ORGANIZATIONAL NETWORKS FOR INNOVATIONS AND SUSTAINABILITY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/514885.

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Abstract:
The present Thesis is structured as a collection of three essays linked by one core idea: contributing to research knowledge on inter-organizational network dynamics in the context of innovation and the promotion of sustainability. In this Thesis, the author takes a systemic perspective and analyses the interactions between diverse groups of stakeholders, aiming to identify and interpret the logic underlying the formation of inter-organizational partnerships to promote innovation and sustainability. The dynamics of inter-organizational networks are influenced by several internal and external factors, such as strategic cooperation with stakeholders, structural changes (such as an R&I policy change), and exogenous shocks (such as COVID-19). The present work’s value is developing research inputs and providing empirical ground and methodological support for innovation management framed by inter-organizational networks and mission-oriented public policy evolution. The present work is divided into three main chapters, and their abstracts are presented below. Finally, the Thesis ends with conclusions that summarize the outputs of the empirical works. CHAPTER 1 An appropriate starting point to comprehend the inter-organizational networks for sustainability is to deepen the research knowledge on stakeholders’ role in sustainable innovation and disentangle the antecedents, management, and potential sustainable innovation outcomes. Using the Scopus database, we collected papers that represent works carried out in the field of sustainable innovation and stakeholders’ involvement in organizational practices for these innovations. Based on the data process selection method, we carry out a literature review of the 59 selected papers. This literature review aims to describe the sustainable innovation phenomena and offer a comprehensive overview of the knowledge produced on the theme to practitioners and policymakers So, this chapter presents an interpretative framework of extant literature and discuss the following questions related to the inter-organizational resource-management of sustainable innovation: (a) with whom to work; (b) when to work; (c) how to work together; (d) what challenges should organizations learn to face. Theoretical and practical business implications of the proposed framework are discussed. CHAPTER 2 This chapter aims to analyze the inter-organizational R&I collaboration network dynamics at a mesoscopic level as a consequence of an external environment change. In particular, the study’s empirical setting is the policy change that occurred when passing from the EU 7th Framework program (FP7) to the HORIZON 2020 program (H2020). This change’s effect on the patterns of evolution of the inter-organizational networks between financed actors is stressed. In such R&I context, inter-organizational networks play a particularly critical role as innovation catalysts. Using a dataset of more than 22,228 unique projects in FP7 and 22,153 in H2020, we constructed two collaboration networks. We apply network analysis as a research instrument to identify and measure the fundamental structural properties of networks. At the mesoscopic level, the resulting communities for both networks have been analyzed and compared. Results show that under a policy change, the Horizon 2020 network becomes more assortative than the FP7 network. Preferential attachment (reach-club phenomenon) between leading R&I institutions is demonstrated within the system. The network is supported by the sporadic participation of (many) new actors. Also, the work outcomes demonstrate three different architectures of inter-organizational connections that can define network dynamics: (i) persistent stability or knowledge concentration, (ii) expansion of clusters or knowledge spread, and (iii) merging effect or knowledge aggregation. With these results, we contribute to organizational and network theories by detecting and identifying structural patterns for innovation links in such a complex system as the EU framework program stressing the policy’s impact on them as a dynamics booster. CHAPTER 3 The last chapter examines the impact of an exogenous shock on an inter-organizational R&I network. We concentrate on healthcare public-private partnerships and investigate the history dependencies within them and how an exogenous shock such as COVID-19 fosters an evolution of the complex R&I network. In total, data of 2087 funded projects (FP7, HORIZON 2020, and Innovative Medicines Initiative) are involved in this study to understand the evolution process(es) these types of networks manifest under emergency conditions. The results demonstrate that the present crisis’s urgency shifts the healthcare sector to test new working paths. Two opposite behaviors of the actors in these networks are observable: (i) highly innovative partnerships and (ii) strong lock-in effects. Additionally, we state that non-EU countries demonstrated strong cooperation and co-creation openness under this exogenous shock. Furthermore, the urgency conditions in COVID-19 push policymakers to demonstrate vital flexibility and adaptability of the EU R&I call to the societal needs. Finally, it is possible to underline that network analysis is a powerful research tool for developing new knowledge regarding R&I cooperation evolution under external factors. Accordingly, this work provides a theoretical and an empirical framework for managing the inter-organizational innovation network based on a dynamic complex system theory perspective (Simon 1996; Sawyer, 2005). In particular, it is possible to mention the newly developed insight capable of describing the network’s dynamics through the meso and micro levels of analysis.
The present Thesis is structured as a collection of three essays linked by one core idea: contributing to research knowledge on inter-organizational network dynamics in the context of innovation and the promotion of sustainability. In this Thesis, the author takes a systemic perspective and analyses the interactions between diverse groups of stakeholders, aiming to identify and interpret the logic underlying the formation of inter-organizational partnerships to promote innovation and sustainability. The dynamics of inter-organizational networks are influenced by several internal and external factors, such as strategic cooperation with stakeholders, structural changes (such as an R&I policy change), and exogenous shocks (such as COVID-19). The present work’s value is developing research inputs and providing empirical ground and methodological support for innovation management framed by inter-organizational networks and mission-oriented public policy evolution. The present work is divided into three main chapters, and their abstracts are presented below. Finally, the Thesis ends with conclusions that summarize the outputs of the empirical works. CHAPTER 1 An appropriate starting point to comprehend the inter-organizational networks for sustainability is to deepen the research knowledge on stakeholders’ role in sustainable innovation and disentangle the antecedents, management, and potential sustainable innovation outcomes. Using the Scopus database, we collected papers that represent works carried out in the field of sustainable innovation and stakeholders’ involvement in organizational practices for these innovations. Based on the data process selection method, we carry out a literature review of the 59 selected papers. This literature review aims to describe the sustainable innovation phenomena and offer a comprehensive overview of the knowledge produced on the theme to practitioners and policymakers So, this chapter presents an interpretative framework of extant literature and discuss the following questions related to the inter-organizational resource-management of sustainable innovation: (a) with whom to work; (b) when to work; (c) how to work together; (d) what challenges should organizations learn to face. Theoretical and practical business implications of the proposed framework are discussed. CHAPTER 2 This chapter aims to analyze the inter-organizational R&I collaboration network dynamics at a mesoscopic level as a consequence of an external environment change. In particular, the study’s empirical setting is the policy change that occurred when passing from the EU 7th Framework program (FP7) to the HORIZON 2020 program (H2020). This change’s effect on the patterns of evolution of the inter-organizational networks between financed actors is stressed. In such R&I context, inter-organizational networks play a particularly critical role as innovation catalysts. Using a dataset of more than 22,228 unique projects in FP7 and 22,153 in H2020, we constructed two collaboration networks. We apply network analysis as a research instrument to identify and measure the fundamental structural properties of networks. At the mesoscopic level, the resulting communities for both networks have been analyzed and compared. Results show that under a policy change, the Horizon 2020 network becomes more assortative than the FP7 network. Preferential attachment (reach-club phenomenon) between leading R&I institutions is demonstrated within the system. The network is supported by the sporadic participation of (many) new actors. Also, the work outcomes demonstrate three different architectures of inter-organizational connections that can define network dynamics: (i) persistent stability or knowledge concentration, (ii) expansion of clusters or knowledge spread, and (iii) merging effect or knowledge aggregation. With these results, we contribute to organizational and network theories by detecting and identifying structural patterns for innovation links in such a complex system as the EU framework program stressing the policy’s impact on them as a dynamics booster. CHAPTER 3 The last chapter examines the impact of an exogenous shock on an inter-organizational R&I network. We concentrate on healthcare public-private partnerships and investigate the history dependencies within them and how an exogenous shock such as COVID-19 fosters an evolution of the complex R&I network. In total, data of 2087 funded projects (FP7, HORIZON 2020, and Innovative Medicines Initiative) are involved in this study to understand the evolution process(es) these types of networks manifest under emergency conditions. The results demonstrate that the present crisis’s urgency shifts the healthcare sector to test new working paths. Two opposite behaviors of the actors in these networks are observable: (i) highly innovative partnerships and (ii) strong lock-in effects. Additionally, we state that non-EU countries demonstrated strong cooperation and co-creation openness under this exogenous shock. Furthermore, the urgency conditions in COVID-19 push policymakers to demonstrate vital flexibility and adaptability of the EU R&I call to the societal needs. Finally, it is possible to underline that network analysis is a powerful research tool for developing new knowledge regarding R&I cooperation evolution under external factors. Accordingly, this work provides a theoretical and an empirical framework for managing the inter-organizational innovation network based on a dynamic complex system theory perspective (Simon 1996; Sawyer, 2005). In particular, it is possible to mention the newly developed insight capable of describing the network’s dynamics through the meso and micro levels of analysis.
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DORMIDONTOVA, YULIA. "AGE DISCRIMINATION IN THE LABOUR MARKET: A QUANTITATIVE ANALYSIS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/635913.

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Abstract:
This dissertation is dedicated to studying age discrimination in the labour market. This topic has been widely studied in USA and some European countries due to the issue of society ageing and consequential retirement age increases. While Italy faces the same problems, the topic of age discrimination against older workers has not yet received here considerable attention. Our aim was to run a pilot study that would help determine whether age discrimination against older workers could be considered an issue of concern, and if possible, touch upon its roots and motivations for discriminatory actions. In the first chapter, we discuss the concept of discrimination, methods used to study it, state-of-art and theories behind age discrimination in the labour market specifically. We infer that current methods of research, that have not changed a lot since this topic has first received scientific attention, often fail to disentangle actual discrimination from inequality caused by other factors. The second chapter is dedicated to studying the anti-discriminatory legislation aimed specifically at age discrimination in the labour market that was introduced in Italy in 2003. We use quasi experimental approach to analyze whether the introduction of legislation had influence on the older (55-59 age group) workers’ employment rates. In the third chapter, we use laboratory experiment to study age discrimination and factors influencing employment situation of older workers compared to younger ones by simulating a hiring situation among the students of University of Brescia. The results of our research prove that certain extent of discrimination against older works does exist in the labour market of Italy. This fact is, firstly, indirectly proven by the results of policy analysis. Anti-discriminatory legislation did have positive impact on employment rate of older workers without influencing younger workers in the same way. Secondly, the experiment results show that the participants tended to significantly prefer younger workers compared to older workers, especially for the job that required more physical than intellectual work and if older workers had the same experience as younger workers. Moreover, older women were more discriminated than older men. We, however, also found that such factors as higher experience and existence of up-to-date training tended to mitigate that effect and make older workers even more competitive than younger workers. We did not find that personal attitudes had impact on hiring decisions but health stereotypes about older workers being less healthy than younger workers did have negative impact on hiring decisions. Additionally, we found out that culture-related factors were important in decisions-making. However, their nature and mechanism remain to be studied in a more detailed way. We conclude by pointing out the importance of further research in this field and the necessity to study cultural and unconscious motives (with additional help of cognitive methods) as the reason behind discriminatory actions.
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MANE, ERDGIN. "Microeconometric analysis of food security." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/207736.

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Abstract:
Rising Food Prices and Undernourishment: A Cross-Country Inquiry Il welfare delle famiglie nei paesi in via di sviluppo e stato colpito nel periodo 2005-2008 dal drammatico incremento nei prezzi dei beni alimentari. Nel presente lavoro, si adotta un approccio di equilibrio parziale, al ne di analizzare l'eetto a breve termine della crescita dei prezzi dei beni alimentari basilari sul livello di nutrizione, considerato quale indicatore del welfare. L'analisi consiste nella costruzione dei sistemi completi di domanda di beni alimentari, per poi eettuare micro-simulazioni a livello delle famiglie. Invece di limitare l'attenzione su un singolo paese, si fornisce una panoramica piu completa mediante una analisi cross-country resa possibile dall'utilizzo di indagini sulle famiglie rappresentative delle rispettive nazioni. La confrontabilita dei dati tra paesi e garantita dall'adozione delle medesime scelte metodologiche nel trattamento dei micro dati. L'analisi evidenzia come l'incremento del prezzo dei beni alimentari non solo induca una riduzione nel consumo medio di energia alimentare, ma inoltre, peggiori anche la distribuzione delle calorie, compromettendo ulteriormente le condizioni nutrizionali delle popolazioni. Emerge, inne, come l'accesso a terreni agricoli svolga un ruolo cruciale nell'assicurare un'adeguata alimentazione nelle aree rurali come pure, sorprendentemente, in quelle urbane. Estimating the Heterogeneous Eects of Aggregate Shocks on Caloric Adequacy: The Case of Hurricane Mitch in Nicaragua Gli esistenti studi di valutazione dell'impatto dell'uragano Mitch si sono n'ora focalizzati sugli eetti di breve e medio termine riscontrati su diversi aspetti sociali [la crescita del consumo delle famiglie (Premand, 2008), il benessere dei bambini (Baez & Santos, 2007), budget e scolarizzazione (Ureta, 2005)] attraverso l'analisi dei dati panel LSMS sulle famiglie nicaraguesi degli anni 1998, 1999 e 2001. Nel presente lavoro si analizzano gli eetti di piu lungo periodo, aggiungendo i dati relativi all'indagine del 2005 ai dati precedenti. Attraverso il metodo dierence-in-dierence, si sono indagati a distanza di 7 anni la persistenza degli eetti generati dall'uragano e della conseguente risposta umanitaria . Inoltre, andando oltre la semplice analisi dell'impatto medio, si e posta l'attenzione sull'eterogeneita degli eetti sulle famiglie. A tal ne, la stima dei Quantile Treatment Eects (QTE) e stata implementata sulla distribuzione della variabile d'interesse. Un ulteriore contributo apportato dal presente lavoro di ricerca e fornito dall'analisi dell'impatto dell'uragano su variabili intra-famigliari, avendo a disposizione solo variabili a livello di famiglia. La metodologia introdotta da Chesher (1997) viene qui estesa ad un set-up di valutazione dell'impatto, con l'obiettivo di stimare risultati specici per eta e sesso. L'obiettivo di tale approccio e anche 5 quello di far chiarezza sull'ecacia degli aiuti umanitari sul recupero del livello di benessere in essere prima dell'uragano. L'oggetto di interesse di questo capitolo e la nutrizione. Infatti, lo studio si pone l'obiettivo di stimare in modo dettagliato l'impatto avuto dall'uragano Mitch sull'adeguatezza del consumo calorico delle famiglie, intesa come rapporto tra il consumo di energia alimentare (chilocalorie) e il relativo fabbisogno minimo umano. La FAO e il principale produttore di studi ed analisi nazionali in materia di fame e sottonutrizione, riuscendo a coprire l'intero pianeta. La metodologia adottata ha il principale vantaggio di facilitare il confronto spazio-temporale tra paesi, ma ha anche la limitata capacita di identicare le cause dell'insicurezza alimentare all'interno dei paesi (FAO 2003, Barret 2010). La tendenza al rialzo dei prezzi, che ha caratterizzato numerosi beni di prima necessita tra il 2005 ed il 2008, ci ha spinto ad ampliare i principi della metodologia FAO, al ne di misurare l'impatto della crescita dei prezzi dei beni alimentari sulla sicurezza alimentare delle famiglie. L'obiettivo del presente capitolo e quello di fornire una descrizione dettagliata della metodologia applicata nei capitoli precedenti nella misurazione della sottonutrizione e, piu nello specico, dell'insucienza del consumo energetico, utilizzando le indagini sulle famiglie. Inoltre, il presente capitolo fornisce alcune linee guida utili per la misurazione della soglia del fabbisogno calorico specico per ogni famiglia, che sostituisca l'utilizzo di una soglia unica (generalmente, 2100 chilocalorie giornaliere per individuo). Lo sviluppo di un buon indicatore specico per famiglia sara estremamente utile anche nella conduzione di studi scientici solidi sulla valutazione dell'impatto dei programmi e delle politiche in materia di sicurezza alimentare nelle diverse aree del mondo.
Rising Food Prices and Undernourishment: A Cross-Country Inquiry Households' welfare in developing countries has been hit by dramatic food prices increases which occurred between 2005 and 2008. In this paper, we adopt a partial equilibrium approach to analyze the short-time eects of a staple food price increase on nutritional attainments, as a measure of welfare. The analysis consists of rst approximating complete food-demand systems and then performing household level micro-simulations. Instead of focusing on a single country prole, we provide a more complete snapshot through a cross-country assessment made possible by the use of nationally representative household surveys. Comparability is assured by the adoption of the same methodological choices in the treatment of the micro data. We nd that food price increase not only reduces the mean consumption of dietary energy, but also worsen the distribution of food calories, further deteriorating the nutritional status of populations. We also discovered that access to agricultural land plays a big role in assuring adequate nutritional attainments in rural areas, and surprisingly, even in urban areas. Keywords: Food prices, food policy, calories intake, demand system, household surveys, cross-country analysis Estimating the Heterogeneous Eects of Aggregate Shocks on Caloric Adequacy: The Case of Hurricane Mitch in Nicaragua Previous evaluation studies on the impact of the hurricane Mitch were focused on the short and medium-term average eects on dierent welfare outcomes [household consumption growth (Premand, 2008), child's wellbeing (Baez and Santos, 2007), household budget and schooling (Ureta, 2005)] using 1998, 1999 and 2001 LSMS panel data on Nicaraguan households. In this study, longer term eects are analyzed by adding the 2005 survey to the well-known dataset. We investigate through the dierence-in-dierence methodology if the eects of the hurricane and of the humanitarian response persist on average 7 years after. Additionally, we go beyond the standard average impact by focusing on the heterogeneity of the impact across households. For this purpose, the quantile treatment eect (QTE) estimation is implemented over the outcome distribution. Another contribution of this research is the analysis of the hurricane's impact on intra-household outcomes when only household-level data are available. The methodology introduced by Chesher (1997) is extended to the impact evaluation set-up in order to estimate age-gender specic outcomes. The scope of this methodology is also to shed some light on the short- and longer-term eectiveness of humanitarian response on the welfare levels. This chapter also focuses on nutritional attainment as the outcome of interest. In fact, the study aims to estimate in a comprehensive manner the impact of the hurricane Mitch on household caloric adequacy, which is dened as the ratio between the dietary energy consumption (caloric intake) and the minimum human requirements. Measuring Dietary Energy Deciency at the Household Level: A Methodological Note on the Micro-Analysis of Undernourishment FAO is the main provider of country-level estimates of undernourishment covering the whole world. Its methodology has the main advantage of facilitating comparisons across countries and over time, but also has a limited capacity to understand the causes of food insecurity within countries (FAO, 2003; Barret, 2010). The upward trends in global food prices, concerning many staple commodities between 2005 and 2008, stimulated us to extend the principles of the FAO methodology in order to assess the impact of rising food prices on household-level food security. The objective of this methodological chapter is to provide a detailed description of the methodology applied in the previous chapters for measuring undernourishment, and more specically dietary energy deciency at the household level. Additionally, this chapter provides some guidelines to construct household specic dietary energy requirements, instead of using a single threshold (generally, 2100 kilocalories per person per day) for all households. Constructing a good household-level indicator will also be useful to conduct scientically solid impact evaluations on food security programmes and policies in dierent areas of the world.
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PIRIU, ANDREEA ALEXANDRA. "ESSAYS ON GLOBALISATION: EFFECTS AND IMPLICATIONS FOR INDIVIDUALS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/728739.

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Abstract:
This thesis studies the effects of import competition from China and Eastern Europe on the health and fertility decisions of German individuals working in manufacturing. Individuals are matched with separate measures of exposure to competition from China and Eastern Europe, respectively. To isolate exogenous supply shocks from the origin, instrumental variables for competition from each of China and Eastern Europe are constructed. Results in Chapter 1 suggest that higher import competition worsens individual health via job displacement, wage decline, shortened employment duration, increased reliance on welfare and less future orientation, with Chinese import competition affecting individuals twice as much. Health declines as individuals increase their visits to the doctor, exercise less frequently and have a higher probability of developing chronic illness. Also, there is some evidence that individuals do not tend to become disabled but may be slowly pushed into chronic illness. Findings in Chapter 2 show that import competition negatively affects the individual’s probability of having children via reduced earnings, lower satisfaction with personal income and shortened employment duration. The chapter then investigates effects of import exposure by gender. Results show that male and female fertility choices differ upon rising import competition. Higher import exposure lowers female earnings and job autonomy, which in turn generates a lower opportunity cost of work, to the point where having children would become a more rewarding alternative for female workers. By contrast, increased import exposure negatively affects male workers’ fertility through reduced earnings and employment duration.
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AMBROSI, AGNESE. "Le politiche pubbliche di lotta alla povertà: processi attuativi ed impatti dei nuovi schemi di reddito minimo in Emilia-Romagna. Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), Reddito di inclusione (REI) e Reddito di solidarietà (RES)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1231443.

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Abstract:
La tesi analizza i processi di implementazione e gli impatti delle nuove politiche di contrasto alla povertà in Emilia Romagna (Sostegno per l'inclusione attiva - Sia; Reddito di inclusione - Rei; Reddito di solidarietà - Res). La ricerca è condotta tramite analisi documentale; analisi dei dati; osservazione sul campo e lavoro sociale; interviste non strutturate; sessanta studi di caso seguiti ognuno per un periodo non inferiore a sei mesi; un questionario di 70 domande inviato a 204 assistenti sociali sul territorio regionale; un questionario di 41 domande inviato a tutti gli ambiti distrettuali sociali dell'Emilia Romagna. A livello teorico fa riferimento agli studi sull'implementazione delle politiche pubbliche e sulla street level bureaucracy.
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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Abstract:
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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